SPORT COME FENOMENO
SOCIO-CULTURALE MODERNO
SIMMETRIA
TRA SOCIETÀ E SPORT
Parlare di fenomeno sociale vuol
dire considerare un fenomeno che,
con i suoi riti, ha radici culturali e
antropologiche profonde e che
coinvolge molte aree della società.
Lo sport si può reputare un feno-
meno sociale a tutti gli effetti, che
nasce e si sviluppa dalla comu-
nicazione fra i vari elementi che
compongono un sistema e, a sua
volta, infl uisce su questo processo.
“Come ogni fatto
sociale,anche lo sport
è una continua creazione
degli uomini che lo praticano e
lo organizzano,
e che sono a loro volta
trasformati nella loro
propria creazione.”
G. Magnane
società sport
società
sport
Erronea relazione tra società e sport:
Simmetria tra società e sport:
Per valutare in modo esauriente
un fenomeno sportivo occorre
tener presente che le variabili
che concorrono alla sua deter-
minazione sono molteplici e di
diversa natura (ambientale, sto-
rica, economica, culturale, poli-
tica...) e che lo sport, se pur in-
fl uenzato dall’ideologia e stru-
mentalizzato dalla politica, eser-
cita un feed-back sulla società.
Risulta quindi erronea l’imma-
gine di una società che comu-
nica “sullo” sport con retroazione
debole o nulla da parte di que-
st’ultimo. Più appropriata e veri-
tiera è allora la rappresentazione
di forme di comunicazione più
simmetriche fra società e sport,
con scambi reciproci di stimoli
e informazioni, regolati dai mass
media che dovrebbero rendersi
strumento il più possibile obiet-
tivo, indipendente e corretto.
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SPORT COME FENOMENO
SOCIALE TOTALE
Lo sport è una molteplicità di
cose: interessa e contribuisce a
trasformare attività che vanno
dalla gestione del tempo libero,
alla comunicazione, alla poli-
tica, al business commerciale.
Nicola Porro defi nisce “lo sport
come un fenomeno sociale to-
tale” (1), proprio perchè formato
da elementi burocratici, politici,
economici, che interagisce con
i mass media e quindi diventa
in grado di produrre modelli ai
quali uniformare l’intera società.
“Per il sociologo lo sport è
oggi uno dei momenti privi-
legiati della produzione di
senso delle nostre società”. (2)
UN TEMPO GIOCO,
ORA SPORT
Lo sport è da considerare come un
evento che ha attraversato le epo-
che storiche, se non interpretare
esso stesso un processo storico.
Fino alla metà del XIX secolo il
vocabolo sport secondo Pivato (3)
si poteva attribuire solo ad aristo-
cratiche attività del tempo libero
come la caccia, le corse ai cavalli
o la scherma; in seguito tale locu-
zione è passata ad indicare pas-
satempi già esistenti da secoli,
quali i folk games che riempi-
vano contrade, strade e piazze
soprattutto di giovani borghesi.
Di sport in termini moderni si
può parlare a partire da metà
‘800, quando si ha una sporti-
vizzazione dei giochi di strada.
Essa per Lolli (4), Elias, Dunning
(5) ed altri, consiste in una rego-
lamentazione sempre più pre-
cisa dell’originario gioco popo-
lare, svolto inizialmente come
passatempo e attività di loisir.
Secondo Dunning (6) il passag-
gio da sport inteso a spirito ludico
a sport moderno si ha proprio
nella trasformazione da quello
che era l’evento popolare legato
a feste e ricorrenze religiose,
allo sviluppo del professionismo
sportivo dipendente da attività
economiche ispirate alla spet-
tacolarizzazione e razionalità.
Dunning evidenzia allora le
quattro caratteristiche fonda-
mentali dello sport odierno:
crescente competitività,
aumento della serietà del coin-
volgimento,
crescente orientamento alla
vittoria,
diminuzione dell’idea di sport
come attività di loisir.
