5
La classe delle funzioni stabili che va da uno spazio coerente ad un altro è isomorfa ad
uno spazio coerente, quindi è elemento del dominio delle funzioni stabili. Questo ci
permette di poter riscrivere i connettivi logici sotto forma di funzioni stabili da spazi
coerenti a spazi coerenti, cioè di avere una immagine costrutt iva della logica
intuizionista nel senso di Heyting
1
.
La logica lineare nacque, per così dire, quando Girard mise l'accento sul fatto che le
funzioni stabili che rappresentano i connettivi della logica intuizionista possono essere
ottenute come composizione di un'altra classe di funzioni, le funzioni lineari. La classe
delle funzioni lineari è un sottoinsieme della classe delle funzioni stabili, quindi per essa
vale tutto ciò che vale per le funzioni stabili, ma la peculiarità delle funzioni lineari è
che esse tengono maggiormente in conto la quantità e la molteplicità nel passare
dall'insieme argomento all'insieme valore. Ciò significa che da un punto di vista
sintattico si è potuto ottenere una logica i cui connettivi corrispondono alle funzioni
lineari della semantica delle dimostrazione basata sugli spazi coerenti.
A noi in questa sede non interessa entrare nello specifico della semantica della
dimostrazione per la logica lineare, quello che ci interessa è porre l'accento su alcune
caratteristiche della logica suddetta che derivano direttamente dal contesto in cui è nata.
In particolare mettiamo in rilievo che
1) La logica lineare, in quanto nasce già fornita di una semantica della
dimostrazione, quella basata sugli spazi coerenti e sulle funzioni lineari,
è una logica costruttiva nello stesso senso in cui lo è la logica
intuizionista.
2) Pur essendo costruttiva, la logica lineare ci permette di abbandonare
l'ipotesi limitativa fatta da Hey ting e cioè che le dimostrazioni di una
logica costruttiva debbano avere una sola conclusione, infatti alle virgole
tra le assunzioni corrisponde una operazione tra spazi coerenti ed alle
virgole tra le conclusioni ne corrisponde un'altra. Questo è un risultato
interessante per l'ut ilizzo informatico della logica lineare.
1
Si rimanda a [2] per una presentazione chiara ed estesa di quanto accennato sopra.
6
3) Dalle peculiarità delle funzioni lineari rispetto a quelle stabili deriva che
la logica lineare è una logica sensibile alle risorse, cioè non è indifferente
il numero delle volte che una assunzione viene usata, oppure una
conclusione ottenuta, in una dimostrazione.
Per la formulazione sintattica della logica lineare, Girard usò il calcolo dei sequenti
che è rimasto nella letteratura lo strumento sintattico privilegiato per il suo studio.
Il calcolo dei sequenti, infatti, mette in evidenza sintatticamente quelle che sono, sul
versante della semantica della dimostrazione, le peculiarità delle funzioni lineari rispetto
alle funzioni stabili. Da un punto di vista formale, tali peculiarità si traducono con
l'eliminazione delle due regole strutturali di indebolimento e contrazione.
L'eliminazione delle due regole suddette ci obbliga a non trascurare il numero delle
volte che un'assunzione viene usata ed una conclusione ottenuta e quindi riproduce la
"sensibilità" alla quantità e alla moltep licità delle funzioni lineari. Vedremo in seguito
più in dettaglio come ciò avvenga.
2. La logica lineare: una logica substrutturale.
Abbiamo ritenuto opportuno accennare alla storia della logica lineare e quindi alla sua
semantica della dimostrazione per rendere più comprensibile la natura dello strumento,
se non altro adesso si comprende perché questa logica sia detta "lineare", tuttavia, nella
trattazione che seguirà, la logica lineare viene introdotta in maniera squisitamente
sintatt ica. Questo approccio riflet te completamente quello della letteratura che tende a
liberare tutte le potenzialità dello strumento svincolandolo dall'alveo d'origine.
