3
piø importanti e note: Il cappello di paglia di Firenze e La notte di un
nevrastenico. Nel corso di quest analisi musicale Ł stata messa in evidenza la
similitudine con altre composizioni musicali.
All interno della produzione musicale rotiana Ł possibile, infatti,
distinguere generi musicali diversi, in quanto il nostro musicista, come piø
volte ebbe lui stesso a dichiarare, contamin le su e partiture con del materiale
gi usato da egli stesso o da altri compositori. Si a nel Cappello che nel
Nevrastenico sono tantissimi i riferimenti ad altre sue precedenti composizioni
musicali (specialmente alla musica per i film), ai moduli compositivi tardo-
ottocenteschi e soprattutto alla forma, allo stile, al fraseggio e a volte
addirittura alle idee musicali di alcuni compositori come Rossini, Puccini,
Donizzetti, Stravinskij, Ravel, Offenbach, ecc. Ci siamo trovati cos ad
esaminare queste opere liriche e a riconoscerne le affinit con partiture
composte per occasioni ben diverse. Osservando a trecentosessanta gradi,
infatti, quello che Ł il modo di vivere e di operare di Nino Rota, traspare
inequivocabilmente una certa leggerezza e semplicit che sono gli aspetti
preponderanti del suo carattere e della sua musica: questo fatto ha
condizionato notevolmente il suo stile compositivo.
La tesi contiene inoltre dei capitoli sulla personalit di Rota, sul suo
stile compositivo ed, infine, delle brevi Appendici che riguardano il suo
inestimabile quanto inesauribile ampio catalogo vocale e strumentale ed il
Fondo Nino Rota presso la Fondazione «Giorgio Cin i» di Venezia.
4
* * * *
Desidero esprimere i miei piø sinceri ringraziamenti al Notaio Antonio
Tafuri da Napoli che mi ha gentilmente permesso di accedere alla sua
preziosissima discoteca nella quale sono custoditi numerosi reperti di notevole
interesse; ai miei genitori, pilastri instancabilmente forti della mia formazione
culturale, ai quali il presente lavoro Ł dedicato. Ringrazio, inoltre, quanti
hanno cercato di collaborare per la riuscita del presente scritto: il prof. Sergio
Miceli, il prof. Francesco Lombardi del «Fondo Rota», la dott.ssa Adelaide
Bartoli Bacherini della Biblioteca Centrale di Firenze ed il giornalista Guido
Vergani.
5
CAPITOLO I
La vicenda umana e artistica di Nino Rota
1.1 Brevi cenni sulla vita di Nino Rota.
Per comprendere la produzione musicale e lo stile compositivo di Nino
Rota e per delinearne la sua complessa figura di musicista Ł importante
tracciare un percorso che tenga conto della sua formazione musicale, dei suoi
studi e della sua vita in generale.
Nino Rota Rinaldi, come si chiam fino agli anni de ll adolescenza, fu
un compositore fecondissimo, di una straordinaria facilit inventiva, che
scrisse per diversi organici e con differente destinazione d uso (dalla musica
da camera alla musica sacra, passando per l orchestra e la musica da film).
Nacque il 3 Dicembre del 1911 a Milano (citt apert a alle novit ed
influenze di tutte le scuole musicali, al centro di tutte le correnti musicali
europee) da una famiglia di musicisti e che quindi ha influenzato di gran lunga
le sue scelte artistiche.
Era figlio di un ottima pianista, Ernestina Rinaldi, che fu la sua prima
insegnante (gli impart infatti le prime lezioni di Teoria e Solfeggio fino al
1919 che poi prosegu con Alessandro Perlasca) e la quale elabor un Diario 1
sotto forma di appunti sulla vita del figlio.
Ad Ernesta Rinaldi si deve riconoscere soprattutto il merito di avere
1
Il Diario Ł datato 1944, ma Ł inedito e viene sommariamente riportato da PIER MARCO DE SANTI, La
musica di Nino Rota Bari, Laterza, 1983 e da FRANCESCO LOMBARDI, Fra cinema e musica del
novecento: il caso Nino Rota: dai documenti, Firenze, Olschki, 2000, II volume della serie «Archivio
Nino Rota, Studi».
