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opportunamente valutati e quindi acquistati al fine di eseguire tutte le prove in massima
sicurezza.
In una prima fase sono stati testati tutti i materiali necessari alla costruzione del motore
sia a temperatura ambiente sia in azoto liquido, si sono quindi scelti quei materiali che
garantivano il miglior compromesso tra prestazioni elettriche e meccaniche, in seguito in
conformità a tali scelte si è progettato e quindi costruito il motore che è stato testato nel
suo complesso in ambiente criogenico, valutando tra l’altro la possibilità e gli eventuali
vantaggi in termini economici di utilizzare semplice rame per la costruzione degli
avvolgimenti invece che superconduttore.
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CAPITOLO I
Il problema termico
I motori elettrici sono macchine elettromagnetiche, ed i loro costituenti, nella quasi totalità
delle macchine sono: ferro, rame e materiali isolanti.
Come avviene per qualsiasi sistema di conversione dell’energia, anche nelle macchine
elettriche si ha sempre che l'energia uscente (Wu) è minore dell'energia entrante (We). La
differenza fra l'energia entrante e quella uscente rappresenta l'energia perduta (Wp).
L'energia perduta (Wp), trasformandosi in energia termica, determina una sovraelevazione
di temperatura del complesso rispetto alla temperatura ambiente.
Alla generazione delle perdite e quindi del calore di una macchina elettrica concorrono vari
fattori, è bene subito chiarire che l’aumento di temperatura dovuto alle perdite è un limite
sentito in maniera preponderante dall’isolante che avvolge i conduttori, è infatti la massima
temperatura ammissibile a cui questo può lavorare che in un certo senso determina la
massima potenza e il campo di operatività di una certa macchina.
A tal proposito si ricorda che ogni isolante è vincolato ad una certa temperatura limite di
esercizio
max
θ oltre la quale l’isolante si degrada in tempi relativamente brevi arrivando
molto spesso alla sua distruzione e causando così la rottura della macchina.
E’ utile ricordare la Regola di Montsinger: la vita dell’isolante si dimezza in
corrispondenza di un superamento continuativo della temperatura ammissibile di circa 8-
9°C
Occorre cioè che risulti:
maxregime
θ θ≤
Si intuisce subito che quindi le potenzialità di un certo motore a parità di altri fattori sono
strettamente correlate all’efficacia del suo sistema di raffreddamento.
Il sistema di raffreddamento stabilisce quindi le potenzialità di un dato motore.
Generalmente un motore fornisce una potenza tanto maggiore quanto maggiore è la
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corrente assorbita. Questa è limitata dalla temperatura che gli avvolgimenti possono
raggiungere che, come detto, dipende dalla qualità degli isolanti, cioè dalla classe di
isolamento. In base alle proprietà di resistenza alla temperatura, gli isolanti vengono
raggruppati in classi, in tabella 1 sono riportate la varie classi di isolamento con relativa
temperatura.
Tab 1.1 – Classe d’isolamento di alcuni materiali isolanti
Se il sistema di raffreddamento è sempre lo stesso, si ha più potenza per un motore di classe
più elevata. A parità di classe si può aumentare la potenza di uscita potenziando il sistema
di raffreddamento. Un motore in un ambiente ventilato, può fornire una potenza doppia
dello stesso motore in ambiente chiuso.
Per cercare di ottenere maggior potenza da un motore, un modo è sicuramente quello di
cercare di raffreddarlo nella maniera migliore possibile.
Prima di passare in rassegna i metodi per raffreddare un motore è utile elencare quali sono
le cause che lo riscaldano, di seguito si affronterà una breve trattazione sul problema
termico delle macchine elettriche, andando ad evidenziare le tre fasi che lo interessano:
• generazione del calore
• trasmissione del calore
9
• asportazione del calore
1.1 Generazione del calore
In una macchina elettrica si genera calore a seguito delle perdite che si manifestano in essa
durante il suo funzionamento.
