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caratteristica: essere un feticcio, un oggetto quasi di culto nei confronti di idoli
molto particolari, ovvero gli attori comici. Che, si sa, possono essere si degli dei ma
di un Olimpo diverso da quello in cui si collocano i grandi divi irraggiungibili; un
Olimpo che potremmo immaginare piccolo, tarchiato, ... calvo. A parte pochi
esempi, gli attori comici non brillano certo per bellezza fisica: il corpo gioca un
ruolo cruciale, ma nel senso inverso rispetto ai comuni canoni di bellezza proposti a
livello mediatico
2
. Ciò che attrae in un comico è la sua capacità di raccontare la
realtà in una chiave diversa, parodistica, in un universo di parole e situazioni che
fanno uscire frastornato lo spettatore. Il pubblico di Zelig si aspetta di ridere
immediatamente, fin dalle prime battute: un aspetto ridicolo aiuta a creare
un’istintiva simpatia nei confronti di un personaggio che si può reputare anche
sfortunato, in molti casi.
Lo spettatore diviene complice e partecipe del comico sul palco, che da il meglio
di se in una trasmissione dagli ascolti stupefacenti, un vero e proprio successo
televisivo, a sua volta osservato e commercializzato in vie diverse dalle case
editrici: il fenomeno editoriale.
Il fenomeno editoriale si ripresenta all’interno delle diverse case editrici in modi
standardizzati: editore e autore lavorano a stretto contatto, influenzandosi a vicenda
per creare dei prodotti attraenti, che rispecchino il più possibile le aspettative del
pubblico. Si modificano leggermente in base al personaggio, ai contenuti che
propone, al suo successo. I successi di vendita non mancano in molti casi di farsi
sentire, rimarcando anche l’importanza che un determinato comico ha assunto in
genere. È quasi un must per tutti gli autori del cabaret più conosciuto d’Italia,
scrivere, affiancati o meno dagli autori di fiducia, e pubblicare un libro. Possono
essere trampolini di lancio per altre esperienze, sporadicamente segnano la
realizzazione completa, un punto di arrivo.
Sono inoltre dei mezzi attraverso i quali è concesso ad un comico di presentarsi
al pubblico sotto un’altra veste, che gli concede una maggior fantasia di quella
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Gino & Michele, in Viale Monza 140. Storie, protagonisti, spettacoli di Zelig, il cabaret più
famoso d’Italia, Zelig Editore, Milano, 2002, p. 28 fanno un esempio:
Gioele Dix era un ottimo interprete (…). In più era bello ma ciò per un comico è spesso un handicap.
Basterebbe pensare a Teo Teocoli e a quanta gavetta ha dovuto fare al Derby perché era considerato uno dei
ragazzi più belli sulla piazza.
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proposta sul palco, nonché la possibilità di esprimersi per quel che realmente è
senza l’eccessiva forzatura dei quattro minuti di sketch televisivi. Il linguaggio
varia, come varia al tempo stesso in altre forme diverse dal piccolo schermo, come
spettacoli teatrali o sit-com che prevedono tempi maggiormente dilatati e perciò
offerenti maggiori possibilità di espressione.
Questa tesi nello specifico indaga in un primo tempo il contesto di produzione
dei best-sellers umoristici, e in seguito le varie fasi di cui si compone l’edizione di
un volume. Il lavoro di ricerca è consistito, per quanto riguarda la prima parte,
specificamente per quanto riguarda l’organizzazione di una puntata televisiva, in
un’osservazione partecipante moderata. Con ciò si intende che l’osservazione non è
stata né completamente nel ruolo di insider, ovvero integrata appieno nel gruppo di
lavoro; ma nemmeno come puro outsider, cioè estraneo: l’interazione è avvenuta
attraverso delle semplici interviste e nelle relazioni interpersonali che avvengono
necessariamente in un contesto in continuo fermento quale quello di Zelig.
La seconda parte del lavoro si è basata principalmente sulle interviste al
personale delle case editrici, permettendo quindi un focus interno del processo
lavorativo. Le interviste sono state svolte sia in prima persona, come nel caso della
Kowalski, sia telefonicamente con la Mondadori.
Si diceva dunque che allo stato attuale delle cose si vedono librerie invase dai
titoli più impensabili. In genere la posizione loro assegnata è strategica: vicino alle
casse, in modo da essere acquistati d’impulso, un vezzo del lettore tradizionale che
sa bene che semel in anno licet insanire. Ma ora le librerie dedicano addirittura
interi settori al genere Umoristico, consapevoli di un’offerta in crescita
esponenziale che un pubblico sempre più ampio non disdegna.
In tali luoghi comunemente pensati come seriosi, si sorride di fronte a titoli
come Quella vacca di nonna papera o Mare mosso bandiera rossa. Ferragosto a
Roncofritto. A dire la verità, non si pensava fosse possibile trovarli nemmeno nella
bibliografia di una tesi di laurea.
