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SEZIONE PRIMA
1 IL CICLO DELL�ACQUA IN ITALIA
SCHEMA DEL CICLO DELL�ACQUA
SORGENTI , FALDE , ACQUE DI SUPERFICIE
raccolta (captazione) e trasporto (adduzione) FONTE
Imbottigliamento
Trattamento e distribuzione
Acquedotti
Irrigazione
(Agricoltura)
Utenti Civili
Utenti Industriali
Depurazione Riuso
Rete Fognaria Refluo Dissalazione
Fiumi - Laghi - Mare
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Il ciclo �economico� dell�acqua pu� essere descritto come un fenomeno eminentemente
locale ( quindi non pi� circolare ),che inizia con la raccolta o captazione da una fonte
(sorgente, falda sotterranea o corso d�acqua superficiale), prosegue con la distribuzione agli
utenti civili ed industriali ( per lo pi� a mezzo degli acquedotti) e termina con lo scarico
sulla rete fognaria. Da quest�ultima l�acqua reflua viene fatta defluire nuovamente nei corsi
che portano al mare. L�acqua durante il ciclo pu� subire diversi trattamenti:
potabilizzazione, depurazione, dissalazione ( nel caso si voglia recuperare acqua dal
mare).Il volume medio delle precipitazioni ( o afflussi meteorici ) in Italia � stato stimato
nel 1989 dall�IRSA (Istituto di Ricerca sulle Acque ) pari a 291 miliardi di mc., che danno
una precipitazione media di 510 mm. Annui (la media europea � di 290 mm.).
DISPONIBILITA� DI RISORSE IDRICHE IN ITALIA (mld mc/a)
Afflussi
meteorici
Deflussi superficiali
naturali
Risorse
Superficiali
potenziali
Sotterranee
Nord 120 81,8 65,2 8,6
Centro 70 30,1 19,8 1,5
Sud 70 32,1 20,4 1,8
Isole 35 11,0 5,0 1,1
Totale Italia 290 155,0 110,4 13,0
Fonte: Ministero dell�Ambiente (1992); Conferenza nazionale sulle acque (1972).
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DISPONIBILITA� IDRICA IN ITALIA, AFFLUSSI E DEFLUSSI PER RIPARTIZIONE
GEOGRAFICA
Afflussi
Sud
24%
Centro
22%Isole
12%
Nord
42%
Def l ussi
Sud
21%
Cent ro
19%
Isole
7%
Nor d
53%
Fonte: Ministero dell�Ambiente (1992), Conferenza nazionale sulle acque (1972)
Circa la met� di queste precipitazioni (il 44%) non si trasforma in deflussi superficiali, e
quindi in risorse utilizzabili, a causa di evaporazioni e perdite. Le risorse utilizzabili, - al
netto cio� di evaporazioni di evapotraspirazioni e deflussi sotterranei - vengono stimate
intorno a 155mld di mc. Si riscontra un�accentuata differenza territoriale nella disponibilit�
di risorse idriche. Quasi il 53% delle risorse utilizzabili � localizzato nell�Italia
settentrionale, il 19% nell�Italia centrale, il 21% nell�Italia meridionale e il 7% nelle Isole.
La significativa differenza nella disponibilit� delle risorse idriche a livello territoriale
riflette certamente la diversa intensit� delle precipitazioni ma � anche direttamente legata
alla loro diversa distribuzione stagionale. La quantit� di acqua pluviale pu� essere, infatti ,
direttamente utilizzata soltanto se vi � una regolare distribuzione durante l�anno; cosa che
non avviene nel nostro Paese, soprattutto nel Mezzogiorno.
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1.1 I BACINI IDROGRAFICI
Il territorio nazionale � ripartito in bacini idrografici i quali a seconda dell�importanza, si
definiscono di rilievo nazionale, interregionale e regionale in base alla legge n. 183\1989
che ha dettato le norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo.
