5
studi è un fattore fisiologico di un sistema che ha raggiunto la maturità), è
opportuno fare il punto su quali siano gli svantaggi e vantaggi, se ce ne sono,
della partecipazione fieristica da parte delle aziende, sia in quanto espositori
che visitatori.
CAPITOLO 3
Per comprendere a tutto tondo lo strumento Fiera, è necessario descriverne gli
aspetti che compongono le sue funzionalità e valore. Uno di questi è il legame
con il territorio, che inoltre è l’aspetto che incide maggiormente nel
determinarne il valore.
Per un ente fieristico è infatti fondamentale che la sua presenza sia il più
possibile inserita in maniera idonea nel territorio nel quale opera, sia dal punto
di vista dell’accessibilità, sia da quello più strettamente legato alle specificità
dello strumento Fiera. Per una realtà fieristica infatti il legame con il territorio è
sinonimo di identità, di attività concrete volte alla promozione della propria
immagine e allo stesso tempo del territorio.
Definire quindi le caratteristiche di quello che viene chiamato marketing
territoriale, e successivamente fare chiarezza su alcuni aspetti che interessano
più da vicino l’attività fieristica verso e da il territorio nel quale opera, è una
panoramica necessaria per una maggiore comprensione dell’impresa
particolare della quale si tratta in questo elaborato.
CAPITOLO 4
Inizia con questo capitolo la parte di questo elaborato nel quale si andranno ad
esplicitare le caratteristiche della comunicazione istituzionale prodotta dalla
Fiera di Padova.
6
Partendo da una panoramica generale sul significato di comunicazione, e sulla
definizione della comunicazione d’impresa in tutte le sue componenti,
l’attenzione è posta alla comunicazione istituzionale, e agli strumenti utilizzati
dalla Fiera di Padova per comunicarla.
Questo costituirà argomento di riflessione finale anche sugli eventuali aspetti
che in futuro potrebbero essere migliorati o semplicemente potenziati, perché
già positivi.
CAPITOLO 5
In questo ultimo capitolo si andranno ad analizzare quattro manifestazioni di
PadovaFiere, per comprendere se anche queste possono essere considerate
come strumenti impropri della sua comunicazione di corporate. Due
manifestazioni saranno scelte tra quelle direttamente organizzate dalla Fiera,
mentre le altre saranno tra quelle organizzate da terzi.
7
PARTE PRIMA
LA FIERA COME STRUMENTO PER LE AZIENDE
Capitolo 1
STORIA DELL’ISTITUTO FIERISTICO NEI SECOLI
Per comprendere le caratteristiche dello strumento Fiera bisogna
analizzarlo partendo dalle origini. Il mio intento è quindi quello di procedere con
la descrizione di quello che è stata l’evoluzione dello strumento fieristico nei
secoli, e la sua classificazione. In secondo luogo verrà descritto ciò che viene
definito come sistema fieristico italiano, cercando, per quanto è possibile, di
individuarne i punti di forza e di debolezza, e quella che è stata la storia della
Fiera di Padova, dalle sue origini fino agli ultimi avvenimenti.
È necessario poi uno sguardo al sistema fieristico internazionale (con in
testa quello tedesco), che funziona come pietra di paragone per capire quali
potrebbero essere le mosse più giuste da affrontare nel nostro paese per una
maggiore valorizzazione del sistema fieristico italiano e di conseguenza anche
del Made in Italy.
1.1Le origini
La Fiera come si conosce oggi in particolare in Europa, è il risultato di
un’evoluzione che ha origini molto lontane sin dal Medioevo.
La prima forma di scambio delle merci tra l’uomo è stata il baratto.
Successivamente si passò a dare un certo valore ad un determinato prodotto,
8
soprattutto in riferimento alla sua rarità o all’importanza di questo per la
collettività. Ecco che la Fiera nasce per dare risposta ad un cambiamento molto
importante per l’uomo, e lo fa nella formula della Fiera Mercantile in un’epoca
dove c’era carenza di trasporti e, per questo, gli approvvigionamenti alle città e
alle regioni erano particolarmente difficili perché complessi e lunghi.
