II
produttore. Esso, inoltre, prevede una progressiva riduzione delle
risorse destinate alle politiche di mercato a favore di misure di sviluppo
rurale ed introduce nuovi obblighi molto severi in materia di protezione
dell’ambiente e della salute degli animali.
Col Reg CE 864/2004 anche le produzioni di olio di oliva, cotone,
luppolo e tabacco rientrano nel meccanismo di pagamento unico. Per
queste produzioni è previsto un disaccoppiamento solo parziale degli
aiuti, dal momento che vengono praticate in regioni caratterizzate da
gravi ritardi strutturali e con pesanti problemi di disoccupazione, per cui
un aiuto completamente slegato dalle quantità prodotte potrebbe
comportare conseguenze negative in termini di abbandono dell’attività
agricola e di spopolamento delle aree interessate.
Questo lavoro di tesi si è concentrato sull’analisi della riforma in
relazione al comparto del tabacco che rappresenta, per alcune aree della
Campania in particolare, un settore molto importante, in termini sia di
occupazione che di reddito prodotto. Il lavoro di tesi ha mirato ad
individuare le conseguenze che, a partire dal 2006, potranno verificarsi,
a seguito della riforma dell’OCM tabacco, sull’agricoltura della
provincia di Benevento, analizzando sia le possibili variazioni delle
III
superfici destinate a tale coltura, sia le scelte delle alternative colturali
che si potranno attuare nelle aree interessate.
A tal fine è stata effettuata un’indagine di campo con l’obiettivo
specifico di rilevare, dai produttori di tabacco, le prospettive che essi
prefigurano a seguito dell’entrata in vigore del nuovo regolamento.
Dopo una breve esposizione dell’ evoluzione della PAC tra gli anni
’50 e i giorni nostri, presentata nel primo capitolo, nel secondo viene
analizzata l’evoluzione dell’OCM tabacco, a partire dal regolamento
istitutivo del 1970 fino al Reg CE 864 del 29/4/2004, con un’analisi
degli aspetti principali dei diversi regolamenti adottati nel corso degli
anni.
L’analisi dell’intervento comunitario nel comparto del tabacco va
inserita nel quadro dell’economia di questo settore. Nel terzo capitolo
viene, dunque, descritta la situazione mondiale ed europea del mercato
del tabacco, in termini di produzioni, di strutture aziendali, di
occupazione ed in termini di redditi prodotti. Nel quarto si concentra
maggiormente l’attenzione sulla realtà tabacchicola campana e
beneventana per fornire un quadro più dettagliato sul peso che questo
IV
comparto ha nell’agricoltura regionale e provinciale e sulle
caratteristiche che la produzione di tabacco assume in questo contesto.
Le modalità di esecuzione dell’analisi di campo ed i risultati da
essa ottenuti vengono esposti nel quinto capitolo in cui, dopo aver
riportato le caratteristiche delle aziende intervistate, si analizzano le
risposte ottenute in termini di variazioni delle produzioni e di scelte di
eventuali colture alternative al tabacco nello scenario prospettato dalla
riforma. Alcune considerazioni conclusive sugli effetti che la riforma
potrà comportare sono riportate, infine, nel sesto capitolo.
1
1. L’EVOLUZIONE DELLA POLITICA AGRICOLA
COMUNITARIA
1.1 DAL TRATTATO DI ROMA ALLA RIFORMA MAC SHARRY
Nel corso della sua evoluzione, la Politica Agricola Comunitaria ha
subito profondi cambiamenti, in risposta alle continue trasformazioni
dello scenario politico-economico europeo ed internazionale.
Se oggi la PAC deve rispondere ad esigenze di qualità degli
alimenti, di salvaguardia dell’ambiente e di coerenza con le politiche
economiche internazionali, alla sua nascita alla fine degli anni ’50 essa
mirava più semplicemente ad incrementare la produttività dell’attività
agricola e a garantire ai produttori redditi paragonabili a quelli degli
altri settori. In quegli anni, infatti, l’agricoltura europea presentava
ancora numerosi elementi di arretratezza e non era in grado né di
soddisfare la domanda interna di beni alimentari, né di offrire agli
agricoltori una remunerazione adeguata.
2
L’impostazione iniziale prevedeva, pertanto, un intervento
comunitario basato su politiche di sostegno dei redditi degli agricoltori,
che eliminassero l’incertezza legata alle mutevoli condizioni di mercato
e garantissero loro prezzi più alti di quelli che il mercato stesso poteva
offrire.
A tal fine vennero istituite le Organizzazioni Comuni di Mercato
(OCM), ossia dei regolamenti che consentivano di fissare per i prodotti
agricoli prezzi unici in tutti i mercati europei, di concedere aiuti ai
produttori del settore e di disciplinare gli scambi con i Paesi terzi.
