11
considerazione le operazioni condotte nei Balcani (Bosnia eKosovo), Afghanistan
e Iraq, presenta un’analisi storica dell’evoluzione delle SOF dal 1995 al 2004.
Rispondendo alla domanda: “come si sono evolute le SOF in questi anni?” si
vuole dimostrare l’efficacia e l’efficienza dell’utilizzo (versatile) di queste
particolari unità. Nella parte finale vieni spiegato il loro possibile ruolo in
operazioni future, proprio sulla base di esperienze maturate in questi anni. In
questa parte vengono esaminati i vari tipi di operazioni condotte dalle SOF
nell’area dell’Intelligence, UW, FID, CAS, Integrazione con le forze
convenzionali e delle lezioni apprese (Lessons Learned). Seguendo il progressivo
aumento nell’impiego delle SOF si vuole dimostrare come uno strumento di
questo genere possa ricoprire un ruolo centrale nella pianificazione, conduzione e
completamento delle possibili missioni future. Seguire l’evoluzione delle
modalità d’impiego delle Forze Speciali è utile per utilizzare in maniera sempre
più efficace una forza duttile, versatile, flessibile e veloce come le SOF. A
corredo di questa seconda parte ho realizzato un’appendice dedicata agli UAV e
ai loro possibili impiegi a favore delle SOF. Come spiego nel dettaglio all’interno
di tale aggiunta l’impiego di UAV garantisce una serie di opzioni aggiuntive ai
comandanti strizzando l’occhio alla nuova equazione di successo spiegata nella
prima parte del lavoro di tesi.
13
CAPITOLO I
PANORAMICA GENERALE
1.1. Contesto Strategico
“Dopo aver combattuto un drago per 45 anni, al suo posto ci troviamo
una giungla con un mucchio di serpenti”
J. Woolsey direttore CIA 1992-1995
1.1. L’intenzione è quella di guardare avanti, alle sfide verso le quali
si troveranno di fronte le forze armate, le forze della NATO e del mondo
occidentale in generale - man mano che cambiano e si evolvono per
rispondere alle sfide del probabile scenario geopolitico dei prossimi
venticinque anni.
Come sarà la fisionomia del panorama geopolitico?
Il mondo continuerà a essere un luogo instabile con alcuni problemi profondi.
Vale lo strano paradosso: il periodo di maggiore globalizzazione è anche
quello della frammentazione ed emarginazione delle nazioni meno ricche e di
alcune comunità all'interno delle nazioni, dove la violenza è in continuo
aumento.
La globalizzazione vede il mondo rimpicciolirsi e le distanze
assumono meno importanza.
14
Il tempo ricopre un ruolo fondamentale, di primaria importanza in tutte le
attività umane, ed anch’esso tende a comprimersi vertiginosamente
costringendo i “decisori” a risposte mai così rapide. V'è un mercato
finanziario globale, per cui, quanto accade a Seoul, Tokyo, Giacarta o Delhi
colpisce o influenza anche Roma, Londra e New York nel giro di poche ore,
se non pochi minuti.
La diffusione dell'informazione - basti per tutti pensare al sistema Internet -
ha eliminato gran parte della gerarchizzazione delle conoscenze, oggi infatti
la conoscenza è più diffusa e più facilmente fruibile. La conoscenza ha una
peculiarità: a differenza di altri fattori di ricchezza o militari, con l’utilizzo,
non si consuma, ma crea nuova conoscenza
1
. L'informazione è globale: 170
paesi sono ormai collegati a internet. Nel 1997 vi erano 20 milioni di utenti:
ora oltre 600 milioni
2
. Le nuove tecnologie dell'informazione hanno resa
obsoleta la cosiddetta “teoria del ciclo prodotto”
3
, per il quale gli Stati più
avanzati avevano il monopolio delle produzioni ad alta tecnologia, mentre
1
Pelanda, Carlo, Evoluzione della Guerra. Occidente ed Italia di fronte alla
rivoluzione negli affari militari, Milano, FrancoAngeli, 1996.
2
World Total 605.60 million; Africa 6.31 million ; Asia/Pacific 187.24 million; Europe 190.91
million; Middle East 5.12 million; Canada & USA 182.67 million; Latin America 33.35 million.
Dati recuperati da Nua.com (statistiche internet 2004)
3
Concezione elaborata dall’economista R. Vernon tesa a fornire una spiegazione delle variabili
che influenzano l’andamento degli scambi internazionali.
La teoria del ciclo di vita del prodotto distingue le fasi evolutive attraverso le quali un prodotto
passa dall’introduzione al suo declino. Prima dell’introduzione vi è la fase dell’ideazione,
tipicamente legata alla logica della scoperta scientifica, che è di tipo critico e creativo. Segue la
fase dell’introduzione. Nel momento introduttivo, in cui è ancora presente il supporto della ricerca
e della sperimentazione, i costi unitari e il prezzo sono elevati, anche a causa delle spese di
pubblicità. Nella successiva fase di sviluppo viene realizzata la produzione standardizzata in serie
che trova diffusione su larga scala; la realizzazione dell’economia di scala permette la diminuzione
del prezzo del bene. In questo modo aumenta la concorrenza, come conseguenza dell’aumento
della domanda, e il produttore cerca nuovi sbocchi sui mercati esteri, attraverso l’esportazione.