In questo lavoro la logica lineare verrà introdotta e trattata come una logica
substrutturale. Le logiche substrutturali sono quelle logiche che si ottengono a partire
dai calcoli dei sequenti di Gentzen, LK o LJ (rispettivamente per la logica classica o per
la logica intuizionista), con la soppressione di alcune o tutte le regole strutturali ed
adeguati aggiustamenti tecnici.
Partendo dalle caratteristiche sintattiche di CLL, calcolo dei sequenti per la logica
lineare classica, cercheremo di comprendere il senso ep istemologico delle differenze
tecniche che intercorrono tra LK e CLL. In un secondo momento metteremo in evidenza
7
le proprietà sintattiche di CLL e poi provvederemo a descrivere una semantica della
verità che interp reti adeguatamente CLL.
8
I. CLL: calcolo dei sequenti per la logica lineare classica
1. Premessa
Da un punto di vista tecnico CLL (Logica lineare classica) si ottiene dal Calcolo dei
Sequenti per la Logica Classica (LK) ideato da Gentzen con le seguenti modifiche
i) Eliminazione delle regole strutturali di indebolimento e contrazione sia a
destra che a sinistra (continua a valere la regola di scambio);
ii) Sdoppiamento di alcuni connettivi logici per causa diretta di (i);
iii) Definizione di due operatori logici che reintroducono per formule
specifiche l'indebolimento e la contrazione.
Queste variazioni tecniche tra LK e CLL hanno implicazioni teoriche estremamente
interessanti. Del resto anche mettendo a confronto LK con LJ è evidente come piccole
differenze tecniche
2
tra sistemi formali nascondano concezioni epistemologiche
estremamente diverse. Vediamo ora p iù p recisamente cosa accade con l'eliminazione in
LK delle due regole strutturali.
2. Contrazione e indebolimento
Cerchiamo innanzitutto di comprendere il senso della contrazione e dell'indebolimento
in LK e che cosa implica la loro soppressione.
La regola di contrazione a sinistra in LK,
∆⇒Γ
∆⇒Γ
,
,,
α
αα
(dove α è una formula di LK, Γ e ∆ sono
successioni finite di formule di LK e ⇒ è il
simbolo di sequente)
2
Ricordiamo che LJ è una restrizione di LK, cioè si impone che a destra del simbolo di sequente ci sia al
massimo una formula e si adeguano le regole di LK a questo vincolo.
9
permette di tralasciare il numero delle volte che un'assunzione è stata usata in una
derivazione, mentre la contrazione a destra,
α
αα
,
,,
∆⇒Γ
∆⇒Γ
permette di tralasciare il numero delle volte che una conclusione è stata ottenuta in una
derivazione.
La regola di indebolimento a sinistra,
∆⇒Γ
∆⇒Γ
,α
afferma che una proposizione è un'assunzione di una deduzione anche se non è stata
usata nel corso di tale derivazione e l'indebolimento a destra
α,∆⇒Γ
∆⇒Γ
afferma che una proposizione è una conclusione di una derivazione anche se non è
stata ottenuta nella suddetta derivazione.
Queste due regole prese nel loro insieme ci permettono di non preoccuparci del
numero delle volte che un'assunzione è usata in una derivazione e del numero delle
volte che una conclusione è ottenuta in una derivazione. Ciò è del tutto lecito se si tiene
p resente che l'oggetto d'indagine della logica classica e della logica intuizionista, di cui
LK e LJ sono due formalizzazioni, è il ragionamento matematico. Nei ragionamenti
matematici è del tutto naturale ignorare il numero delle volte che un'assunzione o una
conclusione compare in una derivazione: nessun matematico affermerebbe che ha usato
quattro volte l'ipotesi o l'assunzione α per dimostrare due volte la conclusione β .
In CLL, però, l'eliminazione delle due regole strutturali analizzate sopra ci impone di
non potere più ignorare il numero delle volte che un'assunzione è usata o una
conclusione ottenuta in una deduzione, cioè la nostra logica diventa sensibile a quante
volte una formula compare come assunzione (nell'antecedente) o come conclusione (nel
conseguente) in un sequente. Anche se questa sembra una finezza superflua in ambito
matematico, in altri ambiti ci permette di catturare situazioni per cui la logica classica e
intuizionista sono del tutto inadeguate: ad esempio un chimico non direbbe mai che da
un numero imprecisato di molecole di tipo α e da un numero imprecisato di molecole
di tipo β si ottiene un numero imprecisato di molecole di tipo δ , in questa situazione è
10
fondamentale conoscere il numero esatto delle formule/molecole dello stesso tipo usate
nella deduzione/reazione.
