4
Macedoni consideravano sacro. Questa località si trovava nelle vicinanze dei giardini di Mida,
figlio di Gordia, e del monte Bermio
4
.
Un altro riferimento all'antica dimora dei Temenidi si trova nell’Archelao, una tragedia di Euripide
composta nel 408 a.C., oggi perduta, in cui si racconta il mito di Archelao, figlio di Temeno,
fondatore di Aigai. Il re, in fuga da Argo, interpellò un oracolo ed ottenne un responso con
l'indicazione di seguire una capra (aèga) e di fondare una città nel punto in cui questa si sarebbe
fermata.
Teopompo dà un'altra versione e racconta che fu il re Karanos a guidare il popolo macedone presso
il territorio di Aigai, anch'egli seguendo una capra
5
.
In ogni caso l'immagine della capra compare sulle prime monete della città (fig. 3).
• La necropoli, il Grande Tumulo ed il tumulo secondario.
L'area sepolcrale è situata tra i siti di Palatitsia e Verghina. Si estende per circa un chilometro
quadrato ed è costituita da più di trecento sepolture con tumulo dal diametro variabile (fig. 4)
6
. Le
tombe più antiche (1050-650 a.C.) sono tutte disposte in prossimità del margine Sud mentre le
tombe del periodo ellenistico sono concentrate in uno spazio prossimo all'abitato
7
. Credo sia
plausibile considerare i due gruppi di tombe come afferenti a necropoli distinte. Tale valutazione è
rafforzata dall'assenza di sepolture risalenti al periodo classico con cui si esclude la graduale
estensione del cimitero dal Nord verso l’abitato
8
.
Le tombe con tumulo sono di due tipi: uno abbastanza semplice, definito a cista, ed un altro più
complesso costituito da fronte architettonica, anticamera e camera. Il primo tipo è composto da un
singolo vano, dalle dimensioni variabili, costruito con lastre di pietra, in alcuni casi, stuccate e
dipinte. Il secondo tipo, di cui parleremo dettagliatamente più avanti, era il più diffuso nella
Macedonia ellenistica
9
. In riguardo alle pratiche funerarie è stata riscontrata una netta prevalenza
delle inumazioni sulle incinerazioni
10
.
4
Hdt, VIII, 137 - 138. Secondo l'interpretazione di N. G. L. Hammond, il fiume anonimo citato da Erodoto è
l'Aliacmon. P. B. Faklaris osserva, invece, che Erodoto per localizzare la città cita anche il Monte Bermio che però si
trova a Nord del fiume Aliacmon ed è molto distante da Verghina. Per l'autore si tratterebbe di un fatto determinante per
la confutazione dell'identificazione di N. G. L. Hammond (Faklaris P. B. 1994, 613-614; Hammond 1997, 178).
5
Theopomp. Hist. in: Jacoby FGrHist 115, F 393; Just., VII, 1, 7, VII, 1, 9 e VII, 2, 9-10; Hammond 1991b, 497.
6
Il diametro medio dei tumuli è di circa 15-20 m, con 0.5-1.00 m di altezza media. Le necropoli di questo tipo erano
abbastanza diffuse in Macedonia nel III secolo a.C. (ad esempio a Pidna, Pella, Niausta, Langaza) in Asia e ad
Alessandria d'Egitto (Tamburello 1966, 173).
7
Hammond 1978, 332.
8
P. B. Faklaris utilizza questo argomento per contestare l'identificazione di Verghina con Aigai, e, quindi, la sua origine
arcaica (Faklaris 1994, 614).
9
Mansuelli 1966, 912.
10
Delvoye 1987, 41
5
Le tombe reali del Grande Tumulo sono, invece, disposte ad Ovest dell'area sepolcrale (fig. 4).
Secondo la ricostruzione di M. Andronikos il Grande Tumulo fu realizzato per ordine di Antigono
Gonata per proteggere le tombe reali da ulteriori razzie, dopo il saccheggio della necropoli
effettuato dai Galati al servizio di Pirro nel 273 a.C.
11
. L’altura artificiale, secondo questa
interpretazione, venne realizzata esclusivamente allo scopo di conservare quanto era rimasto delle
tombe regali. Nulla ci dice M. Andronikos sulla eventualità che il Grande Tumulo potesse avere
anche un significato rituale, come si è invece supposto per altri casi come il grande tumulo scoperto
all'inizio del '900 a Cheronea del diametro di 70 m posto al di sopra di una fossa comune contenente
diversi corpi, che si suppone essere i caduti della battaglia omonima ingaggiata da Filippo II nel 338
a.C.