Nella fase successiva della maturità il processo produttivo è completamente standardizzato e il
produttore competitivo cerca di ridurre i costi di produzione più dei concorrenti del settore. Nella
fase di declino per trovare ulteriore commercializzazione del prodotto, a meno di innovazioni di
rilancio, l’unica via percorribile è quella di diffondere il prodotto nei paesi in via di sviluppo.
Nel marketing aziendale il concetto è stato introdotto nel 1960 dall’americano Lewitt e poi
analizzato nelle sue implicazioni strategiche e operative ad ogni fase del ciclo, di cui ricordiamo la
composizione del marketing mix, innovazioni di rilancio, individuazione di nuove forme di
utilizzo del prodotto e di nuovi segmenti di mercato. Le fasi del ciclo di vita del prodotto sono:
decollo (lancio), espansione, maturazione, saturazione, declino. Fonte internet
15
quelli di nuova industrializzazione assorbivano le produzioni a tecnologia
ormai matura
4
.
Gli Stati di nuova industrializzazione (la Cina, l'India, etc.) passano
direttamente alle produzioni più avanzate, ponendosi come pericolosi
concorrenti a quelli più industrializzati. La moderna strategia economica é
improntata ad uno spirito offensivo, molto simile alle concezioni militari del
periodo precedente la prima guerra mondiale.
E' pertanto una situazione estremamente destabilizzante perché si
assiste ad un crescendo degli squilibri e della competizione fra gli stati, con
possibilità che la competizione economica determini tensioni e confronti
politici e al limite militari.
Globalizzazione significa anche una prontezza senza precedenti a
cooperare a livello internazionale. V'è crescente importanza dei
raggruppamenti, sia nel mondo militare che in quello civile. Le Nazioni unite
(ONU), la NATO, l'Unione Europea, e l'Organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa stanno crescendo. Nuovi paesi vogliono aderire.
Ovunque, proliferano gruppi regionali come la Comunità economica degli
stati dell'Africa occidentale
5
, l'organizzazione dell'unità africana
6
,
4
Pelanda, Carlo, Evoluzione della Guerra. Occidente ed Italia di fronte alla rivoluzione negli
affari militari, Milano, FrancoAngeli, 1996.
5
CEDAO (Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale) Creata con gli accordi di
Cotonou 1994
6
Organizzazione dell'Unità Africana (OAU) che nacque nel 1963 ad Addis Abeba, 31 Stati
africani indipendenti. Il sogno panafricano è stato rilanciato nel 2000 con l'adozione, su proposta
del presidente Sudafrica Thabo Mbeki alla fine di una conferenza dell'OUA, dell'atto costitutivo
dell'Unione Africana che dovrebbe prendere il posto dell'OUA.
16
l'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico
7
, il GUUAM
8
, il
MERCOSUR
9
e così via.
Nel corso degli anni la percezione è andata mutando.
Durante la guerra fredda, il coinvolgimento - che al tempo sarebbe stato
definito "ingerenza" - negli affari interni di altre nazioni avveniva soltanto in
casi eccezionali. Oggi, i governi hanno un maggior senso di responsabilità
internazionale per quanto accade nei Balcani, in Kosovo, nel vicino e medio
Oriente, nel continente indiano e in Africa e in tutte quelle parti del mondo in
generale, sentono di dover fare qualcosa circa la pulizia etnica, il genocidio o
i disastri umanitari.
La capacità dei media di darci la desunzione e l’interpretazione di
quello che sta accadendo rappresenta un forte stimolo per l’opinione pubblica
e per le “lobby di volenterosi” (a volte politici in cerca di consenso).
Naturalmente anche l’interesse nazionale in questo tipo di scelte ha un ruolo
importante.
I fallimenti della decolonizzazione, della democratizzazione, dello
sviluppo e dei processi di nation-building e di state-building negli stati ex-
coloniali, stanno provocando in molti Paesi del Terzo Mondo, sia a Sud che
ad Est dell'Europa, la richiesta di assistenza, di tutela. I governi hanno una
maggiore consapevolezza "globale" e sono più disposti a coinvolgersi
maggiormente laddove ritengono di poter cambiare qualcosa.
E qualcosa si può cambiare: basta guardare i Balcani.
7 ASEAN, (Association of South-East Asian Nations) un'organizzazione politica, economica e
culturale di nazioni situate nell'Asia sud-orientale, fondata l’8 Agosto 1967 a Bangkok. Il suo
scopo principale è promuovere la cooperazione e l'assistenza reciproca fra gli stati membri per
accelerare il progresso economico e aumentare la stabilità della regione.
