8
soluzioni sempre più mirate alla gestione di un numero maggiore di aree
di attività. L’organizzazione per processi fa sì che l’applicazione agisca
in modo trasversale rispetto alle singole funzioni e che le automatizzi in
modo integrato.
Nel II capitolo l’attenzione è tutta rivolta al processo direzionale,
ovvero l’insieme di attività svolte dalla direzione per guidare l’impresa
verso il raggiungimento degli obiettivi decisi in sede di elaborazione dei
piani e dei programmi, nei quali trova definizione nel tempo la sua
finalità istituzionale: produrre correnti di reddito, valutate come
soddisfacenti nel medio e lungo andare. Processo divenuto sempre più
importante, difficile ed impegnativo, a seguito delle sfide che il
dinamismo del mercato e dell’ambiente muovono all’impresa. In tale
situazione i sistemi di monitoraggio devono avvalersi necessariamente di
determinazioni analitiche di costi e di risultati economici consuntivi, di
costi e risultati analitici previsti, quali sono richiesti dalle decisioni
finalizzate all’elaborazione dei programmi ed alla definizione degli
obiettivi da raggiungere (costi standard e budget), nonché di
determinazione degli scostamenti (differenze tra dati effettivi e dati posti
come obiettivo) e di analisi degli stessi.
Nel III capitolo vengono evidenziate le caratteristiche di SAP R/3:
grazie alla sua infrastruttura aperta, potente e flessibile, in grado di
garantire il massimo supporto alle attività operative e strategiche di
un’organizzazione aiuta le imprese ad ottimizzare la velocità di risposta
ai cambiamenti del mercato, gestendo i processi interni ed esterni,
controllando e diffondendo tutte le informazioni. Sap R/3 aiuta le
organizzazioni a crescere e ad affermarsi sul mercato. Inoltre ci si
sofferma su un modulo particolare di esso, il modulo CO che supporta
l’attività di controllo di Gestione aziendale.
Al fine di comprendere l’importanza di tale modulo e il contributo
che l’utilizzo di questo strumento apporta nelle scelte strategiche
aziendali, nel IV capitolo, infine, viene analizzato il caso Amcor Italia
s.r.l. Questa impresa avendo acquistato SAP R/3 e avendolo
implementato con successo, seguita tuttora ad utilizzarlo quale strumento
fortemente innovativo per la propria gestione e allo stesso tempo
indispensabile per integrare in un unico database tutti i dati necessari per
il coordinamento e la condivisione delle informazioni.
9
CAPITOLO I
Nuove tendenze nei sistemi informativo-contabili :
il contributo degli ERP
1.1 Aspetti generali
Le scelte aziendali non possono essere compiute in modo razionale
se non vengono supportate da informazioni appropriate sull’azienda,
considerata nei suoi diversi aspetti economico, finanziario e
patrimoniale, sul mercato e sull’ambiente che la circonda e spesso la
condiziona.
La forte automazione dei processi produttivi e amministrativi, che
tendono sempre più a integrarsi, la concorrenza in forte crescita nel
mercato interno e in quello internazionale, la sempre maggiore
complessità del processo decisionale rendono le informazioni una risorsa
indispensabile, così come sono indispensabili il capitale e il lavoro.
Nell’economia moderna l’informazione è divenuta, così, uno dei fattori
critici di successo aziendale.
A seconda della loro natura, le informazioni si distinguono in:
ξ qualitative;
ξ quantitative; queste ultime a loro volta possono riguardare quantità
non monetarie o quantità monetarie.
A seconda dell’oggetto, le informazioni possono riguardare:
ξ fatti esterni di gestione (processi di scambio con i terzi);
ξ fatti interni di gestione (processi organizzativi e produttivi);
ξ situazioni di mercato e di ambiente che incidono sull’attività
aziendale.
Ogni azienda tuttavia, è dotata di meccanismi operativi che
consentono ai membri dell’organizzazione di sapere ciò che è loro
richiesto, qual è la funzione del loro lavoro, quali interventi correttivi
devono essere operati.
Il sistema informativo è uno di questi meccanismi operativi. Esso è
un insieme di persone, apparecchiature, applicazioni, procedure e dati
che permettono all’azienda di disporre delle informazioni necessarie nel
posto giusto al momento giusto. Il sistema informativo consente di
prendere decisioni, in modo razionale e coordinato, perché è uno
strumento di comunicazione fra la direzione e l’organizzazione, è uno
strumento di motivazione nei confronti della stessa organizzazione, è uno
strumento di valutazione dei risultati raggiunti dalla stessa struttura.