5
(1); (2): N. Porro, L’imperfetta epopea, 1989, CUP, Milano
(3): S. Pivato, L’era dello sport, 1994, Giunti, Firenze
(4): S. Lolli, Sport e società tra realta e immaginario, 1995, Fidal Centro Studi e Ricerche, Roma
(5) (6): N. Elias e E Dunning, Sport e aggressività, 1986, Il Mulino, Bologna
dello sport: la specializzazione
evidenzia l’elemento econo-
mico preponderante dello sport.
4) Razionalizzazione
Essa riguarda la produzione di re-
gole e serve sia a rendere la com-
petizione accessibile a tutti, che
ad abbassare i livelli di violenza,
trasformando lo sfogo istintivo
del gioco di strada in vero e pro-
prio divertimento. Tale processo
di produzione di regole è tuttora
in continua evoluzione e favorisce
sia la spettacolarizzazione, che una
più democratica diffusione e so-
prattutto praticabilità dello sport.
5) Burocratizzazione
Chi decide le regole del gioco
è senza dubbio un’organizza-
zione burocratica. Tra i princi-
pali compiti assolti da quest’ul-
tima si annoverano la costitu-
zione delle competizioni e il ra-
tifi care e convalidare i record.
6
6) Quantifi cazione e record
“Il record permette che la com-
petizione abbia luogo non solo
nel presente, ma anche nel pas-
sato con atleti distanti nel tempo
e nello spazio.” Gli sport moderni
sono pervasi dalla tendenza di
quantifi care spazio, tempo e qual-
siasi prestazione in una quantità,
in una misurazione. Tutto viene
registrato per potere essere messo
in relazione con il passato, affi n-
chè possa avere effetti sul presente
e sul futuro. É quindi l’essenza
stessa del record vero e proprio
il talismano dello sport moderno.
democratizzazione che ha carat-
terizzato lo sport. Le condizioni
della competizione devono essere
le stesse per tutti i partecipanti:
qualora venissero a mancare le
pari opportunità tra i contendenti
la competizione non sarebbe più
in equilibrio e soprattutto ver-
rebbe a mancare la suspance ne-
cessaria per divertirsi, per scom-
mettere e per suscitare quell’in-
teresse e quella tensione indi-
spensabili in una gara sportiva.
3) Specializzazione
É la caratteristica principale degli
sport moderni e consiste nel chie-
dere ai campioni affermati di sen-
tirsi parte integrante della squadra
in cui giocano, della città in cui
vivono, di stringere legami af-
fettivi con i propri tifosi e la glo-
riosa storia del team in cui mili-
tano. Essa è accompagnata da una
forma di coinvolgimento, clas-
sifi cabile in primario, seconda-
rio e terziario. Dal proprietario
al manager, ai giocatori, al ven-
ditore di pop corn, al sociologo
6 CARATTERISTICHE
PER ESSERE MODERNI
Affi nchè un fenomeno diventi
di massa è necessario che ci
sia da parte del pubblico sia un
coinvolgimento individuale ed
emotivo, che l’opportunità di
emulare gli atleti professioni-
sti mediante la pratica perso-
nale di ciò che si vede loro fare.
Perchè ciò si realizzi lo sport deve
essere al tempo stesso attuale,
vivo, in costante evoluzione.
Guttman (7) mostra le sei caratte-
ristiche base degli sport moderni:
1) Secolarismo
Lo sviluppo storico ha fatto sì
che lo sport si secolarizzasse,
ovvero che perdesse quel carat-
tere epico e religioso che ave-
vano i giochi nell’antichità per
diventare attività in parte per-
seguite come fi ni a se stesse.