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I. IL CONTESTO DI PRODUZIONE
“Zelig per me è come un grande centro di
igiene mentale in cui Gino e Michele e
Giancarlo Bozzo sono i primari, gli autori
fungono da personale paramedico, i pazzi
siamo noi comici e abbiamo dieci milioni
di parenti che ci vengono a trovare una
volta alla settimana!”
Pino Campagna
I.1 Breve storia di Zelig
Nel primo anno di attività, Zelig è un locale nuovo, attraente perché alternativo
alla Milano da bere, intesa anche nel senso culturale del termine. Negli anni a
seguire diventa un luogo d’incontro degli amanti di un genere, il cabaret: un
pubblico dai gusti ben precisi, più affine ai modi del teatro che delle discoteche,
variamente composto per età.
Zelig nasce nel 1986 a Milano, viale Monza 140, in “un cortile-pergolato attorno
al quale sorsero nel dopoguerra un paio di sedi di partiti della tradizione operaia (gli
allora Pci e Psi), e un circolo di quartieri, il Cifup, orientato decisamente a sinistra,
punto di riferimento politico e ricreativo della zona”
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. Alla sua nascita è un locale
notturno, gestito dai giovani della cooperativa Il Mandorlo, con una grande sala
adibita a teatro in cui si esibiscono continuativamente gli attori di Comedians,
ultimi portavoce di un altro, importante cabaret milanese, il Derby Club di viale
Monterosa, che proprio in quegli anni chiude i battenti.
3
Gino & Michele, in Viale Monza 140. Storie, protagonisti, spettacoli di Zelig, il cabaret più
famoso d’Italia, Zelig Editore, Milano, 1996, 2002, p.12
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Dopo varie esperienze indirette, Zelig approda come locale alla televisione,
finalmente consacrato nella trasmissione Facciamo Cabaret nel 1997. Conduce
Claudio Bisio con Antonella Elia, Egidio Romio ne cura la regia, Giancarlo Bozzo
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e altri autori i contenuti. Gli show sono registrati all’interno del locale, non in
studio, luogo questo dove si potrebbe perdere la naturalezza e la genuinità del
pubblico. Il cabaret è realtà
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, ed è questo che si vuole portare sul palco.
Dal 2002 Zelig è in prima serata, l’anno seguente diventa Zelig Circus.
Rappresenta un appuntamento abituale per milioni italiani: mai il cabaret aveva
avuto un tale successo televisivo. Un enorme teatro tenda a Sesto San Giovanni è la
nuova location: il pubblico in sala è ormai fisicamente incontenibile nel locale di
viale Monza. Sul palco, ampliato notevolmente in metri quadrati rispetto al piccolo
palchetto milanese, Claudio Bisio è il capocomico affiancato per le prime due
edizioni da Michelle Hunziker, mentre è stata confermata per la prossima edizione
in onda dal 27 gennaio 2006 Vanessa Incontrada. Il successo televisivo è enorme.
Gli ascolti di Zelig in prima serata su Italia 1 sono così alti che, per Zelig Circus,
Mediaset ne decide la messa in onda su Canale 5, rete ammiraglia della società. La
stessa scelta è stata effettuata anche per l’edizione attuale di Zelig Off.
Occorre ricordare che Zelig è un marchio della società Bananas S.r.l, che lo
gestisce. Bananas nasce nel 1995 come evoluzione della storica cooperativa Il
Mandorlo che dal 1986 si raccoglie intorno allo Zelig. La società viene fondata per
la gestione del marchio, che nel corso degli anni diviene garanzia di qualità per
quanto riguarda la produzione di spettacoli comici.
È un’agenzia di spettacolo che si occupa della distribuzione e della promozione
delle tournèe dei dieci artisti a lei legati, e che coordina tutte le attività creative che
li riguardano in collaborazione con partners di vario tipo per la realizzazione di
prodotti di spettacolo; si occupa anche della produzione artistica di uno dei
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Attuale direttore artistico di Zelig e Bananas. In Gino & Michele, M. Molinari, Anche le formiche
nel loro piccolo s’incazzano, Edizione Completa 2004, Baldini Castoldi Dalai editore, Milano, si
trova la seguente mini biografia:
È il punto di riferimento da quasi vent’anni del cabaret Zelig. Ogni comico passato di lì lo considera un
fratello, ogni comica un padre (nel senso che Giancarlo tiene famiglia e prole). Oggi è anche autore
televisivo e teatrale.
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“Un buon punto di partenza per interpretare (e costruire) le cause che scatenano il riso resta
sicuramente l’osservazione della realtà”. Charles Baudelaire, Dell’essenza del Riso, cit. in M.
Locuratolo, Invito al Cabaret, Ugo Mursia Editore, Milano, 2003, p. 5
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programmi televisivi più acclamati dal pubblico del piccolo schermo.