L’espressione “sistema informativo” è usata abitualmente con
diverse accezioni. Una definizione generalmente accettata è quella che
definisce il sistema informativo come quel complesso di elementi che
10
rileva in modo sistematico e organizzato i fenomeni economici di
interesse dell’azienda nell’intento di rappresentarli in modo organico,
utilizzando la tecnologia più appropriata e applicando logiche e metodi
suggeriti dalle discipline di economia aziendale
1
.
Il sistema informativo deve indicare l’insieme delle attività che si
devono svolgere per la produzione delle informazioni, le modalità
organizzative con cui devono essere condotte tali attività nonché gli
strumenti tecnologici con cui svolgerle. Esso deve quindi essere
disgiunto dal concetto di sistema delle informazioni in quanto queste
sono il risultato prodotto dal sistema informativo. A seconda delle
informazioni che si desidera ottenere, l’azienda sceglie il metodo di
rilevazione che ritiene più adeguato e più fedele nel rappresentare i
fenomeni aziendali.
I principali strumenti di informazione sono:
9 la contabilità generale;
9 le contabilità speciali, fra le quali spicca la contabilità analitica o dei
costi;
9 il piano a medio-lungo periodo e la sua articolazione nel budget
annuale.
La contabilità analitica, il piano e il budget compongono quella che
viene definita la contabilità per la direzione (management accounting),
perché è indispensabile per operare correttamente. Essa fornisce le
informazioni utilizzate dal management per pianificare, porre in atto e
controllare le attività di un’organizzazione.
I vari strumenti del sistema informativo assolvono ai loro compiti
grazie alle rilevazioni, che possono essere:
9 contabili, qualora recepiscano, attraverso il metodo contabile, i
movimenti finanziari, i costi, i ricavi e il profitto;
9 extra-contabili, qualora non siano legate ad uno specifico metodo
contabile. Esse rilevano i fatti gestionali da cui traggono origine i
costi e i ricavi e integrano perciò le rilevazioni contabili.
Le informazioni utilizzate dal sistema informativo aziendale
provengono da fenomeni esterni e fatti amministrativi-aziendali. I dati
ottenuti sono raccolti in rilevazioni elementari. Le successive
elaborazioni di contabilità generale, di contabilità analitica e le
rilevazioni extra-contabili consentono di ottenere delle sintesi periodiche
indispensabili per instaurare un colloquio fra organi aziendali, per
giudicare quanto è stato fatto ed effettuare le scelte migliori per il futuro.
1
Pier Franco Camussone, Il sistema informativo aziendale,1998, pag. 15
11
Tab. 1.1 : IL SISTEMA INFORMATIVO AZIENDALE
Fonte: rappresentazione tratta da “Contabilità analitica” – Facchinetti I.,
2001
Il sistema informativo,dunque deve:
9 documentare i fatti amministrativi, sia per esigenze interne sia per
esigenze esterne (giuridiche e fiscali);
9 fornire il supporto al processo decisionale per le scelte correnti degli
organi operativi;
9 fornire il supporto al processo decisionale per le scelte di
investimento degli organi direzionali (scelte strategiche);
9 fornire gli strumenti per i processi di pianificazione e di controllo
della gestione;
9 produrre i rendiconti dell’attività aziendale imposti dalla legge
(bilancio) o comunque da presentare al soggetto economico
aziendale.
Contabilità
generale
Contabilità
analitica
Statistica
aziendale
Fenomeni
esterni
Fatti amministrativi
aziendali
Informazioni
esterne
Documenti
originari
Rilevazioni
elementari
Elaborazioni
Sintesi periodiche
Contabili
Bilancio di
esercizio
Analitiche
Risultati per
centri di
costo,ecc.
Statistiche
Analisi
delle
vendite,ecc.
