4
mezzo di copie vendute ogni giorno.
3
Contribuisce decisamente all’alta
diffusione della stampa quotidiana in Gran Bretagna la netta distinzione
tra stampa popolare e stampa di qualità. I giornali popolari si rivolgono al
vastissimo pubblico della classe lavoratrice e hanno prezzi relativamente
bassi (dai 20 ai 40 pence, che equivalgono all’incirca a 30 e 60 centesimi
di euro). I giornali di qualità vendono assai meno delle testate popolari, e
hanno un target più selezionato. Il loro prezzo è leggermente più alto,
variando dai 50 ai 60 pence (dai 75 ai 90 centesimi di euro).
I giornali popolari sono tradizionalmente chiamati tabloids, a causa
della loro impaginazione in formato ridotto (circa 37 centimetri per 30). Ai
giornali di qualità è invece associata la definizione di broadsheets, dal
momento che avevano tutti, fino a pochi anni fa, un formato più grande
(circa 60 per 38 centimetri). Oggi alcuni tra i fogli di qualità hanno adottato
il formato ridotto (tabloid size). The Independent, dall’ottobre 2003, e The
Times, qualche mese dopo, hanno affiancato all’edizione in formato
broadsheet quella in formato tabloid; oggi sono realizzati esclusivamente
in formato tabloid, e anche The Guardian ha annunciato il passaggio al
tabloid size, previsto nel 2006. La ragione principale di questo storico
cambiamento è da ricercarsi nella più facile fruibilità del giornale in
formato ridotto; i dati delle vendite dimostrano che la scelta si è rivelata
azzeccata.
4
In questo lavoro tuttavia userò il termine tabloid per indicare le
testate popolari, facendo riferimento alla loro tradizionale denominazione,
e non alla definizione strettamente formale. L’Oxford English Dictionary
definisce, infatti, il termine tabloid “a popular newspaper which presents its
news and features in a concentrated, easily assimilable and often
sensational form”.
5
Avvalendomi di questa definizione, che pone l’accento
sul contenuto più che sul formato dei giornali, nel prosieguo del lavoro il
termine tabloid sarà usato come sinonimo di popular newspaper. Allo
stesso modo, utilizzerò il termine broadsheet per indicare le testate di
qualità.
3
Fonte: www.abc.co.uk. I dati si riferiscono al mese di marzo 2005.
4
Fonte: www.mediauk.com.
5
“un giornale popolare che presenta le notizie e i servizi in forma concentrata, facil-
mente assimilabile e spesso sensazionale”.
5
Sia i giornali di qualità che quelli popolari escono la domenica in
edizioni particolari, con più pagine e ancora più ricche di notizie e servizi
rispetto alle edizioni quotidiane, ricalcando la tradizione dei Sunday
Papers del XIX secolo, i primi fogli nella storia della stampa inglese a
realizzare tirature considerevoli. Nonostante il prezzo delle edizioni
domenicali sia più alto, queste testate fanno registrare un grande
successo di vendite, essendo un ibrido tra giornali quotidiani e magazine
settimanali.
Tra i fogli definiti “di qualità”, il più antico e conosciuto nel mondo è
The Times, fondato nel 1785 e oggi controllato dalla società Newsgroup
Newspapers Ltd di Rupert Murdoch. E’ un giornale “istituzionale”, il cui
target di riferimento è costituito da gente che si occupa o si interessa di
politica, legge o mercati finanziari. Ha la pretesa di essere politicamente
indipendente, anche se è stato spesso accusato di schierarsi dalla parte
del governo in carica. E’ considerata la testata della classe sociale che
governa il Paese.
Il Daily Telegraph, fondato nel 1855, vanta il primato nelle vendite
tra i giornali di qualità. Controllato dalla Telegraph Group Ltd, è
considerato politicamente conservatore (non a caso gli è stato affibbiato il
soprannome Daily Torygraph) tuttavia non ha legami formali con il partito
dei Tories. È apprezzato per gli approfondimenti sulle notizie di cronaca e
per la sezione sportiva.
The Guardian è solo da qualche decennio un giornale nazionale.
Originariamente, la sua diffusione si limitava alla zona di Manchester, città
nella quale è stato fondato. Sono famose le violente campagne portate
avanti dal giornale su temi di importanza sociale quali istruzione, riforme
mediche, pensioni e protezione dell’ambiente. È considerato politicamente
indipendente, grazie anche alla situazione editoriale. Il Guardian, infatti,
non ha un preciso editore, ma è finanziato da una società (trust) creata dal
fondatore Richard Scott nel 1948, e legalmente valida fino al 2030.
