II
per fare qualche riferimento) da essere finalmente entrato nel dibattito
politico quotidiano.
Il fenomeno dell invecchiamento implica in primo luogo un
aumento del numero dei percettori di trasferimenti pensionistici, che
risulta superiore a quello delle forze di lavoro e degli occupati, cioŁ
dei soggetti ai quali Ł richiesto di produrre le risorse che dovranno
finanziare il flusso delle pensioni.
Inoltre, il costo per la collettivit di un moderno servizio sanitario
Ł ovviamente influenzato dall invecchiamento, posto che il ricorso
alle prestazioni delle strutture sanitarie tende ad aumentare con l et .
In tale prospettiva, i flussi di risorse che le societ dovrebbero
destinare all offerta di prestazioni dello stato sociale sono destinati ad
aumentare, sia in assoluto che in rapporto al Pil.
Le implicazioni del fenomeno costituiscono alcuni dei temi piø
rilevanti della politica economica dei paesi industriali, caratterizzata
negli ultimi 30 anni da spinte ricorrenti alla riduzione dello stato
sociale.
Nel primo capitolo della tesi vengono dapprima esaminate alcune
questioni di carattere generale collegate alle problematiche
dell’invecchiamento (concetto di vecchiaia, soglia d ingresso, cause
demografiche dell invecchiamento); in seguito viene tracciato un
quadro del fenomeno demografico, sia a livello internazionale che
nazionale, secondo uno schema (dal generale al particolare) che
prevede un progressivo approfondimento dell argomento.
Il secondo capitolo Ł dedicato ad un analisi del pianeta anziani
in Italia, ponendo l attenzione su alcune caratteristiche demografiche
(et , sesso, stato civile, distribuzione territoria le) e sociali (titolo di
studio, stato di salute, ricorso ai servizi sanitari, attivit lavorativa
III
eventualmente svolta, anziani in famiglia) della popolazione
ultrasessantacinquenne.
Nel terzo capitolo si focalizza l attenzione sullo stato sociale e
sul problema pensionistico, mostrando e analizzando in particolare i
dati statistici nazionali, forniti in gran parte dall Istituto Nazionale di
Statistica, riguardanti le caratteristiche dei beneficiari di prestazioni
pensionistiche e della struttura delle prestazioni erogate dagli enti di
previdenza.
Il quarto capitolo affronta il tema degli anziani e del mercato del
lavoro in Italia e in Europa, con particolare riguardo alle politiche
rivolte ad incrementare i tassi di occupazione della popolazione
anziana in Italia.
1
CAPITOLO I
ASPETTI DEMOGRAFICI DELL INVECCHIAMENTO
1.1. Il concetto di vecchiaia e di soglia di ingresso
Per una corretta analisi del fenomeno "invecchiamento" occorre
preliminarmente chiarirne i confini.
Il concetto di vecchiaia Ł un concetto esteso e molto difficile da
circoscrivere, anche in considerazione del fatto che tale termine
assume significati diversi in differenti condizioni.
A livello individuale Ł possibile definire l’anziano in termini
biologici, psicologici, demografici, previdenziali. Usualmente, in
demografia ed anche in altre scienze, per necessit contingenti sono
definite anziane le persone in et superiore ad un determinato limite,
rappresentato dalla cosiddetta et di soglia . Tradizionalmente questa
et viene determinata in funzione degli anni vissut i e posta uguale a
sessanta o sessantacinque anni (soglia convenzionalmente fissata in
base all’et di uscita dal mondo del lavoro e collegata alla fase del
pensionamento). In base a tale soglia sono calcolati tutti gli indicatori
che hanno consentito e consentono di analizzare le caratteristiche
temporali e territoriali del fenomeno.
Nelle sue statistiche ufficiali, l Istat definisce "popolazione
anziana" la popolazione di 65 anni e piø, contrapponendola alla fascia
di et compresa tra i 15 e i 64 anni, definita "pop olazione attiva"1.
1
Sistema Statistico Nazionale, Istituto Nazionale di Statistica, "Annuario Statistico Italiano",
ISTAT, 2003, pag. 31.
Capitolo I - Aspetti demografici dell invecchiamento
2
All interno di questa fascia di popolazione, alcun i autori
definiscono anziani in senso stretto o medio-anziani coloro che hanno
un’et compresa tra i 65 e i 74 anni; vecchi (o grandi vecchi), coloro
che hanno 75 anni e piø. Tra questi ultimi, sono definiti senescenti
coloro che non sono piø autosufficienti, o che sono malati cronici 2.