12
Esso deve essere in grado di fornire sia informazioni riguardanti
aspetti specifici dell’attività aziendale, sia informazioni che considerano
l’impresa nelle sua unitarietà, sia informazioni analitiche (proprie delle
contabilità sezionali), sia informazioni sintetiche (proprie della
contabilità generale), sia informazioni indispensabili a chi deve prendere
decisioni per il raggiungimento degli obiettivi aziendali, sia informazioni
che per legge è obbligatorio portare a conoscenza dei terzi. Tuttavia
come tutte le risorse anche le informazioni hanno un costo; ne consegue
che il sistema informativo deve essere attentamente programmato e
orientato a fornire solo le informazioni che sono veramente utili alla
gestione dell’azienda.
I cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni nel campo della
tecnologia, dell’informatica hanno inoltre semplificato il funzionamento
dell’impresa. Il sistema informativo aziendale si avvale sempre più del
sistema informatico, inteso come l’insieme dell’hardware e del software
utilizzati per la raccolta, l’elaborazione e la trasmissione delle
informazioni e di strumenti telematici per le comunicazioni a distanza.
L’informatica ha portato mutamenti rilevanti in diverse attività, fra
cui quella di amministrazione generale e di trasformazione e gestione
delle risorse fisico-tecniche
2
. Gli effetti hanno interessato vari processi
aziendali interni ed esterni, i prodotti/servizi dell’azienda, gli assetti
organizzativi. La tecnologia informatica ha, inoltre, provocato
cambiamenti nelle relazioni intercorrenti tra imprese e gli attori del
sistema competitivo con cui opera (clienti e fornitori) e al tempo stesso,
l’attuazione, all’interno dei processi economici delle imprese, di vari
metodi di impiego e di scambio delle informazioni, intese quale bene e
risorsa economica.
2
Saita M., 1988, Il sistema amministrativo evoluto, Milano, McGraw-Hill, pag. 15
13
1. 2 Definizioni e componenti del sistema informativo
Ogni organizzazione, nel cui interno sia necessario produrre o
scambiare informazioni, dispone in modo consapevole, o inconscio, di
un proprio sistema informativo.
Il sistema informativo in un’impresa è costituito da un complesso di
elementi in grado di fornire le informazioni necessarie alle persone che
lavorano a tutti i livelli della struttura.
Di esso numerose definizioni sono state date in letteratura, in
funzione di obiettivi e di prospettive culturali differenti. Al fine di
giungere ad una definizione di ordine generale di sistemi informativi si
evidenziano i tratti comuni delle definizioni più note.
I sistemi informativi sono stati intesi come :
«insieme di processi di raccolta, di elaborazione, e trasmissione delle
informazioni, tanto formalizzati quanto informali» ( Rugiardini, 1970);
«insieme di flussi informativi prodotti con varie metodologie, destinati a
supportare il sistema delle decisioni d’azienda e soddisfare le esigenze di
informazione di terze economie in rapporto con l’azienda» (Rugiardini,
Cioccarelli, Provasoli e Vigano , 1973 );
«insieme di variabili che determinano la struttura e i contenuti dei flussi
informativi destinati alle decisioni» (Airoldi, 1980);
«quel complesso di elementi che rileva il modo sistematico e organizzato
i fenomeni economici di interesse dell’azienda, nell’intento di
rappresentarli in modo organico, utilizzando la tecnologia più
appropriata e applicando logiche e metodi suggeriti, per le diverse classi
dei fenomeni aziendali, dalle discipline di economia aziendale»
(Camussone, 1998 );
« il risultato del lavoro organico di questi elementi è l’informazione che
viene resa disponibile per i fini più diversi: presa di decisione ai vari
livelli dell’organizzazione aziendale; coordinamento operativo nei
processi e progetti quotidianamente svolti; comunicazione a fine
meramente informativo; utilizzo come componente essenziale del
prodotto/servizio offerto alla clientela» ( Biffi, 2003 );
«con il termine sistema informativo, indichiamo qui l’insieme dei flussi
delle informazioni all’interno di un’organizzazione, siano esse elaborate
manualmente o elettronicamente» ( Bracchi e Motta, 1989 );
«un insieme di componenti interrelate che raccolgono, elaborano,
archiviano e distribuiscono informazioni a supporto della presa di
decisioni e del controllo in un’organizzazione» (Laudon e Laudon,
2003);
«un sistema informativo è un insieme di persone, apparecchiature,
software e procedure aziendali il cui compito è quello di produrre le
14
informazioni, permettendo all’azienda di disporre al posto giusto e nel
momento giusto delle informazioni che servono per operare nell’impresa
e gestirla» ( De Marco, 2000 ).
