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l ingegner Belly venne incaricato dal Governo Piemontese di fare un censimento
sulle attivit minerarie in Sardegna. In quel periodo esistevano solo le "fosse":
pozzetti discendenti che sfruttavano gli affioramenti superficiali di galena. Il Belly
ne cont 7 nel settore di Ingurtosu, 5 nel settore di Gennamari e ben 67 nel settore di
Montevecchio.
Le concessioni passano poi alla SocietŁ Civile des Mines di Parigi. Da
questo momento le attivit minerarie subiscono un forte impulso (MASSOLI-
NOVELLI, 1992). Nel 1865 a Gennamari-Ingurtosu lavoravano 606 operai, erano
in esercizio 3 laverie, 2 delle quali meccaniche e una con crivelli sardi
(ROLANDI, 1949). Si estraeva allora solo la galena (solfuro di piombo),
trascurando la blenda (solfuro di zinco). Da questo momento si impiantano
strutture moderne: fu costruito un ospedale, un acquedotto, si ampliarono le
laverie esistenti e se ne costruirono di altre. Una di queste ultime, piccola, era
sussidiaria a quella di Ingurtosu. Aveva lo scopo di trattare le blende povere (15%
in zinco) che si ottenevano dalla laveria principale. Si aveva infatti un deposito di
circa 2000 tonnellate di materiale blendoso con carbonato di ferro. Il materiale
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veniva passato al forno in modo da distaccare col calore a 600 C le piø piccole
particelle di blenda dalla ganga (quarzo e siderite) trasformando il carbonato di
ferro in ferro magnetico, facilmente separabile con una cernitrice magnetica.
Il combustibile adoperato era la legna e specialmente fascine. Il materiale cotto
veniva successivamente lavato nei crivelli meccanici, ottenendosi la blenda al 40%
in zinco.
Nel 1899 le miniere di Gennamari e Ingurtosu furono acquistate con tutte le
altre concessioni, terreni e fabbricati dalla famiglia del Lord Brassey di Londra;
cominci la nuova era di grandi lavori ed impianti con l apporto di nuovi capitali. Fu
costruita una nuova laveria meccanica denominata Brassey nella zona di
Naracauli, un nuovo ospedale, due nuovi pozzi, il pozzo Lambert ed il pozzo San
Giorgio; fu realizzata una decauville fino alla foce del Rio Piscinas, nonchØ un
piccolo molo per l attracco dei velieri. Nel 1926 fu costruito un nuovo e moderno
impianto di flottazione denominato Pireddu; fu ristrutturata anche la laveria
Brassey che sino ad allora separava i minerali metallici con metodi gravimetrici,
mediante crivelli. Durante la prima guerra mondiale si ha un periodo di crisi
4
dovuta alla mancanza di operai che vengono chiamati sotto le armi.
Dopo la guerra per la produzione arriva nuovamente a livelli altissimi, vi
lavorano circa 1200 operai e centinaia di tecnici.
Il declino delle miniere di Ingurtosu e Gennamari comincia nel 1954 a causa
della crisi mondiale del piombo e dello zinco. I livelli di produzione vengono
abbassati e nel 1965 la societ Pertusola cede le concessioni di Ingurtosu e
Gennamari alla Societ Monteponi e Montevecchio. Questa societ che gi gestiva le
miniere di Montevecchio, dopo uno studio giacimentologico, decide nel 1968 di
chiudere definitivamente le miniere (MASSOLI-NOVELLI, l.c.).
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GEOLOGIA DELL AREA INGURTOSU-NARACAULI
L area in cui si svolge la ricerca Ł caratterizzata da scisti riferibili al periodo
Ordoviciano inferiore, in seguito al rinvenimento di acritarchi (MASSOLI-
NOVELLI, l.c.), dell era Paleozoica. Su queste formazioni sedimentarie debolmente
metamorfosate e silicizzate poggiano i depositi di sterili minerari presenti nella zona.
Nella parte a Nord di Ingurtosu sono presenti delle placche di rocce
porfiriche originate da attivit vulcanica subaerea durante l Ordoviciano medio. I
porfiroidi sono presenti sia sotto forma di banchi e di lenti concordanti, sia sotto
forma di dicchi che tagliano gli scisti visti precedentemente.
Troviamo il batolite granitico ercinico dell Arburese a Sud-Est di Ingurtosu,
sempre riferibile al Paleozoico. Durante quest era si sono avute due rivoluzioni
orogenetiche, fra cui quella ercinica con messa in posto di graniti (COCOZZA et al.,
1973). In seguito all intrusione dei graniti e alle fratture apertesi, forse a causa del
raffreddamento e del collasso del granito stesso, si trovano filoni aplitici e porfirici.
In parte i filoni sono tangenziali al batolite e in parte lo attraversano. Questi filoni
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sono da attribuire al Permo-carbonifero; in ogni caso sono piø antichi dei filoni
piombozinciferi in quanto sono attraversati da questi ultimi.
