Introduzione
nel settore dei beni di lusso, non senza la necessità di opportuni adattamenti.
Nell’ambito dei beni di lusso vengono infatti applicate delle teorie di marketing
che potremmo definire “atipico”, sia per alcune caratteristiche intrinseche di
questo genere di prodotti, sia perchè la stragrande maggioranza della “dottrina”
di marketing si è sviluppata attorno ai beni di largo consumo.
Conseguentemente, l’organizzazione del marketing delle imprese operanti nel
settore del lusso non può basarsi sul semplice trasferimento delle soluzioni
utilizzate per i prodotti di largo consumo, ma richiede opportuni aggiustamenti
che tengano in debita considerazione le peculiarità e le variabili competitive
specifiche.
Nell’ultimo ventennio, però, il mercato dei beni di lusso è stato interessato
da una serie di cambiamenti radicali. In primo luogo è mutato il paradigma
sociale ed economico all’interno del quale si inseriscono i comportamenti
d’acquisto e d’uso dei beni di lusso: a partire dalla fine degli anni Settanta infatti
la componente ostentativa ed emulativa che guidava la domanda di questa
tipologia di prodotti ha ceduto il passo ad un nuovo significato di lusso, che da
specialistico si è trasformato in generalistico (“tutto per tutti”), da locale a
globale (“tutto dappertutto”) e da elitario è divenuto democratico
1
, grazie alla
convinzione diffusasi tra gli operatori del settore che non solo i più facoltosi
possono apprezzare un prodotto di qualità superiore. Il lusso odierno è dunque
sempre più “finalizzato ad accrescere il proprio piacere e benessere personale
e non, come voleva una consolidata prassi, a comunicare agli altri la ricchezza
o lo status sociale”(Fabris, 1998).
Questi cambiamenti socioeconomici, l’aumento della concorrenza e il cattivo
andamento dell'economia mondiale a cavallo del nuovo millennio hanno creato
non pochi problemi per le aziende del lusso italiane, le quali rivestono un ruolo
fondamentale nella nostra economia.
Il presente lavoro di tesi, partendo da un’analisi delle dell’evoluzione storica
del concetto di lusso, intende sottolineare le peculiarità che distinguono il
1
Dichiarazione di Silvio Ursini, direttore marketing di Bulgari (2000)
VIII
Introduzione
marketing dei beni di lusso da quello tradizionale, analizzare i cambiamenti e i
problemi che stanno interessando il settore, e individuare infine le possibili
soluzioni in grado di rendere sempre più competitivo uno dei settori portanti
della nostra economia.
Nel primo capitolo, dopo aver dato una definizione del concetto di lusso,
viene presentata l’evoluzione che tale concetto ha avuto nel tempo fino ai nostri
giorni, mostrando come esso sia cambiato in concomitanza alle varie epoche
storiche. Il capitolo termina con la presentazione di alcune peculiarità, ormai
note come i “paradossi del lusso” che rendono più complessa la gestione
strategica del mercato e che portano questa categoria di beni a distinguersi da
quelli appartenenti ad altri settori.
Nel secondo capitolo si è cercato di inquadrare il settore dei beni di prestigio
analizzando la domanda e l’offerta: vengono così illustrati i fattori che
influenzano il consumatore nell'acquisto, i due principali modelli di consumo
(quello occidentale e quello confuciàno), come il comportamento dei
consumatori venga influenzato sia dalla variabile culturale-geografica, che dalla
frequenza dell’acquisto di questa tipologia di beni (consumatore tradizionale e
occasionale). Riguardo all’offerta vengono presentati i tre universi del lusso, le
categorie merceologiche, i principali attori e la struttura di queste imprese.
Il terzo capitolo tratta specificatamente del marketing dei beni di lusso,
analizzando gli elementi del marketing mix: politica di prodotto, politica di
prezzo, politica di distribuzione e infine, la più importante nell’ambito dei beni di
ad elevato valore simbolico, pubblicità e comunicazione. Il capitolo, avendo i
beni di lusso per loro natura una vocazione internazionale, si occupa quindi del
marketing internazionale di tali beni.
