7
ancora più difficili dal repentino processo di cambiamento che le nostre
società stanno attuando in tutti i settori. Ciò richiede flessibilità, capacità di
adattamento, informazione sempre più capillare sulle opportunità offerte
dall’Unione e soprattutto, consapevolezza riguardo alla necessità di divenire
attori dello sviluppo della futura Europa.
Non possiamo, inoltre, dimenticare che all’orizzonte si è profilato
sempre più vicino l’allargamento dell’Unione a paesi di culture e tradizioni
diverse. Tutto questo dipenderà prevalentemente dalla misura in cui certi
valori fondamentali come democrazia, tolleranza, coesione, saranno trasmessi
alle nuove generazioni. Quanto affermato fino qui rappresenta il presupposto
per l’esercizio di quella che viene definita “cittadinanza attiva” la quale
significa, oltre che complesso di diritti, anche partecipazione, capacità di
decidere in autonomia e assunzione di responsabilità. Questi sono i motivi che
rendono necessaria l’elaborazione di politiche giovanili efficaci, sia da parte
degli Stati membri che da parte dell’Unione. Tra i diversi programmi, rivolti
in modo diverso ai giovani, di cui l'Unione Europea dispone ho preso in
esame il programma “Socrates” per l’istruzione, “Leonardo da Vinci” per la
formazione professionale, "Gioventù" per la formazione non formale e
informale ed i prossimi programmi comunitari previsti per un periodo 2007-
2013, i quali intendono dare un intervento fortemente innovativo dal punto di
vista metodologico, mirato al sostegno di attività che si svolgono in un
contesto extrascolastico e al di fuori di quello della formazione professionale
e formale. L'ambito di operatività si inscrive, infatti, all'interno di quel sistema
identificato come "educazione lungo l’intero arco della vita" che vale a dire
educazione permanente. I cardini su cui poggia sono mobilità sia fisica che
virtuale, flessibilità e partecipazione attiva da parte dei giovani beneficiari.
E' necessario capire come i programmi in questione riescano a
valorizzare questi elementi, grazie alla promozione degli scambi giovanili
transnazionali. Come vedremo, questi sono considerati lo strumento ideale
per l’approfondimento delle conoscenze tra partecipanti provenienti da paesi
8
diversi e per la cooperazione tra gli Stati. Gli scambi diventano un’occasione
per confrontare quelle che sono le diverse soluzioni prospettate dai
partecipanti a problematiche di interesse comune che costituiscono anche il
tema dello scambio internazionale.
Visto la vastità dell'informazione a disposizione ho fatto
prevalentemente riferimento a fonti e documenti ufficiali internazionali e
nazionali, ed in particolare alla mia esperienza personale come studente
erasmus e volontaria europea.
9
CAPITOLO 1
I GIOVANI E L’EUROPA
Il dibattito sull’avvenire dell’Europa è ormai avviato. La vita politica
europea degli ultimi anni ci da un messaggio chiaro: l’Unione deve essere
costruita con gli europei includendo l’intera popolazione, donne, uomini,
anziani, bambini e giovani. L’Europa sta vivendo un cambiamento radicale da
un punto di vista economico, politico e sociale, dovuta alla globalizzazione e
all’allargamento dell’Unione. È in questo contesto che Europa ha più bisogno
di una partecipazione attiva dei suoi cittadini per promuovere una vera
democrazia e un’integrazione europea. In questo senso i giovani europei sono
i primi ad essere interessati ai mutamenti economici, agli squilibri
demografici, alla globalizzazione e alla diversità culturale. Ai giovani si
chiede di inventare altre forme di relazioni sociali, di solidarietà, di
convivenza con altre culture, traendone i relativi vantaggi, nell’attuale
contesto in cui si manifestano nuove incertezze che si traducono in un
sentimento di fragilità della loro condizione, in una perdita di fiducia nei
sistemi decisionali esistenti, in un certo disinteresse per le forme tradizionali
di partecipazione alla vita pubblica e anche alle organizzazioni della gioventù.
I giovani, costituiscono un gruppo in divenire caratterizzato da un delicato
passaggio dal mondo dello studio all’occupazione, ed è in questo momento
della loro vita che l’Europa dovrebbe investire per facilitare questo passaggio.
Nonostante un contesto sociale ed economico più complesso i giovani
dimostrano una grande capacità di adattamento. I responsabili politici
nazionali ed europei hanno il compito di facilitare l’adattamento in questa
società piena di sfide, incoraggiando i giovani ad essere dei soggetti attivi.