Le principali perdite che si hanno nelle macchine elettriche sono:
Perdite nel ferro (per isteresi e correnti parassite)
Esse possono essere espresse con una relazione del tipo:
1,2
2
[,]
50
M
fepBfM fe
f
PC B G
⎛⎞
= ⋅⋅ ⋅
⎜⎟
⎝⎠
dove:
-
fe
P = perdite nel ferro (W)
-
[,]
M
pB f
C = cifra di perdita delle lamiere magnetiche (W/Kg)
-
M
B = induzione massima (T)
- f = frequenza (Hz)
-
fe
G = peso del ferro (Kg)
Per macchine funzionanti a flusso costante (trasformatori, motori asincroni) esse sono
indipendenti dal carico.
Le perdite nel ferro saranno ulteriormente approfondite nel Capitolo 3 dedicato ai materiali.
10
Perdite nel rame (Per effetto Joule)
Possono essere espresse con una relazione del tipo:
2
cu
PRI= ⋅
dove:
-
cu
P = perdite nel rame (W)
- I = Intensità di corrente (A)
- R = Resistenza (Ω)
Esse dipendono generalmente dal carico. Quanta più corrente assorbe la macchina tanto più
grandi risulteranno essere le perdite nel rame. E’ soprattutto su questo tipo di perdite che,
come vedremo nel seguito, si è concentrata la nostra attenzione.
Perdite meccaniche (per attrito e ventilazione)
Sono perdite legate agli accoppiamenti cinematici delle macchine e come tali sono presenti
solo nelle macchine rotanti. Quelle per attrito sono proporzionali alla velocità angolare,
quelle per ventilazione al cubo della stessa velocità; possono essere espresse con una
relazione del tipo:
3
ma v
PKnKn= ⋅+ ⋅
dove:
-
m
P = perdite meccaniche (W)
- n = velocità angolare (giri/min)
Per quelle macchine funzionanti a velocità costante (macchine sincrone) o praticamente
costante (macchine asincrone) sono indipendenti dal carico.
Perdite addizionali
Tali perdite non sono di facile valutazione teorica e dipendono principalmente da:
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- distorsioni di flusso magnetico;
- distribuzione non uniforme della corrente nei conduttori;
- correnti parassite nelle masse metalliche vicine agli avvolgimenti.
Proprio per il fatto che tali perdite sono di difficile valutazione teorica, per alcune
macchine vengono fissate dalle Norme CEI (per le macchine asincrone, per esempio, esse
vengono convenzionalmente fissate pari allo 0,5% della potenza nominale).
1.2 Trasmissione del calore
La trasmissione del calore nelle macchine elettriche avviene secondo le tre tipiche forme:
- Trasmissione per conduzione
- Trasmissione per convezione
- Trasmissione per irraggiamento
Tali forme di trasmissione quasi mai si verificano singolarmente ma piuttosto generano
una reciproca interazione.
Conduzione
Tale forma di trasmissione del calore è tipica dei corpi solidi (sebbene essa avvenga anche
in seno ai liquidi e ai gas).
Essa avviene senza alcun movimento di materia, ed è il caso tipico della trasmissione del
calore fra due superfici di un corpo solido.
12
p
S
P
d
λ
θ
⋅
= ⋅∆
-
p
P = potenza trasformata in calore che si trasmette da una superficie all'altra in un
secondo (W)
- S = superficie attraverso la quale avviene la trasmissione (m²)
- d = distanza fra le due superfici (m)
- λ = conducibilità termica del corpo (W/m K)
- θ∆ = differenza di temperatura fra le due superfici (K)
Nelle macchine elettriche tale tipo di trasmissione del calore si ha all'interno dei materiali
attivi (avvolgimenti e nuclei magnetici).
Convezione
È caratteristica dei corpi liquidi e gassosi. Essa avviene con movimento di materia
all'esterno delle sorgenti termiche: in tal caso il calore si propaga perché parti del fluido
caldo si spostano verso zone di fluido freddo mescolandosi e sostituendosi ad esso.