Il quarto capitolo, che conclude il lavoro di Tesi, analizza le tendenze più
recenti che stanno interessando questo settore come il neo-lusso (o lusso
accessibile) e l’utilizzo del web, ed esamina le opportunità/minacce per il Made
in Italy, le quali derivano essenzialmente dalla crescente competizione generata
dai paesi asiatici (Cina fra tutti) che l’Italia fatica a contrastare.
IX
Capitolo Primo
IL LUSSO
1.1 IL CONCETTO DI LUSSO
Definire in maniera puntuale che cosa sia il lusso non è sicuramente cosa
semplice. Per alcuni è sinonimo di bellezza, di sogno, di fasto, di prestigio; per
altri il lusso è sinonimo di superfluo e di ostentazione. Ma dato che ogni
persona ha una percezione diversa riguardo a cose misurabili e quantificabili,
c’è da chiedersi allora, come sia possibile definire un concetto astratto come
quello del lusso. Volerlo definire inoltre, farebbe perdere il suo carattere e
l’alone di mistero.
Per prima cosa partiamo dall’etimologia: dal latino “lux” che significa luce,
brillante.
Da questa considerazione la prima cosa che viene in mente sono i gioielli, le
pietre preziose che, fin dall’antichità, hanno racchiuso in loro il concetto di
oggetto ricco, costoso e ancora oggi sono considerati oggetti di grande valore,
costosi e associati al potere. E proprio il potere è un’importante componente di
questo concetto; il lusso è considerato tale se in mano ad una elite, a poche
persone in grado di acquistare oggetti considerati rari.
Dall’epoca romana fino ad oggi, il concetto di lusso si è evoluto di pari passo
con la società, passando dal possesso di oro e oggetti preziosi, di schiavi a
quello di spezie, sale fino ad automobili, barche e oggetti tecnologici.
Il lusso è sempre stato associato all’idea di forza, potenza, prestigio ma,
contemporaneamente, anche a quella di sregolatezza, eccesso, tanto che il
1
Il marketing dei beni di lusso: opportunità e minacce per le produzione italiane di alta gamma
termine latino più prossimo “luxus” ha anche il significato di lussazione, rottura.
Quindi il lusso come eccesso, eccesso di spesa, di apparire, ecc. Il possesso o
la fruizione di un bene di lusso diventa eccezionale e rompe, spezza la serialità
della produzione di massa delle merci. Proprio nell’eccesso materiale e nella
sontuosità eccessiva, si trova uno degli aspetti fondamentali del concetto di
lusso.
Concorde con questa idea risulta essere anche Sombart, secondo il quale “il
lusso è una spesa che va oltre il necessario”
1
. Per comprendere l’essenza del
fenomeno va definito, quindi, il concetto di necessarietà; in tal modo si stabilisce
un limite, travalicando il quale si sconfina nell’eccesso. Per fare ciò ci sono due
possibilità: si può ancorare il concetto di necessarietà a giudizi di valore, che
possono essere di tipo etico o estetico; oppure si può cercare di utilizzare un
criterio oggettivo, stabilendo cioè una soglia oltre la quale si oltrepassa il limite
del necessario, entrando così nella sfera del lusso. Per quanto riguarda i criteri
etici ed estetici, i limiti riguardanti le necessità culturali e fisiologiche dovranno
essere stabiliti guardando alle esigenze sentite come “comuni” della società.
Il lusso, secondo questa interpretazione, avrà origine nella spesa che
eccede il reale bisogno in un determinato contesto socioculturale. “Lusso è
cosa che costa molto in proporzione all’utilità o alle possibilità economiche” ed è
perciò rinvenibile in “ogni cosa che è superflua o inutile”
2
. Si potranno avere
forme di lusso sia in termini di “spreco di beni”, quindi da un punto di vista
quantitativo, sia guardando alla “qualità superiore”, dunque da un punto di vista
qualitativo
3
. Solitamente le due manifestazioni si presentano congiuntamente,
quindi, dove si ha un utilizzo eccessivo di beni si riscontra spesso anche una
1
Sombart W., Dal lusso al capitalismo, Armando, 2003.
2
Culatelli G., Dizionario garzanti della lingua italiana, Aldo Garzanti editore, 1980.
3
Sombart W., op. cit.
2
Il marketing dei beni di lusso: opportunità e minacce per le produzione italiane di alta gamma
loro qualità superiore.