I progressi della scienza medica, i miglioramenti della situazione
igienica, alimentare e lavorativa hanno prolungato la durata della vita
e sembrano anche aver spostato in avanti l’et della "decadenza fisica"
e della vecchiaia. Il processo di invecchiamento dell individuo diventa
in quest ottica un processo variabile nel tempo, nel senso che le
generazioni attuali non invecchiano negli stessi modi e con gli stessi
ritmi di quelle precedenti e, molto probabilmente, le generazioni
future sperimenteranno ritmi e modalit ancora dive rse di
invecchiamento. Per questi motivi ad alcuni autori Ł sembrato piø
razionale sostituire al concetto statico di et anz iana, un concetto
dinamico di invecchiamento, procedendo all individuazione dell et di
soglia tenendo conto non degli anni gi vissuti ma di quelli che
restano da vivere, cioŁ dell aspettativa di vita (V. Egidi, 1997). In
base a tale impostazione, suggerita per la prima volta da Ryder3,
sarebbero da considerarsi anziani tutti coloro la cui speranza di vita4
risulta inferiore ad un dato livello. Se si pone tale livello uguale a 10
anni, cioŁ se si ipotizza che sono da considerarsi anziani tutti coloro
che hanno una speranza di vita inferiore ai dieci anni, e si fa
riferimento alla situazione italiana attuale, Ł possibile osservare come
2
F. Filippi, Anziani: analisi demografica , Settor e Documentazione Centro Maderna, 2003.
3
M.B. Ryder, Notes on Staytionary Populations , Po pulation Index, vol. 41, n.1, 1975.
4
La speranza di vita Ł l’attesa che ogni soggetto di una determinata popolazione, in un determinato
periodo storico, ha della durata della sua vita.
Capitolo I - Aspetti demografici dell invecchiamento
3
l et anziana si sposti notevolmente in avanti risp etto alla soglia
statica dei 65 anni, diventando pari a circa 74 anni per gli uomini e 78
anni per le donne (Tab. 1.1).
Tab. 1.1. Soglie dinamiche di vecchiaia (Et cui corrisponde un
valore di vita residua attesa pari a 10 anni). It alia, 1951-2001
ANNI Maschi Femmine
1951 69,22 70,60
1961 70,80 72,82
1971 70,62 73,73
1981 70,84 75,08
1991 73,34 76,88
2001 74,23 78,17
Fonte: Rapporto biennale al Parlamento sulla condizione dell anziano a cura del
Ministero del Lavoro e delle politiche sociali (Elaborazione dati Istat). Anno 2001.
Il semplice riferimento al rischio di morte non sembra per
sufficiente a definire in maniera esauriente il fenomeno
dell’invecchiamento individuale, soprattutto nel caso in cui si vogliano
analizzare le problematiche che esso pone in ambito di politiche
sociali e sanitarie; il modo piø coerente di descrivere un fenomeno
cos complesso sarebbe una valutazione che lo inserisca in un contesto
piø ampio prendendo in considerazione anche l efficienza fisica e
mentale, la condizione di autosufficienza e la qualit della vita. In tale
contesto si colloca la proposta metodologica avanzata dalla Egidi5 che
considera l’individuo "anziano" non piø sulla base del numero di anni
5
V. Egidi, "Anziani: prospettive demografiche e problemi sociali", in G. Muraro e D. Da Empoli
(a cura di), "Verso un nuovo stato sociale. Tendenze e criteri", Franco Angeli, Milano, 1997.
Capitolo I - Aspetti demografici dell invecchiamento
4
che ha ancora da vivere, ma in base al numero di anni che pu
aspettarsi di vivere in buona salute6.
A livello collettivo, quando si parla di invecchiamento
demografico, si fa riferimento alla struttura per et della popolazione e
all incremento sia del numero assoluto delle persone anziane, sia della
loro proporzione sul totale della popolazione. Inoltre, contrariamente a
quanto accade per il singolo individuo, pu anche a ccadere che una
popolazione subisca nel tempo un ringiovanimento strutturale. Ci
vale allorchØ si assiste ad un ridimensionamento del peso relativo
degli anziani e/o al contemporaneo accrescimento di quello della
componente giovanile.
1.2. Invecchiamento della popolazione e cause demografiche
Per invecchiamento demografico si intende l aumento
percentuale delle persone appartenenti alle classi d et piø avanzate in
una determinata popolazione (G.C. Blangiardo, 1997).
