VII
presenza marginale di intermediari interattivi che operano per servire la sfera
di quanti non abbiano intenzione di operare trattative mediate da agenzie
immobiliari et similia.
La ricerca empirica è sembrata confortare l’idea alla base del progetto
imprenditoriale oggetto di questa trattazione: coprire con uno strumento
alternativo ed innovativo la fascia di mercato costituita dalle contrattazioni fra
privati cittadini. A suffragare questa ipotesi di business ha contribuito la
constatazione, proveniente da dati forniti dalla maggiore associazione di
categoria degli intermediari immobiliari
1
, che, a fronte del milione circa di
trattative di compravendite immobiliari annue (numero costantemente in
crescita dal 2001), approssimativamente la metà transita sul canale “agenzie
immobiliari“ mentre, l’altra metà, avviene per contrattazione tra privati
cittadini.
Da qui l’idea da parte del management di MCIT Consulting, società a respiro
internazionale operante nell’ambito dell’ITC, di implementare un progetto
imprenditoriale consistente nella creazione e nella gestione di un sito Internet
atto a favorire l’accesso ad informazioni sulla disponibilità di immobili in
compravendita ed affitto da parte di privati cittadini.
Come per ogni primo passo di un nascente progetto imprenditoriale, si è
provveduto alla redazione di un business plan che illustrasse tutto il processo
decisionale in merito alla costituzione della società che si occuperà della
creazione e gestione del sito Internet, alla tipologia dei servizi offerti, alla
tariffazione dei servizi stessi e alle scelte di comunicazione, per giungere alla
traduzione di queste idee in costi e ricavi e bilancio d’esercizio sui futuri tre
anni di osservazione.
Così, entrando nel merito del corpus della presente trattazione, si può
osservare come, al Capitolo Primo, sia presentata una breve disamina sui
significati e sulle principali funzioni di un business plan. Si procede, nel
Capitolo Secondo, ad illustrare le linee generali del progetto imprenditoriale:
le differenze tra imprese di servizi ed imprese manufatturiere, la descrizione
1
Si tratta di F.I.M.A.A., la Federazione Italiana del Mediatori e degli Agenti d’Affari.
VIII
dei promotori del progetto e l’obiettivo di partenza. Ma trova spazio in questo
secondo capitolo anche l’illustrazione della ricerca empirica, svolta dal
redattore della presente tesi di laurea sulla situazione del mercato
immobiliare on-line, nonchè l’illustrazione della mission del progetto ed i limiti
incontrati nella fase di progettazione del business.
Con il Capitolo Terzo, invece, si è voluta fare una panoramica sullo scenario
in cui si svolge il business: Internet e New Economy, I.C.T. e Infocommerce,
sono tutte realtà di un modo nuovo di fare business che sfociano nel
commercio elettronico, o e-commerce, di cui oggigiorno si sente tanto
parlare.
Con il Capitolo Quarto inizia la descrizione vera e propria del business plan
che parte con lo sviluppo del Piano di Marketing. In questo capitolo si è
cercato di sviluppare, a grandi linee, i contenuti generali del progetto
imprenditoriale. Dopo l’analisi dello sviluppo del settore immobiliare e
dell’Internet in Italia, si passa all’analisi delle barriere all’entrata e dei vincoli
normativi che caratterizzano lo scenario di riferimento del business. Si
procede, di seguito, all’illustrazione del servizio offerto, alla descrizione dei
clienti potenziali e della concorrenza. Gli ultimi due paragrafi del capitolo
descrivono le politiche che riguardano la fissazione di prezzi e tariffe del
servizio offerto e le politiche di comunicazione.
Il Capitolo Quinto affronta le tematiche più propriamente operative ed
organizzative del business plan: il capitolo si apre con lo sviluppo delle
logiche che sottendono al core business aziendale, la comunicazione e la
tempistica dei vari processi. Conclude questo primo paragrafo una
descrizione del sistema informativo aziendale, fondamentale per interfacciare
dati di varia natura ma tutti essenzialmente utili all’elaborazione di nuove
strategie e al miglioramento di quelle in essere.
Il secondo ed il terzo paragrafo trattano in maniera specifica la sfera
organizzativa: si presenta in dettaglio la composizione delle diverse divisioni
e del vertice aziendale, nonchè la scelta della della forma giuridica della
società.