Anche gli spostamenti per le persone erano difficoltosi, soprattutto in tempi in
cui non esisteva una distribuzione capillare dei mezzi di trasporto, e gran parte
della popolazione non disponeva di molto denaro.
Durante le manifestazioni nel Medioevo veniva concesso un regime di pace per
permettere lo svolgimento del commercio fieristico. La «pace della Fiera»
continuò fino al XIII Secolo, quando si diffuse una maggiore stabilità politica e
commerciale.
Venne deciso un appuntamento fisso con le Fiere annuali, che avevano una
durata limitata ma comunque maggiore dei mercati, e soprattutto il commercio
era fatto all’ingrosso con la riduzione al minimo dei dazi doganali.
Generalmente queste Fiere erano legate ad una ricorrenza religiosa, pagana o
cristiana che fosse. Durante i giorni della Fiera, erano accumulati enormi
quantità delle merci più disparate. Questo era sicuramente un ottimo motivo per
stimolare la curiosità di molte persone, che decidevano così di affrontare un
lungo viaggio, in cambio della soddisfazione delle proprie necessità.
Dal punto di vista dei commercianti, la partecipazione a questi appuntamenti
era sicuramente qualcosa di necessario, perché gli permetteva di far conoscere
e vendere i propri prodotti, molte volte al di fuori della zona d’origine. La Fiera
diviene, quindi, uno strumento utile da sfruttare per allargare il proprio giro
d’affari o per superare un momento di crisi. È quindi sempre di più chiara la
differenza tra le Fiere e i mercati, in quanto questi ultimi si rivolgevano
prevalentemente a commercianti locali che vendevano prodotti di origine locale.
9
Era chiaro che se aumentavano le occasioni fieristiche una ragione era proprio
il fatto che, durante questi appuntamenti, era permesso un commercio
maggiormente «libero» in termini di minore burocrazia e tassazione dei
commercianti.
Le caratteristiche della Fiera e i suoi punti di forza erano quindi
l’eccezionalità dell’evento e dei prodotti scambiati sia per tipologia sia per
quantità, la presenza di commercianti non solo provenienti dalle zone locali e
limitrofe ma anche stranieri, e la durata limitata nel tempo della manifestazione,
scandita dai momenti di presentazione, vendita e pagamento delle merci.
Fino alla metà dell’800 le Fiere divennero così il principale veicolo di scambio,
diventano grandi esposizioni a carattere nazionale inizialmente, e pii anche per
le produzioni internazionali. Ancora oggi si possono ritrovare nella loro forma
originale, durante i mercati settimanali e mensili nelle piazze cittadine e di
paese.
Tra le più antiche e documentate vi sono in Francia quella di Lendit (629) e di
Champagne (XII Sec.), mentre in Italia quelle di Senigallia (Ancona), in
Trentino, in Valle Padana, La Fiera Millenaria di Gonzaga, e di Santa Caterina
2
(Udine).
1.2 Nascita della Fiera Campionaria
Nel XIX secolo, grazie al grande sviluppo industriale, la Fiera subì
un’importante trasformazione, che la portò ad essere il luogo privilegiato per la
promozione delle produzioni industriali nazionali.
2
Petrini (1984) fornisce una descrizione dettagliata delle caratteristiche della Fiera di Santa
Caterina.
10
Le cause possono essere riconducibili principalmente a due: la produzione in
serie e lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione. Questi due elementi
diedero grande impulso al cambiamento, perché aprirono il commercio a
percorsi impensabili nel secolo precedente, attivando un processo di sviluppo
a lungo termine che vede i frutti ancora oggi.
Grazie quindi ad una «mercificazione» dei prodotti, (in seguito alla
standardizzazione della produzione industriale), e alla maggiore velocità di
comunicazione, le Fiere videro l’ingresso del campione, e quindi non più delle
grandiose quantità di merci.
