ambasciatore a Vienna dal 1934 al 1938, ed infine ad Ankara dal
1939 al 1944. Fu uno dei pochi ad essere prosciolto dal tribunale di
Norimberga, sebbene siano state evidenti le sue responsabilità
nell'ascesa al potere del nazionalsocialismo.
L'oggetto di studio di questo lavoro è proprio il suo cancellierato
nel 1932 che, anche se comprende un lasso di tempo estremamente
breve nella lunga storia politica della Germania, ha lasciato una
profonda traccia nella storia europea delle istituzioni parlamentari e
democratiche.
Qui si vuole affrontare appunto i diversi aspetti ed analizzare le
vicende dell'operato di un uomo politico che guidò la Germania in
quello che fu uno degli anni cruciali della sua storia, anche in
relazione ad un più ampio discorso che comprende,
necessariamente, la breve storia della Repubblica di Weimar e
l'edificazione del Terzo Reich, in cui lo stesso Papen fu
protagonista.
Per questo motivo, in primo luogo, abbiamo ritenuto opportuno
descrivere le vicende che precedettero la fine della repubblica,
passando attraverso la sua nascita, l'iperinflazione del 1923, la
politica di Stresemann, fino al gabinetto presidenziale capeggiato da
Brüning. Il tentativo di ricercare le cause degli avvenimenti del
1932, è legato, inevitabilmente, ad una analisi degli anni precedenti,
anche se i fondamenti culturali e ideologici trovano la loro origine
nella storia tedesca di fine ottocento.
Più approfondita invece risulta l'analisi, effettuata nel secondo
capitolo, degli avvenimenti che determinarono la caduta di Brüning
e il passaggio ad un governo autoritario e reazionario. I
compromessi, le macchinazioni, gli intrighi operati dietro le quinte
da parte di pochi uomini, portarono al potere Papen, la cui carriera
politica fino a quel momento non era andata oltre a un seggio di
deputato al parlamento prussiano. I motivi che portarono ad una
delle cariche repubblicane più alte un rappresentante certo non di
spicco del panorama politico tedesco del tempo non sono sempre
stati chiari, anche se in molti passaggi appare evidente che il suo
ruolo sia stato di strumento nelle mani di personalità di maggiore
esperienza ed abilità politica.
L'operato di Papen, nel periodo in cui fu cancelliere dal giugno al
novembre del 1932, rappresenta il nucleo centrale di questo lavoro.
Anche se il tema principale riguarda la politica interna tedesca, ci è
sembrato opportuno dedicare un capitolo alla conferenza tenuta nel
luglio del 1932 a Losanna. I motivi sono essenzialmente due: il
primo, perché i risultati della conferenza determinarono la fine dei
pagamenti per le riparazioni di guerra, che avevano sempre
impedito in Germania una politica economica di un certo livello; il
secondo, perché la strumentalizzazione, da parte di alcuni
schieramenti politici, del lavoro portato avanti da Papen a Losanna,
aveva inciso sulla politica interna, soprattutto se si tiene conto che la
fine della conferenza avvenne solo pochi giorni prima delle elezioni
politiche del 31 luglio 1932.
Questo lavoro non ha la pretesa di stilare un giudizio definitivo
sull'operato di Franz von Papen durante il suo cancellierato, ma si
pone come obiettivo quello di mettere in luce quegli avvenimenti e
quelle vicende, che furono poi determinanti nell'ascesa al potere del
nazionalsocialismo. Ed un confronto con quella che poi fu
l'affermazione di Hitler e del suo movimento appare inevitabile.
Infatti, nell'ultimo capitolo, quello riguardante il cancellierato
Schleicher, vengono affrontati gli aspetti riferiti al ruolo svolto da
Papen nella rinascita del nazionalsocialismo e nella nomina di Hitler
a capo del governo. Così come un ampio cenno viene fatto per quel
che riguarda le cariche ricoperte da Papen per conto del Terzo
Reich, negli anni dal 1933 al 1944.
È importante sottolineare, tuttavia, che il tema principale di questo
lavoro rimane comunque l'analisi dell'operato di Papen, visto
soprattutto nell'opinione degli osservatori italiani. I continui
riferimenti alla stampa e ad alcune personalità di spicco del
panorama politico italiano del tempo, ci danno una visione
importante dei giudizi espressi sia da parte fascista, attraverso le più
importanti testate giornalistiche e le relazioni diplomatiche, sia da
parte antifascista, attraverso le analisi di Luigi Sturzo e del
bollettino dell'"Avanti" pubblicato a Parigi.
