defunti siano avvolti in teli di canapa. Infine, non dobbiamo
dimenticare che intorno all'anno 105 d.C. i Cinesi inventarono la carta,
ottenuta proprio dalle fibre di canapa. L'uso della canapa come pianta
psicoattiva, invece, sembra aver avuto origine in India. I Veda (in
particolare il quarto libro, risalente al 2000-1400 a.C.) citano per la
prima volta la canapa come una delle piante che “liberano dall'ansia”.
Anche la produzione di bevande alcoliche per fermentazione dei
cereali e dell'uva sembra perdersi nei millenni. Ci sono prove dell'uso
di una birra primitiva intorno al 6400 a.C. Forse il primo riferimento
scritto a una bevanda alcolica si trova in un papiro egizio del 3700
a.C., e nel 2500 a.C. già si parla dei problemi legati al bere. Nel
Codice di Hammurabi (circa 1800 a.C.) si ritrovano le prime 'leggi' per
regolare il commercio del vino. L'alcool di riso è citato nei più antichi
testi cinesi.
CRONOLOGIA DELLA DROGA
Nella Bibbia, dalla Genesi (scritta probabilmente intorno al 1700 a.C.)
al Cantico dei Cantici, compare più volte il vino. Nell'Odissea (VII
secolo a.C.) si parla del “farmaco Nepente che dona l'oblío dei mali”,
probabilmente identificabile con l'oppio. Erodoto (V sec. a.C.) racconta
dell'uso della canapa in un rito funebre degli Sciti: dopo la sepoltura
del defunto, gli uomini si radunavano in piccole tende e buttavano
semi di canapa in braceri con pietre roventi, inalandone i vapori “con
grida di gioia”. Ippocrate conosce l'uso dell'oppio non solo come
analgesico e ipnotico, ma anche come antidiarroico. Fra il IV secolo
a.C. e il II d.C., Teofrasto, Nicandro, Temisio, Dioscoride, Celso,
Plinio, Galeno ne parlano diffusamente nei loro libri. Anche Virgilio
parla dei papaveri “perfusi di sonno”. L'oppio è probabilmente -
insieme al vino - la droga che caratterizza la Roma degli imperatori:
Nerone, Tito, Nerva, Traiano e Adriano ne fecero uso. Petronio ne
parla descrivendo la famosa “Cena di Trimalcion”.
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Il grande imperatore e filosofo Marco Aurelio è probabilmente uno dei
primi “tossicodipendenti” da oppio di cui si ha notizia. Per molti anni
egli assunse quotidianamente oppio sotto forma di theriaka - una
preparazione prescrittagli da Galeno, suo medico personale, che ci ha
tramandato i particolari di questa vicenda, compreso un tentativo non
riuscito di sospensione. Intorno all'anno 1000, in Cina l'uso della
capsula di papavero come medicina si è diffuso. In India l'oppio è il
rimedio casalingo più usato in tutte le classi sociali per molti di disturbi
frequenti. Intorno al 1250, in Europa si ottengono i primi “superalcolici”
per distillazione del vino. Tra questi l'aqua vitae - acqua della vita -
medicina straordinaria quasi esclusivamente riservata ai ricchi a
causa dell'alto costo. Nell'impero degli Inca (1200-1553) la coca,
sacro dono del Dio Sole, è al centro del sistema sociale e religioso:
l'uso da parte della gente comune è strettamente controllato e
riservato a occasioni particolari. A partire dal 1500, in Europa arrivano
la coca e il tabacco dall'America, la cola dall'Africa. L'oppio e l'alcool,
sono in uso da secoli. In questo periodo, solo l'uso dell'alcool è
oggetto di serie preoccupazioni: Lutero e Calvino predicano la
temperanza. Compaiono i primi libri dedicati al problema delle
bevande alcoliche. In Cina e in India l'oppio continua a essere il
farmaco più usato contro molti disturbi e malattie, mentre non sembra
ancora diffuso - o comunque non è considerato degno di nota - l'uso
puramente voluttuario. Nel 1526, in India, la prima dinastia Moghul
crea un monopolio di stato per la coltivazione del papavero e la
vendita di oppio. Nel 1541, l'alchimista svizzero Paracelso introduce in
medicina il laudano, una soluzione idroalcolica di oppio che diventa
rapidamente popolare in tutta Europa, e che è ancora in uso ai giorni
nostri. Nel 1553, Pizarro distrugge l'impero Inca. Nei decenni
seguenti, con la scomparsa dei sistemi consolidati di controllo sociale,
l'uso della coca si diffonde senza regole anche fra le classi inferiori
della popolazione. La coca dà energia e calma la fame, ed è aiuto e
conforto nella durissima vita delle alte valli andine.
