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Fu un’idea che, però, ebbe bisogno di ben più di vent’anni di ricerche ed esperimenti prima di
produrre i risultati concreti che oggi conosciamo
1
.
Nei primi anni ’80 furono introdotti i primi servizi commerciali di telefonia cellulare: negli
Stati Uniti venne diffuso l’AMPS
2
mentre in Europa nacquero il NMT
3
e il TACS
4
. Tutti
questi sistemi utilizzavano trasmissioni di tipo analogico (modalità tramite la quale un sistema
immagazzina e trasmette informazioni convertendole in impulsi elettrici, attraverso la
scomposizione della fonte in porzioni molto piccole che conservano una "sostanziale
analogia" con l'originale).
Durante gli anni ’80, quindi, possiamo affermare che la telefonia cellulare analogica
cominciava a conoscere un discreto successo, in Europa e in particolare in Scandinavia, in
Inghilterra, ma anche in Francia e in Germania. La situazione, però, da un certo punto di vista,
presentava non pochi problemi. Innanzitutto, ci si accorse ben presto che il sistema analogico,
per esempio il britannico TACS, non riusciva a garantire un livello accettabile di sicurezza; i
terminali, infatti, che utilizzavano questo sistema, erano facilmente clonabili e le chiamate
facilmente intercettabili.
Questo, purtroppo, non era l’unico inconveniente: immaginate di guidare con la vostra
macchina su un’autostrada francese e appena oltrepassata la frontiera con l’Italia, la vostra
macchina si ferma all’istante, come morta.
Mentre la commercializzazione di terminali mobili aumentava sempre più, l’industria delle
comunicazioni mobili cominciò a rendersi conto che ogni nazione, così come possedeva una
propria lingua nazionale, aveva anche un proprio standard per le comunicazioni mobili.
Ogni stato, cioè, decise di sviluppare il proprio standard di comunicazione, naturalmente non
preoccupandosi dell’incompatibilità con quello degli altri stati. Si formarono, pertanto,
diverse reti cellulari a livello nazionale e una volta attraversati i confini del proprio paese, il
telefono diventava inesorabilmente inutilizzabile. Si era di fronte a una “Torre di Babele” che
1
Girelli, L’alba della telefonia mobile,
<http://www.cellulari.it/html/articolo.asp?IDarticolo=2022>.
2
Advanced Mobile Phone System: standard di telefonia cellulare analogica utilizzato negli Usa che opera su
una banda di frequenza di 800 MHz.
3
Nordic Mobile Telephone: standard di telefonia cellulare analogica dei Paesi del Nord Europa, definito dalle
amministrazioni di telecomunicazioni di Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca all'inizio degli anni ottanta.
4
Total Access Communication System: standard di telefonia cellulare analogica sviluppato in Gran Bretagna.
1. Primordi della telefonia mobile
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consentiva di effettuare chiamate nazionali, ma impediva, totalmente, di servirsi del proprio
apparecchio all’estero.
Per l’Europa, dal momento che si stava portando avanti il progetto di unità, c’era la certezza
che, prima o poi, questo problema sarebbe stato risolto, anche se furono parecchie le difficoltà
da affrontare. Bisogna aggiungere, inoltre, che i produttori, dovendo progettare e realizzare
telefoni diversi, con standard diversi a seconda dei diversi paesi, avevano alti costi di
produzione e non potevano realizzare le economie di scala che avrebbero permesso, appunto,
di immettere sul mercato terminali a un prezzo ragionevole.
Se l’industria delle comunicazioni mobili voleva sopravvivere e prosperare, bisognava fare
qualcosa di intelligente, e, soprattutto, farlo in fretta
5
.
Nella storia delle comunicazioni mobili uno dei posti d’onore spetta al CEPT, la Conférence
des Administrations Européenes des Postes et Télécommunications, che ebbe il compito di
organizzare i diversi amministratori delle compagnie telefoniche di 26 paesi europei. Come è
facilmente comprensibile, fu un compito estremamente difficile, in quanto, come in Italia, le
compagnie telefoniche nazionali erano monopoliste e consideravano l’interesse nazionale il
loro primo obiettivo da perseguire. Fu, pertanto, costituito, nel 1982, il Groupe Special
Mobile (GSM), con il compito specifico di sviluppare un network paneuropeo per le
comunicazioni mobili.
