3
occupò, e delle mostre, manifestazioni e riconoscimenti, che lo riguardarono e che ci aiutano a
cogliere l’importanza della sua opera a partire dal contesto a lui contemporaneo.
Il secondo capitolo entra nello specifico della produzione per il teatro, con cenni alle sue
esperienze fondamentali, in particolare Le Soulier de satin e Uccelli, ed in maniera più
approfondita allo studio dei testi per le due messe in scena in questione. All’interno di questo
capitolo trova spazio una rapida storia dei primi anni di vita del Maggio Musicale Fiorentino,
come analisi dell’ambito culturale in cui questo artista si trovò a lavorare, e una traccia di
storia del costume teatrale del 900, con particolare attenzione all’ambito italiano e alla
professionalizzazione del lavoro del costumista e scenografo.
Il terzo capitolo offre l’apporto originale della mia tesi: un’analisi formale del figurino e,
attraverso questa, una definizione dei motivi che hanno guidato talune scelte formali e
stilistiche. Fondamentali sono state le ricerche presso l’archivio del Maggio che mi hanno
permesso di rinvenire alcuni importanti dati; lo spoglio delle rassegne stampa dell’epoca mi
ha offerto, poi, una prospettiva storica, sul come queste scelte furono accolte dalla critica.
Questa analisi è partita dal lavoro di schedatura a cui ho già fatto riferimento.
Il quarto capitolo offre un’analisi critica sull’opera pittorica e incisa, che costituisce la
principale attività di Coutaud, ed alcuni cenni agli importanti lavori di decorazione murale e
d’arazzeria, facendo riferimento alle prefazioni di cataloghi, da cui deriva il notevole numero
di opere riprodotte, e alla tesi di dottorato di Jacques Lagarde, uno dei principali studiosi
dell’arte di Coutaud. In particolare ho inteso mettere in luce alcuni temi della sua produzione,
come il rapporto con la donna, o la magia, e il tema assai dibattuto dei rapporti di Coutaud
con il surrealismo.
Infine, mi è parso utile corredare la tesi di un’appendice di fonti, in generale articoli di e su
Coutaud, di difficile reperimento, che fanno luce sul modo dell’artista di approcciarsi al teatro
e all’arte.
4
1. BIOGRAFIA
“...Lucien Coutaud, poète, un peintre authentique...”
Léon Moussinac
Il 24 ottobre del 1903, Adrien Antoine Coutaud, orologiaio e gioielliere, sposa a Meynes,
presso Nîmes, Françoise Celestine Priad, nipote del famoso ebanista Boucaruc, le cui opere
erano conservate nel museo Arlaten. Dalla loro unione nascono Lucien Elie Antoine (15
dicembre 1904) e Henri Marins Julien, che vivrà solo tre giorni (9-12 maggio 1909).
Lucien Coutaud passa gli anni dell’infanzia esclusivamente nella nativa Nîmes, se escludiamo
un breve soggiorno a Marsiglia nel 1917 di cui abbiamo traccia nei quadri del suo primo
periodo, dove troviamo protagonisti, i battelli italiani e spagnoli che poteva vedere nel porto
di Marsiglia, dalle finestre della sua dimora.
Sarà il padre a fargli da guida nei luoghi più caratteristici della sua città: la Maison Carrée, lo
Château Fadaise, i Jardins de La Fontaine e les Arenes; inizierà a frequentare le corride dal
1910 sviluppando una passione che lo accompagnerà per tutta la vita e che ritroviamo nei suoi
quadri.
Terminata la scuola, il padre lo avvia al lavoro d’orologiaio, esperienza che lascerà in lui il
gusto per il lavoro artigiano, ben fatto.
1920: Anno del suo ingresso alla École des Beaux Arts di Nîmes e della frequentazione
dell’atelier d’Armand Coussens, suo insegnante all’accademia e di cui dirà: “il m’a appris le
respect du travail bien fait et l’irrespect des choses trop bien etablies”. Questi sono anni
d’esercitazioni sul motivo, ai Jardins de La Fontaine e in campagna, di cui riempie numerosi
taccuini di schizzi. E anche l’anno della ripresa delle corride a Nîmes.
1924: Espone tre acquerelli presso la libreria Calendal. Sono visti da uno studente di legge,
André Fraigneau, che gli propone di illustrare una delle sue novelle, intitolata Spectacle, che
doveva essere pubblicata dall’editore Fabre. É l’inizio di una lunga amicizia testimoniata da
una fitta corrispondenza. Finalmente in ottobre riesce a mettere in atto il suo sogno e si
trasferisce a Parigi insieme a Marc Bernard, si stabilisce a Montparnasse. I due giovani
vagano per musei e gallerie alla ricerca delle opere di quei maestri conosciuti solo tramite le
riproduzioni nelle riviste: De Chirico, Klee, Ernst. Frequenta le accademie libere di
Montparnasse, le gallerie dell’Académie des Beaux Arts, dove pratica la copia da statue
antiche, e gli spettacoli di teatro d’avanguardia. E’ ammesso alla École National des Arts
Décoratifs.
5
1925: Per aumentare i suoi mezzi di sussistenza, lavora come ritrattista sul traghetto Pacific-
Railways durante la Grand Exposition des Arts Décoratifs.
