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A livello finanziario, i leveraged buy-out sono stati oggetto fin dalla loro
comparsa, risalente ai primi anni sessanta negli Stati Uniti, di ampie discussioni in
merito al problema della relazione tra struttura finanziaria e performance
economico-finanziaria d’impresa. Se, infatti, da un lato, l’elevato indebitamento
che caratterizza tali operazioni consente un elevato sfruttamento dell’effetto di
“leva finanziaria”
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dall’altro lato, tuttavia, tali operazioni aumentano il rischio
finanziario dell’impresa stessa, sottoponendo il management a pressioni
difficilmente sostenibili in conseguenza di mutate condizioni microeconomiche e
macroeconomiche che si potrebbero verificare nel corso degli anni necessari
(come da relativo business plan) a completare l’operazione con il rimborso
integrale del debito e il pagamento degli oneri finanziari a servizio del debito. Si è
cercato perciò di individuare le caratteristiche ideali che deve possedere
un’azienda per essere una buona candidata alla realizzazione di una leveraged
acquisition.
A livello organizzativo, tali operazioni sono state viste spesso come un modo
per risolvere conflitti di interesse tra i vari stakeholder dell’impresa e, in
particolare, per riallineare le funzioni obiettivo dei manager a quelle degli azionisti
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E’ il rapporto fra l’indebitamento totale ed il totale delle attività della società; indica in che misura
l’indebitamento dell’impresa possa influire sulla sua redditività. Essendo un operazione a carattere speculativo la
corretta valutazione della Leva Finanziaria oltre ad essere il presupposto dell’intera operazione ne è anche il
principale indicatore circa la buona riuscita. Occorre che il rendimento sulle attività totali superi il costo del
debito (scontato delle imposte) per determinare un ritorno netto nel quale il rapporto di leva determina l’effetto
moltiplicativo sul capitale investito, che rende vantaggioso l’affare;
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di minoranza. Ad esempio, tramite un MBO (management buy-out) alcuni
manager diventano essi stessi azionisti di minoranza dell’azienda acquisita.
A livello giuridico, l’utilizzo del leveraged buy-out in Italia, ha fatto sorgere
un vivace dibattito sulla loro legalità. Nonostante la fermezza con cui la Corte di
Cassazione, nel febbraio 2000, ha dichiarato l’illiceità in Italia dell’istituto del
LBO (sentenza 5503/2000), il dibattito sulla liceità di tali operazioni non si è
arrestato fino a che il Governo, intervenendo opportunamente con la riforma del
diritto societario (d.lgs.6/2003) su delega del Parlamento (L.366/2001), ha trovato
una soluzione definitiva al problema chiarendo gli ambiti all’interno dei quali
possa essere considerato legittimo l’istituto del leveraged buy-out.
A livello fiscale, si è cercato di rendere più difficile la deduzione dei
rilevanti interessi passivi collegati all’operazione di leveraged buy-out con
l’introduzione di norme sulla capitalizzazione sottile e sul pro rata patrimoniale
legato alla cessione delle partecipazioni “esenti”. Tuttavia, vedremo che queste
norme non hanno inciso molto su questo tipo di operazione.
Infine, l’analisi della più grande operazione di leveraged buy-out mai
avvenuta in Europa, ossia l’acquisizione della compagnia telefonica Wind S.p.a.
da parte della Wheater Investment S.p.a. legata all’imprenditore egiziano Naguib
Sawiris, aiuterà prevalentemente a capire i complessi meccanismi finanziari
collegati a questo tipo di operazione.
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Capitolo I:
Cos’è un LBO
1.1: Definizione e finalità dell’operazione
Dare una definizione universalmente valida del leveraged buy-out non è cosa
agevole, vista la numerosità delle modalità di esecuzione dell’operazione in esame.
Genericamente, con l’utilizzo della terminologia leveraged buy-out si
individua tutta quella serie di operazioni finalizzate all’acquisizione di una società
(società target o società bersaglio) o dei soli cespiti di essa, con fondi derivanti
prevalentemente da capitale di debito, il cui rimborso è garantito dagli attivi
patrimoniali dell’impresa acquisita ed è sostenuto dai cash flow da essa generati,
oltre che da eventuale dismissione di attività non strategiche da essa possedute.
