ABSTRACT
The thesis focuses on the analysis of the way the particular language used in the
famous American animated sit-com The Simpsons is translated into Italian.
The thesis is divided into 5 sections:
9 Narrative analysis;
9 Script;
9 Interview with the translator Elena Di Carlo;
9 Analysis of the translation criteria;
9 Conclusions.
In the narrative analysis I will present the TV serial, its aim, the main characters
and the particular aspects of the American society that each of them represents. To this
end, I will refer to I Simpson, L’allucinazione di una sit-com by Pierluca Marchisio and
Guido Michelone.
The second chapter contains the unabridged translation of the script of the
episode The Cartridge Family with the parallel text, in addition to my research on the
cultural links traceable in the script.
The third chapter contains an interview I made with the official Italian translator
of The Simpsons, Elena Di Carlo, to clarify some important topics regarding the
translation criteria she used. The chapter also includes a theoretical analysis of the
translation choices, based on Dire quasi la stessa cosa by Umberto Eco, Propedeutica
della traduzione by Bruno Osimo and Teoria contemporanea della traduzione by Siri
Nergaard.
The forth chapter is dedicated to the analysis of the translation criteria. Here I
will single out the dominants, the intertextuality and the distinctive marks of the
prototext, as well as the ideal public the serial is addressed to. Then I will focus on how
the dominants, the intertextuality and the distinctive marks of the prototext have been
dealt with in the Italian translation.
Finally, I will analyse what was lost in translation and how the losses were
handled, and also analyse what was gained in translation.
7
SINOPSIS
La tesis analiza la traducción al italiano de las peculiaridades lingüísticas de la
famosa serie televisiva estadounidense Los Simpsons.
La tesis está dividida en 5 partes:
9 El análisis narrativo;
9 El guión en inglés con su traducción en italiano;
9 La entrevista a la traductora Elena Di Carlo;
9 El análisis de los criterios usados en la traducción;
9 Las conclusiones.
En el análisis narrativo se presentará el serial TV, su objetivo, los personajes
principales y el rasgo de la sociedad norteamericana que cada uno de ellos representa.
Además se intentará clasificar el serial TV en un género televisivo – dibujos animados o
más bien sit-com. I Simpson, L’allucinazione di una sit-com de Pierluca Marchisio y
Guido Michelone ha sido el texto que he tomado como referencia.
En el segundo capítulo se encontrará el guión en inglés del episodio The
Cartridge Family con su traducción en italiano y un comentario sobre las referencias a la
sociedad y cultura norteamericana que he identificado el él.
En el tercer capítulo se podrá leer la entrevista que le hice a la traductora italiana
de Los Simpsons, Elena Di Carlo, muy útil para entender los criterios usados por ella en la
traducción. El capítulo incluye también un anális teórico sobre las decisiones
traductológicas, tomando como referencia Dire quasi la stessa cosa de Umberto Eco,
Propedeutica della traduzione de Bruno Osimo y Teoria contemporanea della traduzione
de Siri Nergaard.
En el cuarto capítulo se hará un análisis traductólogico del prototexto y del
metatexto. Aquí se identificanán la dominante, la intertextualidad, las peculiaridades
lingüisticas y el espectador modelo de ambos textos. A continuación se compararán estos
rasgos para entender cómo las caracteristicas del prototexto han sido traducidas en el
metatexto, y en el caso de que se hubieran perdido matices, cómo ha sido gestionada esta
pérdida.
8
PREFAZIONE
I Simpson sono una serie televisiva americana sottoforma di cartoon trasmessa da
più di quindici anni in Italia, che tutti conoscono e apprezzano per la sua irriverenza nei
confronti del politically correct a oltranza che si suole usare in televisione, ma soprattutto
per la sua esilarante comicità.