Il network avrebbe dovuto avere alcuni criteri di base imprescindibili :
ξ Buona qualità di trasmissione e ricezione vocale.
ξ Bassi costi di terminali mobili e servizi delle compagnie telefoniche.
ξ Capacità di eseguire il roaming internazionale.
ξ Supporto di nuovi servizi.
Tutto ciò rappresentava un compito molto difficile e pieno di problemi, non solo tecnici, ma
anche economici e logistici. Era ugualmente chiaro, tuttavia, che le ricompense sarebbero
potute essere notevoli e che le alternative erano molto scarse. Inoltre, i vari gruppi di telefonia
erano molto motivati in questo progetto di lunga durata e non è un’esagerazione affermare che
5
C.M. Nugter, History of GSM: In the beginning,
<http://www.gsmworld.com/about/history/history_page3.shtml>.
1. Primordi della telefonia mobile
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i successi ottenuti dall’industria delle telecomunicazioni mobili abbiano ripagato molte e
molte volte i loro sforzi iniziali.
Il gruppo di lavoro per la telefonia mobile paneuropea, il GSM, rappresentava, senza dubbio,
un’importante punto di inizio, ma era chiaro che, per le implicazioni che esso aveva, serviva
l’appoggio di alcuni pesi massimi della politica. Fu nel 1984 che il progetto GSM ricevette l'
approvazione della Commissione Europea, con implicazioni considerevoli durante gli anni a
venire.
Nel 1985, la Repubblica Federale di Germania, la Francia e l' Italia firmarono un accordo per
lo sviluppo del GSM e un anno dopo si aggiunse il Regno Unito.
Sin dall’inizio, il gruppo di studio aveva attuato una scelta importante che col tempo si
rivelerà quella esatta; si era, infatti, deciso che il nuovo standard da impiegare sarebbe dovuto
essere quello digitale rispetto a quello analogico e che avrebbe dovuto funzionare nella fascia
di frequenza dei 900 MHz
6
.
La tecnologia digitale, infatti, combinava (e combina tutt’oggi) prestazioni e larghezza di
banda; fa sì, cioè, che la trasmissione sia di alta qualità e consenta a più utenti,
simultaneamente, di utilizzare la banda disponibile. In più, il sistema digitale consente lo
sviluppo della sicurezza della conversazione e delle comunicazioni di dati, questioni che,
come ho accennato prima, non erano garantite dai sistemi analogici. Con il passaggio al
digitale, inoltre, sarebbe stato possibile impiegare una vasta gamma di tecnologia al silicone
con conseguenti notevoli risparmi, in virtù delle economie di scala. I terminali mobili sarebbe
stati più facili da trasportare e più economici. Insomma, in questi anni, in seguito a una serie
di decisioni che, con il senno di poi, possiamo senza dubbio definire opportune, si stavano
ponendo le basi per “il telefonino per tutti”.
Era giunto il momento che il GSM cercasse qualcosa di più che l’approvazione dei politici,
anche perché i blocchi di frequenza necessari al funzionamento del nuovo standard, nel
frattempo, venivano impiegati anche per altri scopi. In questo modo, lo standard GSM stava
rischiando la morte ancora prima della sua effettiva nascita.
Fortunatamente, nel 1986 la richiesta da parte dell’utenza di telefonia mobile era superiore
alle più rosee aspettative, fatto che, di per sé, era molto indicativo, soprattutto per la Comunità
6
C.M. Nugter, History of GSM: Digital vision,
<http://www.gsmworld.com/about/history/history_page5.shtml>.
1. Primordi della telefonia mobile
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Europea che intravedeva la speranza di nuove ed interessanti opportunità di lavoro e per
l’industria della comunicazione mobile, che doveva credere in un progetto a lungo termine
piuttosto che sui ritorni garantiti nel breve dalla tecnologia analogica.
La pressione di paesi come la Francia e la Repubblica Federale Tedesca fece sì che la
Commissione della Comunità Europea descrivesse la situazione ai capi degli stati membri,
durante una riunione tenutasi nel mese di Dicembre del 1986. Il risultato fu una Direttiva che
pose le fondamenta politiche per lo sviluppo del GSM. La Direttiva delineò un' introduzione
coordinata del sistema e, fatto estremamente importante, decise che gli stati membri
avrebbero dovuto riservare la banda dei 900 MHz al funzionamento dello standard GSM.