In altri termini, l’espressione LBO unifica in una medesima categoria quella
molteplicità di operazioni che sono unitariamente considerabili proprio per la
ricorrenza di una caratteristica comune rappresentata dallo sfruttamento
dell’effetto di leva finanziaria.
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Una caratteristica comune ad ogni operazione di LBO è rappresentata dalla
ristrutturazione proprietaria dell’impresa target.
Infatti uno degli obiettivi delle operazioni di LBO è proprio quello di andare
ad incidere profondamente sulla struttura proprietaria delle imprese coinvolte, ma
a differenza delle altre operazioni di M&A (fusioni, conferimenti e scorpori,
scambi di partecipazioni, scissioni e split off, equity carve out, offerte pubbliche di
acquisto e di scambio, ristrutturazioni di aziende in crisi e IPO), presentano alcune
peculiarità proprie. In primo luogo, tali operazioni prevedono di norma la
costituzione di una “società veicolo” (denominata anche special purpose vehicle,
new company o semplicemente NewCo) per la realizzazione del passaggio di
proprietà; è proprio la NewCo che, dopo essere stata capitalizzata dai soggetti
interessati a realizzare l’acquisizione (soggetti proponenti) e dai partner industriali
e finanziari coinvolti dai proponenti, lancerà l’offerta all’azienda acquisenda
(impresa target), attraverso un OPA (offerta pubblica di acquisto) nel caso la target
sia un impresa quotata, o attraverso una trattativa privata in caso contrario. Risulta
evidente che, rispetto alle tradizionali operazioni di M&A, in questo caso
l’acquisizione avvenga “fuori bilancio” per i soggetti proponenti; infatti per essi
l’unico effetto contabile è rappresentato dalla sottoscrizione di capitale azionario
della NewCo. I capitali raccolti a titolo di debito, e il connesso pacchetto di
garanzie collaterali e covenant, sono, invece, di pertinenza della NewCo; in
secondo luogo, c’è da sottolineare come l’equity raccolto dalla NewCo rappresenta
soltanto una parte minoritaria del totale delle risorse finanziarie necessarie al
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completamento dell’operazione. La maggior parte dei capitali, infatti, viene
erogata a titolo di capitale di debito da un pool di banche e intermediari finanziari.
Ciò implica che tali operazioni sono caratterizzate da una rischiosità intrinseca
strutturalmente più elevata, a causa di un elevato ricorso all’indebitamento,
rispetto a quanto si può osservare normalmente nel mercato della riallocazione
proprietaria delle imprese; in terzo luogo, se si riflette sulla circostanza che, di
fatto, la newco è una “scatola vuota” contenente almeno nella fase iniziale
esclusivamente i capitali di rischio raccolti dai proponenti, ci si renderà conto che
il capitale di debito, necessario per raggiungere l’ammontare necessario che
consenta la fuoriuscita della vecchia proprietà dalla società target, viene erogato
dal sistema bancario in funzione soprattutto della capacità di generazione
prospettica di cash flow da parte della stessa.
Ciò implica, innanzitutto, che le banche finanzino l’acquirente sulla base
della capacità d’indebitamento residua della società acquisita e della conseguente
capacità di rimborso del debito e degli oneri a servizio del debito da parte della
target.
Appare evidente, che la scelta della società target debba essere ben ponderata
dai soggetti acquirenti poiche’ è in capo ad essa che graverà l’onere del rimborso
dei finanziamenti accesi per la realizzazione dell’acquisizione. In effetti, non tutte
le aziende che possono essere oggetto di operazioni di M&A sono delle buone
candidate per un leveraged buy out.
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A riguardo, vi sono alcuni requisiti minimali che la target deve possedere: in
primo luogo, l’impresa target deve mostrare una certa solidità patrimoniale il che
significa, tra l’altro, che la stessa non dovrebbe mostrare una struttura finanziaria
appesantita da debiti pregressi; inoltre, la target deve essere in grado di produrre
con la propria gestione flussi di cassa sufficienti a ripagare debito e oneri finanziari
connessi implicando che l’azienda possa far leva su un posizionamento
competitivo solido e difendibile nel proprio mercato di riferimento; è importante
altresì verificare se nel patrimonio della target vi siano cespiti o rami aziendali non
strategici, che qualora se ne presentasse la necessità, possano essere ceduti senza
comprometterne l’attività corrente e che peraltro possano essere utilizzati anche a
garanzia dei finanziamenti accordati dalle banche; infine, è essenziale la presenza
di un team manageriale altamente motivato e in possesso di competenze
professionali e gestionali fuori discussione; la qualità del management è infatti
considerato il fattore più importante ai fini della riuscita dell’intera operazione.