Grazie all’immediatezza conferita alle battute dai saggi sceneggiatori, tutti
possono godere dello spirito goliardico che troneggia nella serie e ridere insieme alla
famiglia più pazza d’America delle loro piccole e grandi disavventure quotidiane, ma solo
pochi possono apprezzare pienamente l’aspetto più profondo che si cela dietro
all’apparenza innocua dei personaggi dalla pelle gialla, e l’impresa diventa ancora più
ardua se chi si propone di capire i Simpson appieno si affida esclusivamente alla
traduzione nella propria lingua.
Lo scopo di questa tesi è di mettere in luce la complessità – sia dei temi affrontati
sia del linguaggio – di questo prodotto televisivo nel prototesto inglese americano, e di
capire quale strategia traduttiva sia stata scelta per ottenere anche nel metatesto italiano lo
stesso effetto divertente ma critico, e soprattutto per scoprire se, viste le sostanziali
differenze linguistico-culturali tra America e Italia, questo obiettivo sia stato raggiunto.
Nel primo capitolo viene presentata la serie, si fa un’analisi narratologica del
prototesto, si parla dell’ambientazione e vengono descritti alcuni dei numerosi personaggi
cercando di approfondire l’aspetto della società americana che essi hanno la missione di
rappresentare, sottolineando la complessità di ogni elemento presente, nascosto da una
apparenza semplice e divertente. Inoltre, dopo aver dimostrato che non si tratta di un
semplice cartone animato per bambini, si è cercato di classificare la serie in un genere
televisivo più adeguato alle sue caratteristiche.
Inoltre ho cercato di dare una definizione al genere ibrido de i Simpson tracciando
una storia del cartone animato, utilizzando come testo di riferimento il saggio I Simpson
l’allucinazione di una sit-com scritto dal docente all’università Cattolica di Milano ed
esperto di comunicazione sociale Guido Michelone e da Pierluigi Marchisio, un laureato
in scienze della comunicazione.
Nel secondo capitolo viene analizzato il copione dell’episodio The Cartridge
Family e proposta la traduzione italiana a fronte, dove sono stati segnalati alcuni elementi
tipici dello slang americano e del linguaggio particolare de i Simpson, con lo scopo di
comprendere come certe espressioni siano state tradotte in italiano e se la traduzione
abbia riprodotto nel metatesto le stesse caratteristiche del prototesto.
A conclusione del capitolo vengono rintracciati i rimandi culturali presenti
nell’episodio.
Nel terzo capitolo viene riportata l’intervista fatta da me alla traduttrice ufficiale
italiana de i Simpson, Elena Di Carlo, che sono andata a trovare a Roma per avere delle
delucidazioni in merito alla sua strategia traduttiva, dato che la letteratura in merito alla
traduzione de i Simpson è praticamente inesistente.
Approfondendo le preziose informazioni datemi dalla traduttrice, ho completato
il capitolo con alcune considerazioni teoriche sulla traduzione accettabile, avvalendomi di
9
alcuni interessanti testi di teoria della traduzione, tra i quali Dire quasi la stessa cosa di
Umberto Eco, Teorie contemporanee della traduzione di Siri Neegard, nel quale sono
presenti interessanti saggi di Eco, Lotman, Nida e Levy, e Propedeutica della Traduzione
di Bruno Osimo.
Il quarto capitolo è dedicato all’analisi traduttologica del prototesto e del
metatesto, dove sono stati rintracciati e confrontati le dominanti, l’intertestualità, le
marche e lo spettatore modello. A conclusione viene esposta la strategia usata per gestire
il residuo traduttivo.
Infine vengono tratte le conclusioni del lavoro svolto ed espresse considerazioni
personali in merito.
10
CAPITOLO 1: ANALISI NARRATOLOGICA
1.1 Presentazione della serie
«I Simpson sono nati come un esperimento, come il tentativo di
realizzare un prodotto underground all'interno di una programmazione
tradizionale che fosse in grado di mandare messaggi di contro cultura
attraverso una serie che si è portati a non prendere sul serio»,
Racconta Matt Groening, l’ideatore e disegnatore de i Simpson, una serie
televisiva animata sulla cresta dell’onda da ormai più di 15 anni.
