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non vedenti. Tale progetto, una delle prime iniziative a livello senese, ha come obiettivo
l’iniziazione al mondo dell’informatica di un ragazzo cieco e paraplegico.
Le motivazioni che mi hanno spinto ad accettare e intraprendere questo lavoro sono molteplici,
non esclusa quella di trovare, da studente, un’occupazione ancorché temporanea. Ma assai di più
hanno pesato la curiosità e il gusto di fare un’esperienza abbastanza inusuale, la voglia di esplorare
un mondo nuovo, di mettere le mie personali conoscenze informatiche al servizio di un disabile e
quindi di poter sperimentare nuove metodologie didattiche appropriate per persone da cui,
nonostante le loro difficoltà, c’è molto da imparare.
Ho accettato quindi con entusiasmo questa opportunità di lavoro, pur con la consapevolezza
che le tante sicurezze acquisite nel corso degli anni nell’uso degli strumenti informatici sarebbero
venute a mancare, ma anche con la consapevolezza che avrei aiutato un ragazzo disabile a
prepararsi per il conseguimento dell’ECDL5, aiutandolo a superare ostacoli che francamente
all’inizio potevano apparire insormontabili.
La forte volontà di Federico e la sua perseveranza sono state solida base per molto del mio
lavoro. Da parte mia, grazie a nozioni di psicologia e di pedagogia che mi sono affrettato ad
acquisire, ho cercato di trasmettergli sia un’ulteriore sicurezza6 nel rapporto con le altre persone, sia
conoscenze non scollegate tra loro ma coerenti con le direttive prestabilite per una fruizione logica
della materia informatica. Con Federico non ho avuto la sensazione di collaborare con un ragazzo
autistico come quello della tesi di Nicola Contini “Vietato non Toccare”7, anzi l’ho visto molto
partecipe, interessato, abbastanza spigliato nel relazionarsi con le altre persone oltre che esperto
conoscitore del Braille, che riesce a leggere con una notevole disinvoltura e velocità.
Per affrontare in maniera efficiente questo progetto ho cercato di informa rmi e formarmi
accuratamente su i supporti più idonei all’inserimento, in una società dominata dall’informazione,
di persone disabili8. Ovviamente è apparso subito chiaro come l’accesso alla telematica fosse di
fondamentale importanza, e come la padronanza di un mezzo e di un linguaggio multimediale
presupponesse una formazione adeguata per cogliere appieno tutte le potenzialità possibili:
5
La Patente europea per l'uso del computer (ECDL, European Computer Driving Licence) è una certificazione di
informatica di base riconosciuta in 17 Paesi europei. Serve per attestare sia la capacità di lavorare con il Personal
Computer con le comuni Applicazioni, sia la conoscenza essenziale della Tecnologia dell’informazione (IT).
6
Molto importante è l’aspetto della sicurezza emotiva; tralasciarlo potrebbe far correre il rischio di una minore
motivazione da parte dell’alunno in sede d’esame. Ci sono stati casi di persone che, già gravate da problemi motori,
psichici ecc…, hanno avuto un blocco emotivo per inadeguata preparazione psicologica-emotiva.
7
Nicola Contini, Vietato non Toccare, tesi di Laurea in Scienze della Comunicazione presso la facoltà di scienze delle
comunicazioni di Siena
8
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stilato un vero e proprio decalogo per la definizione di persone
disabili, per cui le persone non vedenti sono quelle portatrici di “Menomazioni oculari”.
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l’informatica può assumere un insostituibile ruolo di ponte fra il non vedente e gran parte del
mondo che ora lo emargina.
Il primo approccio con Federico si è rivelato abbastanza semplice: grazie anche ad una certa
esperienza con persone disabili9, sono riuscito a farlo sentire a suo agio e, grazie al buon
affiatamento iniziale, a definire con lui gli obiettivi da raggiungere.
Non è sempre facile per le persone “normodotate” capire quali siano i modi per rapportarsi con un
cieco: c’è sempre la preoccupazione di quali atteggiamenti assumere, di cosa fare o non fare per
metterlo a suo agio, per non creare imbarazzo per entrambi. I non vedenti dalla nascita hanno una
sensibilità maggiore, rispetto a quelli che hanno acquisito la cecità in età evoluta, nel comprendere
l’espressione o l’atteggiamento dell’interlocutore desumendoli sia dal tono della voce sia dalla
gestualità (attraverso il suono del movimento del braccio); così con Federico, cieco fin dalla nascita,
abbiamo scritto un vero e proprio manuale sull’argomento ripensando a tutte le sue esperienze
d’incomprensione più rilevanti.
