6
sebbene con metodologie differenti; la seconda riguarda la ricerca svolta e le
analisi statistiche effettuate.
Il primo capitolo in particolare, riferisce di alcuni apporti teorici inerenti il
delinearsi della questione ambientale, da quando questa ha assunto connotati di
massa e l'evolversi della psicologia ambientale, per poi passare in rassegna alcune
ricerche (sia interne, sia esterne alla stessa psicologia), sulle quali ci si �
soffermati maggiormente, con riferimento particolare all'emergente campo
d'indagine volto da un lato, a mettere in luce i meccanismi di trasmissione di
informazioni ambientali da parte della stampa, e dall'altro le rappresentazioni che
ne hanno le persone.
Il secondo capitolo si focalizza sul rapporto che intercorre tra rappresentazioni
sociali e mass media, soffermandoci sia sul paradigma delle rappresentazioni
sociali, sia su alcune teorie della sociologia delle comunicazioni, che hanno
indagato il rapporto che esiste quando le stesse rappresentazioni sono mediate dai
mezzi di comunicazione di massa.
Infine il terzo capitolo fa riferimento alla ricerca empirica condotta attraverso tre
tipologie d'analisi dei dati, quantitative e qualitative, al fine di mettere in luce, le
dimensioni che hanno caratterizzato la questione ambientale all'interno dei
quotidiani. Questo tenendo conto sia dell'andamento temporale e differenziale
nelle testate prese in esame, lo spazio accordato dalla stampa alle associazioni
ambientaliste, e cercando di delineare le dimensioni latenti caratterizzanti il
discorso ambientale nelle variabili considerate, prese singolarmente e
complessivamente. Gli articoli analizzati sono in tutto 1123. Inizialmente si �
proceduto ad un�analisi quantitativa delle variabili prese in esame (Testata
giornalistica, Anno di pubblicazione dell�articolo, Argomento, Associazioni
ambientaliste) , utilizzando la procedura della statistica descrittiva delle tavole di
contingenza del programma SPSS. In questo modo � stato possibile, notare
l�andamento nel tempo degli articoli all�interno delle Testate, degli Argomenti, e
delle Associazioni ambientaliste (quest�ultima variabile � il risultato della
presenza assenza all�interno dell�intero articolo di citazioni riguardanti tre
associazioni ambientaliste prese in esame: Legambiente, Greenpeace, WWF.
Inoltre, si � potuto notare lo spazio accordato dalle Testate (Il Corriere della Sera,
Il Giornale, Il Manifesto, Il Sole 24 Ore, La Stampa e L�Unit�) ai vari Argomenti
(Agricoltura, Ambiente e salute, Industria, Inquinamento, Natura, Politica, Qualit�
della vita, Questioni internazionali), e nei confronti delle Associazioni
ambientaliste. Ed Infine, all�interno di quali Argomenti vengono citate e in quale
misura, queste ultime.
7
Successivamente si � passati all�analisi qualitativa dei dati. Di tutto l�articolo,
l�unit� d'analisi � costituita dal Titolo (compresi sottotitolo e occhiello), per un
totale di parole diverse, ottenute attraverso l�utilizzo del programma SPAD-T, di
8704. Attraverso l�utilizzo della procedura Mocarm � stato possibile evidenziare
la caratterizzazione, rispetto al lessico utilizzato, di ciascuna variabile e relative
modalit�, ottenuta dall�analisi della lista di �parole tipiche�.
Infine, con l�Analisi delle Corrispondenze Lessicali, (utilizzando la procedura
Aplum), si � ottenuta una sintesi di quanto precedentemente risultato, ossia delle
dimensioni latenti sottostanti il discorso ambientale nel periodo che va dal
gennaio 1993 al dicembre 1995.
Da quanto suddetto sull�analisi quantitativa dei dati, � emerso che ciascuna
Testata si caratterizza per dare rilievo a certi Argomenti piuttosto che ad altri, e
per citare in misura maggiore un�Associazione ambientalista rispetto alle altre.
Tenendo conto poi dell�andamento temporale, si sono evidenziate delle variazioni
per ciascuna modalit� delle variabili considerate.