In definitiva, Franz von Papen non fu un grande uomo politico, e
non fu nemmeno un nazionalsocialista. Era un uomo di idee
conservatrici, promotore di un progetto che portava ad un "nuovo
Stato"; ma le sue debolezze e la sua incapacità ed inesperienza
politica ebbero come conseguenza non solo il fallimento del suo
progetto, ma anche l'ascesa al potere dei nazionalsocialisti. Questa
fu la sua principale colpa come cancelliere del Reich, mentre gli
incarichi sostenuti sotto il governo Hitler erano più che altro dettati
da una chiara volontà di rimanere sulla scena politica, non da una
effettiva adesione alla causa nazionalsocialista. La sua figura rimane
comunque ambigua nel panorama politico del tempo, non avendo
mai preso una posizione chiara e personale per questa o quella
tendenza politica. Le sue Memorie sono il classico esempio di chi
pensa solo a difendere il proprio operato, definendosi vittima degli
avvenimenti e delle azioni altrui.
1. BREVE STORIA DELLA NASCITA E DELLO
SVILUPPO DELLA REPUBBLICA DI WEIMAR
DAL 1919 AL 1932
1.1 La nascita della Repubblica
La Repubblica di Weimar nasce ufficialmente il 19 gennaio 1919
con la convocazione dell'assemblea costituente. In verità, la
repubblica era stata già "preparata" nei mesi precedenti, più
precisamente nel novembre del 1918 quando viene proclamata dal
socialdemocratico Philipp Sheidemann e nasce il primo governo
parlamentare della storia tedesca
1
. Essa si basò su quei partiti che si
erano già pronunciati, nel 1917, a favore di una pace senza vincitori
né vinti e che erano in contrasto con l'imperialismo e
l'espansionismo dello stato maggiore: i liberali progressisti, i
socialdemocratici (Spd) e i cattolici (Zentrum). Sono quei partiti
che, rappresentanti dei ceti medi e piccolo borghesi, danno vita alla
cosiddetta "coalizione di centro-sinistra", un'alleanza definita anche
"nero-rosso-oro", dai colori della bandiera del parlamento di
Francoforte del 1848
2
.
1
Cfr. E. EYCK, Storia della Repubblica di Weimar, Einaudi, Torino 1966, p.48
2
Cfr. S. TRINCHESE, La repubblica di vetro, Ed. Studium, Roma 1993, p.14
Tutti questi avvenimenti furono in parte la conseguenza di tutte
quelle vicende che avevano caratterizzato la situazione politico-
militare durante il 1917 e i primi mesi del 1918. Il paese versava in
condizioni disastrose in seguito alla mancanza di
approvvigionamenti alimentari e l'esercito, ormai privo della
capacità di colmare i vuoti dovuti alle enormi perdite umane, si rese
conto che tener testa agli Alleati era impossibile. Lo sfondamento
del fronte tedesco l'8 agosto ad opera delle truppe australiane, spinse
gli stessi Ludendorff e Hindenburg ad ammettere che era necessario
un armistizio per prevenire la catastrofe
3
.
L'armistizio arrivò la sera dell'8 novembre 1918 quando i
plenipotenziari tedeschi, guidati dal cattolico Erzberger, giunsero
nella foresta di Compiègne a nord di Parigi. In quel luogo avvenne
l'incontro con il generale Foch, comandante degli eserciti dell'Intesa
(francese, inglese e statunitense). Dopo aver ricevuto l'assenso dai
rispettivi governi, sul treno speciale fermo sul binario morto della
linea Compiègne-Soissons - lo stesso su cui Hitler imporrà la resa
alla Francia durante la II guerra mondiale -, venne firmato l'11
novembre l'armistizio. Due giorni prima il Kaiser Guglielmo II
aveva abdicato.
3
Cfr. E. EYCK, Storia della Repubblica di Weimar, op.cit., p.34-35
1.2 Il fallito tentativo rivoluzionario e l'affermazione di un modello
parlamentare
La nuova repubblica, tuttavia, nasceva sullo sfondo di eventi
rivoluzionari che spingevano il paese verso una dittatura del
proletariato, come dimostrato dalla nascita di una repubblica dei
lavoratori a Monaco
4
.
