7
La caratteristica principale della sollevazione, il cui epicentro si
ebbe a Nablus (mentre Gerusalemme svolse un ruolo secondario), fu
l’adesione e la partecipazione di tutta la società palestinese: i beduini, gli
8ay6, i notabili, i fall0h7n delle montagne e le autorità religiose di
Gerusalemme si unirono nella lotta, sebbene il ruolo principale fu svolto
dai contadini.
La repressione della rivolta da parte di ?Ibr0h7m Pasha fu dura, ma
non gli garantì il mantenimento del potere sulla regione. Nel 1840 gli
Ottomani, grazie anche all’aiuto europeo, riconquistarono l’area e si
prepararono ad istituire un nuovo sistema di controllo, più centralizzato
rispetto a quello esistente prima della conquista di Mu5ammad >Al7.
Il ritorno degli Ottomani in Palestina avvenne
contemporaneamente a profondi mutamenti all’interno della società
palestinese dovuti soprattutto a tre fattori: innanzitutto, il mercato
mondiale, dominato dagli europei, provocò la fine dell’agricoltura di
sussistenza e l’avvio di un’agricoltura improntata essenzialmente alla
produzione per i mercati esteri; in secondo luogo, con il rinnovato
controllo politico la Porta
7
impose nuove riforme
8
; infine, l’apparizione
del sionismo produsse la formazione dei primi insediamenti ebraici in
Palestina.
Le riforme ottomane provocarono un importante cambiamento
all’interno della società palestinese. La forzata sedentarizzazione dei
beduini, avviata nel 1870, unita alla nuova legge agraria del 1858
9
, per
7
Non più disposti ad esercitare un controllo indiretto sulla regione.
8
Le maggiori riforme introdotte dagli Ottomani riguardarono le tasse, la ridefinizione dei criteri di
proprietà della terra, il governo delle città e l’amministrazione generale. B. Kimmerling, J. S. Migdal ,
Op. cit., 1994, pp. 15-16.
9
La legge agraria introdotta dagli Ottomani comprendeva una riforma fondiaria e la richiesta del
Tapu, un titolo di proprietà della terra assegnato in cambio del pagamento di una tassa di registrazione
e di una decima. Il Tapu fu un importante cambiamento, poiché in precedenza la proprietà della terra
era determinata dal suo sfruttamento, mentre l’introduzione di questo titolo di proprietà rese possibile
8
gli A>y0n, i notabili delle città, si tradusse nella possibilità di acquistare
vasti terreni dove praticare un’agricoltura intensiva, adatta
all’esportazione
10
. Il passaggio da un’agricoltura di sussistenza ad
un’agricoltura intensiva avrebbe minato la struttura della società
tradizionale palestinese.
Per la comunità ebraica della Palestina, il dominio ottomano diede
inizio ad un’epoca di maggior sicurezza, tanto che la popolazione
ebraica, tra il 1840 e il 1882
11
, raddoppiò soprattutto per l’immigrazione
dai paesi dell’Est
12
. Questo fenomeno in particolare, è da attribuire agli
sviluppi del sionismo, quale movimento politico sorto in risposta al
fallimento dell’emancipazione ebraica in Occidente
13
e al sentimento
antisemita che si andava sempre più diffondendo in Europa. I maggiori
teorici del movimento furono Moses Hess (1821-1875), Leo Pinsker
(1821-1891) e Theodor Herzl (1860-1904)
14
.
Il sionismo sorse principalmente come approccio politico al
problema ebraico. Suo scopo primario era ottenere, attraverso azioni
diplomatiche, un territorio dove gli ebrei potessero vivere al sicuro
15
. In
un primo tempo non richiese una regione in particolare, ma nel 1897,
anno in cui si svolse il primo congresso sionista a Basilea e vennero
poste le basi per la costituzione dell’Organizzazione Sionista
Internazionale, scelse la Palestina come territorio in cui insediare un
futuro stato ebraico. La scelta fu motivata “…In view of the Jewish
anche la registrazione di terre non occupate. B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit.,1994, p. 16, vedi
anche nota n° 25 p. 330.
10
Ivi., pp.5-6,7,11,14,16.
11
Periodo in cui si verifica la prima aliya, ossia la prima delle ondate migratorie ebraiche.