Abbiamo letto insieme libri10 per vedere se l’approccio era corretto e per comprendere quali
fossero i comportament i da assumere in via generale. Le conclusioni che ho tratto sono state: avere
un approccio naturale, considerare il non vedente come una persona che, sì, ha un problema, ma
rassicurandolo sul fatto che ciò non rappresenta un impedimento per comunicare con gli altri; anzi
devo dire che in Federico la voglia di farti partecipe di quello che sta realizzando è molto sentita e
se non lo segui rimane molto deluso.
Ho dato la possibilità al mio studente di crearsi subito una sicurezza, l’ho assecondato nelle sue
richieste (non tutte, ma solamente quelle primarie), al fine che si creassero, con un continuo
scambio di informazioni, le condizioni migliori per iniziare a lavorare.
Il progetto con Federico è iniziato nell’ottobre 2004 e si è concluso nel dicembre 2005.
Nei primi tempi d’adattamento reciproco ai nostri caratteri, verso il mese di novembre 2005, ho
voluto costatare il livello di partenza del mio tirocinante per comprendere appieno quali sarebbero
state le problematiche iniziali da affrontare sulla base di una determinata scaletta:
• Conoscenza della materia informatica dalle origini fino ad ora.
• Conoscenza della struttura di un personal computer (pc): livello hardware.
• Conoscenza ed approccio ai Sistemi Operativi: livello software.
• Metodologie d’approccio allo studio e alla fase d’apprendimento dell’informatica.
9
Ho una zia totalmente disabile,affetta da distrofia muscolare.
10
R. M. Foxx, Tecniche base del metodo comportamentale, Erickson.
A. Nisi - P. Ceccarani, L’approccio positivo: disagio e comunicazione (1996), Tecnoscuola.
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Attenendomi a questi quattro punti, ho somministrato a Federico test di verifica, facendo ricorso
anche a testi di conoscenza generale usati per l’approccio al mondo del lavoro, cercando di
applicare il più possibile quella conoscenza alle sue esigenze sia di carattere psicologico che di
apprendimento.
Dai risultati dei test ho dedotto che il punto di partenza non era basso, ovvero che Federico
sapeva già in una certa misura cosa rappresentasse fisicamente un pc, ma non comprendeva ancora
il significato della sua struttura hardware e software.
Seguendo la scaletta, ho voluto costatare con altri test anche le metodologie d’apprendimento e
di comprensione sia dei testi sia delle spiegazioni durante il periodo scolastico; tutto ciò mi ha
permesso di capire quale fosse il metodo giusto per un migliore approccio, comprensibile ed
adeguato per Federico. Dopo questi ultimi test di verifica ho deciso di utilizzare tutti i mezzi ( come
ad esempio cd-rom e pagine stampate in Braille), ma seguendo il metodo della “valutazione
euristica” impostato da Nielsen e Molich11 che individua i seguenti nove principi:
• Usare un linguaggio semplice e naturale;
• Parlare il linguaggio dell’utente;
• Minimizzare il carico cognitivo sull’utente;
• Adottare un paradigma di consistenza;
• Provvedere il giusto numero di “feedback”;
• Fornire chiaramente i risultati di un’azione;
• Fornire “scorciatoie”;
• Predisporre chiari messaggi d’errore;
• Prevenire l’errore.
L’adozione di tale metodo di progettazione delle lezioni mi ha consentito di capire meglio i
problemi posti a Federico dall’uso sia del software che degli ausili hardware, permettendomi così di
farmi un’idea più precisa delle esigenze reali del ragazzo.
Ho così capito che un aspetto importante della didattica, sia per le persone “normali” che, a
maggior ragione, per quelle disabili, è la comprensione semplice e lineare del percorso da compiere,
onde evitare di confondere ulteriormente le idee ed avere, quindi, effetti controproducenti.
11
La “valutazione euristica” è un metodo messo a punto da Jakob Nielsen e Rolf Molich (vedi bibliografia) per capire
in mo do veloce i principi fondamentali dell'usabilità.