Era chiaro che la rivoluzione bolscevica, fondata sull'eliminazione
del neonato parlamentarismo e sull'annientamento del capitalismo
borghese, esercitava il suo potente influsso sui movimenti più
radicali della sinistra tedesca. Uno di questi movimenti, che si mise
in maggior luce, fu quello degli spartachisti, capeggiati da Karl
Liebknecht e Rosa Luxemburg, staccatosi dall'Uspd - partito
socialdemocratico indipendente tedesco -, passati dall'opposizione
al governo
5
. Il novembre del 1918 fu caratterizzato da numerose
sommosse, che misero in serio pericolo l'ancor giovane repubblica
6
.
Ma a differenza di quanto era avvenuto in Russia, il movimento
degli spartachisti non ebbe il sopravvento su una borghesia ed un
apparato statale ancora forti, e neppure sul gruppo maggioritario
4
Ibidem, p.60-62
5
La Lega di Spartaco, confermando il suo pieno consenso con la politica di Lenin, dette
vita al Partito Comunista tedesco (Kpd)
6
Cfr., C. KLEIN, La Repubblica di Weimar, Mursia, Milano 1970, p.20-24
della socialdemocrazia tedesca (Spd), capeggiata da Friedrich Ebert,
che spingeva per un regime parlamentare
7
. L'affermazione dell'ala
moderata della sinistra tedesca fu dovuta all'appoggio, oltre che
della borghesia imprenditoriale e della vecchia burocrazia imperiale,
anche dell'esercito: i generali si erano resi conto che l'unica speranza
di ottenere una pace accettabile dagli Alleati era la creazione di un
governo democraticamente eletto. Già il 10 novembre il generale
Groener faceva <<sapere verbalmente a Ebert, per mezzo di
Friedrich Naumann, che il comando supremo dell'esercito era
pronto a collaborare con lui>>
8
. Con il suo appoggio al governo
l'esercito avrebbe garantito il mantenimento dell'ordine almeno fino
alla convocazione dell'assemblea nazionale. La repressione,
capeggiata dal ministro della difesa il socialdemocratico Gustav
Noske, fu estremamente violenta, tanto da annoverare tra le vittime
gli stessi Liebknecht e Luxemburg
9
. Il loro assassinio fu attribuito
allo stesso Noske e determinò una profonda ferita tra i comunisti e i
socialdemocratici che non si sarebbe mai più risanata, ed avrebbe
favorito l'indebolimento del paese con l'ascesa di gruppi nazionalisti
di estrema destra
10
. Inoltre Noske si trovò isolato all'interno del suo
7
Gli spartachisti, in contrasto con i capi Luxemburg e Liebknecht, ritenevano che il
parlamentarismo fosse una forma ormai superata. La scelta di non partecipare come Kpd
alle elezioni del 19 gennaio fu criticata dallo stesso Lenin in L'estremismo, malattia
infantile del comunismo, G. Macchiaroli, Napoli 1944, cap. VII
8
E. EYCK, Storia della Repubblica di Weimar, op.cit., p.55
9
G. BADIA, Il movimento spartachista. Gli ultimi anni di Rosa Luxemburg e Karl
Liebknecht, Samonà e Savelli, Roma 1970
10
Cfr., A. ROVERI, Da Versailles a Hitler, Mondadori, Milano 1991, p.19-20
stesso partito con l'accusa, da una parte, di aver usato i militari per
un servizio di ordine pubblico e, dall'altra, di aver reclutato a questo
scopo delle strane formazioni, i Freikorps, non controllati dal
governo centrale e ben felici di combattere contro i comunisti.
In questo clima nasce ufficialmente la prima repubblica tedesca,
anticipata da un suffragio universale per l'elezione dei deputati
dell'assemblea costituente, che ebbe luogo il 19 gennaio 1919.