Ogni bacino � gestito da un�autorit� che ha il compito di eseguire un piano territoriale di
settore per la conservazione ,la difesa e la valorizzazione del suolo e la corretta
utilizzazione delle acque considerando il bacino come ecosistema unitario e superando in tal
modo le difficolt� originate dalla altrimenti inevitabile frammentazione delle competenze
tra enti territoriali diversi. Secondo le recenti stime del Ministero dei lavori pubblici , in
Italia si contano 44 bacini di cui il 45,4% di rilievo nazionale, il 45,6% di rilievo regionale
e soltanto il 9% di rilievo interregionale. Il bacino maggiore � quello del Po che si sviluppa
su un�asta principale fluviale di 652 Km., alimentata da oltre 140 affluenti di varia
lunghezza. Interessa 6 regioni che coprono circa un quarto del territorio nazionale dove
sono localizzate attivit� che rappresentano il 40% del prodotto nazionale.
Il secondo bacino � quello dell�Adige, seguito dal Tevere e poi dall�Arno.
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BACINI IDROGRAFICI DI RILIEVO NAZIONALE
Superficie kmq Asta fluviale
principale km
Popolazione
residente mln ab.
Carico inquinante
mln AE
Fiume Po 67.940 652 15,3 138
Adige 12.115 409 1,3 4,1
Brenta 6.700 174 1,7 11,5
Piave 4.100 222 0,4 2,1
Livenza 2.540 111 0,4 1,6
Tagliamento 2.820 158 0,2 0,5
Isonzo 3.430 140 0,2 0,8
Totale 19.590 805 2,9 16,5
Arno 9.116 241 2,6 8,5
Tevere 17.156 403 4,5 10
Volturno 5.634 175 1,1 2
Liri-Garigliano 5.125 164 0,8 -
Totale 10.759 339 1,9 -
Totale 139.676 2.849 28,5 (179,1)
Fonte: Autorit� di bacino e Ministero dei LLPP, 1994.
11
1.2 L�UTILIZZAZIONE
1.2.1 L�UTILIZZO DELLE RISORSE IDRICHE.
L�Italia � ai primi posti riguardo alla domanda complessiva di acqua. Rispetto a una media
dei paesi dell�Ue di 604 mc annui di prelievi idrici per abitante (mc/ab/a), il nostro paese
registra infatti un valore stimato intorno ai 980mc/a pro capite, corrispondente a un prelievo
pari al 32% del totale della risorsa disponibile. Insieme all�Italia , presentano valori
superiori alla media UE anche l�Olanda, il Belgio e la Spagna, per via dell�elevata incidenza
del settore agricolo, che esprime un elevato fabbisogno idrico, sulla struttura produttiva.
Prelievo idrico pro capite in Europa (mc/ab/a)
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
L
I
R
L
D
K
G
B A S
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F
G
P D B E
I
N
L
Fonte: Legambiente, 1996
Distinguendo le risorse idriche in base alle diverse modalit� di utilizzazione si individuano
tre grandi categorie di utenza.
12
Dalla scarsa disponibilit� di dati sulle risorse utilizzate in Italia nei tre comparti (usi agricoli
, civili e industriali),soprattutto per quanto concerne gli usi agricoli, si evince che
l�agricoltura assorbe oltre la met� dell�intera domanda di acqua del Paese.
Uso del le risorse idriche in I tal ia per
settore
usi civi l i
15%
Industria
25%
Agricol tura
60%
Fonte: Ministero dell�Ambiente, 1991
Utilizzazione delle
risorse idriche
Usi civili Usi agricoli
Usi industriali
Famiglie
Attivit� economiche
Usi pubblici
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1.2.2 LE RISORSE IDROPOTABILI
Dai dati del 1987 relativi ai consumi idropotabili, si vede che il 77% del�acqua erogata
raggiunge le abitazioni e i negozi, poco pi� del 14,5% l�industria e le altre attivit�
economiche, mentre la parte restante (8,8%) � destinata ad usi pubblici.
Utilizzo delle risorse idropotabili
Abitazioni e
negozi
77%
Usi pubblici
9%
Industria
14%
Fonte: ISTAT, 1991
L�acqua potabile erogata nel 1987 � stata pari a circa 5,8 miliardi di mc, quasi il 20% in pi�
rispetto al valore rilevato nel 1975.La variazione pi� significativa si � registrata nelle
regioni meridionali e nelle isole dove la quantit� d�acqua effettivamente distribuita �
aumentata del 49,8%.
