5
Sempre più frequentemente le testate giornalistiche riportano
notizie eclatanti circa lo stravolgimento che la cultura sta
subendo da parte delle nuove tecnologie informatiche.
Il computer, Internet e la multimedialità in generale si dice stiano
operando una vera e propria rivoluzione del sapere!
Si parla di “era digitale”, di hi-tech già da qualche tempo, ma
soltanto adesso incomincia a sentirsi l’influenza di queste
innovazioni. L’alta tecnologia sta apportando significative
modifiche al “consueto modo di conoscere e far sapere”, e pian
piano potrebbero cambiare situazioni alle quali da tempo siamo
abituati.
Sebbene in netto ritardo rispetto alla sempre “precoce” America e
alle altre nazioni europee, anche l’Italia tenta di adeguarsi, grazie
ad una società finalmente pronta a fare business del proprio
patrimonio tecnologico e culturale
2
. Dopo un’incubazione di
circa venticinque anni, da noi è scoppiata quella che un felice
neologismo definisce “mediamorfosi”, ovvero la trasformazione
2
Cfr. F. Carlini, Lo Stile del Web, Einaudi, Torino 1999.
6
dei mezzi di comunicazione di massa, dei “veicoli della cultura”,
vecchi e nuovi, di carta ed elettronici
3
.
Il libro, quel meraviglioso e inestimabile “scrigno di saperi”,
attraverso la cui lettura <<ci confrontiamo, impariamo, proviamo
ciò che non proveremmo mai, viviamo cose che altri hanno
vissuto, passiamo il tempo>>
4
, adesso non è più l’unico mezzo di
acculturazione, di svago, di piacere intellettuale...
E’ possibile percorrere una gigantesca “autostrada di
informazioni” disponendo semplicemente di un veicolo sempre
meno costoso: il computer. Attraverso il World Wide Web si può
accedere a un’infinita varietà di notizie che un tempo sarebbe
stato impossibile reperire a tale velocità.
Sono sempre più numerose le case in cui c’è un computer e,
sebbene riecheggino le autoaccuse dei vertici politici europei
colpevoli di non aver sostenuto prima l’avanzata di questa
tecnologia digitale
5
, i collegamenti ad Internet vanno sempre più
aumentando. In questi ultimi tempi, lo Stato italiano ha
cominciato ad occuparsi seriamente del problema e attraverso il
3
Cfr. <<la Repubblica>>, 20 marzo 1999.
4
Cfr. P. Innocenti, La pratica del leggere, Editrice Bibliografica, Milano 1989, p. 47.
5
Cfr. <<la Repubblica>>, 12 gennaio 2000.
7
programma di sviluppo delle tecnologie didattiche ha previsto
(già entro la fine del 2001) l’informatizzazione di tutte le scuole
con dotazione di due postazioni con collegamento ad Internet per
i docenti (progetto 1a) e di dieci postazioni per le classi (progetto
1b)
6
. Un’iniziativa in questo senso ha lanciato il noto quotidiano
<<la Repubblica>> che, attraverso un servizio di Call center,
favorisce la distribuzione nelle scuole di apparecchi informatici
usati ma funzionanti, di cui le aziende vogliono disfarsi per
rinnovare le proprie strutture.
7
Nelle edicole e nelle librerie
tradizionali, pullulano manualetti di “informatica facile” e
soprattutto guide all’uso di Internet; corsi a riguardo sono offerti
continuamente in fascicoli allegati a riviste o quotidiani a larga
tiratura, mentre le vendite dimostrano l’interesse sempre
crescente del pubblico
8
.
Davvero significativa e straordinariamente moderna è
l’apparizione sul mercato di un altro “supporto del sapere e
dell’informazione”: l’e-book. E’ stato proprio il libro elettronico
6
Cfr. P. Cattaneo, A.M. Di Falco, C. Virzì, Guida alla professione docente, La Tecnica
della Scuola, Catania 1999.
7
Cfr. <<la Repubblica>>, 21 gennaio 2000.
8
Cfr. <<la Repubblica>>, 14 gennaio 2000; Internet? Facile, allegato al n°37 di <<Donna
Moderna>>, 13 settembre 2000.
8
il vero protagonista della prestigiosa Fiera di Francoforte
inaugurata il 17 ottobre 2000. Durante quest’evento antichissimo
e così importante per il libro, oltre che di editoria elettronica si è
parlato della forma libresca più rivoluzionaria in assoluto di
questi ultimi tempi. La Mondadori, infatti, ha presentato e
lanciato il libro elettronico che, come tutto ciò che è legato alla
scrittura digitale, ha un nome inglese. L’e-book è simile ad
un’agenda o a un minuscolo computer grazie al quale è possibile
scaricare dalla Rete, a pagamento e non, i testi disponibili. Dotato
di buona capacità di memoria, il supporto può racchiudere fino a
centinaia di libri “normali” con grandi possibilità, oltre che di
lettura, di ricerca, di collegamenti (link) ipertestuali e di analisi
9
.
