4
La seconda parte è stata dedicata ad un’attività di ricerca, avente come
oggetto di studio il settore agrituristico in provincia di Enna.
Dopo una premessa sul concetto di sostenibilità applicato al settore
agrituristico e sull’importanza che esso riveste per la salvaguardia ed il
recupero del territorio rurale, abbiamo analizzato la normativa vigente,
soffermandoci sulla Regione Sicilia, la cui materia è disciplinata dalla
legge n. 25 del 9 gennaio 1994.
A conclusione del lavoro, sono stati esposti i dati relativi allo studio di
ricerca svolto su alcune aziende agrituristiche presenti nel nostro territorio.
Suddetta ricerca è stata condotta attraverso una serie d’interviste semi-
strutturate, rivolte agli operatori del settore, volte a cogliere ed evidenziare
aspetti e problematiche dell'agriturismo in provincia di Enna e rilevarne
eventuali incongruenze nell’esercizio di tale attività.
Dopo aver spiegato la metodologia adottata per condurre tale
indagine, sono state elaborate delle schede che ci hanno permesso di avere
un quadro generale delle attività svolte nella nostra provincia.
5
1. Evoluzione del turismo
In questa prima parte abbiamo esposto un breve excursus sul turismo,
ripercorrendo le tappe fondamentali che hanno portato al suo sviluppo.
Abbiamo preferito dare un taglio storico cercando di individuare,
attraverso i secoli, dall’epoca antica ai giorni nostri, cosa è stato
determinante nella sua crescita ed evoluzione, un compito non molto facile
dato che tale fenomeno è strettamente legato all’evoluzione della società ed
influenzato fortemente dagli avvenimenti che in questa accadono.
Il turismo ha subito molte trasformazioni nel tempo: sono cambiati i
turisti, il loro modo d’intendere il viaggio, le motivazioni, le località scelte
ma, anche se ha vissuto fasi di crescita e di contrazioni, il suo sviluppo non
si è mai arrestato.
Il turismo ha aperto le frontiere del mondo, ha fatto conoscere popoli,
culture a noi prima sconosciute, ha rialzato dalla povertà l’economia di
molti paesi, ma paradossalmente oggi abbiamo paura di questo fenomeno,
poiché esso risente del peso delle guerre, delle distruzioni che il nostro
secolo sta attraversando.
Nato per il bisogno di svago, di divertimento, oggi è troppo spesso
causa di stragi.
6
1.1 Dall’ epoca antica al rinascimento
Datare storicamente l’inizio del turismo è difficile, poiché il desiderio di
viaggiare rappresenta un bisogno innato dell’animo umano.
Una primordiale forma di turismo si può far risalire già all’epoca
antica, infatti, tanto presso i Greci quando ai Romani, si può costatare
l’abitudine di spostarsi, durante il loro tempo libero, per motivi religiosi,
culturali, commerciali, sportivi e di cure termali, ma erano principalmente
le grandi feste ed i giochi, per i Greci le olimpiadi e per i Romani i ludi,
occasione di lunghi viaggi e d’incontro.
Tale forma di mobilità territoriale era appannaggio delle sole classi
sociali d’alto rango e la ricettività era rappresentata quasi esclusivamente
dall’ospitalità presso i Santuari, anche se a Roma iniziavano a sorgere i
primi grandi alberghi, grazie ad un notevole sviluppo dei viaggi e al lungo
periodo di pace e prosperità economica di cui ha goduto tale periodo
storico
1
.
Verso la fine del II sec. a.C. assistiamo allo sviluppo di un turismo di
tipo culturale, principalmente praticato da letterati, artisti, uomini politici,
che nasce dal desiderio di conoscere i tesori d’altri popoli e le mete
privilegiate sono i paesi orientali e la Grecia
2
.
Nel Medioevo si ha la quasi totale scomparsa dei viaggi dovuta alle
guerre, ai disordini, alle pestilenze che hanno caratterizzato tale periodo e
l’unica forma di turismo riguardava i pellegrinaggi nei luoghi santi quali
Roma, Loreto, Gerusalemme, Santiago di Compostella ……… e sono i
monasteri che offrono ospitalità ai tanti pellegrini che arrivano
3
.
Ma i pellegrinaggi medievali sono ben diversi da come oggi li
viviamo noi, poiché si tratta di pellegrinaggi penitenziari per espiare le
1
Rocca G., Turismo,territorio e sviluppo sostenibile, Genova, ECIG, 2000, pp. 11-12.
2
Battilani P., Vacanze di pochi vacanze di tutti, Bologna, il Mulino, 2001, p. 55.
3
Rocca G., op. cit., p 16.
7
proprie colpe e spesso imposti dai tribunali civili a chi avesse commesso
peccati contro la Chiesa o eresie senza prove concrete, anche se nel corso
del XIV sec. tale imposizione fu abolita
4
.
Nel Rinascimento si afferma un nuovo modo di viaggiare, non più
dettato da intenti religiosi, bensì da una sempre maggiore curiosità di
esplorare luoghi sconosciuti, ampliare le proprie conoscenze ed una
personalità di spicco, che i romantici definiscono il primo turista, è
Montagne, il quale unisce alla sua missione diplomatica romana
un’occasione per osservare e conoscere ciò che incontra nel suo cammino.
Un altro personaggio rinascimentale è Carlo Estienne, che nel 1552
stampa la prima guida turistica che aprirà la strada agli itinerari di viaggio.
