Fig 1.1 Scenario tipico di propagazione multipath
valido quando le dimensioni degli oggetti nell’ambiente circostante sono sensibilmente
maggiori della lunghezza d’onda della portante. In queste circostanze il segnale
complessivamente ricevuto è la somma di più componenti, provenienti da vari percorsi,
opportunamente attenuate e ritardate rispetto al segnale trasmesso (Fig. 1.1). Queste
differenze tra le diverse componenti sono fisicamente originate dalle diverse
caratteristiche dei cammini percorsi da ciascuno dei raggi in cui l’onda elettromagnetica
è scomposta.
Di conseguenza, la modellizzazione e il progetto punto-punto di sistemi soggetti a
propagazione multipath presentano difficoltà sicuramente maggiori rispetto a quelle
poste da sistemi in cui l’unica sorgente di disturbo è il rumore termico.
1.2 Canale Tempo-Invariante
Indichiamo con
()
x t l’inviluppo complesso del segnale trasmesso. Il segnale ricevuto
avrà allora inviluppo complesso pari a
()
yt
() ()
1
r
N
ii
i
yt axt τ
=
= −
∑
(1.1)
9
i
ii
j
ae
θ
ρ= (1.2)
dove è il numero di raggi ricevuti, è una variabile aleatoria complessa, mentre
r
N
i
a
,
ii
ρ θ , e
i
τ sono rispettivamente l’ampiezza, il ritardo di fase e il ritardo di
propagazione dell’i-esimo raggio.
Fin quando il canale è lineare, esso può anche essere descritto dalla risposta
( )
,htτ
all’istante ad un impulso trasmesso all’istante t t τ+ . Allora in termini della risposta
impulsiva la relazione ingresso-uscita risulta
() ( )( )
,yt h txt dτ ττ
+∞
−∞
=−
∫
(1.3)
Paragonando la (1.1) e la (1.3), si può vedere che la risposta impulsiva per un canale
multipath statico è
( ) ( )
i
i
ha
i
τ δτ τ= −
∑
(1.4)
Una volta noto l’ambiente circostante e le posizioni relative di antenne trasmittente e
ricevente, sarebbe in teoria possibile valutare tutti i parametri del modello (1.1). In tale
condizione è possibile valutare l’impatto della propagazione per cammini multipli sulla
ricezione del segnale. Consideriamo come esempio il cosiddetto canale a due raggi,
ovvero
( ) ( ) ( )
j
yt xt e xt
θ
ρ τ= +− (1.5)
Come si può notare, è la somma di un raggio diretto di ampiezza unitaria e con
sfasamento e ritardo nulli, e di un raggio riflesso con ampiezza, sfasamento e ritardo
fissati, riferiti al primo raggio.
()
yt
Nel dominio della frequenza la relazione (1.5) diventa
10
Fig.1.2 Risposta in ampiezza del canale a due raggi; 1µs e 0,5MHz
N
fτ = =
( ) ( )
( )
2
1
j jf
Yf Xf ee
θ πτ
ρ
−
=+ (1.6)
E corrisponde ad una risposta in frequenza del canale pari a
()
( )
2
1
N
jff
Hf e
π τ
ρ
−−
=+ (1.7)
Dove
1
22
f
N
θ
πττ
=− è chiamata frequenza di notch del canale e corrisponde al punto
di massima attenuazione.
La risposta in ampiezza del canale è
() ()
( )
2
||12cos2
N
Hf f fρ ρπ+=+ − τ (1.8)
ed è mostrata in Fig. 1.2 in funzione della frequenza per alcuni valori di ρ , per un
ritardo τ pari a 1 e per una frequenza di notch pari a 0.5 MHz. µs
11
Fig 1.3 Risposta in ampiezza del canale a 20 raggi
1R τ<< (1.9)
Come si può osservare, se il segnale trasmesso
( )
x t ha larghezza di banda
confrontabile con 1 τ , esso subisce notevoli distorsioni da parte del canale per effetto
dei cammini multipli. In particolare le componenti del segnale sono attenuate in modo
diverso a seconda della frequenza: in questo caso si dice che il canale ha un
comportamento selettivo in frequenza.
Viceversa, se
( )
x t ha banda molto più piccola di 1 τ , il canale risulta piatto e lo spettro
del segnale subisce la stessa attenuazione su tutte le sue componenti frequenziali.
Ammettendo quindi che il segnale trasmesso abbia velocità di segnalazione 1R T=
(T è il tempo di simbolo), la condizione di non selettività del canale si traduce nella
relazione
Si torni adesso al caso più generale, in cui sono presenti cammini di propagazione, e
si indichi con
r
N
12
, ,....,
r
ρ ρρ le relative attenuazioni e con
12
, ,....,
r
τ ττ i corrispondenti
ritardi.