Oggi nell’era digitale, dove si cerca di minimizzare quanto più
possibilmente i tempi, non solo la produzione, la consultazione,
ma anche la commercializzazione dei libri è inedita. Nel primo
anno del duemila, la Microsoft e la libreria Barnes and Nobel
hanno annunciato e poi realizzato un accordo per creare un
grande negozio elettronico nel settore dei libri che utilizza il
software Microsoft Reader, per garantire ai clienti l’accesso ai
9
Cfr. <<la Repubblica>>, 18 ottobre 2000.
9
libri in versione elettronica
10
. Con pochi click sulla tastiera del
nostro computer si entra nell’e-commerce e si ha la possibilità di
acquistare di tutto. I libri, inoltre, non solo si ordinano in Rete,
ma in pochi giorni, chiunque abbia una discreta esperienza, può
costruirsi una biblioteca che appare foglio dopo foglio sullo
schermo del proprio computer. In molte case accanto ai vecchi
libri spesso non numerosissimi, già sfilano in piccoli spazi diversi
cd-rom. Persino il piacere di leggere il giornale, comodamente
sprofondati in poltrona, rischierebbe di diventare un lusso se non
un atteggiamento obsoleto; molti colossal dell’editoria
giornalistica americana ed anche alcuni autorevoli quotidiani
italiani come <<la Repubblica>> già “corrono on-line”.
<<Viviamo in un’epoca di transizione in cui le vecchie strade
sono tutte percorse e le nuove devono ancora aprirsi. Epoca di
scelte e di libertà e insieme di dubbi e di incertezze, davanti a noi
si aprono più strade e occorre scegliere>>
11
.
Secondo Roger Chartier, illustre ed autorevole storico della
cultura scritta, il momento attuale richiama senza ombra di
10
Cfr. <<la Repubblica>>, 29 agosto 2000.
11
Cit. in Cercare la Strada, modelli della cultura, trad. it. di N. Marcialis, Marsilio Editore,
Venezia 1994.
10
dubbio una situazione deja vieux, il passaggio cioè dal rotolo
(volumen) al libro (codex) che coinvolse sia l’oggetto fisico che
l’atteggiamento del lettore. Quest’ultimo poté per la prima volta
sfogliare, leggere e scrivere nello stesso tempo, stabilire e
consultare un indice, includere tavole, tutte cose impedite al
lettore del rotolo. In maniera probabilmente differente, molto
cambierà anche con la cultura elettronica. Il supporto in primo
luogo, la posizione che si adotterà in genere davanti ad uno
schermo, il modo di scrivere, i diversi percorsi che un ipertesto
rende possibili. Si tratta di una fase senza precedenti, e, per certi
versi, davvero strabiliante. Nel passato il codex introdusse un
supporto originale e un diverso modo di leggere, ma non
rappresentava un’innovazione tecnica. L’invenzione della
stampa, al contrario, lo fu, ma non comportava un cambiamento
negli altri due elementi. Certamente si è giunti ad una nuova,
importante tappa evolutiva, ma le perplessità e gli interrogativi
come per ogni rivoluzione sono davvero tanti!
12
12
Cfr. <<la Repubblica>>, 18 ottobre 2000; I. Illich, Nella vigna del testo, trad. it. A. Serra
e D. Barbone, Cortina, Milano 1994; E. Eisenstein, La rivoluzione inavvertita. La stampa
come fattore di mutamento, trad. it di D. Panzeri, Il Mulino, Bologna 1986.
11
2. Dalla biblioteca tradizionale ad Internet.
Più che ad una rivoluzione del sapere, stiamo assistendo oggi alla
dilatazione estrema di alcuni caratteri già operanti della società
del bit; l’avvento di Internet e la sua progressiva diffusione fanno
pensare piuttosto ad un <<terremoto culturale ed esistenziale>>
prolungato, di cui realmente non si conoscono gli effetti nel
tempo
13
. Il numero di utenti di Internet cresce in maniera
esponenziale e non si può negare che stia coinvolgendo non più
soltanto gli specialisti della conoscenza.
Sono davvero una piccolissima parte i giovani che non
conoscono, almeno teoricamente, il <<www>>; l’adattamento
alle novità, specialmente quelle che facilitano l’esistenza, è tanto
più veloce quanto meno implica sforzo fisico e mentale.
Quanti sono i ragazzi che attualmente acquisterebbero una rivista
scientifica per saperne di più sul proprio acquario? La maggior
parte di essi si affiderebbe ai consigli di un negoziante, ma taluni
altri, potendo, accenderebbero il proprio PC e, grazie all’ausilio
13
Cfr. F. Carlini, Lo stile del Web cit., p. 6.