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Questa situazione resterà praticamente immutata fino ai giorni nostri.
Fra il 1547 e il 1569, frate Bernardino di Sahagún descrive nella sua
“Storia generale delle cose della Nuova Spagna (Codex Florentinus),
l'uso di funghi allucinogeni (teonanácatl) nelle cerimonie religiose in
Messico. Questi, stranamente, resteranno ignoti alla scienza
occidentale fino alla riscoperta da parte di R. Gordon Wasson e
Valentina Pavlovna Wasson nel 1953. A partire dal 1600, in Inghilterra
il Parlamento approva la “Legge per Reprimere l'Odioso e Ripugnante
Peccato di Ubriachezza” (1606). Anche nelle colonie inglesi in
America il consumo di alcolici è molto elevato e inizia a sollevare
molta preoccupazione. Fra il 1625 e il 1630, nella Nuova Inghilterra
sono approvate le prime leggi contro l'ubriachezza e per il controllo
dei locali pubblici in cui si vendono alcolici. Nel Massachusetts, le
leggi cercano di definire l'ubriachezza sulla base del tempo passato a
bere e della quantità bevuta, nonché del comportamento del bevitore.
Una legge che vieta il pagamento del salario sotto forma di alcolici
provoca un grande sciopero (1672). L'uso di alcolici continua a
preoccupare in America e in Inghilterra dove si bevono soprattutto
liquori; molto meno nei paesi mediterranei, dove la bevanda preferita
è il vino. L'oppiomania della Rivoluzione industriale è un esempio
eloquente di come sia l'offerta delle droghe a creare la domanda, e
non viceversa. La facile disponibilità di tale droga, sia in termini di
diffusione al minuto che in termini di prezzo, contribuì in maniera
determinante all'origine dell'epidemia dell'abuso del secolo scorso. La
grande diffusione dell'uso dell'oppio nella società di quel periodo,
infine, rendeva il dominio della normalità sociale molto diverse da
quello che vige nella cultura attuale. La gente considerava l'uso
dell'oppio e l'oppiomania come comportamenti non devianti e i governi
continuavano a sancire la loro piena legittimità.
La grave epidemia d'abuso dell'oppio dell'Ottocento trasformava la
produzione e il commercio di tale sostanza in un colossale affare.
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Ciò è testimoniato eloquentemente dal fatto che proprio in quegli anni
l'Inghilterra si decideva a scatenare una guerra contro la Cina per
costringerla a ripristinare la legalità dell'oppio revocata nel lontano
1729 dall'imperatore Yung Chiang: in India crolla il monopolio statale
dell'oppio, e la famosa Compagnia delle Indie, nel 1727, l’Inghilterra
assume il controllo della coltivazione di oppio in molte zone del
Paese, subito, grande propaganda per diffonderne l'uso e farci dei bei
soldi. In questo periodo, in Cina si inizia a fumare l'oppio (fino ad
allora lo si era usato solo per via orale).
