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dia sale ad oltre 70 kW, con un rischio per la salute pubblica 50 volte superiore alla me-
dia nazionale.
Non va altresì dimenticato che a breve distanza (circa 30 km in linea d’aria) dalle due
centrali di Torrevaldaliga, dal porto e dal vecchio cementificio si trova la più grossa in-
stallazione termoelettrica italiana, la centrale di Montalto di Castro (inizialmente doveva
essere un impianto nucleare, ma in seguito ai noti fatti del 1987 si decise di riconvertirla
in impianto a ciclo combinato per una potenza complessiva di oltre 3600 MW).
Data l’attività di stage svolta all’interno dei cantieri delle centrali (principalmente pres-
so Torrevaldaliga Sud) si è avuta la possibilità di assistere di persona al procedere dei
lavori di riconversione dell’impianto termoelettrico.
In un simile contesto si va a collocare la proposta di realizzazione di un impianto per la
produzione di idrogeno, il quale potrebbe anche essere visto come un centro di ricerca
(seppure di dimensioni minime) per lo studio e l’approfondimento delle tecnologie lega-
te a tale vettore energetico.
Inoltre si andrebbe così a realizzare un impianto che permetterebbe di produrre idrogeno
al fine di utilizzarlo per l’alimentazione di autoveicoli (magari per il servizio pubblico)
andando così ad incidere positivamente ed in maniera rilevante sulla riduzione delle e-
missioni inquinanti di detti autoveicoli, oppure da utilizzarsi in raffineria (ad esempio
quella di Roma) in tutti i processi nei quali è richiesto questo elemento (vd. Cap. 7).
Le attività di ricerca riguardanti questa tecnologia sono moltissime: studio e perfezio-
namento di serbatoi e metodi di stoccaggio, caratterizzazione e studio della tecnologia
delle celle a combustibile, studio di condutture per il trasporto dell’idrogeno gassoso (i-
drogenodotti) e altre ancora.
Ultimo, ma non meno importante, si andrebbe a realizzare, in un’area caratterizzata dal-
la massiccia presenza di impianti termoelettrici di elevata potenza, un mini impianto vo-
tato allo studio di una tecnologia pulita che, in un futuro più o meno prossimo, potrebbe
permettere di risolvere una buona parte dei problemi di inquinamento di cui oggi, sem-
pre più spesso, si sente parlare.
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Proprio nell’ottica della ricerca va vista, e magari estesa ad altre aree, la partecipazione
di Enel al Consorzio Hydrogen Park di Porto Marghera, ove già oggi vengono prodotte
circa 5.000 tonnellate / anno di idrogeno dai processi produttivi degli impianti chimici.
Nell’ambito del recente accordo firmato a fine marzo 2005 tra Regione Veneto e Mini-
stero dell’Ambiente a Porto Marghera, presso la centrale di Fusina, Enel intende realiz-
zare entro il 2007 la più grande centrale a idrogeno di taglia industriale (20 MW) per la
generazione di energia elettrica a “zero emissioni”, che utilizzerà anche idrogeno estrat-
to dal carbone per gassificazione.
7
1.1 La centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord (CCT – USC)
La centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord era, fino all’inizio dei lavori di ricon-
versione, una delle maggiori d’Italia (2640 MW di potenza), e forniva una quantità di
energia elettrica pari ad oltre il 40% del consumo del Lazio.
Enel Produzione ha previsto che la centrale, in precedenza alimentata a olio combustibi-
le, venga riconvertita a carbone pulito per rispondere alle logiche di mercato garanten-
do, con l’applicazione di tecnologie avanzate, il rispetto dell’ambiente.
È proprio questo il senso del progetto di riconversione: sostituire l’attuale impianto con
uno nuovo più efficiente e che garantisca, allo stesso tempo, sviluppo economico e mi-
glioramento delle condizioni ambientali.
Il progetto di conversione a carbone pulito della centrale di Torrevaldaliga Nord rientra
nel piano di investimenti di Enel nel settore della produzione di energia che prevede la
conversione di 10000 MW di cui 4700 a ciclo combinato e 5300 a carbone e orimulsion.
A Torrevaldaliga Nord nella recente proposta di Enel in risposta alla richiesta del consi-
glio comunale di Civitavecchia di riformulare il progetto è prevista la conversione di 3
delle 4 sezioni da 660 MW oggi alimentate ad olio combustibile al fine di consentirne il
funzionamento a carbone per una capacità totale di poco meno di 2000 MW.
È prevista l’installazione di desolforatori, denitrificatori, impianti di trattamento fumi,
nuove caldaie e turbine mentre, al posto dei serbatoi di olio combustibile sorgerà un bo-
sco di 40 ha che sarà uno dei polmoni verdi più grandi di Civitavecchia.