Analizzando la società attuale si riscontrano varie situazioni che devono
essere trasformate per migliorare la condizione dei giovani. In questo mio
lavoro di tesi, consultando varie fonti, ho preso in considerazione cinque di
10
queste situazioni della nostra società che sono: l’evoluzione demografica e
geografica, i cambiamenti che influenzano la gioventù, il coinvolgimento dei
giovani nella vita pubblica, l’integrazione europea e la globalizzazione .
Per quanto riguarda l’evoluzione demografica, secondo i dati forniti
dalle Nazioni Unite, le nostre società stanno invecchiando. Si è verificato
quindi, un tasso di natalità ridotto e una maggiore longevità, in basi a studi
statistici, tra il 2000 e il 2020 la percentuale delle persone tra il 65 e i 90 anni
d’età passerà dal 16 al 21% della popolazione complessiva dell’Unione
Europea, mentre la percentuale dei giovani tra i 15 e i 24 anni sarà solo dell'
11%
1
. Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite si riscontra un dislivello geo-
demografico della distribuzione dei giovani nell’intero continente, un fattore
importante questo, che influenza le politiche dei paesi sviluppati e dei paesi in
via di sviluppo, comportando di conseguenza un cambiamento qualitativo nei
rapporti generazionali. Questo invecchiamento della popolazione con un
effetto diretto di carenza di manodopera fa emergere la necessità di fare
ricorso a risorse umane esterne all’Unione Europea. Ed è in questo contesto
che l’UE si deve attivare per migliorare le politiche immigratorie facilitando
così la libera circolazione delle persone. Con l’ingresso dei nuovi dieci Stati
nell’Unione Europea si è evidenziata una particolare diversità culturale che
sta portando le nostre società a diversificarsi sia sul piano etnico e religioso
sia su quello politico, economico e sociale. Per far fronte e queste divergenze
bisogna attuare politiche adeguate a favore dei cittadini europei e stranieri più
bisognosi
2
. Questa maggiore eterogeneità dovrà essere gestita nel miglior
1
In base ai dati che le Nazioni Unite forniscono, la popolazione mondiale nel 1995
ammontava a circa 5.722 milioni di persone, e quella compresa tra i suddetti limiti di età
era di 1.030 milioni di unità, corrispondente al 18% del totale. Tra il 2005 e il 2050 il
numero dei giovani tra i 15 e i 24 anni è destinato a ridursi di un quarto, dal 12,6 al 9,7%.
La grande maggioranza della popolazione mondiale giovanile, circa il 84% della
popolazione vive nei paesi in via di sviluppo; peraltro quasi il 60% della gioventù si trova
in Asia.
2
“Vivere la propria vita e vivere in società”, La Rivista, 2000; portale europeo dei giovani
a cura della Commissione europea e della Direzione generale dell’Istruzione e Cultura.
Quasi 3 giovani su 10 ritengono che vi siano molto stranieri nel loro paese, questo significa
11
modo possibile soprattutto per quanto concerne i giovani, onde evitare
possibili tensioni sociali o ripercussioni negative sui sistemi educativi e sul
mercato del lavoro. L’inserimento nel mercato del lavoro si presenta difficile
per i giovani, che registrano un tasso di disoccupazione più che doppio
rispetto al tasso globale europeo: per chi ha meno di 25 anni esiste un tasso di
disoccupazione circa del 17.9% della popolazione rispetto al 7.7% per chi ha
25 anni e più
3
.
La seconda situazione presa in esame sono i cambiamenti della società
che influenzano la gioventù. Essendo la giovinezza un periodo da sfruttare al
meglio, il benessere e l’autonomia dei giovani dipendono da tutta una serie di
questioni complesse come l’ambiente, l’immigrazione, i mass media, i sistemi
giuridici, la salute, l’abuso di droghe, la sessualità, lo sport, la sicurezza
personale, ecc. Questi sono temi che influiscono sulla vita dei giovani e
sull’impegno che essi avranno nella vita pubblica, nell’istruzione e nella
ricerca di un’occupazione. Agli occhi dei giovani la società di oggi non è in
grado di affrontare e difendere queste tematiche. La scuola dell’obbligo,
l’università, il lavoro e il contesto sociale non svolgono più lo stesso ruolo
d’integrazione come avveniva in passato comportando una tarda acquisizione
dell’autonomia. Ciò si traduce in un sentimento di fragilità della loro
condizione, in una perdita di fiducia nei sistemi decisionali esistenti e in un
certo disinteresse per le forme tradizionali di partecipazione alla vita pubblica.
