4
sti, ma deve entrare a far parte della cultura dell'uomo e della
vita quotidiana delle persone.
Il lavoro si articola sostanzialmente in due sezioni e si
propone un'analisi corretta e dettagliata della situazione so-
cioeconomica del Parco dei Monti Sibillini, con la duplice
esigenza di concretezza e di approfondimento per fornire una
chiave di lettura del territorio, visto nella sua dinamicità e
complessità e dare una valutazione chiara e possibilmente
esauriente dei profili identificativi dall'area parco e delle sue
prospettiche condizioni di sviluppo.
Gli aspetti legislativi, introdotti da una ricostruzione sto-
rico-culturale dei concetti di protezione ambientale e di par-
co, intesi come fattori di vita e di sviluppo di zone depresse,
costituiscono la parte più estesa del presente lavoro e sono
strutturati secondo la partizione tra Italia, regione Marche e
regione Umbria. All'Italia è dedicata un'attenzione particolare
per conoscere la realtà amministrativa delle aree protette. La
parte finale di tale sezione riprende, in un'ottica regionale, gli
argomenti trattati in precedenza, in modo da fornire un ulte-
riore quadro di raffronto. L'appendice al primo capitolo sinte-
5
tizza gli eventi più significativi che hanno portato all'istitu-
zione del Parco.
La Sezione Economica propone l'organizzazione e l'ela-
borazione dei dati in una serie di tabelle che illustrano i con-
cetti di carattere generale e i recenti contributi teorici elabo-
rati da Krutilla e altri, che, insieme, costituiscono la base per
le nuove prospettive di studio e di ricerca nel campo scienti-
fico dell'economia ambientale. Vengono, in tal modo, affron-
tati i problemi riguardanti la convenienza economica della
costituzione di un parco e la definizione di uno schema di
attività eco-compatibili. Seguono le tabelle di taglio cultura-
le, economico e sociale, dedicate all'approfondimento di temi
più specifici.
Il criterio ispiratore della sezione è stato quello di dare
grande rilievo alle realtà locali e alle molteplici relazioni con
l'ambiente.
All'interno della sezione, inoltre, sono forniti i risultati
di un'indagine conoscitiva svolta nell'area parco.
Il lavoro si conclude con una registrazione accurata e ri-
gorosamente scientifica degli elementi biologici del Parco.
6
Parte prima
Concetti introduttivi e disciplina normativa italiana
sulla tutela ambientale
7
Capitolo primo
Normativa e Parchi
1. Il dibattito scientifico e il rischio sistematico degli smal-
timenti abusivi: una delineazione sintetica
I primi Parchi Nazionali in senso moderno (cioè a cura
dell'autorità governativa e a carattere pubblicistico), istituiti
nel mondo, e, i primi per vastità, sono quelli degli Stati Uniti
(tra cui il noto Parco di Yellowstone - Yellowstone National
Park -, 1872, 8992 kmq, situato nelle Montagne Rocciose, su
un altopiano vulcanico) dove il fine ricreativo ha maggiore
importanza di quello scientifico ed è molto sostenuto il turi-
smo, senza tuttavia permettere che sia minacciato l'equilibrio
naturale
2
.
Tali parchi nazionali sono istituiti nell'intento di assicu-
rare la protezione integrale e assoluta del paesaggio (indiriz-
zo geografico - paesistico), mediante la conservazione e il
rispetto della flora, della fauna, delle ricchezze mineralogiche
2
ENCICLOPEDIA BOMPIANI, Scienze pure e applicate, Gruppo Editoriale
Fabbri, Milano, 1987.
8
e geologiche, dei monumenti naturali (conservazione assoluta
della wilderness): il parco come santuario della natura
3
.
Nel preambolo al testo costitutivo dell'Unione Interna-
zionale per la Protezione della Natura, costituita a Fontaine-
bleau il 5 ottobre 1948 e nota come Unione Internazionale
per la Conservazione della Natura e delle Risorse, la "prote-
zione della natura" viene intesa come la salvaguardia dell'in-
sieme del mondo vivente, ambiente naturale dell'uomo; in-
sieme che racchiude le risorse rinnovabili della Terra, fattore
primordiale di ogni civilizzazione.
In realtà il problema della protezione della natura viene
proposto per la prima volta su scala internazionale da P. Sa-
rasin nel 1910 al Congresso Internazionale di Zoologia di
Graz (Austria).
Ancora nel 1928 viene costituito un ufficio centrale di
coordinamento per la protezione della natura e infine nel
1947 J. Huxley organizzò a Brunner l'Unione per la prote-
zione della natura, sotto la guida dell'UNESCO
4
.
3
MINISTERO DELL'AMBIENTE, Atti della Prima Conferenza Nazionale
Aree Naturali Protette. Parchi, ricchezza italiana, Roma 25 - 28 settembre
1997.
4
ENCICLOPEDIA EUROPEA GARZANTI, Garzanti Editore, Milano, 1979.
9
Attualmente i Parchi Nazionali si trovano in tutti i con-
tinenti: alcuni sono destinati in modo particolare alla conser-
vazione della fauna tipica del proprio ambiente (Parco di
Bialowiezain in Polonia per il bisonte europeo o il Parco del
lago Nakuru in Kenia per i fenicotteri e altre specie di uccel-
li), altri riguardano maggiormente la vegetazione (Parco
Yosemite e il Parco Sequoia in California per la Sequoia
gigante).
La natura ha impiegato migliaia di secoli per stabilire
delle relazioni tra gli organismi e l'ambiente in cui essi vivo-
no; l'uomo, con la sua opera orientata solo al business e al
profitto, ha quasi sempre condotto un'azione di sistematica
rottura di queste relazioni nel pieno disprezzo degli equilibri
naturali. L'impoverimento progressivo delle risorse naturali
ha raggiunto ormai livelli altamente preoccupanti tanto che
alcuni studiosi parlano di "catastrofe ecologica"
5
.
Le conseguenze previste dai ricercatori ONU sono
drammatiche: desertificazione, innalzamento del livello del
mare, inaridimento delle aree più fertili e una vera e propria
5
Atti del Convegno Internazionale Mare e territorio di Agrigento, 1986. J.
ROS, La salute del Mediterraneo. Ipcc (Intergovernmental panel on climate
change), http://www.unfccc.de. Columbia University,
www.yepa.net/studiosantoloci. BORIS KOMAROV, Il rosso e il verde. La
distruzione della natura in URSS.
10
rivoluzione climatica con uragani e alluvioni alternate a lun-
ghi periodi di siccità
6
.
Il costo sanitario di tali fenomeni non si limita alle vit-
time immediate delle catastrofi naturali, ma interessa una
popolazione di milioni di persone esposte alle malattie e alle
epidemie (l'area a rischio aumenterebbe del 30%)
7
.
Sommando tutti i rischi, gli scienziati ONU hanno cal-
colato che, tagliando drasticamente le emissioni di gas serra,
si potrebbero salvare otto milioni di vite umane nei prossimi
20 anni. L'esperienza insegna che l'ecologia è strettamente
legata all'economia: ogni anno diminuisce il terreno agricolo
disponibile e 25 milioni di bambini, nel mondo, muoiono per
malattie legate all'acqua potabile (fonte World resources
institute)
8
.
Poiché il grande slancio alla civilizzazione attuale è do-
vuto alla scoperta e alla utilizzazione dei metodi sempre più
potenti per lo sfruttamento delle risorse naturali, la protezio-
ne degli elementi naturali ancora intatti presenta un'impor-
6
Da: http://www.care.org
7
Paul Epstein, Harvard Medical Shool. Da: http://www.care.org.
8
A. CIANCIULLO, Clima, il nemico del 2000. Da: la Repubblica,
06.11.1998.
11
tanza capitale dal punto di vista sociale, economico, scienti-
fico, educativo e culturale.
Esponenti della ONG, inclusa la International Conser-
vation fanno pressioni perché si trovino soluzioni al più pre-
sto, con impatti limitati sull'ecosistema
9
.
Un business di migliaia di miliardi che in Italia ha fatto
nascere una specie di "terrorismo dell'ambiente".
Anche la "eco-mafia", secondo Massimo Scalia (presi-
dente della commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei
rifiuti) non si è fatta scappare l'occasione d'oro, e, come risul-
ta dagli atti della commissione, ha agito indisturbata, rovi-
nando vastissimi territori con smaltimenti selvaggi
10
.
I paesi occidentali hanno avviato un business che va a-
vanti ormai da anni per esportare le scorie nei paesi più pove-
9
La terra non riesce più a trattenere i veleni e le scorie che da anni vengono
accumulati e cambia colore. La pioggia è acida per la presenza sempre più
massiccia di anidride carbonica e solforosa e degli ossidi di azoto provocata
dalla combustione di gas, carbone e petrolio. In 130 anni la concentrazione di
anidride carbonica è passata da 290 a 360 parti per milione. Le soluzioni sono
state prese più con l'intento di risparmiare che con competenza scientifica,
come quando l'E.P.A. (agenzia americana per la protezione dell'ambiente) ha
imposto alle centrali elettriche e alle fonderie di costruire camini altissimi per
eliminare la ricaduta dei fumi sulfurei nelle immediate vicinanze degli im-
pianti, essendosi diffusa l'opinione che l'ambiente avesse la capacità di assor-
bire su larga scala le grandi masse di inquinamento prodotte. Da:
www.telegest.it/rodan e altri.
10
A. BELVEDERE, ECOBUSINESS, Le ultime scoperte della commissione
bicamerale, intervista di Andrea Belvedere a Massimo Scalia. Da:
www.mondadori.com/panorama
12
ri. Tutto il mondo è coinvolto, e, di conseguenza, l'alterazio-
ne degli equilibri biologici di un ambiente provoca un abbas-
samento delle condizioni di vita dell'umanità: è il momento
di convincere l'uomo non solo dell'opportunità di proteggere
le risorse, ma anche di rigenerarle e consumarle con precau-
zione, poiché il loro rinnovamento non può seguire il ritmo
delle distruzioni.
"L'ecologia è la parola d'ordine per risolvere i problemi
del ventunesimo secolo": questa affermazione non ammette
replica, se consideriamo l'altissimo livello etico, morale,
scientifico e politico dei 1500 scienziati, tra cui 101 premi
Nobel, che l'hanno sottoscritta a Washington nel 1992, dopo
il summit di Rio (giugno 1992)
11
.
11
S. BEVACQUA, Paludi, canyon e deserti: è l'Italia dei nostri nipoti. Da: il
Messaggero, 07.11.1998, p. 10.
13
A distanza di sei anni, la Conferenza di Buenos Aires,
2-13 novembre 1998 (180 paesi partecipanti) annuncia un
dato allarmante: il clima cambia ad una velocità superiore
alle attese
12
, il 97 e il 98 sono stati gli anni più caldi della
storia e da 18 mesi si registra il record di temperatura media
del pianeta. Di questo passo, in meno di 30 anni, la media
salirà da 15 a 19,2 gradi, rendendo sicuro lo scioglimento di
buona parte dei ghiacciai. Solo in Italia, negli ultimi 10 anni,
i ghiacciai alpini si sono ridotti del 70%
13
.
Questa conferenza ha ratificato le decisioni di Kyoto,
decisioni minimali e trascurabili che non incideranno in futu-
ro sul clima
14
. Il protocollo di Kyoto è stato adottato il 12
dicembre 1997 da 159 paesi e da allora è progressivamente
aumentato il numero dei paesi che l'hanno firmato
15
.
12
La Conferenza di Kyoto1997, prevedeva due fasi per ridurre l'inquinamen-
to, prima l'impegno dei paesi industrializzati e poi dei paesi in via di sviluppo
con una successiva stabilizzazione, F. CARBONE, Pianeta a terra. Le nuove
scoperte e le tecnologie per salverlo. Da: www.mondadori.com/panorama e
G. VISCONTI, Univ. degli Studi - L'Aquila e altri, L'effetto serra a dato alla
testa. Da: Corriere scienza, Corriere della sera, 08.11.1998, pp. 27 - 29.
13
Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) dell'ONU. Da:
http://www.unfccc.de
14
T. WIGLEY, del National Center for Atmospheric Research, articolo su
Geophysical Research letters
15
Unep (United nations environmental program). Da: http://www.unep.org
14
Lo stesso protocollo entrerà in vigore quando sarà ratifi-
cato da 55 paesi che rappresentino il 55% di emissioni di
gas
16
.
I paesi in via di sviluppo, attualmente, sono responsabili
di piccole percentuali sul totale di emissioni di anidride car-
bonica e, tra cinquanta anni, secondo gli esperti, ne risponde-
ranno per oltre il 50 %. Tuttavia non c'è collaborazione e si
rischia una paralisi politica
17
.
La divisione dogmatica che caratterizza il dibattito sta
facendo posto a un pragmatico processo. I Paesi in via di
sviluppo e gli USA, alla fine della conferenza, dopo forti
litigi con i paesi europei, hanno dato segni di cooperazione.
Tutto questo manifesta la lentezza delle diplomazie e
della politica in confronto alla ricerca e all'università, che
hanno già individuato nuovi modelli di sviluppo.
16
A. CIANCIULLO, Il clima del mondo cambia gli Stati litigano sull'ozono.
Da: la Repubblica 05.11.1998, p. 19.
17
A. CIANCIULLO, Il clima del mondo cambia gli Stati litigano sull'ozono.
Da: la Repubblica 05.11.1998, p. 19.