Il ricorso al carbone contribuisce a diversificare il mix dei combustibili attualmente uti-
lizzato in Italia, con un grande sbilanciamento nei confronti del metano e dell’olio com-
bustibile (circa il 70%) e garantisce una migliore sicurezza delle fonti di approvvigio-
namento.
Incrementare l’uso di questa fonte energetica consentirà una maggior efficienza e una
riduzione del costo dell’energia che, oggi in Italia, è uno dei più alti d’Europa.
I dati tecnici della centrale nella configurazione antecedente al progetto di riconversione
sono i seguenti:
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Sezioni 4
Potenza nominale 660 MW
Generatore di vapore (Ansaldo)
Tipo Attraversamento forzato ipercritico
Pressione vapore uscita surriscaldatore pri-
mario
266 Ata
Produzione di vapore 2090 t / h
Camera di combustione Pressurizzata
Consumo di nafta al carico nominale 140 t / h
Caratteristiche del vapore
alle valvole di ammissione della turbina
538°C, 246 Ata
Caratteristiche del vapore risurriscaldato
alle valvole di riammissione della turbina
538°C, 38 Ata
Ciminiera (Mariani Battista)
Tipo Multiflusso comune alle 4 sezioni
Altezza 250 m
Diametro alla base 29,7 m
Turbina Ansaldo
Tipo Azione / reazione, su un asse
Corpi 4
Stadi 22
Velocità nominale 3000 giri / min
Potenza massima continua 674 MW
Potenza massima di punta 737 MW
Spillamenti 7
Pressione nominale allo scarico 0,05 Ata
Impianto di trattamento acque reflue
Impianto Disoleazione 200 m
3
/ h
Impianto Chimico 300 m
3
/ h
Impianto trattamento acque ammoniacali 57 m
3
/ h
Impianto biologico di ossidazione per scari-
chi sanitari
500 persone (capacità di trattamen-
to)
Deposito combustibili 700000 m
3
, 2 mesi autonomia a pie-
no carico
9
Serbatoi da 100000 m
3
5
Serbatoi da 50000 m
3
4
Oleodotti
Dal porto alla centrale 2 x 24”, 4,6 km, max 2000 m
3
/ h
Da Torre Nord a Montalto di Castro 1 x 16”, sottomarino,
36,5 km, 600 m
3
/ h
Figura 3 Visione d'insieme della centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord
Gli interventi principali nell’ottica dei lavori di riconversione a carbone saranno i se-
guenti:
¾ Demolizione caldaie, ciclo acqua di alimento, DeNO
x
, precipitatori;
¾ Montaggio 3 nuove caldaie e relativi ausiliari;
10
¾ Montaggio 3 DeNO
x
e 3 DeSO
x
;
¾ Montaggio 3 filtri a manica;
¾ Montaggio 3 nuove turbine di AP, MP e relative valvole;
¾ Montaggio 3 nuovi sistemi evacuazione ceneri;
¾ Montaggio carbonili chiusi con macchine a controllo remoto;
¾ Montaggio nuovo ciclo acqua di alimento;
¾ Costruzione di 2 banchine per movimentazione solidi;
In seguito ai lavori di riconversione il layout di centrale si modificherà come mostrato
in Figura 4.
Figura 4 Visione della centrale di Torre Nord in seguito alla riconversione a carbone
Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera prima e dopo la riconversione, è possibile
riassumere i dati significativi in un grafico del tipo:
11
Em issioni m assiche a confronto (kt/a)
17.7
8.8
2.2
11.8
3.15
3.45
0.39
9.7
SO2 NOx Polveri CO2
Oggi: 4 gruppi a olio Nuovo progetto: 3 gruppi a carbone USC
Figura 5 Emissione massiche della centrale nelle due configurazioni
Figura 6 Campo medio della centrale di
Torrevaldaliga Nord (vista 1)
Figura 7 Campo medio della centrale di
Torrevaldaliga Nord (vista 2)
-82%
-61%
-82%
-18%
12
1.2 La centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Sud (CCGT)
Figura 8 La centrale di Torrevaldaliga Sud prima dei lavori di ri-
conversione
La centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Sud è una
delle tre, insieme a Napoli Levante e Vado Ligure, cedute
dall’ENEL nell’ambito della terza GenCo, denominata
Interpower S.p.a.
Tirreno Power S.p.a., il 12 Dicembre 2002, ha ottenuto dall’Autorità per l’Energia e il
Gas il diritto di acquistare la Interpower S.p.a. che, da allora, si chiama per l’appunto
Tirreno Power S.p.a.
