2
Con il passaggio dalla società industriale a quella post-industriale, il
tempo libero diventa un ambito strategico per la produzione di senso
nella vita individuale e creativa, nonché un settore economico
potenzialmente sempre più produttore di ricchezza.
Sono soprattutto i giovani del terzo millennio i protagonisti di una
società che si distingue sempre più per l’opulenza e per la quantità e la
qualità dei consumi. Per le generazioni nate nella società del benessere,
gli ambiti di loisir e d’intrattenimento acquisiscono un valore
egemonico, rispetto agli altri ambiti sociali.
Nella società industriale, orientata al lavoro e alla produzione, il tempo
del non lavoro aveva la funzione di rigenerare i fattori produttivi, ed in
primo luogo la forza lavoro, perché mantenessero la propria efficienza.
Ora il tempo libero emerge come uno spazio in grado di fare riaffiorare
ambiti di socialità collettiva, al di fuori dalle strutture produttive e dalle
istituzioni, le quali sembrano essersi frammentate all’interno della
società post-moderna
1
.
Gli ambiti di loisir possono essere considerati come conquiste della
società del benessere, dove gli individui, liberi dai vincoli imposti dal
mondo del lavoro, dalle etichette sociali e dalla routine, possono
scegliere tra attività più gratificanti e significative, per costruire la
propria identità e per implementare i talenti e le capacità individuali
messe in secondo piano o represse dalle esigenze produttive.
La qualità della vita sembra sempre meno connessa ai livelli di consumo
di beni e servizi, anche di lusso, sebbene il consumo e gli stili di vita,
nella società post-industriale, diventino sempre più elementi
determinanti per l'appartenenza ad un determinato gruppo sociale, oltre
ad elementi ascrittivi quali il reddito, l’istruzione, l’età, il sesso etc.
Nuovi elementi, come il tempo che si può dedicare a se stessi per
praticare quelle attività che si sentono maggiormente gratificanti, sono i
1
Vedi anche, Z. Bauman , La società dell’incertezza, Il Mulino, Bologna, 1999 .
3
nuovi fattori discriminanti per determinare una soddisfacente qualità
della vita.
Il gruppo sociale che si è appropriato maggiormente degli spazi legati al
tempo libero sono prevalentemente i giovani, ai quali l'industria
dell’intrattenimento ed il mercato del loisir si sono rivolti, promuovendo
nuove offerte di beni e di servizi. L'industria del piacere, è uno dei
settori che negli ultimi anni ha avuto lo sviluppo più rilevante; crescita
tanto più interessante se si considera che i beni ed i servizi prodotti da
tale industria sono fruiti in un contesto spazio-temporale marcatamente
delimitato e perciò relativamente ristretto.
I confini temporali sono quelli che delimitano le notti dei week-end, e
delle vacanze estive; i posti fisici deputati, per eccellenza, al
divertimento, sono i luoghi aperti al pubblico, in particolare i club
notturni, cioè locali dove la musica, la moda e l'uso di sostanze legali ed
illegali creano il contesto dell'intrattenimento stesso. La notte ed i club,
quindi, assumono il ruolo di elementi determinanti nelle attività
d'intrattenimento giovanile, non come elementi ancillari ma come
elementi costitutivi, quasi soggetti dell’evento, che si traduce nel
divertimento. La notte è il tempo legittimato socialmente al piacere. Le
giovani generazioni sembrano avere interiorizzato una marcata divisione
del tempo: i giorni infrasettimanali dai week-end, il giorno dalla notte. Il
primo è il tempo da dedicare alle attività strumentali come il lavoro e lo
studio, costituito da giorni che si susseguono simili l’uno con l’altro. I
week-end sono vissuti come spazi ricchi d'opportunità dove i giovani
possono aggregarsi, e sperimentare uno spettro di attività più gratificanti
e significative di quelle praticate nei giorni infrasettimanali. Questa
dicotomia temporale può essere vista come un bisogno espresso dai
giovani di rompere con la routine e le norme loro imposte durante i
giorni feriali.
Non sono solo la noia e la mancanza di stimoli, che caratterizzano la vita
quotidiana dei giovani, a caricare di aspettative la notte ed i week-end.