I filoni piombozinciferi piø importanti, cioŁ quelli piø ricchi in quanto
hanno concentrati i tenori maggiori di metallo, sono quelli tangenziali e concordanti
con il batolite e presenti negli scisti ordoviciani. Hanno ad Ingurtosu un orientamento
NE-SW. Quelli piø poveri in minerali sono i filoni che attraversano il granito con un
orientamento circa WNW-ESE. Questi filoni sono connessi al magmatismo ercinico e
geneticamente riferiti alle mineralizzazioni mesotermali. Per avere un idea
dell importanza di questo sistema basta pensare che le fasce filoniane principali si
estendono complessivamente per oltre 15 km e che i singoli filoni hanno una potenza
variabile da 2 a 10 m.
Per terminare abbiamo le formazioni quaternarie e attuali che si trovano
nella parte costiera della zona. Si tratta di sedimenti sabbioso-arenacei e
conglomeratico-sabbiosi ricoperti da sabbie eoliche che ricoprono, verso l entroterra,
una superficie di circa 20 km
2
dando origine a dune gigantesche di grande valore
geomorfologico e paesaggistico (MASSOLI-NOVELLI, l.c.).
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FATTORI CLIMATICI
I fattori climatici sono molto importanti perchØ dalla loro interazione si ha
come risultante il clima di una determinata zona. I principali sono: temperatura, luce,
pioggia, neve, nebbia, umidit atmosferica, vento. Sono stati presi in considerazione
la temperatura media e la piovosit .
Per la temperatura si Ł fatto riferimento alla stazione termometrica di
Fluminimaggiore, posta ad un altezza di 45 m s.l.m.. Il mese piø freddo Ł Gennaio
con una temperatura media di 9,8 C, mentre il mese piø caldo risulta essere Agosto
con 23,0 C (Tav. 1).
Per la piovosit si Ł fatto, invece, riferimento alla stazione pluviometrica di
Montevecchio, posta ad una quota di 370 m s.l.m.. In questo caso la quantit minima
di pioggia la troviamo nel mese di Luglio con soli 4 mm e la quantit massima a
Dicembre con 124 mm (Tav. 2).
Con i dati riguardanti la temperatura media e la piovosit Ł stato costruito
anche il diagramma umbrotermico della zona (Tav. 3).
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SCOPO DELLA RICERCA
Lo scopo della presente ricerca Ł l individuazione di specie vegetali
spontanee capaci di colonizzare discariche di sterili minerari. La discarica presa in
esame contiene tenori altissimi di metalli pesanti: Piombo, Zinco e, in minor quantit ,
Cadmio e Rame (MASSOLI-NOVELLI, l.c.).
Si tratta di un bacino di decantazione abbandonato (CICCU et al., 1987) in
cui venivano accumulati i fanghi di flottazione, provenienti dagli impianti di
concentrazione di Naracauli e di Pireddu, e breccini (di dimensioni piø grossolane)
derivati da impianti di prearricchimento (MASSOLI-NOVELLI, l.c.).
Il bacino non ha nessuna protezione e gli sterili, soggetti a forte erosione
(anche per la pendenza che in molti punti Ł notevole), creano il rischio di
contaminazione ambientale. Infatti nel fondovalle scorre il Rio Naracauli che ha la
sua foce nella zona di Piscinas, una delle parti piø belle della Sardegna Sud-
occidentale.
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Sino al 1988 non si avevano segnalazioni di inquinamento idrico (DI
GREGORIO e MASSOLI-NOVELLI, 1988), anche se le ricerche attuali condotte dal
Gruppo Idrogeochimica del Dipartimento di Scienze della Terra dell Universit di
Cagliari sulle acque del Rio Naracauli danno conferma alle preoccupazioni. Infatti i
livelli di Zn, Cd e Pb nel Rio Naracauli sono notevolmente alti (CABOI et al., 1992-
1993).
Di questa situazione non c Ł da stupirsi in quanto sono molteplici i casi di
inquinamento di acque superficiali dipendenti da attivit minerarie. Dalla miniera di
Funtana Raminosa avveniva lo scarico nel Rio Saraxinus, affluente di destra del
Flumendosa, alcuni chilometri a monte della diga dalla quale si attinge acqua per la
citt di Cagliari e per numerosi centri della Sardegna meridionale; altri casi di
inquinamento noti sono quelli del Rio San Giorgio (Iglesias), del Rio Sa Duchessa di
Domusnovas e quella del Rio Sitzerri (Guspini), sempre a valle di impianti
mineralurgici. Nel Rio Sitzerri si raccolgono le acque provenienti dalla zona
mineraria di Montevecchio (adiacente a quella di Ingurtosu). Analisi effettuate dalla
Soc. Samim hanno dato come risultati elevate concentrazioni di metalli pesanti (Pb,
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Zn e Cd). Elevate concentrazioni di questi stessi metalli sono state trovate anche nelle
acque degli stagni di San Giovanni e Marcedd , dove i pescatori denunciavano cali del
pescato e morie di pesci a causa degli apporti inquinanti del Rio (DI GREGORIO e
MASSOLI-NOVELLI, l.c.).