6
saputo guidare con fermezza il precocissimo talento del figlio affidando la sua
preparazione musicale a compositori di chiara fama per evitare «di essere
travolto dalla facilit di una nativa predisposizio ne». 2
Il nonno materno, Giovanni Rinaldi (1840-1895), emiliano, era stato un
importante pianista, didatta e compositore dell Ottocento, autore di numerose
pagine per pianoforte, molte delle quali dedicate all infanzia, ancora oggi
eseguite e non prive d interesse. 3 Affront anche una discreta attivit
concertistica di respiro europeo, che gli aveva procurato, presso il pubblico
tedesco, l appellativo di Chopin italiano .
Nino Rota si iscrisse al Conservatorio di Milano all et di 11 anni per
studiare composizione con Giacomo Orefice (1865-1922) e con Paolo
Delachi; in seguito studi con Giulio Bas (1874-192 9) e con Ildebrando
Pizzetti (1880-1968) tra il 1925 ed il 1926, a quel tempo direttore del
Conservatorio di Milano, per poi trasferirsi a Roma dove studi con Alfredo
Casella (1883-1947) e, infine, si diplom diciotten ne al Conservatorio di «S.
Cecilia» nel 1929.
Il suo essere musicista versatile, Ł dovuto in primo luogo a questa sua
altrettanto multiforme esperienza di studi. In particolare il rapporto con
Pizzetti, che purtroppo cess quasi subito perchØ quest ultimo non gradiva le
particolari attenzioni che il giovane Rota riceveva sia dalla madre che da
Toscanini, e da altri musicisti.
2
Cfr. nota 1.
3
Compose per pianoforte le raccolte: Spigliatezze; Venti sfumature; Divagazioni pianistiche; Bozzetti
a matita; e i pezzi: Campagna squallida; Campagna mesta; Bozzetto campestre; Il ritorno dai campi;
Pensiero fuggitivo; Nella vallata; Rimpianto; Rintocchi funebri; Cavalieri notturni; Nebulosa. Scrisse
inoltre delle liriche per violino e pianoforte rimaste inedite.
7
Dopo questa esperienza austera, rigida e conservatrice il giovane
compositore fece una scelta del tutto opposta scegliendo gli insegnamenti
innovativi, della scuola di Alfredo Casella a Roma.
Rota ricorda cos questi anni:
Il mio primo maestro, diciamo cos , regolare fu P izzetti, quando
avevo quattordici anni Facevo il contrappunto con lui (e lui
insegnava un contrappunto che, di fatto, era sempre il contrappunto di
Pizzetti!), ma la suggestione che esercitava su di me la figura del
Maestro non m impediva di continuare a comporre, e a mio modo. Poi
venni a Roma e studiai con Casella, e anzi fu lui a consigliarmi di
prendere il Diploma, nel 1930. Lui era anche un uomo pratico, e insistØ
perchØ facessi gli esami e tutto quello che era necessario per avere il
foglio del Conservatorio; con un po di resistenz a da parte mia,
perchØ in casa mia tutti avevano fatto il musicista (mio nonno, mia
nonna, mia madre) ma nessuno aveva preso un Diploma Ma Casella
capiva che i tempi erano cambiati, ed era proprio una persona superiore;
tanto Ł vero, l unico musicista di cui posso dire di non avere subito
alcun influsso Ł stato proprio Casella. Ma lui capiva anche le nature
lontanissime dalla sua. 4
Nino Rota era quello che si suole definire un bambino prodigio:
secondo il Diario gi all et di 4 anni suonava bene il pianoforte e a 8 anni
componeva. Riemp quattro bauli di musica che andarono perduti durante un
incendio in seguito alle incursioni aeree nella seconda guerra mondiale. «La
musica Ł stata il mio primo gioco ricordava a Guido Vergani 5 prima di
4
LEONARDO PINZAUTI, A colloquio con Nino Rota, «Nuova Rivista Musicale Italiana», V, 1971, pp.
74-83.
5
GUIDO VERGANI, Intervista a Nino Rota del 1978, inedita, cit. in PIER MARCO DE SANTI, La musica
di Nino Rota, Bari, Laterza, 1983, p. 48.