I concetti comuni a queste definizioni sono :
1. insieme di elementi o di variabili: il concetto di sistema richiama
evidentemente un insieme di elementi costituenti anche molto diversi,
ma che interagiscono profondamente tra di loro al fine di generare
risultati e prestazioni superiori nel complesso rispetto a quanto
potrebbero fare singolarmente;
2. informazioni e flussi informativi: essi sembrano costituire l’obiettivo
intermedio, ancorché il risultato visibile e oggettivo, del sistema
informativo il quale genera, acquisisce e tratta i dati elementari che si
generano nell’attività economica aziendale, produce e distribuisce
informazioni all’organismo personale o nell’ambiente;
3. decisioni, controllo, gestione d’impresa: con varie espressioni, il terzo
fattore comune ricorrente nelle definizioni proposte, propone il fine
ultimo della generazione e distribuzione di informazioni, cioè il
disporre degli elementi di conoscenza necessari per controllare lo
stato e le prestazioni dell’azienda in tutte le sue manifestazioni e
prendere eventuali decisioni migliorative, in altri termini, attuare
l’attività di gestione aziendale a tutti i livelli.
Tutto ciò è finalizzato alla gestione dei dati aziendali in tutte le loro
forme (strutturati e non strutturati) e natura (dati contabili, extracontabili,
del personale, di prodotto, di vendita, ecc); all’automazione, tramite
procedure informatiche, di tutte le attività e processi aziendali di tipo
operativo e fisico; al supporto, tramite procedure informatiche, modelli
logico-matematici e modelli di dati, di tutte le attività e processi
aziendali di tipo manageriale; alla produzione, in definitiva, di
informazioni idonee come contenuto e modalità di fruizione.
Quando è possibile individuarlo in forma esplicita esso risulta
composto dalle seguenti categorie di elementi:
1. un patrimonio di dati (i dati sono una rappresentazione oggettiva
della realtà ossia rappresentano la materia prima necessaria per la
produzione delle informazioni);
2. un insieme di procedure per l’acquisizione e il trattamento di dati e
per la produzione di informazioni;
3. un insieme di persone che sovrintendono a tali procedure;
15
4. un insieme di mezzi e strumenti necessari al trattamento,
trasferimento, archiviazione di dati e informazioni;
5. un insieme di principi generali, di valori e di idee di fondo che
caratterizzano e ne determinano il comportamento. Ogni azienda ha
una propria “visione”concettuale del sistema e del ruolo che esso
deve svolgere in azienda. Ad esempio se l’azienda concepisce il
sistema come un sistema accentrato essa tenderà ad usare come mezzi
i grandi calcolatori centrali, ad accentrare la gestione del patrimonio
dei dati su archivi centralizzati e ad avere una forte Direzione
Centrale incaricata del governo del sistema informativo. Se viceversa
concepisce il sistema come un sistema distribuito volgerà la propria
attenzione alle reti di personal computer, tenderà a distribuire il
patrimonio dei dati (archivi distribuiti) e promuoverà una forte
diffusione di conoscenze informatiche tra gli utenti, limitando il ruolo
della Direzione Sistemi Informativi.
È doveroso, a questo punto, precisare alcuni principi di
comportamento che valgono in generale per tutti i sistemi e quindi
possono anche essere estesi ai sistemi informativi (Teoria generale dei
sistemi di Von Berthalanffy).
Il primo principio a cui devono ispirarsi i sistemi è quello della
coerenza sia interna, tra i diversi componenti del sistema, sia esterna,
ossia tra il sistema e l’ambiente con cui si trova ad interagire.
La coerenza esterna riguarda l’efficacia con cui il sistema svolge i
propri compiti nei confronti dell’ambiente verso il quale i suoi risultati
sono destinati (confronto tra finalità del sistema e sue prestazioni
effettive). Nel caso dei sistemi informativi si deve aver cura che il
sistema produca le informazioni che gli utenti del sistema si attendono
dallo stesso.
La coerenza interna sottintende, invece, una relazione di
complementarietà tra i componenti del sistema che devono essere in
sintonia tra loro in modo da favorire l’esprimersi di tutte le potenzialità
di cui sono portatori. Nel caso del sistema informativo, il principio di
coerenza interno suggerisce che i diversi componenti dello stesso siano
in armonia tra loro: le procedure devono poter disporre di dati validi e
significativi, i mezzi devono essere idonei alla esecuzione delle
procedure e alle necessità di archiviazione dei dati, gli specialisti devono
possedere la competenza necessaria per l’impiego dei mezzi e così via.