1926: Le lettere che scrive ai genitori e a Fraigneau, attestano come la sua vita da apprendista
sia piena di impegni: accademia di Montparnasse di mattina, nel pomeriggio lavora presso
uno scenografo
che gli era stato presentato da Hermann Paul e la sera frequenta i corsi
dell’École National des Arts Décoratifs. Conosce un musicista ed esperto d’arte, Slivinski,
che s’interessa alle sue prime opere pittoriche e grazie alla cui amicizia entrerà in contatto con
André Salmon e Jean Cocteau. Saranno Salmon e Fernand Divoire a presentarlo a Charles
Dullin che stava lavorando ad una pièce di un atto unico scritta da Divoire
1
. Dullin apprezzerà
il senso plastico di Coutaud, parlerà di “..sens du théâtre..”. Sarà al tal punto entusiasta del
lavoro di Coutaud
2
, da proporgli una nuova collaborazione su un pezzo classico; l’artista
propose Il Borghese gentiluomo e Uccelli. Nasce anche un progetto di collaborazione
editoriale con Salmon che però non andò in porto perché l’editore Jonquiere non assicurò il
suo appoggio. In ottobre parte per Mayence per assolvere il servizio di leva, nel reggimento di
artiglieria della sedicesima guarnigione.
1927: Caduto in uno stato di depressione per l’inattitudine alla vita militare, i suoi superiori
gli vengono incontro affidandogli un incarico che lo solleva dagli impegni quotidiani, ovvero,
realizzare una decorazione murale per il refettorio della caserma
3
. Passa il tempo nella lettura
dei testi di Cocteau
e Lacordaire e alla scoperta della Renania col suo cielo grigio-blu, sui
passi d’Apollinaire. É il periodo “renano”, le sue tele sono popolate di soldati, battelli a ruota,
castelli in rovina e attori. É questo il periodo nel quale ottiene la sua prima commissione per il
teatro: Dullin gli affida le scene e i costumi per la messa in scena di Uccelli, da Aristofane.
Durante i congedi si reca a Parigi per procurarsi il materiale necessario al suo lavoro e per
incontrare Bernard Zimmer. Lavora al progetto con accanimento e spedisce il suo lavoro
tramite la posta. Si reca, inoltre, a Coblenza, in visita presso André Fraigneau, che assolve
anch’egli, in quel periodo, il servizio di leva, e insieme scoprono l’arte barocca.
Tutte le note dai taccuini e le lettere sono tratte dal fondamentale studio di Jacques Lagarde, Coutaud en son
temps, Université Paris I 1990.
1
“... Dullin m’a donné a faire les décors et les costumes d’une pièce en acte, évidemment ce n’est pas très
important, cette pièce est de Divoire... ” da una lettera a Fraigneau del marzo (V vol., p. 9)
2
“... [Dullin] j’irai le voir dans quelques jours, il m’a encore dit que mon décor etait épatant....” da una lettera ai
genitori del 1926 (V vol., p. 9)
3
“... presque tout le matins, je peins une scène sur les murs du réfectoire, ça ne plait a tout le monde, tant
pis ![...] j’ai voulu simplement m’adresser a des hommes qui son plutôt des enfants ou du moins ils
devraient rester tels...” da una lettera a Fraigneau del 19 febbraio 1927 (V vol., p. 12)
6
1928: Il 26 gennaio va in scena la prima di Uccelli, Coutaud non ottiene il congedo e resta a
Mayence mentre a Parigi pubblico e critica decretano il successo
delle sue scelte per le scene e
per i costumi, come l’uso di materiali nuovi, (ad esempio la tela cerata). Si dedica alla pittura
e all’acquerello
4
, disegna anche biglietti d’auguri ma appare costantemente scontento del suo
lavoro
5
. Alla fine d’aprile torna a Parigi. É un periodo di ricerca e di definizione di un
linguaggio proprio
6
, paradigmatica della sua opera pittorica è la frase che scriverà a
Fraigneau: “une oeuvre, ça ne se fait qu’avec toute une vie”. Sulla tela vivono ancora i ricordi
del periodo renano, mette in scena momenti della vita di soldato, crea delle istantanee, ferma
per un attimo il flusso di un racconto.
1929: É un anno di contatti importanti; Picabia, Rosenberg, il mercante d’arte Bing. Louis
Jouvet gli commissiona scene e costumi per l’Hamlet di Laforgue, progetto che non vedrà
mai la scena
7
. Illustra tre opere di José Ferda pubblicate a Nîmes, da Fabre (Maxime de
Fondecloche, Sonatine d’eté, Sauge). All’inizio dell’anno si reca a Ginevra per una nuova
messa in scena di Uccelli. Riprende anche a dipingere e definisce un’estetica in cui l’uso di un
blu lattiginoso è una costante. Il mondo silente, teatrale, onirico e atemporale che ha
abbozzato in Renania, si precisa e mostra il suo debito con la pittura di De Chirico. Torna
anche all’incisione e studia la storia dell’arte alla ricerca di una soluzione ai problemi plastici
che anche lui si pone. Nel 1929 appare sulla Revue de France, un articolo di Salmon che per
la prima volta pone la questione del rapporto tra Coutaud e il surrealismo
8
.
