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Il primo capitolo fa un’analisi dei metodi utilizzati fino ad oggi dalle aziende per
individuare i bisogni ed i desideri dei consumatori e capire i loro comportamenti. Dopo aver
trattato le diverse tipologie di ricerche di mercato e le procedure utilizzate, analizza cosa
spinga le persone ad acquistare prodotti e servizi soffermandosi sulle pulsioni d’acquisto, le
leve decisionali e alcuni fenomeni di valutazione che i soggetti applicano a qualsiasi tipo di
acquisto e vendita. Infine, evidenzia i principali errori commessi nel marketing che
impediscono alle aziende di entrare nella mente dei consumatori e, soprattutto, di recuperare
quelle emozioni e quei ricordi degli acquirenti che non vengono verbalizzati in quanto
inconsci, ma che influenzano notevolmente le loro scelte.
Il secondo capitolo è una breve rassegna sulle conoscenze oggi disponibili riguardo ciò
che succede nella mente di un consumatore, soprattutto quelle fornite dalle neuroscienze. In
particolare affronta questi temi: 1) la memoria, soffermandosi sulle diverse tipologie e le
aree cerebrali che coinvolgono; 2) le emozioni, considerando la loro natura e le regioni del
cervello a cui sono associate; 3) la corteccia prefrontale, rivolgendo un interesse particolare
alla corteccia prefrontale ventromediale che è coinvolta in processi cognitivi di alto livello
ed è stata evidenziata da alcuni studi di neuromarketing; 4) il brain imaging, descrivendo i
metodi utilizzati per visualizzare il cervello che di recente sono stati introdotti e adottati nel
marketing.
Il terzo capitolo spiega la nascita della neureconomia e del neuromarketing.
Relativamente alla neuroeconomia, analizza come la neuroscienza possa ispirare e
influenzare l’economia considerando quattro temi salienti: la scelta intertemporale, la presa
di decisione in condizioni di rischio, la teoria dei giochi e la discriminazione nel mercato del
lavoro. Rivolge una particolare attenzione alla differenziazione tra processi “automatici e
controllati” ed “emotivi e cognitivi” che caratterizzano l’agire umano e coinvolgono aree
cerebrali diverse. Per quanto riguarda il neuromarketing, considera l’uso degli strumenti di
brain imaging per verificare l’impatto che ha l’immagine di un prodotto o di una pubblicità
sulla corteccia cerebrale di un individuo. In questo modo è possibile rilevare con oggettività
le preferenze dei consumatori. Si sofferma poi sul caso “Pepsi contro Coca-Cola”, per
determinare l’influenza che può avere l’immagine di una marca sui comportamenti di scelta
dei soggetti e quali sono le risposte del cervello ad entrambe le bevande.
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Capitolo 1 - Il consumatore del XXI° secolo: razionale o emotivo?
Oggi i mercati sono soggetti a continui mutamenti: clienti sempre più attenti ai prezzi,
nuove aziende concorrenti, nuovi canali di distribuzione e di comunicazione, sistemi
informativi e informatici in continua evoluzione, globalizzazione, deregolamentazione e altri
fattori.
In tutto il mondo le economie attuali devono fronteggiare un problema molto serio
rappresentato dalla sovracapacità produttiva, cioè non sono i prodotti a scarseggiare ma i
clienti; il problema non è l’offerta ma la domanda (Kotler et al., 2002).
I consumatori sono diventati molto più esigenti, sofisticati e selettivi quando compiono
un atto d’acquisto; sono consapevoli dei propri bisogni e nelle loro scelte modificano spesso
le abitudini di acquisto e i modelli di consumo. Questo cambiamento è il risultato di
dinamiche economico-sociali complesse.
Facendo un’analisi prettamente economica, i fattori che risultano particolarmente
importanti per spiegare questa situazione sono:
ξ Una gamma più vasta di prodotti che vengono offerti ai consumatori che quindi hanno
più possibilità di scelta.
ξ Un accesso più semplice a merci e servizi grazie alla diffusione di nuove forme di
distribuzione.
ξ Un incremento del numero dei concorrenti che operano in ogni segmento di mercato.
ξ Informazioni maggiori e più disponibili su prodotti concorrenti e sostitutivi (Hatayama et
al., 2002).
1.1 Soddisfazione e fedeltà
Oggi, il principale obiettivo di un’azienda è riuscire a tenere legati a sé i clienti meglio
dei concorrenti, solo così potrà sperare di mantenere una posizione solida nel mercato.
L’impresa vincente è quella che non seduce semplicemente il cliente ma lo sposa.