IX
Concludono il Capitolo Quinto due paragrafi contenenti, rispettivamente, il
Piano delle Vendite, nel quale si è tentato di definire le quote di mercato e le
corrispondenti ipotesi di ricavo a favore della società, ed il Piano del
Personale che, riprendendo l’organigramma della società, descrive in
maniera più dettagliata le risorse umane allocate alle diverse funzioni ed il
trattamento economico spettante.
Il Sesto, ed ultimo, Capitolo include la quantificazione numerica dell’intero
progetto imprenditoriale. In esso sono presentati e commentati degli schemi
contenenti i dati relativi al Piano Finanziario. In particolare, si parte con
l’illustrazione del Piano previsionale dei Ricavi di Vendita del servizio offerto,
principale e secondario.
Il secondo tema trattato nel capitolo riguarda la struttura dei costi: sono
riportati alcuni schemi che sintetizzano le voci riguardanti i costi del
personale ed i costi generali nonché le ipotesi di lavoro sulle quali si basa la
determinazione dei costi stessi.
Segue la spiegazione delle scelte riguardanti il Piano degli Investimenti e la
relativa operazione di capitalizzazione delle spese sostenute per effettuare
tali investimenti.
L’insieme degli elementi economico-finanziari che concorrono alla
formazione del bilancio d’esercizio comprende anche il Piano degli
Ammortamenti, la determinazione delle imposte e l’evidenziazione dei flussi
di cassa; tali elementi trovano esplicazione, rispettivamente, ai paragrafi
quattro, cinque e sei del Capitolo.
La conclusione del Capitolo Sesto e dell’intero business plan è affidata alla
presentazione degli schemi di Stato Patrimoniale e Conto Economico nella
versione civilistica, suffragati dalla riclassificazione dello Stato Patrimoniale ai
fini delle analisi di bilancio e dal Conto Economico riclassificato al Valore
Aggiunto. Segue l’inserimento di alcuni grafici elaborati per indicare
l’andamento dei flussi di cassa e degli utili/perdite nel periodo di
osservazione. L’atto finale del capitolo include una rapida analisi di bilancio
basata sull’analisi degli indicatori di situazione Patrimoniale, Economica e
Finanziaria dell’azienda nei tre anni di riferimento.
1
CAPITOLO PRIMO
IL BUSINESS PLAN
1. IL BUSINESS PLAN: UNA VEDUTA D’INSIEME
1.1 Introduzione al business plan
Il business plan rappresenta uno strumento molto importante per tutti coloro i
quali gestiscono un’attività imprenditoriale ovvero vogliono avviare e
svilupparne una nuova: esso è uno strumento operativo che, in maniera
organica e sistematica, esplicita tutti gli elementi che compongono qualunque
progetto imprenditoriale, al fine di pianificarli, analizzarli, individuarne
eventuali punti critici e valutarne tutte le possibili ricadute, sia da un punto di
vista qualitativo sia da un punto di vista quantitativo
1
. Oltre ad essere, quindi,
un insostituibile strumento di “apprendimento”, questo documento consente
una presentazione organica ed efficace del progetto imprenditoriale che si ha
intenzione di portare avanti, in quanto è il documento di pianificazione
complessiva che descrive l’idea imprenditoriale e ne consente una
valutazione oggettiva della sua fattibilità tecnica ed economica.
Il piano d’impresa consente, inoltre, di ridurre i margini di improvvisazione a
favore di professionalità e competenza imprenditoriale: la nascita di una
nuova impresa nella maggioranza dei casi avviene senza che l’imprenditore
abbia preventivamente valutato la bontà della propria idea imprenditoriale sia
in termini di probabilità di sopravvivenza che di potenzialità di sviluppo. Molto
1
Bronconi G., Cavaciocchi S., Business plan: il manuale per costruire un efficace piano
d’impresa, Il sole 24 ore, Milano, 2001.
2
spesso prevalgono il desiderio di indipendenza, la voglia di mettersi in
proprio, l’innamoramento e la fiducia cieca nella propria idea imprenditoriale.
E’ indispensabile, quindi, accompagnare le imprese che nascono nello sforzo
necessario per affrontare le nuove sfide che le attendono
2
.
