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Tuttavia il movimento di qualità è stato attentamente osservato in questi ultimi
anni, facendo notare che rivolgere l’attenzione sui processi interni potrebbe essere in
disaccordo con il fatto di concentrarsi sul cliente. La nozione che dichiara che
“la qualità è libera”, ha fatto sorgere varie problematiche, specie nel caso dei servizi.
Con le crescenti preoccupazioni sugli effetti dei miglioramenti di qualità e dei loro
effetti di fondo sulle prestazioni di una marca, il mantenimento del cliente e la relativa
enfasi sulla soddisfazione sono elementi di importanza critica per i fornitori
automobilistici.
L’attenzione si è così spostata dall’acquisizione di nuovi clienti o recupero di
quelli persi, alla loro soddisfazione e mantenimento. Un esempio di questo concetto è
stato sviluppato da Volvo, la quale ha stimato che il costo di acquisizione di un nuovo
cliente è pari a circa tre volte quello di mantenerne uno. La credenza che “la qualità è
libera”, si sta così evolvendo in quella che dice che “la soddisfazione genera profitti”.
A supporto di questo vi è anche un gruppo crescente di prove riguardanti i positivi
effetti della soddisfazione sulle misure finanziarie delle prestazioni. A guidare questi
effetti è il collegamento tra la soddisfazione e il mantenimento, il quale segue la teoria
di Hirschman del 1970. Secondo questa, i clienti soddisfatti esprimono una minor
probabilità di fare reclami e/o una minor probabilità di uscire dal mercato o spostarsi
ad un concorrente.
L’economia della soddisfazione e del mantenimento del cliente, è tale che i clienti
soddisfatti rimarranno con maggior probabilità fedeli ad una ditta che, nel tempo,
abbassa i costi ad aumenta i propri redditi e la propria profittabilità. Reichheld
(nel 1996) attribuisce un “caricamento frontale” piuttosto che un “caricamento
posteriore” dei costi di cliente ad almeno sei fattori chiave: costi di acquisizione,
redditi base, crescita del reddito, costi operativi, rinvii e premi di prezzo. I costi di
marketing dell’acquisizione di un cliente, che includono programmi di incentivi, costi
prospettici e la creazione di un account su cui annotare le caratteristiche di un singolo
consumatore, si presentano velocemente nella relazione tra ditta e cliente. Per esempio,
bassi tassi di risposta a programmi di invio diretto di posta creano un elevato dispendio
di risorse di marketing.
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Fatte queste considerazioni si può dire allora che una ditta riceve un reddito di
base da un cliente per ogni periodo di tempo in cui questo è trattenuto. Lo sviluppo del
reddito rappresenta l’incremento dei redditi ottenuti da un cliente individuale che si
presentano nel tempo, come quelli ottenuti dalla vendita di prodotti o servizi
supplementari e/o da un incremento del volume di acquisto. Reichheld segnala che i
redditi annuali per cliente nel terziario dell’automobile, triplicano dopo i primi 5 anni
in cui il cliente è trattenuto.
Allo stesso tempo, i costi di gestione tendono a decrescere tanto più quanto i
fornitori di servizi e prodotti vengono a conoscere il consumatore ed i suoi bisogni.
Anche l’attenzione dei clienti tende a svilupparsi lungo il periodo di tempo in cui essi
sono trattenuti. Il passaggio di voce riguardante un acquisto riuscito e l’esperienza
generata dal consumo di un determinato prodotto o servizio, generano anche entrate da
parte dei familiari o degli amici. Infine, vi sono anche clienti attuali che tendono a
pagare un premio di prezzo in confronto dei nuovi, i quali meno probabilmente
approfittano di sconti di prezzo nel passaggio da un fornitore ad un altro. Il risultato
generale è un aumento del flusso di profitto per cliente nel tempo.
Negli ultimi tempi si sono anche sviluppate nuove considerazioni sulla relazione
tra il mantenimento ed i profitti generati. Come alcuni dicono, qualità e soddisfazione
dei clienti non bastano; l’attenzione delle marche si deve anche direttamente spostare
verso la fedeltà. Reichheld sostiene che persino clienti con livello di soddisfazione
elevato spesso producono defezioni, ed è importante capire il perché di questo fatto.
