6
- spargimento di reflui derivanti dall’attività agro-zootecnica.
Questi residui sono ricchi di sostanza organica e di elementi nutritivi utili
per migliorare la fertilità del suolo ma possono presentare alcuni problemi
in relazione alla presenza nelle matrici organiche di metalli pesanti e di
sostanze indesiderate provenienti da attività antropiche estranee
all’agricoltura.
Questi contaminanti possono alterare gli equilibri chimici e biologici del
suolo producendo modificazioni indesiderate fino alla perdita di molte delle
funzioni del suolo stesso, compromettendone la fertilità e determinando
conseguenze negative per la catena alimentare e quindi per la salute
umana e per gli ecosistemi in generale.
Una fonte di contaminazione da metalli pesanti è rappresentata
dall’attività mineraria sia per le immissioni dirette durante la produzione
che per la diffusione dei contaminati presenti nei punti di stoccaggio.
La contaminazione da metalli pesanti è un problema che interessa vasti
territori del centro e sud Sardegna dove fino agli anni sessanta l’attività
mineraria rappresentava il più importante motore di sviluppo dell’economia
e dell’industria in Sardegna; la cessazione delle attività, negli anni ottanta,
ha lasciato come eredità grandi scavi ed una grande quantità di rifiuti di
trattamento abbandonati senza misure di protezione. Oggi è necessario
intervenire per minimizzare i danni pregressi, prevenire quelli futuri e
elaborare un progetto di recupero di quei territori soddisfacente sotto
l’aspetto ambientale e sanitario.
7
2. I SITI CONTAMINATI IN EUROPA, ITALIA,
SARDEGNA.
2.1 Situazione Europea
Le principali sorgenti di contaminazione del suolo che possono essere
identificate in Europa sono differenti:
- attività industriali e commerciali,
- discariche di rifiuti urbani e industriali,
- siti contaminati da oli,
- siti minerari.
Come si può riscontrare dal grafico sottostante (Figura 2.1), in Italia ad
esempio, la causa maggiore di contaminazione è dovuta ad attività
industriali e commerciali.
Figura 2.1: Attività contaminanti del suolo del suolo da fonti localizzate.
Attività contaminanti del suolo da fonti localizzate (% del totale)
0 20 40 60 80 100 120
Bulgaria (l)
Switzerland (j)
Austria
Denmark (g)
Norway
Romania (f)
Lithuania (e)
Sweden
Slovenia
Estonia
Municipal waste disposal sites Industrial waste disposal sites
Industrial and commercial sites Mining sites
Former military sites Oil extraction and storage sites
Oil spills sites Power plants
Storage of manure Other hazardous substance spill sites
others (shooting ranges, etc.)
Fonte:EEA, European Environmental Agency, May 2005 Assessment
8
La maggior parte dei paesi per i quali i dati sono disponibili
attribuiscono l’inquinamento ad un inadeguato stoccaggio dei rifiuti,
perdite durante le operazioni industriali e commerciali e all’industria
petrolifera (estrazione e trasporto).
Più in dettaglio i rami industriali come quello della produzione di
energia, dell’industria chimica, dell’industria metallurgica e petrolifera,
contribuiscono con più del 50% alle fonti totali di inquinamento in ogni
Paese. Tuttavia il range di attività inquinanti e la loro importanza varia
considerabilmente in ogni Paese. Queste variazioni potrebbero mostrare
differenti sistemi di classificazione o incompletezza delle informazioni
disponibili. Un vasto range di attività industriali e commerciali ha avuto
impatti sul suolo attraverso il rilascio di una grande varietà di contaminanti
differenti.
Figura 2.2: Principali contaminanti industriali e commerciali rilevati nei
suoli Europei.
Fonte:EEA, European Environmental Agency, May 2005 Assessment
Metalli pesanti (31%), olio minerale (20%), idrocarburi policiclici
aromatici (PAH) (16%), idrocarburi clorinati e idrocarburi aromatici (13%),
sono considerati come i principali responsabili della contaminazione del
suolo da sorgenti locali di siti industriali e commerciali (Figura 2.2).
Principali contaminanti industriali e commerciali
rilevati nei suoli Europei (% sul totale)
20%
31%
16%
13%
13%
1%
5%1%
Heavy metals Mineral oil
Polycyclic Aromatic Hydrocarbons (PAH) Chlorinated Hydrocarbons (CHC)
Aromatic Hydrocarbons (BTEX) Phenole
Cyanide Others
9
Figura 2.3: Principali contaminanti di attività industriali e commerciali su
suoli.