8
GUUAM (Georgia, Ucraina, Uzbekistan, Azerbaijan e Moldova) è un’organizzazione regionale,
un’alleanza politico-economica-strategica creata per rafforzare l’indipendenza e al sovranità di
questi stati ex-sovietici. Fondata il 10 Ottobre 1997 a Strasburgo, solo 2 anni dopo vide annessa
alle sue fila anche l’Uzbekistan che lascerà l’alleanza nel 2005, riportando il nome alla sigla
originale: GUAM.
9
MERCOSUR (Mercado Común del Sur in spagnolo, Southern Common Market in inglese) è una
zona dilibero mercato creata nel 1991 con il trattato dell’Asuncion e aggiornata nel 1995 con il
trattato di Oro Preto. Ne fanno parte il Brasile , l’Argentina, l’Uruguay, il Paraguay come membri
fondatori. Recentemente ci sono state le associazioni di Bolivia , Cile, Colombia, Ecuador, Perù e
il Venuzuela di Chavez che diventerà membro votante nel corso del 2006. Lo scopo del Mercosur
è sosatnzialmente quello di creare un polo economico che faccia da bilancia alle economie
Europee e nord-americane.
17
Non soltanto nel Kosovo e nella campagna aerea Allied Force
10
, dove
la collaborazione fra truppe italiane, sotto l'abile comando di Cabigiosu
11
, e la
Nato è stata positiva. Il contributo italiano al KFOR e alle operazioni
collegate è stato immenso
12
. Assieme alla globalizzazione, c'è la
frammentazione. In molti angoli del globo v'è la ripresa del nazionalismo e di
tendenze secessioniste.
A fenomeni di integrazione globale - a livello economico, finanziario
e scientifico - si contrappongono, da un lato, fenomeni di disintegrazione e di
10
''Operazione Forza Alleata''' o in inglese ''Operation Allied Force'' è il nome della campagna di
attacchi aerei portata avanti dalla NATO per circa due mesi contro la Repubblica Federale di
Jugoslavia di Slobodan Milošević, con il duplice intento di contrastare la pulizia etnica a danno
della popolazione albanese in guerra, del Kosovo e di costringere il governo serbo ad accettare le
condizioni di pace poste dall'ONU. Solo successivamente si è appreso che l'esodo in massa e i
massacri sono avvenuti solo dopo l'inizio dei raid aerei alleati.
Durante questi mesi si è sviluppata una serie molto intensa di attacchi aerei partiti dall'Italia e dalle
navi nel Mare Adriatico (in un secondo momento anche dall'Ungheria), contro la presenza militare
serba in Kosovo e contro la capacità bellica serba, con una scelta degli obiettivi ad ampio spettro e
con interventi "dissuasivi" ed intimidatori nei confronti della popolazione allo scopo di esercitare
una pressione su Milošević; tra questi il bombardamento delle centrali elettriche ed il
bombardamento della sede della televisione serba a Belgrado. Questa è la seconda azione militare
della NATO dopo l'Operazione Deliberate Force nel 1995 e la prima contro un Stato indipendente.
11
Il tenente generale(denominazione attuale dei Generali di corpo d’armata) Carlo Cabigiosu è
nato a Brunico il 22 giugno 1939. Generale degli Alpini, nato nel Trentino, 62 anni, è di gran
lunga l’ufficiale italiano più stimato dagli americani. È l’unico nella storia militare italiana ad aver
avuto al suo comando truppe statunitensi, quando nell’ambito dell’operazione Kpfor della Nato, ha
diretto in Kosovo 44 mila uomini dell’Alleanza Atlantica. In quella occasione si guadagnò
l’esplicito elogio del generale americano Wesley Clark
12
* 8-12 ''Panavia Tornado ADV'': questi aerei hanno svolto missioni CAP (Combat Air Patrol -
Pattugliamento Aereo)
* 12 ''Lockheed F-104 Starfighter'': questi dodici aerei hanno eseguito per lo più missioni di
Ground Alert (allerta a terra)
* 6-12 '''Tornado ECR''': probabilmente il fiore all'occhiello dell'Aeronautica Militare Italiana.
Questi aerei sono fatti per eseguire le preziosissime missioni SEAD (Suppression of Enemy Air
Defense) capacità esclusiva dell’aviazione USA, Tedesca, Inglese e Italiana.
* 10 Tornado IDS: hanno svolto le tradizionali missioni di supporto aereo ravvicinato (CAS), di
interdizione aerea (BAI) e di ricognizione, svolgendo anche missioni "precise" in quanto hanno
impiegato anche bombe a guida laser GBU-16 (Mk.83 da 500kg con kit di guida Paveway II).
* 12 ''|AMX Ghibli'': gli AMX, al loro battesimo del fuoco, hanno lavorato bene, smentendo buona
parte delle critiche a loro rivolte.
* 2 ''Boeing 707'': aerei convertiti in ''Tanker'' (cisterne volanti) per i rifornimenti in volo.