La coerenza, sia interna, sia esterna, è una caratteristica relativa e di
tipo dinamico. Il contesto socio-economico è in continuo divenire e
pertanto variano le esigenze dei destinatari delle informazioni, il
progresso tecnologico mette a disposizione mezzi sempre più sofisticati
che consentono possibilità precedentemente precluse, e così via.
16
Il sistema è quindi continuamente alla ricerca di una situazione di
equilibrio dinamico sia nei confronti dell’ambiente sia al proprio interno.
Esso deve cercare di erogare prestazioni corrispondenti alle aspettative
dell’azienda, cioè deve produrre le informazioni desiderate dagli utenti
secondo le modalità richieste (ricerca della coerenza esterna ovvero della
efficacia del sistema) e deve far in modo che gli elementi che lo
compongono abbiano livelli di sviluppo concettualmente corrispondenti
che consentono loro l’espressione completa delle proprie potenzialità,
senza spreco di risorse (ricerca della coerenza interna).
Da ciò si evince che chi ha la responsabilità del sistema informativo
aziendale deve analizzare continuamente le relazioni tra i componenti del
sistema e verificare che non vi siano asimmetrie eccessive e tali da
pregiudicare le prestazioni complessive. Gli specialisti devono quindi,
focalizzare l’attenzione sugli elementi meno sviluppati in quanto sono
questi che condizionano il livello di prestazioni complessive.
Tuttavia, risulta necessario mettere in evidenza anche le variabili
critiche di un sistema informativo.
La prima, il grado di integrazione, interessa sia i rapporti tra
l’azienda e l’esterno (Coca Cola, ad esempio, ne ha accresciuto il livello,
realizzando una rete con i principali imbottigliatori), sia i rapporti verso
l’interno.
Il tempo di processo, seconda variabile critica, riguarda la velocità
con cui le informazioni raggiungono il destinatario. Si pensi alle attività
logistiche, alle spedizioni, alle banche telematiche, alle società di trading,
sempre più integrate e accessibili on line, alle imprese manifatturiere che
si vogliono legare con il cliente, facendolo assistere alla costruzione del
prodotto ordinato ( ad esempio Fiat e General Motors).
Il terzo punto è il costo delle informazioni dei sistemi. In quelli di
più elevata dimensione si assiste alla continua diminuzione del relativo
costo unitario, nonostante in valore assoluto i costi siano elevati.
Infine, importante è la qualità delle informazioni, si devono fornire
dati attendibili e mirati in funzione del destinatario.
17
1.2.1 Strumenti del sistema informativo
Ora è necessario evidenziare le caratteristiche degli strumenti del
sistema informativo aziendale.
La contabilità generale costituisce un sistema coordinato di
scritture complesse aventi come scopo il controllo continuo, a posteriori,
delle variazioni finanziarie ed economiche e la determinazione periodica
del risultato economico d’esercizio e del patrimonio di funzionamento; si
basa sulla rilevazione dei fatti esterni di gestione e fornisce le
informazioni che fanno da supporto alla redazione del bilancio
d’esercizio.
Le contabilità speciali perseguono scopi diversi rispetto a quelli cui
tende la contabilità generale, sono insiemi coordinati di scritture
analitiche più o meno integrate e collegate alle scritture complesse;
comprendono la contabilità industriale, o analitica, la contabilità di
magazzino, la contabilità del personale, la contabilità delle
immobilizzazioni, la contabilità delle banche. Sono nuclei specializzati
di rilevazioni interne dei fatti di gestione. La contabilità analitica rispetto
alle altre contabilità speciali assume un ruolo di importanza per
l’azienda. Essa, infatti, fornisce le informazioni utili e necessarie per:
9 prendere decisioni strategiche ossia di programma;
9 prendere decisioni tattiche od operative nel rispetto delle decisioni
strategiche;
9 orientare le scelte di convenienza economica;
9 valutare il contributo di singole aree, prodotti, centri operativi,
attività svolte al profitto aziendale.