12
Un tumulo di pari grandezza è stato scoperto ad Aghios Athanasios, e anche qui sono state
messe in luce diverse tombe
13
. Si potrebbe pensare, vista l’analogia, che in età ellenistica l’altura
artificiale avesse anche uno scopo celebrativo-rituale collegabile, forse, al sacrificio in battaglia o
alla nobiltà di ceto.
Durante lo scavo nel lato Sud-Est del Grande Tumulo fu scoperto anche un tumulo secondario di
altezza moderata, costituito di terra rossa ricoprente le Tombe I e II ed un heroon
14
. Alcuni autori
sostengono l'usanza di realizzare il doppio tumulo risale all'età arcaica, ma ad oggi non sono note
altri esempi, simili risalenti alla stessa epoca, con cui fare un confronto.
• L'heroon.
Il tumulo secondario ricopriva tre strutture (pochi resti di un edificio e due tombe, una a cista e una
a camera, denominate tombe I e II), sicuramente collegate tra di loro da un legame, cronologico o
ideale, oppure entrambi
15
. Secondo la ricostruzione di M. Andronikos, l’edificio era un heroon
associato alle tombe, attribuibile ad Aminta, il padre di Filippo, o a Filippo stesso, in quanto questi
erano gli unici sovrani macedoni a cui fu attribuito un culto: ad Aminta fu dedicato un Amintaeum a
11
Il diametro complessivo del tumulo è di 100 m mentre l'altezza raggiunge i 12,30 m (D. S., XXII, 12; Plu, Pyrrh,
XXVI, 6; cfr. Andronikos 1976, 123 -130; Andronikos 1977, 40); I sondaggi realizzati a partire dal 1948 hanno
confermato quest'ipotesi. Tra i materiali ritrovati vi sono, infatti, diversi frammenti di stele funerarie, miste a terra e
pietrame, con iscrizioni in greco, con i nomi di cittadini macedoni vissuti alla fine del IV secolo (Hammond 1978, 334;
Prestianni Giallombardo , Tripodi 1980, 989).
12
Hammond 1989, 26.
13
Tsimbidou Avloniti 2002, 39 – 42.
14
Il tumulo secondario misura 20 m di diametro e 4 m di altezza; Secondo N. G. L. Hammond il doppio tumulo è
descritto nei poemi omerici, in occasione dei funerali di Achille e di Patroclo, tombe simili sono note in Albania mentre
in Grecia sono molto rare. L'unico esempio greco documentato, risalente al periodo geometrico, si trova ad Argo, la
città di provenienza dei Temenidi. Secondo la ricostruzione dello stesso autore i fondatori della dinastia Temenide
importarono da Argo ad Aegai l'usanza del doppio tumulo all'inizio del VII secolo, dove è rimasta in uso fino all'età
ellenistica (Hammond 1978, 332). L’ipotesi di N. G. L. Hammond trova alcune facili obiezioni che ne dimostrano
l'inconsistenza; nelle opere di Omero si fa riferimento soltanto ad una doppia sepoltura non ad un doppio tumulo
(Hom., Il., XXIII, 245f; Hom., Od., XXIV, 72); nella necropoli di Verghina non è stata riscontrata un’usanza simile per
le tombe più antiche, non ci sono dati relativi al periodo 650-350 a.C.
15
Prestianni Giallombardo, Tripodi 1980, 996.
6
Pidna e a Filippo fu eretto un tempio ad Amphipolis
16
. N. G. L. Hammond, a supporto dell'ipotesi di
M. Andronikos, sostiene che nell'antichità esisteva una forma di culto riservata ai sovrani che
prevedeva la costruzione di un tempio accanto alla tomba reale. L'autore, a tale proposito, fornisce
delle prove archeologiche provenienti dalla necropoli dell'antica città di Megali Rachi, vicino Aiani,
dove sono state portate alla luce 5 tombe a cista risalenti al V secolo a.C. ed una struttura
apparentemente a carattere religioso. Nel complesso sono state trovate anche delle tracce di
cremazione ed alcune teste ritratto raffiguranti, probabilmente, i sovrani locali. Secondo l'autore
anche a Verghina sussiste il medesimo rapporto tomba/tempio quindi, escludendo Aminta per
motivi cronologici, attribuisce a Filippo II una delle tombe adiacenti, in particolare la Tomba II
17
.