Prima di analizzare le diverse tipologie di leveraged buy out, e delle relative
tecniche di realizzazione, è opportuno chiarire quali sono gli obiettivi tipici e i
relativi vantaggi di tali operazioni.
Al riguardo, gli obiettivi possono essere sintetizzati nei seguenti punti:
- limitare la responsabilità patrimoniale dei proponenti al capitale azionario
sottoscritto nella NewCo;
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- favorire l’acquisizione di un’azienda da parte di un team di manager privi
delle disponibilità finanziarie sufficienti per condurre autonomamente la
transazione;
- risolvere conflitti esistenti tra gli azionisti della società target senza per
forza svuotare la società tramite una scissione;
- gestire, nel caso di piccole e medie imprese, problemi di carattere
generazionale, mantenendo al contempo, l’autonomia della società target;
- incrementare l’immagine, la reputazione e quindi anche lo standing
creditizio della società target attraverso il coinvolgimento nella compagine sociale
di diverse tipologie di intermediari finanziari (banche, merchant bank, finanziarie
di partecipazione, fondi comuni di investimento di tipo chiuso, società di venture
capital, ecc).
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1.2: Le diverse tipologie tecniche di realizzazione
La letteratura e la prassi professionale sono soliti indicare un’ampia varietà
di operazioni riconducibili all’area della finanza straordinaria e tecnicamente
qualificabili come leveraged acquisition:
- leveraged buy out (LBO): in senso stretto, si tratta della categoria tipica e
generica di tali operazioni, nelle quali, da un lato, vi è una significativa presenza di
intermediari finanziari e investitori istituzionali nella compagine azionaria della
newco e, dall’altro, non è ravvisabile nella NewCo stessa una presenza
significativa di quei soggetti caratterizzanti le varianti di LBO di seguito descritte;
- management buy out (MBO): i soggetti proponenti sono un gruppo di
manager dell’azienda target, i quali, al termine dell’operazione, muteranno il
proprio ruolo, trasformandosi da manager a manager-imprenditori;
- management buy in (MBI): in questa situazione, il gruppo di manager
proponenti l’iniziativa è di provenienza esterna rispetto alla società target;
- buy-out management buy in (B.I.M.B.O.): in questo caso il nucleo di
soggetti proponenti è composto di alcuni manager operanti all’interno della società
target, i quali sono stati capaci di coinvolgere nell’iniziativa altre risorse
manageriali di provenienza esterna;
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- family buy out (FBO): si ha quando un gruppo di azionisti interni alla
famiglia proprietaria rileva le quote dei membri non interessati al mantenimento
del proprio investimento nella target. Se una frazione della famiglia proprietaria
decide di “fuoriuscire” dall’azienda di riferimento per provare ad acquisirne
un’altra utilizzando la tecnica del leveraged buy out, si fa riferimento al family buy
in (FBI);
- workers buy out (WBO): in quest’altro caso tipico soprattutto dei mercati
anglosassoni, l’acquisto dell’azienda viene realizzato dai dipendenti della target
attraverso l’intervento dei fondi pensione e l’utilizzo di employee stock ownership
plans (piano di partecipazione azionaria dei dipendenti)
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;
- corporate buy out (CBO): si ha allorché l’acquirente è un’azienda
desiderosa di crescere per vie esterne senza, tuttavia, inserire direttamente la
società acquisita all’interno della propria compagine societaria;
- fiscal buy out (FI.BO): si tratta di un’operazione posta in essere al preciso
scopo di creare uno “scudo fiscale” attraverso la riduzione dell’incidenza delle
imposte dirette sul reddito imponibile dell’acquirente. E’ un’operazione finanziaria
con lo specifico intento elusivo (soprattutto quando vi è identità fra i soci della
NewCo e quelli della target) tant’è vero che a differenza delle altre operazioni di
LBO, in questo caso non si procede quasi mai alla creazione di una NewCo, dato
che la principale motivazione alla base di un FI.BO è proprio quella di produrre
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Operazione diffusa soprattutto negli Stati Uniti e basata sull’utilizzo di Employee Stock Ownership Plan.
