CAPITOLO 1: La sfida sullo sviluppo dei prodotti
principi cui ispirarsi per realizzare prestazioni superiori nel contesto
competitivo degli ultimi anni?
Non regolette, né semplici risposte per realizzare con successo lo sviluppo dei
prodotti. Non lo si raggiunge investendo di più in ricerca (anche se in alcuni
casi una scelta del genere può rivelarsi decisiva), né mettendo a punto una
tecnologia innovativa; non dipende da modelli avanzati di pianificazione di
progetti o dall’introduzione di tecniche come il “Quality Function Deployment”,
o dall’impiego di tecniche di “Computer-Aided Design”, o dall’utilizzo di
modelli riconducibili al “Simultaneous Engineering”.
Tutto questo serve, anzi, è addirittura necessario, ma non sufficiente.
Ciò che sembra distinguere le aziende che realizzano risultati di alto livello nello
sviluppo di prodotti è la coerenza del sistema di sviluppo nel suo complesso,
comprendente la struttura organizzativa, le specializzazioni, la cultura e la
competenza tecnica e strategica e i processi di risoluzione dei problemi.
Coerenza che si manifesta a tutti i livelli, da quello dei grandi principi e delle
variabili strutturali a quello strettamente operativo. La superiorità delle
prestazioni è una conseguenza diretta della superiorità di tutta l’organizzazione e
del management.
Per sapere tutto ciò che serve sulle origini delle prestazioni elevate, occorre
costruire un quadro informativo molto ampio raccogliendo i dati presso molte
aziende. Infine, per collocare il tutto nel contesto della nuova competizione
industriale, bisogna studiare aziende che competono a livello internazionale.
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CAPITOLO 1: La sfida sullo sviluppo dei prodotti
1.2 Analisi della complessità di un prodotto.
In uno scenario di mercato in cui i clienti sono diventati sempre più competenti
ed esigenti e ad una rallentata espansione della domanda fa riscontro una
sempre più diversificata offerta, per la tecnologia è sempre più sofisticata e
differenziata, lo sviluppo del prodotto ha assunto un’importanza rilevante.
Velocità, efficienza ed efficacia sono diventate questioni cruciali e sono le
variabili critiche sulle quali le aziende operano per sviluppare prodotti sempre
più rispondenti alle aspettative della clientela e dei concorrenti.
Un’automobile ne è un esempio complesso, poiché rispondente ad una
moltitudine di parti e di funzioni. La complessità si riscontra anche dal punto di
vista dell’acquirente. Anche se l’automobile ha una lunga storia e gli
automobilisti ne possiedono in generale una discreta cultura, l’acquisto di una
nuova auto avviene in base a criteri di valutazione – in larga misura soggettivi,
sfumati e sfaccettati – che mutano nel tempo, spesso in modo imprevedibile.
Il sentiero da percorrere per sviluppare un nuovo modello è lungo e irto di
difficoltà; può coinvolgere (e così realmente accade) centinaia o migliaia di
persone e durare parecchi mesi, oltre che impegnare una gran mole di risorse
energetiche e finanziarie. La pianificazione e la progettazione devono tener
conto dell’evoluzione del mercato, degl’inevitabili tempi lunghi e di tutta una
serie di scelte che devono essere meditate e prese. A livello di
ingegnerizzazione, la le difficoltà risiedono nell’elevato numero di parti e di
componenti (magari non tutti tecnologicamente avanzatissimi, ma ad ogni
modo numerosi), nella necessità di controllare il prezzo e la qualità previsti e
nell’incertezza relativa alla valutazione che il cliente fornisce del prodotto.
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CAPITOLO 1: La sfida sullo sviluppo dei prodotti
Tutto ciò rende estremamente affascinante lo studio di sviluppo di
un’automobile, ma va sottolineato che, quanto analizzato, trova larga conferma
e pedissequa applicazione in molte aziende, che, con l’industria
automobilistica, hanno in comune l’opportunità di operare a livello di mercati
altamente competitivi.
Va altresì detto che lo studio dell’auto non prende in considerazione un aspetto
che è di fondamentale importanza per un settore come quello delle
apparecchiature sanitarie e bio-medicali (caso allo studio), vale a dire il fatto
che lo sviluppo di nuovi prodotti è soggetto, nella maggior parte dei paesi nel
mondo a precise normative e direttive. A ciò risulta quindi utile lo schema
(figura 1.1) relativo all’adattamento ad altri settori di alcuni modelli teorici
elaborati nel nostro studio.
Si tratta di una matrice che permette di considerare un dato prodotto secondo
due dimensioni: la prima è la complessità della struttura interna (ad esempio il
numero dei componenti e delle fasi di produzione, il numero di interfacce tra le
parti, la sofisticazione tecnologica e la difficoltà di effettuare alternanza fra
componenti diversi); la seconda riguarda la complessità dell’interfaccia con
l’utilizzatore (per esempio il numero e la specificità dei criteri prestazionali, il
grado di importanza di dimensioni misurabili in contrapposizione a dimensioni
ambigue, e criteri oggettivi in contrapposizione a criteri soggettivi).
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CAPITOLO 1: La sfida sullo sviluppo dei prodotti
Figura 1.1
Combinazioni diverse della complessità interna ed esterna danno luogo a
problemi a differenti nella gestione del processo di sviluppo. Lo schema aiuta
pertanto a cogliere analogie fra nuove automobili e nuovi prodotti di altro tipo.
