CAPITOLO I
UNO SGUARDO GENERALE ALLE
BCC-CR
La formazione nelle Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali Primo capitolo
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Le BCC-CR sono operatori di frontiera che
portano i servizi bancari dove altrimenti non
arriverebbero, sostengono iniziative
imprenditoriali individuali, favoriscono lo sviluppo
economico di nuove comunità.
Tommaso Padoa Schioppa
1.1 Le Banche di Credito Cooperativo nell’evoluzione del
sistema bancario italiano
È bene dare una panoramica generale alle Banche di Credito
Cooperativo–Casse Rurali per poter capire in cosa si differenziano dalle altre banche
presenti sul territorio nazionale italiano e quali sono le loro specificità, per poi entrare
nel vivo della nostra trattazione.
La regolamentazione totale delle banche è stata istituita successivamente
al crack di Wall Street. Questo episodio negativo ha portato al fallimento della banca
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Italiana di Sconto. La Banca d’Italia ha deciso, successivamente a questo episodio,
quindi di regolamentare questi istituti nel 1936 e questa regolamentazione è rimasta in
vigore fino al 1980. Durante questo periodo i clienti delle banche erano maggiormente
tutelati, ma dovevano pagare dei costi operativi eccessivi. Dal 1980 iniziò una
deregolamentazione che portò a diverse conseguenze, tra cui l’apertura di nuovi
sportelli; l’ampliamento dell’operatività escludendo i controlli patrimoniali (regolato dal
nuovo accordo di Basilea) e l’eliminazione degli istituti di credito speciale; l’apertura
alla concorrenza internazionale e le concentrazioni e le fusioni tra banche, ad esempio il
caso di Banca Intesa.
Le regole del mercato protetto, attraverso il quale in passato le banche
erano tutelate, hanno lasciato il posto al mercato in continua evoluzione e competizione
e in parallelo, con la deregolamentazione, sono diminuiti diversi tipi di banche.
A differenza delle imprese industriali, le banche hanno sempre goduto di
una protezione del settore particolare e sono state caratterizzate mediamente da piccole
dimensioni. In questo senso si sono dovute adeguare alle imprese per quanto riguarda i
comportamenti e i criteri tipici, per affrontare la competizione alla quale non erano mai
state sottoposte. Le Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali però hanno sempre
goduto di un certo numero di prerogative, in quanto, a differenza delle altre banche,
sono nate in alcune nicchie e in piccoli paesi lontani dalla concorrenza e il loro sviluppo
è stato, per questo motivo, più omogeneo e senza ostacoli e si sono radicati nel territorio
in modo molto più semplice. Questo non esclude comunque che le Banche di Credito
Cooperativo-Casse Rurali debbano indirizzare le loro energie nella costruzione di
rapporti con la clientela in modo soddisfacente, efficacemente ed efficientemente.
Infatti, anche se in una piccola realtà ci fosse una sola banca, in specifico la Banca di
Credito Cooperativo-Casse Rurali, la customer satisfaction è indispensabile per far si
che si fidelizzi la clientela e non fare in modo che la clientela cerchi altri enti, in località
limitrofe o anche più lontane, per avere una qualità migliore del servizio. È necessario
quindi passare da una visione burocratica della banca ad una visione imprenditoriale.
La Banca di Credito Cooperativo-Casse Rurali ha ancora molte
conoscenze da valorizzare, il lavoro e la volontà possono aiutare ad andare in questa
direzione. Un prerequisito fondamentale per quanto riguarda la direzione di sviluppo di
questo tipo di banche, e anche delle altre banche, è il mantenimento dell’economicità
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dello svolgimento delle attività bancarie. Infatti, l’erosione del patrimonio di una banca
può avere come conseguenza la perdita di fiducia dei clienti. È necessario quindi che la
banca si ponga come obiettivi una maggiore solidità e una migliore giustificazione della
propria esistenza per un duraturo rapporto con l’esterno.
Questa azienda bancaria è collegata sia all’ambiente generale che
all’ambiente specifico quindi agli andamenti dei mercati. I rapporti che intrattiene nei
mercati specifici permettono ad essa stessa di perseguire le finalità di creare valore e di
continuare ad esistere. La banca ha strategie che permettono di mantenere o migliorare
il suo vantaggio e quindi di avere una posizione competitiva nei mercati in cui operano.
Prerequisito fondamentale per le Banche di Credito Cooperativo-Casse
Rurali è la dotazione di un sistema informativo, che influenza la gestione della
conoscenza all’interno dell’azienda. Un sistema informativo che supporti le esigenze
informative in modo efficace ed efficiente. Il sistema informativo deve consentire la
misurazione e il controllo dei singoli fenomeni per consentire una creazione di valore. È
necessario inoltre che questo sistema sia facilmente adattabile alle necessità e
all’ambiente mutevole, anche se, come detto prima, potrebbero sembrare avvantaggiate
questi tipi di banche, in quanto sono situate in nicchie e lontane dalla concorrenza.