12
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, p.21.
13
Il 1895 fu l’anno dell’ Affare Dreyfus in Francia, che portò alla luce il forte sentimento antisemita
che stava dilagando all’interno di tutta l'Europa.
14
Fu proprio quest’ultimo la figura principale che elaborò la struttura ideologica del nascente
movimento sionista. F. Massoulié, I conflitti del Medio Oriente, Giunti Casterman, Firenze, 1° ed. it.
1993, 2° ed. it. 1994, p.51, B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, p.293.
15
F. Massoulié, Op. cit., 1993, 1994, p.53.
9
people’s special religious, historical and cultural bonds with Eretz
Israel, reaffirming its enduring commitment to return only to Eretz
Israel.”
16
. Si deduce da queste poche righe che, il sionismo attingeva
largamente anche al patrimonio religioso-culturale del popolo ebraico
rielaborato, a seconda delle correnti, in chiave politica e territoriale
17
.
Il progetto sionista, malgrado ostilità delle comunità ebraiche più
tradizionaliste
18
, riscosse molti consensi in Europa ed USA, e anche
grazie alla diffusione dei suoi ideali, tra il 1904 e il 1914
19
,
l’immigrazione ebraica in Palestina aumentò considerevolmente. Gli
immigrati ebrei che giunsero in Palestina durante questo periodo (per lo
più ebrei russi che fuggivano dalle persecuzioni), furono circa 85.000
(questa ondata andò a formare il 10% della popolazione totale della
Palestina) e costituirono quella che in futuro sarebbe stata la classe
politica dirigente dello Stato di Israele
20
.
L’effetto di questa forte immigrazione di ebrei sionisti si fece
sentire all’interno delle comunità ebraiche, attraverso un aspro confronto
tra sionisti secolaristi da una parte e tradizionalisti religiosi dall’altra; per
questi ultimi il progetto sionista era un tentativo umano di anticipare
l’opera di Dio, un progetto politico laico che pretendeva di sostituirsi
all’azione divina
21
. Già allora tuttavia, cominciò a farsi sentire una terza
16
Tratto dal sito dell’ambasciata israeliana a Washington all’indirizzo:
http://www.israelemb.org/zionism/noframes/modern.html ancora attivo al 2 agosto 1999.
17
F. Massoulié, Op. cit., 1993, 1994, p.53.
18
Per le quali il sionismo era solamente un sacrilegio, poiché cercava di anticipare per opera
dell’uomo un progetto divino ponendo un forte accento sul carattere nazionalista del ritorno a Eretz
Israel, piuttosto che sul suo forte significato religioso. F. Massoulié, Op. cit., 1994, pp.51-52.
19
Periodo che viene definito della seconda aliya.
20
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, pp.25-26,293. Tratto dal sito dell’ambasciata
israeliana a Washington all’indirizzo http://www.israelemb.org/zionism/noframes/modern.html ,
ancora attivo al 2 agosto 1999.
21
R. S.Appleby, (edited by), Spokesmen for the despised. Fundamentalist leaders of the Middle East,
The University of Chicago Press, Chicago & London, 1° ed. ingl. 1997, pp. 297-298, E. Pace, R.
Guolo, I fondamentalismi, Editori Laterza, Roma- Bari, 1° ed. 1998, pp. 55-60, F. Massoulié, Op. cit.,
1993, 1994, pp. 51-52.
10
via, che unendo in sé le prime due, attuava un compromesso, o meglio,
una riformulazione del sionismo politico in chiave religiosa. Il principale
fautore di questa terza corrente fu il rabbino Ibrahim Kook, il quale
sosteneva che, nonostante il sionismo fosse una forma di nazionalismo
laico, era comunque la mano di Dio a guidare i pionieri sionisti nelle loro
azioni, poiché ogni azione umana era espressione della volontà divina
22
.
Il sionismo religioso sarà la forza trainante dei futuri movimenti
fondamentalisti ebraici
23
.
La seconda aliya ebbe conseguenze anche sui rapporti tra ebrei e
arabi palestinesi. I nuovi coloni sionisti acquistarono le terre dagli
A>y0n
24
, riducendo gli appezzamenti coltivabili dai fall0h7n palestinesi
25
e privandoli della possibilità di lavorare come braccianti per loro,
preferendo (i coloni) l’impiego di manodopera ebrea
26
.