- 10 -
Tale aspetto ha un notevole peso per la riuscita del progetto perché, com’è facile intuire, la
comprensione della metodologia da parte del tirocinante, specie se portatore di handicap, lo stimola
maggiormente al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Purtroppo la nostra natura ci spinge a classificare le persone disabili sulla base dell’apparenza e
ci impedisce spesso di indagare più a fondo sulle loro esigenze effettive.
1.2 Progetto Federico Martelli: gli aspetti tecnologici
L’approccio all’uso di strumenti adeguati per Federico non è stato molto semplice. Sono
dovuto partire dallo studio dell’ambiente informatico creato presso la sua abitazione, cercando di
familiarizzare con tutti gli strumenti che usava a casa, dalla normale tastiera posta sopra alla Barra
Braille 12, all’uso di una delle prime versioni di Screen Reader per MS-Dos. Ho voluto apportare
modifiche installando una versione di screen reader per il Sistema Operativo Windows XP. Tale
decisione è stata alimentata dalla consapevolezza che il sistema operativo MS-Dos rappresenta una
“vecchia” realtà di sistema informatico e che quindi non mi sembrava opportuno partire con una
formazione già svantaggiata per Federico.
Oltre a creare un supporto corretto affinché Federico potesse iniziare a lavorare, facendo uso
delle sue conoscenze basilari della scrittura, ho dovuto provvedere anche ad un’adeguata
sistemazione della postazione per permettergli di poter stare correttamente a sedere.
L’aspetto della postura per Federico è molto importante. E’ bene ricordare che lui ha più
disabilità: oltre a non vedere è paraplegico, poiché ha entrambi gli arti inferiori fermi e l’arto
superiore sx che non muove correttamente. Da tale difficoltà è stato necessario definire anche la
scelta di un tavolo di appropriata altezza, per permettere una corretta impostazione degli arti
superiori, e una sedia senza le rotelle.
A questo punto è necessario analizzare l’aspetto tecnico facendo una breve lista dei mezzi
hardware e software utilizzati per iniziare il nostro percorso di formazione. Gli strumenti indicati
sono stati inseriti nel tempo allo scopo di allargare progressivamente le conoscenze di Federico.
Strumenti hardware:
• Case atx miditower Pc AMD Sempron 1.67 GHz.
12
La barra braille (o display braille), strumento informatico essenziale per molti ciechi, sollevando e abbassando
sequenze di punti corrispondenti alle combinazioni puntiformi fornisce alla persona non vedente una linea scritta in
braille attraverso cui è possibile la lettura tattile di ciò che un computer trasmette e che via via appare sul monitor. Le
più diffuse barre braille hanno 40 celle.
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• Motherboard Asus a7s8x.
• Cpu amd Sempron 2400+.
• Dimm 256mb ddr 400.
• Hd Seagate 160gb.
• Masterizzatore dvd btc 8x.
• Floppy disk 1.44mb.
• Scheda video/audio e lan.
• Tastiera/mouse ps/2.
• Modem ADSL atlantisland usb a01-au2.
• Modem fax atlantis land 56k.
• Barra Braille posta sotto la Tastiera.
Strumenti software:
• Sistema Operativo Windows Xp Professional Versione 2002 con Service Pack 2.
• Pacchetto Microsoft Office Professional Edition 2003.
• Jaws 5.0.
• Programmi correlati con il Sistema Operativo Windows Xp.
Una volta definito e preparato l’ambiente, ossia appena impiantata una postazione aggiornata e
funzionale, abbiamo iniziato le prime lezioni di software e hardware.
Per quanto concerne la parte software, è di fondamentale importanza aggiornarsi
periodicamente mediante downloads dal sito del produttore per avere una panoramica del
programma sempre compatibile con l’evoluzione del software stesso. L’aggiornamento permette
anche di risolvere i problemi che emergono nel corso dell’utilizzo del programma stesso.
Difatti abbiamo aggiornato continuamente il programma Jaws per la necessità di coprire piccole
mancanze che incontravamo durante la fase di lavorazione.
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1.3 Sussidi Tiflodidattici: novità Hw e Sw utilizzate per il corso di Federico.