Alla luce di questi risultati l individuazione delle specie vegetali che
riescono a vivere in condizioni cos estreme potrebbe essere mirata alla creazione di
un suolo, da parte proprio di queste piante, e di una nuova vegetazione. In questo
modo si potrebbe minimizzare il processo di erosione e con esso anche quello di
inquinamento, nonchØ la situazione estetica negativa della zona che appare
decisamente in uno stato desolante.
¨ risaputo, infatti, che le piante pioniere sono quelle che, per vivere, non
hanno bisogno di un suolo gi formato e che poi, grazie a loro, comincia il fenomeno
di pedogenesi. Le parti morte delle piante creano un substrato ottimale per organismi
animali che degradano la sostanza organica e per l insediamento di altre specie
vegetali che abbisognano di un suolo piø ricco per il loro insediamento. In questo
modo, in tempi piø o meno lunghi, si arriva alla formazione di un suolo piø ricco
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parallelamente all introduzione di specie vegetali di sempre maggiore taglia formanti
fra loro associazioni sempre piø complesse.
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MATERIALI E METODI
Il materiale Ł stato raccolto nella discarica di sterili minerari nei pressi della
vecchia laveria Brassey. Qui esiste un grande bacino di decantazione abbandonato
dove venivano accumulati ingenti quantit di materiali di scarto provenienti dalla
lavorazione mineraria.
Sono state considerate le seguenti specie:
Rumex bucephalophorus L.
Dactylis hispanica Roth
In una posizione periferica rispetto alla discarica:
Helichrysum italicum (Roth) Don subsp. microphillum (Willd.) Nyman
Dai bordi del sottostante Rio Naracauli:
Carex microcarpa Bertol.
Holoschoenus vulgaris Link
In una posizione piø distante dall acqua:
Euphorbia pithyusa L. subsp. cupanii (Guss.) A.R. Sm.
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Le diverse specie sono state determinate con la FLORA D ITALIA di
SANDRO PIGNATTI, 1982.
Le specie vegetali sono state raccolte di proposito in due ambienti
ecologicamente diversi, sulla discarica e nei pressi del ruscello, in modo tale da poter
fare poi un confronto. Si Ł agito in questo modo in quanto i metalli pesanti della
discarica, con il dilavamento, vanno a finire nel fondovalle dove scorre il ruscello.
I semi sono stati raccolti nel periodo che va da Maggio ad Agosto 1993.
Rumex in Maggio. Helichrysum Carex Holoschoenus a fine Giugno. Dactylis
Euphorbia ad Agosto.
Con i semi raccolti sono state effettuate prove di germinazione. Sono state
preparate capsule Petri, in ognuna delle quali vi era un lotto di 25 semi.
Sono stati disposti un disco di carta bibula nel fondo e uno nel coperchio
della capsula e quindi imbevuti di H
2
O distillata, tranne nell ultima prova dove sono
state usate soluzioni di PbCl
2
e di ZnSO
4
.
Sono stati fatti dei controlli periodici, durante i quali si prendevano i dati
della germinazione e veniva aggiunta H
2
O distillata secondo le necessit delle
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capsule. Queste ultime venivano tenute nella camera termostatica (frigotermostato)
ad una temperatura costante di 20 C e a luce alternata.
La prima prova di germinazione Ł stata effettuata nel Luglio 1993. Sono
state preparate 16 capsule di vetro Petri, in ognuna delle quali Ł stato messo un lotto
di 25 semi.
In particolare vi erano:
4 capsule di Carex (100 semi)
4 capsule di Holoschoenus (100 semi)
4 capsule di Rumex (100 semi)
4 capsule di Helichrysum (100 semi)
La seconda prova di germinazione Ł stata effettuata nel mese di Ottobre
1993. Sono state preparate 16 capsule di vetro Petri, in ognuna delle quali Ł stato
messo un lotto di 25 semi.
In particolare vi erano:
2 capsule di Rumex (50 semi)
2 capsule di Helichrysum (50 semi)
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2 capsule di Holoschoenus (50 semi)
2 capsule di Carex (50 semi)
4 capsule di Euphorbia (100 semi)
4 capsule di Dactylis (100 semi)
Per quanto riguarda i semi di Carex, al 24 giorno non avevano ancora
germinato e quindi si Ł provveduto alla loro scarificazione mediante la rottura del
tegumento esterno. Nel mese di Novembre 1993 sono state preparate altre 2 capsule
di semi di Carex (25 semi per capsula). Questi semi sono stati scarificati prima della
prova di germinazione. Per l Euphorbia la germinazione si Ł fermata al 33%, i
restanti semi si sono ammuffiti. Si Ł provveduto perci ad una nuova prova effettuata
sempre a Novembre. Sono state preparate 4 capsule con 25 semi ciascuna.
La terza prova di germinazione Ł stata effettuata nel Luglio 1994. Sono
state preparate 12 capsule:
4 capsule di Carex (100 semi)
4 capsule di Dactylis (100 semi)
4 capsule di Helichrysum (100 semi)