Questa società, nota con il nome di Scott trust ha lo scopo di assicurare
“the continuity and editorial independence of the Guardian newspaper in
6
the spirit imposed by its founder”.
6
Ha la facoltà di nominare il direttore
responsabile, e la sola istruzione a questi impartita è di condurre il
giornale “in the same spirit as heretofore”.
7
Nonostante abbia
teoricamente un grande potere, il trust svolge quindi sostanzialmente la
funzione di garantire l’indipendenza editoriale.
The Independent è il più giovane fra i giornali di qualità, essendo
stato fondato nel 1986 dalla società Independent News and Media. Ha
rapidamente acquisito una buona reputazione per merito di servizi
intelligenti e precisi, commenti informali e un senso dello humour tipico
inglese.
Ha una certa rilevanza anche il noto Financial Times, giornale
espressamente finanziario che ha una tiratura relativamente bassa nel
Regno Unito, ma è molto diffuso nelle altre nazioni europee e nel resto del
mondo. È chiaramente rivolto ad un pubblico di addetti ai lavori, essendo
quasi interamente dedicato a notizie riguardanti i mercati finanziari. È
controllato dalla Financial Times Ltd.
L’altro grande gruppo di giornali nazionali, di cui si è detto in
precedenza, è costituito dai fogli popolari, meglio noti come tabloids. È
opportuno però operare una distinzione all’interno di questo gruppo: i
middle-market tabloids hanno un aspetto grafico vicino a quello dei
giornali di qualità, veicolano una percentuale relativamente bassa di
notizie di gossip e mirano a un target relativamente selezionato, costituito
in prevalenza da donne e uomini delle classi medie e medio-basse; i
mass-market tabloids, noti anche come red-tops, sono invece
caratterizzati da un aspetto grafico colorato e accattivante, molto lontano
da quello degli altri gruppi di giornali, e pubblicano notizie di gossip e
spettacolo in quantità maggiore. Sono realizzati col proposito di ottenere il
massimo successo commerciale.
Sono due i middle-market tabloids presenti nel panorama della
stampa nazionale britannica. Il Daily Mail è il più antico giornale popolare
inglese. È stato fondato nel 1896 con il proposito di costituire il primo
giornale popolare nei contenuti e nel prezzo, ma non nell’aspetto, che
6
“la continuità ed indipendenza editoriale del Guardian nello spirito imposto dal suo
fondatore”. Michael McNay, a cura di, The Guardian Past and Present, London: Guard-
ian Newspapers Ltd, 2003, p. 26.
7
“nello stesso spirito di prima”. Ibidem.
7
doveva ricalcare quello delle testate di qualità. Nel tempo ha
sostanzialmente mantenuto la sua (apparente)
8
austerità e il suo animo
conservatore. Ha la pretesa di essere il tabloid “intellettuale”. È oggi
controllato dalla Associated Newspapers Ltd.
L’altro foglio appartenente alla categoria dei middle-market tabloids è
il Daily Express, fondato nel 1900. Le caratteristiche di questo giornale
non si discostano molto da quelle del Daily Mail, anche se la tiratura è
inferiore. Politicamente, il Daily Express è posizionato a destra, essendo
considerato il foglio conservatore per eccellenza. La società proprietaria è
la Express Newspapers.
Tra i mass-market tabloids, il più celebre nel mondo è certamente
The Sun, che ininterrottamente dal 1978 è il quotidiano più letto nel
Regno Unito. Fondato nel 1969 dal magnate australiano Rupert Murdoch,
ha rivoluzionato il giornalismo popolare in Gran Bretagna e forse nel
mondo intero, inventando la Pagina 3, che ospita ogni giorno una modella
in topless, e puntando principalmente su tre fattori: sesso, sport e concorsi
a premi, oltre che su aggressività e titoli brillanti. È accusato di proporre
un giornalismo scadente, ma la presa che esercita sulla gente è
innegabile, dal momento che vende quasi 3 milioni e mezzo di copie al
giorno.
Il Daily Mirror, fondato nel 1903 come giornale rivolto principalmente
ad un pubblico femminile, ha riscosso grande successo grazie alle
immagini. Quasi da subito infatti si è specializzato nelle fotografie e nelle
strisce di fumetti (comic strips), molto apprezzate dal pubblico. Oggi sono
famosi i titoli sensazionalistici e gli scoop clamorosi (spesso pagati
migliaia di sterline) come la pubblicazione delle lettere di Lady Diana poco
prima dell’incidente mortale. È controllato dalla Trinity Mirror Digital Media.