Il processo d’integrazione delle persone disabili è stato nel tempo favorito da diversi fattori
tra cui, oltre ai progressi legislativi, le opportunità offerte dalla ricerca e dalla tecnologia. In
particolare le nuove tecnologie informatiche e telematiche possono fare molto in tal senso: molte
persone con disabilità oggi utilizzano il computer, Internet e altri strumenti telematici, purché
naturalmente siano state messe in grado di farlo adattando le macchine alle loro effettive abilità e
potenzialità. Come vedremo meglio in dettaglio nella parte dedicata agli ausili hardware e software,
la persona può utilizzare un normale computer (eventualmente configurando opportunamente
l'accesso facilitato a Windows) oppure può avere la necessità di usufruire, secondo il tipo di
disabilità, di particolari strumenti aggiuntivi o ausili (hardware o software) che gli permettano di
utilizzarlo. Ad esempio, per un non vedente, l'ausilio potrebbe consistere in uno “screen reader”13 in
grado di leggere per lui, con una sintesi vocale, il contenuto dello schermo; per un disabile motorio
che abbia difficoltà nell'utilizzo del mouse potrebbe trattarsi invece di una “track ball” che espleta la
stessa funzione, ma è più facile da usare per chi ha una manualità ridotta o impedita.
Col crescere della capacità nell'utilizzo del computer da parte delle persone disabili è sorta la
volontà o la necessità di realizzare sussidi14 o ausili15 informatici sempre più adattabili alle loro
personali esigenze per aiutarli a tenere il passo con i tempi della società reale, dove oggi la mancata
conoscenza di un’informatica sempre più dominante può significare ulteriore emarginazione.
Anche i ciechi, attraverso i Centri Tiflodidattici situati in tutta Italia, hanno avuto la
possibilità di informarsi, approdare all’informatica e riuscire quindi a percepire meglio il mondo che
li circonda e soddisfare meglio i propri bisogni vitali.
In particolare il sussidio didattico si configura come il mezzo, lo strumento essenziale per la
realizzazione del processo di apprendimento. La sua funzione fondamentale, infatti, è di guidare
l’allievo attraverso un percorso di studio in modo da facilitarlo nell’apprendimento individuale.
Il sussidio, nell’ambito dell’assistenza ai non vedenti, si è costantemente evoluto nel tempo
per meglio adattarsi alle necessità personali, attingendo informazioni anche dalle esperienze passate
che sono sempre un ricco baglio per le generazioni future. Detentori di questo che è anche un
grande patrimonio culturale, sono state le varie Associazioni, Istituiti e Fondazioni nate in Italia a
favore dei ciechi. Il primo fu quello dei Santi Giuseppe e Lucia, fondato a Napoli nel 1818. Ma fra i
tanti istituiti quelli che hanno avuto una maggiore importanza sono l’Istituto di Milano (1840), che
grazie alla munificenza cittadina divenne il più cospicuo d’Italia, e l'Istituto "Francesco Cavazza" di
13
Screen reader (lettori di schermo), software che ripete in sonoro tutto ciò che viene visualizzato sul monitor.
14
Dal latino “subsidium” : ha un significato tra quello generico di “mezzo” e quello più specifico di “aiuto”.
15
Dal latino “auxilium”, aiuto.
- 13 -
Bologna (1885), che attraverso la fondazione IBM ha contribuito a sviluppare software e hardware
per la didattica.
Quando si parla degli ausili tiflodidattici è necessario fare una distinzione fra l’era pre e post
informatica. Al primo periodo si deve l’insieme degli strumenti che hanno permesso al Braille di
divenire il mezzo principale di comunicazione scritta per i non vedenti. Mentre il secondo periodo è
quello che ha prodotto gli ausili tecnologici informatici il più possibile plasmabili sulle esigenze dei
non vedenti per ridurre la loro emarginazione dal mondo circostante16. La loro la scelta non è mai
definitiva per la costante evoluzione tecnologica degli ausili stessi e per la necessità di adeguarli
costantemente all’evoluzione del tirocinante.
È comprensibile quindi come sia fondamentale l’analisi della buona fruibilità e del buon
impiego dei sussidi adottati e da adottare in quanto un utilizzo errato impedirebbe al tirocinante di
comprendere al meglio i principi di funzionamento del personal computer.