Fonte:EEA, European Environmental Agency, May 2005 Assessment
Questi polluenti da soli contribuiscono alla contaminazione dei siti per il
90%, mentre il loro peso relativo può variare notevolmente da Paese a
Paese (Figura 2.3). L’implementazione di strutture legislative e di
regolamentazione esistenti (Integrated Pollution Prevention, Control
Directive, Landfill Directive), dovrebbero portare ad una riduzione della
nuova contaminazione dei suoli Europei. Molti settori, sia pubblici che
privati, non si sono ancora confrontati con problemi di contaminazione
storica in quanto, per portare avanti il risanamento dei siti contaminati
vengono richiesti lunghi periodi di tempo e grandi quantità di risorse
finanziarie. Questo è un processo faticoso, che può essere diretto a livello
Principali contaminanti di attività industriali e commerciali su
soli (% sul totale)
0 20 40 60 80 100
Czech Rep.
Italy (a)
Lithuania (b)
Austria
Sweden
Netherlands
Belgium-
Flanders
%
Oli minerari Idrocarburi Clorurati (CHC)
Idrocarburi policiclici Aromatici (PAH) Metalli pesanti
Fenoli Cianuri
Idrocarburi Aromatici (BTEX) Altri
10
nazionale , regionale o locale e nel quale la fase finale (risanamento)
prevede quantità di risorse finanziarie e di tempo più alte rispetto alla fase
iniziale (investigazione del sito).
Nella maggior parte di Paesi per i quali i dati sono disponibili, le attività
di identificazione dei siti sono generalmente molto avanzate e le
informazioni sull’andamento del processo molto dettagliate, mentre le fasi
di caratterizzazione e risanamento procedono lentamente e non sono
supportati da sistemi efficientemente diffusi dei dati.
L’avanzamento nella gestione dei siti, può variare considerabilmente da
Paese a Paese, e quindi le comparazioni sono difficili da fare e i dati
devono essere valutati con cautela. In alcuni Paesi la comparazione tra
processi di risanamento completati e stimati, potrebbe far pensare ad un
avanzata risoluzione del problema, tuttavia la mancanza di indagini
approfondite determina una sottostima del dato.
Sebbene la maggior parte dei paesi europei abbia strumenti legislativi
che applicano il principio “chi inquina paga” per il risanamento dei siti
contaminati, non vi è la possibilità di una sua totale implementazione in
quanto, in relazione alla contaminazione storica, molte entità legalmente
responsabili sono scomparse o il responsabile della contaminazione non è
stato identificato oppure è insolvente. Quindi una parte considerevole dei
costi totali di risanamento è stata coperta attraverso un finanziamento
pubblico; infatti circa il 25% della spesa totale deriva da fondi pubblici
mentre il contributo della spesa privata è sconosciuto. Questo è un trend
comune in Europa.
Dati relativi alla spesa annuale in ambito europeo, hanno evidenziato
che per l’intero processo di risanamento questa varia da meno di 2 a 35 €
procapite per anno (periodo 1999-2002). Sebbene una cifra considerevole
di denaro sia stata già spesa per le attività di risanamento questa risulta
relativamente bassa in confronto alla totalità dei costi di risanamento
stimati.
11
Ci si aspetta che l’implementazione di misure preventive introdotte dalla
legislazione in atto possa limitare gli imput di contaminanti nel suolo nei
prossimi anni. Conseguentemente la maggior parte degli sforzi futuri,
saranno rivolti verso il risanamento di siti storicamente contaminati (EEA,
European Environmental Agency, May 2005 Assessment).
2.2 Situazione Italiana
Il quadro italiano in alcuni casi è tuttora caratterizzato, analogamente a
molti altri Paesi europei, dall’assoluta carenza di dati utili sui siti
contaminati, in altri dalla presenza di molte informazioni, soprattutto a
livello locale, ma disomogenee e disperse tra i vari Enti operanti sul suolo;
ciò ostacola la definizione di indicatori nazionali e impedisce la costruzione
di un quadro conoscitivo atto a esprimere una valutazione complessiva
sullo stato ambientale della risorsa.
In base a quanto è scaturito dalla Conferenza Internazionale sulla
Bonifica dei Siti Contaminati del 2006, in Italia le aree censite e
potenzialmente inquinate sono circa 12 mila e tra queste le aree di
contaminazione già accertata sono circa 4.400.
Di queste superfici:
- il 10% è stato bonificato,
- il 60% è fermo alla fase di caratterizzazione (analisi preliminare),
- il 30% sono gli interventi di bonifica avviati.