Il Daily Star è il giornale meno diffuso tra i tabloids e anche quello
storicamente meno rilevante. Dal 1978, anno di fondazione, a oggi, ha
raramente insidiato nelle vendite le altre testate, pur avendo un prezzo
leggermente minore. La società che lo gestisce è la Express Newspapers,
la stessa che possiede il Daily Express. È sostanzialmente un doppione
8
Vedi il paragrafo 2.2, dedicato alla storia del Daily Mail.
8
del Sun, di cui ricalca anche la modella in terza pagina, e perfino la testata
in prima pagina ricorda quella del Sun.
Per quanto riguarda i Sunday Papers, ogni testata, nell’edizione
domenicale, propone delle differenze grafiche e contenutistiche rispetto
alle edizioni quotidiane. Quasi sempre una redazione diversa si occupa di
realizzare il giornale domenicale. Due casi in particolare sono da
segnalare. L’Observer, testata di qualità, è il più antico Sunday Paper
britannico (1791); da quando, nel 1993 è stato acquisito dalla Guardian
Unlimited, costituisce l’edizione domenicale del Guardian. La tradizionale
indipendenza politica dell’Observer è dunque oggi assicurata dal trust
garante, lo stesso che controlla The Guardian. Ma il più noto tra i Sunday
Papers britannici è sicuramente il News of the World, appartenente
anch’esso alla Newsgroup Newspapers Ltd di Murdoch, che è anche il più
venduto. Costituisce oggi l’edizione domenicale del Sun, e sono famosi i
suoi servizi su storie di criminalità, sesso e l’ampia sezione sportiva.
Il panorama della stampa britannica è indubbiamente ricco e
affascinante. Molti giornali hanno più di un secolo di storia e continuano
ad essere molto apprezzati dal grande pubblico. Tuttavia, come in molti
altri paesi nel mondo, il declino nelle vendite dei giornali appare
inesorabile. I dati del 2004 parlano di un decremento annuo del 4,7%
9
e
sono soprattutto i giovani a mostrare maggiore disinteresse verso i media
a stampa. Le cause di questo declino si possono però ricercare nella
crescita enorme di reti televisive all-news e siti internet, che forniscono le
notizie in tempo reale, nonché, per quanto riguarda la città di Londra, nella
proliferazione dei free newspapers, i giornali gratuiti disponibili nelle
stazioni della metropolitana finanziati esclusivamente tramite la pubblicità,
che consentono alla gente di leggere le notizie del giorno senza spendere
neanche un penny.
9
Fonte: www.mediauk.com. I dati si riferiscono al mese di giugno 2004.
9
I tabloids
L’origine etimologica del termine tabloid è da ricercare nel nome del
marchio di fabbrica depositato nel 1884 dalla casa farmaceutica
Borroughs-Wellcome and Co. per il processo di creazione dei farmaci
compressi (tablet-like compressed pharmaceuticals). La connotazione di
compressed tablet fu presto applicata ad altri oggetti di piccole dimensioni
e al giornalismo “compresso” che condensava gli articoli in un formato
semplificato e facilmente assimilabile. Da qui la denominazione di tabloid
journalism.
10
L’idea che i tabloids britannici siano un cattivo prodotto giornalistico è
diffusa sia in Gran Bretagna che all’estero. Titoli gridati, modelle in
topless, ricerca ossessiva dello scoop, scarsa attenzione alla politica a
fronte di tanto spazio dedicato al gossip o a storie di violenza, sono
elementi che inducono molti a pensare che la stampa popolare non sia
degna di essere presa sul serio. È innegabile che questo tipo di stampa
sia pieno di esagerazioni e difetti, alcuni dei quali sono appena stati
elencati, ma, a mio parere, sbaglia chi si limita ad evidenziare solo gli
aspetti negativi dei tabloids.
Sono poco meno di 9 milioni i cittadini britannici che acquistano ogni
giorno un giornale popolare.
11
È un dato eclatante, che indica da un lato la
capacità di questi giornali di conquistare e mantenere la fiducia del grande
pubblico, dall’altro l’abilità che dimostrano nel comunicare con un
linguaggio semplice e facilmente decodificabile, a differenza di quanto
avviene nei giornali di qualità. Inoltre, le pagine dedicate ai commenti sono
spesso curate da editorialisti (columnists) prestigiosi, le cronache sportive
sono ampie e brillanti, e spesso, con l’ossessiva caccia alla notizia
clamorosa, riescono a fiutare per primi una grande storia. Un altro grande
merito che va comunque riconosciuto ai tabloids è l’aver indotto,
specialmente nel passato, molta gente appartenente alle classi lavoratrici
ad acquistare i giornali, e quindi a leggere. La stampa di qualità si rivolge
alle classi alte della società britannica; senza le testate popolari la
10
Fonte : Oxford English Dictionary.