Più in generale, l'eliminazione delle regole strutturali di contrazione ed indebolimento
e la conseguente cura che viene posta al numero delle volte che una formula compare a
destra o a sinistra del simbolo di sequente ci permette di concepire le formule non come
verità stabili, ma come risorse e l'imp licazione logica non come il collegamento tra due
verità, ma il fatto che attraverso l'utilizzo di una risorsa si riesca a produrne un'altra.
La logica lineare può essere considerata come una logica "sensibile alle risorse", e da
questo punto di vista si contrappone sia alla logica intuizionista che alla logica classica.
Le formule rappresentano tipi di risorse di cui non si può fare un uso infinito. Tratta di
come si fa a trasformare alcuni tip i di risorse (p remesse) in altre (conclusioni) e deve
tener conto del numero delle volte in cui una risorsa è usata. In CLL la lettura intuitiva
di un sequente
mn
ββαα ,...,,...,
11
⇒ è: "usando una sola volta (consumando) ciascuna
delle risorse
i
α si ott iene una sola volta (si costruisce) ciascuna delle risorse
i
β ". Le
regole di CLL ci permettono di passare da sequenti veri sotto questa lettura a sequenti
veri sotto questa lettura.
Abbiamo visto finora come la caduta della contrazione e indebolimento abbia p rodotto
una logica sensibile alle risorse, vediamo ora con un esempio come una logica sensibile
alle risorse sia incompatibile con le due regole strutturali in questione.
ESEM PIO 1.
Consideriamo le seguenti risorse: =α "5000 lire" =β "un pacchetto di sigarette".
Se è vero, secondo la suddetta lettura, βα ⇒ (consumando 5.000 lire ottengo un
pacchetto di sigarette)
3
allora è vero
S) ββαα ,, ⇒ (consumando 10.000 lire ottengo due pacchett i di sigarette)
cioè
S) "5000 lire" , "5000 lire" ⇒ "un pacchetto di sigarette" , "un pacchetto di
sigarette"
3
Nell'esempio 1 stiamo supponendo che un pacchetto di sigarette costi esattamente 5000 lire.
11
E' subito evidente che se il sequente S è vero secondo la lettura considerata, le regole
strutturali di indebolimento e di contrazione produrrebbero sequenti falsi sotto questa
lettura:
La contrazione a sinistra (così come l'indebolimento a destra) p rodurrebbe una penuria
di risorse nell'antecedente per poter costituire le risorse del conseguente;
La contrazione a destra (così come l'indebolimento a sinistra) p rodurrebbe un eccesso
di risorse nell'antecedente che è ugualmente incompatibile con la nostra lettura di
sequente.
Questa "concezione dei sequenti"
4
e la conseguente caduta delle due regole strutturali
permette alla logica lineare di prestare attenzione ad aspetti completamente "non
percep it i" dalla logica classica (e intuizionista). E' questo il motivo per cui la logica
lineare si considera essere un "raffinamento" della logica classica. In realtà la logica
lineare oltre ad essere un raffinamento della logica classica ne conserva la stessa
potenza dimostrativa, cioè dimostra tutto ciò che dimostra la logica classica. Con ciò
intendiamo che esiste una procedura di trascrizione tra il linguaggio di LK e quello di
CLL tale che un sequente S è dimostrabile in LK se e solo se la sua traduzione S' è
dimostrabile in CLL. Per approfondimenti su questo punto si rimanda a [10] pagg. 45-
55.
Ora scendiamo nei dettagli e andiamo a vedere come siano state coniugate le due
esigenze apparentemente contrapposte di arricchimento espressivo da una parte e
conservazione della potenza dimostrativa dall'altra.