12
di un motore di ricerca, si troverebbero presto a leggere
tantissimo sull’argomento!
La gigantesca autostrada di informazioni ci offre la possibilità di
“conoscere” restando comodamente seduti davanti ad un monitor
e “magicamente” è in grado di mostrare quel che vogliamo
sapere.
<<La sete di conoscere il mondo è antica e nasce dal bisogno di
uscire dalla solitudine. Per l’uomo è una necessità, dalla quale
nasce la ricerca dei mezzi di informazione. Mentre prima era
necessario viaggiare per ricevere informazioni, oggi essa ci viene
dietro, e basta premere un pulsante per assistere a guerre, o a
operazioni chirurgiche di eccezionale importanza. Oggi possiamo
e vogliamo sapere tutto immediatamente. Il tempo non esiste più,
è un tempo concentrato>>
14
.
Chi legge o consulta un sito web, lo fa come chi si accosta ad un
chiosco di paese, di quelli che ancora espongono le locandine con
su scritto a caratteri cubitali "Vecchietta perde e ritrova
portafoglio alla Upim di Grosseto". Anche sul Web è lo strillo, il
14
Cit. in E. Wiesel, premio Nobel per la pace 1986, in un suo intervento al convegno di
Bologna del 29-30 marzo 2000, Informazione, conoscenza e verità, in
<http://www.mediamente.rai.it>.
13
titolo quello che conta, che trattiene e invoglia il lettore. Per
questo Jacob Nielsen, guru della web usability, consiglia l'ordine
della “piramide invertita” nella costruzione di siti e pagine web,
ovvero cominciare dalla conclusione per scendere via via verso
maggiori dettagli. Ogni pagina è costruita prendendo spunto dai
quotidiani: titolo, occhiello, didascalie, articolo, box di
approfondimento, uso variato dei caratteri tipografici, sezioni,
riassunti. A pensarci bene, il modo di leggere un sito web,
prescindendo dalla differenza del supporto, dai link possibili, non
è molto diverso da quella prima e veloce lettura del giornale
appena acquistato: una scorsa generale ai titoli e una lettura
attenta solo agli articoli che interessano veramente. E come per i
titoli dei giornali, anche quelli del Web contengono un'intera
storia
15
.
La pagina web è come una mappa o un paesaggio visto dall'alto.
Il lettore la guarda, fa su e giù con gli occhi cercando quello che
gli serve.
15
<http://www.mestierediscrivere.com/>.
14
La differenza è nel fatto che il giornale è sempre fisicamente e
immediatamente a disposizione per la lettura veloce o
approfondita e, al contrario degli ipertesti on-line, che in ogni
caso necessitano di un collegamento alla Rete, evita al lettore il
pericolo della dispersione. I link attraggono molto i navigatori del
Web, ma se per un verso offrono la possibilità di ricordare eventi
o reperire informazioni utili immediatamente, d’altro canto
rischiano di creare confusione e quindi la perdita della
concentrazione necessaria alla comprensione di un testo.
Il giornale “fatto in casa”, come Umberto Eco ha
metaforicamente definito i quotidiani interattivi, potrebbe dire
solo quello a cui l’utente è interessato e gli sottrarrebbe la
possibilità di cogliere, sfogliando il resto delle pagine, la notizia
inattesa, non desiderata
16
.
Allo stato attuale, Internet non ha lettori nel senso tradizionale
del termine: l’80% degli esploratori della Rete non legge riga per
riga, piuttosto “scorre” la pagina, cercando rapidamente, come su
una mappa visiva, quello che più gli interessa. Lo fa
16
Cfr. E. Wiesel, premio Nobel per la pace 1986, in un suo intervento al convegno di
Bologna del 29-30 marzo 2000, Informazione, conoscenza e verità, in
<http://www.mediamente.rai.it>.
15
velocemente, sia perché navigare costa, sia perché Internet è un
mondo sterminato e la voglia di andare a trovare altrove quello
che stiamo cercando è sempre in agguato. Solo chi cattura nei
primi trenta secondi l'attenzione del lettore, lo fa fermare sulla
pagina. Per questo motivo spesso le pagine web sono disseminate
di segnali che dicono immediatamente di cosa si parla e rendono
subito chiaro il contenuto del testo. Può sembrare uno svantaggio
e una corsa contro il tempo, ma chi scrive per il Web ha dalla sua
parte due grandi alleati: il design e l'ipertesto
17
.
Da tutto ciò si evince che attualmente il ruolo dell’informazione e
della formazione di massa che è sempre stato affidato ai prodotti
a stampa “da leggere”, convive, quando non ne è soppiantato, con
i mezzi audiovisivi, da ascoltare e da vedere.
