4
Nel secondo capitolo inizieremo ad analizzare questo nuovo
fenomeno prendendo come termine di paragone una delle religioni
“in” internet: la religione cattolica e quindi il “ciber-cattolicesimo”. La
scelta di prendere come punto di riferimento questa religione è stata
dettata dal fatto che Papa Giovanni Paolo II, definito “Papa
mediatico”, ha esortato la comunità cattolica a prendere parte a questa
nuova forma di dialogo spirituale on-line, in quanto Internet
ridefinisce in modo radicale il rapporto psicologico di una persona con
lo spazio e con il tempo. La Rete è caratterizzata dalla mancanza di
confini geografici e di barriere spazio-temporali, dalla mancanza della
fisicità delle persone, dalla mancanza di un’autorità centrale che riesca
a regolare l’accesso o la vita all’interno del cyberspazio. Le relazioni
interpersonali spirituali, infatti, sono destinate a modificarsi, sia
all’interno dei mondi virtuali, che nella vita odierna nel mondo fisico.
Il nuovo paradigma della comunicazione che emerge nel presente
lavoro è quello della comunicazione come costruzione di un
significato condiviso. Il confronto tra la teoria di De Kerkove, sulla
mente collettiva e l’“e-vangelizzazione”, e la teoria di Levy, sull’
intelligenza collettiva, mette in evidenza il superamento del modello
della comunicazione come trasferimento dell’informazione. Anche per
quanto riguarda il ciber-cattolicesimo, non si può più ragionare in
5
termini di “emittenti” e “riceventi”, in quanto le situazioni della vita
quotidiana sono ormai considerate degli ambienti complessi, ambigui
e mutevoli in cui i significati sono prodotti dagli attori sociali
attraverso un’opera incessante di negoziazione.
Nel terzo capitolo è stato adottato un approccio psico-
sociologico, in quanto questa rivoluzione digitale e spirituale porterà
dei cambiamenti sostanziali sia nella struttura della società che in
quella delle diverse comunità religiose esistenti nel mondo fisico. C’e’
la possibilità di creare nuovi tipi di comunità religiose virtuali, dove
sono coinvolte persone di ogni parte del mondo, che possono avere
relazioni molto intime, ma che forse non si incontreranno mai
fisicamente. Nonostante ciò, vedremo come dal punto di vista
psicologico, si sviluppa un forte senso di appartenenza e di solidarietà
tra i membri di queste comunità religiose virtuali. Nel cyberspazio si
può discutere, scambiare idee, assumere identità appositamente
create.
Nel quarto capitolo, infatti, sono descritte le singole strutture
che concorrono a “ridefinire” l’identità religiosa on-line di ciascun
ciber-fedele attraverso gli aspetti psicologici dell’anonimato e della
6
narrazione del sé on-line, aspetti fondamentali che agevolano la
manifestazione del “sé spirituale on-line”.
Il presente lavoro si prefigge lo scopo di andare ad indagare
questa nuovo modo di vivere il proprio sé spirituale nella realtà
virtuale, non tanto per formulare previsioni che potrebbero essere
sconfessate nell’arco di pochi mesi o di pochi anni, quanto per creare
una base di partenza che possa essere utilizzata nello sviluppo di
successivi studi. I singoli navigatori, alla ricerca del proprio “sé
spirituale”, sono i principali attori di questa realtà, ancora per molti
aspetti sconosciuta. Il bisogno di comunicare che è insito
nell’individuo fa sì che queste persone non partecipino al cyberspazio
individualmente, ma si ritrovino a discutere, insieme ad altri con i loro
stessi interessi, sulla propria spiritualità. Talvolta, da queste forme di
interazione, si può assistere alla nascita di nuove forme di guida
spirituale che vengono rese esplicite attraverso lo scambio epistolare
on-line tra “prete-online” e “ciber-fedele”.
7
Capitolo Primo
La «cyber-spiritualità»
1.1 Il “sé spirituale” on-line.
« I computer sono cambiati, i tempi sono cambiati, [noi] siamo
cambiati. Ma [uno] potrebbe anche scrivere: I tempi sono cambiati,
[noi] siamo cambiati, i computer sono cambiati. Infatti, ci sono sei
sequenze possibili. Costruiamo le nostre tecnologie e le nostre
tecnologie costruiscono noi ed i nostri tempi. I nostri tempi ci
formano, noi creiamo le nostre macchine, le nostre macchine creano i
nostri tempi. Ci trasformiamo negli oggetti che consideriamo ma essi
si trasformano in ciò che ne facciamo di loro » (Turkle 1995).
Navigando in internet, la «Grande Rete», è facile accorgersi della
presenza di elementi legati al sacro e alla religione. Aprendo
l’orizzonte all’intero mondo Web si scopre che la presenza religiosa è
davvero consistente.
Digitando la parola “God” (cioè Dio nella lingua principale del
web, l’inglese) nei principali motori di ricerca, come Google o Yahoo!