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dei risparmi d’imposta in capo all’acquirente. Più che un operazione in quanto tale
dunque questa operazione assume dei connotati che ben possono evidenziarsi
all’interno di quasi tutte le forme di L.B.O. Tuttavia, quest’ultima configurazione
ha subito un sostanziale mutamento dovuto alla nuova disciplina introdotta dal
legislatore nel Tuir con particolare riferimento alla Thin Capitalisation.
Così se in linea teorica la distinzione fra le diverse operazioni di LBO è
piuttosto marcata, si può osservare come nella pratica è difficile ritrovare ognuna
delle suddette operazioni nella propria versione “pura”; invero, spesso può
accadere di trovarsi di fronte ad una combinazione di elementi appartenenti a più
operazioni.
In particolare, capita spesso che un LBO in senso stretto divenga
un’operazione di MBO (o MBI) e viceversa;
La realizzazione di un buy-out da parte di un intermediario specializzato
richiede infatti che i manager dell’impresa siano stimolati da un’elevata
motivazione che può ovviamente essere massimizzata coinvolgendo il
management nella proprietà d’impresa; specularmente, l’acquisizione di
un’impresa di dimensioni non trascurabili da parte del management esige ulteriori
apporti di capitale (di rischio e di debito) in quanto i manager non dispongono
delle risorse finanziarie e organizzative necessarie per procedere all’acquisizione.
Le operazioni di LBO possono essere di tipo “amichevole”, quando si
concludono con il pieno accordo del venditore o possono essere di tipo ostile, se,
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pur mancando l’assenso della società target al trasferimento della proprietà,
quest’ultima è una public company, ossia una società quotata con un assetto
proprietario contendibile.
Dal punto di vista della tecnica di intervento si possono distinguere:
- Tecnica del “cash merger” (o KKR); questa prima modalità operativa
nota come “merger” o KKR (Kohlberg Kravis Roberts) dal nome della banca
d’affari statunitense che per prima si è specializzata in tali tipi di operazioni, è
senz’altro la più diffusa e consiste nella costituzione, da parte degli organizzatori
dell’operazione (che spesso coincidono anche con gli acquirenti), di una nuova
società, la NewCo. Tale modalità operativa prevede che la NewCo acquisisca la
totalità (o la maggioranza qualificata) del capitale azionario della target;
successivamente, la NewCo procede ad una fusione per incorporazione della target
(forward merger); nel caso, meno frequente, di fusione della NewCo nella target si
parla di reverse merger.
- Tecnica “asset sale” (o Oppenheimer); Una seconda e alternativa
modalità tecnica operativa è quella denominata “asset sale” o Oppenheimer dal
nome della banca d’affari che per prima ha cominciato a porre in essere tale
tecnica di intervento; essa prevede l’acquisto di alcuni asset o rami di azienda della
società target che interessano, i quali vengono a costituire la garanzia per i
finanziatori dell’operazione. Queste attività vengono poi di norma incorporate
nella NewCo, che da scatola vuota si trasformerebbe in una società operativa. Il
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vantaggio principale connesso a questa modalità operativa consiste nel fatto che si
evita l’assunzione di responsabilità sugli impegni della società venditrice. La scelta
delle attività da acquisire, si basa logicamente sull’analisi delle unità di business
che hanno maggiori possibilità di sviluppo.
Altra distinzione può essere fatta sulla base della modalità di rimborso dei
finanziamenti. Da questo punto di vista, un’operazione di LBO si può distinguere a
seconda che si basi su:
- Il cash flow prospettico; in tal caso si punta all’incremento della
redditività dell’impresa acquisita. Questo è sicuramente il caso più diffuso e più
importante di LBO anche se non esclusivo in quanto spesso viene utilizzato
contemporaneamente alla modalità che segue.
- La possibilità di alienare talune delle attività svolte dall’impresa target;
in tal caso (denominato asset-based finance) i flussi di cassa necessari per
remunerare e rimborsare i finanziatori vengono forniti dalla cessione di rami
d’azienda o singoli cespiti ritenuti non essenziali.