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2. INTRODUZIONE
2.1. PRINCIPALI ASPETTI RELATIVI ALLA SOCIALITA’
NEI CANIDI
I canidi (Canis familiaris) sono diffusi in tutto il mondo, ad eccezione
dell’Antartide, e occupano una grande variet di habitat: dal deserto, che Ł la dimora
del Fennec, alle grandi distese nordiche, che ospitano la Volpe artica (Thorne, 1992).
Dal punto di vista tassonomico, il cane domestico appartiene al genere Canis, che
annovera inoltre il Coyote (Canis latrans), quattro specie di sciacalli (C. adjustus, C.
aureus, C. mesomelas e C. simensis) e due specie di lupo, il lupo grigio comune o
lupo delle foreste (C. lupus) e il lupo rosso (C. rufus), presente soltanto nel Texas e
nella Louisiana.
Altri generi all’interno della famiglia Canidae, con i quali tuttavia il cane domestico Ł
meno strettamente imparentato, sono le volpi, il cane dei boschi, il licaone, il cuon
alpino e il cane procione (Thorne, 1992).
Dal punto di vista predatorio, il lupo, il licaone e il cuon alpino cacciano in branco e
sono in grado di catturare prede molto piø grandi di loro.
Gli altri membri della famiglia possono talora cacciare in coppie, oppure, come il
coyote e alcune specie di sciacallo, in gruppi famigliari, ma la maggior parte sono
cacciatori solitari (Thorne, 1992).
Il tipo di struttura sociale che caratterizza le varie specie di Carnivora Ł direttamente
correlato alla taglia delle prede: i carnivori solitari si nutrono prevalentemente
delle piccole prede che ciascun individuo Ł in grado di uccidere da solo.
Il comportamento sociale di questi cacciatori solitari Ł il meno sviluppato e
corrisponde al "Tipo I" della classificazione comportamentale dei cani elaborata
da Fox (1975).
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Il lupo, essendo un cacciatore sociale che si avvale della collaborazione del branco
per catturare prede molto piø grandi di lui, si trova invece all’estremo opposto della
scala, corrispondente al "Tipo III" (Thorne, 1992).
2.1.1. DOMESTICAZIONE DEL CANE
L’associazione tra uomo e lupo Ł molto antica e deve aver avuto inizio almeno
40.000 anni fa, con l’affermazione di Homo sapiens.
Secondo alcuni autorevoli specialisti, le prime tracce di cani domestici possono
essere fatte risalire a 12.000, massimo 15.000 anni fa; certo Ł tuttavia che alla fine
dell’ultima glaciazione, 10.000 anni or sono, il connubio tra uomo e cane era gi
pienamente e irrevocabilmente stabilito (Thorne, 1992).
Ovviamente non Ł possibile sapere quando per la prima volta l’uomo ammans un
cucciolo di lupo, ma Ł chiaro che il processo che ha portato dall’ammansimento alla
piena domesticazione deve essere stato graduale.
La piø antica traccia di cane domestico proviene dal nord di Israele, dove gli
archeologi scoprirono una tomba contenente lo scheletro di un uomo con a fianco lo
scheletro completo di un giovane cane.
I resti si trovavano in un villaggio nel quale abitava una popolazione di cacciatori -
raccoglitori, che visse tra il 10.000 e il 12.000 a.C. (Davis et al., 1978).
L’effettivo ruolo dei primi cani nelle societ umane pu soltanto essere ricostruito
ipoteticamente.
E’ molto probabile che essi abbiano avuto diverse destinazioni pratiche in diverse
parti del mondo, a seconda dello stile di vita delle popolazioni.
I cani potrebbero essere stati apprezzati come spazzini per tenere puliti i villaggi,
come collaboratori nella caccia, come fonti di calore durante la notte e come
guardiani.
Dal settimo al quarto millennio a.C., con la diffusione dell’agricoltura e
dell’allevamento del bestiame, l’utilit del cane si estese ulteriormente.