Gli sforzi compiuti fino a quel momento stavano regolando in modo univoco l’industria delle
comunicazioni mobili nei vari paesi europei e i vari soggetti cominciavano a capire i benefici
derivanti dal diventare partner di un progetto paneuropeo. Una così vasta attività tecnica e
politica richiese un grande sforzo anche dal punto di vista della logistica.
Fu così che nel 1986 fu formato un nucleo permanente del GSM con sede a Parigi.
Ma, a questo punto, sorgeva un’importante e altrettanto inquietante domanda: “Ci sarà un
mercato?”.
Chiaramente era essenziale l’esistenza di un mercato, per stipulare accordi commerciali fra gli
operatori potenziali che si sarebbero impegnati ad effettuare i lavori stabiliti, entro una
determinata data. Senza un tale accordo non ci sarebbe potuto essere il network, senza
network niente terminali mobili, senza network e terminali niente servizio.
Stephen Temple del Dipartimento dell’Industria e del Commercio del Regno Unito ebbe il
compito di realizzare il “Memorandum of Understanding” (MoU); egli era convinto che il
progetto dello standard GSM avrebbe avuto successo se almeno tre paesi avessero aderito al
GSM entro il I luglio 1991. La potenza della visione dello standard GSM era tale che al 7
settembre 1987, gli operatori telefonici di 13 paesi europei aderirono con soddisfazione al
MoU. In totale i firmatari erano: Francia, Germania, Italia, Spagna, Norvegia, Danimarca,
Finlandia, Olanda, Belgio, Portogallo, Irlanda e due operatori indipendenti Cellenet e Racall-
Vodafone
7
. Nel corso del 1987 fu realizzato il primo test per verificare il corretto
funzionamento della rete. Dopo essersi dati molto da fare, dopo aver investito grandi quantità
7
C.M. Nugter, History of GSM: The Memorandum of Understanding,
<http://www.gsmworld.com/about/history/history_page7.shtml>.
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di soldi, la domanda fatidica era: “Funzionerà?”. Dopo una serie di test con risultati positivi
ed alcune piccole modifiche, la risposta fu: “Assolutamente sì!”.
Nel febbraio del 1988 tutti gli operatori del MoU, di tredici differenti paesi, cominciarono a
credere veramente nel progetto GSM.
Il compito da affrontare, adesso, era quello di assicurare l’integrità del network, il suo corretto
funzionamento e il rigoroso rispetto delle specifiche precedentemente stabilite.
Nel 1989 il Dipartimento del Commercio e dell’Industria della Gran Bretagna pubblicò un
documento chiamato “Phone on the Move”, che introdusse la telefonia mobile di massa nella
frequenza dei 1800 MHz. Il vantaggio di lavorare a 1800 MHz era, ed è, la capacità di
contenimento di utenti virtualmente illimitata, al contrario dei 900 MHz che non offriva
questa possibilità.
In molti erano coscienti che, se la prevista data del lancio non fosse stata rispettata, ne sarebbe
derivato un grave colpo psicologico che avrebbe potuto minare un equilibrio già fin troppo
delicato. Fu deciso, allora, di dividere in due fasi il lancio vero e proprio del GSM: la prima
fase avrebbe riguardato la copertura delle capitali europee e degli aeroporti, la seconda
avrebbe riguardato la coperture delle autostrade e gradualmente delle altre aree.
Al progetto fu dato un impulso significativo nel tardo 1989, quando fu creato l’ETSI
(European Telecommunications Standards Institute). Quest’organo dette una spinta
considerevole nello sviluppo del progetto, riuscendo a coordinare le forze degli
amministratori di società telefoniche, operatori, produttori e riuscendo così ad arrivare alla
quasi totale realizzazione della “Phase 1” del GSM 900 MHz agli inizi del 1990
8
.
Nel luglio 1991, però, si verificò un inconveniente piuttosto grave, al quale in pochi avevano
pensato. Il network GSM era perfettamente funzionante, ma non vi era la benché minima
presenza di terminali mobili.
