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1. L’importanza del cliente
L’azienda è un sistema aperto e dinamico, fortemente influenzato dal
mercato esterno e ricco di variabili. Nella realtà attuale questo
mercato è incerto, difficile de prevedere e competitivo; ne consegue
che la sopravvivenza delle aziende è garantita dalla ricerca di un
vantaggio competitivo strategico in termini di informazioni che
permettono di attuare scelte strategiche da effettuarsi in termini brevi.
Per avere successo in un ambiente di questo tipo è necessario
soddisfare i bisogni dei clienti, per questo motivo è fondamentale
raccogliere dati relativi alla clientela effettiva o potenziale per poi
estrarre da questi l’informazione utile che permetterà di individuare i
soggetti più profittevoli per l’azienda. Per poter ricavare delle
informazioni utili è però fondamentale inserire i dati in un database
(database marketing) al quale possiamo applicare tecniche per
segmentare la clientela ed indirizzare campagne di marketing diverse
a segmenti diversi.
I dati inseriti nel database marketing devono essere integrati,
riutilizzabili e non volatili. Nella customer table si trovano tutte le
informazioni relative al cliente e questa è caratterizzata da un solo
record per cliente che sarà identificato univocamente da una chiave.
L’impresa deve perciò cercare di mettere al centro di tutte le sue
attività il cliente con l’obiettivo di capirne i bisogni e le richieste,
cercando di offrirgli prodotti e servizi che lo soddisfino e che siano
più attrattivi rispetto a quelli della concorrenza.
L’azienda che opera a scopo di business deve comunque servire
solo determinati gruppi di clienti: quelli che possono creare profitto e
quelli che con più probabilità possono accettare l’offerta, lasciando
perdere quelli meno profittevoli.
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1.1 L’orientamento al cliente
Per prima cosa è importante dire che un cliente acquista un
determinato prodotto o servizio per soddisfare un determinato
bisogno. Le aziende vendono i benefici di un determinato prodotto o
servizio, quindi devono capire le aspettative del cliente e in basa a
queste cercare di offrire dei prodotti o servizi atti a soddisfare queste
necessità.
Ci sono però bisogni che non sono espressi dai consumatori, perché
non sempre il consumatore è in grado di dire quali prodotti vuole o
desidera. Tuttavia è in grado di esprimere che problemi ha incontrato
con quelli che già esistono; compete all’azienda l’abilità di capirli, o di
utilizzare l’ingegno, per sviluppare un prodotto o servizio innovativo e
cercare di indirizzare il cliente verso questo.
Questo significa cercare di entrare in un mercato dove non c’è
concorrenza, entrarvi per primi ed avere un vantaggio sui possibili
entranti. Per mantenere tale vantaggio è necessario comunque
lavorare per fidelizzare la clientela perché un cliente ritorna e
riacquista un prodotto o servizio solo se soddisfatto del primo
acquisto.
Un cliente di valore non è un cliente statico ma è un cliente che
cambia nel tempo. L’azienda deve capire i comportamenti del cliente
per cercare di prevedere i principali eventi che caratterizzano il suo
ciclo di vita. La conoscenza del cliente, che è rappresentata dai
dettagli delle interazioni con l’azienda, può essere raggruppata in
alcune fasi che costituiscono il suo ciclo di vita (*), utile a
comprendere meglio il suo comportamento. La metodologia che
supporta con metodi quantitativi la gestione del ciclo di vita del
cliente, è quella del Data Mining, che può essere applicato ad ogni
fase di questo ciclo.
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* : Berry & Linoff – Data Mining
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1.2 Ciclo di vita del cliente
All’inizio, i clienti che si trovano nel mercato target, dimostrano un
certo interesse, diventano poi clienti effettivi che, a seconda del loro
comportamento, possono essere considerati dall’azienda clienti di
grande valore, alto potenziale o di scarso valore. Poi ad un certo
punto cessano di essere clienti.
Prospect: Sono tutti i potenziali clienti a cui si indirizza una
campagna. Un evento importate per cercare di acquisire prospect è
la campagna di acquisizione cioè un iniziativa commerciale diretta al
mercato target con lo scopo di far conoscere un prodotto o un
servizio ai potenziali clienti. È indispensabile mirare la campagna di
marketing verso un segmento specifico in cui la clientela sia più
sensibile.