In seguito a queste trasformazioni, nella società arabo-palestinese
si verificò una divisione interna: da una parte gli A>y0n che, grazie ai
nuovi guadagni tratti dalla vendita di terre ai sionisti, poterono
migliorare stile di vita con una tendenza all’occidentalizzazione dei
costumi, dall’altra i fall0h7n, le cui condizioni di vita andarono invece
sempre peggiorando poiché, pur mantenendo una funzione economica
rilevante come manodopera nell’agricoltura, il loro ruolo sociale diventò
sempre più marginale.
L’acquisto di terre dagli arabi e i metodi di coltivazione più
moderni messi in atto dai coloni sionisti (uniti al fatto che spesso, come
si è osservato, alla manodopera araba venivano preferiti i lavoratori
22
R. S. Appleby, (edited by), Op. cit. 1997, pp. 299, 324.
23
Ivi., pp. 294-362.
24
Gli A>y0n erano entrati in possesso di molti terreni grazie alla Legge Agraria ottomana del 1858.
25
Il Fondo Nazionale Ebraico tra il 1908 e il 1913 acquistò più di 10.000 acri di terra coltivabile e si
accingeva ad acquistarne altri 35.000 allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
26
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, p.25.
11
ebrei), generarono un’economia specificamente ebraica, nettamente
separata da quella araba, che era ancora per lo più finalizzata ad
un’agricoltura d’esportazione o di sussistenza, che impiegava tecniche di
coltivazione tradizionali
27
.
La Prima Guerra Mondiale (1914-1918), che ebbe ulteriori gravi
ripercussioni economiche e sociali sulla Palestina
28
, segnò un altro
passaggio decisivo: prima della conclusione del conflitto mondiale, i
sionisti ottennero la loro maggiore vittoria diplomatica con la
Dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917
29
. La parte più importante
del documento riguardava la possibilità di un insediamento ebraico in
Palestina, più precisamente recitava: ” His majesty’s Government views
with favour the establishment in Palestine of a national home for the
jewish people and will use the best endeavor to facilitate the
achievement of this object, it being clearly understood that nothing shall
be done which may prejudice the civil and religious rights of existing
non-jewish communities in Palestine, or rights and political status
enjoyed by Jews in any other country.”
30
.
La fine del conflitto e l’inizio del mandato britannico in Palestina
nel 1918 determinò una ripresa economica del paese, che si tradusse
nell’aumento del volume degli scambi in seguito al ripristino dei legami
tra la Palestina e il mercato occidentale e nel potenziamento delle
infrastrutture, con trasporti migliori e più veloci, sia all’interno del paese
che verso l’esterno.
27
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, p.25.
28
Gli Ottomani per poter proseguire il conflitto arruolarono la maggior parte degli uomini
nell’esercito e requisirono le risorse alimentari. Inoltre, la rottura dei rapporti commerciali con
l’Europa produsse il crollo dell’economia palestinese. Ivi., pp.24-28.
29
Una lettera che Lord Balfour, il Segretario degli Esteri britannico, indirizzò a Lord Lionel
Rothschild, un sostenitore del movimento sionista.
30
Tratto dal sito dell’ambasciata israeliana a Washington all’indirizzo:
http://www.israelemb.org/zionism/noframes/addition.html , ancora attivo il 2 agosto 1999.
12
L’agricoltura riguadagnò così un ruolo prioritario nell’economia
palestinese
31
, senza, tuttavia, vantaggio per i fall0h7n, le cui condizioni
peggioravano a causa del forte incremento demografico
32
e l’acquisto
delle terre da parte dei sionisti, che volgevano la loro attenzione anche ai
lotti in montagna.
Il governo mandatario britannico, si rese conto del degrado della
vita rurale, ma non vi apportò alcun miglioramento. Le autorità
britanniche, pur operando in un periodo di forte crescita economica per
la Palestina, mantennero un atteggiamento conservatore verso la classe
dirigente palestinese, riconoscendole un ruolo guida nella società, per
contrastare i mutamenti sociali in atto e ottenere il consenso e la
collaborazione delle più importanti famiglie di notabili.