1930: É un anno di difficoltà economiche e personali, i mercanti d’arte non si interessano ai
suoi quadri e solo qualche amatore segue il suo lavoro; la sua solitudine è alleviata solo
dall’amicizia di Denise Bernollin. Dal Mistral Hotel, dove poteva vedere le tombe del
cimitero di Montparnasse, si trasferisce in rue d’Alesia, nel sottotetto della Villa Chenu,
costruita nel 1889 per accogliere chi lavorava per costruire il padiglione elvetico
4
“... Mes gouaches ont beaucoup intéressé le peintre Picabia il a dit a Rose Adler qu’il voulait beaucoup voir
mes peintures... ” da una pagina del taccuino di Coutaud datata 1928 (martedì). (V vol., p. 12)
5
“...les costumes d’oiseaux étaient ignobles... ” da una lettera a Fraigneau il 26 gennaio 1928 (V vol., p. 15)
6
“...Mon oeuvre! Le mot est bien trop grand pour cette si petit chose [...] En ce moment je ne peux pas peindre,
c’est impossible, mais je dessine un peu, des compositions, des nus ...” da una lettera a Fraigneau del 1928 (V
vol., p. 15)
7
“.... Hier soir je suis allé chez Jouvet lui montrer des projets pour Hamlet de Laforgue, mes décors lui ont
plu...” da una pagina del taccuino di Coutaud datata 1928 (martedì). (V vol., p. 15)
8
“... L’erreur serait d’inscrire Coutaud parmi les surréalistes [...] Lucien Coutaud est plutôt le jeune frère des
hommes de mon age, ceux que la critique [...] appelle le "poètes de la Rue Ravignan". Ces poètes ne sollicitent
pas laborieusement l’absurde mais admettant que tout lyrisme comporte une part d’absurde...” di André Salmon,
Revue de France, 14, 15 luglio 1929
7
dell’esposizione universale. Qui dipingerà La Jeune fille toréador e Souvenirs rhénans, tela
che riassume tutte le ricerche degli ultimi tre anni. Realizza opere con la puntasecca.
1931: Prepara con passione, per febbraio, l’esposizione alla galleria des quatre chemins ma
resta profondamente deluso: “ ...La soir du vernissage j’étais triste, ce qui pour moi etait la
verité ne l’etait pas pour le autres [...] jamais je ne connus pareille solitude...”
9
; ancora il
teatro interviene a salvarlo dal suo umor nero
10
: la Compagnie des Quinze gli commissiona
scene e costumi per una pièce scritta da Armand Salacrou, da rappresentare al Vieux
Colombier. Sarà Coutaud stesso a proporre il titolo per il testo all’autore e al regista, durante
una corsa in taxi: La vie en rose.
Comincia a frequentare con assiduità il Théâtre de l’Atelier dove conosce Jean Louis Barrault,
nasce così un’amicizia basata sulla comune stima per Dullin e che confluirà in varie
collaborazioni. Per quanto riguarda la pittura è un periodo di stasi
11
, realizza i ritratti di Rose
Adler e André Fraigneau. Il 13 luglio 1931, scriverà: “...Il pleut chez moi, terrible symbole.”
12
1932: Terminato il ritratto di Rose Adler lavora esclusivamente all’acquerello; nelle rare
composizioni di grandi dimensioni, fanno la loro prima comparsa quelle figure aguzze che
caratterizzeranno la sua pittura negli anni ’40 e ’50. Le sue lettere continuano ad attestare i
problemi economici; il 14 gennaio scriverà: “...je n’ai presque plus en sou...”
13
, e ancora il 25
gennaio 1932, “...les ennuis continuent, argent, peinture et le reste...”
14
. Organizza una mostra
d’acquerelli da Gimpel e realizza scene e costumi di Venus et Adonis, per la Compagnie des
Quinze, da mettere in scena al Théâtre de l’Atelier; ancora all’Atelier lavora con Dullin per
Le Château du pape di André Richaud. La prima va in scena il 14 ottobre. Le sue letture
dimostrano un interesse verso le fonti del surrealismo anche se la sua posizione rispetto alla
corrente resterà fortemente critica; ammette, invece, una vera passione per l’opera di Picasso.
in seguito alla visita di una mostra su Manet e Picasso scriverà alla fine di giugno 1932: “...
Exposition Picasso-Manet, quel est le plus grand? C’est Picasso, car aussi bien peint si ce
n’est mieux que Manet, il va plus loin, beaucoup plus loin, son travail est celui d’un toréador,
9
Jacques Lagarde, Coutaud en son temps, Université Paris I 1990, V vol., p. 24
10
“...L’homme est fait pour vivre seul ou presque, d’ou mon horreur du communisme et autres politiques...”
testo manoscritto del 19 dicembre 1931 (V vol., p. 26)
11
“... La ligne, la forme en elles même ne m’enteressent que comme émotions, que je classe avec toutes les
émotions rencontrées : odeurs, couleurs, airs, etc. [...] pour la peinture que je voudrais faire toutes ces choses la
me servent, mais comme aliment....” da un testo manoscritto della fine di aprile del 1931 (V vol., p. 26)
12
Lagarde, op.cit., V vol., p. 25
13
Lagarde, op.cit., V vol., p. 28
14
Lagarde, op.cit., V vol., p. 27
8
très risqué, Manet ne risque rien, ce n’est qu’un bon élève...”
15
. Alla fine dell’anno le cose
sembrano andare meglio e i mercanti d’arte iniziano ad interessarsi alle sue opere. Riprende la
tecnica ad olio e butta giù alcuni progetti.
1933: Continua ad utilizzare l’olio col quale realizza i ritratti di Colomb e Blanzat. La galleria
Vignon inizia ad interessarsi alla sua produzione, ed in particolare, ai suoi acquerelli. Conosce
madame Cuttoli che, per il suo atelier di Aubusson, gli commissiona cartoni per arazzi, e per
suo tramite ottiene ulteriori commissioni. Alla fine dell’anno soggiorna per un mese a
Philippeville per realizzare progetti di scena per il repertorio del teatro municipale. Realizza
un viaggio a Costantinopoli e ad Algeri a riguardo del quale scriverà a Rose Adler: “...j’ai
cherché des "matières", mais je n’ai rien trouvé, tout ce que l’on trouve ici pourrait-on le
trouver très bien au B.H.V(Bazar de l’Hôtel de Ville)....”
16
1934: Dal 9 al 22 marzo realizza un’esposizione d’acquerelli e disegni alla galleria Vignon.