La Compagnia delle Indie, appoggiandosi anche a un fiorente
contrabbando, diventa la principale fornitrice di oppio per l'immensa
popolazione cinese. Nel 1729, come già asserito, le prime fumerie
d'oppio cinesi vengono chiuse dall'Imperatore Yung Chen, e questo
sarà solo il primo di una lunga serie di editti imperiali di scarsa
efficacia pratica. Intanto, in America e in Inghilterra si tenta
ripetutamente di proibire l'uso di liquori. Dopo la guerra
d'Indipendenza, in America la febbre anti-alcool sale alle stelle:
Benjamin Rush, medico, psichiatra e firmatario della Dichiarazione
d'Indipendenza, scrive vigorosamente contro le supposte virtù
medicinali dell'alcool. Ma il tentativo del Congresso di imporre una
tassa sui liquori scatena la “ribellione del whiskey” (1794). L'uso
voluttuario della canapa veniva introdotto in Europa (soprattutto in
Francia), nell'Ottocento, in seguito alla conquista delle provincie
dell'impero Ottomano da parte delle truppe napoleoniche. Gli estatici
abbandoni ed il vacuo torpore, il kif, cui si lasciavano abbandonare gli
islamici divenne presto esperienza comune tra i borghesi e i giovani
romantici parigini. Nascevano quindi circoli di fumatori d'hashish,
luoghi consacrati ad un nuovo culto laico. Il «Club des Haschischins»
era forse il più noto di questi. Vi convenivano alcuni tra i maggiori
letterati ed artisti parigini dell'epoca, come Gerard de Nerval,
Théophile Gautier, Charles Baudelaire, Honoré de Balzac.
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Diverso era l'approccio che caratterizzava l'altro famoso cenacolo dei
fumatori di hashish, quello di cui era capo indiscusso il medico
Jacques Joseph Moreau de Tours. In questo circolo l'hashish era
usato "sperimentalmente", come una sorta di sonda chimica per
indagare la follia dal di dentro.
Moreau de Tours, scriveva nel saggio Du haschisch et de l'aliénation
del 1845 di aver visto «nell'haschisch, o piuttosto nella sua azione
sulle facoltà morali, un mezzo potente, unico, per esplorare le
patologie mentali». Ciò perché per comprendere le straniate
architetture del pensiero folle bisognava averci vissuto dentro, almeno
per un momento, ma senza perdere coscienza del delirio,
mantenendo la capacità di osservare e giudicare le alterazioni
sopraggiunte. Secondo Moreau de Tours, questo era possibile
assumendo hashish. Nel 1803 Sertürner isola dall'oppio l'alcaloide
principale, e dal nome del dio greco del sonno, lo chiama morfina. In
questo periodo, l'uso di oppio in Inghilterra si espande notevolmente,
perfino per tener tranquilli i bambini, ma, a differenza dell'uso di
alcolici, non provoca ancora nessun particolare allarme sociale. A
partire dal 1815, la Cina vede drasticamente ridursi le riserve di
argento, utilizzate per pagare le enormi importazioni di oppio: la
proibizione ha soltanto fatto fiorire il contrabbando. Soppiantando la
Compagnia delle Indie, il governo inglese prende direttamente il
controllo del commercio dell'oppio con la Cina, che si ribella, a Canton
l'incorruttibile Commissario Lin impone agli importatori inglesi la
consegna dell'intero stock di oppio presente in territorio cinese e lo
distrugge. Scoppia la prima Guerra dell'Oppio (1839-42). Ma la Cina è
sconfitta, e il commercio di oppio con l'India si raddoppia in pochi anni.
Nel 1822, le Confessioni di un mangiatore d'oppio inglese di De
Quincey mettono a fuoco il fenomeno (allora non era ancora un
“problema”) della dipendenza fisica che compare con l'uso
continuativo di questa sostanza, peraltro già noto dai tempi di Galeno.
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Nel Nord Europa e negli Stati Uniti sorgono i primi veri 'movimenti per
la temperanza' anti-alcool.
