4
umano. Perciò nel 1865 egli descriveva la valorizzazione della Yosemite Valley come
parco "un dovere politico di grande importanza", perché, se il governo non rendeva
accessibile a molti un luogo come la Yosemite Valley, i benefici derivanti dalla
fruizione della bellezza del paesaggio sarebbero stati inevitabilmente monopolizzati
da pochi. Per Olmsted, lo svago pubblico forniva l'ultimo scopo e giustificazione
logica per la tutela del paesaggio, che fosse a Central Park o alla Yosemite Valley.
Tutela di un luogo e uso del luogo da parte del pubblico erano facce dello stesso ideale
di paesaggio. "Salvaguardia e valorizzazione" erano quindi una singola impresa. Per
Olmsted, il parco-paesaggio permetteva agli individui un senso di "libertà allargata", e
a persone diverse di unirsi su un terreno comune, senza che questi si sentissero
imbarazzati dalle loro differenti condizioni economiche o origini etniche.
La tutela del paesaggio era giustificata, in ultima analisi, come mezzo per la tutela
della società stessa. Il parco ideale di Olmsted era un paesaggio popolato e tollerante,
in cui una società che si diversificava rapidamente riuniva ed affermava valori
comuni, soprattutto quello di tutelare e apprezzare lo scenario naturale. La teoria
descritta da Olmsted dette l'impronta ad uno sviluppo intensivo di parchi negli USA
da parte di governi delle città, dei singoli Stati e del governo federale.
Verso la fine del diciannovesimo secolo incominciò a fiorire anche un grande interesse
per la conservazione delle rovine indiane, che possono essere considerate il simbolo
dell’antica storia americana. Il Congresso nel 1889 si mobilitò per la protezione della
località “Casa Grande Ruins”, in Arizona, e nel 1906 proseguì con la creazione del
parco nazionale Mesa Verde, in Colorado. Questo fu un anno molto significativo per la
protezione delle zone di grande interesse storico-culturale. In risposta ad alcuni atti di
vandalismo avvenuti a Casa Grande Ruins, fu istituita un’apposita legge, denominata
Antiquities Act, che il presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt, grande
sostenitore del movimento dei parchi, firmò l’8 giugno 1906. Il presidente riceveva
così l’autorità necessaria per porre determinate terre sotto il controllo del governo
federale. Questa legge è stata utilizzata più di cento volte dalla sua entrata in vigore;
Theodore Roosevelt stesso proclamò diciotto monumenti nazionali prima di lasciare la
presidenza. Egli dichiarò che “che la civiltà di una nazione si misura anche dal modo
in cui si sa proteggere il suo territorio.
5
Questa legge tuttora facilita la tutela di antiche costruzioni indiane e consentì allora di
proclamarle “Monumenti Nazionali”. Questi tuttavia non comprendevano solo luoghi
di interesse storico-culturale ma anche tesori naturali, come la Foresta Pietrificata in
Arizona e il Grand Canyon. Proprio per questo molti monumenti nazionali furono
successivamente trasformati in parchi nazionali. Era questo un passo molto
significativo verso l’uniformità legislativa in materia di tutela ambientale tra i vari
stati. [Mackintosh, Barry, 1991] Nel 1916 il Dipartimento degli Interni era
responsabile di quattordici parchi nazionali, ventuno monumenti nazionali, Hot Spring
Reservation e Casa Grande Ruin; eppure un’adeguata organizzazione per gestirli
ancora non era stata creata. A questo scopo il segretario di stato per gli affari interni
chiese all’esercito di mandare truppe a Yellowstone e in altri parchi della California.