Realizza ancora due ritratti per la sua galleria personale: Pistre e Saugeut. Passa l’estate tra la
nativa Nîmes e Antibes, ospite di madame Cuttoli dove incontra nuovamente Picabia. A
settembre torna a Parigi e illustra un’edizione delle Moralités légendaires di Laforgue. A fine
ottobre trasloca di nuovo, in rue Mont Blanc, 6. Stringe nuovi rapporti di amicizia: i fratelli
Jacques e Pierre Prevert, Pierre Olivier Lapie, Jean Aurenche che gli propone di fare uno spot
pubblicitario per una marca di mostarda, Jean Lurçat e Eugène Dabit. Dullin ripropone
Uccelli, all’Atelier. Madame Cuttoli gli ottiene una importante commissione per un arazzo
destinato alla sala del consiglio di Philippeville, di tema storico: Le Général Négrier
débarque sur la côte algérienne. Alla fine dell’anno ottiene la sua seconda commissione per
un cartone sul tema di Paul et Virginie. Passa ancora l’estate tra Nîmes e Antibes e qui
conosce Matisse e Picasso frequentando le arene delle corride. Per Madame Cuttoli realizza il
cartone per arazzo intitolato Paul et Virginie ed illustra all’acquerello una copia delle
Moralités légendaires di Jules Laforgue. Lo Stato acquista un suo grande acquerello (144x97
cm) del 1934: La Répétition.
1936: Il 7 aprile sposa Denise Bernollin. Ottiene la commissione, in collaborazione con
Courmes, Kayser, Savin e Klein, per un pannello decorativo sul tema dei cinque sensi, per il
ristorante dell’Exposition des Arts Décoratifs del 1937. Il suo atelier di Passy, è troppo
piccolo per il pannello che deve decorare, così è costretto a recarsi ogni giorno a Gargan, dove
dipinge in un locale che gli era stato prestato. Un’altra importante commissione gli arriva dal
Comité pour les Beaux Arts del Palais de la Découverte, il tema è il mito di Proserpina.
15
v. nota 13
16
Lagarde, op.cit., V vol., p. 29
9
Lo Stato acquista un suo acquerello del 1933 per il musée des Beaux Arts di Grenoble (Dame
dans l’escalier). In una lettera del settembre 1936 a Blanzat, esprime la sua ambigua
posizione politica: da un lato l’apprezzamento per l’impegno repubblicano di Picasso,
dall’altro la sua volontà di non immischiarsi col reale. Tra il 30 ottobre e il 14 novembre, si
svolge una mostra collettiva alla galleria Bucher-Mybor, il critico di Beaux-Arts scriverà di
lui: “...un coloriste aimable plutôt qu’imaginatif [...] L’inspiration de Lucien Coutaud, pour
être surréaliste, n’est pas moins innocente et champêtre...”
17
. Ottiene numerose commissioni
da amatori francesi e americani.
1937: Si trasferisce in rue Antoine Chantin, 7. Ultima le tele da esporre alla personale del 2
marzo alla galleria Fleurus; realizza la decorazione murale al Palais de la Decouverte, che sarà
distrutta dai bombardamenti. Inizia una collaborazione con l’editore Guy Levis Mano che da
vita alla sua produzione più importante, come illustratore: Suicide di Carlos Rodriguez Pintos,
Les Barricades misterieuses di Maurice Blanchard, Quarante Comptines nouvelles di Fernand
Marc (che gli dedicherà una poesia!) e il Cahier G.L.M. six, inoltre partecipa alla
realizzazione dell’opuscolo apparso in occasione dell’Ubu enchaîné di Alfred Jarry, messo in
scena alla Comédie des Champs-Élysées da Itkine, insieme ad alcuni esponenti del
surrealismo: Breton, Eluard, Hugnet, Magritte, Man Ray, Tanguy, etc. Ancora una volta passa
l’estate ad Antibes, ospite di madame Cuttoli e per lei realizza schizzi per vedutine dipinte.
Rose Adler vende alcune sue opere ai collezionisti americani e il Musée National d’Art
Moderne di Parigi, acquista un suo acquerello (Printemps). Ottiene la commissione per
decorare il refettorio dell’Institut National des Sourd-Muet.
1938: Il 1 febbraio va in scena all’Atelier, il Pluto di Aristofane per la regia di Dullin, del
quale Coutaud ha disegnato scene e costumi. Fa la conoscenza di Copeau che gli propone una
collaborazione per As you like it di Shakespeare, da mettere in scena al Maggio Fiorentino; è
un’occasione per Coutaud di visitare l’Italia: viaggia in Toscana e in Umbria, fino a Roma
alla scoperta delle grandi opere del passato, resta fortemente colpito dalla pittura di Piero della
Francesca e sopratutto da Botticelli, la cui influenza ritroviamo nei visi dipinti tra il 1942 e il
’43. Tornato a Parigi termina il murales all’Institut National des Sourd-Muet. Passa l’estate
tra Nîmes e Nougius, con madame Cuttoli e Picasso. Il rientro dalle vacanze è un periodo di
lavoro intenso, realizza acquerelli anche di grandi dimensioni e partecipa al concorso per la
realizzazione di un francobollo commemorativo del centenario della nascita di Paul Cezanne.
1939: Il comitato organizzativo dell’Esposizione Universale di New York gli commissiona 16
pannelli (240 x 120 cm) per il padiglione francese, il tema da rappresentare era i quattro fiumi
17
Lagarde, op.cit., V vol., p. 33
10
francesi (Senna, Garonna, Loira e Rodano). É un periodo di lavoro intenso (realizza anche
illustrazioni per Vogue) e d’ansia per la precarietà della situazione internazionale. E’ arruolato
nell’Unité de camouflage di stanza a Meudon dove ritroverà Jean Bazin. Seguirà la ritirata
dell’armata fino ad Angoulême dove sarà ricoverato in un ospedale da campo e vi resterà per
circa un mese, di questo periodo sono molte lettere
18
a Barrault, Blanzat
19
e Dullin. Il 14
dicembre Coutaud torna a Parigi dopo essere stato riformato a causa del diabete. Il poeta
Georges Emmanuel Clancier, che nella primavera del 1939 gli aveva dedicato un suo testo,
s’ispirerà alle sue tele, facendone soggetti per le sue poesie.