Se per ogni singolo individuo invecchiare signifi ca raggiungere
et anagrafiche via via piø avanzate, per il comple sso degli individui
che si identificano in una popolazione il termine invecchiamento sta
ad indicare una maggior presenza della componente anziana, e si
concretizza sia in una piø alta proporzione di soggetti che superano
una prefissata soglia d et (fissata convenzionalme nte al 60 o 65
compleanno) - eventualmente rapportata alla corrispondente quota di
giovani (con meno di 15 o di 20 anni) - sia in un incremento di valore
6
Le condizioni di salute della popolazione anziana italiana saranno esaminate piø
approfonditamente nel secondo capitolo di questo lavoro.
Capitolo I - Aspetti demografici dell invecchiamento
5
degli indicatori statistici (ad esempio l et media o la mediana)7
delegati ad esprimere sinteticamente la struttura per et della
popolazione in oggetto.
E noto come la struttura per et di una popolazion e in un dato
istante sia il risultato delle dinamiche dei fenomeni di movimento
(nascite, morti e migrazioni) che ne hanno caratterizzato l evoluzione.
Le modificazioni della struttura per et che accomp agnano un
processo di invecchiamento demografico sono dunque il prodotto di
una combinazione di fattori che hanno interessato l area della
fecondit , della mortalit e dei movimenti migrator i in un arco
temporale che si estende per piø decenni coinvolgendo, pur con effetti
sempre piø sfumati nel tempo, circa un secolo di storia di una
popolazione.
Tradizionalmente la principale causa di invecchiamento
demografico, nell ambito delle popolazioni che piø direttamente
hanno vissuto e vivono tale esperienza, Ł stata il declino della
fecondit , con il progressivo rallentamento dell in gresso di nuove leve
giovanili e il conseguente incremento del peso relativo delle
generazioni piø anziane (M. Reginato, 1994).
Ben piø complessa si Ł invece rivelata l influenza del declino
della mortalit , il cui impatto sul terreno dell in vecchiamento della
popolazione ha avuto conseguenze assai diversificate in relazione ai
tempi e alle fasi della transizione demografica. In particolare, quando
il declino della mortalit avveniva in un contesto di prima fase della
transizione (ancora caratterizzato da alta fecondi t e alta mortalit ) la
7
Per una rassegna degli indicatori atti a misurare il fenomeno dell invecchiamento demografico si
veda, ad esempio, G.C. Blangiardo, Elementi di Demo grafia", il Mulino, Bologna, 1987.
Capitolo I - Aspetti demografici dell invecchiamento
6
sua conseguenza piø immediata era un ringiovanimento della
popolazione, in quanto la forte diminuzione della mortalit infantile
allentava la selezione nel corso delle prime et de lla vita e offriva un
contributo sostanzialmente analogo a quello di un aumento della
fecondit . Lo stesso fenomeno ha invece dato luogo ad effetti contrari
allorchØ, col passaggio dal forte calo della mortalit precoce alla piø
recente fase di guadagni di sopravvivenza nelle et adulte e senili
(tipica delle societ post-transizionali), un consi stente numero di
individui Ł giunto a varcare la soglia della vecchiaia e ad ingrossare il
tratto superiore di una piramide delle et la cui b ase, almeno nei paesi
demograficamente piø avanzati, si Ł andata via via restringendosi per i
noti effetti del calo della natalit (G.C. Blangia rdo, 1997). In ogni
caso, non vi Ł dubbio che gi oggi nelle societ de i paesi a sviluppo
avanzato e nell immediato futuro anche nel mondo in via di sviluppo
ogni ulteriore caduta dei livelli di mortalit fini r inevitabilmente per
alimentare il processo di invecchiamento demografico.
Quanto ai fenomeni migratori, se Ł vero che, nella concezione
comune, essi tendono a produrre un invecchiamento nelle popolazioni
di origine ed un ringiovanimento in quelle d’arrivo - data la forte
caratterizzazione giovanile di coloro che migrano - Ł altrettanto vero
che per le aree di accoglienza si tratta in genere di un apporto
relativamente modesto (al di l delle singole realt locali) e di un
fattore di ringiovanimento comunque destinato a manifestarsi solo in
via transitoria.
Al di l dei tradizionali fattori legati ai fenomen i di movimento,
un altra importante causa di invecchiamento della popolazione in un
dato intervallo temporale va ricercata nella sua stessa struttura per et
Capitolo I - Aspetti demografici dell invecchiamento
7
all istante iniziale dell intervallo preso in esame . In effetti, a meno che
la popolazione di partenza non sia caratterizzata da una condizione di
stabilit (definite dal consolidamento di leggi d i mortalit e
fecondit costanti), le sue future trasformazioni n ella distribuzione per
et sono largamente scritte nella struttura del pre sente (il cosiddetto
effetto generazionale ), la quale, a sua volta, no n Ł che l espressione
della dinamica dei fenomeni di movimento registrati in passato.