Il problema, adesso, era unificare i vari terminali mobili, affinché potessero effettuare il
roaming internazionale senza problemi. Erano presenti, infatti, molti produttori di terminali
mobili che creavano molti modelli adatti a molti paesi. Non fu così semplice fare in modo che
tutti i telefoni andassero d’accordo con tutti i network GSM. A questo scopo, fu costituita
l’ITA (Interim Type Approval) che era essenzialmente una procedura di approvazione di
8
C.M. Nugter, History of GSM: All systems clear,
<http://www.gsmworld.com/about/history/history_page10.shtml>.
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alcuni parametri di base, che avrebbero consentito ai terminali di funzionare in modo da non
provocare danni ai network GSM. I primi terminali mobili approvati ITA uscirono sul
mercato nel corso del 1992, ed alla fine dell’anno il GSM cominciò ad essere finalmente una
realtà pienamente operativa
9
.
9
C.M. Nugter, History of GSM: Barriers to overcome,
<http://www.gsmworld.com/about/history/history_page11.shtml>.
1. Primordi della telefonia mobile
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1.2 GSM E TRASMISSIONE DATI : IL BOOM DELL’SMS.
Nel 1995, nell’ambito del progetto di sviluppo e di ampliamento del servizio GSM, fu
completata la cosiddetta “Phase 2” il cui obbiettivo primario è stato quello di dare il via alla
trasmissione dati via GSM. Lo standard GSM, infatti, supporta, seppur con una velocità assai
ridotta, all’incirca fino a 9600 bps, non solo il traffico voce ma anche la trasmissione di dati.
E’ proprio su questo versante che venne introdotta quella che, negli anni a venire, si rivelerà
una delle più importanti “killer application”
10
della telefonia mobile. Mi riferisco
all’introduzione dello Short Message Service (SMS).
L’ SMS è un servizio di invio e ricezione di brevi messaggi alfanumerici. Il messaggio ha una
dimensione fissa di 140 byte. Questo si traduce, in pratica, nella possibilità di usare 160
caratteri di testo (a 7 bit). In lingue che usano altri caratteri rispetto all'alfabeto latino, per
esempio in russo, cinese, giapponese, il messaggio è limitato a soli 70 caratteri. I telefoni
cellulari più recenti permettono l'invio di messaggi concatenati, di dimensioni maggiori che,
in realtà, sono spediti indipendentemente e ricomposti alla ricezione.
Si presume che il primo SMS della storia sia stato inviato il 3 Dicembre 1992 da un computer
ad un cellulare sulla rete GSM Vodafone inglese
11
. Quel giorno l’ingegnere Neil Papworth
inviò a un suo collega un semplice “Merry Christmas”, a cui il collega rispose. Nessuno dei
due, probabilmente, era cosciente che quel semplice gesto, del tutto casuale, avrebbe, di lì a
breve, rivoluzionato non solo il mondo della telefonia mobile ma in generale anche il modo di
comunicare delle persone.
Una peculiarità di questo sistema consiste nel fatto che i messaggi inviati non sono spediti
direttamente al destinatario, ma passano tutti attraverso un server (operazione di "store and
forward") che ha il compito di effettuare un’importante verifica: se il destinatario è
disponibile provvede ad inviare il messaggio istantaneamente, se, invece, il destinatario è
fuori area di copertura, è “senza segnale", il messaggio viene immagazzinato nel server, che
effettua tentativi, ad intervalli predeterminati, per un periodo di tempo che varia dalle 24 alle
10
Letteralmente significa applicazione killer. Si tratta di un’applicazione nettamente superiore, la cui apparizione
sul mercato ha immediatamente successo e sbaraglia quelle concorrenti.
11
Buckingham, What is SMS: Introduction,
<http://www.gsmworld.com/technology/sms/intro.shtml#1>.
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72 ore. Se in questo arco di tempo non è possibile recapitare il messaggio, esso viene
distrutto.
Questo sistema di comunicazione, caratterizzato da semplicità e immediatezza, negli ultimi
anni, ha conosciuto un enorme successo ed è stato utilizzato in diversi ambiti:
ξ Messaggio persona-a-persona.