E’ dal concetto di lusso qualitativo che va derivato quello di bene di lusso,
che è un bene estremamente “raffinato”. Raffinata è ogni qualità superflua
rispetto allo scopo principale del bene, che è la soddisfazione del bisogno. La
raffinatezza può riguardare sia i materiali, sia il design dell’oggetto. Non bisogna
pensare alla raffinatezza in termini assoluti, perché altrimenti, quasi tutti gli
oggetti che correntemente si utilizzano andrebbero considerati tali; tutti, infatti,
realizzano esigenze diverse da quella principale, per cui tale criterio non
soddisfa l’indagine. Va considerato, invece, come raffinato un bene quando,
data una certa realtà culturale, s'incontra una manifestazione di ricercatezza
qualitativa o quantitativa, che eccede il senso comune di necessarietà. Questo
è il concetto di bene di lusso che si evince, come lo esprime Sombart, da una
accentuata raffinatezza formale e qualitativa.
Da una analisi più specifica risulta utile aggiungere un ulteriore elemento al
concetto così formulato: il valore psicologico di ostentazione e di esclusività,
che i beni devono incorporare. Per beni di lusso, si intendono quindi quei beni
che mostrano una particolare attenzione verso design e materiali, ed esprimono
un plus dovuto alla loro capacità comunicativa: attraverso questi beni si
manifesta lo status sociale ed il proprio modo di essere e di vivere: elegante,
raffinato, attento allo stile e alla qualità. Detto ciò, non bisogna dimenticare che
In ogni epoca storica intervengono, poi, numerosi altri elementi che spingono
all’accrescimento del lusso: l’ambizione, l’ostentazione, il potere, il desiderio di
primeggiare, quello che Veblen definisce: “il volere qualcosa più degli altri”
4
. “Il
lusso non sta nella ricchezza degli oggetti, ma nell’ostentazione che li
accompagna”
5
. Posto che la spinta a primeggiare sia innata nell’uomo, si
4
Veblen T., Teoria della classe agiata, Einaudi, 1981.
5
Pouillon F. , Lusso, in Enciclopedia, Einaudi, 1979.
3
Il marketing dei beni di lusso: opportunità e minacce per le produzione italiane di alta gamma
presenti un certo accumulo di ricchezza sufficiente al superamento dei bisogni
fondamentali, si riscontrerà la comparsa del lusso come fenomeno ostentativo
emozionale e di manifestazione culturale.
Da queste prime considerazioni, si può quindi, individuare in termini
economico-aziendali l’industria del lusso come quell’insieme di imprese, che
producono beni di tipo problematico e di qualità superiore, strumentali alla
ricerca di piacere estetico, capaci di garantire stima sociale e senso di
autorealizzazione.
Il concetto di lusso, inoltre, risulta collegato anche a quello di bisogno.
Secondo lo schema proposto da Maslow, i bisogni umani sono disposti,
secondo un’ideale piramide gerarchica, che vede alla base i bisogni fisiologici e
poi, salendo verso l’alto, rispettivamente quelli di sicurezza, di socializzazione,
di stima e di autorealizzazione
6
. Ogni individuo tende prima a soddisfare le
esigenze più pressanti, cioè i bisogni fisiologici, poi quando questi non sono più
stringenti, passa a quelli superiori e così via, risalendo lungo la piramide.
In quest’ottica i beni di prestigio svolgono, fondamentalmente, un duplice
ruolo: utilitaristico ed ostentativo, il primo rispondendo ai bisogni materiali, il
secondo a quelli immateriali. Questi ultimi, in particolare, rispondono alla
volontà di imitare le élite per ricercare la distinzione, processo, questo, che
spinge le stesse élite ad un continuo rinnovarsi, proprio per cercare di
mantenere un differenziale rispetto alle altre classi sociali.
Da questo punto di vista, allora, il lusso è strumento e concetto utile ad
ottenere stima e senso di autorealizzazione; nasce nel momento in cui i
bisogni cessano di essere soddisfatti da beni indistinti e primari e si inizia
a ricercare prodotti ben individuati e differenziati. Questo accade quando
6
Maslow A.H., Motivation and Personality, New York, 1971.
4