1.1.1 Come sono nati
I Simpson sono stati creati dalla penna di Matt Groening, geniale fumettista
americano (nato a Beaverton, Oregon il 15 febbraio 1954, trasferitosi poi a Portland,
Oregon, e ora vive a San Francisco, California), creatore di Life in Hell, una serie di
strisce comiche e irriverenti pubblicate dal 1977 su molti giornali americani e
internazionali. Nel 1986 la Fox gli chiese di realizzarne una breve serie animata da
trasmettere durante un talk show comico, il The Tracey Ullman Show.
La leggenda narra che il giorno in cui Groening doveva presentarsi allo studio di
James L. Brooks (ideatore dello show e in seguito produttore esecutivo de i Simpson) con
una proposta, non avesse ancora ideato nulla e, in 15 minuti, mentre attendeva l’inizio
della riunione, disegnò degli schizzi che divennero poi i Simpson.
Si dice che Groening rifiutò la proposta di cedere
alla Fox i diritti di Life in Hell, perché lo considerava la
sua migliore creazione e temeva che un fallimento
televisivo avrebbe compromesso la sua carriera di
disegnatore
1
, quindi, ignaro di ciò che lo aspettava,
decise di inventare per lo show i Simpson, un cartone
animato nuovo che voleva mostrare con ironia corrosiva
e grottesca il vero volto dell’ American Way of life
attraverso le vicissitudini di una tipica famiglia
americana con i problemi americani degli anni ’90, anche
se poi di tipico aveva ben poco.
Dopo questa particolare gestazione i Simpson, con un disegno un po’ più grezzo e
meno preciso di quello odierno (vedi immagine) - Homer era in giacca e cravatta e aveva
più capelli, la capigliatura di Marge era meno alta, Bart era più cicciottello e aveva gli
occhi meno in fuori, Lisa i capelli a riccio invece che a stella marina e i capelli di Maggie
erano più arruffati - apparvero il 19 aprile 1987 sulla rete americana Fox, animati e
prodotti da un gruppo che divenne in seguito la casa di animazione americana Klasky-
Csupo (che animò la serie fino al 1992 per un totale di 61 episodi insieme alla Gracie
1
http://web.tiscali.it/fabioracco/storia.htm
I primi Simpson 1
11
films
2
,
che è l’attuale casa di produzione de i Simpson), sotto forma di cortometraggio
della durata di 30 secondi intitolato Good Night per il The Tracey Ullman Show, e
continuarono con questa versione in pillole (in totale furono trasmessi 48 corti, inediti in
Italia, suddivisi in 3 stagioni) fino al 1989.
Oggi il programma è prodotto dalla Gracie Films per la 20
th
Century Fox
Television e la Fox Network, mentre l’animazione è curata dalla Film Roman
Productions.
La popolarità raggiunta grazie a questo primo timido passo sulla scena americana
convinse la Fox a trasformarli in una serie indipendente, partendo il 17 dicembre 1989 da
uno special di Natale della durata di 30 minuti intitolato Roasting on an Open Fire
(episodio numero 7G08 tradotto in italiano Un Natale da Cani), continuando il 14
gennaio 1990 con Bart the Genius (episodio 7G02, Bart il Genio, che è considerato il
primo episodio ufficiale della serie animata), e decidendo in seguito di fissare la
programmazione regolarmente la domenica sera in prima serata (evento abbastanza
insolito per un cartone animato).
Il battesimo Italiano fu martedì 1 ottobre 1991 con l’episodio Bart il Genio. In
seguito iniziarono a trasmettere un episodio con cadenza settimanale fino al 1996 su
Canale 5, prima in seconda serata, poi la domenica e il sabato pomeriggio.
Dopo un’inspiegabile assenza, tornarono su Italia 1 tutti i giorni nel primo
pomeriggio fino al 2001. Nel 2002 scomparvero di nuovo e nel 2003 ritornarono con la
tredicesima serie.