In cambio si nota un maggior coinvolgimento dei giovani nelle organizzazioni
non governative e associazioni giovanili di natura nazionale ed europea che
sono create appositamente per proteggere i loro interessi. Tali organizzazioni
che, essendo in molti hanno diritto di essere membri a pieno titolo del loro paese. Tanti
ritiengono che una migliore informazione, mediante programmi di sensibilizzazione
proposti dai sistemi informativi e dai media, sia la cosa migliore da fare per integrare
meglio le minoranze etniche, religiose e sessuali nonché le minoranze a rischio come i
senzatetto e i tossicomani.
3
Proiezioni demografiche Eurostat 2004; variante di base in collaborazione con la nuova
agenda sociale 2005-2010, COM(2005) 94. I giovani sono particolarmente esposti al
rischio di povertà, con una percentuale del 19% per i giovani dai 16 ai 24 anni rispetto al
12% per le persone tra i 25 e i 64 anni.
12
essendo in contatto diretto con i giovani sostengono l’ideale europeo fondato
sui valori della pace, della prosperità, della democrazia, della protezione dei
valori fondamentali e del rispetto dei diritti umani. In questa nuova Europa,
vista come un vasto spazio allargato senza frontiere, volta a facilitare lo
studio, il lavoro ed il benessere della società, i giovani vogliono dare il loro
contributo alla costruzione europea, prendendo la parola pubblicamente su
temi che gli interessano e coinvolgono, non solo come giovani ma anche
come cittadini della Comunità europea.
Terza condizione fondamentale è il coinvolgimento dei giovani nella
vita pubblica. In generale i giovani europei vogliono promuovere la
democrazia ed esserne gli attori, nonostante queste intenzioni esiste però una
certa diffidenza verso le strutture istituzionali tradizionali. I giovani si
identificano meno rispetto al passato nelle strutture tradizionali dell’azione
politica e sociale, come partiti e sindacati, e questo si traduce in una loro
debole partecipazione alle consultazioni democratiche. Il senso di diffidenza
porta una parte di loro a rifugiarsi nell’indifferenza o nell’individualismo e
un'altra parte è tentata da modi d’espressione a volte eccessivi se non
addirittura ai margini dei canali democratici. Una maggioranza di loro
vorrebbe tuttavia influenzare le politiche ma non ne trova i mezzi adeguati,
anche se, si potrebbero trovare, per esempio, un maggiore coinvolgimento dei
giovani nelle organizzazioni non governative, nelle associazioni e istituzioni
no-profit che trattano più profondamente e dettagliatamente le questioni
comuni. In questo senso, spetta alle autorità pubbliche nazionali colmare le
lacune che separano la volontà e le modalità d’espressione dei giovani con le
relative società, evitando perciò di alimentare un deficit di cittadinanza attiva.
La quarta condizione analizzata è l’integrazione europea verso la quale i
giovani hanno dei punti contrastanti. Per loro l’Europa è lo spazio in cui si
mette in primo piano il rispetto dei valori e dei principi fondamentali come la
protezione e la promozione dei diritti umani, della democrazia e della libertà,
della parità tra sessi e del rispetto della diversità nonché della libera
13
circolazione delle merci e delle persone. In secondo piano loro vedono
l’Europa come uno spazio comune a tutti, dove vivono, si formano, si
istruiscono, lavorano e viaggiano
4
. Le istituzioni che gestiscono questo spazio
sembrano però lontane, come se funzionassero a porte chiuse. Nel momento
in cui si persegue un progetto comunitario molto dipende dall’adesione delle
giovani generazioni, alla stregua di partner attivi nell’elaborazione di progetti
concreti adattati alle loro situazioni, alle loro aspirazioni e alle loro capacità.