Infine, dall�analisi del contenuto, attraverso la procedura Mocarm (analisi delle
�Parole tipiche�), si � potuto mettere in luce la differenziazione lessicale
sottostante il discorso ambientale di ciascuna modalit� e complessivamente
attraverso le Aplum (Analisi delle Corrispondenze Lessicali). Con l�utilizzo di
quest�ultima, infatti, si � potuto evidenziare una sintesi delle dimensioni latenti
sottostanti il discorso ambientale da parte della stampa d�informazione.
Nella speranza che la presente possa essere un ulteriore e valido contributo
all'emergente interesse della psicologia ambientale sul discorso ambientale, colgo
l'occasione per ringraziare Gaia Relazioni Pubbliche che gentilmente ha concesso
il materiale su cui sono state condotte le analisi, la professoressa Alessandra
Areni, oltre che per i preziosi consigli, per la collaborazione e paziente attenzione
dedicatami, e un ultimo ringraziamento a tutti i presenti, ciascuno per un motivo
differente.
8
PARTE PRIMA
9
CAPITOLO 1
LA QUESTIONE AMBIENTALE E LA PSICOLOGIA AMBIENTALE.
10
1.1 Le problematiche connesse all'ambiente e il delinearsi della psicologia
ambientale: alcuni tratti di fondo.
Se si rivolge lo sguardo non troppo indietro, si vede come il secolo scorso sia stato
segnato profondamente dalla questione ambientale (Pellizzoli e Ungaro, 1994).
"Verso la fine degli anni �60 una variet� di fenomeni hanno contribuito a creare un
rinnovato interesse verso l'ambiente" (Francescato, 1982, pag. 9); dalle
problematiche pi� globali come l'aumento demografico, l�effetto serra, il buco
dell'ozono, la questione nucleare ecc., a quelle pi� locali in merito
all�inquinamento urbano, alluvioni e frane, degrado dell�assetto territoriale e cos�
via.
L�attenzione che si dedicata alle tematiche ambientali, rappresenta un fenomeno
che nel tempo ha avuto una diffusione soprattutto nelle societ� economicamente
pi� avanzate (Secchiaroli, 1995). L�ecologismo o ambientalismo, anche se ha
radici pi� lontane, "si sviluppa negli anni �70, quando esso diventa uno dei �nuovi
movimenti�, pi� o meno �di massa� e politicizzati (ideologizzati) che
compongono la �cultura del Sessantotto�" (Strassoldo, 1994 pag. 49), portatori di
valori �non-materialistici� e spesso di cultura �anti-industriale� (Lewanski, 1990).
All�interno della psicologia ambientale si concorda sul fatto che il discorso
ambientale ha acquisito visibilit� e rilevanza a partire dalla fine degli anni �70
(Bonnes e Secchiaroli, 1992), ed investe ormai livelli politici, economici e sociali,
"assumendo i connotati di una vera e propria emergenza"; (Pellizzoli e Ungaro,
1994, pag. 11). Essa si caratterizza per l�apporto interdisciplinare e per la
complessit� delle possibili soluzioni. Difatti "l�aggravarsi della crisi ambientale, la
sempre pi� netta percezione della sua complessit�, la crescente sensibilit�
ambientalista presso l'opinione pubblica e del peso politico dei partiti �verdi�, il
riconoscimento della parzialit� e quindi della ridotta efficacia degli approcci
tecnocratici, questi e altri fattori" hanno dato il via "a forme di dialogo, a cercare
approcci in qualche modo �integrati�" tra "scienziati e professionisti dell'area bio-
fisica e tecnologica e dell'area sociale" (Pellizzoni e Ungaro, 1994, pag. 12).
Una maggiore presa di coscienza e il conseguimento di una cultura e una
sensibilit� ambientalista "in primo luogo significa conoscere gli argomenti di cui
si parla, per rendere possibile il dialogo e la comprensione di fenomeni troppo
spesso lasciati al tecnicismo degli specialisti, o agli umori delle piazze" (Testa,
1997, pag. 7).
� nel complesso e problematico rapporto, tra uomo e ambiente che, in questo
quadro, s'inserisce il programma Mab (Man and Biosphere) in riferimento alle
11
problematiche ecologico-ambientali; il quale, con i sui sviluppi ha assunto
un'importanza cruciale, tra i vari intenti a livello internazionale (Bonnes e
Sensales, 1998). Esso nasce nel 1971 a cura dell'UNESCO (Organizzazione delle
Nazioni Unite per l'educazione, le scienze e la cultura) e si caratterizza
immediatamente per le modalit� �integrate� con cui si propone di affrontare i
problemi ambientali, in senso innovativo rispetto al precedente Ipb (Programma
internazionale di scienze ecologiche), per la riconosciuta necessit� di assegnare al
fattore umano un ruolo attivo e di primo piano sia in senso biologico che
culturale. Il programma nel complesso si pone, come base scientifica al
perseguimento di uno sviluppo sostenibile (Bonnes e Secchiaroli, 1992).