Le aziende che adottano delle strategie che mirano a sviluppare la fedeltà e la
fidelizzazione dei clienti risultano più vincenti per tre motivi: primo, perché ogni nuovo
cliente acquisito è quasi sempre un cliente sottratto ad un’azienda concorrente; secondo,
perché i clienti essendo sempre più informati e potendo scegliere tra molti prodotti fanno una
valutazione critica delle proprie scelte e quindi sono più propensi a diventare infedeli; terzo,
perché avere cliente fedeli e soddisfatti significa incrementare la stessa fedeltà in un vero e
proprio circolo virtuoso.
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Il legame tra fedeltà e soddisfazione è molto forte. Il cliente per diventare fedele deve
percepire un livello di soddisfazione elevata (Busacca, 2001). Per acquisire e conservare la
fedeltà del cliente, oltre alle caratteristiche del prodotto/servizio è necessario conoscere quali
sono i suoi bisogni e i suoi desideri, interpretare correttamente i suoi comportamenti,
monitorare sistematicamente la sua soddisfazione e tradurre questi elementi in azioni
(Hatayama et al., 2002).
Se le aziende hanno capito che la soddisfazione del consumatore è il primo passo per
renderlo un cliente fedele, allora è necessario che facciano un passo indietro, capire cioè,
come farlo sentire davvero soddisfatto. Un modo è determinare quali sono i suoi bisogni, i
desideri e le motivazioni recondite del suo comportamento d’acquisto, e soprattutto
individuare se i propri prodotti sono ciò che realmente vuole. Per ottenere questo tipo
d’informazioni, da oltre 60 anni, le aziende si avvalgono un valido strumento di marketing:
le ricerche di mercato.
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1.2 Scrutare i consumatori: le ricerche di mercato
Negli ultimi anni molte aziende si sono rese conto dell’importanza che rivestono le
ricerche di mercato. Si riscontrano infatti molti progressi sul piano metodologico,
quantitativo e qualitativo, e i ricercatori hanno cominciato ad avvalersi concretamente sia
delle tecniche matematico-statistiche che delle scienze del comportamento (Stanton et al.,
1989).
Non basta ottenere una grande quantità di dati sul consumo per capire profondamente i
consumatori. Infatti, molti dati che generalmente i manager raccolgono come quelli
demografici, quelli sulle preferenze e quelli sulle intenzioni d’acquisto, danno solo
informazioni superficiali. Ciò che risulta più grave è che spesso gli esperti di marketing
raccolgono questi tipi di dati semplicemente perché sono più facili da ottenere, inoltre, il
problema è ancora più preoccupante quando dai dati superficiali si ricava un significato
superficiale.
Se gli esperti di marketing non comprendono adeguatamente i consumatori, conoscendo i
loro pensieri nascosti e i loro sentimenti, non possono anticipare le loro risposte; oltre a
confondere la quantità dei dati con la qualità della comprensione, spesso analizzano
l’esperienza del consumatore ad un livello sbagliato. Circa il 90% delle loro ricerche di
mercato si concentrano sulle caratteristiche di un prodotto o di un servizio e sui suoi
immediati benefici da un punto di vista psicologico, lasciando in secondo piano la sfera
emotiva. Sicuramente le caratteristiche e il funzionamento di un prodotto sono importanti,
ma sono solo una parte dei fattori che danno impulso all’esperienza di consumo. Ad
esempio, le barrette croccanti al cioccolato della Nestlé hanno delle caratteristiche attraenti
dal punto di vista sensoriale: il rumore, la consistenza, il sapore, che riescono ad evocare
anche elementi di tipo emotivo come i ricordi d’infanzia e il senso di protezione. Fino a
quando la Nestlé usò le strategie di marketing solo verso le caratteristiche di tipo sensoriale,
le vendite calarono e iniziarono a svilupparsi aziende concorrenti nel settore delle barrette al
cioccolato.
Un altro errore commesso spesso dagli esperti di marketing consiste nel non riuscire a
cogliere l’esperienza del consumatore in quanto gli pongono poche domande, oppure,
tendere a sottovalutare la portata di tale esperienza ritenendo che consista in un insieme di
risposte specifiche ad eventi specifici che avvengono in specifici momenti.
I manager che vogliono affrontare uno studio serio ed approfondito dei consumatori,
devono comprendere che il funzionamento della loro attività mentale dipende sia da processi
biologici che da processi sociali e psicologici, come si evince dalla Figura 1.1 (Zaltman,
2003).