Si inizia a abbandonare il tentativo di riformare la morale attraverso la
persuasione e l'informazione, e si passa a considerare l'intervento
coercitivo. Leggi contro la distillazione domestica e per la
regolamentazione delle vendite di alcolici vengono approvate in
Finlandia, Svezia, Stati Uniti. Intorno al 1840, vengono scoperte le
proprietà anestetiche dell'etere. Soprattutto in Irlanda, inizia l'uso di
etere come sostituto dell'alcool, probabilmente perché costa molto
meno - una moda che durerà solo un'ottantina di anni. Intorno al 1850,
i lavoratori indiani immigrati in Giamaica vi importano l'uso della
Cannabis.
Negli USA, vari preparati di Cannabis sono ampiamente usati come
farmaci. Nel 1853, Alexander Wood inventava la siringa ipodermica,
rendendo così possibile l'assunzione di droghe in forma pura
direttamente nel circolo sanguigno. Si determinava così una svolta
radicale nel rapporto tra l'uomo e le droghe, in quanto l'iniezione
endovena aumenta in modo drammatico l'azione delle droghe sul
cervello.
Il successo dell'accoppiata morfina-siringa diveniva ben presto tale
che su di essa cominciava a svilupparsi un fenomeno estremamente
rilevante. La morfina non era soltanto un rimedio alle patologie
organiche, ma diventava anche un farmaco per le malattie sociali.
L'alcaloide dell'oppio doveva servire, secondo teorie mediche
accreditate nella seconda metà dell'Ottocento, a sconfiggere la piaga
dell'alcolismo e a risolvere così tutti i problemi sociali conseguenti a
tale abuso.
Nei testi di medicina, le indicazioni per l'oppio e la morfina sono
numerosissime. La dipendenza è ben nota ma in questi anni ancora
non solleva particolare preoccupazione: la massima parte delle
persone che diventano dipendenti sono rispettabilissime signore di
mezza età, che iniziano con gli oppiacei per disturbi comuni e banali.
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A poco a poco, anche in Europa e in USA si comincia, in ambienti
ristretti - per esempio fra i marinai o fra gli immigrati dall'Oriente - a
fumare oppio. Nel 1851, il Maine è il primo stato USA a passare una
legge proibizionistica sull'alcool, seguito da altri 13 stati. Nel 1856,
scoppia la seconda Guerra dell'Oppio fra Inghilterra e Cina: la Cina è
nuovamente sconfitta, e con il Trattato di Tientsin (1860) è costretta a
legalizzare l'oppio, a tutto beneficio delle finanze inglesi. L'oppio
diventa la fonte maggiore di reddito per il governo indiano dopo la
rendita dei terreni e il sale. In Inghilterra, nasce un movimento di
opposizione al commercio dell'oppio. Gli oppiacei sono ovunque,
probabilmente, i farmaci più usati - l'equivalente dell'aspirina di oggi -
e costano molto meno delle bevande alcoliche: non esistono ancora in
nessun paese controlli o restrizioni sulla produzione e la vendita al
pubblico. Nel 1859, il medico italiano Paolo Mantegazza è uno dei
primi a parlare entusiasticamente della coca ('Sulle virtù igieniche e
medicinali della coca') come rimedio ai disturbi nervosi e sessuali.
Ispirandosi all'opera di Mantegazza,un chimico farmacista corso,
Angelo Mariani, ideava nel 1863 una bevanda preparata con coca
sciolta in vino: il Vin Mariani. Questa bibita tonificante veniva usata
anche in medicina, perché si pensava capace di sollevare il morale ai
depressi e di curare praticamente ogni tipo di disturbo fisico, dal mal
di gola alle affezioni nervose, dall'impotenza all'insonnia, dall'anemia
alle febbri, finanche ai morbi di tipo contagioso. La bevanda
acquistava immediatamente una popolarità clamorosa, annoverando
tra i suoi acquirenti personalità famose del mondo dell'arte e della
cultura, come Emile Zola, August Rodin, Charles Gounod, Alexandre
Dumas figlio, Paul Verlaine, Jules Verne, Heinrik Ibsen, Thomas Alva
Edison, della politica, come Ulysses Grant, presidente degli Stati Uniti,
come lo zar di Russia e il Principe di Galles. Mariani era ritenuto un
benefattore dell'umanità, tanto che papa Leone XIII regalava al
chimico corso una medaglia d'oro in segno di riconoscenza.
