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creazione di un modello che permetta di quantificare i benefici economici che
l implementazione delle tecniche di pianificazione fiscale apporta, paragonando
il potenziale della struttura basata ad Hong Kong con quello della struttura
basata a Singapore.
In conclusione questo lavoro vuole dare una risposta argomentata alle
domande di coloro che, volendo internazionalizzare le attivit della propria
azienda verso il Far East, si chiedano se la Cina abbia ancora caratteristiche
tali da giustificare economicamente un investimento manifatturiero e quale sia
la struttura piø adeguata per realizzarlo in maniera efficace ed efficiente.
1.1. La crescita Cinese
Dal 1978, quando il riformista Deng XiaoPing sal al potere, la Cina vive un
periodo di fortissima espansione economica. Il modello proposto col cosiddetto
socialismo alla cinese , come viene chiamato dalle stesse autorit di Pechino,
prevede infatti il mantenimento del potere da parte del partito comunista, ma
anche la rinuncia all egualitarismo economico e la promozione di un nuovo
orientamento meritocratico. L apertura verso l esterno e la stabilit politica, uniti
alla promozione della filosofia secondo la quale diventare ricchi Ł glorioso e
ad una serie di novit normative, hanno permesso al popolo cinese di tornare a
sviluppare quelle capacit di produzione e commerci o di beni che storicamente
e culturalmente hanno contraddistinto il paese per secoli. Dal 1978 ad oggi il
PIL della Repubblica Popolare Cinese Ł cresciuto ad un ritmo medio quasi tre
volte piø alto di quello medio mondiale, ovvero con un tasso del 9,3%. La
crescita del PIL nel secondo trimestre del 2006 si Ł attestata, considerando i
prezzi costanti, al 10,9%2. Assieme al raggiungimento del quinto posto nella
2
Fonte: National Bureau of Statistics of China. I dati direttamente elaborati da questo ufficio sono resi
pubblici in lingua inglese sul sito web www.stats.gov.cn.
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classifica delle potenze economiche per dimensione del PIL nazionale, anche la
qualit della vita della popolazione sta migliorand o, specialmente nelle citt
costiere dell est e del sud-est. In queste zone gli standard di vita della
popolazione cittadina si avvicinano sempre piø a quelli occidentali e la crescita
dei consumi Ł testimoniata dalla continua apertura di nuovi centri commerciali.
Tuttavia non si deve nascondere che la Repubblica Popolare Cinese sia
contraddistinta da profonde contraddizioni sia su base geografica, con una forte
differenza fra regioni costiere e centrali, sia fra le condizioni delle zone rurali e
quelle cittadine. Il paese, visto nel suo complesso, si posiziona ancora oltre il
centesimo posto mondiale in termini di PIL pro capite, con centinaia di milioni di
contadini che vivono con meno di un dollaro al giorno.
1.2. Gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) in Cina
La storia industriale recente delle economie evolute Ł caratterizzata da un
progressivo processo di delocalizzazione. Per delocalizzazione si intende lo
spostamento della produzione da imprese poste sul territorio di un determinato
paese, ad altre localizzate all estero, spostamento che d luogo ad una attivit
produttiva (di beni finali o intermedi) che non Ł venduta direttamente sul
mercato, ma Ł acquistata dall impresa che opera nel paese di origine e
rivenduta sui mercati internazionali presumibilmente col proprio marchio
(Schiattarella, 2003). La fattispecie considerata nel nostro lavoro Ł per la
delocalizzazione produttiva che prevede la realizzazione di Investimenti Diretti
Esteri e che non va pertanto confusa con la pratica dell out-sourcing, che invece
affida a societ terze le fasi produttive abbandona te dalla societ originaria.