* 4 ''AV-8B II+ Harrier'': Jump jet della Marina Militare Italiana a bordo dell'incrociatore
portaeromobili Garibaldi.
L'Italia ha dovuto affrontare costi particolarmente alti. Basti pensare che il costo delle sole
missioni dell'Aeronautica Militare è stato di 65 miliardi e mezzo. Fonte Sito Web Aeronautica
Italiana
18
somalizzazione
13
o balcanizzazione
14
e, dall'altro, tendenze alla costituzione
di poli o di blocchi regionali.
Ciò non succede soltanto nei Balcani, in Indonesia
15
o nell'Asia
Centrale. Negli ultimi dieci anni, le Nazioni Unite hanno riconosciuto quasi
30 nuovi paesi. Ben lontani dalla stabilità derivante da una interazione sempre
più stretta, nel mondo odierno ci troviamo di fronte all'instabilità e
all’incertezza come risultato della frammentazione. A volte non si tratta
soltanto di frammentazione nazionalistica, bensì, spesso, anche di
frammentazione religiosa, etnica ed identitaria.
Le frontiere non tengono più, il concetto stesso di confine, di frontiera
è oggi più labile. Le frontiere non sono più in condizione di proteggere il
benessere degli Stati industrializzati dalla competizione economica di quelli
in via di sviluppo, che hanno costi di manodopera enormemente inferiori. In
linea più generale, sono a rischio tutti gli stati ex-coloniali, i cui confini sono
stati tracciati indipendentemente da ogni considerazione etnica e storica. I
radicalismi religiosi e nazionali, le non risolte rivendicazioni territoriali, i
contrasti etnici, etc., stanno configurando una situazione molto diversa da
quella conosciuta nei quarant'anni di guerra fredda.
“All'ordine di Yalta è subentrato il disordine delle nazioni”
16
.
13
Mentre la balcanizzazione indica il collasso delle strutture governative, la somalizzazione indica
lo stato che si dissolve per un processo di frammentazione tribale
14
Riduzione di uno stato nelle condizioni di disordine interno ed esterno caratteristiche degli stati
balcanici nel corso della disgregazione dell'impero ottomano, ovvero divisione di un territorio
apparentemente omogeneo in una pluralità di piccoli stati, come è tipico dei Balcani. Il concetto
nacque nelle cancellerie europee proprio per l'instabilità politica dell'area balcanica, da sempre
terra di conquista, luogo di incontro e scontro di tre differenti espansioni: slava, ottomana,
germanica. I Balcani fornirono più di una volta il casus belli nelle lotte fra i tre grandi imperi
russo, turco e asburgico, fino a raggiungere, nel corso dell'Ottocento, la fama di "polveriera
d'Europa". L'attentato all'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando a Sarajevo (1914), che scatenò
la prima guerra mondiale, radicò ulteriormente tale concezione, che sembrò trovare nuova
conferma dopo la caduta dei regimi comunisti, tra il 1989 e il 1990, a causa del riprodursi della
tradizionale instabilità politica regionale.
15
Ricca di risorse naturali e con un'incredibile varietà di culture le isole indonesiane sono abitate
da 300 gruppi etnici differenti. Questa grande frammentazione geografica e culturale ha portato il
governo indonesiano ad optare per un potere forte e centralizzato. Fonte UNICEF
16
Carlo Pelando “Evoluzione della Guerra”
19
Vi sono altre fonti di tensione e conflitto. In alcune parti dell'Africa, a
esempio, vi sono paesi privi in tutto o in parte di acqua e con scarse
disponibilità alimentari. Paesi come l'ex-colonia britannica del Kenya che una
volta esportava generi alimentari
17
in tutto il mondo, ora riesce a stento a
sfamarsi.
Poi c'è la cupidigia, la bramosia dell’uomo. Ad esempio, in Africa,
molti conflitti traggono origine dalla sete di diamanti, mezzo che a sua volta
alimenta l'acquisizione di armi da parte dei combattenti che lottano per il
controllo delle aeree diamantifere.
Ne siamo stati testimoni diversi anni fa nei conflitti della prima
ondata
18
nel Congo e Angola; e certamente le malvagità in Sierra Leone di
qualche anno fa e la tensione sempre presente anche in questi giorni hanno
sicuramente la stessa origine. Anche i proventi del traffico di droga
alimentano i conflitti. Sebbene i Talebani abbiano nel 2002 annunciato
l'intenzione di distruggere le coltivazioni di papaveri in Afganistan, circa
l'80% di tutta l'eroina venduta in Italia sembra provenga dalla stessa fonte
19
. I
proventi del traffico di droga continuano a sostenere le lotte intestine e il
terrorismo in Asia; si potrebbe dipingere un quadro analogo sulle rotte della
cocaina dal sud-America.