E’ la debolezza e la marginalità in cui si trova nell’organizzazione
4
sociale il gruppo sociale giovani ciò che provoca sentimenti di vuoto ed
incertezza. Se, da un lato, i giovani sono al centro dell’interesse
dell’industria del loisir, dall’altro sembrano relegati ai margini del
mercato del lavoro e sempre meno indipendenti economicamente ed
emotivamente dal nucleo familiare di origine. L’aumentata
scolarizzazione ha posticipato l’età in cui si entra nel mondo del lavoro,
la crescente disoccupazione giovanile, il lavoro sommerso, il lavoro
precario, i lavori meno specializzati, il generale allontanamento emotivo
ed ideologico dal valore “lavoro”
2
, sono elementi che non hanno certo
contribuito ad una stabilizzazione dei ruoli lavorativi, e di riflesso alla
costituzione dell’identità, nelle nuove generazioni.
Il lavoro, quando c’è, è molto spesso vissuto in modo strumentale, come
una fonte di risorse per finanziarsi i week-end, e non come un
opportunità relazionale, di crescita delle proprie capacità e di auto
realizzazione. La ricerca dell’identità si sposta perciò in altri ambiti,
soprattutto si esplica durante il tempo libero.
Per il tossicodipendente classico, dipendente da oppiacei, il dilemma era
o nascondere la propria identità “da tossico”, vissuta con vergogna, come
colpa, vivendo due vite parallele, o cercare nelle droghe pesanti
un’identità forte, univoca, di chi sta contro, di eroe maledetto, di chi è
disgustato dalla società e di tutto ciò che non appartiene alla subcultura
della droga e della devianza.
I consumatori di droghe sintetiche sono, al contrario, per la maggioranza
soggetti socialmente integrati, lavorano, studiano, sono inseriti in un
nucleo familiare, anche se ciò non toglie che possano essere portatori di
consistenti disagi individuali e relazionali. Essi non rifiutano infatti né
accettano pienamente l’identità che socialmente viene loro ascritta. Per i
consumatori di sostanze sintetiche la ricerca di un identità o più
semplicemente di un immagine del Sé soddisfacente, è un gioco
2
vedi anche, L. Gallino, Se tre milioni vi sembran pochi. Sui modi per combattere la
disoccupazione, Einaudi, Torino, 1998.
5
complesso, dove i fili conduttori sono la pluralità delle identità e la loro
reversibilità.
In questo contesto i week-end sono zone franche dove sperimentare, con
il gruppo dei pari, attraverso l’abbigliamento, la modificazione dei
comportamenti e delle percezioni indotte dalle sostanze, una serie di
identità diverse, per poi rientrare nell’identità ufficiale di “bravo” o
perlomeno “conforme” studente / lavoratore, il lunedì mattina.
Il consumo di nuove droghe, a livelli consistenti, soprattutto collegato a
contesti di loisir, sembra diventato parte integrante delle abitudini, di
ampie fasce giovanili a partire dagli anni ’90.
Il trend parte, come molti altri fenomeni sociali, dagli Stati Uniti per
approdare, attraverso le feste di Ibiza ed i club londinesi, in tutta l'Europa
e, non per ultima, in Italia.
Si parla di nuove droghe non solo per designare nuove sostanze, ma per
descrivere nuove modalità di consumo-interazione con le sostanze
stupefacenti, peraltro già conosciute da decenni, come LSD, Ecstasy e
Cocaina. Queste ultime possono essere definite droghe “di contesto”o
recreational drug, perché, come detto sopra, il luogo ed il contesto del
consumo divengono essenziali. Il consumo diviene rito, il rito
dell’Ecstasy “calata” durante il week-end, nelle nottate in discoteca, nei
Rave-Party e negli After-Hour. Il rito dell’Ecstasy e lontano da quello
del “buco” praticato dalla popolazione dei consumatori di eroina,
caratterizzati da un’età media sempre più elevata e da una certa
stabilizzazione.
L’eroina è diventata, dopo la grande paura dell'AIDS, poco appetibile in
quanto evocatrice (soprattutto con il consumo per via endovenosa) di
immagini di morte, malattia ed emarginazione. Chi consuma eroina oggi
è sempre più ai margini, non frequenta locali, non ha particolari stili di
vita od ombra di motivazioni estetiche o ideologiche, se non il
ripiegamento nella propria disperazione. Non a caso i consumatori di
sostanze “altre” dall’eroina non si considerano “drogati” e difficilmente
percepiscono il proprio comportamento come problematico. Non è
6
nemmeno considerata “droga” l’ampia gamma di sostanze che essi
assumono, viste come moderatamente nocive, allettanti, belle, colorate e
persino designate con una serie di nomignoli simpatici.