1.2 Cos’è un business plan
Nel paragrafo introduttivo si è tentato di dare l’idea di massima di cosa sia e
di cosa non sia un business plan. È da segnalare che, nella letteratura
economica in materia di pianificazione aziendale, le definizioni relative a
questo strumento si sprecano; onde evitare di appesantire questa trattazione
introduttiva con lunghe ed articolate citazioni di definizioni di “Business Plan”,
“Piano Aziendale” o “Piano d’Affari”, possiamo racchiuderle sotto forma di
principi utili per chiarire in modo semplice ed immediato il significato di tale
strumento al quale è dedicato l’intero elaborato:
• Il business plan è la rappresentazione degli effetti economici, finanziari
e patrimoniali di un progetto in essere o in fase di start up;
• Il business plan è, innanzitutto, uno strumento di pianificazione
applicabile per qualsiasi progetto imprenditoriale; parallelamente è
uno strumento di comprensione, controllo, e comunicazione che, se
correttamente utilizzato, rappresenta un’opportunità unica per
analizzare tutte le fasi della vita di un’azienda, dalla nascita fino al suo
successivo sviluppo;
• Il business plan è un importante strumento di crescita professionale
che stimola l’impresa che lo realizza a rapportarsi al futuro, a
confrontarsi con le realtà che la circondano, ad esaltare la
comunicazione all’interno e all’esterno dell’impresa stessa, a pensare
2
Lo Meo R., Il Piano d’Impresa: primo passo per l’imprenditore, Sviluppo Italia Sicilia S.p.a.,
Febbraio 2003.
3
in termini di valore creato e a valutare attentamente la formula
imprenditoriale e, quindi, anche la strategia.
Da questo si può affermare che il business plan, detto anche “Piano di
Fattibilità”, è lo strumento fondamentale per presentare in maniera organica
ed efficace nella sua globalità un’idea imprenditoriale ed i risultati di una sua
possibile implementazione
3
. Esso consiste, sostanzialmente, in un
documento che permette di capire le potenzialità di crescita e di sviluppo di
un’impresa esistente, nonché di verificare la fattibilità tecnica, economica e
finanziaria di una nuova attività imprenditoriale
4
. In particolare, i business
plan possono essere descritti come documenti riassuntivi del progetto
imprenditoriale che si vuole sviluppare. Le informazioni che tali documenti
devono contenere coprono diverse aree: dalla presentazione del gruppo
imprenditoriale, all’analisi del settore di attività, alla descrizione della formula
imprenditoriale che si intende realizzare, per finire, via via, con i documenti
che sintetizzano la sfera quantitativa del progetto
5
.
Chiarito cosa rappresenta, in sostanza, un business plan, non resta che
passare in rassegna funzioni, finalità e benefici in esso racchiusi.
3
Del Cogliano D., Polidoro M. F., Il business plan nelle imprese di servizi, Franco Angeli,
2002, Milano.
4
Lo Meo R., Il Piano d’Impresa: primo passo per l’imprenditore, Sviluppo Italia Sicilia S.p.a.,
Febbraio 2003.
5
Ibidem.
4
2. LE PRINCIPALI FUNZIONI DI UN BUSINESS PLAN
2.1 Finalità del business plan
Il business plan, è stato detto, adempie a diverse funzioni: strumento di
pianificazione, strumento di verifica, strumento finanziario. Il piano d’impresa
ha l’obiettivo ulteriore di convincere i probabili futuri finanziatori ed investitori
della bontà dell’idea imprenditoriale. Attraverso la sua stesura, l’imprenditore
ha il modo di definire e verificare gli obiettivi da raggiungere, di analizzare il
settore ed il mercato in cui opera o intende operare, di individuare le risorse
necessarie per raggiungere in tempi stabiliti gli obiettivi prefissati.
Procedendo con ordine, si può affermare che il business plan è, innanzi tutto,
uno strumento di pianificazione, in quanto consente di minimizzare i rischi
d’insuccesso dell’iniziativa: attraverso la sua stesura, l’imprenditore affronta
tutta una serie di problemi e predispone le misure più adeguate per risolverli.
Il piano d’impresa consente, inoltre, una volta avviata l’attività, di valutare
l’andamento dell’impresa nel tempo e di apportare, sulla base degli
scostamenti emergenti, le necessarie azioni correttive: in tal senso esso è
anche uno strumento di verifica.
Nel piano d’impresa devono, inoltre, essere quantificate monetariamente le
risorse necessarie alla nascita e alla prosecuzione del business, perciò il
business plan può essere definito come strumento finanziario
6
.
Da questi primi accenni è emerso come siano diverse le finalità per le quali è
necessario sviluppare il piano d’impresa; schematicamente possiamo
evidenziare le seguenti quattro finalità:
6
Lo Meo R., Il Piano d’Impresa: primo passo per l’imprenditore, Sviluppo Italia Sicilia S.p.a.,
Febbraio 2003.