Il piano a medio lungo periodo fissa gli obiettivi aziendali e indica i
mezzi, gli strumenti, le azioni per raggiungerli in una prospettiva di
medio lungo termine. Esso si traduce successivamente in piani operativi
(budget) con cui si programmano i risultati della gestione negli aspetti
economici, patrimoniali e finanziari con riferimento ad un esercizio.
È essenziale per le imprese avere informazioni riguardanti i costi,
passati, presenti e futuri per verificare se la gestione aziendale si svolge
secondo il postulato fondamentale dell’economia, ovvero secondo il
principio del minimo mezzo con il massimo risultato. Il controllo
economico della gestione si attua mediante due ordini di conoscenze: la
conoscenza dei risultati generali, che si ottiene attraverso la contabilità
generale e la conoscenza analitica dei fenomeni aziendali, che si ottiene
attraverso la contabilità analitica.
18
La contabilità generale, pur essendo indispensabile, è insufficiente
ai fini direzionali, sia perché riguarda lo svolgimento della gestione
ormai passata, sia perchè trascura i fatti interni di gestione e il processo
di formazione dei costi.
Essa fornisce informazioni di carattere generale e globale
sull’andamento dell’azienda. La contabilità analitica o industriale, invece
fornisce informazioni di dettaglio dei fenomeni aziendali, per quanto
attiene ai costi, ai ricavi, e ai risultati delle singole operazioni. Essa è
quella parte del sistema informativo che consente di attuare il controllo
della gestione nell’aspetto economico, attraverso la predeterminazione, la
rilevazione, la destinazione, l’analisi dei costi e dei ricavi. Le
informazioni che da essa scaturiscono sono impiegate per controllare
l’efficienza aziendale, analizzare la redditività dei vari prodotti o attività,
per supportare le valutazioni di fine esercizio, per predisporre la
programmazione, per orientare le decisioni.
È opportuno evidenziare ora le differenze che esistono tra le due
contabilità:
ξ Di obiettivi.
La contabilità generale è rivolta alla determinazione del risultato
d’esercizio e del connesso capitale di funzionamento e al controllo dei
movimenti finanziari. La contabilità analitica è rivolta oltre alle
determinazioni analitiche dei costi, anche quelle dei ricavi e dei risultati
economici parziali.
ξ Di finalità.
La contabilità generale deve fornire informazioni chiare, corrette e
veritiere ai terzi attraverso il Bilancio (art. 2423 c.c.). Essa deve fornire
informazioni il più possibile oggettive. La contabilità analitica fornisce
informazioni agli organi aziendali, in modo tempestivo, anche se non del
tutto preciso. Essa è interessata all’analisi delle singole parti dell’azienda
perché deve fornire informazioni dettagliate.
ξ Di destinazione dei risultati.
I risultati della contabilità generale, ossia il bilancio d’esercizio
nelle sue parti contabili completate dalla nota integrativa e la relazione
sulla gestione, ove prevista, sono prevalentemente destinati ai terzi, ossia
alle economie che, sono interessate alla sua gestione (clienti, fornitori,
dipendenti, finanziatori, collettività nazionale). I risultati della contabilità
analitica sono destinati in via esclusiva agli organi interni per operare
correttamente.
19
ξ Di obbligatorietà.
La contabilità generale è obbligatoria. La contabilità analitica non è
obbligatoria, pur essendo un indispensabile strumento di informazione
aziendale. Proprio per questo motivo, essa assume forme di svolgimento
disparate, ossia in base alle svariate richieste della direzione.
ξ Di momento di rilevazione
Per contabilità generale i fenomeni assumono importanza al
momento della loro manifestazione numeraria (momento finanziario).
Per la contabilità analitica i fenomeni sono significativi al momento in
cui avviene il consumo dei fattori di produzione o l’ottenimento dei
risultati (momento tecnico). Essi sono rilevati per destinazione, ossia in
relazione alla causa finale dell’operazione stessa.
ξ Di riferimento temporale dei dati
La contabilità generale si limita a rilevare i dati in via consuntiva,
con sintesi al termine del periodo annuale, al fine di evidenziare il
risultato globale della gestione passata in termini di flusso di valori
(reddito di esercizio) e fondo di valori (capitale di funzionamento). La
contabilità analitica effettua rilevazioni in via preventiva, al fine di
ottenere informazioni per le decisioni, e in via consuntiva, per verificare
la congruità dei risultati ottenuti effettuate con frequenza inferiore
all’anno.