Per quanto riguarda la tipologia dei consumatori di sostanze stupefacenti
in particolare di nuove droghe possiamo dividerli in due macrocategorie:
i consumatori occasionali-moderati e i polydrug abuser. I primi
consumano in genere una sostanza alla volta in quantità moderate ed
occasionalmente.
I secondi, i polydrug abuser che, si possono stimare attorno al 5-10%
circa della popolazione dei consumatori, al contrario dei primi, utilizzano
più sostanze stupefacenti (contemporaneamente o a periodi alterni), in
quantità massicce e, anche se il consumo non è quotidiano, è comunque
una tappa periodica a cui difficilmente si può rinunciare.
L’ipotesi della ricerca alla base di questa tesi è quella di affrontare il
problema delle nuove droghe abbandonando il paradigma tradizionale
della tossicodipendenza.
L’assunzione di stupefacenti, sebbene rappresenti un comportamento
problematico, è da considerare un atto intenzionale e razionale volto a
soddisfare bisogni individuali e sociali.
Vi è un rapporto consumistico e non di sudditanza con le sostanze. Il tipo
di sostanza da assumere viene scelto in base alle esigenze contingenti di
una particolare situazione. Il consumo è considerato una scelta
reversibile, una parentesi, nella vita del soggetto che sceglie di
consumare in un determinato contesto.
In un’ottica più macro-sociale, il consumo di droghe stimolanti, in ambiti
di loisir, è funzionale alla stessa struttura sociale. La trasgressione che
viene messa in atto nelle discoteche è puramente estetica e segue regole
e tempi ben definiti. Le discoteche difatti sono a tutti gli effetti luoghi di
divertimento istituzionalizzati, come gli stadi, che esplicano una
funzione sociale, permettendo agli individui, una sorta di sovvertimento
dell’ordine quotidiano, in luoghi e durante tempi ben delimitati.
7
CAPITOLO PRIMO
SVILUPPO DELLA CLUB CULTURE E DIFFUSIONE
DELL’ECSTASY
8
“… La pioggia di emozioni, l’elettricità
scaricata da un viaggio chimico sono il frutto
di un impegno neuronale preciso e faticoso…
Allucinazioni vere che, spacciate come
strumento epistemologico per capire il mondo,
tracciano un solco virtuale e costruiscono un
sentiero pericoloso nei circuiti cerebrali del
viaggiatore mentale… Sentieri sconosciuti,
forse da lasciare inesplorati inerpicati su
piattaforme che guardano orizzonti cerebrali
irraggiungibili e demoliscono collegamenti
pazientemente selezionati dall’evoluzione.
Linee di pensiero ad alta tensione che uragani
neurochimici possono lasciare danneggiate per
sempre.”
Luca Pani
1.1 Introduzione
Ho scelto di dedicare uno spazio considerevole, in questo primo capitolo
agli effetti neurologici e farmacologici a breve, medio e lungo termine
che l’MDMA esercita sull’uomo e su altre cavie da laboratorio.
Nonostante questa sia una tesi di sociologia, credo che l’informazione
scientifica corretta sia sempre un punto di partenza importante per
evitare di parlare di ciò che in realtà non si conosce scientificamente. Va
inoltre sottolineato il principio secondo il quale, gli effetti delle sostanze
non dipendono soltanto dalle loro qualità farmacologiche, ma anche dal
set e dal setting ovvero dal modi di interagire con le dinamiche
psicologiche dei consumatori e dal contesto dell’uso: da qui la differenza
degli effetti vissuti dai singoli.
9
1.2 Caratteristiche chimiche e farmaceutiche dell’MDMA
L’Ecstasy è la droga di sintesi più diffusa, proviene dalla famiglia delle
amfetamine, ed il suo nome chimico è 3,4-metilendiossimetamfetamina,
o brevemente, MDMA, prototipo di un gruppo di amfetamine
caratterizzate dalla funzione 3,4-metilendiossi. Con una terminologia
introdotta da Nichols nel 1986, esse sono dette “entattogene” per
specificare in ragione dell’etimo greco e latino la singolare tipologia dei
loro effetti.
L’MDMA si è diffusa negli ambienti ricreativi con diversi nomi: Adam,
Emphaty, Ecstasy (il nome con cui la sostanza è oggi più conosciuta),
XTC, E, e molti altri.
1.2.1 Gli effetti desiderati
L’assunzione nell’uomo per via orale di una compressa di circa 100 mg
comporta un'azione stimolante simile a quella indotta dalle amfetamine,
seppur in forma più attenuata, inducendo il consumatore ad una
particolarissima esperienza piacevole. Gli effetti della sostanza si
manifestano dopo circa trenta minuti dall’assunzione, hanno il loro picco
di intensità dopo circa novanta minuti e durano dalle quattro alle sei ore.
Quando l’MDMA inizia a dispiegare i suoi effetti il tono dell’umore
sale velocemente verso l’alto, si ha la sensazione che il corpo diventi
leggero, si percepisce uno stato di benessere psico-fisico pressoché
totale; in altre parole, ci si sente felici e fiduciosi.
La peculiarità delle sensazioni che l’MDMA da rispetto alla altre
sostanze stupefacenti sono l’apertura affettiva verso il prossimo e la
riconciliazione verso i propri vissuti anche negativi.
Gli effetti gratificanti della sostanza vanno imputati alle caratteristiche di
entattogenicita ed ectactogeneicità della molecola, come si tratterà più
approfonditamente nei prossimi paragrafi.
10
1.2.2 Gli effetti avversi
Nei primati non umani si è osservato dopo massicce e ripetute
somministrazione di MDMA, una degenerazione dei livelli di serotonina,
importantissimo neuro-trasmettitore che regola il meccanismo sonno-
veglia, l’appetito, la libido, e soprattutto il tono dell’umore. Dopo sei
mesi dall’ultima somministrazione della sostanza, si è potuta notare una
parziale rigenerazione neuronale, seppure lenta. Le conseguenze a breve
periodo, anche gravi, sono ipertermia, alterazione della funzione
cardiovascolare, difficoltà respiratoria, rabdomiolisi e coagulazione
intravascolare, con esiti talvolta letali, ansia, depressione, e psicosi.
Non sono ancora noti studi epidemiologici sufficientemente esaurienti
sugli effetti dell’Ecstasy sull’uomo.
Ad oggi sono stati identificate tre tipologie d’utilizzo: come strumento in
psicoterapia, come strumento ricreativo in riunioni sociali ristrette; come
uso ricreativo in discoteche e durante i Rave party, ovvero feste auto-
gestite, della durata di molte ore, talvolta interi giorni, organizzate in
luoghi appartati, spesso in edifici abbandonati.
I Rave party sono caratterizzati dalla programmazione continua di
musica d’avanguardia e dal cospicuo consumo di stupefacenti
ricreazionali, le cosiddette dance drug, o droghe da ballo da parte dei
partecipanti che potremmo definire recreational drug user, per porre
l'accento sul forte legame fra divertimento ed uso di alcune sostanze
stupefacenti.
Le osservazioni scientifiche disponibili sull’uomo sono poche, tali fonti
si dividono in due categorie: gli studi psicoterapeutici, aventi come
oggetto di analisi persone che si sono rivolte ai Ser.T. (nella maggior
parte dei casi in modo coatto, inviati dalle Prefetture ai servizi per
possesso e/o consumo di sostanze stupefacenti), e le interviste ed i
questionari anonimi compilati spontaneamente da soggetti che fanno uso
ricreativo di MDMA.
11
Entrambi le osservazioni si basano su campioni esigui, che non possono
rappresentare in modo esaustivo l’intero universo dei consumatori.
Sono osservazioni che studiano il problema da una prospettiva
fenomenologica, focalizzando l’attenzione sul punto di vista soggettivo
del consumatore.
Questi limiti derivano dal fatto che i dati psicoterapeutici rilevati, hanno
valenza di osservazioni comportamentali; le interviste ed i questionari su
chi fa uso ricreativo di Ecstasy, sono generalmente anonimi, e non danno
modo al ricercatore di ricavare maggiori informazioni sui consumatori,
impedendo così un’analisi clinica e/o comportamentale dei soggetti
coinvolti. Non è inoltre possibile osservare il decorso clinico nei
consumatori, di eventuali patologie che si possono manifestare nel
medio e lungo termine.
Dagli studi psicoterapeutici sono stati evidenziati euforia, potenziamento
delle energie fisiche ed emotive, intensificazione della coscienza
sensoria, diminuzione dell’appetito e capacità decisionale alterata. Altri
effetti fisici sono trisma, intensificazione dei riflessi dei tendini profondi,
affaticamento e andatura instabile.
Le osservazioni sui soggetti che, utilizzano MDMA a scopo ricreativo,
hanno evidenziato in ordine decrescente di frequenza: intimità
interpersonale, tachicardia, bruxismo (tensione e irrigidimento della
mascella), bocca arida e diminuzione del sonno. Altri effetti subacuti
meno frequenti sono intorpidimento, dolori muscolari e affaticamento.
Non sono registrate osservazioni che denotino dipendenza fisica da
MDMA, anche se si è osservato in alcuni forti consumatori, la necessità
di assumere quantità crescenti di MDMA per mantenere costanti gli
effetti di gratificazione.
La documentazione clinica, riguardante casi di tossicità acuta o letale è
alquanto esigua; gli effetti di tossicità sistemica riportati sono aritmia,
asistolia, collasso cardiovascolare, rabdomiolisi, coagulazione
intravascolare disseminata, ipertermia, insufficienza renale acuta,
tossicità a carico del fegato e riduzione del peso corporeo.
12
Nei casi dove insorgono nell’uomo gravi complicazioni derivanti
dall’assunzione di Ecstasy, non è stata individuata, sempre, una stretta
correlazione tra la quantità di MDMA assunta e la gravità delle
conseguenze sul consumatore. Si sono verificati casi di effetti letali alla
prima assunzione, e al contrario, in altri casi in cui ci si sarebbe aspettati
un overdose da Ecstasy, per la quantità assunta in una sola volta (anche
quindici pastiglie), non sono comparse complicazioni di alcun genere.
I dati attualmente disponibili non consentono di stabilire, con assoluta
certezza, quali elementi determinano l’insorgenza di complicazioni gravi
o letali, in seguito all’assunzione di Ecstasy. Infatti nel processo di
assunzione entrano in gioco delle variabili diverse come la co-assunzione
di altre sostanze stupefacenti e/o alcol, la presenza di eventuali tagli
contaminanti nella compressa, lo stato psico-fisico dell’assuntore e il
contesto socio-ambientale in cui l’MDMA viene assunta.
13
1.3 Reversibilità dei comportamenti e irreversibilità dei danni
neurologici
Una caratteristica importante che connota i recreational drug user, è il
fatto di non considerarsi tossicomani. In linea con quanto già accennato
nell’introduzione del presente lavoro, l’unica sostanza stupefacente
considerata realmente “droga”, con tutte le accezioni negative evocate
dalla parola stessa, è l’eroina. E’ interessante, anzi, sentire la durezza dei
giudizi espressi dai giovani consumatori di Ecstasy, su chi fa uso di
eroina.
1
Essi stigmatizzano il tossicodipendente da oppiaci,
considerandolo come un relitto umano non recuperabile, che danneggia
soltanto chi gli sta intorno e l’intera società stessa.
2
Forse è un modo per
auto rassicurarsi dai propri comportamenti a rischio, rifiutando
implicitamente le Stepping stone, escalation, progression Theories,
3
secondo le quali l’iniziazione a qualunque sostanza stupefacente, anche
la cannabis, ha come risultato finale ineluttabile la tossicodipendenza.
I soggetti percepiscono il consumo di sostanze stupefacenti, come un
comportamento reversibile.
4
Il concetto di reversibilità è un punto focale
per capire come i giovani percepiscano i loro comportamenti a rischio.
La reversibilità implica che i comportamenti attuati durante i week-end
sono considerati come una parentesi nella propria vita, piacevole,
trasgressiva, ma che non devono compromettere irrimediabilmente, la
salute psico-fisica e quindi pregiudicare l’identità ufficiale di studente,
lavoratore etc. Da qui la preoccupazione di non uscire “bruciati” dalle
nottate passate in discoteca nei fine settimana, attuando comportamenti
1
F. Bagozzi, Generazione in Ecstasy. Droga, miti e musica della generazione techno, Edizioni
Gruppo Abele, Torino, 1997.
2
Si vedano anche le interviste fatte a giovani consumatori di Ecstasy in V. Castelli, P. Pacoda (a cura
di), Se mi tingo i capelli di verde è solo perchè ne ho voglia, Castelvecchi,, Bologna, maggio 1999.
3
Si veda anche, M. Ravenna, Adolescenti e droga: percorsi e processi socio-psicologici del consumo,
Bologna, Il Mulino, 1993.
4
P. Faccioli , E. Quargnolo, Prove di identità. Reversibilità e autoinganno: una ricerca sui
tossicodipendenti, Franco Angeli, Milano, 1992.
14
di autoregolazione, come l’auto sospensione per periodi di tempo anche
non brevi dal consumo di sostanze stupefacenti, alcol compreso. Nei
giovani consumatori ci sono anche comportamenti “salutistici”, come
praticare sport, adottare diete bilanciate, e ricorrere ad integratori
alimentari. Questo denota che le preoccupazioni riguardanti i rischi
relativi al consumo di sostanze stupefacenti esistono; il coro intonato in
molte discoteche “your brain is smailing, sale, sale, e non fa male”
(riferito all’assunzione di Ecstasy), fa parte del rito del ballo ed ha anche
la funzione di esorcizzare la paura, condividendo il rischio con altre
persone, anche se in alcuni soggetti può coesistere anche una
componente di auto-inganno. Possiamo asserire che i giovani
consumatori, anche grazie alle campagne informative supportate dai
media, sono abbastanza consapevoli dei danni indotti dalle sostanze.
L’assunzione di Ecstasy in genere è un comportamento, limitato nel
tempo, durante la vita del soggetto, perché se consideriamo l’assunzione
come un comportamento intenzionale e razionale, dopo un certo numero
di assunzioni, il soggetto avverte chiaramente che sono superiori gli
effetti indesiderati rispetto a quelli ricercati. L’MDMA, e in genere la
maggior parte delle sostanze stimolanti, per mantenere i livelli di
gratificazione raggiunti nelle prime assunzioni, spingono il soggetto al
consumo di quantità sempre più consistenti. All’aumentare delle quantità
di stimolanti assunti, gli effetti desiderati crescono meno che
proporzionalmente mentre al contrario sintomi come irritabilità, ansia,
depressione, aggressività si cominciano a fare sentire intensamente. A
questo punto la maggior parte dei consumatori sospende o smette
completamente l’uso di psico-stimolanti. Parallelamente alla sospensione
dall’assunzione di designer drug, i soggetti, tendono a sospendere la
frequentazione di quei contesti ai quali era associato il consumo delle
sostanze stesse, come Rave, After-Hour e discoteche . I soggetti non
frequentano più i locali dove consumavano stupefacenti, non per timore
di una ricaduta, ma perché senza stupefacenti i luoghi e gli eventi
perdono di patos, ora il re è nudo, quello che prima era un tempio del
15
divertimento, senza la carica e la dispercezione della droga, è solo un
insieme di divanetti e altri arredi, con una insieme di persone che ballano
sembrando felici non si sa bene per cosa. Considerando la giovane età
dei frequentatori di Rave e discoteche, l’assunzione in gruppo di
designer drug, ha anche la valenza di rito di passaggio
5
, in cui gli
adolescenti rafforzano i legami con il gruppo di appartenenza.
Quanto detto sopra non vale per i polydrug abuser, per i quali lo sballo,
comporti quello che comporti, è una componente ineliminabile della
propria vita. Sono giovani che organizzano tutta la settimana in funzione
del week-end, che attendono consumando cospicue dosi di alcol,
cannabis e psicofarmaci. Le occupazioni principali sono procurarsi i
soldi per comprare le pastiglie, da spacciare in discoteca, girare i
mercatini per trovare vestiti stravaganti, e dischi di musica house
difficilmente reperibili. Anche se stiamo parlando di persone giovani,
possiamo già considerare parte di esse come soggetti problematici, con
gravi compromissioni nella vita sociale, come sindromi psichiatriche,
piccole condanne penali, stigmatizzazione da parte della comunità di
appartenenza etc. I polydrug abuser, sono una minoranza rispetto
all’universo dei consumatori di designer drug, in una percentuale
stimabile attorno al 5%-10%
6
.
1.3.1 L’irreversibilità dei danni neurologici
La documentazione scientifica riporta prevalentemente studi su specie
animali orientati a scoprire il meccanismo d’azione e gli effetti
neurotossici. Tali studi, eseguiti su cani, primati e ratti, hanno
evidenziato come i siti dell’azione primaria dell’MDMA siano i
terminali dei neuroni che sintetizzano serotonina.
Nell’uomo non sono noti effetti neurotossici non reversibili
completamente nel lungo periodo. Uno studio condotto nel 1986 su 30
5
Vedi anche A. Van Gennep, I riti di passaggio, Boringhieri, Torino, 1981.
6
F. Bragozzi, Generazione in Ecstasy, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1997.