3. Connettivi classici e connettivi l ineari
In questo paragrafo descriveremo i connettevi di CLL raffrontandoli con quelli di LK
ed in particolare mostreremo come lo sdoppiamento di alcuni connettivi e delle costanti
in CLL sia strettamente legato alla caduta dell'indebolimento e della contrazione.
Congiunzioni lineari
4
Abrusci in [1].
12
Consideriamo le regole per la congiunzione in LK e vediamo che esistono due modi
equivalenti per definire lo stesso connettivo. Siano α , β formule qualsiasi; Γ e ∆
successioni finite di formule e "E" il simbolo per la congiunzione in LK; definiamo due
regole per E:
E1 sx
∆⇒Γ
∆⇒Γ
,E
,
βα
α
e
∆⇒Γ
∆⇒Γ
,E
,
βα
β
E1 dx
βα
βα
E,
, ,
∆⇒Γ
∆⇒Γ∆⇒Γ
E2 sx
∆⇒Γ
∆⇒Γ
,E
,,
βα
βα
E2 dx
βα
βα
E,,,
, ,
∆′∆⇒Γ′Γ
∆′⇒Γ′∆⇒Γ
Dimostriamo che in LK E1 sx è equivalente ad E2 sx.
E2 sx implica E1 sx:
Da uno dei due sequenti superiori di E1 Sx, ∆Γ⇒⇒,α , si ottiene
sx ind.
sx E2
,E
,,
(ip.) ,
∆Γ
∆Γ
∆Γ
⇒
⇒
⇒
βα
βα
α
E1 sx implica E2 sx:
Si parte dal sequente superiore di E2 sx
sx E1
sx E1
sx contraz.
,E
,E,E
,,E
(ip.) ,,
∆Γ
∆Γ
∆Γ
∆Γ
⇒
⇒
⇒
⇒
βα
βαβα
ββα
βα
Dimostriamo ora che in LK E1 dx è equivalente ad E2 dx.
E1 dx implica E2 dx:
Si parte dai sequenti superiori di E2 dx
dx E1
E,,,
voltedx esx ind.
,,,
,
voltedx esx ind.
,,,
,
βα
β
β
α
α
∆∆ΓΓ
∆∆ΓΓ
∆Γ
∆∆ΓΓ
∆Γ
′′′⇒′′′
+
′′′
⇒
′′′
′′′
⇒
′′′
+
′′′
⇒
′′′
⇒
13
E2 dx implica E1 dx:
Dai sequenti superiori di E1 dx si ha
dx E2
sx edx contr.
E,
E,,
, ,
βα
βα
βα
∆Γ
∆∆ΓΓ
∆Γ∆Γ
⇒
⇒
⇒⇒
Abbiamo mostrato che in LK E1 è equivalente ad E2 e la dimostrazione poggia
consistentemente sulle regole strutturali di contrazione ed indebolimento. M a queste
regole in CLL non ci sono, perciò in CLL E1 ed E2 non sono più due formulazioni
diverse della stessa regola, ma sono due regole diverse, in quanto non sono equivalenti.
Per ottenere estensionalmente ciò che era ottenuto da "E" in LK, in CLL abbiamo
bisogno di due connettivi: " ⊗ " per la definizione moltip licativa (E2) e " ∧ " per la
definizione additiva (E1), dove "additivo" e "moltiplicativo" sono aggettivi che si
riferiscono a caratteristiche semantiche delle funzioni corrispondenti.
Disgiunzioni lineari
Analogamente alle congiunzioni, la disgiunzione di LK si divide in CLL in due
connettivi ben distinti, ed anche in questo caso il motivo della non equivalenza tra i due
connettivi è l'assenza delle regole strutturali. I simboli dei due connettivi sono ⊕ e ∨ .