Cambiava in questo modo la concezione anche della Fiera stessa, che da
Mercantile si evolveva in Campionaria.
La prima Fiera Campionaria in ordine di tempo si svolse nel 1894 a Lipsia, con
l’originale formula dell’esposizione di campioni.
Dal punto di vista dell’offerta la Fiera campionaria, permette la
presentazione dei campionari completi dell’azienda, senza necessariamente
portare in Fiera un gran numero di prodotti, l’acquisizione di ordini, ed il
confronto con la concorrenza per i successivi sviluppi dei prodotti.
Dal lato della domanda, il fatto di poter prendere visioni dei plafond
completi dei prodotti, è un elemento di grande vantaggio per poter scegliere con
maggiore chiarezza le opportunità presenti, e poter facilmente fare gli ordinativi
senza dover prelevare le merci in loco proprio come una vetrina delle
meraviglie.
Le Fiere Campionarie diventarono ancora di più un momento stimolante
di confronto dove si potevano snellire le operazioni di scelta dei prodotti, ma
anche di acquisizione di nuovi clienti.
Fino al secondo Dopoguerra lo sviluppo della Fiera Campionaria fu costante e
in continua espansione, perché questa formula fieristica rispondeva in modo
11
ottimale al nuovo modo con cui venivano prodotti gli oggetti e perché l’utilizzo
del campione permetteva la semplificazione del lavoro di espositore e visitatore.
Inoltre erano appuntamenti molto “economici” proprio grazie alle importanti
esenzioni doganali che erano concesse. L’eccezionalità del finanziamento e
della promozione dell’attività fieristica da parte di alcune strutture o istituzioni,
come le Camere di Commercio, il Ministero degli Esteri o l’ICE, è presente
ancora oggi in Italia e in altri paesi. Questi interventi significano non solo un
appoggio all’importanza dell’attività fieristica per l’economia del paese, ma
anche in direzione di una internazionalizzazione, come importanti strumenti di
ricchezza e di creazione di vantaggio competitivo.
La tipologia presentata a Lipsia venne, infatti, ben presto adottata anche in
Francia a Lione e Parigi, in Italia a Milano, fino a diffondersi in tutte le principali
città fieristiche d’Europa. A Padova la prima Fiera Campionaria fu inaugurata
nel 1919.
1.3 Le Fiere specialistiche e i distretti Industriali italiani
Il giro di boa per questa tipologia di manifestazione fieristica si ebbe
grazie al boom economico a cavallo degli anni ‘50–‘60, e al diffondersi dei
mezzi di comunicazione di massa. Anche in questo caso un momento
d’importante sviluppo economico - commerciale portò ad un livello successivo
l’evoluzione dell’istituto fieristico, com’era accaduto nel XVIII secolo nel
passaggio dalla Fiera mercantile a quella campionaria.
In quelli anni nascono le prime rassegne verticali specializzate che si rivolgono
agli operatori economici e commerciali di un unico settore, diventandone un
importante momento d’incontro. L’aspettativa da parte dell’espositore, in seguito
12
al costo dell’investimento, si traduce automaticamente in un tornaconto
economico maggiore per la sua impresa, fatto soprattutto di ordinativi e di un
aumento del giro d’affari e del portfolio cliente.
L’Italia vede la nascita proprio in quegli anni (più precisamente a partire
dagli anni ’70), di un nuovo attore economico che avrà vita lunga e rilevante per
il Paese fino ad oggi: il Distretto Industriale.
Il Distretto identifica il raggruppamento in una data regione delle piccole e
medie imprese che producono nel medesimo settore dell’industria
manifatturiera, grazie ad un alto grado di specializzazione e forme di
cooperazione. Questo rapporto permette il godere dei vantaggi altrimenti
riservati solo alle grandi aziende del settore, senza subirne la rigidità.