Questa applicazione negli ultimi anni ha riscosso un notevole successo, soprattutto tra gli
utenti di telefonia mobile appartenenti a una fascia di età relativamente giovane. Tramite
questo sistema, infatti, è possibile dare vita a una comunicazione che possiamo definire di
“routine”, utilizzata, prevalentemente, per dire "Ciao", per ricordare un appuntamento,
oppure una commissione, un tipo di comunicazione molto simile a quello utilizzato nelle
chat lines. Una comunicazione sincrona, che avviene, cioè, tra persone che sono collegate
nello stesso tempo, ma da luoghi differenti. Questo tipo di comunicazione, spesso, viene
utilizzata, anche, in tutti quei momenti nei quali non è possibile, per svariate ragioni,
effettuare una chiamata voce.
ξ Notifiche voce e fax.
Uno degli utilizzi "automatici" più frequenti del servizio SMS. Tramite questa
applicazione, è possibile notificare all'utente, tramite la ricezione sul suo terminale di un
messaggio di testo, la presenza di un nuovo messaggio nella segreteria telefonica, oppure
un messaggio fax in attesa.
ξ Avviso di ricezione e-mail.
Chi utilizza la posta elettronica con frequenza e non dispone di una linea perennemente
connessa ad Internet, troverà noioso, ogni volta, collegarsi per vedere se è arrivato un
nuovo messaggio nella casella di posta elettronica. Per ovviare a questo problema, esiste
la possibilità di essere avvisati, tramite un messaggio sul proprio telefonino, della
presenza di una nuova e-mail. L'avviso di ricezione dell'e-mail è sotto forma di messaggio
di testo, contenente alcuni dettagli come il nome del mittente, l'oggetto e le primissime
parole del messaggio e-mail stesso. Per evitare di essere vittima di uno sorta di “spam” e
che, quindi, si finisca per intasare anche la SIM del terminale mobile, è possibile applicare
alcuni filtri che impediscano la ricezione degli SMS relativi ad e-mail indesiderate.
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ξ Servizi di informazione.
Gli SMS possono essere utilizzati per la consegna di qualunque tipo di informazione sia
più corta di 160 caratteri: quotazione dei titoli, risultati sportivi, meteo, voli, notizie,
risultati delle lotterie, oroscopi, ecc... I servizi di informazione possono essere forniti da
soggetti pubblici e privati e di norma le iniziative, anche commerciali, di successo hanno
tutte i seguenti requisiti: semplicità di utilizzo, rapidità e personalizzazione.
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1.2.1 “GENOVA PER NOI”: L’INFORMAZIONE ARRIVA GRATIS SUL
CELLULARE.
Intervista a Simonetta Menini, Capo Ufficio Stampa del Comune di Genova.
A cura di Davide Sassarini.
In che cosa consiste l’iniziativa “Genova per noi”?
Precisiamo, innanzitutto, che questa iniziativa nasce in seguito a un accordo stipulato con
Vodafone, unica società di telefonia mobile che ha accettato di prestare questo servizio in
modo completamente gratuito. I costi, che sono comunque molto limitati in quanto derivano
soltanto dall’utilizzo di determinati server gestiti da Vodafone, non gravano, pertanto, né sul
Comune di Genova né sugli utenti abbonati al servizio, ma sono completamente coperti da
Vodafone stessa. L’unica spesa, sostenuta dal singolo individuo che decide di abbonarsi,
deriva dal costo del primo messaggio ( tariffato in base al proprio piano tariffario) necessario
per registrarsi al servizio. Per usufruire del servizio, infatti, è sufficiente digitare “Genova” sul
proprio telefonino e inviare un messaggio di testo al numero breve 4399028 per i clienti
Vodafone o al 340 4399028 per i clienti di altri operatori. Si riceverà, come risposta, un
messaggio con l’elenco dei servizi disponibili e i rispettivi codici da utilizzare per attivare
quello che più interessa. C’è, inoltre, una cosa importante da aggiungere: nonostante
l’iniziativa sia stata realizzata in partnership con un solo operatore di telefonia mobile,
possono accedere a questo servizio i clienti di qualsiasi operatore mobile nazionale, tutti alle
medesime condizioni economiche cioè gratuitamente. “Genova per noi” permette di ricevere
informazioni, via SMS, fino a un massimo di cinque al giorno, che riguardano i tre settori
principali del comune di Genova: la viabilità, gli eventi in città (soltanto quelli gestiti e
patrocinati dal Comune) e le informazioni riguardanti la protezione civile.