VII
sistema di valori e relazioni che contraddistingue la gestione
aziendale.
Nel primo capitolo ho delineato gli elementi che caratterizzano
l’economia digitale, primo fra tutti l’avvento di Internet, la cui
pervasività ha consentito lo sviluppo non solo di una rete fisica, ma
soprattutto di una rete cognitiva, capace di generare risorse cruciali
per le imprese come soddisfazione, fiducia e relazioni.
L’ultima frontiera raggiunta da Internet è il commercio elettronico, del
quale ho sottolineato aspetti positivi e negativi.
Nel secondo capitolo ho introdotto il concetto di qualità, trattando la
sua evoluzione, da significato prettamente ingegneristico di
conformità, fino all’approccio moderno del Total Quality Management,
il cui obiettivo è l’eccellenza, intesa come principio guida che deve
permeare l’intera organizzazione. Questa evoluzione della qualità si
rispecchia anche nella normativa di riferimento, la Vision 2000, della
quale ho evidenziato i principali aspetti innovativi rispetto alle norme
ISO 9000 del 1994.
Nel terzo capitolo ho trattato dell’importanza della gestione della
conoscenza come fattore fondamentale per il raggiungimento di un
vantaggio competitivo e ho sottolineato come la qualità, con i suoi
principi, svolga un ruolo determinante nell’allineamento del sistema
aziendale (persone, processi e tecnologia) ai reali bisogni espressi dal
cliente. Di particolare importanza è la motivazione e la valorizzazione
della risorsa umana, nonché di tutte le parti coinvolte nel processo di
creazione di valore, per lo sviluppo di una cultura comune che
s’identifica con l’essenza stessa dell’azienda.
VIII
Nel quarto ed ultimo capitolo, dopo avere enunciato il valore della
comunicazione come risorsa essenziale, soprattutto in ambienti digitali
in cui viene meno il contatto fisico con le persone, ai fini della
fidelizzazione del cliente, ho esteso il concetto della qualità al contesto
dell’e-commerce, sottolineando l’importanza della presenza di
strumenti di garanzia abilitanti dell’e-confidence. Tali strumenti
assumono le sembianze delle certificazioni, delle quali, in un confronto
fra quelle principali esistenti sul mercato, ne ho delineato aspetti e
caratteristiche comuni, nell’ottica di una loro auspicabile
armonizzazione.
1
Capitolo primo
1 INTERNET COME NUOVO AMBIENTE DI BUSINESS.
1.1 L’economia digitale: verso un nuovo paradigma.
L’evoluzione delle tecnologie di informazione e di comunicazione e
la loro applicazione alla gestione aziendale ha portato alla nascita
della cosiddetta “economia digitale
1
”; volendola definire più
propriamente, l’economia digitale esprime un contesto nel quale le
transazioni economiche e le funzioni che governano le imprese, le
istituzioni e la collettività, sono programmate ed eseguite con il
supporto di tecnologie digitali. Il suo significato s’inserisce in un
contesto più ampio, quale è l’attuale scenario della globalizzazione,
in cui il principale fattore strategico per l’impresa è l’informazione. La
gestione delle informazioni per il tramite di strumenti tecnologici, ma
soprattutto la possibilità di una loro diffusione allargata tra luoghi e
punti distribuiti attraverso le reti telematiche, ha di fatto imposto una
ridefinizione del modo di operare delle imprese, all’interno di un
ambito competitivo che si allarga in via crescente sotto l’aspetto
dimensionale.
1
S.Vicari, Il management nell’era della connessione, Egea, Milano, 2001.
2
La sfida della new economy consiste proprio in questo passaggio:
affinché l’opportunità offerta dalle nuove tecnologie venga
pienamente accolta non basta agire soltanto sulla dimensione
tecnologica, ma occorre innanzitutto concentrarsi sulla definizione di
nuovi modelli organizzativi e istituzionali.
La virtualizzazione dei processi che governano il mercato o la
società non è comunque un evento nuovo, anzi esso è riconoscibile
e correlabile alla diffusione di sistemi elettronici di comunicazione,
diffusione che è iniziata già da tempo.