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Il successo mondiale del Vin Mariani spingeva l'artigianato e l'industria
chimico-farmaceutica a mettere a punto un preparato capace di trarre
profitto dal ricchissimo mercato creato dal tonico francese. Fu un
farmacista americano di Atlanta, John Styh Pemberton, a
commercializzare nel 1885 la prima bevanda in concorrenza con il Vin
Mariani, il French Wine Coca. L'anno successivo Pemberton
modificava il suo preparato eliminando l'alcool e aggiungendo estratto
di noce Kola - una sostanza ricca di caffeina -, oli di agrumi e
dolcificanti. Il nuovo analcolico (soft drink) era destinato, secondo la
pubblicità che ne accompagnò l'immissione sul mercato, «agli
intellettuali e agli alcolisti in astinenza»: il suo nome commerciale era
Coca Cola (sino al 1903, anno in cui il governo federale statunitense
imponeva la decocainizzazione delle foglie di coca usate per la
preparazione, la cocaina fu un ingrediente della Coca Cola).
Nel 1868, in Inghilterra viene passata la “Legge sulla Farmacia”, che
riserva a chimici e farmacisti iscritti agli albi professionali la vendita di
oppiacei. Fanno eccezione le “patent medicines”, le medicine
brevettate che precorrono le odierne “specialità” farmaceutiche, che
restano escluse da ogni controllo anche se contenenti oppio o
morfina.
Anche negli USA, l'uso delle “medicine brevettate” si espande
moltissimo: sono vendute ovunque e anche per posta. Essendo già
noto il fenomeno della dipendenza, molte di queste medicine a base
di oppio o morfina (mai dichiarati sull'etichetta) sono vendute come
'cura' per la dipendenza dagli stessi oppiacei! In altre parole, se un
soggetto era dipendente da morfina e voleva smettere, si comprava
una di queste cure miracolose e subito guariva: perché continuava a
prendere morfina credendo di avere smesso.Nel 1874, in Inghilterra
viene sintetizzata la diacetilmorfina. Dapprima poco utilizzata, verrà
molto pubblicizzata dalla Bayer una ventina di anni dopo, non solo
come farmaco contro la tosse, ma anche per la cura dalla dipendenza
da morfina.
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La Bayer inventa per la sostanza un nome più semplice e più
attraente: eroina. Il successo non è strepitoso, ma il fatto che a parità
di dose l'eroina sia più efficace della morfina (e la semplicità della
sintesi) la faranno diventare, molti anni dopo, la regina delle droghe
illegali - soprattutto dal punto di vista economico. Verso il 1875, in
California e negli altri Stati della costa occidentale USA l'immigrazione
cinese è in rapidissima crescita: nasce un movimento anti-cinese, che
trova subito un buon terreno di attacco stigmatizzando l'abitudine dei
cinesi di fumare oppio. Negli ultimi anni del secolo le “fumerie”
americane vengono chiuse per legge: il fumo dell'oppio diventa
clandestino, ma resterà frequente fino al 1930. Contemporaneamente,
l'attacco contro l'alcool si scatena: non più solo a livello locale e
statale, ma anche a livello federale, con un primo emendamento alla
Costituzione in senso proibizionistico (1876). La Lega Anti-Saloon
diventa un importante movimento politico. In Finlandia, nel 1884 sorge
un movimento per la proibizione degli alcolici, e vengono emesse
leggi strettissime sulla vendita dei liquori. A fine '800, la cocaina viene
ampiamente elogiata da Sigmund Freud, i cui scritti sull'argomento
(“Sulla cocaina”) sono stati ripubblicati di recente in molti paesi,
compresa l'Italia. Nel suo famoso saggio Sulla cocaina, pubblicato nel
1884, il padre della psicanalisi raccontava come dal 1864 avesse
comunicato a fare uso di cocaina per combattere i suoi ricorrenti stati
depressivi. L'ingenua fiducia nel nuovo farmaco era tale da indurlo a
regalare la cocaina alla sua fidanzata, Marthe Bernays e a consigliare
il suo uso come farmaco disintossicante a un caro amico, il patologo
Ernst Fleischl, divenuto morfinomane in seguito ad una lunga terapia
del dolore. Dopo aver trovato iniziale giovamento, Fleischl sviluppò
una fortissima dipendenza alla cocaina, sino ad aver bisogno di dosi
eccezionali, cento volte superiori a quelle usate nei normali
trattamenti, un grammo al giorno che si autosomministrava per
iniezione sottocutanea.