"L'ambiente � divenuto un'emergenza perch� non rappresenta pi� una forza
superiore, controllabile in modo limitato, ma qualcosa su cui l'uomo pu� produrre
alterazioni consistenti e in certi casi irreversibili. L'uomo ha sottomesso la natura
(o crede di averlo fatto), e quindi oggi per lui il problema non � pi� controllarne la
forza, benefica, ma anche distruttiva, bens� salvaguardarla, tutelarla contro gli
abusi e nell'interesse dell'umanit�" (Pellizzoli, 1994, pag.17).
L'ambiente oltre per la complessit� che lo caratterizza e l'approccio
interdisciplinare con cui se ne affrontano le problematiche si caratterizza per la
sua �globalizzazione� nel senso che sempre pi� si susseguono incontri a livello
internazionale con finalit� progettuali alla risoluzione, e come �comunitario� in
seguito all'ampliamento delle direttive CEE.
A questo riguardo vorrei aggiungere che, sebbene i primi trattati istitutivi della
Comunit� Economica Europea non prevedevano nessuna disposizione in merito
ad una politica ambientale comune, dal 1972, anno della Conferenza di
Stoccolma, ad oggi sono stati adottati diversi regolamenti, decisioni, direttive,
risoluzioni e programmi d�azione comunitaria. La Conferenza di Stoccolma,
rappresenta il primo incontro significativo a livello mondiale, e la Conferenza dei
Capi di Stato tenutasi a Parigi lo stesso anno conferm� la necessit� di attuare una
politica comune dell�ambiente, durante la quale le istituzioni comunitarie furono
invitate ad elaborare un primo programma d�azione. L�ultimo
1
, esprime come
finalit� il raggiungimento da parte dei partecipanti, di uno sviluppo sostenibile, in
termini di responsabilit� condivisa, e attraverso strumenti, tra i quali vengono
esplicitati: quello dell�informazione al pubblico, l�istruzione e la qualifica
professionale.(Ficco, 1997).
1
"Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei Paesi membri 1 febbraio 1993, 93/C." (Ficco,
1997, pag.18)
12
Per quanto riguarda l�Italia, la legge 9 marzo 1989, n. 86, rappresenta uno
strumento che disciplina la sua partecipazione "al processo normativo comunitario
e le procedure di esecuzione degli obblighi comunitari" (Ficco, 1997, pag. 19).
Scrivono Bonnes e Sensales: "Al tempo stesso" la "problematicit�, tra attivit�
umane e ambiente fisico-naturale, � divenuta oggetto di consapevolezza da parte
dei movimenti ecologisti che hanno spesso operato anche attraverso i mass media,
nel senso di una sensibilizzazione del pubblico verso le tematiche ambientali. In
questo modo il discorso ambientale si � andato dividendo su due facce della stessa
medaglia: da un lato gli aspetti problematici del rapporto uomo/ambiente fisico-
naturale (Bonnes et al., 1995), dall'altro i modi per affrontare e provare a risolvere
positivamente tale problematicit�" (Bonnes e Sensales, 1998, pag. 135).
Le associazioni ambientaliste hanno difatti, come obiettivo interno prevalente,
l'acquisizione d'informazioni scientifiche e tecniche, ed esterno di
sensibilizzazione sulle tematiche ambientali a livello politico, sociale e culturale;
siano essi specifici che generali, perseguendo la salvaguardia delle risorse
naturali, l'antinuclearismo, la programmazione territoriale, la difesa degli animali,
la salvaguardia delle risorse culturali e cos� via (Farro, 1991).