1940: La pittura è l’antidoto alla “... pluie qui ne cesserait jamais...”, come scrive il 5 febbraio
a Blanzat. Alla fine del 1939 aveva iniziato a collaborare alla rivista poetica di Paul Eluard,
l’Usage de la Parole, illustrando Le Cor enchanté di Achim Von Arnim e Brentano. Parigi
vive divisa tra feste e l’inquietudine della guerra, il pittore lascia la capitale alla fine di marzo
per raggiungere la sua famiglia a Cropet, vicino Meung sur Loire, dove lavorerà ad un cartone
per arazzo (Musique de chambre). Torna a Parigi all’inizio d’agosto e inizia a lavorare alla
decorazione murale, poi mai realizzata, per la scalinata della Faculté de Pharmacie de
l’Université de Paris.
1941: Dal 21 febbraio al 26 marzo realizza una mostra alla galleria Rive Gauche con Roland
Oudot e Jean Souverbie. Partecipa anche alla collettiva nella galleria Braun nel mese di
maggio, in entrambe le occasioni la critica mostrò di apprezzare la sua opera. Da aprile a
giugno lavora al cartone per arazzo La pluie et le beau temps commissionatogli da Jacques
Adnet per la Compagnie des Arts Françaises e disegna scene e costumi per 800 mètres di
André Obey, messo in scena da Barrault allo stadio Rolland Garros di Parigi. Vengono
accettati i progetti per i pannelli della Faculté de Pharmacie e ottiene ufficialmente l’incarico.
A luglio, per Paul Eluard, illustra un’edizione di L’Amour- La Poèsie, con 33 acquerelli e il
poeta gli dedicherà alcuni suoi libri e gli donerà il libro di Jarry: Gestes et opinions du docteur
Faustroll accompagnandolo con la dedica “...a mon ami Lucien Coutaud.” A fine ottobre
espone al Salon d’Automne e diviene membro del Salon de la Presse nella sezione
Iconographie Général che gli pubblica un’incisione il cui progetto era stato commissionato e
rifiutato dalle Galeries LaFayette.
18
“...les ennuis et les tourments de la vie civile ne son rien à côte de ces stupides journées sans autre but que de
se demander pour encore combien de temps il faudra rester là...” dalla prima lettera a Jean Blanzat del 14 ottobre
1939 (V vol., p. 42)
19
“... Dullin m’a écrit une lettre très bien ou il me dit : Vois-tu une seule chose vaut la peine de lutter et de vivre
c’est l’Art...” dalla seconda lettera a Blanzat, ottobre 1939 (V vol., p. 43)
11
1942: Dal 18 gennaio al 14 febbraio partecipa alla mostra d’inaugurazione della galleria
Friedlander e a fine marzo partecipa alla prima esposizione d’arazzi, organizzata dalla
Compagnie des Arts Françaises. Frequenta la casa dei mecenati sudamericani Anchorena,
molto frequentata da artisti e intellettuali, e qui rincontra Braque, che andrà a trovare nel suo
atelier il 14 dicembre, e Picasso, col quale intensifica i contatti. Anche a Coutaud come a
molti altri ospiti della casa è proposto di presentare un progetto per la decorazione di una
volta (terminata il 2 aprile). Il 25 novembre trasloca in rue des Plantes 26. Assiste alla Phèdre
di Racine alla Comédie Française nel quale recita Marie Bell, attrice che ritroverà in Le
Soulier de satin. Quest’anno segna una frattura nella sua produzione. Negli acquerelli che
rappresentano nature morte, troviamo “...squelettes de fruits...”, forme ridotte ad ossature.
1943: All’inizio dell’anno espone un autoritratto alla galleria Friendlander; si divide tra i
lavori per il teatro, e i viaggi a Felletin, per dirigere la tessitura dei suoi arazzi. Il 7 novembre
va in scena Le Soulier de satin. Passa l’estate a Fontvieille presso Suzy e Pierre Delbee,
l’arido paesaggio alpino influenza le sue opere successive il cui stile si avvicina a quello delle
nature morte. I contatti con Picasso non cessano e alcuni acquerelli testimoniano il perdurare
dell’influenza dello spagnolo su Coutaud.
1944: Saint Germain des Prés diviene il cuore culturale della città e luogo di incontro per
Coutaud e i suoi amici, tra i quali: Picasso, Jacques e Pierre Prevert, Jean Paul Sartre, Oscar
Dominguez, Jean Blanzat, per il quale progetta 11 illustrazioni per Enfance (lavoro mai
portato a termine!), e Felix Labisse. Il 17 marzo partecipa alla prima riunione di quello che
sarà il gruppo fondatore del Salon de Mai. Continua a lavorare agli arazzi ma anche la pittura
acquista maggior riconoscimento. Il critico Mosdye parla, a proposito del salone alle Tuileries
di “....zazoutrageantes sophistications des Coutaud, Labisse et autres innombrables...’’