16
Andronikos 1977, 40; Hammond 1978, 333.
17
Hammond 1991a, 69-70.
7
Capitolo II
• La tomba I.
La tomba I, conosciuta anche come Tomba del Ratto di Persefone è una tomba a cista saccheggiata
nell'antichità (fig. 5)
18
. All'interno erano conservati i resti ossei appartenenti a tre individui
differenti: un uomo di età matura, una donna di 25 anni circa e un neonato o un feto
19
. I loro corpi
non vennero cremati ma inumati.
Il saccheggio ci ha privato del corredo funebre mentre restano, invece, i dipinti a fresco, posti sulla
parete orientale e sui lati lunghi.
Le pitture sono suddivise in una parte inferiore e in una superiore. Nella parte inferiore, su fondo
scuro, è stato realizzato un fregio continuo composto da coppie di grifi affrontati
20
e divergenti
rispetto a fiori a calice (fig. 6)
21
.
Nel registro superiore, sulla parete Sud, si vedono tre figure femminili sedute identificate come
Parche (Moirai). La prima a destra, rivolta leggermente verso sinistra, è vestita con chitone e
himation sopra la testa. La seconda al centro, conservata male, é tratteggiata nella medesima posa.
La terza a sinistra, di profilo verso destra, ha il braccio sinistro sollevato. Anche lei indossa un
chitone e himation che, in questo caso, é avvolto intorno alle gambe
22
. Al centro della parete Est,
invece, c'è una donna seduta, probabilmente Demetra, avvolta completamente nell’himation, con il
capo appoggiato alla mano sinistra, e lo sguardo atterrito (fig. 7)
23
.
Il lato Nord è occupato dalla rappresentazione del "Ratto di Persefone". La prima figura che si
incontra sulla sinistra è Ermete in volo, che impugna il caduceo nella mano destra mentre con la
sinistra tiene le briglie della quadriga (fig. 8). Ha un petasos sulla testa, indossa un mantello
allacciato al collo ed i sandali alati ai piedi. Seguono i quattro cavalli della quadriga che si allargano
18
La camera misura all'interno: 3,50 m di lunghezza, 2,09 m di larghezza e 3 m di altezza (Borza 1990, 257). Le misure
esterne sono: lunghezza=4,00 m; larghezza=2,90 m. (Catling 1979, 28).
19
Borza 1990, 257.
20
Lo schema figurativo dei grifi affrontati è presente sul trono proveniente dalla Tomba di Euridice a Verghina, su una
kline dipinta proveniente da una tomba macedone a Potidea in cui le due creature cacciano un daino (Brecoulaki 1996,
tav. I fig. 2), su un sarcofago attico proveniente da Xanthos (Rodenwaldt 1933, tav. XI) e su diversi mosaici, come il
mosaico a tecnica irregolare scoperto a Eretria, datato alla metà del III sec a.C., dove sono rappresentate delle coppie di
grifi affrontati (Dubabin 1979, 271 e fig. 11 tav. 38). Ad Olinto è stato scoperto nella Casa 26 un piccolo mosaico di
ciottoli con una coppia di grifi che cacciano un cervo e nella Casa del Commediante un altro mosaico di ciottoli, più
grande, con diverse scene di caccia tra cui una coppia di grifi che cacciano un daino (Robinson 1932, 18 e 24, tav. II e
IV). Lo schema della coppia di grifi affrontati è riproposto anche in un mosaico di ciottoli ad Alessandria, mentre il
grifo che caccia il daino è presente in un mosaico a tessera scoperto ad Alessandria ed in un mosaico a ciottoli scoperto
a Mozia, in Italia (Robertson 1965, 84 e tav. XXI-XXII).
21
Moreno 1987.
22
Catling 1979, 28; Moreno 1987; De Angeli 1992a, 642; De Angeli 1992b, 372 n°27.
23
P. Moreno ipotizza che la donna rappresentata attraverso le sembianze di Demetra sia in realtà il ritratto della defunta
basillissa (Moreno 1987). Questa ipotesi, probabilmente, si basava sull'iniziale attribuzione dei resti umani ad una
donna anziana; per ulteriore approfondimento sulle raffigurazioni di Demetra seduta vedi: Beschi 1988, 858; per le
raffigurazioni di Demetra collegate al tema del ratto di Persefone vedi esempi di ceramica attica (n° 310-311) e i diversi
esempi di ceramica apula del 340-330 a.C. (n°312-318) in: Beschi 1988, 870-871.