5
• verificare la fattibilità del progetto per valutare consapevolmente se
avviare o meno la nuova iniziativa;
• sperimentare e dimostrare le proprie capacità e attitudini
imprenditoriali, in modo da ottenere l’adesione di eventuali partner o
la concessione di particolari supporti e/o agevolazioni. Infatti, istituti di
credito e soci finanziatori basano sempre più le loro decisioni di
finanziamento di un progetto imprenditoriale sull’analisi di questo
documento che consente, tra l’altro, di dimostrare la capacità di
rimborso del capitale eventualmente investito nell’azienda;
• prevedere strategie e comportamenti nei primi anni d’attività della
nuova iniziativa e/o del nuovo business. Infatti, specie nei primi anni,
quando le difficoltà gestionali si concentrano intensamente, l’aver
appreso la metodologia della pianificazione consente di gestire
l’impresa in modo manageriale con un’utilizzazione ottimale delle
risorse;
• offrire uno strumento di monitoraggio all’imprenditore per poter
attuare periodicamente il controllo dell’andamento aziendale. A tal
fine è necessario che il business plan sia concepito non come uno
strumento freddo e statico ma, viceversa, dinamico e flessibile,
alimentato da dati e segnali che provengono dall’attività aziendale.
E’ in ogni caso importante non considerare il piano d’impresa come qualcosa
di predefinito, cui rifarsi in maniera rigida, poiché spesso lo scenario nel
quale ci si appresta ad operare è suscettibile di variazioni che, se non
efficacemente e tempestivamente affrontate e risolte, possono comportare
conseguenze, anche gravi, per l’impresa; da qui discende che, dopo la sua
stesura, il piano d’impresa deve essere revisionato nel tempo e
continuamente aggiornato nelle sue strategie.
Così come non esiste un modello prestabilito e preconfezionato in cui trovare
l’elenco degli argomenti da inserire e da tralasciare: in un business plan sta
alla sensibilità dei redattori dello stesso inserire tutti gli argomenti ritenuti
fondamentali perché questo strumento indichi con chiarezza la direzione da
6
seguire affinché il business intrapreso raccolga il maggior successo
auspicabile
7
.
Esistono tuttavia degli argomenti, possiamo dire basilari, che sono
imprescindibili se riferiti alla costruzione di un buon business plan.
Per Bronconi e Cavaciocchi
8
essi sono:
Una sintesi del progetto imprenditoriale;
Un’analisi delle motivazioni di base che ne rendono interessante o
necessaria l’attuazione;
Un’analisi del mercato di riferimento;
Le strategie produttive e commerciali che l’impresa pone e porrà in
essere per mantenere e accrescere la propria competitività su tale
mercato;
I risultati attesi, in termini di proiezioni economiche finanziarie,
dalla realizzazione del progetto alle sue ricadute sulla struttura
aziendale esistente.
2.2 Composizione di un business plan
Data questa complessità di funzioni un business plan non dovrebbe
prescindere, nella sua composizione di massima, dal contenere 2 parti
distinte:
9 una prima descrittiva, nella quale vengono presi in considerazione
ed illustrati tutti gli aspetti fondamentali che contraddistinguono il
progetto imprenditoriale;
9 una seconda analitico-numerica, nella quale, attraverso proiezioni
economico-finanziarie, si mira ad individuare i risultati attesi
dell’iniziativa nonché l’impatto che questa potrà avere sulla
7
Bronconi G., Cavaciocchi S., Business Plan: il manuale per costruire un efficace piano
d’impresa, Il sole 24 ore, Milano, 2001.
8
Ibidem.
7
struttura aziendale, qualora il progetto riguardi un’impresa già
esistente
9
.
Un business plan, per essere considerato valido ed attendibile, dovrebbe
essere sempre composto da queste due parti tra loro complementari.
Qualora, invece, ci si focalizza su uno solo dei due aspetti sopra citati,
trascurandone l’altro, si rischia di dare una visione parziale e non aderente,
tanto alla realtà quanto agli sviluppi futuri del business di cui ci si occupa.
2.3 Principali destinatari e utilizzi aziendali
Il piano d’impresa è un documento che da una parte descrive l’idea
imprenditoriale e, dall’altra, permette di effettuare una prima valutazione su
quale possa essere la sua bontà; il piano d’impresa, inoltre, costituisce il
modo più efficace per presentare l’impresa ad eventuali finanziatori o,
comunque, a soggetti economici interessati.