12
Tabella 2.1: Siti potenzialmente contaminati e siti da bonificare per
regione (2004)
Siti da bonificare inseriti o
inseribili in anagrafe
Con bonifica in corso
Regione/
Provincia
autonoma
Siti
potenz.
contaminati
Con
sola
indagine
prelimin
Con piano
di
caratteriz.
approvato
Con
progetto
prelimin.
approv.
Con
progetto
definitivo
approv.
Siti
bonificati
TOT
Piemonte f a 404 59 15 47 b 86 611
Valle D’Aosta 5 3 3 0 0 4 10
Lombardia
h
1826 475 165 40 123 112 915
Trentino alto
Adige
583 162 25 17 12 29 245
Veneto
h
125 164 48 53 61 15 341
Friuli Venezia
Giulia
h
144 26 10 1 2 0 39
Liguria
h
945 57 30 17 23 0 127
Emilia
Romagna
- 260 73 5 52 24 414
Toscana 1049 538 144 64 172 105 1023
Umbria 725 6 4 13 0 1 24
Marche 1574 f f f f - f
Lazio 329 110 62 19 27 0 218
Abruzzo
h
f f f f f 3 3
Molise 9 2 11 0 2 1 16
Campania 1324 60 138 11 20 3 232
Puglia 566 f f f f f f
Basilicata
h
890 f f f f f f
Calabria
h
696 f f f f f f
Sicilia
h
721 57 3 3 0 5 68
Sardegna
h
703 276 16 9 21 2 324
Totale
12214 2600 791 267 562 390 4610
Fonti, Regioni, ARPA/APPA
LEGENDA:
a - Di cui 56 siti con piano della caratterizzazione presentato ma non approvato;
b – Di cui 64 siti con intervento non necessario;
c – Variazioni rispetto al 2003 dovute ad una diversa gestione dei dati;
d – Compresi i siti inseriti in anagrafe per i quali, dopo la messa in sicurezza d’emergenza e la
caratterizzazione, le Autorità competenti, con apposita presa d’atto, non hanno ritenuto necessario un intervento
di bonifica;
f – La valutazione è in corso; i dati non sono al momento disponibili;
h – Dati non modificati rispetto a quelli pubblicati nell’Annuario dei dati ambientali
edizione2003
(Annuario dei Dati Ambientali - edizione 2004)
13
Tra i principali contaminanti di origine industriale e commerciale che si
possono riscontrare in siti italiani, ricordiamo gli olii minerali che
contribuiscono, come riportato nel grafico per circa il 46% del totale; altra
percentuale rilevante d’inquinamento nella penisola è da attribuire invece
ai metalli pesanti che contribuiscono per un 16% alla contaminazione
complessiva (Figura 2.4).
Figura2.4: Principali contaminanti industriali e commerciali rilevati in
suoli italiani.
Principali contaminanti industriali e commerciali rilevati
nei suoli in Italia (% sul Totale)
16%
4%
11%
46%
16%
2%
Olii minerali Idrocarburi Clorurati (CHC)
Idrocarburi policiclici Aromatici (PAH) Metalli pesanti
Fenoli Idrocarburi Aromatici (BTEX)
Altri
(EEA, European Environmental Agency, May 2005 Assessment)
Nonostante l’elevato numero di siti contaminati, la percentuale di aree
bonificate risulta relativamente bassa; infatti, sebbene le tecnologie per il
recupero dei siti contaminati siano molteplici ed avanzate, i costi per la
loro applicazione sono ancora troppo elevati e la legislazione in materia
non è sempre adeguata.
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2.3 Situazione in Sardegna
La Sardegna possiede un rilevante patrimonio naturale che rappresenta
una fondamentale risorsa per il suo sviluppo.
Non mancano, tuttavia, nella gestione delle risorse naturali situazioni di
criticità. Infatti, per quanto concerne la contaminazione dei suoli (Figura
2.5.), sono stati complessivamente riscontrati al 2003, 747 siti contaminati
di cui:
- 404 da discariche di Rifiuti Solidi Urbani
- 169 da attività mineraria dismessa
- 83 da stoccaggio idrocarburi
- 85 da attività industriali
- 6 da amianto
Figura 2.5: Siti contaminati per tipologia in Sardegna.
Fonte: www.sardegnaindustriale.it
La maggior parte dei siti contaminati è localizzata nella provincia di
Cagliari (340 siti), segue la provincia di Sassari con 164, quella di Nuoro
con 144 e infine quella di Oristano con 99 (Figura 2.6).
Siti contaminati per tipologia (2003)
54%
11%
23%
1%
11%
Attività Industriali Discariche dismesse di RU
Stoccaggio Idrocarburi Contaminanti Amianto
Attività Minerarie Dismesse