1.3 La composizione della coalizione di governo
L'elezione dei deputati dell'assemblea costituente ebbe come
novità la partecipazione della Ddp (partito democratico tedesco), in
seguito alla rinuncia della Kpd. La Ddp, rappresentante della
borghesia democratica avanzata, si piazzò terza con il 18%, dietro la
Spd e il Zentrum premiati, rispettivamente, con il 38% ed il 20%. I
partiti di sinistra ottennero oltre il 45%, dimostrando così una certa
forza, ma che non fu sufficiente a permettergli di assumere la guida
del paese, lacerata nel suo interno ed incapace, per la sua sterilità, di
proporsi negli anni successivi come alternativa alla coalizione di
governo
11
. Con questi risultati si giunse, nel febbraio del 1919, alle
nomine dei capi della Spd, Ebert e Scheidemann, rispettivamente a
presidente della repubblica e presidente dei ministri. Il governo fu
11
Cfr., S. TRINCHESE, La repubblica di vetro, op.cit., p.22
formato da quella coalizione (Spd - Zentrum - Ddp) che, essendo
sempre stata all'opposizione e in seguito alla sua inesperienza
politica, difese in larga misura dalla vecchia burocrazia imperiale. È
importante sottolineare che l'elettorato che appoggia la coalizione
aderisce malvolentieri al sistema repubblicano, spinto dalla
necessità di fronteggiare il bolscevismo; questo può essere stato uno
dei motivi per cui un partito come il Centro, di tendenza
monarchica, non solo tollera l'instaurazione della repubblica ma ne
diventa anche uno degli elementi cardine
12
. Per quanto riguarda le
destre, esse erano rappresentate dalla Dvp (partito popolare
tedesco), esponente dei ceti industriali e finanziari, con il 4,4% e
dalla Dnvp (partito popolare tedesco-nazionali), conservatori e
monarchici, con il 10%. La reazione delle destre si orientò,
soprattutto, verso un sentimento di disprezzo nei confronti di quella
neonata coalizione tra il centro e le forze di sinistra, sentimento che
si manterrà costante per tutta la durata della repubblica.
12
Per quanto riguarda l'atteggiamento del centro e le sue trasformazioni si tenga conto de
La repubblica di vetro, op.cit., p.137-143
1.4 La Costituzione di Weimar
Compito dell'assemblea costituente fu appunto quello di preparare
una costituzione che rispondesse all'esigenza di una neonata
repubblica
13
. Il compito dell'elaborazione della nuova costituzione
spettava al segretario di stato per il ministero dell'interno del Reich;
a tal proposito fu nominato il giurista ebreo Hugo Preuss, militante
nell'estrema sinistra del liberalismo radicale. Nella sua elaborazione,
a cui partecipò anche il sociologo Max Weber
14
, Preuss si trovò
subito di fronte ad alcune difficoltà: in primo luogo, si doveva
tenere conto della forte tradizione federalista della Germania
caratterizzata, fino a quel momento, dalla divisione del Reich in
stati e staterelli, alcuni dei quali erano saliti, nei secoli, a rango di
regni (p.es. Prussia, Baviera, Sassonia ecc.). Tutti questi regni e
ducati erano scomparsi con la repubblica, ma le tradizioni e il
sentimento federalista non erano stati assolutamente scalfiti dalla
fine della guerra. Preuss, in particolare, mirò al progetto di costituire
liberi stati tedeschi con confini regionali chiaramente diversi da
quelli precedenti, che dovessero tenere conto dell'origine, dei
13
Tutti i riferimenti alla Costituzione di Weimar contenuti in questo paragrafo sono presi
da La Costituzione di Weimar di C. MORTATI, Sansoni, Firenze 1946
14
M. WEBER, Parlamento e governo nel nuovo ordinamento della Germania, Laterza,
Bari 1919, cap. V-VI
rapporti economici e delle relazioni storiche di ogni popolazione
15
.
Ciò significava, da un lato, lo smembramento di quella che era stata
fin allora la roccaforte imperiale, cioè la Prussia, e dall'altro,
accentuare i poteri regionali attraverso il decentramento
amministrativo.
Il progetto di Preuss trovava parecchi ostacoli da parte dei Länder,
tra i quali la Baviera, che temevano di vedere i loro confini
profondamente ridimensionati. Inoltre, proprio la Baviera e la
Renania, le maggiori regioni cattoliche dell'impero, avevano sempre
dimostrato una forte ostilità nei confronti della protestante Prussia.
D'altronde le forti spinte separatiste della Baviera si erano già
mostrate nel novembre del 1918, quando il socialdemocratico Kurt
Eisner si era fatto promotore di una locale rivoluzione repubblicana.
Tuttavia questo esperimento durò poco, grazie all'intervento delle
truppe di Noske e dei Freikorps che dettero vita a una dittatura
militare.