Gli obiettivi che si possono perseguire attraverso la stesura di un business
plan sono molteplici e i vantaggi che da esso derivano sono fondamentali per
i diversi destinatari:
1. L’imprenditore: l’attenta preparazione del business plan rappresenta per
l’imprenditore un’opportunità unica per esplorare tutti gli aspetti della nuova
attività esaminando le possibili conseguenze di diverse strategie finanziarie,
competitive, produttive o commerciali diverse. L’analisi che sottostà alla
redazione del documento consente, inoltre, di determinare, sia pure con
approssimazione, le risorse umane e finanziarie indispensabili per avviare e
sviluppare la nuova impresa.
Sebbene il processo di stesura del business plan possa comportare dei costi
anche decisamente rilevanti, non bisogna però dimenticare che gli stessi
9
Bronconi G., Cavaciocchi S., Business plan: il manuale per costruire un efficace piano
d’impresa, Il sole 24 ore, Milano, 2001.
8
sarebbero molto più elevati se si avviasse l’attività senza procedere ad
alcuna analisi preventiva di fattibilità e senza alcun piano di attuazione.
Infatti, la stesura di un piano preventivo permette di:
a) apportare mutamenti anche sostanziali alla propria idea imprenditoriale
iniziale senza dover sostenere eccessivi costi;
b) evitare di investire capitali in attività che non presentano alcuna
prospettiva di rientro;
c) ottenere maggiore facilità di accesso a fonti di finanziamento.
Qualora l’imprenditore sia affiancato da altri soci o personaggi chiave, il
business plan permette, inoltre, di testare efficacemente la motivazione, la
determinazione e le capacità dei futuri collaboratori. A questo fine è
opportuno che tutti gli elementi del gruppo imprenditoriale si facciano carico
della preparazione della parte del documento più vicina a quelle che saranno
le rispettive responsabilità;
2. Finanziatori/Investitori: il business plan rappresenta il documento
principale sul quale i potenziali investitori possono basare la propria
valutazione della proposta ricevuta e, quindi, fondare la propria decisione di
investimento. Questo vale sia nel caso l’investitore intenda apportare capitale
di rischio sia nel caso esso stia valutando la possibilità di concedere un
prestito. In questo secondo caso il business plan deve convincere il
potenziale investitore o partner commerciale di avere individuato una buona
opportunità e di avere a che fare con persone che, oltre a possedere il
talento imprenditoriale e le capacità manageriali necessarie per l’avvio della
nuova iniziativa, hanno anche un piano razionale e credibile su come farlo.
Pertanto, affinché un business plan sia efficace, deve essere elaborato in
maniera tale da convincere il potenziale finanziatore:
9
9 di trattare con persone che, oltre ad avere individuato una buona
opportunità di business, hanno anche una vocazione imprenditoriale
ed un’attitudine manageriale;
9 che tali persone abbiano già formulato una strategia di sviluppo della
nuova iniziativa e ne abbiano verificato le concrete possibilità di
attuazione in un piano organico di azioni da realizzare
10
.
3. Clienti/Fornitori: il piano d’impresa è il “biglietto da visita” attraverso il quale
l’imprenditore presenta la sua attività. In tal modo si facilita il processo
decisionale dei futuri clienti e fornitori nell’intraprendere rapporti commerciali
con la nuova attività aziendale. Infatti, attraverso l’elaborazione di un buon
piano d’impresa è possibile dare prova delle capacità imprenditoriali e delle
potenzialità di business a soggetti esterni con cui occorre avviare o rafforzare
rapporti commerciali
11
.
In conclusione, oltre ad essere un fondamentale strumento di azione per
l’imprenditore, il piano d’impresa riveste un ruolo essenziale per gli
interlocutori esterni che a vario titolo sono coinvolti nella nuova iniziativa.
Al giorno d’oggi, tuttavia, sembra esistere la convinzione abbastanza diffusa
che il business plan sia uno strumento da predisporre esclusivamente per
finalità esterne (richiesta di finanziamento, agevolazione o certificazione
ambientale). A volte tale strumento è visto come un pesante “fardello” cui
sottostare per raggiungere gli obiettivi prefissati.
E per questo succede che si predisponga il piano d’impresa affrettatamente,
magari con considerazioni incongrue, stimando i ritorni economici o troppo
modestamente o eccessivamente ottimistici e minando così la credibilità
dell’intero progetto imprenditoriale.
10
Del Cogliano D., Polidoro M. F., Il business plan nelle imprese di servizi, Franco Angeli,
2002, Milano.
