Introduzione
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contraddistinguono una squadra sportiva. L’argomento trattato viene introdotto
attraverso un modello sviluppato appositamente per lo studio delle strutture e
dei processi emergenti nel gruppo sportivo; successivamente viene affrontata la
ricerca, attraverso la quale vengono raccolti i dati direttamente sul campo,
all’interno di diverse squadre di pallacanestro maschili e femminili partecipanti a
campionati nazionali e locali. Gli autori cui viene fatto riferimento per la parte
empirica sono coloro che hanno per primi studiato la coesione ed individuato
uno strumento valido per la sua misurazione. Attraverso le pubblicazioni di
Carron, Widmeyer e Brawley viene ricostruito il modello teorico che sta alla
base della teoria della coesione e si individua lo strumento necessario per la
sua misurazione, il Group Environment Questionnaire (GEQ; Carron et al.,
1985). Per quanto riguarda invece la procedura effettiva cui l’indagine è ispirata,
ci si rifà all’esperimento indicato nella pubblicazione di Corey D. Bray assieme a
Diane E. Whaley (2001), Team Cohesion, Effort, and Objective Individual
Performance of High School Basketball Players, con le opportune variazioni per
l’adattamento alla realtà cui viene fatto riferimento. Attraverso l’analisi dei nostri
dati, al termine della ricerca saremo in grado di effettuare, benché limitatamente
alla nostra situazione specifica su di un campione ridotto di atleti, un confronto
con il modello di Carron, Widmeyer e Brawley con considerazioni
sull’applicabilità del GEQ fuori dal contesto socio-culturale nordamericano.
Inoltre potremo stabilire se nel campione cui abbiamo fatto riferimento si possa
individuare una correlazione significativa tra coesione e prestazione individuale
degli atleti.
Il cap.1 introduce il concetto generale di gruppo attraverso un punto di vista
psico-sociale partendo dalle numerose definizioni presenti in letteratura
scientifica; successivamente viene dedicato spazio a riferimenti teorici
riguardanti la Teoria dell’Identità Sociale di Tajfel e le Teorie Motivazionali
dell’Appartenenza che sono fondamentali per la comprensione di ciò che è un
gruppo, quali siano i suoi aspetti strutturali, come questo si formi e come gli
individui ritengano di impegnarsi per esso. Infine, nell’ultimo paragrafo, viene
Introduzione
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introdotto il concetto di coesione come conseguenza logica e naturale
dell’appartenenza di gruppo.
Il cap.2 analizza nello specifico la realtà del gruppo sportivo, soffermandosi
sulla sua formazione, sul suo sviluppo e sulla socializzazione dei suoi membri;
viene introdotto poi il concetto di coesione con particolare riferimento al
contesto sportivo e ci si sofferma sulla figura dell’allenatore, stabilendone il suo
ruolo fondamentale all’interno della squadra; successivamente vengono
analizzati gli obiettivi e le responsabilità di ciascun membro del team ed infine ci
si focalizza sui possibili interventi di team building per aumentare la coesione
all’interno della squadra sportiva.
Il cap.3 è dedicato alla costruzione e alla validazione dello strumento
utilizzato nella nostra ricerca per la raccolta dei dati, il Group Environment
Questionnaire. Dopo avere introdotto il modello di Carron per la coesione in
psicologia e presentata la teoria di riferimento su cui è costruito il questionario,
viene analizzato nello specifico il GEQ, partendo dalla sua formulazione ed il
suo sviluppo, fino a specificarne le proprietà psicometriche e in particolare
soffermandoci su affidabilità e validità dello strumento e presentandone gli
specifici valori normativi di riferimento.
Il cap.4 si sofferma ad analizzare il lavoro specifico della ricerca. Si
focalizza di conseguenza su quelli che sono gli obiettivi dello studio, sul
campione e sulla metodologia utilizzati; segue poi la parte dedicata all’analisi
dei dati raccolti con un immediato confronto con lo studio di riferimento
evidenziando quelle che sono le analogie e le differenze e quelle che possono
esserne le cause. Segue poi la discussione dei risultati ottenuti nella ricerca,
considerando con particolare attenzione quelli che sono i fattori determinanti
per lo sviluppo della coesione e quelle che ne risultano le conseguenze più
immediate ed evidenti nelle squadre sportive. Successivamente nelle
conclusioni si è ritenuto utile mettere in evidenza, oltre le osservazioni
specifiche del lavoro affrontato, anche le possibili nuove direzioni di ricerca che
Introduzione
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un tema ampio e complesso come quello della coesione di squadra può
sviluppare in futuro.