Il progetto europeo è giovane, in continua formazione e oggetto di continuo
dibattito, ma per la sua crescita, esso ha bisogno dell’ambizione,
dell’entusiasmo e dell’adesione dei giovani ai valori su cui si fonda. I giovani
hanno affermato chiaramente che vogliono essere intesi e considerati come
interlocutori a pieno titolo, contribuendo a costruire una nuova Europa. E’
arrivato il momento di considerare la gioventù come una forza nella
costruzione europea e non come un problema da gestire
5
. Occorre dare loro i
mezzi per esprimere le proprie idee e di confrontarli a quelle di altri attori
della società civile. La maggior parte della responsabilità per avviare piste
d’azione a favore della gioventù cade sugli Stati e sulle regioni d’Europa,
perché è sul terreno, vale a dire, là dove i giovani possono costatare
concretamente i risultati del loro impegno personale, che si acquisisce la
cittadinanza attiva. Dando una dimensione europea a queste azioni consentirà
di comporre una visione comune e di avere migliore conoscenza delle
questioni legate alla gioventù, di lavorare meglio collaborando e fissando
4
La Rivista, nr .15, 2001: portale europeo dei giovani a cura della Commissione europea,
Direzione generale dell’Istruzione e Cultura: Sono stati studiati delle opinioni dei giovani
di 15 Stati membri su cosa significava per loro l’Unione Europea e cosa ha prodotto fino ad
ora, per esempio l’Europa significa: moneta unica, governo europeo, la libertà di
movimento, l’aumento delle possibilità di lavoro e la possibilità di studiare e/o vivere
all’estero. Poter lavorare, stabilirsi e studiare in un qualsiasi Stato dell’Unione è uno dei
principali significati che i giovani attribuiscono al concetto di Unione europea. Quasi 7
giovani su 10 ritengono che l’occupazione debba essere un campo prioritario dell’Unione
per i prossimi anni e la considerazione vale anche per la lotta contro la criminalità.
5
Uno spazio per i giovani - Le politiche giovanili e l’Europa: opinione presa dalla
Consulta Regionale dei giovani.
14
obiettivi comuni.
L’ultima condizione affrontata nell’analisi è la globalizzazione. I
giovani europei vivono in una società aperta alle influenze culturali ed
economiche esterne, società che è sempre in un continuo movimento, e
quindi, è loro compito adattarsi a certi prodotti emblematici della
globalizzazione
6
. La globalizzazione non è un fenomeno recente, ad esempio
nel 19secolo si fa sentire con l’instaurazione dell’area del libero mercato e nel
20secolo con i regimi dittatoriali, e ora influenza anche l’ambiente,
l’economia, la scienza e la tecnologia, l’educazione e la cultura, la quantità
nonché il movimento delle idee, dell’informazione, delle persone, dei beni e
dei servizi. Questo fenomeno non deve essere visto come una cosa negativa,
bensì positiva, poiché la globalizzazione ha bisogno di cambiamenti da tutti i
punti di vista. Questi cambiamenti e queste nuove idee risultano come
condizioni indispensabili per la libertà e il progresso
7
. Sommando, la
globalizzazione può essere vista come un processo che porta con sé tanti
scambi e tante opportunità, anche se, ha come diretta conseguenza
6
“L’Eurobarometro osserva i giovani europei”, 2003; un sondaggio d’opinione a livello
europeo. La globalizzazione non è un fenomeno recente ma che ha iniziato a presentarsi
durante il 19 secolo con la stabilizzazione dell’area di libero mercato, e poi nel 20 secolo
con la creazione dei regimi dittatoriali. Adesso, la globalizzazione ha un nuovo aspetto e
influenza tanti aspetti della nostra società: come l’ambiente, l’economia, la scienza e la
tecnologia e l’educazione in generale. La globalizzazione è un processo che integra non
solo l’economia ma anche la cultura, la politica e la tecnologia per quanto riguarda
l’irresistibile espansione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il
cambiamento più vistoso riguarda il settore delle nuove tecnologie come il computer e la
telefonia mobile. Tutto questo sviluppo necessita giuste competenze dei cittadini e
soprattutto dei giovani.