Un’automobile è composta da miglia di componenti, ciascuno dei quali
richiede processi produttivi costituiti da molte fasi. La complessità tecnologica,
come detto, non è sempre elevatissima, ma le difficili alternanze e la stretta
interdipendenza che esiste fra molti di loro complica moltissimo la
progettazione della parte interna del veicolo. Le ridotte dimensioni sono, in
alcune automobili, un ulteriore elemento di complicazione, così come l’impiego
di materiali particolari.
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CAPITOLO 1: La sfida sullo sviluppo dei prodotti
Ma l’automobile è complessa anche esternamente, dove l’interfaccia prodotto-
utilizzatore è in generale indefinibile e sfaccettata e una automobile può
soddisfare i clienti per motivi anche molto diversi dalla pura funzione di
trasporto individuale, fermo restando che i clienti sono pienamente coscienti
solo di alcuni di essi.
I normali acquirenti sono spesso incapaci di esprimere con chiarezza le loro
aspettative future, anche se sono prontissimi ad indicare quali sono i prodotti
di loro gradimento non appena li vedono. Poiché le motivazioni all’acquisto
tendono ad essere altamente emotive e soggettive, comprendendo fantasie e
simbolismi, sono difficili da tradurre in specifiche tecniche. Di più, giacché le
motivazioni attuali della clientela possono oscurare alcuni importatati aspetti
latenti dei clienti futuri, tenere in considerazione la sola voce dei primi può
risultare quantomeno pericoloso.
Ciò stante, l’automobile è di diritto nel quadrante destro superiore della griglia.
Anche dove le differenze sono forti, si può far ricorso ad analogie di
interpretazione della voce del cliente e della sua traduzione in soluzioni
progettuali, con gli opportuni adattamenti di seguito esplicati: se un prodotto è
molto più complesso internamente, la difficoltà del progetto rispecchia la
complessità del prodotto e del processo.
La differenza tra grandi e piccoli progetti può essere paragonata a quella
intercorrente tra una orchestra sinfonica e un quartetto d’archi; sia l’una che
l’altra sanno suonare benissimo, ma specializzazione, coordinamento,
comunicazione e leadership sono completamente diversi
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.
1
Clark e Fujimoto, 1991
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La grandezza, pertanto, rappresenta una variabile importantissima ai fini
dell’organizzazione e della gestione del processo di sviluppo. Lo sviluppo di un
grande progetto viene di solito affidato ad un manager di altissimo livello che,
come un direttore d’orchestra, possiede competenze e abilità di diverso
genere, sa coordinare decine di specialisti ed è in grado di esprimere la filosofia
del prodotto. Nei piccoli progetti i leaders possono emergere spontaneamente
tra i membri del gruppo, così come un quartetto suona benissimo senza un
direttore, ruolo che è assunto ora da questo, ora da quel musicista.
Se l’interfaccia prodotto-utilizzatore è più articolata, uno dei problemi
fondamentali che si presentano nello sviluppo di un prodotto è quello di tener
conto dei bisogni dei clienti nel momento in cui si devono prendere decisioni
riguardanti la progettazione.
Quanto maggiore è la complessità esterna, tanto più ardua è il compito di
individuare e interpretare i bisogni fondamentali dei clienti, tradurli in concetti
attraenti di prodotto e realizzarli in un progetto dettagliato. Se l’interfaccia
esterna si semplifica, accade che gli utenti possano influenzare direttamente il
processo di sviluppo, soprattutto nella determinazione dei concetti e delle
specifiche – che quelli professionali sanno esprimere in termini precisi di
prodotto. Il successo di un nuovo prodotto presso clienti appartenenti a
quest’ultima categoria deriva dalla capacità di essere in stretto contatto con
loro, di tradurne i bisogni in particolari e definite caratteristiche tecniche e di
assicurare la realizzazione di prodotti conformi alle specifiche. Ci potranno
essere vivaci discussioni sui prezzi e prestazioni, ma le regole del gioco sono
chiare ed esiste un’intesa fra fornitore e cliente sulle dimensioni di prestazioni
più importanti e sui criteri con cui misurarle. Così la voce del cliente è più
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definita e diventa fondamentale il ruolo di mediazione fra clienti e progettisti
svolto da unità che operano in stretto contatto del mercato; proprio per questo,
man mano che l’interfaccia prodotto-utilizzatore diventa più articolata, le
specifiche possono non coprire le aspettative dei clienti in tutte le dimensioni,
data la necessaria esigenza di cogliere quelle maggiormente critiche.
1.3.0 Generalità dello Sviluppo di un Prodotto.
Molto tempo prima che un cliente tolga dall’imballo l’ultima versione d’un
bene acquistato, quest’ultimo, o quantomeno una sua prima versione, prende
forma nella mente di un progettista. Gli schizzi e le proposte del progettista
possono convincere il management e i primi modelli e concetti possono
appassionare i potenziali e concetti possono appassionare i potenziali clienti,
ma prima che dalle fabbriche escano i prodotti finiti, l’idea del prodotto deve
trasferirsi dalla mente del progettista alla realtà produttiva.
Ciò che l’azienda fa (la sua strategia di prodotto) e come lo fa (la gestione dello
sviluppo) determinerà il successo o l’insuccesso del prodotto. Il modo in cui
l’azienda ne esegue lo sviluppo – in termini di velocità, efficienza e qualità –
determinerà la sua competitività.
Cosa determina le prestazioni del processo di sviluppo del prodotto? Quali
opportunità alternative esistono nel gestire e organizzare? Quanto incidono la
strategia e l’ambiente competitivo?
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