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Il cane dovette rivelarsi indispensabile ai primi agricoltori perchŁ, non solo poteva
essere addestrato per condurre il bestiame, ma era anche in grado di difenderlo dai
predatori e poteva tenere lontani gli ungulati erbivori dalle coltivazioni pregiate
(Thorne, 1992).
2.1.2. CLASSIFICAZIONE DELLE RAZZE
Secondo Thorne (1992) le razze di cani possono essere cos suddivise:
SPITZ: Sono razze di costituzione robusta e spesso di carattere ostinato e
indipendente; la loro adattabilit li rende tuttavia cani da lavoro versatili.
Le moderne razze Spitz comprendono numerose variet di cani da slitta, i
Samoiedo, i Chow-Chow e gli Elkhound.
MASTINI: Peculiarit di questi cani sono il coraggio e l’indifferenza al dolore e
proprio per queste loro doti venivano molto usati come cani da lotta e da
combattimento contro i tori.
Tra le moderne razze di mastini sono compresi gli Alani, i Boxer, i Cani di
Terranova e i Cani del San Bernardo.
LEVRIERI: sono cani definiti "cacciatori a vista" per la loro capacit di catturare
la selvaggina nei grandi spazi aperti.
Tra i tipi razziali in grado di cacciare in questo modo ci sono i cani in assoluto piø
veloci.
Esempi di razze moderne di questo tipo sono il Saluki, il Levriero Afgano, il Borzoi,
e il Greyhound (quest’ultimo Ł in assoluto il cane piø veloce in piano, riuscendo a
raggiungere i 57 Km/h).
CANI DA PISTA: sono cani che, a differenza dei levrieri che quando perdono il
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contatto visivo con la preda, perdono anche l’interesse di cacciarla, tendono invece
ad essere molto piø ostinati durante la caccia e non Ł necessario che siano molto
veloci, visto che il loro obiettivo Ł di inseguire e stancare la preda: resistenza e buon
naso, sono per questi cani, molto piø importanti della velocit .
Del gruppo dei cani da pista fanno parte il Foxhound, il Bassethound, il Beagle e
l’Otterhound.
TERRIER: lo scopo originario dei terrier era quello di cacciare sottoterra, ovvero
erano cani di taglia cos piccola da potersi infilare nelle tane dei tassi e delle volpi,
di affrontare le prede e, o spingerle in superficie, o bloccarle con abbai minacciosi,
che segnalavano il luogo dove si poteva scavare per catturarle.
Tipico esempio di questi cani Ł il Bassotto Tedesco, cane dotato di un corpo
allungato e muscoloso e zampe larghe adatte allo scavo.
I Terrier oggi utilizzati, sono invece destinati alla caccia in superficie e tra questi
ricordiamo: il Fox Terrier, l’ Aierdale Terrier e il Bedlington Terrier.
POINTER: sono razze specializzate nel rintracciare le prede e indicarne la posizione,
bloccandosi a puntarle sul posto, cioŁ a fissare intensamente nella loro direzione.
Tra queste razze ricordiamo il Pointer Tedesco e il Pointer Inglese.
SETTER: sono razze che hanno la stessa funzione svolta dai Pointer, ma indicano la
posizione della preda accucciandosi e rimanendo immobili una volta indivuata la
traccia odorosa.
Tra queste razze ricordiamo il Setter Inglese e il Setter Irlandese.
SPANIEL: sono razze specializzate nel fare alzare in volo le prede dai nascondigli;
un tipico esempio Ł rappresentato dallo Springer Spaniel.
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RETRIEVER: sono razze specializzate nel localizzare e riportare le prede abbattute.
Tra queste ricordiamo il Golden e il Labrador Retriever.
CANI DA GREGGE: il loro compito principale Ł di raggruppare, guidare e
proteggere le greggi di ovini, le mandrie di bovini e renne.
Vi sono numerose razze comprese in questa categoria; ricordiamo per esempio il
Briard Francese, il Puli Ungherese, il Pastore Belga, il Bobtail e il Border Collie.
Quest’ultimo Ł uno dei piø perfezionati cani da lavoro con le pecore, essendo dotato
di un naturale istinto a tenere unito il gregge e una forte intenist di sguardo ( si
tratta della capacit di bloccare i movimenti di un gruppo di pecore con il solo atto di
fissarle direttamente negli occhi).