8
otteniamo un numero di risultati inferiori soltanto ad altri due termini:
“Sex” e “Food”. Questi dati fanno riflettere su come Internet sta
cambiando e su come cambieranno la natura e le dinamiche della
religione.
La creazione e la diffusione della parola scritta, come sappiamo,
ha trasformato il mondo religioso. I mass-media elettronici esistono
da meno di un secolo e ancora oggi si stanno valutando il loro effetti
sulla religione. L'aspetto interattivo di Internet sarà in conformità con i
precedenti mezzi di radiodiffusione, o si presenta in un contesto
alternativo? Questi cambiamenti saranno significativi?
Internet esiste da troppi pochi anni per poter dire quale sarà il
suo futuro. Come è noto « i primi commenti sociali su Internet sono
stati intrisi di retorica utopica e distopica
1
(per esempio, Rheingold
1993; Barlow ed altri 1995; Mitchell 1995; Turkle 1995; Stoll 1995;
Slouka 1995; Ramo 1996; Brooke 1997; Zaleski 1997). Sia i nuovi
1 Esiste un particolare filone della fantascienza a sfondo sociale, che descrive tanto luoghi
immaginari dove regna il benessere e la felicità (l’utopia), quanto terribili ipotesi di mondi
futuri autoritari e invivibili (la distopia o anti-utopia). Questo filone ha i suoi lontani
precursori al di fuori dei confini del genere, ed ha raggiunto la popolarità a partire dal classico
Nineteen Eighty-Four di George Orwell. Si tratta di storie che usano meccanismi della science
fiction per mettere in dubbio anche intere ideologie e sistemi di valori.
9
gruppi religiosi che i “veterani” sono migrati nel Cyberspazio con un
certo entusiasmo. Ma il lavoro fatto fin qui sulla religione su Internet è
abbastanza limitato, seppure promettente»
2
. (Dawson, 2000).
Ci accingiamo a conoscere questo nuovo mondo riportando i dati
di alcune ricerche condotte in America, in Canada e in Italia, che ci
aiuteranno a capire come il sé spirituale
3
si manifesta su internet:
identificando e misurando il fenomeno e analizzando il profilo sociale
degli utenti dei siti web religiosi. Faremo una panoramica sull’intera
situazione della “cyber-spiritualità” distinguendo due forme del sé
spirituale: “di” internet e “in” internet.
Successivamente, privilegeremo questa seconda forma e ci
soffermeremo particolarmente sul “cyber-cattolicesimo”, poiché è un
mondo per molti ancora inesplorato, ma che già presenta luci e
ombre. In fine cercheremo di capire perché il sé spirituale si manifesta
su internet indagando quale influenza queste attività stanno avendo
2 Traduzione da Dawson, L.“Doing Religion in Cyberspace: The Promise and the Perils.”
The Council of Societies for the Study of Religion Bulletin, 30 (1): 3-9. 2001
3. W.James parla di diverse dimensioni del Sé: materiale, sociale e spirituale. Caprara G.V,
Gennaro A. Psicologia della personalità. Il Mulino, Bologna 1994.
10
sulla pratiche religiose degli utenti, quali implicazioni sull’identità e
sulle comunità religiose.
1.2 Stima del fenomeno
In questo paragrafo osserveremo come, dal punto di vista quantitativo,
il sé spirituale si manifesta su internet attraverso le ricerche condotte
in America e in Italia.
Da un sondaggio americano i cui dati sono riportati su
www.religion-research.org/report1.htm emerge che il 99% degli
intervistati ha compiuto in Rete ricerche relative alle religioni. Il Web
italiano non fa eccezione: un analogo sondaggio è stato condotto
dall’Istituto di ricerca Innovanet, i cui risultati si possono leggere su
www.innovanet.it
4
Su un campione di 820 naviganti, la religiosità risulta:
per il 18% essenziale, importante per il 31%, secondaria per il 44%,
nulla per il 7%.
4 l'indagine completa è presente nel libro di M. Merlini "Pescatori di anime. Nuovi culti e internet",
Avverbi,1998
11
La religiosità per i cybernauti italiani è:
Essenziale
18%
Importante
31%
Secondaria
44%
Nulla 7%
In quanto alle fedi di appartenenza dei cybernauti italiani, è
massiccia la presenza dei cattolici (42%), seguiti da cristiani non
cattolici (12,6%) e da agnostici, atei e indifferenti (31%). Le "altre
religioni" totalizzano il (14,4%).
12
Fedi di appartenenza dei cybernauti italiani.
Cattolici 42%
Atei
Agnostici 31%
Cristiani non
Cattolici 13%
Altre religioni
14%
Si tratta di dati che contraddicono l'immagine, forse divenuta già
stereotipo, del navigatore iperscientista e tecnofilo, senza alcun
legame con forme di religiosità.