La trasmissione del calore per convezione è esprimibile con la seguente legge:
pcc
PKS θ= ⋅⋅∆
-
p
P = potenza trasformata in calore trasmessa al fluido dal corpo caldo in un secondo
(W)
-
c
S = superficie attraverso la quale il calore si trasmette al fluido (m²), superficie utile per
la convezione
-
c
K = Coefficiente di trasmissione del calore per convezione (W/m² K)
- θ∆ = sovratemperatura del corpo rispetto al fluido (K)
Nelle macchine elettriche tale tipo di trasmissione del calore si ha tra le superfici esterne
degli avvolgimenti e dei nuclei e il fluido a contatto con tali parti (aria per le macchine
rotanti, aria o olio per i trasformatori).
13
Irraggiamento
Avviene in generale dalle pareti dei corpi solidi all'aria circostante senza movimento di
materia (può avvenire anche nel vuoto).
È una forma di trasmissione del calore sotto forma di onde elettromagnetiche le quali,
colpendo un corpo, trasformano la propria energia in calore.
La trasmissione del calore per irraggiamento viene espressa con la legge di Stefan-
Boltzmann:
44
12
100 100
pi i
PK S
θθ
⎡ ⎤
⎛⎞⎛⎞
= ⋅−⋅
⎢ ⎥
⎜⎟⎜⎟
⎝⎠⎝⎠
⎢ ⎥
⎣ ⎦
-
p
P = potenza trasformata in calore irradiata all'ambiente dal corpo caldo in un secondo
(W)
-
i
S = superficie attraverso la quale il calore si trasmette all'ambiente (m²), superficie utile
per l'irraggiamento
-
1
θ = temperatura assoluta (K) del corpo radiante
-
2
θ = temperatura assoluta (K) dell'ambiente
-
i
K = coefficiente di trasmissione del calore per irraggiamento (W/m
2
K
4
)
Nelle macchine elettriche tale tipo di trasmissione del calore è quella che avviene fra le
superfici esterne della macchina (per esempio, carcassa nel caso di macchine rotanti,
cassone dell'olio nei trasformatori in olio) e l'aria circostante.
1.3 Asportazione del calore
Il trasferimento del calore dalle superfici della macchina elettrica all'ambiente avviene, in
maniera naturale o forzata, attraverso i fluidi refrigeranti, costituiti in genere da:
• Aria e/o idrogeno per le macchine rotanti
• Aria oppure olio nei trasformatori
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Avviene in maniera naturale quando esso è affidato unicamente all'irraggiamento e ai moti
convettivi naturali dei fluidi refrigeranti.
Avviene in maniera forzata quando si ricorre alla circolazione artificiale dei fluidi
refrigeranti. Ciò si rende necessario quando il solo raffreddamento naturale non è in grado
di smaltire tutto il calore prodotto e quindi di contenere la sovratemperatura della macchina
al di sotto dei limiti massimi consentiti. Ricorrere al raffreddamento forzato equivale in
pratica ad aumentare il coefficiente globale di trasmissione del calore.
Nel caso, per esempio, dei trasformatori in olio il raffreddamento forzato può riguardare
l'olio, l'aria, oppure entrambi i fluidi. Per i trasformatori più grandi si può ricorrere anche al
raffreddamento forzato dell'olio mediante scambiatori di calore ad acqua.
Il sistema di raffreddamento dei trasformatori viene indicato con delle sigle formate da più
lettere che stanno ad indicare:
- A = aria
- O = olio
- W = acqua
- N = circolazione naturale
- F = circolazione forzata
Si possono così avere, per esempio, i seguenti sistemi di raffreddamento:
- ONAN = Olio Naturale Aria Naturale (circolazione naturale dell'olio, circolazione
naturale dell'aria)
- ONAF = Olio Naturale Aria Forzata (circolazione naturale dell'olio, circolazione
forzata dell'aria)
- OFAF = Olio Forzato Aria Forzata (circolazione forzata dell'olio, circolazione forzata
dell'aria)
- OFWF = Olio Forzato Acqua Forzata (circolazione forzata dell'olio, circolazione
forzata dell'acqua, che, in uno scambiatore di calore esterno al trasformatore, provvede a
raffreddare l'olio)