ξ Di estensione spaziale dei dati
La contabilità generale rileva tutti i fatti aziendali destinati ad influire sul
reddito e sul capitale. La contabilità analitica si limita a rilevare i fatti
che sono suscettibili di analisi e soprattutto i costi. Questi possono
riguardare contemporaneamente le due contabilità oppure l’una e non
l’altra e viceversa. Ad esempio: il costo delle materie riguarda le due
contabilità; i costi figurativi
3
( es. stipendio direzionale e interessi di
computo sul capitale proprio) riguardano la contabilità analitica perché
non si ha spesa; i costi straordinari (es. sanzione per inosservanza delle
formalità Iva) non possono essere considerati costi della contabilità
analitica.
.
3
Per maggiori approfondimenti si veda il paragrafo 1.5
20
Fig. 1.1: ESTENSIONE SPAZIALE DEI DATI NELLE DUE
CONTABILITA’
Oneri per l’azienda Riguardano le due Riguardano solo la conta-
che non possono contabilità secon- bilità analitica perché non
essere considerati do modalità e tem- si ha l’uscita numeraria:
costi di produzione: pi diversi. -interessi di computo
-sopravvenienze; Es. materie -rischio imprenditoriale
-penalità ecc . COGE:costi di ac- -ammortamenti di beni già
quisto ammortizzati in COGE
COAN:costi dei
consumi.
Fonte: rappresentazione tratta da “Contabilità analitica”- Facchinetti I.,
2001
ξ Di scopi
La contabilità generale, come si è già detto, fornisce informazioni
di carattere generale e globale sull’azienda. Essa mira alla
determinazione del reddito e del capitale di funzionamento, in via
primaria, e controllo finanziario della gestione, in via sussidiaria.
La contabilità analitica, invece, fornisce informazioni di dettaglio
dei fenomeni aziendali. Le rilevazioni sono volte alla determinazione dei
costi, ricavi e risultati analitici della produzione aziendale. I valori sono
riferiti ai singoli oggetti della produzione aziendale, siano essi singoli
fattori di produzione, singole operazioni, singole attività, singoli centri di
costo, singoli processi, singoli prodotti, ecc. Proprio per questo per
identificarla viene utilizzato il termine “analitica”. Oggetto della
contabilità analitica sono:
9 l’analisi dei costi (determinazione dei costi dei fattori produttivi,dei
centri di costo,delle attività o dei prodotti)
9 l’analisi dei ricavi (ricavi elementari o classi di ricavi relative ai vari
prodotti)
CONTABILITÀ GENERALE
Costi neutrali
Costi comuni
alle due
contabilità
Costi figurativi
CONTABILITÀ ANALITICA
21
9 la determinazione dei risultati economici di breve periodo.
Gli scopi della contabilità analitica sono svariati:
o controllare i costi al fine di attuare politiche di riduzione degli stessi;
o verificare l’efficienza aziendale, soprattutto mediante il raffronto fra
dati standard e consuntivi;
o programmare l’attività aziendale;
o controllare lo svolgimento dell’attività per constatare se viene svolta
secondo le linee del programma;
o valutare i risultati economici riferiti a particolari operazioni o attività;
o controllare i prezzi di vendita per massimizzare il risultato economico
aziendale ;
o rilevare i valori da attribuire alle rimanenze di prodotti;
o fornire informazioni per le scelte tra varie alternative;
o fornire dati per qualsiasi altro tipo di decisione.
Per raggiungere tali scopi si richiede che la contabilità analitica sia
in grado di produrre:
- sia dati preventivi sia dati consuntivi;
- dati riferibili ad una pluralità di oggetti (aree di affari, zone di vendita,
centri operativi, famiglie di prodotti o singoli prodotti, singole
commesse, specifiche operazioni, ecc.)
- costi variamente classificati (variabili e fissi per certe decisioni, speciali
e comuni per altre decisioni ecc.)
- dati utilizzando metodi e procedure il cui grado di formalizzazione non
si spinga, oltre certi limiti.
ξ Di forme di svolgimento.
La contabilità generale si attua normalmente attraverso la partita
doppia che consente la rilevazione dei fatti di gestione sotto un duplice
aspetto (finanziario ed economico). La contabilità analitica impiega
strumenti differenti e assume svariate forme di svolgimento in relazione
all’organizzazione contabile e ai risultati che si vogliono ottenere.