Jones e Sasser sostengono anche che, entro una elevata concorrenza industriale, solo
estremi livelli di soddisfazione generano fedeltà. Questo serve a dare ulteriore enfasi a
quella che Reichheld chiama defezione del cliente o analisi del fallimento.
Estrapolando le cause della defezione, le compagnie imparano a trattenere i clienti
stimati e a migliorare i profitti.
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1.3 UNA STRUTTURA INTEGRATA
Sfortunatamente, la strada che porta all’amministrazione di un bene ed al suo
investimento a profitto, è spesso trattata come se avesse semplici soluzioni. Più che
l’attenzione su qualità, soddisfazione o mantenimento, essa è importante per capire
come i collegamenti fra queste tre variabili formino una catena di processi, eventi,
percezioni e comportamenti. Ogni discussione sulla soddisfazione, ad esempio,
conduce eventualmente ad un dibattito su quali processi di prodotto e/o servizio vanno
cambiati per creare una maggior percezione di qualità e valore. Inoltre, ogni dibattito
su defezioni e mantenimento del cliente porta eventualmente a quegli attributi di
prodotto e/o servizio che soddisfano o meno i clienti. Johnson, descrive una struttura
che cattura questa integrazione, una versione della quale è rappresentata da:
Fig.1 Una struttura per collegare qualità, soddisfazione e ritenzione
Secondo la struttura, i prodotti, servizi e la manutenzione offerti da una marca
forniscono i prodotti e i servizi che i clienti consumano attualmente. Questa dà una
base per formare le percezioni soggettive della qualità ricevuta, del valore e delle
aspettative. È importante, comunque, per evitare il semplice monitoraggio dei risultati
Produzione interna
di Prodotto e
Servizio e Processi
di Manutenzione
Aspettative,
Valore e
Qualità
Percepite
Soddisfaz.
del Cliente
Fedeltà e
comport. di
Reclamo
Contesto
Ritenzione
del
Cliente
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finali di questi processi e accertare che il cliente riceva una qualità specifica per un
prodotto o un servizio. Questa difficile scoperta è dovuta all’industria automobilistica
occidentale quando si dovette confrontare con la concorrente industria Giapponese tra
gli anni ’80 e i primi anni ’90. Ad esempio, nel 1991, le 3 maggiori compagnie di
Detroit riportarono perdite d’esercizio per 7,5 miliardi di dollari mentre i Giapponesi
lavoravano diversamente, pianificando in maggior misura i loro prodotti e la loro
produzione per essere più efficienti, e cercando di eliminare i problemi in modo
preliminare. Questo tipo di conduzione, è ora stato adottato dall’Occidente ed è
riflesso nell’area della qualità, dove l’attenzione si è spostata dall’ispezione al design e
alla pianificazione. Oggetti quali lo schieramento di funzioni di qualità, sono
ad es. usati per accertarsi che prodotti e servizi siano disegnati per rispondere ai
bisogni dei clienti, collegando percezioni e preferenze ai loro mezzi di realizzazione.
Le aspettative e percezioni dei clienti su qualità e valore interessano
alternativamente le percezioni di soddisfazione del cliente. Esistono due concetti
principali di soddisfazione del cliente in letteratura: soddisfazione transitoria-specifica
e soddisfazione cumulativa. La prima è una valutazione fatta dal cliente riguardo un
particolare incontro con un prodotto o servizio. La seconda è una valutazione
dell’esperienza totale di consumo. L’enfasi della Fig.1 è posta principalmente sulla
cumulativa. Secondo questa vista, la soddisfazione non è una percezione transitoria di
quanto è felice il consumatore in ogni momento. Piuttosto è una valutazione generale
della sua esperienza di acquisto e consumo fino ad ora. Questa esperienza cumulativa,
che interessa la fedeltà e il conseguente mantenimento, è un preciso punto di
riferimento e di attrazione per i professionisti.
Un esempio recente di misurazione della soddisfazione cumulativa è disponibile
dall’Indice di Soddisfazione dei Clienti Americani (ACSI) basato sulla soddisfazione
cumulativa per oltre 200 ditte, straniere e nazionali, che comprende 35 industrie degli
U.S.A., comprese un certo numero di marche e divisioni automobilistiche. La
principale ragione dell’inclusione di ditte nazionali accanto alle straniere è quella di
poter fare la più semplice comparazione possibile. Per semplicità, d’ora in poi tutte le
marche e le divisioni saranno considerate allo stesso modo. I risultati dei primi 3 anni
dell’ACSI per l’industria dell’auto (solo l’indice di soddisfazione) si trovano in Tab.1.