20
. Il
mondo di Coutaud tra il 1944 e il ’45 è quello della chiusura, delle città crepuscolari che
devono più a Kafka che a De Chirico, un universo aggressivo e buio, pieno di figure aguzze,
irte di punte. In quest’anno conosce anche l’opera di Raymond Roussel a cui dedica molte sue
opere (Moulin à moudre le temps). Da lui trae un diverso modo di narrare e la volontà
sperimentatrice: nascono le tele-rebus (Hommage du rebus 1944), tele con punto di vista
ribassato (L’escalier de mademoiselle Phèdre 1946), tele con un sistema di predelle che
consentono la pluralità dei campi narrativi (Eroticomarine 1954). Il Musée National d’Art
Moderne di Parigi acquista l’arazzo con Orphée et les muses, Coutaud partecipa alla mostra: il
nudo nella pittura contemporanea, presso la galleria Drouin. In quest’anno realizzerà anche la
20
Lagarde, op.cit., V vol., p. 63
12
sua unica esperienza con la scultura, ma non si dimostra soddisfatto e sul suo taccuino annota:
“Triste fin d’année, rien de ce que j’espérais pour ma peinture ne s’est réalisé”.
21
1945: Alla Galleria Pierre Maurs è organizzata la prima edizione del Salon de Mai. Coutaud
presenta una tela dipinta l’anno precedente che vede l’introduzione di un nuovo elemento
iconografico, che resterà costante: il ferro da stiro. La critica si è interrogata su
quest’elemento, in particolare Georges Limbour scriverà il 5 agosto 1946 su Dimanche
Paysage: “...Pourquoi ce fer? Il ne peut avoir qu’une signification dramatique et
metaphysique...”, a questa domanda sembra rispondere lo stesso Coutaud con un testo
manoscritto: “... Les fers à repasser [....] ne sont pas là pour étonner mais surgissant dans
l’œuvre comme a d’autres époques [....] les couchers de soleil, les fesses, les hommes et la
nappe ...”. Le sue opere iniziano ad avere un’ampia visibilità ma ciò non da maggior
sicurezza a Coutaud che resta chiuso nel suo pessimismo e nel dubbio costante. Espone al
Salon des Indépendants e all’Exposition des Jeune Peintres Français che si tenne al Palais des
Beaux Arts di Bruxelles. Partecipa al Salon d’Automne e ottiene la commissione per due
arazzi dalla Manufacture National des Gobelins (L’Après midi vert e La Jeune endormie).
Torna anche sulle scene con un balletto al teatro Sarah Bernhardt con coreografie di Roland
Petit e musiche di Benjamin Godard, dal titolo Le Poète. Realizza le illustrazioni per le trenta
novelle che compongono la raccolta Histoires, di Jacques Prevert e Henri Verdet. Durante le
vacanze, trascorse a Collioure, un nuovo elemento figurativo si aggiunge al suo, già variegato,
mondo: le donne di Cailloure; mentre le storie di soldati, che trovavamo sulle tele del ’30,
vengono sostituite da quelle della portatrice di pane. Coutaud ci svela tutti gli elementi che
costituiscono il puzzle della sua vita: i luoghi preferiti, le metamorfosi e le relazioni.
1946: All’inizio di maggio espone alla galleria Roux-Hentschel una quarantina di tele dipinte
tra il ‘44 e il ’46; il Musée d’Art Moderne espone cinque suoi arazzi, Coutaud partecipa,
anche, alla terza esposizione della Compagnie des Arts Français con 4 arazzi nuovi e 3
dell’anno precedente. Passa l’estate sulla costa catalana e al rientro espone al Salon
d’Automne L’escalier de mademoiselle Phèdre che Georges Armand Masson commenta su
La France au combat del 24 settembre “...L’escalier sans fin...” che ottiene una buona
recensione anche da parte di André Varnod sul Figaro. Torna anche ad incidere
all’acquaforte. Fa la conoscenza, dal gruppo dei surrealisti, di Oscar Dominguez e Lise
Deharme di cui Thirion dirà: “...Lise etait une trés jolie sorcière...”. Per Pierre Tisne illustra
un’edizione dell’opera completa di Arthur Rimbaud.
21
Lagarde, op.cit., V vol., p. 64
13
1947: All’esposizione presso la galleria Bonaparte, presenta al pubblico i suoi “essencerelles”,
ovvero acquerelli diluiti con benzina. Nel catalogo di presentazione, il critico René Guilly
rilancia la questione sull’appartenenza o meno di Coutaud al surrealismo, nell’escludere
questa possibilità usa un linguaggio ambiguo che non chiude definitivamente la questione:
l’“...œuvre peinte ou dessinée doit toujours etre depassée vers 'Autres choses'...”
22
. Il 25
febbraio Gilbert Lely gli commissiona le illustrazioni all’acquaforte per Ma Civilisation
23
,
l’ultima edizione della sua produzione poetica. Espone al Salon de Mai, a quello d’Automne
e, a fine anno, alla galleria Jérôme di Bruxelles dove presenta la tela Le marquis et son
château (état actuel) realizzato sotto l’ispirazione di una visita alle rovine del castello del
marchese De Sade durante un soggiorno in Vaucluse, Roussillon, Cordes e Joucas. Entra in
contatto col mondo del jazz guidato da Boris Vian nelle cantine di Saint Germain de Prés e in
particolare al “Lorientais” dove lo stesso Vian suonava la tromba nel gruppo di Claude Luter,
i New Orleans. Coutaud illustrerà Rue de la gaîté- Voyage en Bourgogne di Robert Desnos,
con quattro acqueforti.