8
essere il mio mestiere». E proseguiva ancora: «Ho scritto qualcosa verso gli
otto anni e, fino ai quindici, ho riempito bauli di spartiti». 6
Nel 1923, all et di 12 anni, fu eseguito per la p rima volta a Milano
(presso la Sala dell Istituto dei Ciechi, il 21 aprile) il suo Oratorio L infanzia
di San Giovanni Battista per soli, coro e orchestra, che segn il suo debut to
anche come direttore d orchestra. Nell ottobre dell o stesso anno lo stesso
brano fu eseguito in Francia nella Cattedrale di Tourcoing, presso Lilla
riscuotendo enormi successi, tanto da essere definito, dalla stampa dell epoca,
L emulo di Mozart («Il Mattino» del 21 Ottobre 1923).
La madre Ernestina in uno stralcio del Diario cos ricorda quella serata:
La serata dell Ottobre 1923 fu un trionfo indescrivibile. La grandiosit
dell orchestra e la qualit dei cori, la bella voce dei solisti, l arte
suprema di Maria avvalorarono l opera, e ne duplicarono l effetto [ ]
fu chiesto un bis a gran voce. Nino sal sul podio, impugn la bacchetta
e, in mezzo ad un silenzio compatto, attacc la sec onda parte
dell Oratorio [ ] un brivido mi corse le vene. Mai piø, mai piø avrei
voluto vedere il mio bambino alle prese con uno sforzo cos virile e
sproporzionato all et sua .
7
Nel 1926 scrisse la sua prima opera lirica, Il Principe Porcaro, una
commedia lirica in tre atti su libretto proprio tratta dal romanzo di Hendrik
Christian Andersen.
A stretto contatto con i piø grandi musicisti e uomini di cultura del
momento, che non mancavano di manifestargli la loro stima e spesso la loro
6
La musica di Nino Rota, cit.
7
Ivi, p. 15.
9
amicizia, Nino Rota ebbe simpatia per diversi musicisti le cui opere ascolt
direttamente in casa sua, come Wagner, Malipiero, Satie, Ravel, Prokofiev,
Hindemith, Musorgskij, Stravinskij. Quest ultimo lo frequent assiduamente
per un po di tempo a Roma e anche nei suoi viaggi all estero, e Stravinskij
ricambiava il gesto gradendo la sua compagnia forse perchØ, per via del
carattere riservato di Rota, non veniva assillato da varie richieste.
Ravel, nonostante le numerose lettere di esortazione e incitazione da
parte della madre di Rota, si rifiut piø volte di fargli lezione. Ci nonostante,
egli lo stesso nutriva una profonda ammirazione per un uomo che sapeva
suonare modestamente il pianoforte ma che, con le sue composizioni, aveva
rivoluzionato la tecnica e l esecuzione pianistica.
Su consiglio di Arturo Toscanini che temeva l inf luenza del
progressista Casella 8 and per due anni, dal 1930 al 1932, a seguito del
conseguimento di una borsa di studio, in America e precisamente al «Curtis
Institute of Music» di Filadelfia, dove potØ seguire i corsi di Rosario Scalero
(suoi compagni di classe negli stessi anni furono Samuel Barber e Gian Carlo
Menotti), allora ottantenne, per la composizione, Fritz Reiner per la direzione
d orchestra e Johann Baptist Beck per la Storia della musica.
Durante questi anni Toscanini prese a cuore la formazione del giovane
Nino Rota ospitandolo a New York per i primi tempi: fece in modo di
mantenere saldi i contattati con la madre che era in Italia incentivando la
8
Come scrisse la madre Ernestina nel suo Diario: «Toscanini era uno strenuo oppositore della musica
d avanguardia e suo maggiore esponente nella persona d Alfredo Casella. Sinceramente temeva per
Nino l influenza deleteria d un insegnamento cerebr ale ed arido», cfr. nota 1.
10
corrispondenza (ed anche le telefonate) tra i due, arrivando anche ad incidere
un disco che conteneva le loro voci. 9
Nell ottobre del 1937 complet presso la facolt d i Lettere e Filosofia
dell Universit di Milano la sua ricca formazione c ulturale laureandosi con
una tesi in Storia della musica sul teorico cinquecentesco G. Zarlino, dal titolo
Aspetti tecnici ed estetici della musica del Rinascimento italiano visti
attraverso la teoria di Gioseffo Zarlino.