L’appartenenza ad un distretto industriale permette quindi alla piccola azienda
di prendere parte alle manifestazioni del settore, avendo così l’opportunità di
migliorare il proprio volume d’affari, ma soprattutto di poter acquisire nuove
conoscenze di marketing e di sviluppo dei prodotti attraverso il confronto con la
concorrenza e le imprese maggiori.
Vista l’importanza della costituzione dei distretti industriali, c’è da ricordare che
altrettanto importante e rapida ne è stata la diffusione e lo sviluppo, che li ha
portati a dotarsi dei moderni strumenti di marketing tipici delle grandi imprese.
La Fiera funziona, quindi, come ottimo strumento di promozione delle
diverse realtà produttive del paese, e come laboratorio dove queste realtà
vengono proposte, confrontate, valutate, creando stili, tendenze, e nuove
collaborazioni tra gli operatori che vi prendono parte.
Le diverse associazioni di categoria, che hanno individuato da subito nelle Fiere
specialistiche un efficace elemento per la promozione delle loro politiche
settoriali in accordo con le strutture pubbliche, hanno permesso un’ottima
internazionalizzazione del prodotto Italia nel tempo.
13
Ad oggi, però, sono venute a cambiare esigenze e tempi dei diversi mercati. La
Fiera si trova così a doversi aggiornare continuamente per continuare a rivestire
il suo ruolo di primo test e laboratorio, proprio perché i pubblici di riferimento lo
attendono.
Nel tempo le Fiere si sono dotate di apparati organizzativi sempre più
evoluti. Questo è sicuramente un valore aggiunto allo strumento Fiera, che le
permette di essere pienamente recettiva di tutte le esigenze che di volta in volta
si vengono a concretare. Si è così sviluppata una intensa attività che rientra
all’interno dell’organizzazione di ogni singola Fiera, e cioè quella congressuale
e di conferenze. Attraverso questi incontri vengono affrontati i temi, in
particolare quelli di mercato, tecnologici e normativi, che permettono così di
dare un quadro completo del settore presentato in Fiera, e di “formare” oltre che
“informare” gli operatori del settore.
Lo sviluppo delle Fiere settoriali ha portato ad un aumento della complessità dei
servizi offerti dagli organizzatori, soprattutto per quanto riguarda la produzione
di informazioni. Questo aspetto viene sviluppato attraverso sempre un maggiore
utilizzo dei sistemi computerizzati e alla presenza di attività convegnistico–
congressuali all’interno delle manifestazioni.
Si tendono così a coinvolgere in maniera sempre più significativa l’aspetto
espositivo della Fiera di settore, tanto da poter parlare di una sempre crescente
virtualità dell’esperienza fieristica. Questa astrattezza è data dal fatto che le
informazioni ricercate da un ipotetico visitatore non vengono più comunicate
attraverso la tecnica espositiva attivata nello stand fieristico, ma attraverso tutta
una serie di aspetti che creano il tessuto esperienziale della manifestazione
stessa, in nome si una sempre maggiore immaterialità.
14
1.4 Classificazione
Esistono diverse tipologie di manifestazioni fieristiche. Le definizioni
universalmente accettate riferite alle manifestazioni di carattere internazionale
vengono adottate dalla Union des Foires Internales e dalla Chambre de
Commerce Internationale nel relativo Comitato Misto.
Le «Fiere Internazionali Campionarie» sono dei grandi mercati a
periodicità regolare, aperti a tutti i settori della produzione, che si attuano nello
stesso luogo, e a epoca fissa, per una durata limitata. La vendita diretta per
consegna pronta ed immediata non è autorizzata. Esse hanno per scopo di
permettere ai partecipanti di tutti i paesi di presentare i campioni delle loro
produzioni, le nuove realizzazioni e i perfezionamenti tecnici, in vista di
effettuare delle transazioni commerciali sul piano nazionale e internazionale.