L invecchiamento demografico della popolazione Ł un
fenomeno tipico dei Paesi a sviluppo avanzato (PSA) in cui lo
straordinario calo della fecondit e il sensibile i ncremento della
speranza di vita hanno determinato un generalizzato aumento dei
livelli di vecchiaia rispetto ai Paesi in via di sviluppo (PVS) ove il
tasso di fecondit totale rimane ancora ad alti liv elli 8.
1.3. L invecchiamento della popolazione mondiale
L invecchiamento della popolazione mondiale Ł il risultato della
continua diminuzione dei tassi di fertilit e della crescita
dell aspettativa di vita.
Se, come si Ł detto, l’invecchiamento della popolazione oggi Ł
una peculiarit dei Paesi a sviluppo avanzato, tale fenomeno
interesser presto e intensamente anche il resto d el mondo. Infatti,
cos come il XX secolo Ł stato il secolo della grande crescita
demografica, il XXI secolo dovrebbe essere quello del grande
invecchiamento 9.
8
F. Filippi , Anziani: analisi demografica , Sett ore Documentazione Centro Maderna, 2003.
9
A.Golini - A.Lori - B.Cantalini, Atlante dell invecchiamento della popolazione, IRP-CNR, 1995.
Capitolo I - Aspetti demografici dell invecchiamento
8
La riconosciuta flessione della mortalit a tutte l e et registrata
nel corso del XX secolo grazie ai traguardi raggiunti dalla medicina
moderna unitamente agli sviluppi socio-economici che hanno
caratterizzato i PSA ha chiaramente determinato un accrescimento dei
livelli di permanenza in vita favorendo cos , in questi paesi,
l aumento del numero di persone appartenenti alle classi di et piø
avanzate.
A partire dal 1950 il mondo ha assistito a un impressionante
incremento della longevit . Dal 1950 ad oggi, infat ti, l aspettativa di
vita alla nascita Ł aumentata di circa 20 anni, dai 46 anni di allora
all attuale livello di 66 anni. Fra quanti superano i 60 anni di vita, gli
uomini possono aspettarsi di vivere altri 17 anni e le donne altri 20
anni. Ciononostante, esistono ancora delle grandi differenze nei livelli
di mortalit fra le nazioni. Nei paesi meno svilupp ati, ad esempio, il
dato si riduce a 15 anni di vita per gli uomini di 60 anni e a 16 anni
per le donne. Nelle regioni piø sviluppate, invece, l aspettativa di vita
dopo i 60 anni Ł di 18 anni per gli uomini e 23 anni per le donne.
L et media 10 Ł aumentata dai 23,6 anni nel 1950 ai 26,4 nel
2002. Si stima che, entro il 2050 essa raggiunger i 36,8 anni (Tab.
1.2).
La struttura della popolazione mondiale si sta trasformando da
una tradizionale piramide con una larga base in una piramide
capovolta. Il mondo si sta, letteralmente, capovolgendo in termini
demografici.
10
Media delle et ponderata con l ammontare della po polazione in ciascuna classe di et .
Capitolo I - Aspetti demografici dell invecchiamento
9
Tab. 1.2. Et media nel Mondo per area geografica.
1950, 2002 e 2050 (proiezioni varianti medie)
1950 2002 2050
Totale mondiale 23,6 26,4 36,8
Regioni piø sviluppate 28,6 37,3 45,2
Regioni meno sviluppate 21,3 24,1 35,7
Africa 19,0 18,3 27,5
Asia 22,0 26,1 38,7
Europa 29,2 37,7 47,7
America Latina e Caraibi 20,1 24,2 39,8
America del Nord 29,8 35,4 40,2
Oceania 27,8 30,7 39,9
Fonte: United Nations Population Division, World Population Prospects: The 2002
Revision.