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MARCA 1994 1995 1996
Mercedes-Benz Nord-America 85 86 87
Buick, Oldsmobile, Cadillac 83 84 85
Toyota Motor Nord-America 86 84 84
Volvo Nord-America 82 84 84
Honda Motor America 85 86 83
Subaru America 80 79 83
Saturn 84 83 81
BMW Nord-America 82 81 81
Lincoln, Mercury 79 84 80
Nissan 83 82 80
Chrysler 81 82 80
Chevrolet, GEO 77 79 79
Pontiac 76 79 78
Ford 75 79 78
Dodge, Plymouth 80 77 77
Jeep, Eagle 78 77 76
Volkswagen America 74 76 76
Mazda 78 77 75
Hyundai 68 68 69
Media di industria (pesata sulle vendite) 79 80 79
Tab.1 ACSI 1994-1996. Risultati per l’industria di auto, furgoni e mezzi leggeri
L’intervallo di confidenza per i valori dell’indice di livello di marca sono tali che
una differenza di circa 2,8 sui punti (che vanno da 0 a 100) della scala ACSI (da anno
ad anno) sono statisticamente significativi (p < 0,05). Per contro, una differenza di 0,6
per la generale industria ASCI è significativa. Vi sono osservazioni importanti da fare
in merito. In primo luogo, mentre c’è qualche correlazione tra soddisfazione e prezzo
del veicolo (più è alto, più le auto di lusso dominano le valutazioni superiori), appare
che i clienti fanno valutazioni di qualità e soddisfazione relative a categorie di veicoli
simili. In questo modo, valutano le auto economiche in relazione ad altre economiche,
e quelle di lusso con altre di lusso. Altrimenti, potrebbe essere impossibile per case
come Toyota, Honda, ecc. sorpassare BMW, Mercedes, ecc.
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In secondo luogo, tipicamente vi è maggior variazione nella soddisfazione tra le
stesse marche o divisioni che quella tra le regioni di origine. Ad es., se alcune ditte
avessero sede in Asia, Europa o U.S.A. potrebbero superarne altre. Anche divisioni
della stessa compagnia spesso hanno diversi livelli di soddisfazione (come Gm e
Chrysler). Sono anche interessanti i cambiamenti nel tempo osservati sulla
soddisfazione dove, ad es., Subaru ha guadagnato terreno mentre Saturn, Nissan, ecc.
ne hanno perso.
La soddisfazione ha una molteplicità di conseguenze per il comportamento e le
attitudini del cliente. Questa comprende un decremento nei reclami non formali ai
commercianti, un decremento dei reclami formali ai produttori, un incremento nelle
intenzioni di riacquisto, un passaparola positivo e un decremento nella sensibilità agli
aumenti di prezzo; il tutto può essere generalizzato in 2 conseguenze chiave: fedeltà e
comportamento di reclamo. La fedeltà è riflessa, per es., in una probabilità di
riacquistare dallo stesso produttore o fornitore di servizi oppure dalla compiacenza a
riacquistare ad un prezzo maggiore.
Comunque, questa fedeltà è distinta dal mantenimento del cliente. La fedeltà è una
predisposizione psicologica verso il riacquisto, mentre il mantenimento è l’atto attuale
di riacquisto. I fattori contestuali o ambientali che intervengono tra fedeltà e
comportamento di reclamo da un lato, e mantenimento dall’altro, sottolineano la loro
distinzione. Di questi fattori fanno parte un effettivo sistema di amministrazione dei
reclami, un cambiamento nei bisogni del cliente, strategie di prezzo competitive,
disponibilità di nuove tecnologie e l’esigenza di varietà dei consumatori. Ad esempio,
se Mercedes o BMW sono più rapide e attente rispetto all’incorporazione di nuove
tecnologie nei propri veicoli ed a prezzi più bassi, persino i più fedeli compratori di
Audi o Volvo possono decidere di cambiare marca di acquisto.