La povertà è diffusa e le divisioni fra chi ha e chi non ha sono
fin troppo evidenti. Gli effetti della globalizzazione e della frammentazione
vengono esacerbati da disuguaglianze economiche sempre più pronunciate, e
i paesi più poveri vengono sempre più emarginati negli affari mondiali. La
povertà porta inoltre a una durata media di vita bassa: per i maschi nati in
Sierra Leone è di 46 anni, contro i 78 dell'Italia
20
.
17
caffè, thè, prodotti ortofrutticoli e fiori.
18
Toffler, Alvin e Toffler, Heidi, La guerra disarmata. La sopravvivenza alle
soglie del terzo millennio, Milano, Sperling&Kupfer, 1994.
19
Fonte Onu
20
Fonte Onu
20
Nel nostro mondo in evoluzione nazionalismo, settarismo, povertà e
cupidigia continueranno probabilmente ad alimentare in molte parti uno
spirito di diffidenza. Ciò non porterà necessariamente a grandi guerre fra
Stati-Nazione, ma potrà generare con tutta probabilità attriti tra
raggruppamenti sub-regionali, sette o fazioni. Tutto ciò porta a uno scenario
nel suo insieme più complesso di quello esistente al tempo della
contrapposizione fra superpotenze durante la guerra fredda. I vari conflitti
Etnico-identitari rappresentano i vagiti di una Storia che torna o ritorna, come
è tornato Dio (sembrava scomparso con le ideologie laiche del ventesimo
secolo), e come sono riesplosi i nazionalismi e i fondamentalismi. Questa
esplosione di violenza ha portato a una Deregulation della guerra
tradizionale
21
. La maggiore disponibilità sui mercati di armi e tecnologie,
anche per i privati, porta all’aumento del numero di minacce e della loro
dislocazione.
Venticinque anni fa la nostra (occidentale) natura era
fondamentalmente difensiva. La sicurezza occidentale mirava al
contenimento della possibile espansione sovietica in Europa e in Estremo
Oriente. Puntava quindi al mantenimento di uno status quo, in attesa, come
teorizzato da Gorge Kennan (scritta nel “lungo telegramma”) e ufficializzato
dalla dottrina Truman (e dallo NSC 68
22
), che le contraddizioni interne, la
scarsa efficienza economica e la compressione delle libertà del sistema
sovietico provocassero il suo collasso interno. Come difensori, potevamo
scegliere il campo di battaglia (nel caso della Gran Bretagna, per esempio, il
campo di battaglia era il mar di Norvegia, la piana di Hannover e lo spazio
aereo al disopra di entrambi)
23
. Il nemico doveva venire da noi, su un terreno
a nostra scelta, dove fra l’altro eravamo li a prepararci ad “accoglierlo”
(prerogativa del difensore)
24
, statici.
21
Chalmers Johnson, "Gli ultimi giorni dell'impero americano" Garzanti 2003.
22
NSC 68: rapporto del National Security Council dell’Aprile 1950, mentre la dottrina Truman è
del 1947.
23
documentario TV inglese.
24
Carl Von Clausewitz “Della Guerra” , Mondatori, Milano (1970)
21
Ma ora non è più così! Adesso dobbiamo recarci noi in luoghi turbati
da conflitti e spesso dobbiamo affrontare avversari su terreni/territori di sua
scelta.
Oggi la guerra e più probabile perché meno pericolosa che in passato
(Nucleare).
Oggi la guerra è particolarmente veloce e letale come i diciotto giorno
di guerra dello Yom kippur del 1973 ci hanno insegnato. Ciò è più
impegnativo, più complesso ed è molto più pericoloso. Dobbiamo essere in
grado di influenzare l'esito di tali situazioni mediante azioni dirette.
Dobbiamo essere in grado di agire contro un'ampia gamma di conflitti.
A un estremo di questa gamma v'è la guerra ad alta intensità come quella
sperimentata nel Golfo o quella che avremmo potuto incontrare nei Balcani se
si fosse reso necessario un ingresso forzato di truppe terrestri in Kosovo. Più
giù nella scala vi sono i conflitti interni come quelli incontrati in Sierra
Leone, nella Repubblica democratica del Congo e, naturalmente nel vicino e
Medio Oriente. Tali crisi possono esplodere in modo spettacolare anche se
giudicabili di carattere limitato. La potenzialità di inasprimento è una cosa da
tenere presente in ogni tipo di conflitto a bassa, media e alta intensità. Gran
parte degli scontri, oggi avviene fra forze transnazionali/culturali, sono quasi
scontri fra civiltà come quelli preconizzati da S. Huntington in “Lo scontro
delle civiltà e il nuovo ordine mondiale”( Garzanti, Milano 2001)
25
.