La risposta in frequenza del canale diventa
12
()
2
1
r
l
N
j f
l
l
Hf e
π τ
ρ
−
=
=
∑
(1.10)
In Fig. 1.3 è mostrata la risposta in ampiezza di un canale a 20 raggi. Si noti l’estrema
selettività del canale rispetto al modello a due raggi di Fig. 1.2.
La risposta in ampiezza visualizzata nella precedente figura risulta infatti molto più
frastagliata rispetto al caso di canale a due raggi, mettendo ancora più in evidenza la
difficoltà di propagazione che si può incontrare su un canale radio.
Le distorsioni introdotte dipendono dal tipo di segnale trasmesso. Se il segnale è
caratterizzato da una banda relativamente stretta ‘vede’ una piccolissima porzione della
risposta in ampiezza del canale ovvero si trova di fronte ad un canale piatto: tutte le sue
componenti subiscono un’uguale attenuazione o amplificazione a seconda che i segnali
incidenti sull’antenna ricevente si sommino distruttivamente o costruttivamente. Se
invece il segnale trasmesso è a larga banda, esso subisce notevoli distorsioni da parte
del canale per effetto dei cammini multipli: in questo caso ci troviamo di fronte a fading
selettivo in frequenza.
Un’idea quantitativa della rapidità di variazione di
( )
Hf si ottiene nel seguente modo.
Definiamo con
2
1
r
l
l N
m
m
ρ
µ
ρ
=
=
∑
(1.11)
il peso del cammino l-esimo. Si chiami poi ritardo medio la media pesata dei ritardi
1
r
N
ll
l
τ µτ
=
=
∑
(1.12)
La deviazione standard dei ritardi è definita come
13
( )
Cf
Spettro del segnale
()
a
()
b
ff
Fig. 1.4 Canale non selettivo a) selettivo b)
()
2
1
r
N
r
ll
l
σ µτ τ
=
=−
∑
(1.13)
e si può dimostrare che varia più rapidamente quanto maggiore è
()
Hf
r
σ .
Si definisce banda di coerenza
c
B del canale il massimo intervallo di frequenza in cui
non varia ‘apprezzabilmente’ e per quanto detto si può esprimerla con
()
|Hf|
1
cr
B σ∝ (1.14)
Perciò per una data velocità di segnalazione 1 T , possiamo dividere i canali multipath
in 2 classi:
1. quelli non selettivi, in cui 1
c
B T> e nei quali tutte le componenti del segnale
subiscono pressoché la medesima attenuazione (Fig. 1.4a)
2. quelli selettivi, in cui 1
c
B T< e nei quali le componenti sono attenuate in modo
diverso a seconda della frequenza (Fig. 1.4b)
14
La selettività in frequenza del canale trasmissivo si traduce in una distorsione lineare del
segnale trasmesso, che a sua volta genera interferenza intersimbolica (ISI) al ricevitore.
Questa deve essere opportunamente compensata per evitare una severa degradazione
delle prestazioni del sistema.
Le tecniche usate per la compensazione dell’ISI sono genericamente note come
‘tecniche di equalizzazione. Nei sistemi convenzionali a singola portante (PSK, QAM)
si utilizzano di solito equalizzatori lineari o a reazione che operano nel dominio del
tempo (filtri numerici a risposta impulsiva finita). Quando il canale è fortemente
selettivo, essi presentano tempi di acquisizione molto lunghi. La soluzione migliore in
questi casi è il ricorso ad una modulazione resistente alle distorsioni causate da fading
selettivo.
1.3 Canale Tempo-Variante
Il modello finora considerato è relativo ad un canale tempo-invariante, in cui i parametri
che lo caratterizzano sono indipendenti dal tempo. Questa ipotesi è molto riduttiva;
infatti nei sistemi radio-mobili il canale non è tempo-invariante, ma tempo-variante,
perché il moto relativo tra trasmettitore e ricevitore si traduce in cambiamenti delle
caratteristiche del mezzo di propagazione. Il risultato è che il ricevitore osserva
variazioni nell’ampiezza e nella fase del segnale ricevuto dovute al contributo dato dalla
variazione temporale delle trasferenze del canale. L’inviluppo complesso del segnale
ricevuto sarà espresso in questa forma
()
yt
(1.15)
() () ()
( )
1
i
r
N
i
i
ayt txt tτ
=
−
∑
() ()
( )
i
i
j t
i
at te
ϑ
ρ=
dove i parametri
{ } { } { }
,,
iii
ρ ϑτ sono variabili aleatorie.
15
Se si assume che il canale sia non selettivo in frequenza (piatto), la distorsione subita
dal segnale si può esprimere in funzione di due soli parametri: il modulo
()
yt ρ e
l’argomento ϑ di alla frequenza della portante. Più precisamente
()
Hf
( ) ( )
Y f aX f= (1.16)
Dove
0
2
1
i
r
j f
j
i
i
ae e
π τ
ϑ
ρρ
−
=
==
∑
(1.17)
e con
0
f frequenza della portante. Come prima accennato, nelle trasmissioni radio-
mobili il parametro a è una funzione del tempo che varia al variare delle caratteristiche
del canale.