I «Saloni Internazionali» sono delle manifestazioni specializzate a
carattere tecnico e commerciale, che si tengono periodicamente e per una
durata limitata. Essi hanno lo scopo di far conoscere, per il settore
dell’economia di cui essi esprimono l’attività, i progressi realizzati dai produttori
dopo la precedente manifestazione.
Le «Esposizioni» sono manifestazioni prevalentemente a contenuto
politico e sociale che svolgono funzioni didattiche, educative e di propaganda
artistica, tecnica, scientifica ed economica.
Ulteriori distinzioni possono essere fatte a seconda del punto di vista attraverso
cui si vogliono classificare
3
.
La distinzione tra «Fiere di merci» e «Fiere campionarie» viene fatta
considerando la consegna o meno della merci attraverso la vendita durante la
3
Cfr. Golfetto1991:33
15
manifestazione. Questo aspetto denota anche la diversa funzione delle due
tipologie citate. La Fiera merci è infatti caratterizzata dalle funzioni di vendita e
promozione soprattutto delle produzioni locali, aspetto che non appartiene alle
Fiere di campioni.
Se si considera la periodicità o occasionalità, la distinzione è tra «Fiere»
ed «Esposizioni». Anche in questo caso la distinzione risulta più chiara se si
evidenziano le diverse funzionalità delle due categorie. Fondamentalmente
durante una Fiera, l’obiettivo principale è la commercializzazione delle merci
esposte, mentre durante le manifestazioni, lo scopo in primis è di carattere
culturale-scientifico, ed in genere è sostenuto dalla partecipazione degli enti
locali.
«Fiera generica» o «Fiera specializzata» è una distinzione che tiene
conto del grado di specializzazione della gamma di prodotti presentati nella
manifestazione. Ovviamente le Fiere di tipo generico avranno un bacino di
utenza maggiore, meno specialistiche e per questo svilupperanno un tipo di
comunicazione che si rivolge sia agli imprenditori che ai consumatori finali. Le
seconde invece, hanno obiettivi più puntuali e di conseguenza una tipologia di
messaggi destinati specificatamente a quel settore produttivo o gamma di
consumatori.
«Fiere di beni di consumo» e «Fiere di beni di investimento» è la distinzione
che tiene conto della tipologia di beni trattati, e vede la loro specificità nella
tipologia di visitatori che sono chiamati a parteciparvi a seconda del diverso
grado di specializzazione dei prodotti presentati.
Se quindi si tiene in considerazione innanzitutto il tipo di pubblico a cui è rivolta
la manifestazione, la distinzione sarà tra «Fiere per il pubblico generico» e
«Fiere per gli operatori».
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La differente provenienza dei visitatori porta alle categorie «Locali»,
«Provinciali», «Regionali», «Nazionali», «Internazionali» e che di conseguenza
sarà più o meno rappresentativa della realtà locale.
Ultimo aspetto è il livello di internazionalità della Fiera: se è soprattutto rivolta ai
visitatori esteri la Fiera sarà per l’esportazione, mentre sarà per l’importazione
se il livello di internazionalità sarà espresso dal tipo di espositori presenti.
Altra distinzione che può essere fatta è quella tra «Fiere business» e
«Fiere consumer».
Le prime identificano quella tipologia di manifestazioni che si rivolgono ad un
mercato di tipo business, e infatti vengono anche identificate come Business to
Business (B2B)
4
, mentre le Fiere consumer sono caratterizzate da un mercato
di tipo Business to Consumer.
Alle Fiere B2B appartengono tutte le manifestazioni specializzate e di nicchia,
che prevedono quindi la presentazione di particolari merceologie di prodotti
rivolte a loro volta ad uno specifico pubblico fatto di produttori, esperti di settore
e buyer.
Le Fiere consumer sono destinate al pubblico più ampio, quello dei consumatori
appunto, e prevedono, infatti, la presenza di prodotti di largo consumo e meno
specifici.