Tra i vari sussidi tiflodidattici adottati cito quelli più importanti utilizzati nel progetto
Federico e quelli che più hanno contribuito ad una più ampia autonomia delle persone prive della
vista. Di ogni singolo sussidio do prima una descrizione di massima perchè una sua più ampia
analisi sarà affronta più avanti.
Display Braille – Applicato ad un qualsiasi computer, di solito attraverso una porta seriale, permette
di trasformare il contenuto di una riga del monitor in un testo Braille in rilievo. I comuni display
Braille presentano 40 celle, come per i normali testi Braille su carta. Ogni cella è formata da una
matrice di otto punti che, grazie a trasduttori piezoelettrici, si alzano e si abbassano a seconda del
corrispondente carattere-video da rappresentare. La schermata è esplorata a gruppi di 40 caratteri
grazie ad un’apposita interfaccia software di cattura dello schermo. Alcuni display Braille si
incastrano sotto la tastiera standard, mentre altri dispongono anche di tasti per operazioni speciali
quali lo scorrimento di tutta la videata, scansione del video per parole intere, immissione di
tabulazioni, ricerca di stringhe, conoscenza delle coordinate del cursore, conoscenza del colore delle
scritte.
Sintesi vocale – Il sistema di sintesi vocale è composto da scheda audio, amplificatore, diffusori
acustici e da un software che definisce le regole di pronuncia. Si tratta di sistemi integrati a software
di tipo screen reader per i quali quanto appare sullo schermo può essere ascoltato dall’utente. In
verità, gli screen reader hanno la possibilità di dirigere l’output anche verso un display Braille, ma
in questo caso l’attenzione è rivolta all’uscita audio. Il testo a video può essere letto in diversi modi:
16
Vedi F. Piccardi nella bibliografia.
- 14 -
lettura di singoli caratteri o parola per parola, riga per riga, lettura continua e scorrevole, lettura con
punteggiatura, con indicazioni degli attributi del testo, cioè maiuscole, corsivi, punteggiature, lettura
con spelling, ecc..
Stampanti Braille – Le stampanti Braille consentono la stampa in rilievo, sul supporto cartaceo, di
un qualsiasi codice ASCII17. I vari modelli in commercio si differenziano per velocità di stampa ed
eventuale possibilità di stampare su ambo i lati del foglio senza che i due testi interferiscano
(stampa interpunto). La possibilità di stampa interpunto è importante in quanto dimezza il volume e
il peso della carta usata.
Scanner e OCR) – Usando uno scanner può essere catturata un’immagine grafica per trasformarla in
un’informazione digitale. Grazie ai programmi OCR, i caratteri del testo stampato su carta vengono
riconosciuti ottenendo un testo in formato elettronico, in modo da poter eseguire un salvataggio su
memoria di massa, una stampa in Braille, una lettura attraverso display Braille o tramite sintesi
vocale. Sebbene scanner ed OCR siano prodotti di uso generale, esistono programmi di OCR
progettati appositamente per essere utilizzati da non vedenti. Questi sono in grado di decodificare il
testo anche se il foglio non è stato posizionato correttamente, se la scrittura è articolata in colonne,
titoli, paragrafi e se vi sono disegni, fotografie e tabelle. Esistono, ancora, scanner con OCR
incorporati a sintetizzatori vocali che permettono la lettura istantanea del testo. Si tratta di
apparecchi che non hanno bisogno di interfacciarsi ad un pc, apparecchi portatili. Sono di piccole
dimensioni, alimentati a batterie, ma permettono di scrivere, memorizzare e leggere testo.
L’immissione del testo avviene attraverso una tastiera Braille ad 8 tasti più i tasti di controllo. La
lettura avviene o mediante sintesi vocale o attraverso display Braille.
17ASCII: American Standard Code for Information Interchange (pron. aski), Codice A mericano Standard per
l'interscambio delle informazioni. Introdotto nel 1963 negli USA e approvato nel 1968 dall'ANSI (American National
Standards Institute), il codice ASCII è supportato praticamente da tutti i produttori di computer per rappresentare lettere
maiuscole, minuscole, numeri, punteggiatura e caratteri speciali. Ciascuno dei 128 caratteri occupa 7 bit di un byte.
Rimanendo inutilizzato l'ottavo bit, alcuni produttori lo hanno impiegato per definire 128 nuovi caratteri.