Infine, al termine del lavoro, è stato inserito un Glossario contenente i
vocaboli specifici adottati nella ricerca e nell’analisi dei dati.
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CAPITOLO 1
PER UNA DEFINIZIONE DI GRUPPO
La vita di tutti noi è dominata dall’ambiente sociale che ci circonda e in cui
siamo inseriti. I nostri modi di pensare, di agire, di sentirci coinvolti in ciò che
stiamo facendo non sono il frutto di attività isolate, ma derivano interamente
dalle relazioni che intratteniamo con altre persone, all’interno di una società e di
una cultura, e non può prescindere da questo. L’essere umano è, per sua
natura, un animale sociale e in particolare la nostra vita sociale si svolge
all’interno di gruppi di persone. In questo capitolo cercheremo di comprendere
cosa si intenda con il concetto di gruppo e quali siano le caratteristiche che
contraddistinguono un gruppo da quello che può essere un mero aggregato di
individui. Verranno quindi sviluppati gli aspetti riguardanti il riferimento teorico
alla Teoria dell’Identità Sociale di Tajfel (1985, ed. orig. 1981) agganciandosi
alle teorie motivazionali dell’appartenenza e alle motivazioni che portano un
individuo a stare in gruppo, per poi concludere introducendo il concetto di
coesione come conseguenza dell’appartenenza di gruppo .
Capitolo 1 – Per una definizione di gruppo
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1.1. Che cos’è un gruppo
Nella vita di tutti i giorni tendiamo a vedere ogni aggregato di persone come un
gruppo. Tuttavia gli psicologi sociali utilizzano questo termine molto più
precisamente. La definizione di cosa sia un gruppo, benché sia stata sempre
oggetto di numerose interpretazioni sfociate spesso in passato anche in
controversie importanti, si concentra sicuramente sul fatto che ogni individuo, in
qualsiasi momento della sua vita, si trova ad interagire con altre persone e
inevitabilmente, anche per un semplice processo di categorizzazione, a far
parte di gruppi.
Osserviamo, attraverso una breve rassegna teorica, le definizioni proposte
da diversi autori che si sono occupati della psicologia dei gruppi. Il lavoro svolto
da Kurt Lewin rappresenta una vera e propria pietra miliare per la definizione di
gruppo in psicologia sociale, sia per l'originalità dell'approccio, sia per la novità
delle intuizioni per la ricerca. Lewin definisce il gruppo come "un insieme (o
totalità) dinamico costituito da individui che si percepiscono vicendevolmente
come più o meno interdipendenti per qualche aspetto" (Lewin, 1979, ed. orig.
1948). In Teoria e Sperimentazione Sociale, l'autore concentra la sua
attenzione in particolare su gruppi costituiti sperimentalmente al fine di ricercare
e studiare tutte le dinamiche che naturalmente si vengono a generare, in modo
da poter trovare soluzioni di intervento per tutte le situazioni della realtà sociale
quotidiana. Egli parte dal presupposto che il comportamento individuale e quello
collettivo siano realtà sostanzialmente dinamiche e frutto di interdipendenze
complesse dalle quali vanno analizzate le situazioni ambientali nel momento
dato e nel contesto, inteso come fattori concomitanti, per comprendere i motivi
del determinarsi di un dato fenomeno e soprattutto per riuscire a prevederne il
suo probabile andamento. L'autore sostiene che nella vita di ogni gruppo
"abbiamo a che fare con quelli che in fisica sono noti come processi quasi
stazionari, in cui le forze si sostengono reciprocamente o si oppongono tra loro,
determinando la condotta effettiva del gruppo stesso a seconda di come tali
Capitolo 1 – Per una definizione di gruppo
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forze raggiungano o meno uno stato di equilibrio in un preciso momento" Per
Lewin quindi il contesto in cui si trova ad agire un determinato gruppo e la
conseguente esperienza dei suoi membri di un destino comune, sono i fattori
critici che ne definiscono l'identità (Lewin, 1979; ed. orig. 1948).