Ingegneri militari ed altri componenti dell’esercito svilupparono un sistema di strade
ed edifici all’interno dei parchi, misero in vigore regolamenti riguardanti la caccia ed
altre attività e si misero a disposizione dei visitatori per guidarli nei parchi e spiegare
loro le peculiarità dei paesaggi. Tra i civili invece venivano scelti sovrintendenti per i
parchi. Ai monumenti e ai parchi era riservata ancora una custodia minima e
l’organizzazione non era ancora sufficiente rispetto all’entità del movimento
conservazionista e alle dimensioni delle zone poste sotto tutela. Tra i primi a
riconoscere il problema della debolezza istituzionale del movimento dei parchi, ci
furono i membri dei congresso William Kent e John Raker, promotori della campagna
per l’istituzione del National Park Service (NPS), insieme a Stephen T. Mather, che
successivamente ne diventò il primo direttore. Anche Frederick Law Olmsted Jr, figlio
del grande architetto paesaggista, fu una figura di grande importanza nella storia del
National Park Service. Portando avanti gli ideali di suo padre, dedicò la sua vita ai
parchi nazionali, lavorando a numerosi progetti nei parchi Acadia, Everglades e
Yosemite. Lavorò inoltre come esperto paesaggista in altre aree degli Stati Uniti, e in
qualità di cittadino, membro di organizzazioni a favore dei parchi, fu sempre un
prezioso consigliere del NPS anche se non ufficialmente.
Infine fu sostanziale il suo contributo nella definizione del ruolo del NPS. Egli
strutturò la filosofia del National Park Service in un’unica frase che tuttora ne esprime
i valori e gli obiettivi. Questa sentenza, più nota nei termini inglesi “mission
statement”, giocò un ruolo decisivo nella costituzione della legge istitutiva dell’ente
6
nel 1916: “per conservare lo scenario, i reperti storici, la natura e la fauna e la flora che
la abitano; per poter usufruire di tutti questi beni, in modo tale da lasciarli intatti a
disposizione delle generazioni future.”
La Nascita del National Park Service
Grandi interessi erano legati all’istituzione di un parco nazionale; in modo particolare
entravano in gioco quelli delle società ferroviarie ed automobilistiche. Il desiderio
degli automobilisti era di percorrere nuove strade all’interno dei parchi per poterli
visitare in maniera più confortevole. L’obiettivo dei responsabili delle ferrovie era
invece quello di avvicinarsi il più possibile ai confini dei parchi.
Le conseguenze legate a tali ambizioni, rischiavano di danneggiarne l’immagine. Si
era infatti diffusa l’opinione che l’istituzione di un’area protetta potesse agevolare la
costruzione di nuove strade ed infrastrutture. Per questo la tutela della natura e
l’istituzione di riserve divennero talvolta un pretesto per assecondare interessi di
carattere politico–amministrativo. In realtà Henry S. Graves, all’epoca membro del
Dipartimento dell’ Agricoltura aveva già preannunciato questo rischio, dichiarandosi
scettico riguardo all’effettivo valore dei parchi costituiti prima del 1914. Dopo la
creazione del National Park Service, si scoprì che le sue perplessità erano fondate. Tra
il 1916 e il 1932 infatti, vennero presentate più di trentacinque proposte per la
creazione di parchi, venti delle quali non si rivelarono degne dello status di parco
nazionale. [Albright, Horace M., and Robert Cahn, 1985]
Un sistema ben definito, organizzato e governato in modo efficiente, avrebbe avuto, tra
le altre funzioni, quella di proteggere il dipartimento forestale da interessi locali e dalla
diffusa opinione che la denominazione “parco nazionale” avrebbe portato più turisti e
conseguentemente facilitato e sollecitato la costruzione di strade migliori. Per questo
motivo era fondamentale l’istituzione di un ente che ponesse uniformità legislativa tra
i vari Stati e risolvesse confitti di competenza, rendendo così più efficiente l’intero
sistema.
7
Nel 1910 l’argomento “park service” fu reso pubblico dall’American Civic
Association e dal segretario del Dipartimento per gli Affari Interni Richard Ballinger.
Anche il Presidente William Taft espresse la sua preoccupazione a riguardo, ma senza
proporre standard specifici, misure amministrative o altre soluzioni.
Nel 1912 per la prima volta fu ufficialmente proposta la creazione del National Park
Service (NPS) e si tenne la prima riunione per discuterne. Il dibattito toccò numerosi
aspetti ed aprì anche discussioni sui concetti di “accessibilità” e “paesaggio” e durante
tali discussioni le meraviglie naturali dell’america settentrionale furono comparate alle
imponenti ed antiche cattedrali europee, tanto che vennero chiamate cattedrali naturali.