Il ruolo di primo piano assunto dalle associazioni ambientaliste � dovuto in primis
al ritardo da parte delle autorit� competenti anche a livello nazionale nella presa di
coscienza. Se si pensa che il Ministero dell'Ambiente � di recente costituzione
(1986) e che "la politica ambientale nel suo complesso ha registrato consistenti
ritardi sia in assoluto (rispetto alla gravit� dei problemi), sia in termini relativi
(rispetto agli altri paesi che si trovano in situazioni similari); l'efficienza
decisionale (intesa come capacit� di raggiungere decisioni in tempi ragionevoli e
con un uso proporzionato delle risorse) nel complesso � stata quindi piuttosto
bassa" (Lewanski, 1990 pag. 310). Sebbene negli ultimi anni, si � assistito ad un
aumento dell'output in riferimento alle decisioni prese in merito alle normative
che regolano il settore dell'ambiente, questo � dovuto, tra i molteplici fattori, ad
una crescita dell'attenzione dell'opinione pubblica verso il problema. Oggi la
politica ambientale � una partita giocata a pi� livelli: comunitario, nazionale,
regionale, locale.
Il rischio secondo Lewanski (1990), � che in un ambiente soggetto a notevole
stress dovuto ai ritardi sopra accennati si cerchino risposte immediate, ma meno
sostanziali ed efficaci. All'interno dell'arena politica l'ingresso degli ecologisti in
Italia rispetto agli altri paesi industrializzati � avvenuto relativamente tardi (alcune
associazioni, tra cui WWF e Italia Nostra, iniziano a formarsi negli anni �70 e il
movimento verde consolida la propria posizione in seno al parlamento negli anni
13
�80), nonostante ci� oggi �l'arcipelago verde� gode di un grande vantaggio,
finendo anche per influenzare lo stile della politica, in modo da rendere meno
frequenti modalit� informali, soprattutto quando un particolare �caso� arriva
all'attenzione dell'opinione pubblica (Lewanski, 1990).
C'� poi da dire che ogni associazione persegue obiettivi che considera prioritari
rispetto ad altri. Si � andata cos� delineando in Italia e nei paesi maggiormente
industrializzati una �lente verde� con la quale le associazioni ambientaliste
definiscono i temi delle loro campagne (Farro, 1991).
Le associazioni ambientaliste in Italia riescono a ricevere consensi a diversi livelli
sociali e godono di un prestigio notevole essendo considerate affidabili pi� d'altri
referenti (Degano e Ferro, 1998).
La centralit� che assume la questione ambientale ponendosi l'obiettivo della
salvaguardia, riguarda diversi �attori ambientali�, alcuni ambiti e fenomeni sociali
(riprendendo la classificazione proposta da Pellizzoli, 1994) "quale protagonista
delle vicende umane su cui ha esercitato notevole influsso:
movimenti collettivi, partiti e sfera politica in generale;
relazioni, organizzazioni e ordinamenti giuridici internazionali;
ordinamenti giuridici nazionali, pubblica amministrazione e partecipazione
popolare;
innovazione tecnologica, sviluppo economico mercato del lavoro, consumi
pubblici e privati;
- cultura, valori e atteggiamenti." (Pellizzoli, 1994, pag.18).
Tra le varie connessioni, �relazioni ambientali� in riferimento soprattutto alle
problematiche ambientali, dove i confini di competenza e di risoluzione
riguardano pi� ambiti e livelli non sempre di facile demarcazione, s'inserisce il
ruolo che assumono le comunicazioni di massa, come mediatori nel rapporto
uomo ambiente. Una comunicazione che costruisce una �realt� di seconda mano�,
soprattutto quando gli eventi ambientali non siano immediatamente discernibili da
parte delle persone attraverso i propri sensi, come l'incidente al reattore nucleare
di Chernobyl nel 1986, (Funtowicz e De Marchi, 1994; Cheli, 1994; Graumann e
Kruse, 1990) che ha prodotto maggiore attenzione e preoccupazione verso le
conseguenze delle problematiche ambientali da parte dell�opinione pubblica. I
gravi incidenti ambientali, "dimostrano come le interdipendenze ambientali e
socio-culturali sono pi� forti dell�artificialit� delle barriere politiche" (Funtowicz
e De Marchi, 1994, pag. 282).
