I. Il controllore di pressione per applicazioni metrologiche primarie
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temperatura tra i punti fissi di Al e Ag. Nel 2004 l’IMGC ha avviato il progetto Euromet
772 sull’utilizzo dell’”Amplificatore di Temperatura”, a cui hanno aderito dieci laboratori
metrologici primari europei. L’interesse è nato anche dal fatto che il sistema,
principalmente indirizzato alla ricerca di base sulla scala di temperatura e sulle
caratteristiche dei termometri campione, è altresì utilizzabile per effettuare tarature di
termometri e termocoppie per confronto, con ridotte incertezze, in ampi campi di
temperatura e con rapidità e facilità di utilizzo. Un prototipo circolante di questo
dispositivo è in fase di sviluppo e le recenti attività sono state concentrate sulla
progettazione e realizzazione di un sistema di controllo della pressione. Questo controllore
di pressione, sfruttando la relazione termodinamica univoca che lega temperatura e
pressione in un fluido in transizione di fase, permette regolazioni di pressione entro 10
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prestazioni non raggiunte da alcun sistema attualmente in commercio basato sui sensori di
pressione.
Il lavoro di ricerca e sviluppo ha inoltre visto diverse ricadute in termini di
collaborazioni e contratti con università italiane (Politecnico di Torino, Università di
Cassino) e con Istituti metrologici di altre nazioni (Francia e Cina) a cui l’INRiM fornisce
conoscenza, soluzioni tecnologiche e informatiche, dispositivi legati al controllo di
pressione e elettronica dedicata. I lavori proseguono nei diversi settori avviati e i risultati a
breve e medio termine attesi da queste collaborazioni e contratti possono essere riassunti
in:
• fornitura al Politecnico di Torino (Centro per la Qualità) di un tubo al mercurio per
tarature di termometri campione e realizzazione della linea di pressione dedicata e
del controllore di pressione;
• fornitura al INM_BNM CNAM francese di un dispositivo per il controllo della
pressione e di software di controllo realizzato su specifica;
• caratterizzazione del tubo di calore al sodio per alta temperatura e accensione del
complesso nuovo “Amplificatore di Temperatura” presso l’INRiM; valutazione dei
risultati per l’Euromet 772 e avvio circolazione del prototipo presso istituti
aderenti. Proposta di nuovo campione di temperatura, strumento interpolatore, tra i
punti di Al e Ag;
• fornitura di un dispositivo per i gruppi di termometria del NIM cinese;
• realizzazione di nuovi sistemi elettronici e software di controllo integrato, in
collaborazione con Politecnico di Torino (Dipartimento di Elettronica);
• avvio progetto di ricerca congiunto con Università di Cassino per la realizzazione
di un controllore di pressione autonomo;
• fornitura di un tubo di calore a mercurio e di un controllore di pressione al
laboratorio termometria per contatto INRiM per tarature conto-terzi;
• studio fattibilità di un campione di riferimento utile al confronto di manobarometri
campione.
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2 Tecnologie innovative nella metrologia delle
temperature
L’Amplificatore di Temperatura [1] è basato sull’impiego di due o più tubi di
calore, collegati tra loro da una linea in pressione di elio, all’interno di ognuno dei quali
vengono mantenuti equilibri continui tra le fasi liquido-vapore di metalli altamente puri.
L’alta differenza di densità tra i vapori metallici e il gas elio impedisce che i due fluidi si
mescolino, ma garantisce che le transizioni di fase di essi avvengano alla stessa pressione.