Per altri autori, invece, l’elemento chiave che sembra essere presente in tutti
i gruppi, è l’esistenza di una struttura sociale formale o implicita di solito sotto
forma di status e di ruolo (Sherif e Sherif, 1969). Un team sportivo è un buon
esempio a riguardo: è possibile infatti vedere la squadra come un gruppo
proprio perché i suoi membri hanno fra loro relazioni ben definite (allenatore,
assistente allenatore, capitano, giocatore titolare…) e queste sono di solito
accompagnate da precise differenze di ruolo e status. Secondo Turner invece
“un gruppo esiste quando due o più individui definiscono sé stessi come
membri e quando la sua esistenza è riconosciuta da almeno un’altra persona”
(Turner, 1982) [parafrasi]. In tal modo, in base a questa definizione, i membri di
una squadra rappresenterebbero un gruppo nel momento in cui un numero
significativo di individui sostenesse “io sono membro di questo gruppo”.
A questo punto il problema, come sostiene Allport, resta quello della
relazione dell’individuo con il gruppo; come l’autore sostiene “non esiste una
psicologia dei gruppi che non sia fondamentalmente e interamente una
psicologia degli individui” (Allport 1924, pag.6). Tale problema porta ad una
domanda tanto semplice quanto fondamentale: c’è qualcosa di più nei gruppi
della semplice somma degli individui che li compongono? In modo molto
elegante ed efficace Asch (1968; ed. orig. 1952) risponde con un’analogia
presa dalla chimica. Come l’acqua, sostanza formata da idrogeno ed ossigeno,
possiede proprietà molto diverse da quella di entrambi gli elementi che la
compongono, così avviene ugualmente per un gruppo di individui. Inoltre come
l’acqua, a seconda di come sono organizzati i medesimi elementi molecolari
può assumere caratteristiche piuttosto diverse (ghiaccio, vapore…), così
accade anche per gli individui in base al modo di combinarsi e di organizzarsi.
Ecco dunque delinearsi la risposta; un gruppo è un insieme di individui, ma è
Capitolo 1 – Per una definizione di gruppo
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qualcosa di più che una semplice somma di individui. Un concetto come questo,
che sottolinea la "totalità dinamica" di un gruppo, è fondamentale perché ci dà
una visione del gruppo medesimo come entità che possiede una sua realtà ed
unità specifica come qualcosa di diverso dai singoli individui che lo
compongono.
Tajfel invece si sofferma rispetto ad altri studiosi su cosa “è” un gruppo dal
punto di vista dell’individuo che ne fa parte. Pertanto egli spiega come un
gruppo sia “composto da uno a tre componenti: una componente cognitiva, nel
senso della conoscenza di appartenere a un gruppo; una valutativa, nel senso
che le notizie di gruppo e/o della propria appartenenza ad esso può avere una
connotazione di valore positivo o negativo; e una componente emozionale, nel
senso che è possibile che gli aspetti cognitivi e valutativi del gruppo e della
propria appartenenza ad esso siano accompagnati da emozioni (come amore o
odio, piacere o dispiacere) dirette verso il proprio gruppo e verso coloro che
intrattengono con esso determinate relazioni” (Tajfel, 1985; ed. orig.1981)
[parafrasi].
Come possiamo notare i punti di vista attraverso i quali possiamo
considerare un gruppo sono molti e le sfumature ancora di più. Come risolvere
il problema dunque? Quale aspetto rende veramente tale un gruppo? Gli
psicologi sociali insistono oggi in modo unanime nel vedere un gruppo come
“due o più persone che interagiscono tra loro ed esercitano mutua influenza l’un
l’altro” (Aronson, Wilson e Akert, 2002) [parafrasi]. È questo senso di mutua
interazione, o interdipendenza per raggiungere un obiettivo comune, che
distingue i membri di un gruppo da quella che è invece una mera aggregazione
di individui. Per esempio un insieme di persone che si ritrova a nuotare in
piscina dopo il lavoro negli stessi giorni e negli stessi orari, non costituisce un
gruppo, poiché queste persone non interagiscono tra di loro in un modo che
potremmo definire strutturato. Al contrario invece, una squadra di giovani atleti
che si allena tutte le sere in piscina è un gruppo, perché oltre a condividere un
obiettivo comune (l’allenamento in vista di una competizione), interagisce in
Capitolo 1 – Per una definizione di gruppo
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modo formale e strutturato, per esempio con un preciso programma di
riscaldamento e di sessione di lavoro.