Data la connessione fra le parti di un sistema, in questo caso il �sistema-
ambiente�, le conseguenze, talvolta disastrose, spesso non prevedibili, non sempre
14
seguono difatti, i confini politici, (op. citata). Attraverso i mass media � possibile
essere informati in tempo reale d'eventi che avvengono in qualunque punto del
pianeta; questo comporta reazioni emotive, processi decisionali ed operativi e
mette in evidenza che alcune emergenze non possono essere affrontate
localmente, ma talvolta � proprio necessario che scattino interconnessioni e
interdipendenze a tutti i livelli (op. citata). A favore dell'ambiente operano
istituzioni, industrie, associazioni, centri di ricerca, incontri internazionali, ma allo
stesso tempo l'informazione ambientale in Italia � condizionata dalla �cultura del
disastro� e dal sensazionalismo, nonostante l'impegno costante e quotidiano e non
privo di difficolt� dei suddetti.
Quest'aspetto quindi del rapporto uomo e ambiente non risolve da solo, la
formazione di una cultura dell'ambiente che non si crea dal nulla, ma da
un'informazione che va necessariamente ripensata (Ecotrend, 1993). Su questi
aspetti si torner� pi� avanti.
Ci si rende conto guardando l'evolversi della nascita della psicologia ambientale
che le tematiche, attraverso le quali si � andata strutturando la problematicit� della
questione ambientale hanno costituito una componente principale nella
definizione del proprio campo di pertinenza e nell'attivit� di ricerca (Proshansky,
1987 citato in Palmonari, 1995). La definizione pi� appropriata del campo
d'indagine della psicologia ambientale, proposta da Bonnes e Secchiaroli, "� la
seguente: �ambito della psicologia che s'interessa ai rapporti tra processi
psicologici e processi dell'ambiente socio-fisico.�". Un ambiente quindi non pi�
inteso in senso puramente fisico-biologico e statico, ma come qualcosa di
dinamico costituito da �processi� e non da �oggetti� e �caratteristiche� (Bonnes e
Secchiaroli, 1992, pag. 94). Scrivono inoltre Bianchi e Perussia (1978), "Un
simile campo di studio si presta elettivamente ad un'osservazione interdisciplinare,
grazie alla polivalenza degli elementi che dialetticamente vi concorrono". "E',
infatti, a partire da una definizione complessa d'ambiente (...), che � stato possibile
perseguire un approccio �integrato� all'ambiente e il fiorire della crescente
articolazione di proposte, riconducibili a quello che � stato recentemente indicato
come approccio �contestuale� allo studio delle relazioni in questione"
(Secchiaroli, 1995 pag. 134, 135). Se a questo si affianca �transazionale� si mette
in evidenza il ruolo attivo e costruttivo dell'individuo nell'ambiente circostante, un
ambiente inteso nella sua totalit� (molarit�). I processi psicologici dell�individuo,
l'ambiente fisico e sociale coesistono e s'influenzano mutualmente (Bonnes,
Secchiaroli, 1992).
15
"L'ambiente, quando appare complesso, nel senso di estensione, ampiezza e
insieme complicatezza interna; pu� in questo modo apparire troppo complesso ed
� soggetto ad una rappresentazione complessiva". In realt� l'ambiente pu� essere
percepito sia come "specifico (citt�, un'area abitativa, un continente) in contesti
diversi quale realt� che supera il processo descrittivo particolare (linguaggio
corrente, teorie scientifiche, rappresentazione grafica)"; sia "come totalit� di
quanto si sottrae a tali procedimenti e tentativi di descrizione" (Kaminski, 1982,
pag. 308).
La nascita della psicologia ambientale � dovuta al convergere di interessi sia
interni, sia esterni alla stessa psicologia: essa si va a delineare soprattutto, nel
contesto statunitense degli anni �70, con un forte intento applicativo verso
l'ambiente �costruito�, risultato delle azioni trasformative-creative
intenzionalmente compiute dall'uomo, con competenze di progettazione e di
decisione-gestione la cui natura � inevitabilmente connotata in termini sociali"
(Bonnes e Secchiaroli, 1992; Secchiaroli, 1995 pag. 121; Kaminski, 1982). "Il
ruolo centrale del problema della qualit� dell'ambiente fisico in cui viviamo e la
coscienza di una sempre modificabilit� di esso da parte dell'uomo, ha indotto sia
gli operatori direttamente impegnati nella progettazione e trasformazione di
ambienti umani (architetti, urbanisti, pianificatori territoriali ecc.), sia le discipline
pi� generalmente interessate allo studio dei processi ambientali (ecologia,
geografia ecc.) a dedicare una sempre maggiore attenzione agli aspetti del
comportamento umano in relazione all'ambiente (Bonnes, 1978; Bonnes e
Secchiaroli, 1992). Quello che qui s'intende mettere in risalto, � il recente
interesse all'interno della psicologia ambientale circa le modalit� con cui si
delinea la comunicazione ambientale o discorso ambientale nella stampa, e
indagare le rappresentazioni ambientali delle persone (Graumann e Kruse, 1990;
Hansen, 1991; Bell, 1994; Garcia- Mira, Arce e Sabucedo, 1997; Areni e Sensales
1998; Bonnes, Sensales,1998; Metastasio, Bonaiuto, Sensales, Aiello, Bonnes,
1998; Sensales, Areni, Bonnes, 1998; Sensales, Areni, Festuccia, 1998), sulle
quali ci si soffermer� nel paragrafo successivo.