L’Information Technology è indispensabile per essere competitivi nel mercato del
credito, che è in continua evoluzione.
Le Banche Credito Cooperativo-Casse Rurali sono società cooperative
senza fini di lucro, dove si vive l’esperienza della democrazia economica in una logica
di imprenditorialità. Il loro obiettivo è quello di favorire la partecipazione alla vita
economica e sociale, di porre ciascun socio nelle condizioni di essere, almeno in parte,
autore del proprio sviluppo come persona.
Le BCC-CR
1
originariamente vedono la luce come Casse Rurali ed
Artigiane nel periodo a cavallo tra la fine dell'800 e il nuovo secolo ad opera di
cooperatori ispirati dal Magistero sociale della Chiesa cattolica che ebbe un ruolo
determinante nello stimolare le fasce umili delle popolazioni rurali (soprattutto
agricoltori ed artigiani, allora categorie prevalenti e particolarmente fragili) per
risollevarsi dalla miseria e dal fenomeno diffuso dell'usura
2
. Queste banche nascono
1
Banca di Credito Cooperativo e Casse Rurali.
2
La Banca d’Italia aveva compreso la fondamentale rilevanza della banca locale sia per allontanare la
piaga dell’usura che per promuovere lo sviluppo della piccola e media impresa. Aveva, infatti, sollecitato,
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dunque sia da una necessità e sia da un'utopia. La necessità di permettere al maggior
numero possibile di persone di ottenere prestiti a condizioni più vantaggiose rispetto a
quelle praticate dalle banche tradizionali. L'utopia di riuscire a far procedere insieme,
ogni giorno, impresa e solidarietà, attenzione alle persone e capacità di
autofinanziamento.
Da allora, le Casse Rurali ed Artigiane hanno mantenuto uno strettissimo
rapporto con il territorio di riferimento, intrecciando la propria storia con quella delle
comunità, tanto da conquistarsi a pieno titolo l'appellativo di "banca locale".
Le Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali, per non perdere i vantaggi legati alla
piccola dimensione, si sono strutturate in un sistema nazionale che prende il nome di
Credito Cooperativo e che si articola su due versanti, uno associativo e uno
imprenditoriale, volti ad assicurare l'integrazione, le sinergie e le economie di scala tra e
per le singole aziende, sono inoltre inserite nel più ampio sistema del Credito
Cooperativo internazionale. Le BCC-CR sono banche locali, legate al territorio. Questo
vuol dire che le loro radici e la loro vitalità nascono dal territorio e tornano al territorio.
In Italia l’articolazione locale del sistema del credito si adatta alla struttura produttiva
del paese, il cui dinamismo è garantito soprattutto dalle imprese di piccola e media
dimensione (il 98,12% delle imprese italiane ha meno di 20 addetti, con una media di
3,8 addetti per impresa
3
). È questo l’ambiente più tipico delle BCC-CR, che
tradizionalmente hanno nelle famiglie e nella piccola e media impresa i propri
interlocutori privilegiati.
“Le banche locali senza scopo di lucro hanno a cuore l’identità e la
cultura del territorio. Possono restituire alla finanza il fine del servizio alla società.
Mantenere il denaro all’interno di una comunità è un ruolo importante. I soldi che noi
mettiamo in banca devono essere riutilizzati a livello locale. Anche questo è un modo
con il quale le banche locali possono contribuire a rafforzare la cultura locale, che
genera fiducia e senza fiducia non c’è mercato”
4
.
già nelle parole di Azzolini, la creazione di “aziende di credito a carattere tipicamente locale, le quali se
amministrate con oculatezza e parsimonia, possono svolgere un’azione assai utile e insostituibile nei
riguardi delle categorie più modeste dell’industria e del commercio e dei piccoli proprietari. L’esperienza
porta a considerare che laddove mancano questi organismi sorge facilmente, sotto varie forme, l’usura”.
Vincenzo Azzolini, Governatore della Banca d’Italia, 1936.
3
Censimento Istat 2001
4
Jeremy Rifkin, Economista, 2002.
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“Le BCC-CR sono operatori di frontiera che portano i servizi bancari
dove altrimenti non arriverebbero, sostengono iniziative imprenditoriali individuali,
favoriscono lo sviluppo economico di nuove comunità” questa è un’affermazione di un
autorevole esponente della Banca d’Italia
5
e successivamente della Banca Centrale
Europea.
5
Tommaso Padoa Schioppa, ora ministro dell’economia.