Gli episodi creati in totale sono ad oggi più di 350, suddivisi in sedici stagioni dal
1989 al 2005 ed è già in produzione la diciassettesima serie, trasmessa negli Usa a partire
dal autunno 2005. Sono già state confermate anche la diciottesima e la diciannovesima
del 2007/2008. Finora in Italia sono stati trasmessi 323 episodi.
Ogni episodio ha un particolare numero di riconoscimento composto da un codice
di produzione (p-code) indicante la stagione di appartenenza:
MG corti del Tracey Ulman Show (1987-89)
7G Prima stagione (1989-98)
7F Seconda stagione (1990-91)
8F Terza stagione (1991-92)
9F Quarta stagione (1992-93)
1F Quinta stagione (1993-94)
2F Sesta stagione (1994-95)
3F Settima stagione (1995-96)
3G Episodi speciali appartenenti alla settima stagione
4F Ottava stagione (1996-97)
2
Casa di produzione creata da James L. Brooks, produttore esecutivo dei Simpson insieme a Mike Scully, nel
1986 per il Tracey Ullman Show. È associata con lo studio cinematografico e di distribuzione Sony Pictures
Entertainment. Ha un ufficio presso la 20
th
Century Fox.
12
5F Nona stagione (1997-98)
AABF Decima stagione (1998-99)
BABF Undicesima stagione (1999-2000)
CABF Dodicesima stagione (2000-01)
DABF Tredicesima stagione (2001-02)
EABF Quattordicesima stagione (2002-03)
FABF Quindicesima stagione e primi sei episodi della Sedicesima (2003-04)
GABF Sedicesima stagione (2004-05)
HABF Diciassettesima stagione (2005-06)
Il p-code è seguito da un numero progressivo (7G01, 8F23,AABF20, etc.) ma
non sempre quest’ordine rispecchia l’ordine di trasmissione, infatti alcuni episodi
numerati con il codice di una stagione sono stati trasmessi per esigenze di palinsesto
nell’anno successivo
3
.
La prima stagione è stata numerata 7G dal produttore J. L. Brooks perché Homer
lavora nel settore 7G della centrale nucleare.
I Simpson sono anche detentori di record: il 1 maggio 2005, con la trasmissione
dei due episodi Don’t fear the roofer [numerato con il codice GABF10] e The heart broke
kid [GABF11] che sono il 350esimo e il 351esimo, hanno superato il record dei 349
episodi del cartone animato più lungo in assoluto Scooby Doo, e detengono il record della
più lunga serie d’animazione mai trasmessa in prima serata in America, superando I
Flintstones.
La popolarità raggiunta dalla serie ha anche spinto star internazionali e non a
cercarsi uno spazio in uno dei tanti episodi, sia facendosi disegnare e animare dagli abili
collaboratori di Groening, sia prestando la loro voce a un personaggio particolare che
appare in un solo episodio. Tra gli attori americani più conosciuti possiamo segnalare
Michelle Pfeiffer, Winona Ryder, Danny De vito, Mel Gibson, e anche al doppiaggio
italiano hanno partecipato personaggi famosi della televisione italiana, tra cui Valeria
Marini, Paolo Bonolis, Leo Gullotta, Vittori Sgarbi, ecc
4
.
Esiste anche una versione fumetto dei Simpson. Matt Groening è infatti editore
della Bongo Comics Group, una casa editrice da lui fondata nel 1993, che ha creato un
poker di fumetti: Simpsons Comics, Radioactive Man, Bartman, Itchy e Scratchy Comics
(che in italiano sono tradotti Grattachecca e Fichetto), e due serie speciali, Lisa Comics e
Krusty Comics.
Ovviamente i Simpson sono redditizi anche dal punto di vista del merchandising,
che Matt e i suoi collaboratori curano in ogni minimo dettaglio.
3
Per vedere tutta la numerazione in ordine di trasmissione con i relativi titoli in inglese
http://www.snpp.com/guides/ql.html e in italiano http://www.snpp.com/guides/italia.ql.html
4
Vedi elenco completo http://www.antoniogenna.net/doppiaggio/anim/isimpson.htm
13