CANI DA BESTIAME: conosciuti con il termine di "Heelers", sono cani dalle
zampe corte, rumorosissimi e attivi, il cui compito principale Ł quello di far
muovere bovini, mordicchiandoli ai calcagni.
Tipico esempio sono i Corgi, piccoli cani agili al punto da evitare gli zoccoli degli
animali di cui dirigevano gli spostamenti.
CANI DA COMPAGNIA: anche se non hanno un impiego strettamente produttivo,
queste razze di cani soddisfano il bisogno umano di compagnia.
Tra le razze moderne citiamo il Papillon e il Bichon FrisŁ.
CANI DI UTILITA’: Ł una figura che si Ł sviluppata molto soprattutto negli ultimi
anni, questi cani vengono per esempio utilizzati nell’ambito del soccorso alpino per
rintracciare persone disperse (San Bernardo), mentre in ambito militare e di polizia
giudiziaria e doganale, i cani vengono impiegati per individuare esplosivi e
stupefacenti (Pastore Tedesco), oppure ancora per i salvataggi in mare vengono
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utilizzati i Terranova, cani che hanno una elevata acquaticit e proprio per questo
sono un valido aiuto per l’uomo.
Infine concludiamo questa sezione dedicata ai cani di utilit , accennando ai cani
guida per ciechi, che devono essere considerati il risultato piø prezioso del lavoro di
selezione e di addestramento intensivo.
Molto usate per questo scopo sono razze come il Pastore Tedesco e il Labrador
Retriever.
2.2 IL COMPORTAMENTO SOCIALE DEL CANE
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2.2.1 IL SISTEMA SOCIALE DEL CANE
Fox (1978) ha distinto le diverse organizzazioni sociali osservate nei Canidae in tre
tipi:
TIPO I: comprende i canidi che formano soltanto un temporaneo legame di coppia
tra maschio e femmina durante la stagione riproduttiva.
Il maschio di solito resta con la femmina e l’assiste nell’allevamento dei cuccioli
portando del cibo e difendendo la tana fino a che i cuccioli non hanno raggiunto
l’et di 4 - 5 mesi.
Non si forma una gerarchia tra i cuccioli, e i membri della cucciolata si disperdono
per vivere da cacciatori solitari.
TIPO II : appartengono i canidi nei quali il legame tra maschio e femmina Ł piø
duraturo e i giovani restano con i genitori fino alla successiva stagione riproduttiva.
Se c’Ł abbondanza di cibo, i figli piø grandi possono fermarsi ad assistere
all’allevamento dei fratelli della figliata seguente.
Piø comunemente i giovani si disperdono e stabiliscono dei loro territori.
TIPO III: a questa categoria appartiene il lupo. Questa specie ha un’organizzazione
sociale piø rigida e piø solida; i suoi membri di solito vivono in branco.
Il branco consiste di individui imparentati di varia et , con una chiara gerarchia di
dominanza tra i maschi e le femmine.
Solitamente il maschio e la femmina dominanti si riproducono, mentre gli altri
membri del gruppo li assistono nella cura della prole.
(Nott, 1992)
2.2.2. ETOGRAMMA E SVILUPPO COMPORTAMENTALE DEL CANE
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DOMESTICO
ETOGRAMMA E SUA DETERMINAZIONE
Per etogramma si intende il "repertorio comportamentale specifico", determinato sia
dall’evoluzione filogenetica della specie che dallo sviluppo ontogenetico del singolo
individuo.
L’etogramma, come sostiene Eibleibensfeldt (1994) "comprende la gamma completa
delle reazioni normali".
I componenti dell’etogramma sono costituiti da tutti i comportamenti tipici della
specie sviluppatisi in funzione della loro adeguatezza e corrispondenza alle necessit
di adattamento in relazione all’habitat e alle sue modificazioni (Kilgour, 1985).
Tutti i comportamenti di base trovano origine in un substrato definibile come
"innato", cioŁ determinato geneticamente; essi possono essere tuttavia anche soggetti
a sviluppo e perfezionamento in seguito ad esperienza, o meglio ad apprendimento.
