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Parte 1 - Il contesto economico regionale
Partirò dunque da una breve analisi della evoluzione del sistema produttivo regionale per
evidenziare appunto gli elementi essenziali poc'anzi indicati.
L'economia toscana (e più in generale lo sviluppo economico del territorio regionale) ha vissuto
alterne vicende nel corso degli ultimi 50 anni, e cioè dall'immediato dopoguerra (con i conseguenti
fenomeni di ricostruzione economica e sociale del territorio) fino ai primi anni del terzo millennio.
In particolare ho ritenuto opportuno, per comprendere le analisi svolte nelle prossime pagine,
affrontare e descrivere, in estrema sintesi, gli elementi più significativi dello sviluppo economico
regionale toscano, prendendo come punto di riferimento, oltre allo scenario internazionale, lo
sviluppo economico nazionale (in particolare delle aree più avanzate del Nord Italia, da prima del
Nord Ovest e più di recente del Nord Est).
Alla luce delle più significative indagini della letteratura in materia, infatti, appare opportuno
illustrare brevemente l'evoluzione dell'economia toscana facendo riferimento ad una
periodizzazione significativa, dal nostro punto di vista, che tenga conto del periodo di sviluppo e
rilancio dell'economia del dopoguerra, della crisi degli anni 70-80 e della successiva ed altalenante
ripresa economica (anni '90) che arriva fino ai giorni nostri.
Partiamo dalla analisi della economia Toscana dell'immediato dopoguerra.
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1.1 - L'economia toscana del dopoguerra fino al "boom economico"
L'Italia esce dalla seconda guerra mondiale, come ovvio, con significativi danni a tutto l'apparato
produttivo sia pubblico che privato, con un sistema agricolo anch'esso fortemente danneggiato. In
questo contesto anche la Toscana presenta le stesse condizioni del resto d'Italia, accentuate, in senso
negativo, dall'emarginazione subita nel corso della industrializzazione del periodo bellico
(industrializzazione che ha riguardato essenzialmente l'area del Nord Ovest ed il triangolo
industriale in particolare) e dalla presenza di un sistema produttivo agricolo incentrato sul contratto
di mezzadria
1
. Tale sistema produttivo rappresenta alla fine degli anni '40 un sistema ormai
anacronistico per la nuova realtà economica che sta nascendo.
La Toscana, nei primi anni del dopoguerra, appare appunto caratterizzata (ed è questa l'immagine
che se ne ha all'esterno d'Italia e nel mondo) da una realtà agricola statica, fondata sul contratto di
mezzadria
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(che ancora costituiva il cuore economico regionale) e da una realtà industriale formata
da una miriade di piccole e piccolissime imprese, qua e là accompagnate da imprese di medie
dimensioni sopravvissute al periodo bellico
3
.
In tale contesto l'internazionalizzazione dei mercati e l'apertura degli scambi conseguenti alla
ripresa post-bellica trova impreparata l'economia toscana, che vede aumentare il suo distacco dalla
realtà del triangolo industriale
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, non riuscendo ad inserirsi con le proprie imprese, di piccole e
piccolissime dimensioni, nel nuovo circuito internazionale degli scambi.
La Toscana perde quindi posizioni e forza nel panorama nazionale parallelamente alla (ovvero in
conseguenza della) alla perdita di rappresentatività nelle sedi istituzionali ed in particolare nel
Governo e dei Ministeri competenti sulla programmazione economica.
La situazione muta considerevolmente agli inizi degli anni '60 quando, con lo sviluppo economico
del c.d. "miracolo italiano" anche la Toscana vive il suo momento di rapida crescita.
Si verifica in particolare quel processo, così ben descritto in letteratura
5
, di fuga dalla campagna di
una grande massa di persone (attratte dal "clima" delle moderne città
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e deluse dal sistema
mezzadrile e dai relativi vincoli ed inefficienze), attrezzate per capacità ed esperienza
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, a costituire i
protagonisti e gli utenti della c.d. industrializzazione leggera della Toscana.
Questa massa di lavoratori è pronta e di lì a poco andrà a costituire l'ossatura del sistema economico
regionale che ancora oggi costituisce una parte importante dell'economia Toscana: il sistema delle
piccole e piccolissime imprese.
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La Toscana cessa di essere (anche nell'immaginario collettivo) la terra dedita all'agricoltura per
divenire ben presto una realtà industriale
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di primo piano nel panorama nazionale, sebbene con
caratteristiche del tutto peculiari.
In definitiva dunque è il processo di industrializzazione che caratterizza lo sviluppo economico di
questi anni (e vedremo anche di parte del decennio successivo)
9
. Una precisazione appare
comunque indispensabile: quello toscano è un decollo ed uno sviluppo sui generis
10
, che presenta
da subito delle peculiarità ed originalità.
Il sistema economico regionale appare dunque il frutto di una serie di vicende e di forze che, in
parziale asintonia (e asincronia) con gli eventi che hanno caratterizzato il resto d'Italia (sia la parte
più progredita del Nord che quella più arretrata del Sud) hanno portato la Regione su un sentiero di
sviluppo del tutto diverso da quello che ha caratterizzato tali aree del Paese e, a dire il vero, gran
parte del mondo industrializzato occidentale.
Questo sentiero di sviluppo, in particolare, è stato definito per le sue caratteristiche come processo
di "industrializzazione leggerezza dal basso"
11
.
Il sistema economico che ne emerge, infatti, si caratterizza da subito non tanto per la crescita
dimensionale delle sue imprese, quanto e piuttosto per la proliferazione di nuovi imprenditori (il più
delle volta provenienti dalle campagne e dal lavoro nel podere mezzadrile
12
) in settori particolari e
spesso tradizionali, alla testa di imprese che appaiono da subito (comparativamente) piccole o
addirittura piccolissime
13
.