Le politiche di sostegno dei mercati avrebbero dovuto, almeno in
linea teorica, procedere di pari passo con interventi strutturali, al fine di
creare le condizioni necessarie al raggiungimento autonomo del reddito
di equilibrio da parte delle aziende agricole. Fino agli anni ’90, tuttavia,
le politiche di sostegno e integrazione dei prezzi hanno costituito la
stragrande maggioranza degli interventi comunitari, mentre le altre
misure hanno ricoperto un ruolo soltanto marginale nell’ambito della
PAC.
3
1.2 GLI ANNI ’90: LA RIFORMA MAC SHARRY E AGENDA 2000
L’impostazione iniziale della PAC ha consentito all’UE di passare,
in tempi relativamente brevi, da una condizione di importatore netto a
quella di esportatore di beni alimentari, ma non è stata priva di
conseguenze meno desiderabili, a livello sia comunitario che
internazionale.
I livelli elevati dei prezzi, determinando un forte aumento della
produzione interna, hanno nel tempo provocato la formazione di ingenti
surplus di produzione che dovevano essere stoccati a spese della
Comunità o collocati sui mercati esteri mediante sussidi
all’esportazione. Ciò ha generato, da un lato, un incremento nelle spese
di bilancio della Comunità e, dall’altro, tensioni nel commercio
internazionale. Conseguenze negative si sono avute, inoltre, sia in
termini di equità nella distribuzione del sostegno, sia in termini
ambientali. Poiché il sostegno era legato alle quantità prodotte, i grandi
produttori usufruivano dell’intervento in misura prevalente e, secondo
stime della stessa Commissione, la distribuzione del sostegno era tale
che il 20% dei produttori ne beneficiava per l’80%. I produttori, dal
4
canto loro, pur di ottenere il massimo dei finanziamenti, spingevano la
produzione al limite, con l’intensificazione nell’uso di fertilizzanti ed
antiparassitari, con evidenti conseguenze ambientali.
Era perciò necessaria una riforma organica della Politica Agricola
Comunitaria, che doveva essere più orientata al mercato e meglio
inserita nel contesto economico internazionale. Essa, inoltre, avrebbe
dovuto fornire risposte adeguate alle esigenze di salvaguardia
dell’ambiente e di qualità degli alimenti, sempre più avvertite a livello
dei consumatori europei.
Gli anni ’90 hanno così rappresentato per la PAC una fase di
profonda trasformazione che ha portato, attraverso due riforme, al
conseguimento di numerosi obiettivi.
Con la Riforma Mac Sharry del 1992, dal nome dell’allora
commissario dell’agricoltura, il livello dei prezzi istituzionali di cereali
1
e seminativi
2
venne ridotto. Come compensazione per la conseguente
riduzione dei redditi degli agricoltori furono introdotti degli aiuti
compensativi, la cui entità non era legata alla quantità prodotta, ma
dipendeva dalla superficie investita e dalla resa storica della zona di
1
Reg. CE 1766/92
2
Reg. CE 1765/92
5
produzione. Furono, inoltre, riformate le OCM nei settori delle carni
bovine
3
, delle carni ovine e caprine
4
e del tabacco
5
, cioè nei comparti
più importanti ai fini del commercio internazionale. Anche per le carni
bovine venne stabilita una riduzione del livello dei prezzi istituzionali,
compensata con il pagamento di premi per numero di capi, mentre per il
tabacco il regime di intervento venne addirittura abolito. Al suo posto
fu istituito un regime di premi a favore dei produttori, che prevedeva il
versamento del premio da parte delle imprese di prima trasformazione
sulla base di requisiti qualitativi minimi.
Con questa riforma l’UE riusciva, dunque, nel duplice intento di
garantire una maggiore competitività dell’agricoltura europea sul
mercato globale e di prepararsi ai futuri accordi commerciali in sede
GATT, che prevedevano una drastica riduzione delle politiche di
sostegno dell’agricoltura. A questa riduzione, infatti, non erano soggette
le misure che non provocavano distorsioni nel commercio
internazionale
6
e il sostegno diretto era proprio una di queste.
3
Reg. CE 2066/92
4
Reg. CE 2069/92
5
Reg. CE 2075/92
6
Incluse nella cosiddetta “scatola verde” o green box
6
Con la riforma Mac Sharry, accanto ai regolamenti che istituivano
modifiche nelle principali OCM, venivano varati alcuni regolamenti che
facevano riferimento alle cosiddette misure di accompagnamento.
Nell’ambito di queste misure, con la “misura agro-
ambientale
7
”venivano concessi premi annuali alle aziende che avessero
introdotto tecniche di coltivazione o di allevamento compatibili con
l’ambiente ed il paesaggio rurale. La stessa riduzione dei prezzi, d’altra
parte, doveva concorrere al raggiungimento di questo scopo, in quanto i
produttori trovavano una minore convenienza all’impiego di sostanze
inquinanti.