Negli stessi anni inizi quasi per caso la sua atti vit didattica presso
l Istituto G. Paisiello di Taranto ottenendo la c attedra di Teoria e Solfeggio.
Due anni dopo, nel 1939, pass al Conservatorio di Bari dove insegn
Armonia e Contrappunto prima e Composizione poi. Dal 1950 sino alla
morte, svolse l incarico di Direttore con una dedizione e un attaccamento che
gli fecero rifiutare il medesimo incarico presso altri piø prestigiosi
Conservatori.
Nino Rota mor a Roma il 10 Aprile del 1979.
1.2 A Bari.
Una vera e propria consistente bibliografia sul compositore Nino Rota,
non esiste. Questo per due motivi. Il primo Ł dovuto alla scarsa attenzione che
questo compositore ha destato nell interesse dei numerosi critici musicali:
infatti, soltanto intorno al 1980 sono stati organizzati dei convegni di studi
9
Saluto americano di Nino Rota ed Arturo Toscanini registrato artigianalmente su un piccolo 78 giri,
per il contributo iconografico vedi PIER MARCO DE SANTI, Nino Rota: le immagini & la musica,
Firenze, Giunti, 1992.
11
mentre nel febbraio del 1995 Ł nato, grazie all interessamento di Riccardo
Muti, un centro di studi, presso la «Fondazione Cini» di Venezia, dedicato alla
figura di Nino Rota 10. L altro motivo Ł dovuto direttamente al suo carattere
avverso a qualsiasi forma di esibizione, fermamente ostile e timido davanti ad
un microfono e al cospetto dei giornalisti.
La sua storia Ł dunque da rintracciare nei tanti aneddoti, nelle
particolareggiate recensioni o nei saggi che venivano scritti in occasione
dell esecuzione delle sue composizioni, e nelle interviste che occasionalmente
concesse ad amici o giornalisti: alcuni di essi 11 sono stati a stretto contatto col
musicista, sia nel lavoro che nella vita privata (finanche in punto di morte 12),
costruendo un rapporto di profonda amicizia.
Nino Rota per molti anni esercit la sua profession e di didatta presso il
Conservatorio «Niccol Piccinni» di Bari dove ebbe la fortuna di incontrare
persone di una certa sensibilit che compresero l i ndole dell uomo che
avevano di fronte e che accolsero di buon auspicio la possibilit che un
compositore di cos evidente successo avesse scelto la citt pugliese per
dimorarvi con una certa regolarit .
Egli infatti si sarebbe potuto trasferire in sedi musicali piø prestigiose,
in citt anche piø favorite dai collegamenti, in pa rticolare a Roma, citt nella
10
Ricordiamo il primo importante convegno del luglio del 1981 svoltosi a Martina Franca in provincia
di Taranto e si veda infondo l Appendice B.
11
Oltre al gi menzionato De Santi, da ricordare sol o per fare alcuni nomi, soprattutto Dinko Fabris,
Fedele D Amico, Leonardo Pinzauti, Lorenzo Arruga, Sergio Miceli, Nicola Sbis , Giorgio Vigolo.
12
Fedele D Amico, scrisse: «Quando, negli ultimi anni della sua vita, noi gli stavamo appresso con la
paura di vedercelo mancare sotto gli occhi, lui rispondeva di stare tranquilli perchØ il suo momento
non era ancora arrivato. Una frase, questa, che pu diventare emblematica. PerchØ il momento della
morte, per la sua musica, veramente non Ł venuto per niente.» FEDELE D AMICO, La farfalla sul
pianoforte, «L Espresso», 29.4.1979.