Per avere un’idea di ciò che succede, si suppone di avere un gran numero di raggi, tutti
caratterizzati dalla stessa potenza
2
σ e con angoli uniformemente distribuiti
nell’intervallo
[ ]
0, 2π (modello di Clarke). In queste ipotesi si può mostrare che [1]
è approssimabile con un processo gaussiano stazionario e media nulla, con
funzione di autocorrelazione data da
()
at
16
Fig. 1.5 Densità spettrale di a(t) nel modello di Clarke
( )
( )
2
0
2
a D
R Jfτ σπτ= (1.18)
dove
()
{ }
2
2
atσ =Ε , è la funzione di Bessel di ordine zero e infine
0
J
D
f è la
frequenza di Doppler, legata alla velocità del mobile dalla relazione
0D
v
f f
c
= (1.19)
in cui è indicata con c la velocità della luce. Trasformando
( )
a
R τ si ottiene la densità
spettrale (DS) di
()
at
()
2
2
1
2
1
a
D
D
Sf
f
f
f
σ
π
⎛⎞
⎜⎟
⎝⎠
=
−
(1.20)
17
Il cui andamento in funzione di f è riportato in Fig. 1.5 come rapporto
() ( )
0
aa
SfS
con
()
0
2
a
D
S
f
σ
π
= .
La frequenza Doppler è importante in quanto fornisce una misura della rapidità con cui
si evolve il canale. Possiamo infatti affermare che per effetto dei cammini multipli e del
movimento del mobile, il segnale ricevuto subisce un’attenuazione che varia
apprezzabilmente solo su intervalli temporali maggiori o uguali a
()
at
1
D
f .
Definiamo con
0
1
D
Tf= il tempo di coerenza del canale, ovvero l’intervallo temporale
in cui la risposta in frequenza del canale rimane sostanzialmente invariata. Poiché il
numero di segnalazioni presenti nell’intervallo 1
D
f è pari ad 1
D
f T , con 1 T la
velocità di segnalazione impiegata, è possibile classificare il fading in
¾ Fading lento se 11
D
fT>>
¾ Fading veloce se 11
D
fT<<
La Fig. 1.6 visualizza la differenza tra fading lento e fading veloce.
In presenza di fading lento, la risposta impulsiva del canale varia molto più lentamente
del segnale trasmesso e si può ritenere che
( )
at sia costante su un intervallo di tempo
comprendente molte segnalazioni. Il segnale ricevuto
( )
yt si può allora modellare
come nella (1.16), valida per canali statici.
Nel caso di fading veloce il tempo di coerenza è breve rispetto alla durata dell’impulso
associato ad ogni simbolo e questo significa che la risposta impulsiva del canale cambia
molto rapidamente.
Nelle attuali applicazioni le velocità di segnalazione sono così elevate da ritenere valida
l’ipotesi di fading lento. Per avere un’idea delle grandezze in gioco possiamo valutare
D
f in corrispondenza di una frequenza della portante pari a 900MHz ed una velocità
del mobile pari a 100Km/h. il valore di
18
Fig. 1.6 Fading veloce contro fading lento
D
f è all’incirca pari a 80Hz, notevolmente inferiore ad esempio rispetto alla velocità di
segnalazione dello standard GSM pari a 270Kbit/s.
Si è detto precedentemente che l’attenuazione introdotta dal canale può essere ritenuta
costante per molti intervalli di segnalazione e si può trascurare la sua dipendenza dal
tempo. Si deve però considerare il fatto che la quantità a è una variabile aleatoria. A
questo punto si possono vedere quali sono i modelli più utilizzati che descrivono al
meglio le variazioni statistiche dell’ambiente di propagazione nei diversi collegamenti
tra trasmettitore e ricevitore.
1.3.1 Fading di Rayleigh e di Rice
Nella pratica si usano due modelli statistici per la variabile aleatoria a. Il più comune,
adatto per ambienti urbani, è quello in cui a è a media nulla ed ha una densità di
probabilità (ddp) di Rayleigh (Fig. 1.7) pari a
19
Fig. 1.7 Densità di probabilità di Rayleigh
2
() 2 0
a
pa ae a
−
= ≥ (1.21)
Esso è valido quando nessuna delle componenti di segnale associate a vari cammini di
propagazione è prevalente sulle altre (assenza di cammino diretto).
L’altro modello si utilizza invece quando al ricevitore giunge una replica del segnale
prevalente sulle altre. In queste circostanze il segnale ricevuto può essere scomposto in
due parti: quella che arriva attraverso il percorso prevalente (componente diretta) in
LOS (Line of Sight) e la somma di tutte le altre (componente diffusa). In questo caso si
trova che a ha media non nulla ed una ddP di Rice:
() ()
( )
()
( )
2
1
0
21 2
KaK
pa aK e J a KK
−+ −
=+ +1 (1.22) 0a ≥
20