25
Nel libro di Huntington “Lo scontro delle civiltà” si delinea una visione del mondo decisamente
originale che si pone in netto contrasto soprattutto con “La fine della storia e l'ultimo uomo” di
Francis Fukuyama. Se infatti nell'opera di Fukuyama veniva tratteggiata una vera e propria "fine
della storia" con l'avvento della globalizzazione guidata dalle liberaldemocrazie occidentali,
secondo Huntington, al contrario, la fine della guerra fredda, non solo non avrebbe portato
all'affermarsi di un modello unico, ma anzi avrebbe liberato le diverse civiltà dal giogo del
bipolarismo politico ed ideologico U.S.A. - U.R.S.S., lasciandole ben più libere di svilupparsi
autonomamente con modi e tempi differenti tra loro. Tale situazione, secondo Huntington, non
sarebbe tuttavia caratterizzata da una pacifica convivenza visto che "l'elemento centrale e più
pericoloso dello scenario politico internazionale che va delineandosi oggi è il crescente conflitto
tra gruppi di diverse civiltà". La conclusione del libro parte proprio dalle premesse sopra illustrate
per dipingere a tinte fosche un 2010 caratterizzato da una nuova guerra mondiale in cui la
divisione per civiltà avrebbe un ruolo fondamentale. Il conflitto, secondo Huntington, avrebbe
luogo nel momento in cui lo stato guida di una civiltà (nell'ipotesi di Huntington gli U.S.A.) si
intromettesse negli affari tra un altro stato guida (la Cina) e un terzo stato appartenente alla civiltà
del secondo (il Vietnam).
22
V'è poi la proliferazione delle armi di distruzione di massa(WMD,
weapons mass destruction): nucleari, chimiche e biologiche. C’è poi il
terrorismo che può esportare un conflitto limitato regionale su uno scenario
internazionale. Ne sono esempi, l'attacco alla nave della Marina statunitense
Cole
26
, oppure gli estremisti islamici che operano praticamente su scala
mondiale
27
. Il terrorismo ha ora una connotazione internazionale. Il
terrorismo in chiave moderna ha origine nella Russia Zarista quando se ne
fece uso al fine di costringere il governo ad adottare misure repressive sempre
26
12 ottobre 2000, U.S. Cole classe Destroyer, viene gravemente danneggiata da una piccola
imbarcazione che si schianta contro il fianco della nave nel porto di Aden, Yemen. 17 i marinai
che hanno perso la vita.
27
Di seguito riporto una lista di attentati terroristici dall’11 settembre 2001 in poi:
2001 (Sept.): Destruction of WTC; attack on Pentagon. Total dead 2,992.
2001 (Dec.): Man tried to denote shoe bomb on flight from Paris to Miami.
2002 (April): Explosion at historic synagogue in Tunisia left 21 dead, including 14 German
tourists.
2002 (May): Car exploded outside hotel in Karachi, Pakistan, killing 14, including 11 French
citizens.
2002 (June): Bomb exploded outside American consulate in Karachi, Pakistan, killing 12.
2002 (Oct.): Boat crashed into oil tanker off Yemen coast, killing 1.
2002 (Oct.): Nightclub bombings in Bali, Indonesia, killed 202, mostly Australian citizens.
2002 (Nov.): Suicide attack on a hotel in Mombasa, Kenya, killed 16.
2003 (May): Suicide bombers killed 34, including 8 Americans, at housing compounds for
Westerners in Riyadh, Saudi Arabia.
2003 (May): 4 bombs killed 33 people targeting Jewish, Spanish, and Belgian sites in Casablanca,
Morocco.
2003 (Aug.): Suicide car-bomb killed 12, injured 150 at Marriott Hotel in Jakarta, Indonesia.
2003 (Nov.): Explosions rocked a Riyadh, Saudi Arabia housing compound, killing 17.
2003 (Nov.): Suicide car-bombers simultaneously attacked 2 synagogues in Istanbul, Turkey,
killing 25 and injuring hundreds.
2003 (Nov.): Truck bombs detonated at London bank and British consulate in Istanbul, Turkey,
killing 26.
2004 (March, 11): 10 bombs on 4 trains exploded almost simultaneously during the morning rush
hour in Madrid, Spain, killing 202 and injuring more than 1,400.
2004 (May): Terrorists attacked Saudi oil company offices in Khobar, Saudi Arabia, killing 22.
2004 (June): Terrorists kidnapped and executed American Paul Johnson, Jr., in Riyadh, Saudi
Arabia.
2004 (Sept.): Car bomb outside the Australian embassy in Jakarta, Indonesia, killed 9.
2004 (Dec.): Terrorists entered the U.S. Consulate in Jeddah, Saudi Arabia, killing 9 (including 4
attackers).
2005 (July, 7): Bombs exploded on 3 trains and a bus in London, England, killing 56, 700
wounded.
2005 (Oct.): 22 killed by 3 suicide bombs in Bali, Indonesia..
2005 (Nov.): 57 killed at 3 American hotels in Amman, Jordan..
Fonte Infoplease.com
Sulla stampa sono apparsi più articoli che sostengono che i Servizi Segreti di sua Maestà potessero
essere a conoscenza di piani per un attacco a Londra in seguito alla interrogazione di Khalid
Sheick Mohammed arrestato in pakistan nel 2003.