Nell’amministrazione dei villaggi, gli inglesi cercarono di applicare una
politica che interferisse il meno possibile con la vita delle comunità
rurali, agendo in tre direzioni: conservando l’ordinamento giuridico
ottomano dove possibile, rispettando le tradizioni locali e trattando
direttamente con le autorità del luogo. Contemporaneamente però, gli
inglesi aumentarono la pressione fiscale, colpendo duramente le classi
meno abbienti e mettendo in atto solamente sforzi isolati per migliorare
la condizione dei contadini
33
.
La politica messa in atto dal governo mandatario non produsse un
piano di sviluppo organico, al contrario si rivelò un approccio alquanto
contraddittorio che, anziché migliorare la situazione, esasperò gli animi e
acuì le difficoltà per i contadini palestinesi.
Il continuo incremento dell’immigrazione ebraica in Palestina,
31
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, p.28.
32
Da 1922 al 1936 la popolazione araba in Palestina conobbe un tasso d’incremento demografico pari
al 2-3-%. Ivi., p.29.
33
Gli inglesi, infatti, cercarono di incentivare la creazione di cooperative, concessero piccoli crediti e
13
l’aumento dell’influenza ebraica sull’economia palestinese e la crescente
cooperazione tra il governo mandatario e i sionisti misero in allarme la
popolazione araba e gli A>y0n. La situazione si fece più preoccupante
quando, il 4 gennaio 1919, ebbe luogo un incontro tra Fay9al, figlio dello
8ar7f al-Husayn7 e Chaim Weizmann, figura di spicco del movimento
sionista, durante il quale Fay9al
34
firmò un documento che non poneva
alcun veto ad un’immigrazione ebraica illimitata in Palestina. Gli A>y0n,
venuti a conoscenza dell’accordo, si opposero fermamente a che esso si
concretizzasse.
Nel 1922 la Società delle Nazioni confermò il mandato britannico
sulla Palestina che entrò ufficialmente in vigore nel 1923. Il preambolo
al mandato, costituito dalla Dichiarazione Balfour, auspicava inoltre la
creazione di un’Agenzia Ebraica che avrebbe avuto il compito di
collaborare con il governo mandatario. Di fronte a questa aperta
dichiarazione di sostegno del Governo britannico e della Società delle
Nazioni al sionismo e al suo progetto, i notabili di Gerusalemme
iniziarono a porre le basi per lo sviluppo di un movimento nazionale
arabo in Palestina
35
.
All’inasprirsi dei contrasti scoppiarono sommosse in tutta la
Palestina a cui gli inglesi reagirono soffocando le rivolte e arrestando
alcuni notabili. Ciò consolidò il controllo britannico sulla Palestina.
Il fallimento del progetto di “Grande Siria”
36
con la caduta di
prestiti per acquistare sementi. B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, pp. 30-32.
34
Propenso a soddisfare le richieste sioniste nella speranza di ottenere un proprio regno.
35
Il nuovo movimento era caratterizzato da sentimenti antisionisti e antibritannici. B. Kimmerling, J.
S. Migdal , Op. cit., 1994, pp. 30-31, 79-80.
36
L’espressione Grande Siria, si riferisce all’aspirazione nazionalista di Fay9al, il quale ambiva alla
creazione di un regno che avrebbe compreso Siria, Libano, Transgiordania e Palestina. I palestinesi
appoggiarono questo progetto perché convinti che la sua realizzazione avrebbe risolto anche il
problema palestinese. Ivi., p. 81.
14
Fay9al
37
, a cui seguirono la Conferenza di Sanremo
38
(19-26 aprile 1920)
e i nuovi confini tracciati in Medio Oriente non segnarono però la fine
dell’attività politica degli A>y0n in Palestina che, infatti, formularono un
nuovo progetto il cui scopo era la difesa della Palestina dal sionismo.