7
Jàn Figel’, il 22 novembre 2004: membro della Commissione europea, responsabile
dell’area di Educazione, Scambi, Cultura e Multilinguismo. Responsabile anche dell’area
dello Sport, Gioventù e le Relazioni con la Società Civile. La globalizzazione è uno
scambio continuo che non si può negare e ignorare, è una possibilità di introdurre riforme
che hanno una loro valore. L’UE sta vivendo nell’era della conoscenza e deve fare tanto per
essere competitiva, la sua gente deve essere preparata e istruita. Riformare le tradizionali
sistemi di istruzione e di apprendimento come le Università, le scuole, le organizzazioni e
le associazioni giovanili, è la risposta a questo cambiamento continuo. Intervista pubblicata
e consultabile nel sito internet:
http://europa.eu.int/comm/commission_barroso/figuel/index_en.htm
15
un’abnorme competizione. L’impressione che la globalizzazione trasmette è
qualcosa che gli Stati e le loro strutture nonché le Università e le
organizzazioni non la possono affrontare da sole. Si può dire che ci si pone di
fronte a due scelte, che sono, o decidere se continuare a seguire la corrente
degli eventi oppure di non proseguire. Forse, non è il momento di fermarsi ma
di capire e cercare di trarne i vantaggi che questa può portare. In realtà, la
strategia dell’Unione Europea si può considerare come una risposta a questo
mutamento, in quanto, con la sua integrazione ha cercato di proteggere la
pace e la democrazia lottando contro gli aspetti negativi della globalizzazione.
Questo implica la necessità di una continua riforma e cooperazione ma,
questo comporta anche che gli Stati devono investire maggiormente sugli
individui poiché esiste una stretta relazione tra i livelli di educazione e la
possibilità che un paese si sviluppi. Un‘Europa forte ed unita è il presupposto
per affrontare tutte le difficoltà e per poter difendere i nostri valori, le nostre
tradizioni e i nostri interessi nonché proteggere la democrazia e i diritti umani.
La società dove viviamo si sta sviluppando con passi da gigante e solo se
stiamo uniti possiamo influenzare la svolta degli eventi, difendere le nostre
tradizioni e valori e proteggere la nostra libertà. Per raggiungere il suo
obiettivo, l’Unione Europea ha bisogno di cittadini attivi e competitivi, di
gente istruita e con esperienza ed è per questo che bisogna investire attraverso
una politica a favore della gioventù nell’educazione e nell’apprendimento dei
giovani. Risultato della globalizzazione è la situazione dei giovani che stanno
vivendo in un mondo di massima espansione delle tecnologie,
dell’informazione e della comunicazione, come il computer e la telefonia
mobile, che in un certo senso limitano la comunicazione diretta e necessitano
l’acquisizione di competenze adeguate. Si necessitano così, buone conoscenze
linguistiche, informatiche, migliori sistemi d’istruzione e di formazione
generale e buone capacità di comunicazione per far fronte a questo sviluppo
tecnologico. In questo contesto bisogna tener conto anche di una serie di
difficoltà culturali, geografiche e demografiche che possano incontrare i
16
cittadini di fronte alle nuove situazioni derivanti dalla globalizzazione.
Occorre quindi, creare le condizioni per far sì che i cittadini europei ma
soprattutto i giovani siano cittadini solidali, istruiti e competitivi, responsabili,
attivi e tolleranti in una società pluralistica. Il maggiore coinvolgimento dei
giovani nella vita della collettività locale, nazionale ed europea e l’emergere
di una cittadinanza attiva costituiscono quindi una delle sfide principali non
solo per il presente ma anche per il futuro della nostra società.
17
1.1. L'evoluzione delle politiche giovanili: da una dimensione locale a
una dimensione europea.