23
più stringenti e pesanti, perdendo così il consenso, l’appoggio dei cittadini. In
egual modo furono sfruttati gli attacchi terroristici nei territori coloniali. I
capi di queste organizzazioni terroristiche, che possono essere considerate
delle associazioni di tipo imprenditoriale con pochi affiliati e molti potenziali
sostenitori/seguaci, diramano le loro direttive attraverso le reti informatiche
raggiungendo qualunque parte del mondo in pochissimo tempo, magari
svegliando appartenenti a cellule dormienti
28
. Il Terrorismo internazionale
capitanato da Osama bin Mohammed Awad bin Laden
29
e la sua
organizzazione Al-Qaeda (termine che significa “la base”) è e sarà uno dei
principali problemi di qualsiasi futuro, possibile scenario. Il campo di
battaglia non è più un luogo organizzato con prime linee e retrovie. E'
confuso, mutevole e pluridimensionale. La guerra asimmetrica può richiedere
un'impostazione del tutto nuova da parte di marine, eserciti e aeronautiche
convenzionali e i governi dovranno impegnare le proprie forze anche nella
lotta contro criminali internazionali e cartelli della droga bene armati. C'è
anche un altro tipo di minaccia alla sicurezza, manifestatosi nell'attacco alla
metropolitana di Tokyo
30
, quello delle armi chimiche. Attacchi di questo tipo
potrebbero verificarsi in qualsiasi parte del mondo. La frammentazione e
l'instabilità del mondo hanno condotto a un drastico aumento della
partecipazione internazionale a operazioni di sostegno alla pace. La prima
operazione ONU di mantenimento della pace fu avviata nel 1956 con il
28
Wesley K. Clark “Vincere le guerre moderne”
29
Osama bin laden è nato in Arabia Saudita, a Riad, il 10 Marzo 1957(secondo altre fonti il giorno
di nascita sarebbe il 16 giugno). E’ il settimo degli oltre 50 figli di Mohammed bin Awad bin
Laden, il più ricco costruttore dell’Arabia Saudita originario dello Yemen. Osama ha vissuto a
Gedda. Il nome di Osama - traslitterazione fonetica di Usāma (bin Lāden o ibn Lādin) - è citato nei
rapporti dell'FBI e nei resoconti giornalistici dei mass media di lingua anglosassone). Altre
traslitterazioni meno corrette sono: Ussamah Bin Ladin, Oussama Ben Laden, come pure
Binladen. Letteralmente la dicitura "bin Laden" non è un cognome ma un semplice nasab che
significa "figlio di Laden". L'ultima localizzazione ufficiale di bin Laden risale al 2001 e riferisce
della sua posizione nella zona di Kandahar, Afghanistan. Dopo l'attacco dell'11 settembre gli USA
chiesero al governo dei Taleban l'estradizione di bin Laden, senza ottenerla. Questo rifiuto fu uno
dei motivi riportati dalle fonti ufficiali statunitensi per il successivo attacco militare
all'Afghanistan in cui lo stesso governo talebano fu rovesciato.
30
Nell’ora di punta, alcuni membri del gruppo terroristico Aum Shinrikyo hanno diffuso il gas
nervino Sarin (sviluppato dai Nazisti negli anni Trenta, è 20 volte più letale del cianuro) nella
metropolitana, mettendo circa 5.000 persone a contatto con i vapori letali.
24
monitoraggio del ritiro delle forze francesi, britanniche e israeliane
dall'Egitto
31
. Nel corso dei successivi 34 anni fino al 1990 si sono avute altre
13 missioni ONU di sostegno alla pace. Nei dieci anni trascorsi dal 1990 al
2000 ci sono state 40 operazioni di questo tipo
32
di cui 14 in corso ancor
oggi
33
. Nello stesso decennio, ci sono state altre operazioni di mantenimento
della pace non a direzione ONU, organizzate da coalizioni di volenterosi. Ad
esempio, la forza di implementazione in Bosnia, l'Interfet a Timor Est
34
o le
operazioni Ecomog
35
dell'Africa occidentale in Liberia e in Sierra Leone.
L'internazionalizzazione delle operazioni militari siano esse di mantenimento
della pace o di guerra come nel Golfo, costituisce parte fondamentale
dell'ambiente di sicurezza geopolitica.
Anche se in confronto al periodo della guerra fredda ora l’occidente è
meno minacciato rispetto propri interessi vitali non sono da sottovalutare i
seguenti problemi: La carenza di risorse petrolifere
36
(area del Golfo in
particolare), le pretese nucleari Iraniane, gli esperimenti clandestini nucleari e
missilistici dell’Egitto di Mubarak
37
e la collegata sopravvivenza dello stato
31
In seguito alla crisi di Suez. Fonti Onu
32
a sostegno della pace” (OSP) traduce quella inglese (peace support operations) e ingloba un
ampio ventaglio di misure civili e/o militari proprie a rafforzare la pace, a concludere i conflitti
armati e a impedire un riattivamento degli stessi.