2) Uguaglianza
“L’importante è partecipare” di
P. De Coubertin (8) esprime in
modo appropriato il processo di
(1): A. Guttman, Dal rituale al record,1994, Edizioni Scientifi che Italiane, Napoli
(8): P. De Coubertin, Essai de psychologie sportive, 1913, Lausanne
INTERAZIONE TRA
SPORT E MASS MEDIA
“É la popola-
rità dello sport che
si impone ai mass media
o è il potere dei mass media
che ha reso popolare lo sport?
É un pò come la questione del-
l’uovo e della gallina: posta
così drasticamente non c’è
risposta soddisfacente.”
De Masi
PIÙ DI CENTO ANNI
OR SONO...
Lo sport moderno vive della re-
lazione con i mezzi di comunica-
zione: sia con la radio e la televi-
sione che con la carta stampata,
la quale sin dall’inizio del secolo
scorso ha saputo integrarsi con
il fenomeno sportivo diventando
essa stessa iniziatrice di eventi.
A tal riguardo, come ricorda Fi-
lippo Caria (9), basta pensare alla
predisposizione del primo giro
automobilistico in Italia nel 1901
ad opera del Corriere della Sera, o
del primo giro ciclistico nel 1908
promosso dalla Gazzetta dello
Sport. Altra data storica è quella
del 1933 quando venne trasmessa
la prima radiocronaca di una par-
tita di calcio, e infi ne l’Olim-
piade del 1936 a Berlino segnò
l’inizio della fortunata collabo-
razione tra sport e televisione.
Infi ne si hanno altre tre date sto-
riche per inquadrare il solidale
legame tra sport e mass media:
1954 nascita dell’Eurovisione,
1964 nascita della Mondovi-
sione,
1968 nascita della Mondovi-
sione a colori.
Certo è che richiamare nell’epoca
del digitale queste date può appa-
rire un riferimento preistorico, ma
è signifi cativo che questi tre grandi
“eventi tecnici” della trasmissione
televisiva siano stati tenuti a bat-
tesimo dai seguenti avvenimenti:
Mondiali di calcio in Svizzera,
Olimpiadi di Tokyo,
Olimpiadi di Città del Mes-
sico.
UN BINOMIO:
UNA SCELTA D’INTERESSE
Lo sport pur avendo origini molto
antiche è entrato a far parte del
nostro quotidiano solo con l’evol-
versi della società post industriale,
poichè solo in questa epoca ha ac-
quistato un’importanza enorme la
comunicazione: il vero business
degli ultimi decenni. I mass me-
dia hanno capito da subito che lo
sport sarebbe diventato un affare,
ma perchè ciò accadesse era ne-
cessario renderlo di dominio delle
masse: la dimensione pienamente
spettacolare diventa dunque con-
dizione necessaria e suffi ciente
a quella del business planetario.
Secondo Bechelloni (10) oramai
la presenza dei media ha trasfor-
mato e trasforma il mondo dello
sport: da un lato questi si muo-
vono nella direzione di una dila-
tazione dell’interesse per lo sport
ben oltre i confi ni di coloro che
lo praticano e ne sono appassio-
nati; dall’altro la loro presenza
aumenta il peso del professioni-
smo, ampliando i signifi cati sim-
bolici dello sport e accrescendo
il campo della negoziabilità.
Va ricordato che lo sport non
è composto solo dai “grandi”
eventi quali il calcio, la For-
mula Uno oppure il professioni-
smo, esistono infatti molte atti-
vità minori che chiedono di po-
ter essere conosciute e seguite.
Ciò è possibile grazie ai media che
ne favoriscono la crescita:un loro
intervento può signifi care per tali
minoranze eventuali sponsor, re-
lativa possibilità di trovare fi nan-
ziamenti, che a loro volta ne po-
trebbero agevolare la diffusione in
termini di spettacolo e di pratica.
7
(9): F. Caria, “Per un buon matrimonio” in Sport e massmedia, 1990, Saggi tascabili Laterza e fi gli, Bari (10): G. Bechelloni, La cultura del risultato, 1990, Laterza e fi gli, Bari
Questo miglioramento dello
spettacolo sportivo non è pra-
ticamente possibile se lo sport
stesso preso in considerazione
non diventa in grado di attrarre
un elevato numero di spettatori.