Anche se la fedeltà e la soddisfazione sono buoni previsori del mantenimento
attuale, non garantiscono però nulla di certo. Per controllare la “trattenuta”, le case
automobilistiche trovano costantemente nuove strade per soddisfare i bisogni del
cliente ed indirizzarlo verso una vendita ripetitiva. Ciò coinvolge sia il miglioramento
dei prodotti che dei servizi esistenti, lo sviluppo di prodotti e servizi rivoluzionari e la
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rimozione delle inefficienze per ridurre i costi e fornire ai clienti il maggior valore
possibile.
Cosa è molto evidente dalla Fig.1 è che non esiste una via semplice per creare un
vantaggio competitivo sostenibile nell’industria automobilistica. Piuttosto, da come
dice un detto popolare, le case devono stare attente a “non lavare il bambino con
l’acqua del bagno”. Qualità, soddisfazione e mantenimento sono concetti di business e
management ugualmente importanti perché sono tra loro connessi in modo inerente. Il
movimento di qualità ha posto le fondamenta per il miglioramento di qualità, mentre il
movimento di soddisfazione ha centrato l’attenzione su di esso: migliorare i benefici,
gli attributi ed i processi interni più importanti per incrementare la soddisfazione, la
fedeltà e il conseguente mantenimento. Infine, l’incremento della “trattenuta” o la
minimizzazione delle defezioni richiede una conoscenza completa della soddisfazione
della clientela ed i relativi driver di qualità.
1.4 UNA TRASFORMAZIONE
Potrebbe essere interessante identificare ogni cambiamento nell’industria
automobilistica come trasformazionale; l’industria rimane dominata da grandi marche
che cambiano gradualmente. Tuttavia, i cambi manageriali e organizzativi che si sono
avuti recentemente in questa industria sono relativamente improvvisi e momentanei.
Di importanza principale è l’adozione di un orientamento al cliente attraverso il suo
approccio funzionale per migliorare qualità, soddisfazione e mantenimento. Come
Kotler dice, “la maggior parte delle compagnie non afferra realmente il concetto di
marketing fino a che non sia guidata ad esso dalle circostanze”. Le circostanze in
questo caso sono il lento sviluppo, la forte competizione e l’eccedenza di offerta dei
maturi mercati automobilistici dell’Europa occidentale e del Nord America, ma anche
la forte competizione ed il profilarsi di un surplus di offerta nei nuovi mercati in
sviluppo attorno al mondo. Aziende come Daewoo Korea si sono ad es. sviluppate
rapidamente per diventare forza competitiva globale nell’industria.
Il risultato rappresenta, al minimo, un significante movimento di allontanamento
dalle tradizionali pratiche di amministrazione. General Motor, con la sua subordinata
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Opel per l’Europa, rimane il leader di quota di mercato vendendo oltre il 16% dei 50
milioni di vetture vendute nel 1996. La sostituzione della maggior parte dell’alta
direzione nel ’92 attraverso una azione con cui John Smale, un potente direttore
esterno ed ex presidente di Procter & Gamble, divenne nuovo direttore, è il momento
clou della trasformazione del management di GM. Questo creò un cambio
dell’organizzazione con l’adozione di un sistema di amministrazione basato su azioni
di marketing rivolte a specifici segmenti di mercato ed allo sviluppo, al prezzo, alla
comunicazione e la conseguente distribuzione dei veicoli. Anche Ford è stata
testimone di grossi cambiamenti nelle sue funzioni. I responsabili e gli ingegneri dei
vari dipartimenti della ditta vennero raggruppati per ragionare su una visione più
realistica e di insieme dello sviluppo dei veicoli, piuttosto che lavorare sulle piccole
parti, e anche per decidere una riduzione radicale del numero dei fornitori.
Cambiamenti simili si stanno presentando anche in Europa dove Mercedes,
Volvo, ecc. hanno adottato un orientamento al cliente. Un cambio radicale vi è anche
in Toyota, dove Hiroshi Okuda è determinato a dominare il mercato mondiale
dell’automobile: il suo programma è quello di estendere la sua area nella manifattura
flessibile e contare di più nei fornitori locali e nei gruppi di progettazione per adeguare
i veicoli alle specifiche locali dei clienti.