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Fleischl cominciava quindi ad avere spaventosi episodi paranoidei:
allucinazioni e deliri che aveva sperimentato talvolta anche Freud, nei
quali terrorizzato ed impotente doveva lottare contro i morsi e le
aggressioni di miriadi di insetti sopra e sotto la pelle. I racconti delle
angoscianti allucinazioni sensoriali di Fleischl costituiscono il primo
resoconto di un sintomo classico del cocainismo, la zoopsia,
eufemisticamente indicata come "sintomo delle bestioline". I deliri di
Fleischl divennero sempre più frequenti, sino a renderlo vittima di una
delle prime forme documentate di psicosi cocainica.
La triste esperienza di Fleischl accomunava presto folte schiere di ex-
morfinomani e nuovi drogati, facendo finalmente spegnere l'acritico
entusiasmo della comunità medica.
L'epidemia dell'abuso si diffuse quindi tra gli intellettuali, dato che la
cocaina veniva ritenuta una sostanza capace di amplificare le
capacità critiche e creative. Scritto in tre giorni e tre notti da un autore
dedito all'uso dei più diversi farmaci, Robert L. Stevenson, Lo strano
caso del dottor Jeckyll e Mr Hyde, è forse l'opera letteraria più famosa
scritta sotto l'effetto di cocaina. Il famosissimo Sherlock Holmes,
immaginario detective dei gialli di Conan Doyle, al quale il suo
ideatore faceva consumare notevoli quantità di cocaina, diede un
indiscutibile contributo alla propaganda di questa droga.
Carl Koller è lo scopritore (o forse, è possibile che i medici Inca già le
conoscessero) delle proprietà della cocaina come anestetico locale.
Le bevande e gli elisir a base di coca si moltiplicano, vivamente
raccomandati da molti medici e ben pubblicizzati come tonici e
stimolanti. Il dott. Pemberton, farmacista, inventa la Coca-Cola: ha un
discreto successo, ma dopo un po' vende la formula. L'acquirente fa
uno dei grandi affari della storia, anche se nel 1903, sull'onda delle
crescenti tendenze proibizionistiche, verrà spinto a eliminare la
cocaina dalla formula e a sostituirla con caffeina. Due commissioni
ufficiali di studio in India pubblicano due monumentali rapporti per il
governo inglese, uno sulla Cannabis (1893-94) e uno sull'oppio
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(1895). In entrambi si sostiene che l'uso, anche non medico, di queste
sostanze è generalmente fatto con moderazione, riguarda una
percentuale relativamente piccola della popolazione, non interferisce
significativamente con le normali attività quotidiane e con il lavoro, e
non è causa né di crimini né di danni significativi alla salute. A parte
l'oppio preparato per il fumo (proibito in alcuni Paesi), la vendita di
preparati farmaceutici a base di canapa indiana, oppio, coca e loro
derivati è ancora totalmente libera in tutto il mondo, senza necessità
di prescrizione medica. In Francia, fra il 1900 e il 1930 circa, il fumo
dell'oppio conosce il suo periodo di massima popolarità. Nel 1906,
l'Inghilterra decide di cessare il commercio dell'oppio con la Cina,
cosa che farà dal 1917, e negli Stati Uniti, la 'Legge su Cibi e Farmaci
Puri' rende obbligatorio indicare sull'etichetta delle 'medicine
brevettate' tutte le sostanze contenute. Oppio, morfina e cocaina
praticamente scompaiono da questi prodotti, ma sono ancora