L’elemento di novità dell’economia digitale si ricollega, invece, a
quattro punti fondamentali strettamente connessi fra loro, i quali
vanno ad incidere proprio sulle condizioni strutturali e gestionali
delle organizzazioni
2
:
1) diffusione e affermazione di un protocollo standard, universale e
aperto, quale è Internet;
2) interconnessione elettronica tra cose, persone, imprese e
istituzioni;
3) separazione tra la catena del valore delle cose fisiche e quella
della conoscenza e dell’informazione;
4) superamento del trade off tra l’offerta di varietà e l’ampiezza
della connettività tra persone e imprese.
Questi fondamenti offrono nuove prospettive di analisi e stimolano
nuove speculazioni sulla trasformazione dell’economia, della
società, dei mercati, dei business models, dei processi di
intermediazione e definiscono i presupposti per la costruzione di
nuovi paradigmi.
2
E.Valdani, L’impresa proattiva. Co-evolvere e competere nell’era dell’immaginazione,
McGraw-Hill, Milano, 2000.
3
1.2 Il fenomeno Internet: breve storia.
La nascita di Internet
3
risale alla fine degli anni ’60, in seguito ad
uno studio commissionato dal Ministero della difesa degli Stati Uniti
ad alcune università. Il sistema che collegava il calcolatore centrale
di cui disponeva la Difesa statunitense a tutti i computer delle sedi
militari periferiche, era molto vulnerabile poiché tali computer non
erano collegati tra loro e, quindi, distruggere l’unità centrale sarebbe
stato sufficiente per bloccare l’intera circolazione d’informazioni
nell’apparato difensivo. Per risolvere questo problema, venne così
affidato ad alcune università l’incarico di studiare un sistema che
raggiungesse contemporaneamente due obiettivi:
− collegare tra loro i computer delle varie sedi indipendentemente
da quello centrale;
− poter continuare a comunicare anche nel caso in cui fosse
distrutto il sistema di comunicazione di una qualsiasi delle sedi.
Nel 1969 Arpanet (questo fu il nome in codice dato al progetto)
collegava le prime quattro università che sperimentavano e
utilizzavano il nuovo modello di comunicazione basato su una
nuova tecnologia chiamata “packet switching” (“commutazione di
pacchetto”): la rete, che collegava i vari computer tra loro, non
doveva avere un un’autorità centrale ed era fondamentale che tutti i
nodi fossero indipendenti, avessero una stessa posizione
gerarchica e fossero in grado di originare, passare e ricevere
messaggi.
3
C.Gubitosa, La vera storia di Internet, Apogeo, Milano, 1999.
4
Tali messaggi sarebbero stati scomposti in pacchetti
opportunamente targati per non perdersi, ed ogni pacchetto
indirizzato verso la propria meta finale, raggiunta la quale sarebbero
stati ricompattati in un messaggio che potesse essere utilizzato da
un altro computer. La strada percorsa da questi pacchetti era scelta
da loro stessi, grazie ad appositi computer programmati proprio per
incanalare i dati sulla strada più veloce e sicura. In caso si fossero
presentati dei problemi (circuiti bloccati o computer fuori uso), il
pacchetto sarebbe stato reindirizzato verso un percorso alternativo
e più sicuro. Tale sistema fu ribattezzato ARPANET. Importante per
lo sviluppo di Arpanet è stato il progetto proposto da Wesley Clark,
secondo il quale, non andavano collegati tra loro due computer, ma
andava usata una sottorete di computer uguali tra loro per
trasmettere e ricevere dati, in modo che ogni computer collegato
avesse dovuto imparare solo il linguaggio della sottorete e non
quello di tutti i computer on line. Una volta costituite le sottoreti,
definite IMP (interface message processor), era necessario creare
un linguaggio comune che permetesse a computers con sistemi
operativi diversi di “parlare” la stessa lingua. Tale problema venne
risolto nel 1973 da due ricercatori, Cerf e Kahn , i quali realizzarono
un’architettura di cooperazione tra reti e macchine interconnesse fra
loro (internetworking) attraverso l’utilizzo di un protocollo tcp/ip.