Tornando alla costituzione, la sua nascita risale al 6 febbraio del
1919 quando l'assemblea nazionale fu convocata dal governo del
Reich a Weimar. L'obiettivo principale era quello di dar vita a una
costituzione che mettesse in condizione la Germania di partecipare
alle trattative con i vecchi nemici, che avrebbero avuto luogo nei
mesi successivi. A tal scopo la costituzione poneva in essere una
15
Cfr., E. EYCK, Storia della Repubblica di Weimar, op.cit., p.60
Repubblica parlamentare e presidenziale al tempo stesso. Infatti il
primo compito dell'assemblea fu quello di eleggere il primo
presidente del Reich, nominato nella persona del socialdemocratico
Ebert. Questi a sua volta nominò come cancelliere Scheidemann; da
li i restanti ministri, con la costituzione di un gabinetto di
coalizione, chiamato poi "coalizione di Weimar".
Nella stesura della prima parte della costituzione, il cui merito è
da attribuire al democratico Conrad Haussman, ci si preoccupò
molto di stabilire un equilibrio tra il Reichstag e il presidente del
Reich. Il parlamento (bicamerale) veniva eletto in base a un sistema
proporzionale che assegnava, quindi, alle masse degli elettori il
compito di scegliere i partiti e non le persone
16
. In base a questo
sistema il Reich fu diviso in 35 collegi. Anche il presidente del
Reich veniva eletto dal popolo e fu dotato subito di grandi poteri:
nominava e licenziava il cancelliere e, su sua proposta, i ministri
della repubblica, i quali avevano comunque bisogno della fiducia
della maggioranza del parlamento; poteva sciogliere il Reichstag e
sottoporre a referendum qualsiasi legge approvata dallo stesso
parlamento; infine, l'articolo 48 della costituzione gli dava ampi
poteri in caso di grave turbamento della sicurezza e dell'ordine
pubblico. La prima parte della costituzione stabiliva anche i rapporti
16
Cfr., M. WEBER, Parlamento e governo nel nuovo ordinamento della Germania,
op.cit., p.112
tra il Reich e i suoi membri. La repubblica si manteneva federalista,
ma la tendenza unitaria veniva rafforzata; infatti la denominazione
Stato fu eliminata e sostituita da Länder. A tal scopo il Reich
conservava la facoltà di modificare i confini dei Länder (art. 18), ma
è significativo che la Prussia mantenne l'estensione che aveva prima
il Regno di Prussia. In effetti, il problema grave dei rapporti fra il
Reich e la Prussia non fu mai risolto negli anni in cui fu in vita la
repubblica
17
.
Nel campo legislativo e amministrativo la competenza del Reich
fu rafforzata. La più grossa novità si ebbe nel campo della finanza
dello stato, rovesciando il principio sostenuto in precedenza da
Bismarck che le imposte indirette dovevano essere riscosse dal
Reich, mentre quelle dirette erano riservate ai singoli stati. Il
trasferimento delle principali imposte dirette dai Länder al Reich
determinò anche lo spostamento di un gran numero di funzionari
locali all'amministrazione centrale. Non altrettanto avvenne per
quanto riguarda le questioni militari. Infatti, da un lato, la
costituzione stabiliva che la difesa dello Stato e la legislazione
sull'ordinamento militare erano compiti del Reich, dall'altro,
manteneva un carattere federalista nel momento in cui i comandanti
di Land, pur nominati dal presidente del Reich, erano comunque
17
Ibidem, p.144-152
proposti dai governi dei Länder. Questo aspetto si rivelò in seguito
abbastanza nefasto.
Di competenza dei Länder rimasero la magistratura, la polizia,
l'istruzione e gli affari ecclesiastici. Ogni Land doveva avere una
costituzione repubblicana ed ogni suo organo doveva essere eletto
secondo il sistema elettorale vigente nel Reich. Infine ogni Land
mandava dei rappresentanti del loro governo al Consiglio del Reich
(Reichsrat) che partecipavano alla direzione dello Stato.
La seconda parte della costituzione era una sorta di "dichiarazione
dei diritti" a somiglianza di quella francese del 1793, che dava allo
Stato compiti di natura filantropica e sociale. Grande merito per la
stesura della seconda parte è da attribuire al liberal-progressista
Friedrich Naumann. La costituzione fu approvata il 31 luglio del
1919 a Weimar.