Utilizzo delle risorse
idropotabili
Usi pubblici
Industria e altre attivit�
Abitazioni e negozi
economiche
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1.2.3 USI CIVILI: ABITAZIONI, NEGOZI E USI PUBBLICI
Negli usi civili rientrano i consumi idrici relativi all�alimentazione e ai servizi privati e
collettivi. L�acqua potabile erogata nel 1987 per usi civili, privati e pubblici � stata pari a
4,9miliardi di mc, corrispondente all�85% dell�acqua potabile complessivamente erogata I
dati relativi alla quantit� d�acqua erogata per abitante secondo l�area geografica mostrano
significative differenze tra le regioni del l�Italia Centro - settentrionale e quelle del
Mezzogiorno, come si vede chiaramente dal grafico.
USI CIVILI: ACQUA EROGATA PER ABITANTE PER RIPARTIZIONE
GEOGRAFICA.- 1987 (litri/giorno)
0
50
100
150
200
250
300
Nord-
ovest
Nord-est Centro
Sud
Isole Italia
Fonte: ISTAT, 1991
La distribuzione regionale della quantit� di acqua erogata per abitante mette in risalto che la
regione con il maggiore consumo idropotabile risulta essere il Trentino Alto Adige con 372
l/g per abitante. All�ultimo posto si colloca invece l�Emilia-Romagna con 184 l/g per
abitante. (E� significativo considerare che in questa regione il costo del servizio idrico � in
media ,il pi� alto d�Italia.)
15
DISTRIBUZIONE REGIONALE DELL�ACQUA POTABILE EROGATA PER USI
CIVILI. � 1987
0
50
100
150
200
250
300
350
400
P
i
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m
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/
g
/
a
b
Fonte: ISTAT, 1991.
16
1.2.4 USI PRODUTTIVI: INDUSTRIA E ALTRE ATTIVITA� ECONOMICHE
La disponibilit� di dati relativi all�acqua utilizzata nell�industria e nelle altre attivit�
economiche � estremamente carente. Informazioni pi� dettagliate si hanno per il solo uso di
acqua potabile. Dei 5,8 miliardi di mc di acqua potabile erogata nel 1987, pi� di 800 milioni
sono stati erogati a favore dell�industria e delle altre attivit� economiche, con netta
prevalenza delle regioni del Nord dove sono confluiti pi� di 500 milioni di mc di acqua,
pari al 60,6% del totale erogato nel settore. Quest�ultimo si caratterizza per un�accentuata
variabilit� nel livello dei fabbisogni in relazione al tipo di attivit�, all�entit� del riciclo
interno, all�evoluzione dei cicli produttivi e all�introduzione di nuovi processi tecnologici.
In generale, in quasi tutti i settori si registra una tendenza alla riduzione dei consumi idrici
che riflette una razionalizzazione dei processi produttivi e l�adozione di tecnologie water-
saving. In particolare, dal 1976 al 1986 i consumi idrici specifici per le c.d. aziende
idroesigenti
1
si sono ridotti del 35%.
1
Per aziende idroesigenti si intendono: Molitoria, Dolciaria, Conserviera Pomodoro,
Conserviera, Casearia, Zuccherifici, Tessile, Conciaria, Metallurgica Ferrosi, Metallurgica
non ferrosi, Meccanica, Mezzi di trasporto, Chimica, Gomma, Fibre, Carta E Lavorazione
materiali non metallici.
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1.2.5 L�IRRIGAZIONE
In base alle rilevazioni censuarie dell�ISTAT, nel 1990 in Italia la superficie effettivamente
irrigata rappresentava il 70% della superficie irrigabile e quasi il 18% della superficie
agricola effettivamente utilizzata. Rispetto al 1970 si registra una crescita tanto nella
superficie agricola irrigata quanto nella quota della superficie agricola utilizzata. Dagli studi
fatti si evidenziano significative differenze a livello territoriale. Stime per il 1993 indicano
che al Nord l�irrigazione riguarda oltre il 30% della superficie agricola utilizzata, contro
valori intorno al 9% nel Centro e valori di circa l�11% nel Mezzogiorno. Va ricordato
,comunque, che in agricoltura il fabbisogno idrico varia in funzione non soltanto dei fattori
climatici e ambientali ma anche dal tipo di coltivazione praticata, della tecnica produttiva
impiegata, nonch� del metodo di irrigazione utilizzato.