Durante questa assemblea, il segretario Fisher elencò diverse ragioni che
giustificassero l’istituzione dell’ente: l’urgenza di ottenere il legittimo potere politico
per contrastare la creazione di parchi non meritevoli di tale denominazione; la
necessità di coordinare i sistemi di gestione amministrativa ed economica; la
possibilità di regolare il crescente turismo nei parchi ed infine l’opportunità di
assumere ingegneri specializzati che potessero rispettare gli standard di conservazione
nel costruire ponti e strutture ricreative, addirittura sfruttando lo stesso paesaggio come
forza e risorsa energetica (ad esempio cascate e corsi d’acqua). Questo primo incontro
fu significativo da un punto di vista più teorico che pratico.
Rimanevano ancora molte questioni irrisolte. Non ci si chiese se il NPS avrebbe
ridotto od aumentato le spese gestionali e non si decise nemmeno se, una volta
istituito, sarebbe ancora stata necessaria la presenza di truppe militari nel parchi, ed era
questo un tema molto scottante in quanto il dipartimento militare vi si opponeva con
veemenza. Mancava addirittura una chiara definizione di parco e scarseggiavano
proposte di massima per il funzionamento del sistema.
Nel 1915 il segretario di stato per gli affari interni Franklin K. Lane incaricò il ricco
uomo d’affari di Chicago Mather e il giovane Horace M. Albright di aiutarlo nella
risoluzione dei problemi legati all’inefficiente gestione dei parchi. L’anno seguente,
nel 1916, si tenne un’altra riunione durante la quale per la prima volta venne utilizzata
la definizione “National Park System”, denominazione che implica una sistematica
ricognizione dei grandi paesaggi a interesse scientifico o storico, ordinati tutti secondo
una grande amministrazione efficiente e consistente. Venne inoltre intrapresa una
vigorosa campagna pubblicitaria per supportare il progetto, e il Saturday Evening Post
8
ed il National Geographic pubblicarono articoli sulla vicenda [Horace M. Albright and
Marian Albright Schenck, 1999]. Infine, dopo aver assunto un pubblicitario, Mather
ottenne da diciassette ferrovie statunitensi i fondi necessari per produrre il National
Parks Portfolio, un giornale informativo che fu inviato a tutti i membri del Congresso e
ad altri cittadini influenti.
Questa propaganda portò gli effetti desiderati, e dopo sei anni di dibattiti e trattative, fu
creato il National Park Service tramite l’omonima legge
1
firmata dal presidente
Woodrow Wilson il 15 Agosto 1916. Stephen T. Mather fu nominato primo direttore e
Albright suo assistente.
Storia della gestione del National Park System
Franklin K. Lane firmò il mandato del nascente National Park Service che avrebbe
adempiuto a una duplice missione: la conservazione delle risorse dei parchi, e la
fruizione delle aree naturali. Mather e Albright puntarono molto sull’importanza
primaria della preservazione, ma tuttavia identificarono come fondamentale la
necessità di attirare un maggior numero di visitatori. In questo modo avrebbero potuto
raccogliere i fondi necessari per ingrandire il National Park System verso est,
facendolo così diventare effettivamente “nazionale”. Il NPS infatti fino al 1920 si
estendeva solo nella zona occidentale degli Stati Uniti, con l’unica eccezione
dell’Acadia National Park, situato nel Maine ad est del Mississipi: il suo ampliamento
fu uno dei compiti più importanti affidati a Mather ed al suo assistente.
Nel 1926 il Congresso autorizzò la fondazione di nuovi parchi nazionali nella regione
degli Appalachi: Shenandoah, Grea Smoky Mountain e Mammoth Cave, le cui terre
furono donate. Altri parchi furono al contrario istituiti con l’aiuto economico di
Rockefeller e di altri mecenate.
Nel 1929 Albright diventò il nuovo direttore, e durante il suo mandato, tre parchi
storici passarono dalla giurisdizione del dipartimento militare a quella del NPS. Nel
1933, grazie all’autorizzazione del presidente degli Stati Uniti Frankiln D. Roosevelt,
1
La legge istitutiva del NPS è comunemente chiamata National Park
Service Organic Act, tuttavia non si tratta di un titolo
ufficialmente riconosciuto.