11
Lo Meo R., Il Piano d’Impresa: primo passo per l’imprenditore, Sviluppo Italia Sicilia S.p.a.,
Febbraio 2003.
10
Redigere un business plan in maniera corretta serve, in primis,
all’imprenditore (o al gruppo imprenditoriale) per valutare la fattibilità di una
nuova iniziativa, per capire se i benefici economici futuri saranno maggiori
dei correlati rischi cui si andrà incontro, per individuare un’adeguata
copertura finanziaria e così via
12
.
I rischi insiti in questi comportamenti possono essere molto gravi: dal
fallimento sul nascere dell’idea imprenditoriale, alla grave compromissione di
un’azienda ben avviata. Non a caso, fra le principali cause di crisi finanziarie
delle imprese italiane vi è proprio la realizzazione di investimenti che non
sono stati adeguatamente analizzati in tutte le problematiche.
Oltre alla pianificazione, si è detto più volte, un piano d’impresa serve
all’imprenditore anche per monitorare l’andamento della propria azienda, per
coglierne tutte le possibili dinamiche di sviluppo, nonché per aggiornare
costantemente gli asset strategici.
Assolte queste funzioni interne, comunque imprescindibili, il business plan
trova un suo concreto sbocco all’esterno dell’impresa, nel senso che funge
da diretto ed efficace strumento di comunicazione atto a conseguire
determinati e specifici obiettivi. A tal proposito, tuttavia, è necessaria una
precisazione: anche quando il business plan attenda alle sue funzioni
esterne deve, prima di tutto, servire ad un’analisi interna, per una verifica di
congruità e fattibilità di quanto ci proponiamo di realizzare. È però altrettanto
vero il contrario: valutazioni effettuate a fini interni possono essere, in un
secondo tempo, sottoposte a terzi per coinvolgerli nel progetto
imprenditoriale
13
(per esempio, per approvare o no la fattibilità di un nuovo
progetto condiviso, ovvero per avviare un tentativo di partnership con una
società esterna).
Nella tabella seguente sono schematicamente rappresentate le principali
funzioni interne ed esterne di un business plan.
12
Bronconi G., Cavaciocchi S., Business plan: il manuale per costruire un efficace piano
d’impresa, Il sole 24 ore, Milano, 2001.
13
Bronconi G., Cavaciocchi S., Business plan: il manuale per costruire un efficace piano
d’impresa, Il sole 24 ore, Milano, 2001.
11
Tab. 1.1 - Principali funzioni di un business plan. Elaborazione interna
Funzioni Interne Funzioni Esterne
Strumento di analisi per valutare la
fattibilità di una nuova iniziativa
Richiedere finanziamenti esterni
Strumento di pianificazione per valutare
nuovi programmi d’investimento
Concorrere ad agevolazioni pubbliche
Strumento di monitoraggio e controllo
delle dinamiche di sviluppo dell’attività
Promuovere nuovi rapporti commerciali
Strumento di apprendimento e
approfondimento interno
Conseguire certificazioni ambientali e di
qualità
2.4 Altri “perché” dei business plan aziendali: strumenti di
pianificazione, controllo ex-post e raggiungimento
dell’efficienza operativa
Come ricordato più volte in precedenza, all’interno di un’azienda lo scopo
principale del business plan è, spesso, quello di essere uno strumento di
pianificazione e di controllo dell’attività aziendale. In un primo momento è
possibile, attraverso il piano d’impresa, confrontare i mezzi disponibili, le
azioni da intraprendere e gli obiettivi da raggiungere; successivamente si può
accertare che le risorse siano impiegate in modo efficace ed efficiente in
vista degli obiettivi economici prefissati.
Oltre alle finalità principali già descritte nei paragrafi precedenti (verifica della
coerenza; verifica della fattibilità economica e di mercato; analisi delle risorse
umane, tecnologiche e finanziarie; strumento previsionale e di monitoraggio),
il piano d’impresa può essere considerato uno strumento di autodisciplina, in
quanto costringe l’imprenditore a prendere decisioni basate su una visione
realistica dei fatti e non sull’onda di impulsi
14
. Scelte dettate dall’”istintività”
possono anche andare a buon fine ma, affidare il successo di un’idea
imprenditoriale alla fortuna, può rappresentare una scelta negativa in quanto
14
Lo Meo R., Il Piano d’Impresa: primo passo per l’imprenditore, Sviluppo Italia Sicilia S.p.a.,
Febbraio 2003.