⊕ è il duale di ⊗ rispetto alla copp ia assunzioni/conclusioni: ⊕ si comporta a sinistra
del simbolo di sequente come ⊗ si comporta a destra e si comporta a destra come ⊗ si
comporta a sinstra. ∨ è il duale di ∧ . In CLL le regole sono:
∨ sx
∆⇒Γ∨
∆⇒Γ∆⇒Γ
,
, ,
βα
βα
∨ dx (
βα
α
∨∆⇒Γ
∆⇒Γ
,
,
e
βα
β
∨∆⇒Γ
∆⇒Γ
,
,
)
⊕ sx
∆′∆⇒Γ′Γ⊕
∆′⇒Γ′∆⇒Γ
,,,
, ,
βα
βα
⊕ dx
βα
βα
⊕∆⇒Γ
∆⇒Γ
,
,,
Dimostriamo che in LK i due connetivi sono intercambiabili, cioè indicano la stessa
entità logica.
Dalle premesse di ⊕ sx si ottiene:
14
sx
,,,
sx edx ind.
,,,
,
sx edx ind.
,,,
,
∨
′′′⇒′′′∨
′′′
⇒
′′′
′′′
⇒
′′′
′′′
⇒
′′′
⇒
∆∆ΓΓ
∆∆ΓΓ
∆Γ
∆∆ΓΓ
∆Γ
βα
β
β
α
α
Dalle premesse di ∨ sx si ottiene:
sx
sx edx contr.
,
,,,
, ,
⊕
⇒⊕
⇒⊕
⇒⇒
∆Γ
∆∆ΓΓ
∆Γ∆Γ
βα
βα
βα
Dalle premesse di ⊕ dx si ha:
dx
dx contr.
,
,,
dx
,,
,,
∨
∨⇒
∨∨⇒
∨
∨⇒
⇒
βα
βαβα
ββα
βα
∆Γ
∆Γ
∆Γ
∆Γ
Da una delle due premesse di ∨ dx si ha:
dx
,
dx ind.
,,
,
⊕
⊕⇒
⇒
⇒
βα
βα
α
∆Γ
∆Γ
∆Γ
Da quello che abbiamo mostrato sopra è chiaro che in LK sarebbe del tutto superfluo
usare due connettivi del tutto intercambiabili, o meglio due simboli dello stesso
connettivo. In CLL, invece, non esiste nessuna ridondanza, in quanto le due regole
esprimono entità logiche diverse tra loro.
Costanti proposizionali
In CLL sono presenti quattro proposizioni costanti, " Τ ", " ⊥ ", "0" e "1". "0" e " ⊥ "
sono due nomi del falso, mentre "1" e " Τ " sono due nomi del vero. Il motivo per cui
queste costanti sono quattro invece di due è lo stesso che impone due congiunzioni e
due disgiunzioni: l'eliminazione della contrazione e dell'indebolimento.
Le regole (e assiomi) in CLL sono:
0 sx (Ax) ⇒0 0 dx
0,∆⇒Γ
∆⇒Γ
15
⊥ sx (Ax) ∆⇒Γ⊥ , Nessuna regola per ⊥ dx
1 sx
∆⇒Γ
∆⇒Γ
,1
1 dx (Ax) 1⇒
Nessuna regola per Τ sx Τ dx (Ax) Τ∆⇒Γ ,
In presenza di contrazione ed indebolimento 0 è equivalente a ⊥ e 1 è equivalente a
Τ .
M ostriamo che 0 e ⊥ sono intercambiabili in presenza di contrazione ed
indebolimento.
Si vede subito che 0 sx e ⊥ sx sono intercambiabili in LK infatt i per ⊥ sx si ha ⇒⊥
e da 0 sx si ha
sx eind.dx
,0
0
∆Γ⇒⇒
⇒
Per quanto riguarda l'introduzione a destra, per mostrare che 0 e ⊥ sono del tutto
intercambiabili, da ∆Γ⇒⇒ dobbiamo ottenere ⊥⇒ ,∆Γ . Innanzi tutto anticip iamo che
in CLL un sequente
mn
δδγγ ,...,,...,
11
⇒ è equivalente alla formula
mn
δδγγ ⊕⊕⊃⊗⊗ ,...,,...,
11
, e anche che in CLL si dimostra che ⊥ è l'elemento neutro
di ∨ , cioè αα ⇔∨⊥ (proposizione 1 par. 5.1). Ora in caso di validità della
contrazione ed indebolimento si avrebbe che ⊕ è equivalente a ∨ e cioè varrebbe
αα ⇔⊕⊥ , e quindi
⊥⊕⊕⊕⊃⊗⊗
⊕⊕⊃⊗⊗
mn
mn
δδγγ
δδγγ
,...,,...,
,...,,...,
11
11
Il che significa che da ∆Γ⇒⇒ si otterrebbe ⊥⇒ ,∆Γ .
