3
carte consultate, era emersa una realtà nella quale il regime, a
conflitto mondiale già iniziato, dava il via all’edificazione di
monumenti, mausolei, scuole e villaggi dedicati all’illustre livornese.
Quest’atteggiamento propagandistico al limite dell’assurdo, poneva
per la prima volta l’ipotesi di “santificazione fascista” per un
gerarca scomparso. Ipotesi suffragata anche dalle numerose
testimonianze di testi, filmati, cinegiornali trovati presso l’Archivio
di Stato nei fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
l’emeroteca della Biblioteca Nazionale, gli archivi visivi
dell’Istituto Luce e infine da fondi privati come quello del signor
Pericle Stoppa di Marina di Ravenna che qui ringrazio sentitamente.
Conclusa (almeno momentaneamente) la parte di ricerca contestuale
mi sono dedicato alla restituzione grafica digitale dei disegni
originali di progetto riproponendoli in chiave filologica e
all’archiviazione e selezione delle migliaia di pagine di documenti
di cantiere e non solo. Operazione chiaramente lunga e difficoltosa
data la grande mole di materiale già presente e poi “completata”
dalle carte, dai disegni e dagli schizzi rinvenuti presso l’archivio
Dazzi conservato a Forte dei Marmi, ancora in parte inesplorato
1
. La
documentazione è stata riassunta in un regesto di circa 50 cartelle.
Ho realizzato infine una ricostruzione virtuale dell’aspetto che
avrebbe dovuto assumere il mausoleo una volta completato.
Le mie origini Livornesi hanno senz’altro dato un impulso
particolare alla ricerca e una direzione di studio quasi obbligata
volta anche a ricucire un pezzo di storia della città drammaticamente
recisa con gli eventi dell’ultima guerra. Mi auguro vivamente che un
giorno questa piccola ricerca possa servire da base per un più ampio
riesame della storia recente di Livorno e come punto di partenza per
pensare ad un nuovo scopo urbano e umano per la splendida zona
del Mausoleo oggi totalmente abbandonata
2
.
Colgo infine l’occasione per dedicare questa ricerca a Daniela Fonti
per l’appoggio incessante e la dedizione ad incoraggiarmi nella
ricerca e ad Erina Hirata per essermi sempre stata vicina.
1
Colgo l’occasione per ringraziare Anna Vittoria Laghi e Andrea Meccheri per il prezioso aiuto prestatomi in occasione delle mie ricerche presso la
Donazione Gri Dazzi di Forte dei Marmi e per ricordare quelle belle ore di consultazione appassionata.
2
La tesi si concludeva con un ipotesi progettuale di restauro e riutilizzo a scopi museali e ricettivi.
4
Cronaca e storia di un rimosso cantiere di regime:
Il mausoleo di Costanzo Ciano a Livorno
Pasqua del 1962. La città di
Livorno si ricorda di possedere un
monumento che aveva tentato di
seppellire nella memoria per un
tristissimo fatto di cronaca: due
bambini, arrampicatisi in cima al
relitto abbandonato quasi vent’anni
prima, precipitano dalla sommità
morendo in seguito alla caduta. Il
monumento (Fig.02), è quello,
funebre, dedicato a Costanzo Ciano,
gerarca fascista della prima ora,
padre-padrone della città e padre
del più famoso Galeazzo, suo figlio
e genero di Mussolini.
26 giugno del 1939: dentro la cronaca, fuori dalla storia
Costanzo Ciano è appena morto e l’Italia lo piange in “Fascistissimo
dolore”. Livorno gli ha dato i natali; grazie a lui è divenuta il
cantiere navale più importante dell’impero, ha visti realizzati lo
stadio, l’ospedale, nuovi quartieri popolari, l’istituzione della
provincia e acquisito un grande prestigio.
All’indomani della sua scomparsa, in un solenne proclama, il
podestà ordinò di innalzare alla memoria del grande livornese un
maestoso santuario funebre
3
. Esso avrebbe dovuto rappresentare la
fama e la storia di Ciano. Quindi, ricordare in modo inequivocabile
le sue gesta marinare della Grande Guerra, in particolare quelle delle
famose “Beffe” di Buccari e Cortellazzo compiute con il “Vate”,
Gabriele d’Annunzio ai danni della Marina Austriaca.
3
28 giugno 1939 – Il podestà di Livorno, in onore di C.Ciano delibera:
1) di trasferire la salma provvisoriamente al famedio di Livorno nel santuario di Montenero.
2) di fornire 100.000 £ per l’erezione del Monumento dedicato a C.Ciano e che lo rappresenti anche come marinaio.