11
Fonte: www.abc.co.uk. I dati si riferiscono al mese di marzo 2005.
10
maggior parte della gente ancora oggi non leggerebbe i quotidiani. La
possibilità di scegliere tra due tipi così diversi di quotidiani è, a mio parere,
un vantaggio per i cittadini, e chi decanta le lodi della stampa di qualità
denigrando i tabloids spesso non tiene in giusta considerazione la grande
varietà di interessi e di bisogni che un popolo manifesta.
La grande importanza sociale della stampa popolare britannica,
nonché i giudizi fortemente controversi che genera, hanno suscitato il mio
interesse verso un fenomeno che non ha corrispondenti nel panorama
editoriale italiano, dove i tentativi di dar vita a quotidiani popolari sul
modello inglese sono sempre falliti.
12
È evidente la differente
predisposizione culturale tra la popolazione italiana e quella britannica,
storicamente abituata a convivere con i due gruppi di quotidiani. Ho
provato, quindi, ad accostarmi all’argomento senza tenere conto dei
pregiudizi esistenti verso questa categoria di giornali.
Nella prima parte del lavoro saranno esposti, sulla base delle
indicazioni fornite dalla letteratura esistente riguardo l’argomento, i
presupposti teorici e l’evoluzione storica della stampa popolare, in modo
da fornire un quadro esauriente degli obiettivi e delle strategie adottate dai
giornali presi in esame, nonché delle tappe più significative del loro lungo
e significativo percorso storico, che contribuisce a chiarire il ruolo primario
che questi fogli hanno assunto nella società britannica. La seconda parte
sarà costituita dall’analisi comparativa dei giornali popolari, nelle edizioni
pubblicate tra il 23 e il 29 marzo 2005. L’analisi verterà sull’aspetto
grafico, sulla struttura interna, sulle categorie di notizie pubblicate e,
infine, sulla scelta della notizia di apertura. L’obiettivo di questa seconda
parte del lavoro è rilevare le differenze tre le varie testate popolari, in
modo da dimostrare che sotto l’etichetta di tabloids possono essere
ricondotti giornali che presentano alcune caratteristiche comuni, ma che,
allo stesso tempo, sono realizzati con metodi e finalità profondamente
differenti tra loro.
12
Si pensi alla creazione, nel 1979, del quotidiano popolare L’Occhio, edito dal Gruppo
Rizzoli e diretto da Maurizio Costanzo. Dopo un certo successo iniziale, le vendite si at-
testarono sulle 100.000 copie, che non erano sufficienti nemmeno per coprire i costi.
Pochi mesi dopo l’uscita, il giornale fu costretto a chiudere. Vedi Paolo Murialdi, Storia
del Giornalismo Italiano, Bologna: Il Mulino, 2000, pp. 249-251.
11
Nello specifico, il lavoro che segue sarà suddiviso in quattro capitoli.
Nel primo analizzerò i fondamenti teorici su cui si basa il concetto di
stampa popolare. In particolare, questa analisi partirà dalla descrizione
delle caratteristiche del pubblico della popular press, per poi trattare della
distinzione tra i due diversi gruppi di quotidiani britannici e dell’influenza
che la stampa popolare esercita sulla stampa di qualità. Seguirà l’analisi
delle tecniche specifiche dei tabloids per attrarre i lettori e quindi
incrementare i profitti. Tratterò, quindi, del modo in cui i giornali popolari
veicolano le idee politiche.
Il secondo capitolo sarà dedicato allo studio dell’evoluzione storica
dei cinque quotidiani popolari e del settimanale domenicale News of the
World, con particolare attenzione ai periodi in cui le diverse testate hanno
dominato il mercato e apportato sorprendenti innovazioni. L’arco
temporale che prenderò in esame va dai primi decenni del XIX secolo ai
giorni nostri.
Nel terzo capitolo mi concentrerò sull’analisi dei cinque quotidiani
nazionali popolari britannici (Daily Mail, Daily Express, Sun, Daily Mirror,
Daily Star) con riferimento alle edizioni pubblicate dal 23 al 29 marzo
2005. Nello specifico, all’esposizione dettagliata dei dati sulla tiratura del
mese di marzo 2005 seguirà l’analisi comparativa della struttura e del
contenuto dei singoli giornali, secondo dei parametri stabiliti allo scopo, e
descritti nell’introduzione al terzo capitolo.
Procederò infine, nella quarta e ultima parte, a un confronto, su base
giornaliera, dei titoli di apertura presenti nei cinque quotidiani in esame, al
fine di inferire le logiche che conducono, nei diversi giornali, alla scelta
della notizia principale di ogni edizione, nella settimana compresa tra il 23
e il 29 marzo 2005.