La dimostrazione che 1 e Τ siano equivalenti in presenza di contrazione ed
indebolimento è simmetrica alla precedente, si usa che in CLL αα ⇔∧Τ
(proposizione 1 par. 5.1).
Implicazione lineare
16
L'implicazione lineare è il connettivo fondamentale della logica lineare, è quello che
storicamente nasce per primo e da cui deriva la concezione lineare dei sequenti. Noi
useremo il simbolo ⊃ per l'imp licazione lineare. βα ⊃ è equivalente al sequente
βα ⇒ , indica il fatto che posso ottenere un tipo di risorse β consumando un tipo di
risorse α .
In CLL l'implicazione lineare si definisce in questo modo:
⊃ sx
∆′∆⇒Γ′Γ⊃
∆′⇒Γ′∆⇒Γ
,,,
, ,
βα
βα
⊃ dx
βα
βα
⊃∆⇒Γ
∆⇒Γ
,
,,
Si potrebbe definire, coerentemente a quanto abbiamo fatto per congiunzione,
disgiunzione e costanti proposizionali, ⊃
′
tale che:
⊃
′
sx
∆⇒Γ⊃
∆⇒Γ∆⇒Γ
,
, ,
βα
βα
⊃
′
dx(
βα
α
⊃∆⇒Γ
∆⇒Γ
,
,
e
βα
β
⊃∆⇒Γ
∆⇒Γ
,
,
)
e si può mostrare che ⊃ e ⊃
′
sono equivalenti in LK e non in CLL, ma in CLL viene
definita la sola implicazione lineare ⊃ che è sufficiente a garantire, in concerto con gli
altri operatori lineari, una adeguata potenza dimostrativa.
Negazione
La negazione " ¬ " in CLL ha il compito di trasformare una proposizione-risorsa nel
suo duale rispetto alla coppia assunzione/conclusione.
¬ sx
∆⇒Γ¬
∆⇒Γ
,
,
α
α
¬ dx
α
α
¬∆⇒Γ
∆⇒Γ
,
,
Cerchiamo di chiarire quanto appena detto. Quando una formula compare in una
deduzione nel calcolo dei sequenti è sempre all'interno di un sequente, non ha senso
pensare in CLL o in LK una formula completamente decontestualizzata. Quindi pensare
una formula in CLL significa pensarla o come assunzione o come conclusione di un
sequente ed in nessun altro modo, perciò lo stare a destra o a sinistra del simbolo di
sequente è un contributo indispensabile al senso della formula stessa.
17
In CLL la negazione non fa altro che invertire il senso di una proposizione,
spostandola da una parte all'altra del simbolo di sequente. Se =α «ottengo "5000 Lire"»
allora =¬ α «consumo "5000 Lire"», dove "ottengo" e "consumo" sono i termini che
esplicitano la posizione della formula. La risorsa è la stessa, ma la negazione scambia
l'uno nell'altro i due possibili stat i (uno il duale dell'altro) in cui può essere concepita la
risorsa.
La cosa importante è che la negazione ha carattere involutivo cioè si comporta come la
negazione classica. In CLL è dimostrabile, come vedremo in seguito
αα ¬¬⇔ .