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1.2 La cooperazione come punto di forza
Il significato della prima parola chiave delle Banche di Credito
Cooperativo-Casse Rurali è il termine cooperazione, cioè operare insieme. La necessità
di cooperare si è presentata quando classi sociali meno fortunate sentirono l’esigenza e
trovarono la forza di emanciparsi economicamente, in un’ottica imprenditoriale. Se,
infatti, si sono storicamente verificati episodi di solidarietà in favore dei più poveri, più
rare sono state le iniziative sociali tra soggetti economicamente deboli. Le prime
esperienze di questo tipo videro la luce nel XIX secolo con la rivoluzione industriale. In
particolare la cooperazione nel settore del credito nacque come antidoto all’usura.
Esistono moltissime e diverse tipologie di imprese cooperative: agricole,
di lavoro, sociali, di consumo, finanziarie che, anche se con finalità diverse, hanno
caratteristiche fondanti comuni. Prima di tutto le cooperative hanno come le società per
azioni, un capitale sociale costituito dalle azioni dei soci, non hanno però come
obiettivo quello di distribuire un guadagno sotto forma di dividendo, ma piuttosto quello
di offrire ai soci il proprio prodotto o il proprio servizio a condizioni vantaggiose. La
cooperativa è quindi una società di persone, che persegue ovviamente obiettivi di natura
economica, dal momento che è sul mercato, e nel mercato rimarrà solo se è capace di
competere. L’obiettivo è raggiungere il massimo livello di produttività e redditività per
assicurare, come obiettivo a lungo termine, la continuità della cooperativa. La differenza
rispetto alle altre forme societarie sta nella centralità della persona, nonché nella
motivazione sociale del profitto e nel legame con valori di solidarietà, partecipazione e
associazionismo. La cooperativa pone un’attenzione forte ed unica sulla persona e non
sulla quantità di capitale da essa versata, al suo interno vale il cosiddetto principio: ogni
persona ha diritto ad un solo voto, pesando nelle decisioni societarie in quanto persona e
non in quanto portatrice di capitale. Vige anche il principio di autogestione e di
democrazia economica, in quanto gli amministratori sono espressione dei soci della
cooperativa.
Il mutualismo indica la reciprocità delle prestazioni. Un ente
mutualistico svolge la sua attività prevalentemente a favore dei propri soci. I soci a loro
volta si impegnano moralmente a servirsi della propria cooperativa ogni volta che
abbiano bisogno di prodotti o servizi da essa forniti. Inoltre, mutualità significa anche
assenza dello scopo di lucro e vincoli sulla destinazione delle riserve patrimoniali della
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società, sulla loro disponibilità e sulla distribuzione degli utili. Mutualismo e
democrazia economica sono caratteri specifici anche delle Banche di Credito
Cooperativo-Casse Rurali, società cooperative per azioni che esercitano l’attività
bancaria. Imprese mutualistiche senza fini di lucro, per le quali una parte del patrimonio
è attribuito a riserva invisibile. Questo significa che il patrimonio non è disponibile per i
soci, che investono nell’impresa in una logica di scambio mutualistico e non in termini
di vantaggio capitalistico, cioè di ritorno sul capitale. Il mutualismo, che si configura
come un elemento distintivo per le BCC-CR, non esiste per nessun’altra banca, neppure
per le Banche Popolari formalmente cooperative e ha un carattere interno, che si
esprime verso e tra la base sociale, e un carattere esterno, verso la comunità locale.
L’ultimo aspetto unisce solidarietà, localismo, fiducia e sviluppo e viene descritto nel
Bilancio Sociale e di Missione, che è realizzato autonomamente da moltissime BCC-CR
e che il Credito Cooperativo elabora come sistema. È la testimonianza del fatto che il
benessere della comunità ai nostri giorni non è solo dato dalla ricchezza materiale, bensì
anche dalle maggiori opportunità e possibilità, dalle occasioni e dalle relazioni che si
creano all’interno dei territori in cui le BCC-CR sono presenti. Il nucleo di un’impresa
cooperativa mutualistica è rappresentato dunque dai soci in quanto persone, cioè non
azionisti che pesano nella società in relazione al capitale versato. Le radici storiche del
Credito Cooperativo parlano di piccoli agricoltori ed artigiani che, unendo scarsi mezzi
a disposizione, costituivano la Cassa Rurale e riuscivano a sopravvivere nonostante le
non poche avversità. La loro buona riuscita e la loro crescita coincidevano con quella
del piccolo paese in cui vivevano. Così, oggi come in passato, cooperazione, mutualità e
localismo sono le colonne portanti delle Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali,
anche nella generale evoluzione del sistema.