In occasione della Seconda Assemblea Mondiale
sull Invecchiamento tenutasi a Madrid dall 8 al 12 aprile 2002, l ONU
ha pubblicato un rapporto11 che arriva a quattro principali conclusioni:
1. L odierno invecchiamento della popolazione rappresenta un
fenomeno senza precedenti nella storia dell’umanit . Gli incrementi
nella percentuale di persone anziane (60 anni e oltre) sono stati,
infatti, accompagnati da un decremento nelle percentuali dei giovani
(al di sotto dei 15 anni di et ). Entro il 2050, se condo le previsioni, il
numero complessivo delle persone di 60 anni e oltre12 superer a
livello mondiale quello delle persone giovani (con meno di 15 anni),
per la prima volta nella storia del genere umano. Questa storica
inversione nelle percentuali relative fra giovani e vecchi ha avuto
inizio gi a partire dal 1998 nelle regioni piø svi luppate.
11
United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division, "World
Population Ageing 1950-2050", United Nations, 2002.
12
Il Rapporto ONU suddivide le et in 0, 20, 40, 60 , 80, 100+ anni.
Capitolo I - Aspetti demografici dell invecchiamento
10
2. L’invecchiamento della popolazione Ł un fenomeno universale.
Nessuno potr rimanere immune da queste variazioni; noi
probabilmente non vedremo mai piø delle societ dem ograficamente
simili a quelle del passato, con un ampia base costituita da giovani e
da pochi anziani. Il continuo aumento dei gruppi di et piø elevata
all interno delle popolazioni nazionali, sia in valore assoluto che in
relazione alla popolazione in et lavorativa, eserc iter una relazione
diretta sulle relazioni all interno delle famiglie, sull equit fra le
generazioni, sugli stili di vita, e sulla solidariet familiare.
3. L invecchiamento della popolazione, in realt , sta gi avendo
delle importanti conseguenze ed implicazioni in tutti i settori della vita
umana quotidiana, e continuer lungo questa strada. Nell area
dell economia, per esempio, l invecchiamento della popolazione
influir sulla crescita economica, sui risparmi, su gli investimenti e sui
consumi, sul mercato del lavoro, sulle pensioni, sulle imposte e sul
trasferimento di ricchezza, sulla propriet e sull assistenza da una
generazione all altra. L invecchiamento della popol azione continuer
ad avere degli effetti sulla salute e sull assistenza sanitaria, sulla
composizione della famiglia e sul tenore di vita, sulle politiche
abitative e sui flussi migratori.
4. L’invecchiamento della popolazione mondiale Ł un fenomeno
durevole: nel corso del XX secolo la percentuale di persone anziane, a
livello planetario, ha continuato a crescere e si prevede che tale
tendenza continuer anche nel corso del XXI secolo. Nel 1950, per
esempio, la percentuale delle persone anziane, nel mondo, era pari
all 8%; nel 2002 era del 10%; ed entro il 2050 si prevede che essa
arrivi a toccare quota 21% (Fig. 1.1).
Capitolo I - Aspetti demografici dell invecchiamento
11
Tra le altre conclusioni presentate nel rapporto ONU, risulta
significativa quella relativa al numero e alle proporzioni di persone
anziane nelle regioni mondiali. A livello mondiale, il numero di
persone con 60 anni e piø Ł stimato dall’ONU in 628.874.000 nel 2002
(pari al 10% della popolazione mondiale). Si prevede che entro il 2050
- quando la popolazione delle persone anziane sar piø vasta rispetto
alla popolazione giovane (0-14 anni), per la prima volta nella storia
dell umanit - tale cifra crescer fino a raggiunge re quota 2 miliardi.
Fra le regioni esistono delle differenze particolarmente marcate
nel numero e nella percentuale delle persone anziane. Nell anno 2002,
infatti, nelle regioni piø sviluppate, circa un quinto della popolazione
aveva un et pari a 60 anni o superiore; entro il 2 050 si prevede che
tale percentuale raggiunga un terzo del totale. Nelle regioni meno
sviluppate, invece, solamente l 8% della popolazione ha attualmente
un et superiore ai 60 anni; ciononostante, entro i l 2050 le persone
anziane costituiranno all incirca il 20% della popolazione. La maggior
parte della popolazione anziana vive in Asia (circa 338 milioni di
ultrasessantenni, pari al 54% del totale degli anziani nel mondo) e in
Europa (circa 148 milioni). Le incidenze maggiori della popolazione
ultrasessantenne sul totale della popolazione si registrano in Europa
(20%) e nel Nord America (16%) (Tab. 1.3).
La classifica dei Paesi piø vecchi stilata dall’ONU13 nel 2002
vede al primo posto l’Italia, con una percentuale di popolazione
anziana del 25%. Seguono il Giappone, la Germania, la Grecia, la
Svezia e il Belgio, con percentuali di poco inferiori. Il Paese piø
13
United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division, "World
Population Ageing 1950-2050", United Nations, 2002.