I vari comportamenti sono inoltre determinati dalla predisposizione all’azione che Ł
presente nell’organismo il quale, tramite meccanismi di percezione e reazione, in
funzione del suo stato fisiologico e motivazionale, risponde a diversi stimoli che
percepisce, provenienti sia dall’ambiente esterno che dal proprio interno (Verga,
1991).
L’etogramma pu essere suddiviso in una serie di classi comportamentali:
* Ritmi biologici: ciclicit di attivit e riposo
* Sociale: sistemi di comunicazione, strategie di gruppo, territorialit
* Sessuale e riproduttivo: cicli, rituali di corteggiamento, strategie di accoppiamento
* Materno: cure parentali e interazioni con la prole
* Neonatale: sviluppo del comportamento, esplorazione, apprendimento
* Alimentare e ingestivo: tempi di alimentazione e scelta dell’alimento
(Verga, 1991).
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Tali classi sono a loro volta suddivisibili in una serie di "moduli comportamentali"
che Scott e Fuller (1965) hanno catalogato come segue:
- Comportamento investigativo
- Comportamento agonistico
- Comportamento eliminatorio
- Comportamento ingestivo
- Comportamento sessuale
- Ricerca di comfort ambientale
Anche il cane domestico, ha nel proprio repertorio comportamentale, una vasta serie
di comportamenti e di segnali tipici e comprensibili dai suoi conspecifici; tali
caratteristiche, che si sviluppano secondo tappe ben precise durante le varie fasi di
vita sono da porre in relazione con la progressione dello sviluppo neuro sensorio
(Houpt, 2000).
I TEMPI DELLO SVILUPPO COMPORTAMENTALE
I cuccioli appena nati sono completamente dipendenti dalla madre, e proprio per
questa caratteristica il cane viene considerato una specie "non precoce" (Kilgour,
1985; Dehasse, 1994), ma appena si sviluppano fisicamente diventano sempre piø
indipendenti e piø attenti a ci che accade intorno a loro.
Il periodo sensibile Ł rappresentato da una porzione di tempo, nella vita
dell’animale, in cui una piccola quantit di esperienza (o la totale mancanza di
esperienza) ha un grande effetto sul comportamento successivo.
I periodi sensibili nel cane sono definiti come:
1) Periodo Prenatale
2) Periodo Neonatale (1-2 settimane)
3) Periodo di Transizione ( terza settimana)
4) Periodo di Socializzazione (4-10 settimane)
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5) Periodo Giovanile (da 10 settimane alla maturit sessuale)
(Freedman et al., 1961; Scott, 1962; Scott & Marston, 1950, Pageat, 1999)
PERIODO PRENATALE
L’idea secondo la quale gli embrioni potrebbero reagire ad alcune stimolazioni
sensoriali e sviluppare cos alcune caratteristiche reattive, in particolare quelle
emozionali, si Ł a poco a poco sviluppata (Pageat, 1999).
E’ importante ricordare l’esistenza di interazioni, che intervengono allo stadio
embrionale, tra la madre e i feti, come anche la ripercussione dello stato di stress che
la madre pu sviluppare.
Sembra indispensabile conoscere questi elementi, sia perchŁ possono modificare
profondamente alcuni principi di selezione nell’allevamento, sia perchŁ sembra che
la loro gestione costituisca gi un punto essenziale nella profilassi di alcuni disturbi
dello sviluppo (Pageat, 1999).
Studi condotti su cagne gravide hanno dimostrato che una palpazione piuttosto
sostenuta delle corna uterine provoca una sensibile agitazione dei feti nei 30
secondi successivi alla manipolazione.
Continuando per cinque giorni ad eseguire palpazioni, la risposta dei feti Ł stata
quella di diminuire lo stato di agitazione in funzione di un meccanismo di
abituazione; quindi la risposta si attenua sotto l’influenza delle ripetizioni.
E’ logico pensare che questa capacit di abitudine giochi un ruolo nello stabilire le
future soglie alla sensibilit tattile (Pageat, 1999).