4
Battilani P., op. cit., pp. 66-67-68.
8
1.2 Dal Grand Tour ai viaggi organizzati
Il Grand Tour è considerato il precursore del turismo moderno e tale
termine fu utilizzato per la prima volta nel 1600 per indicare “il viaggio
compiuto dai giovani dell’aristocrazia inglese come parte conclusiva del
loro ciclo di studi e momento fondamentale della loro crescita culturale”.
Ma oltre al Grand Tour, ricordiamo che nella società di tale periodo si
afferma un nuovo tipo di viaggio, ben diverso da quello compiuto dai
giovani aristocratici, prescritto dagli ordinamenti corporativi e che vede
come fruitore il giovane apprendista, il quale si reca per alcuni anni presso
delle località dove apprende e perfeziona le tecniche lavorative, e tal
esperienza rappresenta una tappa fondamentale ed obbligatoria per
l’accesso al mondo dei mestieri
5
.
Nel corso del Settecento, il Grand Tour diviene una moda all’interno
della società inglese e, verso la fine del secolo, si estende anche al mondo
borghese
6
.
Locke elenca i meriti di tale viaggio formativo “ arricchisce lo spirito,
rettifica il giudizio, rimuove i pregiudizi, forgia le maniere esteriori che
plasma il complete gentleman”
7
.
Alle suddette motivazioni si aggiungono anche motivi politici che
portano alla scelta di una determinata località rispetto ad un’altra, infatti,
era solito per il giovane aristocratico, durante il suo viaggio, frequentare i
salotti della nobiltà o recarsi presso le corti dei principi per farsi conoscere
e mostrare le proprie capacità così da ottenere promesse per il futuro
8
.
Il giovane che si apprestava a partire aveva un’età media di diciotto
anni ed il suo soggiorno durava da due a tre anni, per poter ben acquisire
una buona conoscenza delle località visitate e delle lingue.
5
Savelli A., Sociologia del turismo, Milano, Franco Angeli, 2005, pp. 73-74.
6
Ibidem, p.76.
7
Boyer M., op.cit., p. 28.
8
Savelli A., op.cit., p. 75.
9
Egli non partiva mai da solo ma con uno o più tutori, che lo potessero
guidare ed istruire, e con la servitù, poiché viaggiare non era sicuro a causa
dei briganti che si potevano incontrare.
Le mete privilegiate erano la Francia e l’Italia, città d’arte per
eccellenza, dove il giovane poteva finalmente vedere ciò che finora aveva
soltanto letto
9
.
Nella seconda metà del XVIII secolo la pratica del Grand Tour
comincia a scomparire e sulla scena del turismo si affaccia la nuova classe
borghese, in particolare francesi e tedeschi, i cui intenti sono puramente
economici, mentre l’aristocrazia, dal canto suo, modifica il senso del
viaggio, trasformandolo nella ricerca di un passato dimenticato
10
.
Un’altra tendenza che si manifesta nel corso del Settecento, sempre
come appannaggio dell’aristocrazia inglese, è il turismo termale che porta
alla creazione di vere e proprie città termali dotate di tutti i comfort, di cui
un esempio è Bath, con la presenza di uno stabilimento termale, strutture
ricettive, negozi, centri d’intrattenimento per i turisti
11
.
Nell’Ottocento abbiamo la prima rivoluzione del viaggio, anche se
ancora non possiamo parlare di un vero fenomeno di massa, ma il numero
di viaggiatori aumenta grazie ad un miglioramento dei mezzi di
comunicazione e d’informazione ed assistiamo ad un maggior sviluppo
delle strutture ricettive nelle località maggiormente visitate: Napoli, Roma,
Firenze, Venezia, Milano che diventano le mete preferite dagli stranieri.
Nel corso del secolo si assiste ad una piena affermazione del turismo
termale e religioso, con una gran diffusione del turismo balneare e
montano
12
.
Come conclusione di questo paragrafo non possiamo non accennare
alla nascita dei viaggi organizzati e del suo gran pioniere: Thomas Cook.
9
Rocca G., op. cit., pp. 19-20.
10
Savelli A., op. cit., pp. 77-78.
11
Corvo P., I mondi nella valigia, introduzione alla sociologia del turismo, Milano, Vita e Pensiero, 2003, pp. 26-28.
12
Rocca G., op. cit., pp. 22-23.
10
Egli organizza il primo viaggio nel 1841, portando in treno gli operai
inglesi in un meeting antialcolista, per combattere la piaga dell’alcolismo,
molto diffusa tra coloro che lavoravano in fabbrica e tal esperienza viene
ripetuta nel 1851 presso l’Esposizione Universale di Londra.
Cook organizzò molti altri viaggi a basso costo, curandone tutta
l’organizzazione; inoltre inventò il biglietto circolare, il Cook Coupon, per
usufruire dei pasti e dell’alloggio presso gli alberghi che aderivano
all’iniziativa, introdusse la prima forma di traveller’s cheque e pubblicò
nella sua tipografia guide e programmi di viaggio.
L’attività di Cook, all’inizio limitata al solo territorio inglese, poi si
estese, fino ad organizzare il primo viaggio attorno al mondo per undici
turisti.
La Cook’s Tour fu la prima agenzia di viaggi che aprì la strada alle
tante imprese che sorsero nei decenni seguenti
13
.
13
Battilani P., op. cit., pp. 331-333.