PRO E CONTRO
DEL CONNUBIO
MASS MEDIA-SPORT
Interessarsi allo sport vuol dire
gettare i ponti verso il mondo
esterno, condividere conversa-
zioni e opinioni con altre persone,
maturare passioni eliminando così
la paura di cadere nella solitudine
e nell’assenza di legami sociali:
in quest’ottica lo sport ha un forte
valore educativo sia per chi lo
pratica , che per chi si interessa
ad esso, e proprio grazie ai me-
dia tale valore diventa di massa.
Si evince con facilità allora che
sport e mezzi di comunicazione
hanno una funzione di socializza-
zione nella nostra società: ed è pro-
prio per questo che ai mass media
si critica il fatto di non rendersi
conto del potere che hanno as-
sunto nella società stessa. Essi
devono comprendere il compito
di “fare dello sport lo sport per
tutti”, dando risalto ai suoi valori
sociali e non a quelli riguardanti la
strumentalizzazione economica.
Quest’ultima si può concretiz-
zare nelle seguenti caratteristiche:
affermare uno sport anzichè
un altro,
privilegiare gli sport-compe-
tizione e quelli millionari, in-
vece di quelli gioco-esercizio
fi sico,
puntare su ciò che è “da ve-
dere”, più che su ciò che è “da
praticare”, trascurando così il
dilettantismo.
Questi aspetti non devono essere
trascurati poichè nello sport, per
Borri (11), si manifestano, più che in
altre attività, gli umori della gente:
quelli manifesti e quelli latenti,
quelli chiari e quelli oscuri,
quelli ludici e quelli aggressivi ...
8
(11): A. Borri, Sport e mass media, 1990, Saggi tascabili Laterza e fi gli, Bari
UN MEDIA SU TUTTI:
LA TELEVISIONE
La televisione ha contribuito alla
variazione delle regole stesse dello
sport: essa ha fatto in modo che
le competizioni sportive venis-
sero ricondotte a spettacolo, ov-
vero a quello spettacolo in grado
di assicurare le riprese televisive.
Basta pensare al campionato
Mondiale di Formula Uno: la du-
rata delle gare è circoscritta ad un
preciso numero di giri del circuito,
ma in caso di pioggia, quando i
tempi potrebbero dilatarsi, esiste
un limite di tempo fi ssato a due
ore di competizione, affi nchè lo
spettacolo automobilistico rispetti
i più importanti tempi televisivi.
La televisione è anche in grado
di mutare parzialmente alcuni ca-
lendari sportivi, sormontando il
legame naturale tra sport e sta-
gioni: per rispettare il giorno pre-
visto per la diretta televisiva si
scia con la neve artifi ciale, o si
gioca a tennis su terreni sintetici
se il luogo di ubicazione del
campo adempie in modo soddisfa-
cente alle leggi dello spettacolo.
Ma le trasformazioni apportate
dalla televisione allo sport non
sono solo negative: questa per-
mette di godere di competizioni
irraggiungibili a livello logistico,
di risparmiare economicamente
per assistere allo spettacolo, di
gioire e soffrire per la squadra o
l’atleta preferito comodamente
seduti sul divano di casa con fa-
miglia e amici. La televisione ha
quindi semplicemente svelato che
lo sport è anche spettacolo: le gare
vengono inserite in un calendario
di avvenimenti che le rendono
parte di un tutto. Tale serialità non
racconta una sola puntata di una
storia, ma un’intera stagione fatta
di appuntamenti successivi da
non perdere, incontri vincenti e
riscatti, pronostici e scommesse.
É l’informazione televisiva che
detta le priorità informative: gior-
nali e radio ridefi niscono la notizia.
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