Infine, per conseguire una maggiore equità nella distribuzione
degli aiuti, furono introdotti nelle Organizzazioni Comuni di Mercato
alcuni meccanismi, tra i quali assume maggiore rilievo il numero
massimo di premi per allevamento nel settore delle carni bovine e
l’istituzione di un regime diversificato per i piccoli produttori,
nell’ambito dell’intervento relativo ai seminativi.
La riforma Mac Sharry ha, dunque, rappresentato il primo passo
importante nel cammino di revisione della PAC.
7
Una delle tre ‘misure di accompagnamento’, insieme a quelle di forestazione e
pre-pensionamento; Reg. 2078/92, 2079/92 e 2080/92
7
Il passo successivo è rappresentato da Agenda 2000 e dai suoi
regolamenti attuativi
8
, con i quali è ripreso il processo di riforma in
direzione sia di una ulteriore riduzione dei prezzi, sia in quella di una
più equa distribuzione degli aiuti e del raggiungimento di più elevati
standard ambientali. I regolamenti attuativi hanno riguardato i settori di
cereali, seminativi, carni bovine ed i prodotti lattiero-caseari.
Il primo aspetto da sottolineare nell’impostazione dell’intervento
prefigurata da Agenda 2000 riguarda il riferimento ai pagamenti diretti
anziché ad aiuti compensativi: gli aiuti non vengono più visti come
semplici compensazioni per la riduzione dei prezzi, ma come un vero e
proprio strumento per il sostegno dei redditi agricoli. Ciò non solo
permetteva una maggiore accettabilità del sostegno in sede WTO
9
, ma
andava anche nella direzione di una semplificazione della normativa in
vista del futuro allargamento ad Est della Comunità. I Paesi dell’Europa
Centro Orientale (PECO), infatti, non erano dotati di strutture
amministrative capaci di gestire il vigente sistema di pagamenti. Essi,
inoltre, presentavano un elevato peso del settore agricolo nel sistema
economico e prezzi inferiori a quelli dell’UE: estendere a questi Paesi i
8
Reg. 1251/99, 1253/99, 1254/99, 1255/99
9
World Trade Organization o OMC: Organizzazione Mondiale per il Commercio
8
prezzi comunitari avrebbe significato aumentare enormemente le
eccedenze, con costi insostenibili per il bilancio comunitario.
Un’altra novità presente all’interno del pacchetto di Agenda 2000 è
rappresentata dal ‘regolamento orizzontale’ (REG CE 1259/99), col
quale furono introdotti due strumenti: la condizionalità ecologica e la
modulazione degli aiuti diretti.
L’eco-condizionalità legava la concessione degli aiuti a
comportamenti degli agricoltori coerenti con la conservazione
dell’ambiente e con la produzione di alimenti salubri. Essa segnava,
così, il passaggio ad un’ottica di intervento completamente diversa,
nella quale non si compensavano più i mancati redditi dovuti
all’adozione di tecniche a basso impatto ambientale, ma si riduceva il
sostegno in caso di mancata osservazione delle norme obbligatorie.
Con la modulazione si puntava, invece, ad una più equa
distribuzione degli aiuti, concedendo agli Stati Membri la facoltà di
ridurre i pagamenti diretti in relazione al maggiore reddito aziendale, al
minore livello di manodopera e all’ammontare complessivo di aiuti
ricevuti dalle aziende.
9
Le somme risparmiate con il meccanismo della modulazione
possono essere messe a disposizione delle politiche di sviluppo rurale, il
cui rafforzamento è uno degli elementi centrali della riforma di Agenda
2000. Le politiche di sviluppo rurale hanno assunto, così, il ruolo di
“secondo pilastro” della PAC, con maggiori disponibilità di risorse
finanziarie e con un campo d’azione notevolmente ampliato, dal
momento che con il Regolamento 1259/1999 vengono comprese in esse
tutte le misure precedentemente intraprese in materia di salvaguardia
dell’ambiente, aiuti alle zone svantaggiate, pre-pensionamento, etc. Tra
le diverse misure di sviluppo rurale, quelle agro-ambientali sono le
uniche obbligatorie per gli SM. Esse prevedono aiuti per gli agricoltori
che si impegnano, per almeno 5 anni, ad adottare tecniche di
coltivazione o di allevamento compatibili con la conservazione
dell’ambiente, del paesaggio e della biodiversità e, comunque, superiori
ai limiti minimi previsti dal vincolo ambientale. Nasce così un ‘modello
di agricoltura europeo’, più legato al territorio, che racchiude in un
quadro unico politiche agricole, ambientali e sociali. Alla base del
modello vi è il principio della plurifunzionalità dell’ agricoltura, che
svolge, oltre a quella produttiva, anche le funzioni di conservazione del
10
paesaggio, di mantenimento della popolazione nelle aree rurali e di
conservazione di tecniche produttive tradizionali.