L’impianto termoelettrico di Torrevaldaliga Sud era, pri-
ma dei lavori di riconversione, costituito da quattro unità
a vapore alimentate ad olio combustibile.
In seguito ai lavori di riconversione tre dei quattro gruppi sono stati trasformati in unità
a ciclo combinato, alimentati quindi a gas naturale, mentre il quarto gruppo è rimasto
così com’era in origine.
I lavori di riconversione sono, ormai, ad uno stadio molto avanzato: due dei tre gruppi a
ciclo combinato sono stati ultimati, mentre il terzo è in via di completamento. Successi-
vamente si procederà alle operazioni finali di soffiatura e alla regolazione della combu-
stione, prima di considerare la centrale pienamente operativa.
La centrale ha una potenza complessiva di 1250 MW, considerando in tale computo sia
la potenza data dai tre gruppi a ciclo combinato, sia quella dovuta al quarto gruppo ad
olio combustibile .
Per questo impianto termoelettrico Tirreno Power S.p.a. è riuscita ad ottenere la certifi-
cazione EMAS.
Figura 9 Vista su due gruppi dell'impianto prima della riconversione
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EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) è un Sistema di ecogestione ed audit ad
adesione volontaria; definito dal Regolamento (CE) 761/2001 per le imprese e le orga-
nizzazioni che desiderano impegnarsi a valutare e migliorare la propria efficienza am-
bientale.
Il Regolamento (CE) n 761 del 2001 introduce il sistema comunitario di ecogestione ed
audit (EMAS Eco-Management and Audit Scheme), che si propone l'obiettivo di favori-
re, su base volontaria, una razionalizzazione delle capacità gestionali dal punto di vista
ambientale delle organizzazioni, basata non solo sul rispetto dei limiti imposti dalle leg-
gi, che rimane comunque un obbligo dovuto, ma sul miglioramento continuo delle pro-
prie prestazioni ambientali, sulla creazione di un rapporto nuovo e di fiducia con le isti-
tuzioni e con il pubblico e sulla partecipazione attiva dei dipendenti.
Figura 10 Planimetria aree TG e TV dopo i lavori di riconversione
È notizia recensente, infine, la presunta volontà dei vertici di Tirreno Power di voler
procedere alla riconversione del quarto gruppo ad olio in un gruppo a carbone.
Tuttavia, per ora, tale intenzione rimane soltanto una semplice voce di corridoio.
14
2. Lo scenario energetico italiano
La disponibilità di energia a buon mercato e in quantità sufficiente è, ed è sempre stata,
una condizione indispensabile per lo sviluppo economico dei paesi sviluppati e non.
Il prezzo dell’energia infatti condiziona in modo estremamente rilevante la competitivi-
tà e la localizzazione delle imprese: in Italia questo problema è particolarmente sentito,
poiché nel nostro paese si ha il più alto costo per kWh d’Europa (circa tre volte il costo
dell’energia in Francia).
Tale differenza di prezzo per l’energia elettrica tra i vari paesi dipende da una vasta
molteplicità di fattori quali le scelte fatte in materia di politica energetica, la disponibili-
tà di risorse sul territorio, ecc.
Purtroppo l’Italia da questo punto di vista si trova in una condizione decisamente sfavo-
revole: a cominciare dalla scarsità di risorse presenti sul territorio nazionale (se si esclu-
dono i giacimenti petroliferi lucani e quelli di carbone presenti in Sardegna), per finire
alle scelte, quantomeno discutibili, fatte in passato in materia di politica energetica.
Figura 11 Bilancio energetico italiano di sintesi (2003)
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Analizzando il bilancio energetico nazionale del 2003, pubblicato dal Ministero per le
Attività Produttive, si evidenziano subito alcuni aspetti incontrovertibili quali il quasi
totale ricorso a combustibili fossili (fatto salvo l’idroelettrico) e la quota di importazio-
ne dell’Italia, in termini di Mtep, di energia: non si considera, in tale sintesi,
l’importazione nella sola forma di energia elettrica, ma, bensì, anche sottoforma di
combustibili (solidi, liquidi o gassosi). Analizzando tale dato ci si accorge che in Italia
vengono importati, annualmente, circa 184,9 Mtep, a fronte di una produzione nazionale
pari a circa 29,5 Mtep.
Volendo concentrare l’attenzione, per ora, soltanto sulla produzione di energia elettrica
è a questo punto necessario, per avere un quadro più esauriente della situazione nazio-
nale, analizzare la composizione del parco di centrali elettriche installate.
Figura 12 Bilancio dell'energia elettrica in Italia - biennio 2002-2003 (GWh)
Il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN) ha analizzato la variazione
della produzione di energia elettrica dalle varie fonti lungo il biennio 2002-2003: dalla