Il mercato target è composto da clienti potenziali, quindi sconosciuti e
perciò non esistono dati a disposizione. Però è possibile applicare
tecniche di Data Mining ad analoghe campagne precedenti per
cercare di avere un profilo di prospect che hanno risposto
positivamente alle precedenti campagne. L’utilizzo del Data Mining in
questo caso consente di costruire un modello previsivo che in base
all’esperienza accumulata permetta di identificare i potenziali clienti. Ì
record sono classificati in base a un comportamento futuro
prevedibile o a un valore futuro stimato. I dati storici servono per
costruire un modello che spieghi il comportamento osservato.
In alternativa può essere utile ricorrere all’esplorazione dei dati e al
Data Mining non supervisionato e tracciare un profilo del potenziale
cliente, oppure è possibile individuare i prospect che hanno un profilo
analogo a quello dei clienti migliori che già l’azienda possiede.
Spesso è possibile utilizzare il Data Mining per individuare i migliori
segmenti di clientela per poi poter indirizzare le campagne verso quei
profili.
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Responder: Sono tutti coloro che si sono dimostrati interessati o
hanno deciso di aderire alla promozione. Il processo mediante il
quale si trasformano i clienti prospect in clienti responder dipende dal
settore in cui opera l’azienda.
Quando un potenziale cliente, del quale non si hanno dati, accoglie
l’offerta della campagna diventa un responder e quindi il cliente
diventa individuabile, con nome e cognome, e può essere raggiunto
o contattato nel tempo. In questa fase il cliente non ha ancora
effettuato nessun acquisto ma i responder sono quelli che con
maggiore probabilità lo faranno.
Il Data Mining viene utilizzato in questa fase per capire quali prospect
diventeranno responder e tra i responder chi diventerà cliente
effettivo. Lo strumento più usato è quello dei modelli previsionali.
Clienti effettivi: Coloro che utilizzano il prodotto o il servizio. Chi
entra per la prima volta in questa categoria è un nuovo cliente e il
suo comportamento iniziale è utile per fare previsioni sul suo
comportamento futuro.
I responder diventano clienti effettivi quando il cliente ha effettuato il
primo acquisto, cioè quando si istaura un rapporto di natura
economica tra l’azienda e il cliente.
Il comportamento iniziale è un elemento fondamentale per poter
prevedere il comportamento futuro; la tipologia di comportamento si
evidenzia fin dai primi acquisti.
Eventi che caratterizzano il ciclo di vita del cliente effettivo:
1. L’azienda deve stimolare il cliente a fare un uso abituale del
prodotto o servizio perché una delle principali fonte di entrate
è proprio l’utilizzo abituale.
2. L’azienda deve promuovere campagne di cross-selling mirate
a stimolare i clienti all’acquisto di altri prodotti o servizi
cercando di allargare la gamma aziendale.
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3. L’azienda deve promuovere campagne di up-selling mirate a
stimolare i clienti all’acquisto di altri prodotti o servizi (di costo
maggiore) cercando di acquisire una nicchia di mercato.
Gli eventi legati all’utilizzo forniscono informazioni utili per applicare
tecniche di Data Mining per individuare i pattern di comportamento
del cliente.
I clienti effettivi sono una fonte di dati molto importante e applicando
le tecniche di Data Mining a questi dati è possibile prevedere quanti
clienti risponderanno alle campagne di up-selling e cross-selling e
con quale probabilità (scoring system). Per poter utilizzare questi dati
però, va effettuata l’estrazione di determinate caratteristiche, perché i
dati che ci forniscono il comportamento del cliente effettivo sono
molto dettagliati e non tutte le informazioni servono allo scopo-
obiettivo.
Ex clienti: Sono tutti i clienti che non usano più il prodotto o che
hanno abbandonato il servizio, volontariamente o meno.
Ad un certo punto i clienti cessano di essere tali. Occorre distinguere
gli abbandoni in:
- volontari. Tutti quei clienti effettivi che decidono di non acquistare
più quel prodotto per vari motivi (il cliente si è trasferito in un’altra
area geografica non servita dall’azienda, ha cambiato abitudini di
vita, è passato alla concorrenza oppure non ha più la necessità di
usare il prodotto o servizio).
- forzati. Questi si riferiscono a clienti che cessano di essere buoni
clienti (per esempio perché non saldano i debiti)
Importante è usare il Data Mining per distinguere tra abbandoni
volontari e non, per prevedere quali clienti appartengono ad una o
all’altra tipologia, in modo da risparmiare le spese di una campagna
fedeltà mirata magari a chi non ha intenzione di rimanere cliente
dell’azienda.
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Tuttavia, quando un cliente effettivo diventa ex cliente, non tutto è
ancora perduto, per riconquistarne la fiducia vengono lanciate le
campagne di recupero (Churn Analysis).