PERIODO NEONATALE
Il periodo neonatale comprende la prima e la seconda settimana di vita, durante le
quali la sopravvivenza dei cuccioli dipende completamente dalla madre.
Durante la fase neonatale il cucciolo Ł ancora immaturo dal punto di vista
neurosensorio (Markwell e Thorne, 1987).
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L’attivit fondamentale dei cuccioli Ł rappresentata dal sonno. Alcune ricerche
(Grant, 1987) hanno evidenziato che la percentuale del tempo di sonno nel cucciolo
neonato Ł del 96% e che un’alta percentuale del sonno Ł costituita dal sonno REM, o
sonno paradosso, che occupa circa l’85% del sonno totale a 7 giorni di vita (Houpt
& Wolski, 1982).
Durante il sonno paradosso, i cuccioli presentano continui movimenti della faccia,
delle orecchie, delle palpebre, delle labbra, ma anche degli arti (fremiti), del tronco
(aumentati dalla polipnea) e dei muscoli pellicciai.
Essi sono ammucchiati gli uni sugli altri ed Ł probabile che le stimolazioni tattili che
causano questi contatti giochino un ruolo nella maturazione sensoriale.
Le cucciolate formate da un solo individuo si dimostrano molto piø sensibili
all’assenza di cure materne, di quelle costituite da piø cuccioli (Pageat, 1999).
Il tempo di veglia Ł quasi totalmente occupato dalle poppate, che si presentano con
cicli nictemerali abbastanza regolari ogni 3-4 ore.
Esse sono sincronizzate per tutta la cucciolata, che presenta dapprima una fase di
agitazione con movimenti striscianti, in direzione casuale, ed emissione di grida.
Quando l’estremit del muso tocca la madre o un altro cucciolo, il movimento si
arresta e riprende poi in direzione dell’oggetto incontrato, permettendo cos al
cucciolo di trovare la mammella (riflesso di ricerca del capezzolo).
Una volta che ha raggiunto la mammella, il cucciolo la massaggia mediante le zampe
anteriori con un movimento alternato, determinando l’eiezione del latte.
Il contatto tra capezzolo e labbra provoca la suzione, che corrisponde a uno dei
riflessi primari meglio conosciuti come riflesso labiale (Pageat, 1999).
Le competenze motorie del cucciolo sono ancora molto limitate, non potendosi
rizzare sui propri arti ed utilizzando lo strisciare come unico mezzo di locomozione.
Gli arti anteriori acquisiscono per primi un tono sufficiente verso il 10 giorno,
mentre quelli posteriori diventano capaci di reggere il peso del corpo solo a partire
dalla fine della seconda settimana (Pageat, 1999).
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Durante questa fase si notano diversi riflessi, che scompariranno gradualmente con
lo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale.
Per i primi 3 giorni, i cuccioli evidenziano una dominanza flessoria, cioŁ flettono gli
arti quando vengono sollevati per la collottola; da 3 giorni fino alle 4 settimane di
vita, vi Ł una dominanza estensoria, cioŁ il cucciolo estende gli arti quando viene
sollevato; gradualmente apparir la normotonia (Houpt, 2000).
Figura 2.1 I primi riflessi tonali: (a) la dominanza flessoria che si pu osservare nei cuccioli neonati; (b) la
dominanza estensoria che sostituisce quella flessoria dopo 4 5 giorni di vita (Thorne, 1992; modificato)
La cagna, durante le prime due settimane, passa quasi tutto il suo tempo con i
cuccioli, che le si ammassano contro; sembra che questo contatto abbia un effetto di
soddisfazione reciproca.
La cagna diventa attiva soprattutto verso la fine della poppata, quando rigira i suoi
cuccioli e li pulisce, stimolando al contempo la regione perineale dei piccoli,
causando l’emissione di feci e urine che lei stessa ingerisce.
Questo riflesso primario, indispensabile in assenza di autonomia neurovegetativa, Ł
il riflesso perineale.