Frutto di anni di lavoro e affinamento delle tecniche di controllo e misurazione,
l’amplificatore di temperatura è attualmente giunto alla seconda generazione essendo
costituito da nuovi tubi di calore, un nuovo e più compatto controllore per la pressione a
cui avvengono le transizioni di fase, e un nuovo metodo di controllo che permette
prestazioni non raggiungibili con altri metodi in termini di stabilità, uniformità e campo di
temperatura. Ogni componente del sistema complessivo è stato studiato, realizzato e
perfezionato presso un nuovo laboratorio appositamente attrezzato per queste ricerche
presso la sezione termometria. Nuovi tubi di calore a controllo di pressione sono stati
realizzati in modelli diversi e per campi differenti, con accorgimenti tali da migliorarne le
prestazioni rispetto a qualunque dispositivo analogo attualmente disponibile. La linea di
pressione e le componenti principali del sistema complessivo sono già state realizzate e
montate. Il nuovo controllore di pressione [2], strumento chiave del sistema, è stato oggetto
di una fase preliminare di studio e modellizzazione dei principi di funzionamento, per
passare successivamente a una fase di costruzione e assemblaggio meccanico delle sue
componenti. Anche la parte elettronica espressamente dedicata al dispositivo è stata
studiata e realizzata presso il nuovo laboratorio Tubi di calore. Il complesso software di
utilizzo, controllo, interfacciamento è stato compilato anch’esso presso il laboratorio. La
caratterizzazione e la valutazione delle prestazioni del controllore hanno visto fasi di
taratura presso la sezione dinamometria, confronti con la strumentazione esistente e
montaggio in linea di pressione nuova. Questo controllore di pressione basa il suo
funzionamento sull’impiego innovativo di un termometro campione a resistenza di platino
usato da “sensore di pressione”. La relazione termodinamica che lega pressione e
temperatura in un fluido in transizione di fase liquido-vapore e viceversa è una funzione
univoca che permette di superare, grazie alle sensibilità in temperatura e alle risoluzioni dei
ponti di misura, la più scarsa sensibilità dei sensori di pressione, anche di elevate
prestazioni. Primi risultati sul sistema complessivo sono stati acquisiti recentemente con il
tubo di calore a più bassa temperatura costituente l’Amplificatore di Temperatura: quello al
mercurio [3]. Le stabilità ottenibili tra 200 °C e 400 °C sono dell’ordine dei decimi di
millesimo di kelvin per tempi indefiniti, grazie all’azione attiva del controllore di pressione
e al disegno strutturale del tubo. Negli ultimi giorni è stato inoltre riempito il tubo al sodio,
per la temperatura più alta (tra 600 °C e 1000 °C), accoppiato alla linea in pressione
comune al tubo al mercurio. E’ stato avviato il procedimento di “start-up” e la campagna di
caratterizzazione.
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La tecnologia e le conoscenze sui tubi di calore a controllo di pressione acquisite
all’INRiM sono al momento anche rivolte ad un ulteriore campo di applicazione: il
mantenimento dei punti fissi della STI-90 presso lo stesso gruppo. Nuovi tubi di calore
sono in fase di studio e prossima costruzione al fine di sostituire i dispositivi obsoleti e, in
certi casi danneggiati dal prolungato utilizzo. Questi nuovi tubi di calore verranno
realizzati sia sigillati sia provvisti di controllo di pressione e per diversi campi di
temperatura, al fine di migliorare le condizioni di utilizzo dei punti fissi termometrici,
dall’indio all’argento. Gli studi rientrano in un più ampio progetto di ammodernamento
delle strumentazioni che verrà in seguito esteso allo studio e alla realizzazione di
elettronica dedicata. I risultati ottenuti mediante questi nuovi tubi di calore per punti fissi
saranno inoltre utili alla partecipazione dell’INRiM nel progetto Euromet 732, finalizzato
al miglioramento delle condizioni adiabatiche di mantenimento dei punti fissi.
2.1 Il tubo di calore a controllo di pressione
L’utilizzo di tubi di calore a controllo di pressione (Gas Controlled Heat Pipe –
GCHP) [4] è un metodo ampiamente sperimentato e regolarmente utilizzato presso
l’INRiM e da altri laboratori di taratura internazionali. Questi dispositivi sono usati in
termometria per ottenere zone estremamente isoterme, entro pochi decimi di millikelvin,
per la taratura di termometri, o per la realizzazione di punti fissi.
I tubi di calore sono dei contenitori utilizzati in termometria per realizzare il
passaggio di stato liquido-vapore con una temperatura uniforme al proprio interno. Questo
tubo viene riempito con una piccola quantità di un liquido chiamato “fluido di lavoro” che
è fatto riscaldare dalla base e sulle pareti laterali per permettere l’evaporazione e che viene
raffreddato dall’alto per permettere la condensazione e in questo modo garantire che il
passaggio di stato avvenga a ciclo continuo. Tutta la superficie interna del cilindro è
coperta da una struttura capillare, realizzata con lavorazioni meccaniche superficiali e con
reti metalliche. Questa struttura provvede a fare ritornare il fluido condensato dalla zona
raffreddata verso quella riscaldata, chiudendo così il ciclo liquido→vapore→liquido.
In particolare, i tubi di calore impiegati in termometria sono generalmente di forma
cilindrica, riscaldati da uno o due forni a resistenza, uno sulla base detto principale e uno
laterale secondario e raffreddati mediante un circuito di raffreddamento ad acqua esterno
che ne limita gli scambi di calore con l’ambiente. Mentre la base fornisce l’energia
necessaria all’evaporazione, l’assenza di rilevanti gradienti termici all’interno è invece
garantita dalla presenza del secondario. La sottile rete metallica aderente alla parete interna
favorisce invece la condensazione del fluido di lavoro e il successivo ritorno del liquido
verso il fondo, permettendo così la chiusura del ciclo convettivo.