Secondo Graumann e Kruse (1990), il principale �ostacolo� ad un'informazione
diretta e non limitata (attraverso la gradualit� e l�amodalit� sensoriale), � dato dal
fatto che l'ambiente � la struttura implicita (inconscia) di riferimento per
l�esperienza personale e la condotta individuale.
Difatti i processi/cambiamenti ambientali connotati negativamente (ad esempio
l'effetto serra, l�estinzione delle specie rare) si manifestano lungo una dimensione
temporale molto estesa (gradualit�). Alcune problematiche ambientali di cui oggi
16
si parla in realt� non, si sono verificate da un momento all�altro, ma si sono
sviluppate prima che se ne conoscessero le conseguenze negative. Esse acquistano
questa valenza quando ci si pensa e ci si riflette sopra, e spesso accade quando
ormai � troppo tardi per porvi rimedio, a causa di una sorta di �sottovalutazione�
della gravit� e degli effetti cumulativi. (Graumann e Kruse, 1990). In modo
particolare questo accade quando di alcuni eventi/cambiamenti ambientali si
sperimentano le conseguenze (amodalit� sensoriale), ma non si ha un'esperienza
diretta delle cause per le quali ci si deve affidare ad informazioni �secondarie�,
spesso rappresentate dai mass media (op. cit., 1990). Si delinea all�interno del
discorso ambientale il binomio natura-ambiente, la prima percepita come qualcosa
di non artificiale e il secondo come qualcosa di costruito socialmente e
culturalmente dall'uomo (op. cit., 1990). Quanto appena detto, presenta una
relazione con quanto sostenuto da Cianciullo (1993), circa la connotazione della
natura come luogo di evasione in antitesi all'inquinamento e alle sue minacce. "Ad
una percezione elementare, atemporale, spesso priva di senso critico nell�opinione
pubblica" e stereotipata, non corrisponde un�informazione che allarghi la
prospettiva alla dimensione centrale, ossia alla struttura reale della societ� con le
sue dinamiche economiche, tecnologiche e le problematiche amministrative e
decisionali dove quindi, sembra regnare il vuoto (Cianciullo, 1993, pag. 1). Come
� risultato da una ricerca condotta da Bell (1994), in alcuni casi il contenuto delle
notizie riportate dai mass media � riflesso della conoscenza che le persone hanno
degli eventi ambientali; ma spesso non esiste una corrispondenza, difatti le
persone sono portate a sovrastimare gli effetti e mescolare le cause. La confusione
sulle cause e l�imprevedibilit� dei fenomeni/cambiamenti ambientali diventa,
"socialmente e politicamente minacciante, perch� allontana le persone dal
riconoscere e fronteggiare le cause reali di un problema ambientale globale" (Bell,
1994, pag. 60; Funtowicz e De Marchi, 1994).
Studi e ricerche sulla comunicazione ambientale
Le �origini� del discorso ambientale, come si � gi� detto, risalgono agli anni �60, e
nel tempo esso ha preso forma per stabilizzarsi nell�uso del linguaggio quotidiano
intorno agli anni �80 (Graumann e Kruse, 1990).
L�interdisciplinariet� e la complessit� legata all'ambiente, le problematiche ad
esso connesse, ha stimolato studi e ricerche sull�articolazione della comunicazione
ambientale, sia all'interno sia all'esterno della psicologia ambientale.