3) Di fornire ulteriori 100.000 £ per la costruzione di una scuola di avvio al lavoro intitolata a lui.
4) Di stanziare 10.000 £ per una tomba ai martiri fascisti intitolata a lui.
5) Di aderire ad ogni iniziativa promossa in onore di Costanzo Ciano.
(dal trimestrale Liburni Civitas 6/39)
5
L’onore dell’impresa artistica viene affidata ad Arturo Dazzi, artista
che, all’epoca di questa commissione era già notissimo a livello
internazionale, nonchè Grande Accademico d’Italia
4
. Non ci furono
concorsi per decidere dell’affido e d’altronde Arturo Dazzi era
artista graditissimo al regime, soprattutto per le sue esperienze
nell’ambito della monumentalistica celebrativa
5
.
A sua volta Dazzi chiamò a lavorare con lui un architetto
quarantatreenne di grande esperienza, Gaetano Rapisardi, e nel giro
di un anno produssero due versioni successive del progetto con
notevole ingrandimento di esso tra la prima e la seconda versione
6
.
L’opera, risentiva sin
dalla sua concezione delle
richieste avanzate dalla
committenza. Il risultato
fu quindi un collage di
diverse intuizioni come
un faro a forma di fascio
littorio, una tomba/tempio
e una sorta di monumento
equestre con un
motoscafo al posto del
cavallo (Fig.03).
La eco delle celebrazioni
per Costanzo Ciano fu talmente ampia da travalicare i confini della
sua città natale e raggiungere altri centri che in un modo o nell’altro
erano stati legati alla sua figura: tra questi furono coinvolti
4
29 giugno 1939 – Il podestà di Livorno ha deciso anche che il luogo dell’erezione del monumento sarà a Montenero, in località Monte Burrone, e
che l’autore sarà Arturo Dazzi, Grande Accademico d’Italia, scelto per “amicizia e affetto” nei confronti del defunto e “sembra” per
interessamento diretto di Galeazzo Ciano e Achille Starace.
(dal quotidiano “Il Telegrafo” 29/6/39)
5
Arturo Dazzi aveva già progettato nel 1926 un monumento ai caduti di Ancona mai realizzato. Inoltre aveva collaborato nel 1932 con Marcello
Piacentini alla realizzazione del monumento dedicato al Maresciallo Cadorna a Pallanza. Non dissimile nella forma al monumento a Ciano, le
dimensioni erano però assai ridotte.
4 10 novembre 1940 – L’ingegnere Nicoli (responsabile del Genio Civile per l’opera) spedisce all’Ecc. Cipriano Efisio Oppo un elenco pro-memoria
contenente la relazione economica, la convenzione con Dazzi, il progetto del monumento del 21 maggio (vd.nota 32) e il progetto del Genio Civile.
(da Archivio di stato, cartella 1141, fondo PNF)
20 novembre 1941 – Relazione alla “perizia suppletiva dei maggiori lavori e forniture occorrenti per il completamento del Monumento a Costanzo
Ciano” compilata da M. Taddeucci e diretta al P.N.F.. In detta relazione (3 pag. A3) trovano posto le revisioni dei prezzi, la nuova data prevista per
il completamento dell’opera (fine del XX anno fascista), le modifiche strutturali e progettuali apportate dal Dazzi al progetto (un piano sopralzato
rispetto a quello della cripta dove poi porre i cimeli dell’”eroe”), le nuove richieste in fatto di carburante e infine le modifiche di scelta circa il
luogo dove concludere le opere artistiche da parte del Dazzi stesso (la scelta ricade sulla cava della Maddalena).
(da Archivio di stato, cartella 1140, fondo PNF)
6
nell’edificazione di opere monumentali le città di Genova, La
Spezia, Marina di Ravenna e Bari con le opere realizzate
rispettivamente da Giovanni Prini, Francesco Messina, Domenico
Filippone e Giandomenico de
Marchis e infine Celestino
Petrone
7
.
Fin dall’inizio della gestione
dell’iniziativa livornese, si
levarono voci di apprezzamento
per la nuova opera, ed essa partì
con la benedizione di personaggi
come Cipriano Efisio Oppo
8
,
Achille Starace, Renato Ricci,
Ettore Muti, Adelchi Serena
(Fig.04) e ovviamente Galeazzo
Ciano. Inoltre venne varata
un’offerta di fondi da destinare
all’edificazione del mausoleo da
parte delle amministrazioni
italiane e dai cittadini privati
9
.