Tale protocollo è generalmente condiviso e non riconducibile a
restrizioni o vincoli di impiego, ed è proprio dal suo essere
universale che deriva il successo riconosciuto ad Internet, a
differenza di modelli di impiego di altre tecnologie che vedevano un
elemento determinante nel loro specifico assetto proprietario.
5
Nel 1971 erano connessi 15 enti, tra cui la Nasa. Nel 1974 questo
sistema di collegamento fu ribattezzato con il nome che porta
attualmente: Internet. Il suo utilizzo rimase limitato all’ambito della
comunità scientifica internazionale fino agli anni ’80, quando lo
scienziato Tim Berners-Lee concepì un nuovo sistema di accesso
alle informazioni, il World Wide Web (WWW), un sistema che
permette di navigare con semplicità attraverso un linguaggio
(l’HTML) più intuitivo e completo nel quale fluiscono dati,
informazioni e immagini. L’ideazione di strumenti grafici (browser),
come Netscape ed Explorer, completò l’opera, ponendo i
presupposti per lo sviluppo commerciale di Internet che diventa così
uno strumento accessibile da parte di tutti.
6
1.3 La connessione come elemento centrale
dell’economia della virtualità.
L’affermazione di standard universali aperti, quale è Internet, e la
diffusione e il perfezionamento delle tecnologie di comunicazione
(fisse e mobili, terrestri e satellitari) hanno stimolato l’esplosione
della connettività
4
.
Ogni cosa, ogni persona, impresa, istituzione e ogni sistema Paese,
saranno in un prossimo futuro interconnessi elettronicamente gli uni
agli altri, in una fitta rete planetaria capace di accedere e scambiare
con grande intensità e varietà ogni tipo di informazione e di
contenuto, ad un costo marginale nullo.
La rete cui facciamo riferimento, è la rete fisica che supporta un
altro tipo di rete, la rete cognitiva
5
, che richiede la capacità di
utilizzare le conoscenze per scambiare informazioni tra i diversi
soggetti. Nella crescita della complessità che le imprese si trovano
a dover governare, è infatti fondamentale la capacità di gestire la
conoscenza, necessaria ad affrontare l’imprevedibilità dell’ambiente
attuale, utilizzando tutte le potenzialità date dalla divisione del
lavoro cognitivo. Le strutture reticolari sono quelle che consentono
meglio di connettere la conoscenza, a condizione che vengano
definite modalità di connessione, meccanismi di condivisione e
standard comuni.
Il sito può essere considerato un luogo virtuale dove avviene
l’interazione cognitiva fra soggetti che possono così comunicare,
ma anche avviare e effettuare scambi di risorse (materiali e
immateriali). Gli scambi possono riguardare messaggi ma anche
4
S.Vicari, Economia della virtualità, Egea, Milano, 2001.
5
S.Vicari, opera citata.
7
beni e servizi, che possono essere transati grazie al trasferimento
elettronico di documenti e ordini di pagamento.
Ricordiamo che uno dei driver principali di questo sviluppo è
rappresentato dall’e-mail; il successo di questa modalità di
comunicazione a contenuto digitale, si ricollega al fatto che, a
differenza delle tecnologie analogiche, come ad esempio il fax il
quale è legato allo standard del contenuto che deve essere
trasmesso, permette di annullare ogni barriera in termini di spazio e
di tempo.
Un altro aspetto che emerge, caratteristico dell’economia digitale,
riguarda la separazione tra catena del valore delle cose fisiche e
quella della conoscenza e dell’informazione e del riconoscimento
che il processo di creazione del valore non è lo stesso nelle due
situazioni (Fig.1
6
).
In effetti esse presentano caratteristiche fondamentalmente diverse.
Quando una cosa è venduta, essa cessa di essere posseduta.
Quando un’idea o un contenuto di conoscenza e di informazione
sono ceduti, il venditore continua a possederli e in molti casi può
rivenderli più volte. Un contenuto di conoscenza può essere
riprodotto, replicato e duplicato a costi marginali quasi nulli.
6
E.Valdani, opera citata.