I nuovi propositi politici palestinesi vennero formulati
ufficialmente durante il Terzo Congresso Arabo tenuto ad Haifa nel
dicembre del 1920
39
. Il documento politico redatto durante questo
congresso comprendeva sei punti: un primo riconoscimento pubblico
della Palestina mandataria come entità politica distinta per la
popolazione residente sul suo territorio; il rifiuto totale di riconoscere
agli ebrei qualsiasi diritto politico o morale sulla Palestina;
l’affermazione di unità della popolazione palestinese al di sopra di ogni
altro vincolo di appartenenza; l’appello rivolto all’amministrazione
mandataria affinché fosse impedito qualsiasi trasferimento di terre
appartenenti agli arabi o allo Stato verso gli ebrei; il blocco
dell’immigrazione ebraica in Palestina e, infine, il riconoscimento del
Comitato Esecutivo Arabo come legittimo rappresentante della
popolazione araba di fronte al governo mandatario
40
.
Mentre l’élite palestinese agiva in questo senso, il movimento
sionista aveva ormai consolidato le sue basi e procedeva su tre livelli: in
Eretz Israel, attraverso i nuovi coloni sionisti immigrati, a Londra, dove
Chaim Weizmann era latore del messaggio sionista all’interno del
37
La caduta di Fay9al avvenne per mano dei francesi nel luglio del 1920. B. Kimmerling, J. S. Migdal
, Op. cit., 1994, pp. 81-83.
38
La Conferenza di Sanremo, della quale fu presidente F.S. Nitti, allora capo del governo italiano, fu
convocata soprattutto per appianare le questioni riguardanti l’ex impero Ottomano, tra queste figurava
la distribuzione dei territori rivendicati da Francia e Gran Bretagna, che ebbero come risultato
l’assegnazione del mandato francese su Siria, Cicilia e Libano e del mandato britannico su Palestina e
Mesopotamia. Enciclopedia italiana, vol. XXX, Istituto dell’enciclopedia italiana fondata da G.
Treccani, Roma, 1949, ad vocem: La Conferenza di Sanremo, pp. 751-752.
39
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, pp. 83-85
40
Porath, The emergence of the Palestinian-Arab National Movement, pp.117-118, 175-181. cit. in
Ivi., p.85.
15
mondo diplomatico europeo e negli Stati Uniti d’America, dove Louis D.
Brandeis dirigeva il movimento sionista statunitense
41
. Per far fronte
all’ostilità araba sempre più palese, nel 1921 i sionisti diedero vita
all’Haganah, un gruppo di autodifesa creato per garantire la sicurezza
degli insediamenti e dei coloni ebrei in Palestina
42
.
Dopo i disordini del 1929
43
, la Palestina conobbe una fase di
mobilitazione a cui si unì l’emergere di una nuova generazione di
militanti, non legati alla classe politica di Gerusalemme
44
. Ciò ridusse
l’oligopolio degli A>y0n, con due conseguenze: intaccò il carattere
elitario della vita politica, ma rese più difficile raggiungere un consenso
politico all’interno della società palestinese
45
.
La progressiva perdita di potere che gli A>y0n conobbero era
dovuta principalmente al fatto che la loro leadership era troppo
tradizionalista, legata agli schemi di potere clanici
46
e, quindi, incapace
di elaborare una visione in linea con gli sviluppi sociali, politici ed
economici in atto nella società palestinese. I mutamenti economici e
sociali verificatisi in Palestina, prima durante il dominio di
41
Tratto dal sito dell’ambasciata israeliana a Washington all’indirizzo:
http://www. israelemb.org/zionism/noframes/between.html, ancora attivo al 2 agosto 1999.
42
L. Bonanate, Terrorismo internazionale, Giunti Casterman, Firenze, 1° ed. it. 1994, p. 54.
43
Il periodo dal 1921 al 1929 fu un periodo di relativa calma per la storia palestinese. B. Kimmerling,
J. S. Migdal , Op. cit., 1994, pp. 296-297.
44
Una delle figure più note di questo periodo fu lo 8ai6 > Izz al-D7 n al-Qass0m. Y0s7 n > Abd al-Q0dir,
Al-?Isl0m as-siy0siyy f7 Falas:7n (L’?Isl0m politico in Palestina), in: “An-Nah0r” (Il Giorno),
n°18430, 14 gennaio 1993, p.11.
45
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, pp. 90, 93.