liberamente venduti nelle farmacie come tali. Negli Stati Uniti, la
richiesta di proibizione dell'oppio diventa il cavallo di battaglia di un
gruppo di benpensanti guidato da Mrs Vanderbilt, in competizione con
un altro gruppo di pressione che già aveva raggiunto forte peso
politico opponendosi all'alcool. La cocaina - a cui si attribuiscono
violenze e delitti sessuali soprattutto fra i negri degli Stati del Sud - è
la prima droga ad essere proibita in molti stati USA. Addirittura, i
poliziotti chiedono e ottengono armi di più grosso calibro con una
strana motivazione: per poter fermare i negri così eccitati dalla
cocaina da essere insensibili alle normali pallottole. Nel 1909 a
Shanghai e poi nel 1912 all'Aja sono convocate due Conferenze
internazionali sul problema dell'oppio. Gli Stati Uniti proibiscono
l'importazione di oppio se non per scopi medici e nel 1914, con
l'Harrison Narcotics Act, cessa la libera vendita di oppio, coca e loro
derivati (morfina, eroina, cocaina). Per ottenere queste sostanze
occorre una ricetta medica, e i medici devono ottenere
un'autorizzazione, pagare una tassa e tenere un registro delle
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sostanze in loro possesso. In realtà, la legge non limita esplicitamente
la libertà dei medici di prescrivere queste sostanze, purché essa
avvenga “nel corso dell'esercizio della professione”. Ma in vari casi, la
prescrizione a soggetti 'dipendenti' - nell'atmosfera di isterismo anti-
droga che ormai predomina - porta i medici in tribunale: alcuni
processi stabiliscono che una terapia di mantenimento di persone
dipendenti non è ammissibile e alcuni medici sono condannati.
Migliaia di persone dipendenti da oppiacei, che fino ad allora avevano
potuto condurre una vita normalissima spesso nascondendo a tutti la
loro abitudine al farmaco, d'improvviso si trovano senza possibilità di
avere la loro sostanza. Alcuni riescono ad interromperne l’uso, altri
sono presi in carico da medici ingenui o coraggiosi che continuano a
loro rischio a prescrivere oppiacei, altri ancora pagano
profumatamente medici con pochi scrupoli, i più ricorrono al mercato
nero. Inizia così, molto rapidamente, la fortuna dei contrabbandieri e
dei trafficanti. Viene proibita l'importazione di canapa indiana negli
USA, salvo che per scopi medici. Fra il 1914 e il 1931, sempre in
USA, vari stati vietano l'uso non-medico della canapa. Nel 1917 la
Finlandia decide la proibizione degli alcolici: segue lo sviluppo del
contrabbando. In Svezia le vendite di alcolici vengono razionate. E,
nel gennaio 1919, viene approvato il diciottesimo emendamento alla
Costituzione degli Stati Uniti, che prevede la proibizione delle
bevande alcoliche a partire dal 1920. Inizia il Proibizionismo, che non
avrà però lunghissima vita. Verrà infatti revocato nel 1933 - dopo
essersi ampiamente dimostrato inutile e pericoloso (basti pensare al
fenomeno del gangsterismo). Nel 1924 gli USA proibiscono la
produzione e l'importazione di eroina, la droga che stava diventando
prevalente sul mercato clandestino (perché molto più redditizia della
morfina: a parità di peso è circa 2-3 volte più efficace, per cui da una
data quantità di oppio se ne può ricavare un numero di dosi vendibili
2-3 volte superiore).
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