Tale pulizia Ł seguita dal raggruppamento dei cuccioli, che di nuovo si
riaddormentano sotto la madre (Pageat, 1999)
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PERIODO DI TRANSIZIONE
Il periodo di transizione, come indica il nome, Ł un periodo di sviluppo rapido sia
fisico che nervoso, in particolare per quanto riguarda gli organi di senso (Fox, 1971;
Nott, 1992), durante il quale il cucciolo passa dalla completa dipendenza dalla madre
a un certo grado di indipendenza.
Durante questo periodo, in seguito allo sviluppo degli organi sensoriali, i cuccioli
incominciano a percepire moltissimi stimoli.
Gli occhi si aprono tra il decimo e il sedicesimo giorno, sebbene l’acuit visiva sia
scarsa ed i piccoli non seguano stimoli visivi appena gli occhi si aprono (Houpt,
2000).
Il riflesso pupillare Ł ancora lento, ma diventa perfettamente funzionante nel giro di
qualche giorno (Pageat, 1999).
A poco a poco, la vista modifica il modo di orientarsi del cucciolo, il senso tattile
perde la sua predominanza, con la scomparsa di numerosi riflessi primari, come il
riflesso di ricerca del capezzolo o il riflesso labiale.
Il ritmo di vita dei cuccioli Ł ora molto diverso, in particolare per quanto riguarda
l’alternanza veglia - sonno.
Quest’ultimo Ł ancora molto importante, ma non occupa piø del 65-70% del tempo.
Anche la sua organizzazione Ł cambiata, dal momento che il sonno profondo non
rappresenta piø del 50% del sonno totale.
Durante i periodi di veglia, il cucciolo non si limita piø alla poppata, ma comincia a
mostrare un comportamento esplorativo: ci in seguito ad informazioni visive, al
fiuto e al leccamento (Pageat, 1999)
Con il miglioramento della capacit visiva, i cuccioli non dondolano piø la testa
quando si muovono; le orecchie si aprono e incominciano a rispondere a stimoli
uditivi a 14-18 giorni, mentre a 16 giorni circa riescono a localizzare un suono
(Ashmead et al., 1986). In questo periodo il cucciolo comincia anche a produrre
vocalizzazioni varie, emette infatti i suoi primi grugniti e abbai.
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Il periodo di transizione non si limita alla sola acquisizione degli ultimi elementi
sensoriali, ma rappresenta anche il momento in cui il cucciolo si attacca alla madre e
comincia a subire il processo di Imprinting.
Il fenomeno di imprinting Ł stato descritto per la prima volta negli anatidi (Lorenz,
1935).
Si tratta di un processo di apprendimento del tutto distinto dall’apprendimento
associativo convenzionale.
E’ necessario che l’animale si trovi in un "periodo sensibile", che corrisponde in
effetti a un momento particolare dello sviluppo del S.N.C., al di fuori del quale
l’animale non pu essere sensibilizzato.
La durata di questo periodo Ł variabile in funzione della specie.
Le conseguenze dell’imprinting sono essenziali, in quanto questo tipo di
apprendimento, cos particolare, Ł all’origine dell’identificazione del simile, cioŁ del
partner sociale e sessuale (Pageat, 1999).
Nelle sue famose esperienze, Lorenz (1935), aveva dimostrato che le oche, che
aveva imprintato, cercavano di accoppiarsi e di interagire con lui quando
raggiungevano la maturit sessuale.
Nella specie canina, l’imprinting sembra cominciare durante il periodo di transizione
e si conclude intorno ai quattro mesi (Pageat, 1999).
Le nuove strutture sensoriali del cucciolo gli permettono di raccogliere nuove
informazioni sulla madre, egli memorizza progressivamente la forma del corpo, gli
odori e poi le caratteristiche sonore, che gli permettono di costruirsene un’immagine
specifica.
Da quel momento, solo quella cagna sar l’oggetto rassicurante, che potr calmare i
suoi cuccioli, punto di riferimento sicuro attorno al quale si potr sviluppare il
comportamento esplorativo (Houpt, 2000).
In questo periodo la minzione e la defecazione avvengono spontaneamente, anche se
la madre comunque continua ad ingerire gli escrementi per diverse settimane.