Limitandoci all analisi di questa parte del fenomeno di delocalizzazione,
sicuramente quella dalla connotazione piø strategica, si pu considerare il
volume degli IDE verso un paese come proxy misurabile delle dimensioni del
fenomeno stesso, e come giudizio di convenienza globale del paese da parte
degli investitori. A questo proposito i dati diffusi dal Ministero del Commercio
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cinese negli ultimi anni illustrano una crescita continua dei flussi di investimenti
provenienti dall estero, con un valore che ha superato gi i 50 miliardi di dollari
statunitensi nel 2002, e che nel 2005 si Ł attestato al valore record di 72 miliardi.
La Cina ha ormai conquistato il primo posto fra i paesi in via di sviluppo nella
classifica dei ricettori mondiali di IDE, e contende il primo posto assoluto con gli
Stati Uniti. Da una rapida analisi delle esportazioni generate dalle imprese ad
investimento estero localizzate in Cina, ed al loro peso su quelle totali nazionali,
Ł facile capire come questo paese abbia conquistato il titolo di fabbrica del
mondo (Honglin Zhang, 2006). Emerge che i crescenti flussi di IDE sono
storicamente destinati alla creazione di imprese manifatturiere. Questa
caratterizzazione delle Foreign Invested Enterprise (da ora in poi anche FIE) Ł
dovuta sia alla convenienza economica della produzione in loco, sia a precise
intenzioni del governo di Pechino manifestate negli anni attraverso la funzione
legislativa. Nonostante l entrata nel World Trade Organization abbia spinto
l apertura dei settori commerciali e dei servizi e gli obblighi all esportazione della
produzione siano caduti in quasi tutti i settori, la costituzione di FIE in Cina Ł
stata fino ad oggi prevalentemente il risultato di delocalizzazione produttiva
Grafico 1.1 La crescita delle esportazioni cinesi : distinzione tra imprese
domestiche ed imprese a capitale straniero - FIE -
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
ML
D
$
U
S
A
1996 1998 2000 2002 2004 2006
anno
Esportazioni totali cinesi
Esport delle
imprese
domestiche
Esport delle FIE
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orientata all esportazione. I dati relativi alle esportazioni della Repubblica
Popolare Cinese, sia totali che riconducibili alle FIE, sono riassunti nel
Grafico1.1.3
Per quanto concerne invece il fenomeno della delocalizzazione produttiva
italiana in Cina osserviamo che le ricerche a disposizione lamentano una
generale imprecisione dei dati raccolti dovuta al fatto che molte imprese italiane,
al fine di rendersi invisibili per l amministrazione fiscale, utilizzano triangolazioni
con i cosiddetti paradisi fiscali. Una seconda osservazione, emersa da
un indagine sulla delocalizzazione effettuata dalle imprese distrettuali (Micelli,
Chiarvesio e Di Maria, 2003), Ł che le piccole e medie imprese italiane, forse
anche per via della ridotta capacit di investiment o, preferiscono una cauta
delocalizzazione contrattuale piuttosto che la realizzazione di investimenti diretti
all estero, e pertanto gli investimenti del nostro paese realizzati nella
Repubblica Popolare sono nettamente inferiori a quelli dei nostri vicini europei.
Ci detto, da una recente ricerca promossa da Osser vatorio Asia4, emerge che
delle circa 1040 imprese riconducibili ad origini italiane che hanno investito in
Cina (con un totale che supera 1400 societ partec ipate), il 60% Ł costituito da
imprese con una vocazione manifatturiera. Imprese investitrici di questo genere
non potevano che portare ad una proliferazione di manifatture ad investimento
italiano, ed infatti, se Ł vero che il 36% degli investitori italiani ha costituito
solamente un ufficio di rappresentanza e quindi sta semplicemente sondando il
mercato, la quasi totalit degli altri ha effettuat o investimenti in attivit
manifatturiere.
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Fonte: National Bureau of Statistics of China. I dati direttamente elaborati da questo ufficio sono resi
pubblici in lingua inglese sul sito web www.stats.gov.cn, mentre i dati elaborati dal Ministero del
Commercio e tutte le leggi che interessano gli investitori esteri sono reperibili sul sito www.fdi.gov.cn.
4
Osservatorio Asia Ł una organizzazione senza scopo di lucro che si pone come obbiettivo la
realizzazione di eventi (convegni, seminari, corsi di formazione e progetti di ricerca) che aiutino il mondo
dell imprenditoria italiana a sviluppare una maggiore familiarit con l ambiente economico e culturale
asiatico. Il comitato scientifico dell organizzazione Ł presieduto dal Dott. Alberto Forchielli e annovera
fra i suoi membri diversi esponenti del mondo sia imprenditoriale che accademico. Si veda il sito internet
www. osservatorioasia.com e il libro A volte producono - Le imprese italiane in Cina , a cura di
Romeo Orlandi e Giorgio Prodi ed edito a dicembre 2006 da Il Mulino .
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1.3. Cosa attira la delocalizzazione in Cina della produzione
I fattori che descrivono un ambiente economico sono molti, ma possiamo
ipotizzare che i driver degli IDE verso la Cina siano riconducibili a tre categorie:
(1) il basso costo della manodopera e il buon livello del capitale umano del
paese; (2) la speranza di occupare una posizione di favore per la conquista di
un mercato interno in espansione; (3) la particolare predisposizione delle
istituzioni verso la attrazione di investimenti esteri.
Il costo della manodopera e il capitale umano
Uno dei fattori che hanno piø attratto gli investimenti esteri Ł il basso costo della
manodopera, unito ad una resa oraria piø che accettabile del lavoro. Il mercato
del lavoro, pur essendo caratterizzato da migrazioni interne di portata epocale,
mantiene comunque un certo ordine. Al fine di impedire fenomeni di
sfruttamento, a partire dal 1 Marzo 2004 il governo ha imposto alle 22 province
di stabilire il livello dei salari minimi mensili per il personale full-time e orari per i
lavoratori part-time. Questi devono essere parametrati allo sviluppo economico
della provincia e al costo della vita. Le autorit locali hanno aumentato piø volte,
gi in questi primi due anni, il livello dei salari , differenziandoli a volte anche
all interno delle province stesse a seconda della municipalit di riferimento o
della presenza di Special Economic Zone. L aumento dei salari Ł
particolarmente veloce nelle aree costiere sul delta del fiume Yangtze e nelle
province che si sviluppano sulla costa sud-est. Per esempio la provincia del
Guangdong ha alzato il livello minimo dei salari nei suoi territori del 18%
nell ultimo anno. Qui le infrastrutture portuali e l efficienza delle amministrazioni
pubbliche hanno favorito uno sviluppo accelerato dell economia e un
conseguente innalzamento dello standard di vita.
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Tabella 1.1 - Salari mensili minimi per provincia: esempi
Anche i contributi previdenziali obbligatori a carico del datore di lavoro per i
piani pensionistici e sanitari sono stabiliti su base provinciale ed il loro valore Ł
in crescita. A titolo esemplificativo la Tabella 1.1 riporta i livelli dei salari minimi
mensili in vigore nell ottobre 2006 nelle province piø sviluppate e in quelle meno
sviluppate, applicabili al momento in cui questo lavoro viene redatto (Dezan
Shira & Associates, 2006b)5. Se da un lato l aumento dei salari minimi crea una
certa preoccupazione fra gli investitori, dall altro si assiste ad un generale
aumento qualitativo della manodopera e delle infrastrutture territoriali, trend che
compensano il rialzo dei salari. Va inoltre sottolineato che, sebbene in crescita,
il costo della manodopera Ł ancora estremamente piø basso che nei paesi
sviluppati e che l urbanizzazione in Cina durer an cora molti anni, alimentando
la presenza di manodopera a basso costo6. Inoltre l affitto dei terreni Ł spesso
conveniente e le utilities impiegate nella produzione hanno ancora prezzi piø
bassi che altrove.
5
La rivista China Briefing Ł una pubblicazione mensile gratuita, disponibile in numerose lingue,
realizzata a cura dei consulenti della societ Deza n Shira & Associates. Contiene aggiornamenti e consigli
pratici per gli investitori stranieri in Cina ed Ł scaricabile liberamente, previa sottoscrizione, dal sito
www.china-briefing.com.
6
Questa osservazione contribuisce a smentire l allarmismo che si diffonde oggi fra gli investitori
relativamente ad una ulteriore delocalizzazione delle produzione in altri paesi asiatici. Se Ł vero che Ł
possibile trovare paesi con costi della manodopera piø bassi, non si pu dire che sia impresa facile
coniugare questa caratteristica con infrastrutture pari a quelle cinesi e con una stabilit politica e levata.
Provincia o
municipalit Citt o area
Data
dell’ultima
modifica
Salario minimo
(Cambio al 02-
10-06)
Pechino Pechino lug-06 64
Shanghai Shanghai mag-06 75
Guangdong Canton set-06 78
Guangdong Foshan set-06 69
Guangdong Shenzhen S.E.Z. set-06 81
Guangdong Senzhen Non S.E.Z. set-06 70
Sichuan Chengdu gen-04 45
Ningxia Yinchuan feb-04 45
Xinjiang villaggi mag-06 34
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Il mercato interno in espansione
E empiricamente certo che gli investimenti diretti esteri in Cina stanno andando
di pari passo con la crescita del PIL e del reddito pro capite. Numerosi studi, tra
i quali quello effettuato nel 2006 dal McKinsey Global Institute (Farrel, Ulrich e
Stephenson, 2006), insistono nel sottolineare che la classe media cinese,
ovvero quella con un reddito disponibile superiore ai 12.500 US$ annui, sta
assumendo proporzioni rilevanti. E la stessa prestigiosa societ di consulenza
a suggerire alle imprese propense all espansione internazionale di prestare
particolare attenzione a questo enorme mercato in crescita. I consumi sono
ancora decisamente bassi rispetto a quelli dei paesi sviluppati, dato che riflette
una forte propensione culturale al risparmio, l inefficienza della distribuzione in
tutte le zone rurali e l estrema povert delle stes se, cos che il governo centrale
rilascia continuamente dichiarazioni che promettono l impegno per rilanciarli. La
volont di abbassare il grado di dipendenza dalle e sportazioni sta infatti
spingendo la classe dirigente a prendere serie misure in questo senso.
Sebbene la delocalizzazione produttiva abbia come suo fine principale
l abbattimento dei costi, le previsioni di sviluppo del mercato interno potrebbero
incoraggiare questa operazione al fine di avvalersi di una posizione privilegiata
nei confronti del mercato.
La apertura delle istituzioni e la competizione fiscale
Come vedremo nel prosieguo di questo lavoro la politica normativa e fiscale dal
1978 ad oggi ha progressivamente aperto agli investimenti esteri il paese. La
stabilit e l apertura politica hanno fornito un am biente percepito come
amichevole dagli investitori internazionali. L autonomia decisionale delle autorit
locali, valutate dal governo attraverso parametri fissati in accordo con i piani
strategici elaborati a livello centrale, ha innescato una buona concorrenza
fiscale e spinto l efficienza delle amministrazioni nei confronti degli investitori
esteri. Seppure il contesto cinese abbia ancora delle problematiche che
vedremo in seguito, stabilit , apertura, efficienza e fiscalit agevolata tengono
alta la attrattivit di investimenti.
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Sebbene i tre punti sopra descritti, che spiegano la convenienza di investire in
una manifattura in Cina, siano basati su variabili oggi particolarmente dinamiche,
la visione d insieme dei vari fattori lascia immaginare che ancora per molti anni
le imprese italiane decideranno, a ragion veduta, di intraprendere la via
dell Investimento Diretto Estero in Cina destinato alla delocalizzazione di attivit
manifatturiera.