Oltre ad essere diventate Cooperative di Credito basate sul socio e
finalizzate allo sviluppo del territorio, le Casse Rurali ed Artigiane sono diventate, nella
definizione del Testo Unico Bancario del 1993, Banche di Credito Cooperativo. Un
cambio di nome, e in parte di sostanza, ma non di essenza e di finalità, parallelo al
cambiamento di un’economia che, incentrata prevalentemente sull’agricoltura fino agli
anni Cinquanta, con il 17,4% della popolazione occupata in questo settore, lo è oggi
solo in maniera marginale, per il 2,5% della popolazione
6
.
6
Statistiche Istat 2005.
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Il ruolo della Cassa Rurale si è evoluto nel tempo pur nella costante
funzione di lievito dell’economia del territorio, diventata sempre di più rilevante
soprattutto a partire dagli anni Settanta. Infatti, se nel 1945 all’elevata capacità di
attrarre risparmio faceva riscontro una limitata quasi marginale attività di impiego, negli
anni seguenti le Casse presero a contribuire sempre più attivamente alla crescente
tendenza generale a sviluppare gli impieghi economici, spostandosi verso una funzione
creditizia. Ampliarono il credito accordato agli agricoltori, artigiani e in genere alle
piccole imprese locali. La ricchezza che crearono affluiva ai loro sportelli e veniva
riutilizzata, portando a mutamenti più profondi negli anni seguenti.
Negli 1960 una più moderna funzione è acquisita alle Casse, che
avevano accolto l’espresso invito del governatore della Banca d’Italia, perché la Cassa
“deve essere organismo completo che prende e che dà, e quindi ha un’anima: non è
soltanto il raccoglitore che riversa i denari agli altri, anche quando questi ne possa fare
buon uso”
7
. Le Casse Rurali, in linea con la loro vocazione originaria, accompagnarono
la ripresa e lo sviluppo delle imprese minori, nella fase del dopoguerra. Lo sviluppo
degli anni settanta/ottanta fu conseguenza di diversi fattori tra cui il localismo, il tessuto
di relazione con il sistema delle piccole imprese e le evoluzioni normative di quegli anni
con la specificazione delle Casse Rurali.
7
Donato Menichella, Convegno Nazionale delle Casse Rurali, 1953.
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1.3 L’evoluzione delle Casse Rurali ed artigiane a Banche di
Credito Cooperativo
Il sistema bancario delle Banche di Credito Cooperativo è costituito da
400 cooperative mutualistiche e dalle loro 3.500 agenzie che offrono credito, ma anche
da persone, soci e clienti, che grazie a questo credito hanno demarcato la storia delle
tante comunità. Spesso capita che la Cassa Rurale sia nata insieme al paese e quindi si
sia avuta una crescita armonica. La particolarità delle Casse Rurali è quella di essere
presente anche in comuni molto piccoli che hanno pochissimi servizi primari e
commerciali. Un esempio è dato dal Trentino Alto Adige in cui vi sono le Casse
Raiffeisen
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che svolgono il loro compito nelle piccole realtà con cui si vanno ad
interfacciare. È quindi una caratteristica importante il senso di appartenenza che le
persone sentono con questi edifici, che oltre a coincidere con i luoghi dei loro risparmi
sono anche un luogo di incontro. Le Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali
operano delle intermediazioni di credito, ma non perdono di vista la funzione di
ottimizzazione delle risorse della comunità e del bene dei soci. È una visione questa che
è andata oltre la semplice funzione bancaria di lotta all’usura e che si pone ai nostri
giorni uno scopo maggiore: il benessere delle persone. Esempi che possono aiutare a
concretizzare queste parole sono: i finanziamenti di piccole imprese artigianali o di
piccoli operatori economici, il supporto alle famiglie e al terzo settore, l’assegnazione di
case alle prostitute per toglierle dalle strade o ad immigrati, i soccorsi agli alluvionati o
ai terremotati e i contributi alla creazione di “poli culturali”.
Il pensiero da cui nascono le cooperative, dal punto di vista ideologico e
storico, parte dall’Inghilterra di Robert Owen e dei pionieri di Rochdale. In Francia i
primi esperimenti di cooperative di lavoro o di consorzi risalgono al periodo tra il 1830
ed il 1840 grazie a Philippe Bouchez, che permise alcune forme associative tra mobilieri
e orafi, e di Luis Blanc nel 1848 che presentò al governo un disegno di legge per la
costruzione di laboratori gestita in forma cooperativa. Al 1848 risale anche l’istituzione
di una seppur semplice forma di banca “popolare” per opera di Pierre Joseph Proudhon,
nello stesso periodo in cui, in Belgio, François Haeck tentava un analogo esperimento di
8
È riconosciuto come il fondatore della Casse Rurali nei paesi di lingua tedesca.