17
Ricerche interne alla Psicologia ambientale
All'interno della Psicologia Ambientale un argomento di crescente interesse, �
rappresentato dallo studio dei "processi di comunicazione" su tematiche
ambientali, o discorso ambientale (Graumann e Kruse, 1990; Hansen, 1991; Bell,
1994; Garcia- Mira, Arce e Sabucedo, 1997; Areni e Sensales 1998; Bonnes,
Sensales, 1998; Metastasio, Bonaiuto, Sensales, Aiello, Bonnes, 1998; Sensales,
Areni, Bonnes, 1998a; Sensales, Areni, Festuccia, 1998b), e sul ruolo che
assumono i mezzi di comunicazione di massa nel processo di costruzione delle
rappresentazioni ambientali; o come scrivono Graumann e Kruse, (1990)
�costruzione dell�ambiente". Tali autori, hanno messo in evidenza la natura di
costruzione sociale e culturale dell'esperienza individuale circa la realt�
ambientale, la quale � vista come socialmente mediata e costruita. I mass media,
difatti, spesso divengono fonte primaria di informazione, �organi sensoriali�
socialmente costruiti, che offrono "modelli di esperienza ambientale mediata";
non solo, ma quello di cui si viene a conoscenza � spesso una pi� o meno esplicita
valutazione di chi riporta l'evento (Graumann e Kruse, 1990, pag. 220).
Questo processo non fa altro che rendere l'ambiente da quadro di riferimento
psicologicamente implicito a quadro esplicito (Graumann e Kruse, 1990).
Garcia e Mira, (1997) hanno evidenziato come siano possibili, a seconda della
fonte di informazione attribuzioni di responsabilit� (per es. naturali, politiche,
industriali) diverse riguardanti lo stesso evento/cambiamento ambientale. Tale
processo, sia esso in positivo o in negativo, essendo un fenomeno socio-
psicologico �, come tutti i processi d'attribuzione causale, tendenzialmente
negoziabile e pu� influenzare la �costruzione� di differenti realt� ambientali
(Metastasio et al., 1998). Esso pu� essere utilizzato per fornire, quindi, una certa
visione dei fatti, con l'obiettivo di costruire una specifica realt� che sostenga una
certa prospettiva sociale e un certo sistema di valori (Guerrrier, Alexander, Chase
e O'Brien, 1995 citati in Metastasio 1998).
In particolare ci si soffermer� su alcune delle suddette ricerche condotte in Italia,
dal momento che comprendono gli spunti offerti da ricerche a queste precedenti
(Metastasio et al. 1998; Areni e Sensales 1998; Bonnes e Sensales, 1998; Sensales
et al., 1998a, Sensales et al. 1998b).
Al fine di indagare le modalit� attraverso le quali le rappresentazioni ambientali
vengano proposte da parte di mezzi di comunicazione di massa, sono state
condotte ricerche, che assumono come punto di partenza l'importanza dei mass
media come agenti sociali e quali fonti potenzialmente portatrici di comunicazioni
18
ambientali differenziati specie se caratterizzati da orientamenti politici diversi
(Bonnes e Sensales, 1998; Metastasio et al. 1998).
Un primo studio italiano si � proposto di indagare la specificit� del discorso
ambientale nella stampa quotidiana in Italia lungo l'arco di tempo di undici anni,
dal 1983 al 1993
2
in tre quotidiani di diverso orientamento politico, e di delineare
eventuali convergenze o divergenze tra le testate sia in termini di prominenza
(quantitativa e formale) sia di contenuto, oltre che la generalit� del discorso
ambientale (Bonnes e Sensales,1998).
Sono stati selezionati e analizzati, attraverso due griglie di analisi del contenuto
3
,
gli articoli a carattere ambientale dei seguenti quotidiani: Il Corriere della Sera
(liberale), Il Manifesto (di sinistra) e Il Tempo (di destra).
E' stato cos� possibile rilevare 22 generi di specifici cambiamenti ambientali, sia
locali che globali, riferiti a processi naturali e umani, e il tipo di inquadramento
contestuale
4
utilizzato in termini di agenti o di destinatari del cambiamento
ambientale rilevato.