Attuare delle azioni a favore delle gioventù in prima linea è la
responsabilità degli Stati e delle regioni d’Europa. Partecipando alla vita della
scuola, del quartiere, del comune o di un associazione i giovani acquisiscono
l’esperienza, ma anche, la fiducia per impegnarsi in futuro nella vita politica
nazionale, europea ed internazionale. Per comprendere un soggetto complesso
come quello delle "politiche giovanili europee - youth european policies" si
ritiene necessario capire chi sono i soggetti e le loro procedure. L'analisi si
muove dal contesto istituzionale nazionale degli Stati europei, a quello
propriamente europeo ed internazionale. Riteniamo, infatti, che l'aggettivo
“europee” affiancato all'espressione “politiche giovanili” possa qualificare,
sia il contesto istituzionale europeo come l’Unione Europea, la Commissione,
il Parlamento europeo, ecc, sia quello degli Stati appartenenti all'Unione, i
quali sono responsabili dell’organizzazione degli interventi a favore delle
generazioni giovanili. E’ corretto parlare di politiche al plurale, in quanto,
l'intervento a favore delle giovani generazioni può intendersi come complesso
di azioni integrate, riguardanti temi diversi e complementari tra loro quali:
l’istruzione, la formazione professionale, l’educazione permanente da
alternare al proprio percorso lavorativo, il tempo libero, l’associazionismo e la
rappresentanza giovanile in campo politico e sociale. “Fare politiche
giovanili" significa dare risposte all'individualità dei bisogni dei giovani
interessati, sviluppando un approccio globale ed integrato, vale a dire,
trasversale e internazionale. Questa concezione delle politiche a favore delle
giovani generazioni poggia sull'evoluzione della nozione “gioventù” e della
loro condizione a partire degli anni 60 - 70. Durante questi anni, in Italia ed in
alcuni altri Paesi europei, i giovani diventarono destinatari di specifici
interventi ed iniziative volte a promuovere e valorizzare il loro apporto nella
società. Caratteristica comune di queste azioni era quella di rivolgersi alla
18
categoria giovani in forma ampia, definita unicamente da un intervallo di età
variabile a seconda dei diversi contesti nazionali e non da un ruolo sociale
come studente, lavoratore, straniero, ecc. La promozione dell’essere giovane
nella società avviene attraverso la presa in considerazione e la consultazione
dei giovani e delle associazioni che li rappresentano. Sulla base di queste
prime esperienze, maturate e sviluppate in ambito locale, sono stati
successivamente sviluppati in diversi paesi europei quadri normativi più
complessi. Con l’adozione nel 1954 della “Convenzione Europea sulla
Cultura”, la quale è all’origine della cooperazione europea nel campo della
cultura, dell’istruzione, della gioventù e dello sport
8
. Il Consiglio d’Europa,
da qui, ha preso coscienza del ruolo della cultura e dell’istruzione per
promuovere la comprensione e la conoscenza tra i suoi membri. Quindi si può
dire che tutte le iniziative promosse dal Consiglio d'Europa nell'ambito della
gioventù fanno riferimento alla “Convenzione Europea sulla Cultura”. A
partire dalla sua istituzione, la Convenzione ha promosso i principi della
“democrazia culturale” e la volontà di incoraggiare la cultura per tutti,
attraverso attività per integrare le politiche universitarie e l’organizzazione
generale dell’insegnamento scolastico e dello sport. I valori come la
democrazia, i diritti dell’uomo e la tolleranza, promossi anche dal Consiglio
d’Europa passano attraverso l’azione educativa e culturale. Così, nel corso
degli anni, il Consiglio d’Europa continua a perseguire l’obiettivo di
sviluppare la comprensione reciproca tra i popoli d’Europa, salvaguardandone
la loro diversità culturale nel rispetto dei valori fondamentali.
La prima manifestazione di questo è avvenuta nel 1972, con la
fondazione dei primi servizi d’informazione per i giovani denominate la
8
La Convenzione europea sulla cultura: adottata il 19 dicembre 1954. La Convenzione è
all’origine della cooperazione europea nel campo della cultura, dell’istruzione, della
gioventù e dello sport. Il Consiglio d’Europa ha preso coscienza sin dalla sua fondazione
del ruolo della cultura e dell’istruzione che promuovono la comprensione e la conoscenza
tra i suoi Stati membri. La Convenzione invita tutti i paesi a favorire lo studio delle lingue,
della storia e della civiltà in altri paesi europei, ma anche della civiltà comune che unisce
tutti questi Stati. Nel 2004 la Convenzione ha compiuto 50 anni.