1948: Viene presentata Ma Civilisation di Lely
24
, illustrata con undici incisioni di Coutaud e
in questa occasione presenta una propria mostra di incisioni, acquerelli e tele ispirate dalla
visita al castello di Lacoste, dimora di Sade (di cui Lely era stato biografo!). Rifiuta l’invito
alla Biennale di Venezia; questo è un periodo critico per lui che si sente pervaso da un’ansia
di cambiamento e dalla paura di dover ricominciare daccapo. Si trasferisce per l’estate a
Belle-Isle, è un periodo di riposo dal lavoro, ma i pochi acquerelli che produce, attestano un
nuovo interesse cromatico, una tavolozza che si schiarisce. In settembre fa un viaggio in
Borgogna lungo l’itinerario tracciato da Desnos nel libro che lo stesso Coutaud aveva
illustrato l’anno precedente. Decora con un’acquaforte la raccolta di poesie di Robert Mallet,
De Toutes les douleurs. All’Opéra Comique, realizza scene e costumi per il balletto Jeux de
printemps di Jean Jacques Etchevery. Realizza otto pannelli per paravento, sul tema del
gioco. Il 7 novembre, dopo una cena a casa di Lise Deharme alla quale partecipava anche
22
Lagarde, op.cit., V vol., p. 72
23
“...L’éditeur m’avait proposé comme illustrateur Bram Van Velde dont les essais m’ont fait horreur. J’ai
préféré Coutaud dont j’admire le talent de graveur autant que la conception des sujets.... ’’ da una lettera di
Gilbert Lely a Jean Binder del 21 ottobre 1982 (V vol., p. 74)
24
“... j’admire le travail que vous avez fait. vous avez su, tout en conservant votre exceptionnelle personnalité,
rejoindre la mienne, et vos cuivres revêtiront mes poèmes d’un éclat qui attirera des regardes [....] mais en ce qui
concerne la planche du Château Lyre [....] je dois vous dire qu’elle ne correspond pas a mon interprétation de ces
ruines que j’aime d’un maniaque amour. Les poèmes qu’elle doit illustrer sont les seuls poèmes optimistes de
mon recueil et votre dessin est terrible, sans espoir ; il constitue un interprétation de la pensée de Sade qui n’est
pas la mienne....” (le sottolineature nell’originale sono di Lely!) (V vol., p. 79)
14
André Breton (era il primo incontro tra i due!), scrive nel suo taccuino: “Diner chez Lise.
Breton + sans intérêt’’
25
.
1949: La compagnia Pechiney gli commissiona un arazzo sul “mistero dell’alluminio”,
Coutaud realizza il cartone per Calypso, dal nome della prima industria produttrice
d’alluminio. Realizza Jeune personne des environs de Joucas per la Guilde des Graveurs ed
esporrà come membro della Société des Peintres-Graveurs Français. Il 13 maggio assiste ad
un balletto all’Opèra Comique con Lise Deharme e Germaine Taillefer
26
, con scene e costumi
di Labisse. In questa occasione conosce la viscontessa Marie Laure de Noailles di cui diviene
ospite abituale. Georges Emmanuel Clancier pubblica su Journal Parlé un suo disegno del
1938 che era stato destinato ad illustrare un libro non pubblicato a causa della guerra. Alla
Comédie Française è ripreso Le Soulier de satin con scene e costumi del ’43 mentre Barrault
coinvolge di nuovo Coutaud per l’Élisabeth d’Angleterre di Brückner da mettere in scena al
teatro Marigny. Trascorre nuovamente l’estate a Belle-Isle, ritrova il tono blu umido che tanto
l’ha colpito nel suo primo soggiorno, e le spiagge deserte costellate di rocce scalfite. Da
quest’esperienza le sue opere mutuano un mondo minerale e silenzioso.
1950: All’inizio dell’anno partecipa ad un’esposizione a Pittsburg, all’Institut Carnegie e
realizza per la Compagnie des Chargeurs Réunis il cartone per l’arazzo Instruments de
musique lunaire. Ha un incidente che lo blocca al letto per tre mesi: lavorando al Petit Trianon
di Versailles per l’allestimento del balletto Les Elements di Serge Lifar con musiche di Jean
Ferry Rebel, cade in una botola mal fissata
27
. I suoi paesaggi marini si popolano di figure
senza spessore, ibridi umano-minerali.
1951: Produce sette acqueforti per l’Association des Cents Bibliophiles de France et
Amérique, per illustrare Une Saison en enfer di Rimbaud, Pierre Normand commenterà
questo lavoro su Arts del 3 luglio 1952, con queste parole: ”...L’art de Lucien Coutaud est
celui qui convenait le mieux à l’évocation de ces angoisses morales, de ces espérances
spirituelles et de ces déchirements....”
28
. Per la Guilde International de Gravure realizza un
acquaforte in tre colori. Questo, inoltre, è un anno di importanti mostre e riconoscimenti: a
25
Lagarde, op.cit., V vol , p.79
26
Germaine Taillefer (Parc-Saint-Maur 1892-Parigi 1983). Compositrice francese, studiò al Conservatorio di
Parigi dove conobbe Auric, Milhaud e Honneger. Collaborò al balletto Les Mariés de la Tour Eiffel(1921) in
quanto esponente del Gruppo dei Sei.
27
“... Il était vraiment nécessaire de ne pas faire ce ballet, je n’en retirerai que de la souffrance, mal payé, sans
succès ou presque et tout cela couronné par l’accident, une fois de plus le théâtre a été pour moi une triste
histoire...’’ da una pagina di taccuino (V vol., p. 87)
28
Lagarde, op .cit., V vol., p. 90
15
Buenos Aires, all’esposizione Tapisserie Contemporaine en France, alla Biennale di Sao
Paulo, alla mostra École de Paris 1900-1950 e alla Royal Academy di Londra. Ottiene il
primo premio alla biennale di Menton e il Musée National di Liegi acquista una sua tela (La
Table bleue). Dal 13 maggio al 19 giugno si tiene alla galleria Rive Gauche una personale,
con opere dal 1928 al ’51. Passa l’estate nella Loira ma continua a lavorare ancora sotto
l’influenza di Raymond Roussel, giocando con forme e parole, introduce nelle sue
composizioni i “loirearbres” e i “citarbres”.