1.2. L'identità sociale
Henry Tajfel è stato sicuramente uno degli studiosi che più ha contribuito a
vitalizzare la ricerca in psicologia sociale per quanto riguarda i processi legati
alla categorizzazione , ai problemi dei rapporti intergruppo e al ruolo che
l'appartenenza di gruppo esercita sul mondo cognitivo di ciascun individuo nella
vita sociale di tutti i giorni.
Il processo di categorizzazione è essenzialmente un processo di
semplificazione e riordinamento mentale del mondo fisico e sociale. La
categorizzazione è definita quindi come l'insieme dei processi che "tendono ad
ordinare l'ambiente in termini di categorie: gruppi di persone, di oggetti, di
avvenimenti (o gruppi di certi loro attributi) nella misura in cui essi sono simili od
equivalenti tra loro in rapporto all'azione, alle intenzioni o agli atteggiamenti di
un individuo" (Tajfel, 1985; ed. orig. 1981). Le conseguenze che derivano da
questo processo di raggruppamento riguardano principalmente la tendenza ad
accentuare le differenze tra gli item (siano essi oggetti o persone) che sono
collocati in due categorie diverse e la tendenza a minimizzare le differenze tra
gli item che appartengono alla stessa categoria. In altre parole si tratta di un
processo che accentua tutte le differenze intercategoriali e le somiglianze
intracategoriali.
Quando queste modalità di giudizio sono applicate al sociale, comportano
un processo di discriminazione che tende costantemente e indistintamente a
favorire il proprio gruppo di appartenenza e a sfavorire tutti gli altri. È proprio sul
processo di categorizzazione, e di conseguenza sull'appartenenza di gruppo,
che si costituisce l'identità sociale. Tajfel definisce l'identità sociale come “quella
parte di concezione di sé di un individuo che gli deriva dalla consapevolezza di
Capitolo 1 – Per una definizione di gruppo
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essere membro di un gruppo (o di più gruppi) sociale, oltre al rilievo emozionale
collegato a questa condizione di membro" (Tajfel, 1985; ed. orig. 1981).
L'identità sociale è legata al gruppo di appartenenza e pertanto l'adesione ad un
gruppo ed il rimanervi sono in funzione del contributo positivo che il gruppo dà a
questa identità. Nello stesso tempo vale anche l'effetto inverso, ossia l'individuo
che si trova per qualunque motivo a fare parte di un gruppo cercherà di
rafforzare la categorizzazione di quel gruppo in modo che risulti soddisfacente
alla propria identità. Quando un gruppo non soddisferà più questo requisito,
l'individuo tenderà a lasciarlo. Tajfel a tal proposito aggiunge anche che
"nessun gruppo vive solo: tutti i gruppi della società vivono in mezzo ad altri
gruppi. In altre parole, gli aspetti positivi dell'identità sociale, la reinterpretazione
degli attributi e l'impegno nell'azione sociale acquistano un significato solo in
relazione o nel confronto con altri gruppi." (Tajfel, 1985; ed. orig. 1981, p. 386).
Nell'ottica dell'autore, dunque, è un meccanismo di "confronto sociale" che
collega la categorizzazione all'identità e prolunga tutti quei processi di
valutazione e confronto alle relazioni tra i gruppi.
Attraverso il processo cognitivo che porta all’identità sociale, ciascun
individuo risulta dunque differenziato sotto diversi livelli. Innanzitutto l’individuo
si riconosce come membro di un gruppo in relazione (di collaborazione o
competizione) con altri gruppi e poi come individualmente differenziato rispetto
agli altri membri dell’ingroup. Sebbene il processo di identità sociale si attivi
quando le persone sono indotte ad una rappresentazione dicotomica del loro
universo (io e gli altri, il mio gruppo di appartenenza e altri gruppi…), suddiviso
in categorie mutuamente escludentesi, esso porta nella maggior parte dei casi
ad una forte identificazione con i membri dell’ingroup che depersonalizza la
concezione di sé riducendo le differenze individuali con gli altri membri a favore
di una maggiore coesione interna del gruppo stesso.