19
“Fondazione europea” ed il “Centro Europeo della Gioventù”, situati a
Strasburgo
9
. Dopo un aumento delle attività in favore dei giovani nel 1995 è
stato creato a Budapest un secondo “Centro Europeo della Gioventù”, il
primo servizio permanente del Consiglio d’Europa in un paese dell’Europa
centrale e orientale. Attualmente i due Centri Europei della Gioventù
svolgono un programma annuale di circa 40-50 attività in stretta
collaborazione con le organizzazioni giovanili non governative. Queste
organizzazioni promuovono un’ampia scala d’interessi di tipo politico, socio-
educativo e religioso, come i movimenti rurali dei giovani, i sindacati, le
organizzazioni dei giovani lavoratori, le organizzazioni dei bambini e
dell’ambiente. Negli anni ‘70, le attività ed i progetti realizzati presso i
“Centri Europei della Gioventù” e dalla “Fondazione Europea della
Gioventù” sono il risultato di un processo di co-gestione che vede come
protagonisti i rappresentanti delle organizzazioni dei giovani e degli Stati
membri. Questi ultimi sovrintendono le politiche giovanili del Consiglio
d'Europa attraverso il Comitato Direttivo europeo per la gioventù, organo di
cooperazione intergovernativa che riunisce i 47 rappresentanti dei ministeri e
delle strutture responsabili per la gioventù di tutti i paesi che aderiscono alla
“Convezione europea sulla cultura”. Un altro esempio dello sviluppo della
politica a favore della gioventù è avvenuto nel 1996, con la fondazione del
“Forum Europeo della Gioventù” (European Youth Forum)
10
. Questa
9
“Fondazione europea” e il “Centro Europeo della Gioventù” (EYCS – European Youth
Centres), istituiti nel 1972 dal Consiglio d’Europa, con sede a Strasburgo, e con il sopporto
del governo Norvegese. Nel 1995 si crea un secondo “Centro Europeo della Gioventù” a
Budapest. Sono strutture permanenti e centri internazionali di incontro di una vasta gamma
di attività per i giovani a cura del Consiglio d’Europa. I centri ospitano gruppi esterni come
varie organizzazioni non governative e associazioni giovanili di organizzare le loro attività
che corrispondono agli obiettivi posti dal Consiglio e ai campi di attuazione dei “Centri
europei della gioventù”. Per maggiori informazioni si può consultare il sito ufficiale del
Consiglio d’Europa:
http://www.coe.int/T/E/Cultural_Co-
operation/Youth/7._About_us/European_Youth_Centers
10
“European Youth Forum” fondata nel 1996 dai Consigli nazionali dei giovani e dalle
organizzazioni non governative, che rappresenta l’interesse dei giovani di tutta l’Europa
presso le istituzioni internazionali ed europee. È composta da 91 membri; di questi come
20
iniziativa è stata promossa dai Consigli Nazionali dei Giovani e dalle
Organizzazioni non governative giovanili, per rappresentare gli interessi dei
giovani in tutta l’Europa promuovendo la loro partecipazione attiva nel
processo della costruzione dell’Europa. Collabora con le istituzioni
internazionali e maggiormente con l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa e
le Nazioni Unite. Questa è una organizzazione internazionale che comprende
un insieme d’organizzazioni giovanili che si impegnano a perseguire le
finalità e a valorizzare a livello locale e nazionale le politiche sociali che
riguardano apertamente i giovani. Il suo obiettivo è di porre al centro del
dibattito politico e dell’iniziativa sociale i valori dei giovani, come la crescita
personale e l’integrazione delle nuove generazioni che rappresentano nei fatti
le sfide decisive per garantire la qualità sociale e la democrazia dei paesi. Le
organizzazioni che aderiscono al Forum riconoscono dei valori fondamentali
irrinunciabili dell’umanità, come la Libertà, l’Uguaglianza, la Fraternità, la
Giustizia, la Solidarietà, la Pace, la Salvaguardia dell’Ambiente e la
Protezione dei Diritti Umani.
"La politica giovanile è una politica integrata e trasversale destinata ai
giovani, elaborata con i giovani e basata sui bisogni dei giovani. La politica
giovanile è per definizione una politica orizzontale coordinata da diversi
settori del mondo politico e amministrativo grazie ad un'azione integrata che
comprende l'istruzione, la formazione, l'occupazione, la solidarietà, la salute,
l'informazione, l'ambiente, ecc"
11
. Basandosi su questi principi, le
membri a pieno titolo sono i Consigli nazionali dei giovani e le Organizzazioni non
governative giovanili, 2 membri candidati, membri osservatori, un Segretariato Generale e
un Assamblea Generale che si riunisce ogni 2 anni. Per maggiori informazioni:
www.youthforum.org
11
Manifesto del Forum Europeo della Gioventù: La visione dell’Europa unita come un
progetto di pace, integrazione e democrazia, secondo i valori enunciati nella Carta dei
Diritti Fondamentali di Nizza, ritenendo che i giovani cittadini europei abbiano il diritto di
partecipare a pieno titolo e democraticamente alla vita istituzionale e culturale dell’Unione
Europea, cosi come del proprio paese o della realtà locale alla quale appartengono.
Impegnarsi affinché la dimensione europea sia una dimensione d’inclusione, di rispetto e di
valorizzazione delle molteplicità culturali in un contesto di unità e di fratellanza tra popoli.