1.3 Segmentazione della clientela
I clienti di una azienda, siano essi effettivi o potenziali, non sono tutti
uguali anzi, sono tutti diversi tra loro, hanno diversi bisogni, diverse
aspettative e diverse preferenze. Una segmentazione efficace porta
a rappresentare la varietà di uno specifico mercato, in cui opera
l’azienda, in piccoli insiemi di clienti omogenei al loro interno ed
eterogenei tra di loro.
1.3.1 Criteri per segmentare un mercato
Criterio SOCIO-DEMOGRAFICO Î uso le variabili anagrafiche (età,
professione, classe di reddito, luogo di residenza)
Variabili COMPORTAMENTALI Î esprimono un aspetto del
comportamento di acquisto. Rapporto del consumatore con l’acquisto
del prodotto (non consumatore, consumatore potenziale ma non
effettivo, ex consumatore, consumatore effettivo (al primo acquisto o
stabile)).
BENEFIT SEGMENTATION Î segmentazione basata sui benefici
attesi che il consumatore si aspetta. Collegata alle variabili
comportamentali. Segmentazione su base strategica.
SEGMENTAZIONE PER STILI DI VITA Î raggruppa i consumatori a
seconda degli stili di vita. Lascia da parte il comportamento del
consumatore. Hanno un collegamento con le variabili socio-
demografiche.
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Gli ultimi due vengono definiti criteri di segmentazione a posteriori
perché nascono da una ricerca fatta direttamente sui consumatori.
In determinati mercati si usano più criteri di segmentazione. In
questo caso i segmenti diventano molto più circoscritti e la possibilità
di arrivare a segmenti che contengono un solo cliente è elevata,
(micronizzazione del mercato) e il prodotto o servizio offerto è
estremamente personalizzato. Nel caso opposto, cioè nel caso di
segmenti molto grandi, potremmo arrivare ad una macronizzazione
del mercato
1.3.2 Requisiti per una buona segmentazione
I segmenti devono avere una serie di requisiti che li rendano utili per
la strategia di marketing. Per questo motivo il fatto di applicare più
criteri di segmentazione potrebbe non portare dei benefici ma bensì
delle complicazioni.
I principali requisiti sono:
1. I segmenti devono essere omogenei al loro interno ed
eterogenei tra di loro. Perciò un cliente, o potenziale cliente, lo
posso attribuire ad un solo segmento. L’utilizzo di più criteri
porta si al verificarsi dell’omogeneità interna ma può violare il
requisito dell’eterogeneità tra i segmenti.
2. I segmenti devono essere misurabili altrimenti non si riesce a
quantificarli e l’azienda non riuscirebbe a posizionarsi.
3. Ogni segmento deve essere significativo dal punto di vista
economico. Un segmento piccolo può non risultare
conveniente, soprattutto se composto da piccoli clienti.
4. I segmenti devono essere accessibili rispetto alle azioni che
permettono all’impresa di posizionarsi, rispetto alle risorse e
rispetto alle competenze dell’impresa. Un segmento
sovraffollato è limitamente accessibile.
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5. I segmenti devono essere tendenzialmente stabili nel tempo.
Fattori di cambiamento possono essere legati alle strategie
dell’impresa oppure all’ambiente esterno che l’impresa non
riesce a dominare ma con il quale può integrarsi.
Va comunque detto che possono esistere motivazioni strategiche
che permettono al segmento di non avere determinati requisiti o di
non avere requisiti.
Importante infine è monitorare nel tempo la segmentazione perché
cambiamenti che interessano il mercato o l’impresa stessa
potrebbero comportare cambiamenti più o meno importanti nei
segmenti e nei loro requisiti. Per esempio un’innovazione tecnologica
potrebbe rendere profittevole un segmento che prima non lo era.
1.3.3 Strategie di segmentazione
Una volta segmentato il mercato bisogna scegliere la strategia da
adottare:
ξ Adattamento Î Mi adatto e decido il numero di segmenti in
cui operare.
ξ Modifica Î Cerco di modificare la situazione per renderla più
favorevole alle mie caratteristiche. È rischiosa perché modifico
il comportamento del consumatore. La strategia di modifica
del mercato segmentato può avvenire in diversi modi:
1. Aumentando il livello di segmentazione, ovvero creando un
nuovo segmento in aggiunta a quelli che già esistono. I clienti,
o potenziali, che fanno parte di questo segmento provengono
da segmenti che già esistevano, perciò viene modificata la
loro funzione di domanda.