Il pubblico si sta abituando a fare zapping non soltanto con i
programmi televisivi, a leggere messaggi in movimento e, in
molti casi, scrive e legge messaggi prodotti con procedimenti
elettronici. I computer, il televideo, il fax, i telefonini, strumenti
certamente più costosi dei testi tradizionali, implicano una sorta
17
<http://www.mestierediscrivere.com/>.
16
di mutamento nel normale processo di lettura; ciò nonostante non
significa che le due cose non possano convivere
18
.
Esistono oggi delle reali trasformazioni nei modi di apprendere e
fare cultura, di leggere e scrivere, perché non si può rimanere
passivi e scettici di fronte a novità tecnologiche di tale portata; è
impossibile non esserne influenzati, ma è anche vero che le linee
di continuità col passato sono ancore ben marcate.
Non tutto è inventato dal nulla, perché ogni linguaggio e apparato
tecnico trascinano inesorabilmente con sé qualcosa di precedente,
senza mai annientarla completamente. In questa nuova era c’è
maggior ricchezza; non più soltanto libri e giornali, ma anche la
radio, la televisione e soprattutto “la grande Rete” che li ingloba
e amplia tutti!
19
Resta comunque un fatto: la multimedialità e l’ipertesto
costituiscono non saperi nuovi, ma forme nuove di
organizzazione del sapere. Esse, quindi, non ci danno contenuti
sconosciuti, ma modi inediti di organizzare quelli già esistenti ed
18
Cfr. Storia della lettura nel mondo occidentale, a cura di G. Cavallo e R. Chartier,
Laterza, Roma-Bari 1996; <<la Repubblica>>, 23 ottobre 2000.
19
Cfr. F. Carlini, Lo stile del Web cit., p. 26.
17
eventualmente, di farne scaturire altri dal confronto fra quelli
vecchi
20
.
La scrittura e la lettura su video sono l’aspetto più stupefacente
del nostro secolo, ne sono quasi l’emblema, dal momento che
domina l’effige luminosa. Tutto è fondato sull’ immagine, perché
è la prima cosa che colpisce l’attenzione, ciò che è più semplice
da memorizzare, ma è decisamente sbagliato considerare il nuovo
come qualcosa di demoniaco e minaccioso per le vecchie
abitudini: si tratterà di riadattare, ridefinire la nostra maniera di
accostarci al sapere, integrare e valorizzare al meglio gli
strumenti hi-teach offertici, e chissà... Potremmo augurarci che
almeno questi siano in grado di scuotere i più pigri e avvicinarli
di nuovo alla <<benefica lettura>>
21
. Se è vero, infatti, che i
quotidiani sono attualmente meno letti di un tempo, grazie ad
Internet li si frequenta di più
22
.
Molto di quanto oggi ci sconvolge in realtà già esisteva; la
differenza è nei mezzi, nella velocità della fruizione, spesso nelle
sensazioni. Una gran parte è trasposizione di ciò che avveniva
20
Cfr. A.Tempi, Multimedialità e Didattica, in <http://www.edscuola.com/>.
21
Cfr. F. Carlini, Lo stile del Web cit., p. 28.
22
Cfr. G. Giovannini, La multimedialità nel futuro dell’editoria classica, in
<http://educational.rai.it/>.
18
anche prima; la posta elettronica è come la posta, sia pure
nettamente più veloce; le librerie virtuali sono come quelle
fisiche; le notizie sono sempre tali, sia su carta che su monitor
23
.
Inoltre i famigerati ipertesti che, con i loro percorsi aperti ed
articolati, permettono ricerche multilineari e resonanziali, a ben
vedere sono né più né meno che tanti libri sullo stesso argomento
aperti sulla scrivania; la differenza è ovviamente nella velocità di
acquisizione e nella comparazione dei dati
24
.
Le somiglianze tra vecchio e nuovo, testi e ipertesti, non si
esauriscono qui dal momento che questi ultimi posseggono una
logica ben antica. Gli elementi caratterizzanti della logica
ipertestuale, infatti, i link, sfondano finestre già ampiamente
spalancate dalla letteratura. Non c’è opera narrativa che non
contenga “legami” e soltanto un lettore ingenuo o stupido, come
dice M. Blomsky
25
, legge in modo unidirezionale. E’ davvero
difficile leggere romanzi che non contengano nodi e collegamenti
attivati dalla lettura e, tenuto conto che questa ipertestualità,
come tutte peraltro, è determinata non solo dalla volontà
23
Cfr. G. Nunberg, The future of book, University of California Press, Berkeley 1996.
24
Cfr. A.Tempi, Multimedialità e Didattica, in <http://www.edscuola.com/>.
25
Cfr. M. Blomsky, Questa è la mia ricerca nella letteratura in rete. Quanta banalità. E
che noia!, in “Telèma”, 9, 1997.