8
Quando le cose fisiche devono essere riprodotte, necessitano di
investimenti, di processi produttivi e incidono con costi ben
maggiori. Le cose fisiche, più sono sfruttate più sono sottoposte ad
un processo di depauperazione delle risorse con cui sono realizzate
e allo stesso tempo subiscono una riduzione della loro performance
funzionale. Il contenuto della conoscenza è meno soggetto al
consumo fisico, benché al pari delle cose fisiche essa sia soggetta
all’obsolescenza tecnologica e commerciale.
Infine, una cosa esiste se risiede in un luogo fisico, al contrario
dell’informazione che, utilizzando un’espressione inglese è nowhere
and everywhere
7
.
Tali esemplificazioni ci permettono di sottolineare che la
conoscenza e l’informazione assumono un valore di per sé, in
quanto capaci di generare risorse cruciali per le imprese come
soddisfazione, fiducia e relazioni. La gestione della conoscenza in
senso relazionale ed interattivo diviene, in un contesto di crescente
complessità ambientale, il fattore che consente all’impresa di
differenziarsi dai concorrenti.
L’autonomia dei flussi informativi, che avviene grazie alla
separazione tra l’economia delle cose fisiche e quella della
conoscenza, permette alle imprese, inoltre, di superare il trade off
tra richness e reach, ovvero tra l’offerta di varietà delle informazioni
trasferite e l’ampiezza della connettività, cioè l’audience raggiunta.
In altri termini, con le nuove tecnologie, è possibile trasferire una
grande varietà di conoscenza ed informazione ad un vasto
pubblico, riducendo notevolmente le asimmetrie di conoscenza tra
le parti di una relazione e aprendo la strada a processi di creazione
del valore più ampi e complessi.
7
S.Vicari, opera citata.
9
In definitiva, l’economia digitale si caratterizza per l’emergere di
fattori nuovi, che l’impresa può adottare e di condizioni diverse, in
cui può operare secondo modalità proprie per costruire vantaggi
firm specific. Tale opportunità richiede, tuttavia, l’esistenza ed il
continuo sviluppo, data la natura altamente dinamica delle
tecnologie digitali, di un insieme di capacità e competenze
sottostanti la qualità (sia in termini di efficacia sia di efficienza)
dell’intero processo di creazione e diffusione del valore
8
.
8
P.Stampacchia, L’impresa nel contesto globale. Attività, risorse, configurazione, Giappi-
chelli, Torino, 2001.
10
1.4 L’impresa verso l’E-business.
Internet e le nuove tecnologie stanno diventando ormai strumenti di
lavoro e di vita quotidiani. Hanno modificato il nostro modo di
comunicare, di rapportarci agli altri e al mercato, le nostre abitudini,
i nostri punti di riferimento, proiettandoci in una logica di efficienza e
di risparmio del tempo, di organizzazione e di condivisione delle
informazioni e delle conoscenze.
L’opportunità offerta dalla disponibilità di un linguaggio convergente
ed infrastrutture comuni come supporto alle relazioni economiche,
ulteriormente amplificata dalle recenti innovazioni della
multimedialità, è venuta ad interessare anche la sfera del consumo,
che ha individuato in Internet un canale estremamente potente a
livello comunicativo per l’interazione con le imprese.
L’emergere di nuovi fattori rilevanti per la competitività delle
organizzazioni, quali le risorse umane, il rapporto con il
consumatore, le relazioni interattive lungo la catena del valore,
trovano un effetto leva nella disponibilità di questa potente
innovazione tecnologica, che permette allo stesso tempo elevati
scambi informativi e flussi comunicativi ad alto valore aggiunto.
Se è vero che il Web impone inevitabili trasformazioni per le
imprese esistenti, allo stesso tempo ha contribuito a farne sorgere
di nuove, cambiando in modo irreversibile il modo di fare business,
cioè le regole secondo le quali si strutturano transazioni
economiche, flussi comunicativi e strategie competitive
9
.
9
R.Cappellari, Strategie e organizzazione al tempo di Internet, in Sviluppo & Organizzazio-
ne, N.180, Luglio/Agosto 2000.