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1.2.1 Procedure usate per la realizzazione delle ricerche di mercato
Le prime tre fasi del progetto di ricerca di mercato sono: definizione dell’obiettivo del
progetto, analisi della situazione e indagine informale.
Quando si realizza una ricerca di mercato bisogna innanzitutto individuare l’obiettivo del
progetto di indagine che normalmente consiste nel risolvere un problema dell’azienda, anche
se a volte ha come scopo quello di definire tale problema o capire se l’azienda ha un
problema.
Attraverso l’analisi della situazione si cerca di determinare la realtà dell’azienda,
dell’ambiente economico in cui opera, della concorrenza e dell’industria in generale. Si
effettua attraverso ricerche di archivio e interviste approfondite con i vari livelli dirigenziali.
L’indagine informale non raccoglie informazioni all’interno dell’azienda o da fonti
esterne di documentazione ma parlando con persone esterne come intermediari, concorrenti,
agenti pubblicitari e clienti. Questa fase dell’indagine è molto importante in quanto permette
di stabilire se è necessario realizzare ulteriori ricerche.
Solo dopo aver superato con successo queste tre fasi si potrà programmare come e dove i
ricercatori dovranno procurarsi i dati.
Durante la ricerca si possono utilizzare sia i dati primari che quelli secondari, e in molti
casi entrambi. I dati primari sono costituiti dalle informazioni che vengono raccolte
specificatamente per qualche scopo. Ad esempio, il ricercatore potrà effettuare interviste ad
Obiettivo:
analisi profonda
del consumatore
Comprensione del funzionamento
dell’attività mentale
Processi sociali e
psicologici che il
consumatore sperimenta
Processi biologici alla
base dell’attività mentale
FIGURA 1.1 Analisi del consumatore
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intermediari e clienti per raccogliere dati di mercato pertinenti. I dati secondari a
disposizione dei ricercatori sono numerosi e in genere facilmente disponibili. Le fonti interne
comprendono: l’insieme dei dati contabili ed extra contabili, le informazioni e i rapporti che
provengono dall’interno dell’azienda. Le fonti esterne comprendono: i dati provenienti da
fonti governative, fonti statistiche ufficiali, enti ed organizzazioni per la ricerca economica e
sociale, associazioni di categoria, banche e industrie, istituti e agenzie per la ricerca di
marketing, riviste, giornali e annuari settoriali.
Il principale problema che può sorgere per la raccolta dei dati riguarda la preparazione del
questionario, in quanto necessita molta attenzione e abilità per ridurre al minimo eventuali
malintesi o pregiudizi. Il questionario va poi sottoposto ad un collaudo preventivo per
riscontrare eventuali problemi nella sua strutturazione.
Prima di procedere alla raccolta dei dati, l’intervistatore dovrà stabilire chi deve essere
intervistato, pianificando un campione di rilevamento. Per risultare affidabile da un punto di
vista statistico, il campione deve riuscire a rappresentare validamente la popolazione cioè
l’universo di riferimento. Inoltre deve essere proporzionato, nel senso che tutti i tipi di unità
che costituiscono l’universo di riferimento devono essere rappresentati nel campione
mantenendo la stessa proporzione.
La fase finale di un progetto di ricerca di mercato consiste nell’analisi dei dati raccolti,
l’interpretazione dei risultati e la redazione di un rapporto scritto. Il prodotto finale della
ricerca è costituito dalle conclusioni e dalle raccomandazioni (Stanton et al., 1989).
1.2.2 Dai sondaggi ai focus group: luci e ombre dei vari metodi di ricerca
Quando si effettuano le ricerche di mercato, i ricercatori in genere preferiscono usare
diversi metodi, in quanto il pensiero e il comportamento dell’uomo sono troppo complessi
per essere compresi pienamente attraverso un solo metodo. Inoltre, quando si arriva alla
stessa conclusione usando metodi diversi, il ricercatore si fida ancora di più della sua
validità.
I metodi di ricerca standard si rivolgono a problemi di marketing tradizionali del tipo:
Come varia la frequenza d’acquisto e la preferenza nei confronti di un negozio in segmenti
diversi di mercato? I consumatori preferiscono le caratteristiche del prodotto A o di quello
B? Come si suddivide il mercato tra brand concorrenti? Non riescono però a raggiungere
questioni molto importanti come: A cosa fanno riferimento i consumatori quando pensano ad
un brand? Quale ruolo ha un prodotto nelle vite dei consumatori? Quali bisogni latenti
inducono i consumatori a utilizzare un prodotto in modo diverso in differenti situazioni?