Queste imprese nascono spesso dallo spontaneismo di ex mezzadri e di nuovi imprenditori (in
assenza di un disegno coordinato di interventi di sostegno e di promozione di attori locali) e
beneficiano, seppur con lieve ritardo rispetto ad altre aree del paese, dell'apertura degli scambi
internazionali e degli squilibri che essi portano in realtà produttive d'Italia meno solide, come le
regioni del Sud
14
.
Uno spontaneismo confermato anche dalla parallela e collegata attività di edilizia produttiva di
quegli anni
15
, avviata e sviluppata in assenza di regolamentazioni pubbliche, controlli ed indirizzi
(tanto che talune conseguenze di tale sviluppo urbanistico-edilizio hanno ripercussioni anche
sull'attuale configurazione del territorio italiano).
L'azione congiunta di queste forze: l'afflusso di nuove (ed idonee
16
) forze produttive dalla
campagna e dai poderi dei vecchi mezzadri
17
, l'apertura degli scambi interni e soprattutto
internazionali
18
ed il ruolo (geograficamente) adatto della regione nel contesto italiano ed
internazionale (nasce in questo periodo per poi divenire uno dei caratteri fondamentali degli anni
7
seguenti, l'immagine della terra di toscana come terra del turismo, del benessere e della qualità della
vita) sono i fattori principali della industrializzazione della Toscana. Una industrializzazione non i
linea con i dettami del ford-taylorismo
19
e che proseguirà a ritmi crescenti per tutti gli anni '60 ed a
ritmi (meno incisivi ma significativi) anche per i primi anni '70.
Dalla seconda metà degli anni '60, quindi, il sistema regionale subisce una forte accelerazione
20
che
darà vita anche a nuove generazioni di imprese, nate per distacco dalle cellule originarie, grazie alla
capacità dei lavoratori di sfruttare le conoscenze contestuali
21
maturate sul campo
22
e l'"onda lunga"
della fuga dalla campagna e del miracolo italiano.
Si assiste fra l'altro anche al manifestarsi di un fenomeno di dispersione sul territorio delle realtà
produttive, in conseguenza di fattori endogeni (ricerca di nuovi mercati) e di incentivi disposti a
livello regionale
23
.
Tali fenomeni accentuano ancora di più, se possibile, i caratteri peculiari dell'industrializzazione
leggera diffusa della Toscana.
Un altro aspetto da sottolineare, sia pur brevemente attiene alle caratteristiche dei mercati di sbocco
di queste imprese. L'industria toscana si specializza da subito nella produzione di beni (industria
manifatturiera) e servizi (attività turistiche) che vedono nel mercato estero (ed in primo luogo
anglosassone) il proprio principale interlocutore
24
.
Tale circostanza caratterizza ancora oggi i cicli economici della nostra Regione e, merita
sottolinearlo, è figlia proprio di questa peculiare vocazione delle imprese toscane, vocazione nata,
sviluppata ed assecondata proprio durante la fase di sviluppo degli anni '60 e '70.
Ma il boom economico era destinato a rallentare e poi a fermarsi.
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1.2 - La crisi petrolifera e lo sviluppo economico degli anni '80
Il 1973-1974, con la crisi petrolifera, rappresenta la fine di un'epoca (la Golden Age
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), un momento
di rottura con il passato per tutto il mondo capitalistico e, per quale che qui interessa, anche per quel
che concerne lo sviluppo economico regionale della Toscana.
La regione, anche in relazione ai suoi legami economici con l'estero
26
(turismo in primo luogo ma
anche esportazioni verso gli Stati Uniti), alla base, fra gli altri, del miracolo del decennio
precedente, risente significativamente delle turbolenze economiche e delle fluttuazioni cicliche che
attraversano tutta la seconda metà degli anni '70.
L'adesione italiana al sistema monetario europeo e la conseguente rinuncia all'utilizzo della
svalutazione della lira quale strumento di politica monetaria ed industriale accentuano in negativo
(in una logica di breve periodo) queste turbolenze.
Proprio il suo legame con l'estero è forse l'elemento decisivo, da subito messo in evidenza dai primi
commentatori
27
, per spiegare le conseguenze negative che hanno determinato la crisi economica di
questo periodo
28
.
Una crisi che ha interrotto il processo di industrializzazione (un processo se vogliamo esplosivo ed
entusiasmante per i soggetti coinvolti tanto da essere definito il "miracolo italiano") inserendo, per
la prima volta dalla guerra, elementi di incertezza sotto forma di fluttuazioni repentine, incremento
della concorrenza locale ed internazionale, che ha reso il mercato di sbocco toscano (gli Stati Uniti
prevalentemente) da acquirente sicuro a concorrente sui mercati mondiali
29
.
In tale mutato contesto economico, contesto denso di incertezze anche politiche (crisi petrolifera,
guerra fredda, terrorismo interno) il sistema delle piccole imprese toscane si trova così ad affrontare
una nuova e diversa sfida
30
.
Molte di queste imprese sono costrette a cedere il passo alla concorrenza estera ma la gran parte si
riorganizza, affronta la sfida della concorrenza rafforzando, in evidente contrasto con quanto
avviene in gran parte del mondo occidentale, le proprie caratteristiche peculiari
31
che ne hanno
caratterizzato la nascita e lo sviluppo durante il boom economico
32
.
Sono gli anni in cui si rafforzano i radicamenti territoriali delle imprese, nei quali proliferano le
forme di auto-organizzazione e coordinamento dei distretti industriali, in cui si punta sulla
specializzazione sui settori tradizionali.