33
Fonti Onu
34
INTERFET (22 settembre 1999 - 17 febbraio 2000) (International Force in East Timor). La
Forza multinazionale, costituita inizialmente da circa 7.500 uomini era articolata su due/tre
Brigate. L'Australia costituiva il cuore dell'HQ. Il 15 settembre 1999, il Ministro della Difesa
Italiano ha autorizzato la partecipazione di Unità italiane all'operazione (Operation Stabilise)
nell'ambito della "Forza Multinazionale".
35
ECOMOG: è una forza armata multilaterale composta da soldati di paesi dell’Africa
occidentale, i finanziamenti più consistenti provengono dalla Nigeria, ma compongono
l’organizzazione anche Ghana, Guinea, Sierra Leone, Gambia.
36
Durante il discorso sullo stato dell’Unione (2005), il presidente Bush, con una bizzarra
definizione, ha reso perfettamente l’idea dell’importanza delle risorse energetiche e del loro
controllo, affermando: “Siamo drogati di petrolio”. Con sole quattro parole ha evidenziato la
dipendenza degli Usa e del mondo intero dall’oro nero, i suoi derivati, e da tutte le risorse a esso
correlate.
37
Andrea Nativi Editoriale di RID n.9 settembre 2005
25
di Israele
38
(anche la vittoria di Hamas
39
in Palestina non contribuisce alla
creazione di una situazione tranquilla), la minaccia di una restaurazione della
potenza imperiale della Russia
40
o dell’India
41
, e molto più probabile il
sorgere di una nuova superpotenza quale la Cina
42
, quando trasformerà in
militare (non solo navale, da anni in sviluppo, ma anche di terra)
43
la sua
crescente potenza economica e tecnologica. La Cina attualmente spende 22.5
miliardi di dollari in ricerca e sviluppo circa 6 volte più dell’Italia. La Cina si
colloca oggi al terzo posto come potenza tecno-scientifica del mondo e
l’High-Tech rappresenta il 25% delle sue esportazioni (Italia solo il 10%)
44
.
Sarà proprio il Sud-Est asiatico una possibile area di conflittualità (Corea in
particolare), i paesi della regione infatti hanno dimostrato di possedere ottime
capacità di utilizzare in campo civile le tecnologie dell’informazione che
costituiscono la base del miglioramento dei sistemi d’arma esistenti.
Potrebbero essere in condizione di sfruttarle anche in campo militare.
38
Israele durante gli ultimi 4 anni ha dovuto subire un’offensiva terroristica senza precedenti.
20.000 sono gli attacchi attribuiti ad Hamas da fonti Israeliane
39
Hamas, acronimo di ''Harakat al-Muqawwama al-Islamiyya" Movimento di Resistenza
Islamico', (ovvero "entusiasmo, zelo”) è un'organizzazione religiosa islamica palestinese di
carattere paramilitare e politico, considerata terroristica da numerosi governi (U.s.a., Europa,
Israele). Fondata da Ahmad Yasin e Muhammad Taha nel 1987 come appendice della Fratellanza
Musulmana, ha la sua ideologia e ragion d'essere nella distruzione dello Stato d'Israele e nella
creazione di uno Stato islamico in Palestina. Attualmente, Hamas è capeggiata da Khalid Masha',
l’unico leader storico ancora in vita. Presente soprattutto nella Striscia di Gaza, l'organizzazione
opera anche in Cisgiordania.
40
L’obiettivo di Mosca sembra essere chiaro: riportare il proprio “estero vicino” sotto la propria
sfera di influenza. E’ un obiettivo che Hans Morghentau chiamava la “componente oggettiva
dell’interesse” ovvero la necessità storica russa di frapporre fra se e un occidente, da sempre
avvertito come una minaccia, un’area di sicurezza sottratta all’influenza occidentale.
41
Russia e India hanno recentemente rafforzato la loro alleanza con il 5°Meeting
Intergovernmental Commission on Military Technycal Cooperation nel quale sono previsti la
cessione all’India della vecchia portaerei Admiral Gorshkov, la cessione delle licenze
diproduzione dei caccia SU-30 MKI e dei carri da battaglia T-90, lo sviluppo comune di un caccia
di quinta generazionee la cooperazione allo sviluppo di un innovativo SSK(sommergibile diesel
elettrico) e di una nuova portaerei ADS (air defense ship) al cui progetto lavora Finmecanica. In
India si sono stabilite centinaia di aziende Science-based che producono il3% del PIL.
42
“Quando il gigante cinese si desterà, il mondo intero tremerà” Napoleone, Aforismi
43
La componente navale per la costituzione di una flotta d’altura è da anni in via di sviluppo. La
Cina è uno dei maggiori clienti dei cantieri dell’Ammiragliato di San Pietroburgo (Russia), si sa
che ha acquistato sommergibili di classe KILO (SSK) per la difesa costiera.
44
Dati da Agenzia Cinese Xinhua riferiti al 2004