Oltre alle tournèe teatrali Bananas, come agenzia di servizi, si occupa
dell’organizzazione di spettacoli durante serate private per le quali si intende feste a
invito, meetings, conventions, cene aziendali ed eventi monomarca.
I suoi referenti possono essere i grandi gruppi editoriali con i quali ha stretto
collaborazioni per la pubblicazione e la distribuzione di prodotti nati dalla volontà
congiunta di artisti e management commerciale.
La società Bananas viene quindi creata per soddisfare l’esigenza di gestire con
maggiore coerenza la risorsa rappresentata dal piccolo teatro di viale Monza, e con
l’obiettivo di creare intorno a Zelig una fucina di talenti, una perenne fabbrica di
idee riconosciuta sul circuito nazionale
6
.
Della produzione televisiva si occupano Mediaset, Bananas e Grandi.
I.2 Osservazione sul campo: Zelig Off
Zelig Off, programma televisivo in onda il martedì sera in seconda serata su
Canale 5, è condotto da Raul Cremona e Giorgia Surina. Viene registrato il lunedì e
il martedì allo Zelig di viale Monza. Ogni settimana si ha il tutto esaurito, tanto che
è necessario prenotarsi telefonicamente con largo anticipo per poter assistere alle
registrazioni.
Il 17 e il 18 ottobre mi è stato concesso di partecipare alle prove pomeridiane,
senza pubblico in sala, presenti solo gli addetti ai lavori. Ho assistito alla creazione
vera e propria del programma.
Nel primo pomeriggio di lunedì, alle 14.30, si tiene la riunione redazionale.
Sono presenti tutti gli autori, i conduttori e alcuni dei comici direttamente
interessati, nonché produttori di Mediaset. Insieme rielaborano la scaletta, preparata
per lo spettacolo di prova senza telecamere della domenica sera, e si rivedono i
passaggi che, davanti al pubblico, hanno avuto scarso successo o non hanno sortito
gli effetti desiderati.
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Libero adattamento da: www.areazelig.it
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Il lavoro di controllo e revisione della scaletta e del copione è un costante work
in progress: si può dire che questo non sia definitivo nemmeno nel momento in cui
si registra lo spettacolo. Proprio per la sua natura, ovvero quella di cabaret dal vivo,
a Zelig è concesso un margine di improvvisazione sul palco, dovuto anche
all’interazione diretta col pubblico. Un autore si prende cura di segnare ogni
minimo cambiamento e ristampare scaletta e copione ogniqualvolta ciò sia
necessario.
Da un’analisi della suddetta
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, si nota innanzitutto che essa è suddivisa in tre
blocchi, corrispondenti a tre parti di registrazione intese come tra un break
pubblicitario e l’altro. A programma in onda, si nota che i break pubblicitari sono
introdotti da una televendita, che, come racconta Michele (Mozzati)
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, vengono
girati in studio, e vi partecipano alcuni comici. Si tratta di televendite dallo stile
abbastanza brillante, ma che mantengono una voluta patina di finzione.
Ciascun blocco è suddiviso per tempi di massima da attribuire ad ogni singolo
intervento. Questo può essere un pezzo vero e proprio, un annuncio o un
disannuncio di un comico, può segnalarne l’entrata a schiaffo o le possibili
intrusioni. Per annuncio si intende il lancio del comico da parte di uno o entrambi i
presentatori, mentre il disannuncio è una descrizione ex post del personaggio
appena uscito di scena. Entrata a schiaffo è l’espressione usata quando un comico
sale sul palco senza alcuna presentazione da parte dei conduttori. Gli autori si
confrontano a lungo sulla necessità o meno di far recitare una sorta di sketch anche
ai conduttori per lasciar intuire o meno chi arriverà, oppure se continuare la
conduzione di una piccola parte di programma sugli stessi toni di chi è appena
uscito di scena.
Alla fine di ogni blocco viene visualizzato il totale progressivo del programma.
Per contratto, racconta sempre Michele, non è concesso alla trasmissione di sforare
il tempo limite concesso da Mediaset, che impone due stacchi pubblicitari. Gli
autori del programma godono dall’altro lato della libertà di poter determinare come
7
Cfr. Appendice 1.
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Del duo Gino & Michele; Gino Vignali e Michele Mozzati, scrittori satirici e autori comici,
diversificano la loro attività suddividendola tra editoria, televisione, cinema e teatro. Hanno avuto
dal 1985 al 1999 la direzione artistica del cabaret Zelig a Milano, di cui oggi sono consulenti artistici
oltre che soci fondatori. Nell’autunno 2002 hanno fondato (con Feltrinelli, Gut-Smemoranda e
Bananas-Zelig) Kowalski Editore, di cui sono anche direttori.
Tratto da: www.ginoemichele.it.