Esponenziali
La logica ottenuta fino a questo momento, con l'eliminazione della contrazione e
dell'indebolimento e la suddivisione della congiunzione, disgiunzione e costanti, coglie
aspetti che la logica classica (e intuizionista) non riesce a cogliere, ma è estremamente
debole, infatti non è per niente adeguata a situazioni in cui si tratta con verità stabili, in
cui è indifferente quante volte un'assunzione viene usata o una conclusione ottenuta. Per
poter catturare anche queste situazioni c'è bisogno di introdurre altri due connettivi i cui
simboli saranno !, ?. I due connettivi sono l'uno il duale dell'altro, cioè quello che ! fa a
sinistra ? fa a destra del simbolo di sequente. α! nelle assunzioni esprime il fatto che la
risorsa α viene usata un numero indefinito, ma finito di volte; α? nelle conclusioni,
invece esp rime il fatto che la risorsa α viene costituita un numero indefinito, ma finito
di volte. Quindi lo scopo di questi due connettivi è, rimanendo fedeli all'ottica della
cosiddetta sensibilità alle risorse, trattare alcune risorse come immagazzinate in quantità
ingente tanto da poterle considerare inesauribili per quello che sono i nostri scopi
5
. E'
proprio in questo modo che la nostra logica può catturare verità stabili: trat tandole come
risorse di cui si ha una disponibilità arbitraria.
Da un punto di vista sintattico il nostro scopo è quello di introdurre un certo numero di
regole che ci permetta di leggere il sequente ∆Γ⇒⇒,!α come "usando un certo numero
di volte α ed usando Γ , otteniamo ∆ " e di leggere il sequente α?,∆Γ⇒⇒ come
"usando Γ , otteniamo ∆ ed un certo numero di α ". Questo significa che con le regole
5
Nella letteratura sulla logica lineare per i due connettivi in questione i nomi più in uso sono "storage"
(immagazzinamento) per "!" e "co-storage" per il suo duale "?" questo rende immediatamente il senso dei
due connettivi da un punto di vista di sensibilità alle risorse.
18
per ! noi vogliamo poter esprimere che per ogni fissato valore di i (0≥i ) che
∆Γ
∆Γ
⇒
⇒
,!
,
α
α
i
dove volte),...(, i
i
ααα = , cioè la nostra sintassi deve poter dimostrare
)0(
,!
=
⇒
⇒
i
∆Γ
∆Γ
α
, )1(
,!
,
=
⇒
⇒
i
∆Γ
∆Γ
α
α
, )2(
,!
,,
=
⇒
⇒
i
∆Γ
∆Γ
α
αα
,… (per ogni i).
Questo scopo è ottenuto con le seguenti regole per il connettivo "!":
! sx
∆⇒Γ
∆⇒Γ
,!
,
α
α
!-ind.
∆⇒Γ
∆⇒Γ
,!α
!-contr.
∆⇒Γ
∆⇒Γ
,!
,!,!
α
αα
Queste tre regole ci permettono di dimostrare facilmente tutt i gli infinit i casi esp ressi
sopra.
Simmetricamente con le regole
6
per "?"
? dx
α
α
?,
,
∆Γ
∆Γ
⇒
⇒
?-ind.
α?,∆⇒Γ
∆⇒Γ
?-contr.
α
αα
?,
?,?,
∆⇒Γ
∆⇒Γ
Si dimostra che
)0(
?,
=
⇒
⇒
i
α∆Γ
∆Γ
, )1(
?,
,
=
⇒
⇒
i
α
α
∆Γ
∆Γ
, )2(
?,
,,
=
⇒
⇒
i
α
αα
∆Γ
∆Γ
,… (per ogni i).
I due nuovi connettivi, quindi, non modificano la concezione lineare dei sequenti, ma
con ∆Γ⇒⇒,!α ci permettono di esprimere nel sistema formale che "esiste n tale che
∆Γ⇒⇒,,...,
1 n
αα " e con α?,∆Γ⇒⇒ che "esiste n tale che
n
αα ,...,,
1
∆Γ⇒⇒ ".
Questi due connettivi praticamente, in questo modo reintroducono l'indebolimento e la
contrazione condizionatamente alle formule contrassegnate da essi.
L'uso dei quantificatori da LK a CLL non subisce alterazioni, perciò ne tratteremo
quando definiremo le regole di inferenza.
Ora passiamo a definire in maniera più rigorosa il nostro sistema formale.