8
a ventaglio. Subito a ridosso di questa si trova Ade che si accinge a saltare sul carro e ad afferrare le
redini. Il dio ha il piede destro sul carro ed il sinistro piantato al suolo. Impugna le redini e lo scettro
con la mano destra. Il braccio sinistro è stretto attorno ai fianchi di Persefone. La dea giace
abbandonata nelle braccia del suo rapitore (fig. 9). Il suo corpo è teso verso destra, con le braccia
levate verso l'alto. Il corpo è in parte coperto dal mantello del dio rapitore.
A destra del carro la scena è completata da una ninfa accovacciata, identificata con Ciane (fig.
10)
24
.
La maggior parte degli studiosi attribuisce l'affresco ad un grande maestro, probabilmente
Nicomaco, se consideriamo quanto è stato detto da Plinio
25
.
L'indubbia qualità dell'affresco fa presupporre che le persone sepolte dovessero essere di rango
elevato, probabilmente di origine reale. La forma della tomba
26
, e l'uso di inumare i corpi, pongono
i defunti in un intervallo temporale compreso tra il 340-330 a.C., quindi diverso, come si vedrà da
quello delle tombe II e III
27
.
Secondo la ricostruzione di M. Andronikos, basata sulle notizie pervenuteci dalle fonti, la tomba
venne saccheggiata nel 274 a.C. dai mercenari al servizio di Pirro e richiusa durante il regno di
Antigono Gonata, prima dell'esecuzione del Grande Tumulo
28
. Alcuni studiosi l'avevano attribuita,
erroneamente, a Cinnanne, madre di Euridice/Adea, basandosi sulla testimonianza di Diodoro e del
frammento di Diyllo, in cui si dice che Cassandro fece seppellire ad Aigai Filippo III,
Euridice/Adea e Cinnanne con onori regali
29
. Le analisi dei resti ossei, invece, hanno dimostrato,
come si è detto, che nella tomba vennero sepolti un uomo adulto, una giovane donna ed un neonato.
Potrebbero essere, come osserva W. L. Adams, i resti umani di Filippo II, di sua moglie Cleopatra e
di un loro figlio/a, ma anche in questo caso non vi sono elementi certi che confermino l’ipotesi, se
non il fatto che la tomba del tipo a cista era molto diffusa durante il regno di Filippo
30
.
24
Catling 1979, 28; Moreno 1987; lo schema figurativo della coppia Ade e Persefone é abbastanza simile a quello di
un'applique fittile da sarcofago ligneo da Tanagra del 350-330 a.C. (Lindner 1988a, 383 n°104 e 105 e Lindner 1988b,
216 n° 104 e 104).
25
Borza 1990, 257. Plin, NH, XXXV, 108. Questo soggetto era molto noto ai Romani che lo ammirarono per lungo
tempo e che venne replicato in molte copie tra cui il mosaico della necropoli a Città del Vaticano e il mosaico della via
Ostiense a Roma (Moreno 1987).
26
Borza E. N. osserva che la Tomba I è stilisticamente simile alla Tomba B scoperta a Dervini datata intorno agli anni
340-330 a.C., in base ad alcune forme ceramiche (Borza 1990, 265-266).
27
Adams 1991, 31.
28
Plu, Pyrrh 26, 6.
29
Diyll. ap. Ath., 4, 155 a in: Jacoby, FGrHist 71 F 1; D. S., XIX, 52, 5.
30
Adams 1991, 32; J. H. Musgrave muove alcune obiezioni a questa ipotesi. Egli riporta la testimonianza di Satiro, che
parla di Europa, una figlia di Filippo assassinata da Olimpia quando aveva alcuni mesi, invece, il corpo ritrovato nella
Tomba I appartiene ad un bambino appena nato (Satyr. in: Jacoby FGrHist, III, 161 F5; Musgrave 1991, 7). In verità la
questione dei figli di Filippo era molto controversa già nell’antichità. Diodoro parla di un solo figlio ma non ne
specifica il sesso (D. S., XVII, 2, 3 ). Pausania parla di un bambino maschio (Paus., VIII, 7, 7). Giustino, invece,
accenna ad un figlio maschio, di nome Caranos, e ad una figlia femmina (Just., IX, 7, 3, XI, 2, 3 e IX, 7, 12); N. G. L.
Hammond attribuisce la tomba ad Aminta III morto nel 370-69 a.C., giudicandola più antica (Hammond 1991a, 73).