Per quel che riguarda la prominenza quantitativa, ossia la quantit� di articoli
pubblicati dalle testate nei vari anni, � emerso un trend complessivo che indica un
aumento nel tempo del numero di articoli; anche se poi il trend delle singole
testate ha rilevato andamenti diversificati: Il Corriere della Sera � quello che
rispetto agli altri ha avuto un andamento discontinuo con un incremento di articoli
nel 1988 e una diminuzione nel 1993. Il Manifesto oltre ad avere pubblicato il
maggior numero di articoli in assoluto seguendo un incremento nell'arco di tempo
considerato, al contrario de Il Tempo per il quale il numero di articoli diminuisce.
Sulla base dell'analisi sulla prominenza quantitativa, che per le autrici � un primo
indicatore sulla comunicazione ambientale, concludono che l'andamento di questa
non � univoco per i diversi quotidiani, anzi ad un orientamento politico molto
diverso corrispondono andamenti diversi (es. Il Manifesto vs. Il Tempo).
2
Gli articoli selezionati, fanno riferimento agli anni 1983,1988,1993; "Per ogni annata sono stati
presi in considerazione otto mesi, equamente distribuiti nelle quattro stagioni, esaminando le
edizioni delle tre testate una volta la settimana, nello stesso giorno scelto a rotazione (escluso il
luned�) �" (Bonnes e Sensales, 1998), per un totale di 612 articoli.
3
Le griglie d'analisi sono state" messe a punto a partire da quelle inizialmente utilizzate da un
gruppo di ricerca europeo sugli atteggiamenti e comportamenti ambientali (Bonnes et al.,
1993;1994;1995)." (ibidem)
4
Le aree d'inquadramento contestuale sono 6 : fattori individuali, qualit� della vita e salute, cause
naturali, azioni individuali e professionali, politica ambientale e fattori internazionali. Ciascuna si
caratterizza in riferimento ad una differente scala del contesto spazio-sociale implicato nel
cambiamento: micro-scala le prime due, la meso-scala per la terza e la quarta e la macro-scala per
le ultime (Bonnes, Sensale1998).
19
La prominenza formale
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data alle notizie a tema ambientale ha rivelato, attraverso
l'analisi dei dati eseguita (l'Anova), effetti significativi sulla quantit� di spazio
dedicato dai quotidiani nei vari anni; Il Manifesto ha nel tempo dedicato maggiore
spazio alle notizie ambientali anche in prima pagina (59%), sebbene nel
complesso gli articoli in prima pagina siano risultati pochi (9%), e la minor
presenza di foto rispetto agli altri due quotidiani. Il Corriere della Sera ha avuto
un picco per quel che riguarda lo spazio dedicato e di articoli in prima pagina
(32%), ma � quello che pi� di tutti ha utilizzato foto per commentare le notizie. Il
Tempo che ha pubblicato la minor quantit� di articoli anche in prima pagina (9%),
si pone in una posizione intermedia per la presenza di foto negli articoli.
Il contenuto degli articoli, attraverso l'analisi della distribuzione percentuale delle
frequenze sia nei quotidiani che nel corso del tempo, ha evidenziato una tendenza
del discorso ambientale a dare maggiore attenzione ai cambiamenti locali rispetto
a quelli globali, confermando quanto evidenziato dalla letteratura internazionale
(Hansen, 1993) (op. citata). Il Corriere della Sera � risultato come un quotidiano
posto in una posizione intermedia tra Il Tempo, che tende ad articolare il discorso
ambientale in senso pi� naturalistico e Il Manifesto che si � occupato del versante
ambientale costruito ad opera dell'uomo (op. citata).
A seconda delle diverse situazioni socio-culturali, esiste una diversit� di codici, di
regole, quindi di competenza e di interpretazione (Eco, Fabbri, 1978).
In generale la visibilit� del discorso ambientale evidenziata in suddetta ricerca, si
discosta dalla letteratura nazionale ed internazionale, secondo cui si � assistito ad
uno stallo se non ad un decremento dell�attenzione della stampa dal 1990, verso la
questione ambientale (Bonnes e Sensales, 1998).
Quello che poi � stato messo in evidenza attraverso un confronto all'interno di un
progetto che ha interessato diversi Paesi europei, � il discorso ambientale il quale
si presenta come culturalmente specifico, gi� suggerito da Graumann e Kruse,
(1990) (Bonnes et al. 1997 citato in Bonnes e Sensales 1998).
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Sono state presi come indicatori della prominenza formale la spazio occupato dagli articoli nelle
pagine, la presenza o meno di foto la tipologia di pagina dove compariva l'articolo.