La partecipazione ad eventi di tipo B2B ha negli ultimi anni assunto
un’importanza sempre maggiore. Questo perché la partecipazione a questi
eventi ha dei vantaggi che si sono rivelati sempre più chiaramente: incontrare
gli operatori del settore serve a rinsaldare i rapporti creati durante l’anno o a
crearne di nuovi tout court, e questo significa una concentrazione di risorse e
una minore dispersione di energie e capitali. Incontrare direttamente gli
intermediari, infatti, significa comunicare in modo diretto ed efficace ciò che si
4
Per un approfondimento sulla funzione delle Fiere Business come metaorganizzatori si
rimanda al capitolo 3.
17
sarebbe comunicato attraverso cataloghi e brochure, che vengono scarsamente
percepiti dal destinatario finale.
Da questo se ne deduce che la partecipazione a queste manifestazioni deve
essere fatta in maniera precisa, definendone gli scopi e le strategie da
impiegare, così da poter trarne il maggiore vantaggio possibile in sede poi di
partecipazione attiva.
Inoltre le manifestazioni B2B hanno la «capacità di offrire informazioni sulle
diverse alternative disponibili di un dato prodotto (Fiera informativa) », ed hanno
una «capacità comunicativa, legata proprio alla fisicità delle presentazioni, che
consente alle imprese di comunicare le proprie competenze»
5
.
1.5 Il sistema fieristico italiano
Per parlare di Fiere in Italia bisogna innanzi tutto definire ciò che
identifica maggiormente la produzione italiana, ovvero il Made in Italy. Questo è
un marchio che significa un insieme di valori, di stile e qualità che distinguono i
prodotti italiani dagli altri. Questa definizione è significativa in quanto il sistema
fieristico italiano costituisce una parte molto importante dl sistema Italia
attraverso più punti di vista. Quello dell’economia, della cultura, delle relazioni
sociali, dell’ambiente e ancora di tutti quei valori che identificano
unidirezionalmente l’Italia e che appunto possono essere ridefiniti in un'unica
espressione, il Made in Italy, appunto.
Il mercato fieristico italiano è il secondo come rilevanza a livello
mondiale, contando più di 160.000 espositori e oltre 17 milioni di visitatori, dopo
la Germania.
5
Cit. Golfetto 2004:50.
18
Purtroppo l’Italia negli ultimi anni risulta soffrire di crisi di competitività, in altre
parole risulta scarsamente attrattiva per gli investimenti internazionali. Questo a
causa di tutta una serie di vincoli, come ad esempio carichi fiscali, normativa
poco moderna, mancanza d’innovazione nelle infrastrutture ed altri ancora che
ne limitano l’espansione e la crescita.
Anche se nel 2001 è stata approvata la legge sul riordino del mercato fieristico,
purtroppo si è notato negli anni successivi che essa non è stata esaustiva.
Per procedere verso un miglioramento bisogna continuare ad insistere su
alcuni punti chiave, che possono essere identificati nell’internazionalizzazione e
nell’investimento nelle infrastrutture.
In Italia la maggior parte delle manifestazioni si concentra in poche
regioni: Lombardia, Vento, Emilia - Romagna e Toscana. Gli altri quartieri
fieristici che investono lo stesso un ruolo importante sono la Fiera di Bari, quella
di Roma e Palermo. Un caso a parte è la Fiera di Milano che, da sola, copre
quasi la totalità delle manifestazioni presenti in Lombardia, e che si presenta nel
mercato internazionale come principale nodo di scambi internazionali sul suolo
italiano.
Determinante per il successo di una manifestazione (ma in generale per
un ente fieristico ), è la sua sede. Sono infatti i fattori economici e territoriali
specifici dell’area ospitante a dare alla Fiera certe caratteristiche e non altre.
A seconda del fatto che dal territorio provenga una forte domanda locale, si
avranno certamente più Fiere caratterizzate per l’importazione, sia di tipo
Business to Business che Business to Consumer. Al contrario, se sarà forte
l’offerta locale–nazionale, le manifestazioni avranno un carattere più per
l’esportazione e di tipo Business to Business.