12
quale possedeva gi una casa di sua propriet sita al civico n 64 in piazza
Delle Coppelle nel cuore della citt vecchia. A Rot a era stato piø volte offerto
il posto di direttore al Conservatorio di «S. Cecilia», ma egli ormai aveva
costituito con i docenti, allievi e cittadini pugliesi un certo tipo di rapporto,
non voleva abbandonarli ed «elesse Bari come sua seconda patria». 13
Solo qui riusciva a concentrarsi, nella sua saletta del Conservatorio fino
a tarda notte e addirittura fino alle prime ore del giorno dopo (diverse volte,
infatti, venne trovato addormentato sulla spinetta nella sua stanza), o nella sua
casetta nel borgo di Torre a Mare (vicino Bari), per scrivere musica in tutta
tranquillit . «L unico posto in cui lavoro tranquil lo Ł la sera in Conservatorio a
Bari. L lavorare Ł per me un abitudine, mentre a Roma Ł piø difficile» disse
nella sua intervista a Leonardo Pinzauti. 14 Dopo la morte della madre non
ebbe, infatti, rapporti affettuosi e frequenti con altri parenti, quindi proprio con
gli amici pugliesi cerc di costruire una propria f amiglia. Il famoso regista di
opere liriche Pier Luigi Pizzi disse al proposito 15: «Impossibile non amare
Nino Rota: per l umanit , il candore, l ironia, la cultura, la musicalit
impagabile. Era un amico per tutti quelli che conosceva».
Nino Rota era interessato allo sviluppo artistico della citt di Bari e di
tutta la Puglia in generale; in tal senso realizz diversi progetti artistico-
musicali per «colmare una grave lacuna della vita musicale cittadina e
13
Come ebbe a dire Giuseppe Casone, Presidente dell Amm.ne Prov.le di Bari, nella presentazione al
libro Nino Rota compositore del nostro tempo, a cura di DINKO FABRIS, Bari, Orchestra sinfonica di
Bari, 1987, p. 7.
14
LEONARDO PINZAUTI, A colloquio con Nino Rota, «Nuova Rivista Musicale Italiana», V, 1971, pp.
74-83.
15
Pier Luigi Pizzi da un intervista di Angelo Foletto, «La Repubblica», 2.1.1987.
13
regionale» 16 come, ad esempio il piø importante fra tutti, l impegno di
costituire un Orchestra Sinfonica (l attuale I.C.O. dell Amministrazione
Provinciale di Bari) della quale Rota stesso fu direttore artistico dal 1950 al
1957. Inizi inoltre una feconda collaborazione tra il Conservatorio e il Teatro
Petruzzelli organizzando concerti e varie manifestazioni didattiche. 17 Stimol
lo studio e le attivit di molti studenti 18, chiamando come docenti i migliori
musicisti del momento, che poi si affermarono in campo nazionale ed
internazionale.
La citt gli tribut notevoli onorificenze: dalla « Targa dell amicizia»
del 1965 fino al conferimento della cittadinanza onoraria nel 1976, e le varie
targhe e medaglie d oro offertegli dalle varie istituzioni e dai docenti del suo
Conservatorio. A parte Ł da menzionare anche l Onorificenza al merito della
Repubblica conferitagli dall allora Ministro dell I struzione Aldo Moro nel
1958. Come ricorda Raffaele Gervasio 19:
Bari gli ha dato ci che probabilmente piø si adatt ava alla sua natura:
semplicit e discrezione del rapporto, ospitalit c oncreta e priva di
qualsiasi compiaciuta svenevolezza. Bari non lo ha mai deluso. Lui
sapeva trovare la bont degli altri, e tra noi si Ł sempre sentito a suo
agio.
16
Da una lettera di Nino Rota datata 16 luglio 1973 indirizzata al Comitato Organizzativo
dell Orchestra in previsione di una riunione artistica per il giorno dopo, in Nino Rota compositore del
nostro tempo, a cura di DINKO FABRIS, Bari, Orchestra Sinfonica di Bari, 1987.
17
Si ricordano a tal proposito le famose lezioni sull educazione musicale tenute sotto forma di
conferenza a Bari e a Noci negli anni 1960 e 1970 dove egli parl soprattutto dell importanza che la
musica assume nell educazione di base dell individu o.
18
Primo fra tutti Riccardo Muti che in diverse occasioni ha manifestato il suo affetto, la sua stima e la
sua gratitudine verso il musicista milanese.
19
RAFFAELE GERVASIO, Speranza di salvezza per la musica d oggi , «La Gazzetta del Mezzogiorno»,
10.5.1979.