1952 : Espone disegni, incisioni e acquerelli presso l’Association International de Gravure di
Ginevra e tele alla galleria La Sirène di Bruxelles. A Sarrebrück partecipa alla mostra sulla
pittura surrealista in Francia, ma questo successo internazionale non sembra appagarlo, si
sente frustrato, forse anche a causa del suo precario stato di salute. Passa un periodo di riposo
a Trouville dove ritrova il paesaggio marino che fissa in tanti disegni all’acquerello. Si
innamora del luogo e in autunno acquista nei pressi di Villerville una proprietà costituita dalle
dipendenze e dalle scuderie di una dimora distrutta durante la guerra, chiamerà questo “ritiro”,
Cheval de Brique; perché, come lui stesso racconta, la prima volta che lo vide, nel cortile
c’era un cumulo di mattoni e nella scuderia un cavallo. Questo posto si trasforma nel set
ideale dove allestire la sua drammaturgia pittorica. A settembre lavora ad una commissione
statale, un cartone per arazzo dal titolo: Le Soleil chasse les étoiles. A ottobre partecipa
all’esposizione di Bâle con una selezione dei migliori lavori di tappezzeria e acquerelli,
coglierà l’occasione per soggiornare a Stoccolma. In novembre ottiene il Prix Daumier e per
la Chalcographie du Louvre incide Monument à la lune, che nel progetto iniziale doveva
essere un omaggio a Roussel.
1953: Dal primo gennaio parte il progetto per una personale in Giappone, presso il museo di
Kamakura espone un centinaio di sue opere, dipinti, acquerelli, incisioni, disegni e
tappezzerie; dato il grande successo che riscosse, la mostra fu riproposta alla Bridge Stone
gallery di Tokyo. A maggio è di nuovo a Firenze per scene e costumi della Medea portata in
scena da Barsacq al Maggio Fiorentino. Questa volta la città non lo colpisce com’avvenne nel
’38; resterà incantato, invece, da Venezia con la sua luce verde e l’acqua che sarà il soggetto
per un nuovo arazzo (Aqua). In aprile realizza un frontespizio per Cage partie à la recherche
d’un oiseau di Jean Jacques Levêque. In luglio, ad Ostenda, partecipa all’esposizione Art
fantastique. Passa l’estate a Cheval de Brique per la prima volta e dopo aver assistito alla
corrida di Pentecoste a Nîmes dipinge Corrida au Cheval de Brique. Il 20 dicembre conosce i
collezionisti Claude Hersaint e Heléne Anavi.
1954: Le sue composizioni si riempiono di personaggi franti, riferimento ai manichini di De
Chirico. Partecipa a varie mostre internazionali e a Venezia espone nella sezione Arte
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Fantastica della Biennale, ma espone pure a Caracas (galerie Des Quatre Vents),
all’esposizione École de Paris 1954, alla galleria Charpentier, e alla personale presso la
galleria Guiot. Realizza un arazzo (Aqua), per una serie sul tema dei quattro elementi
commissionatagli dalla Chambre Syndical de la Sidérurgie Française. Visita la mostra su
Arcimboldo presso la galleria Furstenberg, esperienza che lo influenzerà per la produzione
successiva. Realizza il frontespizio per Agazimba di Pierre Olivier Lapie. Anche quest’anno
passa la sua estate a Cheval de Brique dove darà vita alle sue due tele più importanti: Corrida
eroticomagique e Eroticomarine. Dopo l’estate lavora alle scene e costumi di Le Seigneur de
San Gor di Gloria Alcorta, messa in scena da Jacques Mauclair e Henri Rollan al Théâtre des
Arts.
1955: Claudel muore pochi giorni prima della première del Protée alla cui realizzazione aveva
partecipato Coutaud disegnando scene e costumi che però non lo soddisfecero, infatti a fine
marzo annotò: “...Protée, immense déception à laquelle je ne m’attendais pas”. All’inizio di
gennaio Marie Laure de Noailles acquista Corrida eroticomagique, esponendola nel suo
palazzo accanto ad opere di Dalì e Balthus. A Limoges è stampata un’edizione dei racconti
d’Albert Roussanne (A Fleurs de peau) con un disegno di Coutaud del 1952, come
frontespizio. A maggio è invitato a Cannes per parlare dell’importanza del colore per il
cinema e farà anche parte della giuria che assegna il Grand Prix de Peinture de Rome.
Partecipa a varie mostre:
Exposition des Peintres-Graveurs Français organizzata da André Chanson al
Musée Galliera
Salon de Mai
edizione 1955 di École de Paris
3-12 novembre: prima personale negli Stati Uniti alla galleria Sagittarius di
New York
esposizione di pittura astratta e surrealista al Museo di Tel Aviv
Dal 5 giugno al 15 agosto espone En souvenir d’un peintre alla mostra-omaggio per Ives
Tanguy alla galleria Rive Gauche; questi era l’unico dei pittori surrealisti con cui intrattenne
rapporti amichevoli e di cui apprezzò l’opera. Alla fine dell’anno lavora alla Comédie
Française con Marchat che mette in scena Jean d’Arc di Charles Peguy: Il suo peggior
insuccesso. A dicembre A. de Carvalho y Silva acquista per la sua collezione Le chateau de X
et les environs du verre de lampe.
1956: Il 25 febbraio, in occasione della pubblicazione del libro di Helène Parmelin, Cinq
peintre et le théâtre, si tiene una mostra di bozzetti di scene e costumi alla Galerie National de
France. Partecipa a varie mostre: all’esposizione Pittori, testimoni del loro tempo: