7
settore dell’economia; il secondo e il terzo capitolo risultano propedeutici alla più
accurata comprensione delle crisi attraversate dalle compagnie aeree esposta nel
capitolo quattro.
Il criterio guida seguito è un’analisi di tipo top-down che parte da un livello di
conoscenza più generale fino ad arrivare allo studio delle caratteristiche del settore
stesso.
In particolare, il primo capitolo mira a chiarire il significato proprio dei termini crisi
(1.1) e risanamento (1.4) toccando alcuni aspetti tipici dei fenomeni in questione come
le cause (1.2) e le soluzioni(1.3) per quanto concerne le crisi e le fasi di un risanamento
(1.4.2) con le caratteristiche del rispettivo piano (1.4.3) per quanto concerne la
ristrutturazione; il secondo capitolo, invece, è diviso in due parti dedicate
rispettivamente all’ambiente macroeconomico e all’ambiente microeconomico di
riferimento. Si analizza, infatti, l’ambiente macroeconomico con i suoi trend tradizionali
ovvero la caratteristica di mercato globale (2.1.1) il legame con il ciclo economico
(2.1.2), il costante pericolo rappresentato dal rischio di incorrere in eventi catastrofici
come l’11 settembre
(2.1.3). Quindi si passa alla descrizione dei trend che interessano il microambiente
ovvero la deregulation (2.2.1) e i mutamenti del ruolo dello stato
( 2.2.2.), la nascita del fenomeno low-cost (2.2.3) conseguenza diretta della
deregulation e quindi la risposta delle compagnie tradizionali con la tendenza a
costituire alleanze globali (2.2.4.)
Il terzo capitolo, invece, è incentrato sul settore aereo analizzando gli attori in esso
presenti sia dal lato della domanda (3.1) che dal lato dell’offerta (3.2) per concludersi
con l’indicazione dei fattori critici di successo, fonte del vantaggio competitivo nel
business del trasporto aereo (3.3) utili ad evidenziare poi le origini e i motivi delle crisi
nel settore.
Si giunge, quindi, al quarto capitolo che costituisce il “core” della trattazione dove si
spiegano le ragioni e la natura delle crisi attraversate dalle compagnie aree e le
possibili soluzioni da porre in essere per arginare le disfunzioni e riportare queste
imprese a produrre valore. La prima parte del capitolo è inerente la fenomenologia
delle crisi analizzandone le tipologie (4.1) e i sintomi (4.2).
La seconda parte riguarda la ristrutturazione economica e, parallelamente alla prima
parte, mira a definire, in primis, le peculiarità delle ristrutturazioni nel settore
8
aereo(4.3) per poi centrare l’interesse sullo strumento “principe” di ogni
ristrutturazione ovvero il piano di turnround.(4.4)
In conclusione, dopo aver effettuato una panoramica generale sulla struttura del settore
e sulle principali forze in esso operanti ed aver evidenziato i fattori chiave
nell’economia del trasporto aereo, in modo tale da avere un quadro di riferimento cui
rivolgersi per acquisire una certa consapevolezza in merito ai meccanismi del settore, è
stato più agevole analizzare le disfunzioni e individuare le possibili vie per il
risanamento ovvero per la ristrutturazione economica della compagnia di bandiera
italiana, Alitalia .( cap.5)
L’esame del caso Alitalia, insieme con le considerazioni teoriche precedenti, ha
permesso di tracciare le somme di quanto emerso dallo studio dei fenomeni di crisi e
ristrutturazione economica nel settore aereo chiudendo il circolo espositivo, aperto
all’inizio della trattazione.(cap.6)
9
1. FENOMENI DI CRISI E RISANAMENTO
La crisi rappresenta un elemento connaturato alla gestione di una qualsiasi realtà aziendale: non
a caso, in qualsivoglia testo di economia aziendale, si rinviene facilmente la presenza di un
capitolo dedicato a tale fenomeno proprio perché, così come si tratta della nascita e dello
sviluppo di un’impresa, è d’obbligo disquisire anche sulla sua fine.
Le crisi costituiscono un campanello d’allarme che dovrebbe destare quanto prima l’attenzione
dei manager sui fattori in declino e suscitare una tempestiva reazione.
Le possibili soluzioni a tali fenomeni sono ascrivibili a due tipologie di scelte differenti: la prima
strada consiste nel ritenere l’impresa oramai giunta alla conclusione scegliendo la via delle
procedure giudiziali per scrivere la parola fine alla sua esistenza; la seconda strada, invece,
consiste nel ritenere l’impresa ancora produttrice di valore potenziale e pertanto risulta più
opportuno procedere al risanamento regolando la situazione in via stra-giudiziale.
La scelta tra la prima o la seconda strada è relativa ad una valutazione di convenienza economica
a favore della liquidazione d’impresa o della ristrutturazione
1
.
Gran parte della dottrina, suggerisce, infatti, che in casi del genere: “ci si dovrebbe domandare se
e quando vale la pena di intervenire, non nascondendo che in alcuni casi sarebbe meglio lasciar
morire in pace imprese decotte anziché buttare altro denaro per raddrizzare situazioni
irrisolvibili”
2
.
Una volta scelta la strada da percorrere, occorre definire un progetto di risanamento per poi
procedere alla predisposizione di un piano di ristrutturazione adeguato che sia funzionale in un
primo momento al risanamento e in un secondo momento al rilancio.
In conclusione, il capitolo è articolato su due linee parallele: dapprima, mira ad inquadrare il
significato del termine crisi (1.1) per scendere poi nel dettaglio del fenomeno analizzando le
cause (1.2) e quindi le soluzioni (1.3); in un secondo momento, invece, si riflette sul significato
del termine risanamento (1.4) per poi delineare le principali fasi in cui si articola il processo.
In tal modo si avrà un sistema di riferimento generale con cui esaminare i fenomeni nel settore
aereo.
1
Bertoli Crisi d’impresa, ristrutturazione e ritorno al valore EGEA 2001
2
F.Tatò in Finanza, Marketing, Produzione anno 1995
10
1.1 LA DEFINIZIONE DI CRISI IN LETTERATURA
La letteratura aziendalistica fornisce diverse nozioni che mirano a definire i fenomeni di crisi
anche se spesso si possono riscontrare divergenze interpretative su tale concetto.
Per questo motivo, è necessario considerare i vari pareri espressi in merito, in modo tale da
fornire un quadro generale che permetta di definire compiutamente una crisi.
Saranno, dunque, integrate le teorie espresse del filone aziendalistico con quelle caratteristiche
della scuola strategico-manageriale.
Appartengono al primo ramo le concezioni di G.Zappa, A. Amaduzzi e C. Caramiello, mentre al
secondo ramo si riferiscono i pareri di Guatri, Coda, Sciarelli, Vergara sul fronte italiano e
Slatter sul fronte anglosassone.
1.1.1 IL FILONE AZIENDALE
Gli aziendalisti, in linea generale, legano il concetto di crisi alla teoria sulla natura dell’impresa,
in tale ottica lo Zappa, sostenendo l’origine istituzionalista dell’impresa
3
, ritiene che essa
sperimenti una situazione di crisi qualora vengano meno i presupposti e gli elementi istituzionali
come la stabilità di governo o l’autonomia imprenditoriale.
Amaduzzi
4
, invece, vede la crisi come fenomeno patologico di decadenza graduale delle
condizioni di gestione che trova fondamento nell’esistenza di equilibri economici, finanziari e
patrimoniali. Amaduzzi, infatti, considera l’impresa come un istituto atto a perseguire, nel corso
della sua esistenza, un equilibrio generale prospettico a cui concorre il raggiungimento
dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale
5
.
Infatti, questi tre equilibri costituiscono differenti aspetti di un fenomeno unitario, pertanto, è
necessario per l'impresa tenere presenti le interrelazioni che li uniscono, al fine di evitare che gli
effetti di propagazione, in caso di crisi di uno di essi, possa far entrare l'impresa in una sorta di
circolo vizioso
Un ultimo approccio interessante alla questione è quello offerto da Caramiello
6
, che sposta
l’analisi dallo stato di crisi alla dinamica con cui la crisi evolve verso tale stato.
3
La concezione istituzionalista considera l’impresa come istituto economico duraturo, dotato di una
propria soggettività
4
Aldo Amaduzzi: Il sistema d'impresa nelle condizioni del suo equilibrio e del suo andamento - [Roma] -
1949
5
equilibrio economico, inteso come l'attitudine dell'impresa a produrre con continuità un flusso di
reddito soddisfacente in una prospettiva di lungo periodo; equilibrio finanziario, consistente nel
perseguimento della solvibilità aziendale; equilibrio patrimoniale, ovvero l’ attitudine dell'azienda a
mantenere una solidità patrimoniale necessaria a garantirle l'esistenza, lo sviluppo e la crescita.
6
C. Caramiello L’azienda nella fase terminale 1968
11
L'autore fa riferimento a tre tipi di "ordine", necessari affinché l'impresa preservi il successo
nel tempo:
1. l'ordine che deve intercorrere tra i fattori produttivi (combinatorio).
2. L'ordine tra le diverse operazione che l'impresa realizza per raggiungere gli obiettivi aziendali
(sistematico).
3. L'ordine riguardante la corrispondenza tra le forze interne e le forze esterne (di composizione).
La crisi si manifesta nel momento in cui questo ordine aziendale viene meno.
La spaccatura di questi ordini altera la cosiddetta forza autogeneratrice dell'azienda che
le permette, in condizioni normali, di adeguare, attraverso le normali attività gestionali, le
proprie risorse e le proprie strategie ai mutamenti ambientali. Il venir meno di questa forza
alimenta una crisi latente, che tradizionalmente esplode nel momento in cui l'impresa si
trova a dover affrontare i radicali cambiamenti ambientali da lei non percepiti
7
.
In generale, quindi, la letteratura aziendale considera lo stato di crisi come manifestazione di
squilibri di natura economica, patrimoniale e finanziaria che può svilupparsi
progressivamente raggiungendo diversi stadi.
Gli aziendalisti, pur non concordando sul numero di questi stadi, ritengono che la
possibilità di risanamento sia strettamente correlata allo stadio in cui ci si trova e alla
tempestività con la quale si interviene.
1.1.2 IL FILONE MANAGERIALE
Seguendo, invece, il secondo filone cioè quello strategico-manageriale, è possibile riscontrare
diverse nozioni che attengono ad una differenza di definizione nei fenomeni di crisi: alcuni
fanno riferimento ad aspetti qualitativi, mentre altri puntano maggiormente l’accento su
fenomeni quantitativi.
Sciarelli
8
, per esempio, ritiene in crisi un’azienda che” non è più in condizioni di soddisfare il
suo equilibrio economico, ovvero quando non è più capace di soddisfare le attese dei
partecipanti la vita aziendale per un intervallo non di breve tempo”, a tale orientamento fa eco la
letteratura anglosassone con Slatter che definisce una situazione di crisi “ in termini di urgenza e
indifferibilità delle misure da adottare cioè un’azienda è in crisi quando, senza l’adozione di
interventi correttivi non è prevedibile nessun futuro”
9
e ancora Billings, Milburn e Shaalman
sostengono la possibilità di porre in essere tre tipologie di comportamento dinanzi ad una crisi
”l’ inazione quando si ritiene che la situazione si possa risolvere positivamente per il verificarsi
di nuovi eventi; l’assunzione di decisioni di routine mediante riorganizzazione dell’apparato
7
sull’argomento si veda anche E. Cavalieri Lezioni di Economia Aziendale
8
Sciarelli S. La crisi dell’impresa cit. p. 10
9
Slatter S. Corporate Recovery cit. p. 14
12
aziendale; l’assunzione di decisioni originali, nel caso in cui la crisi non appaia solvibile con gli
strumenti solitamente utilizzati”
10
.
Le definizioni quantitative, invece, si basano sulla Teoria di Creazione del Valore e vedono
come maggiore esponente L.Guatri che si esprime in questi termini
11
:”la crisi è uno sviluppo
ulteriore della fase del declino, che si concreta essenzialmente, a seguito delle perdite
economiche (di redditività e di valore), in gravi e crescenti ripercussioni sui flussi
finanziari. La crisi è dunque la fase acuta, conclamata ed apparente all'esterno del
declino ed è un fenomeno quasi sempre irreversibile senza consistenti interventi esterni”.
In conclusione, dall’esame delle diverse definizioni di crisi e declino, si può affermare che, in
ogni caso, le crisi sono sempre fenomeni traumatici che spezzano gli equilibri esistenti e
richiedono cura e attenzione scrupolosa.
È, quindi, di vitale importanza focalizzare le cause del problema per intervenire alla radice del
“male” nell’ardua lotta alla sopravvivenza.
10
Billings, Milburn e Shaalman A model of crisis perception” in Administrative Science Quartely n.25,
giugno 1980 p.304
11
Rivista Finanza,Marketing e Produzione n.3 anno 1996