Ben presto ci si rese però conto dell’entità economica di una simile
impresa e, d’altra parte Arturo Dazzi non puntò certo al risparmio,
scegliendo materiali decorativi di grande pregio come graniti della
Maddalena, marmi di Rapolana e marmi verde Arni. Come ulteriore
aggravante per la realizzazione, si pose anche l’entrata in guerra
7
24 dicembre 1939 – A La Spezia viene assegnato a Francesco Messina l’incarico di realizzare l’opera cittadina in onore a C. Ciano, all’interno
dell’arsenale militare navale. (dal quotidiano “Il Telegrafo” 24/12/39)
Dicembre 1940 – Articolo trattante il progetto vincitore del concorso di Ravenna per un monumento commemorativo a C. Ciano in località Porto
Corsini. Immagini del progetto vincitore del concorso e di quello in via di realizzazione. Gli autori sono Giandomenico de Marchis (artista) e
Domenico Filippone (architetto).
(da rivista ARCHITETTURA, Biblioteca G.N.A.M., 12/40)
8
29 maggio 1940 – Lettera di Ettore Muti al ministro dei LL. PP. Adelchi Serena. Richiesta di Muti affinché il ministero dei LL. PP. Provveda ad
“accollarsi” le spese delle strade di accesso al monumento, e dei particolari tecnici di esecuzione.
(da Archivio di stato, cartella 1141, fondo PNF)
20 novembre 1940 – Documento autografo di C. E. Oppo spedito all’eccellenza Serena in riferimento al documento del 19/11.
(da Archivio di stato, cartella 1141, fondo PNF)
9
25 luglio 1939 – La GIL, le Associazioni combattenti e il Direttorio delle stesse hanno deliberato l’erogazione dei contributi alla Federazione
Fascista Livornese per tutte le iniziative riguardanti il Mausoleo e altre opere correlate. (dal quotidiano “Il Telegrafo” 25/7/39)
27 dicembre 1939 – Elenco delle provincie che hanno contribuito direttamente o indirettamente (raccogliendo offerte) alla raccolta fondi per il
monumento. (da Archivio di stato, cartella 1140, fondo PNF)
12 gennaio 1940 – Elenco degli enti che hanno donato fondi per l’erezione del monumento a C.Ciano. Figurano tra gli altri: Istituto delle
assicurazioni con £ 1.150.000, Confederazioni varie con £ 900000, Casse Risparmio con £ 1.040.000, Banche varie con £ 1.190.000.
(da Archivio di stato, cartella 1140, fondo PNF)
7
dell’Italia, a fianco della Germania nazista. Ovviamente, viste le
ristrettezze economiche nelle quali si trovava il paese in stato di
belligeranza, le opere di non pubblica utilità subirono numerosi
ritardi sia nei finanziamenti che nelle provvigioni dei materiali,
quando addirittura non vennero interrotte nella loro realizzazione.
Difatti, se in un primo momento i lavori cominciarono con ampio
dispiego di uomini e mezzi, man mano che il conflitto proseguiva il
cantiere subiva requisizioni di carburante per i mezzi di
locomozione e per le motonavi, tagli agli stipendi degli operai, fino
ad arrivare alla requisizione degli operai stessi, prima diretti alle
industrie belliche, poi verso il fronte ed infine per le fabbriche di
armi in Germania
10
.
Con il colpo di stato
del 25 luglio del ‘43,
deposto il Duce,
vennero meno le
motivazioni per
portare avanti il
cantiere del faraonico
monumento che
venne abbandonato
(Fig.05)
11
.
10
26 luglio 1941 – La ditta Schiappacase rifiuta un diniego di ritardo di 6 mesi e una proposta a 3 mesi per l’adempimento dell’opera, adducendo le
seguenti cause: 1) scarsità di mano d’opera a causa degli operai coscritti per la guerra o precettati per lavori in Germania; 2) rifiuto degli
esoneri per gli operai stessi; 3) indisponibilità di esplosivi per la cava, causa conflitto in corso; 4) indisponibilità totale di carbone, nafta,
benzina, motobarche; 5) difficoltà di noleggio dei natanti per il trasporto. Stanti queste le difficoltà, la ditta chiede di nuovo la proroga dei 6 mesi.
(da Archivio di stato, cartella 1141, fondo PNF)
11
30 aprile 1944 – Documento della Ragioneria Centrale dello Stato facente il punto sulla situazione nel cantiere di monte Burrone:
- l’opera è sospesa dal 25 luglio del ’43 e non richiede completamenti, ne lavori per preservarla dalle intemperie;
- la documentazione riguardante il cantiere è stata distrutta da un bombardamento in data 28 maggio 1943 ed è attualmente in fase di
ricostruzione;
- dopo il collaudo sul cantiere, si deve procedere al saldo delle ditte interessate alla costruzione e relativa rescissione del contratto;
(da Archivio di stato, cartella 1140, fondo PNF)