46
L’intervento britannico fu importante per la formazione di una nuova leadership palestinese, poiché
normalizzò i rapporti interni alla classe politica palestinese tradizionale, attraverso l’assegnazione, nel
1921, della carica di Muftì di Gerusalemme ad Al-Ha44 ?Am7 n, che l’anno seguente divenne anche il
presidente del Consiglio Supremo Musulmano. Ciò secondo Herbert Samuel, Alto Commissario
britannico, avrebbe dovuto rafforzare il ruolo guida della comunità musulmana all’interno della
società palestinese e facilitare il compito dell’autorità mandataria, ma “…Le basi stesse del suo [di
Al-Ha44 ?Am7 n] potere –clientelismo, richiamo ai sentimenti religiosi, familismo e buoni rapporti con
l’amministrazione britannica- gli impedivano di guidare un movimento nazionale ad ampio raggio,
giacché egli ne rappresentava, in definitiva, solo una componente.”
La leadership di Al-Ha44 ?Am7 n
garantì comunque al territorio palestinese un periodo di relativa tranquillità fino al 1936, anno d’inizio
di quella che è stata definita la Rivolta Araba. B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, pp.86-87,
89, 94, > Abd al-Q0dir Y0s7 n, Art.cit., in: “An-Nah0r” (Il Giorno), n°18430, 14 gennaio 1993, p.11.
16
?Br0h7mPasha, poi degli Ottomani e degli Inglesi, richiedevano una
classe politica basata su un consenso largamente diffuso, in contatto con
gli strati più numerosi e più poveri della popolazione e capace di cogliere
i problemi e gli assetti delle varie realtà sociali della Palestina. Gli A>y0n
di Gerusalemme non furono in grado di assolvere questo compito.
La revoca nel 1931
47
, del “Libro Bianco”, emesso solo l’anno
precedente, per limitare gli acquisti di terre da parte degli ebrei e per
porre un freno all’immigrazione, indusse i giovani palestinesi ad
esercitare una forte pressione sul Comitato Esecutivo Arabo affinché
assumesse un atteggiamento più antibritannico. A metà degli anni trenta,
mentre il potere degli A>y0n andava sempre più indebolendosi, in
Palestina si stavano creando le basi per un movimento popolare
48
che
includeva al suo interno diverse correnti politiche, che sarebbero emerse
con lo scoppio della Rivolta Araba nel 1936
49
, la prima rivolta nazionale
che coinvolse tutti gli strati della società palestinese dopo quella del
1834
50
.
Il movimento popolare creatosi in Palestina alla metà degli anni
trenta riaffermava e ridefiniva in modo sempre più evidente la propria
identità attraverso l’Isl0m
51
ed era animato da un forte sentimento
antibritannico.
I nuovi militanti, al contrario degli A>y0n non avevano alcun
47
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, p.95.
48
L’attivismo politico palestinese in questi anni si espresse attraverso l’antimperialismo, poiché anche
la presenza britannica era ormai vista come un ostacolo alle aspirazioni nazionaliste palestinesi, e
l’antisionismo. Ivi., p. 104.
49
La Rivolta Araba il 15 aprile del 1936 ebbe inizio con l’assassinio di due ebrei, a cui seguì
un’immediata rappresaglia da parte ebrea. Questo episodio diede inizio ad una escalation di omicidi
da entrambe le parti, che culminò in una vera e propria rivolta.
50
Oltre che contro i sionisti ebrei questa rivolta fu diretta anche verso le autorità inglesi che non
mostravano alcuna intenzione di trattenere le ambizioni sioniste in Palestina. B. Kimmerling, J. S.
Migdal , Op. cit., 1994, p.101.
51
Proprio a causa di ciò, estrometteva dalle sue fila, oltre a sionisti ed inglesi, anche ebrei e cristiani,
che costituivano le altre minoranze religiose autoctone.
17
legame con il potere mandatario, ed acquisivano sempre più consensi tra
la popolazione a scapito della classe politica tradizionale. Gli A>y0n nel
tentativo di fronteggiare la perdita di popolarità si uniformarono al
sentimento antibritannico professato dal nuovo movimento,
abbandonando la precedente politica di “collaborazione passiva” verso il
governo mandatario, per esercitare un’opposizione politica più attiva
52
.
Per far fronte agli attacchi da parte della popolazione araba oltre al
Haganah
53
, i sionisti istituirono altri gruppi, tra questi l’Irgun Z’vai
Leumi, Etzel (organizzazione militare nazionale)
54
. Fondato nel 1937 da
Vladimir Jabotinski,
55
l’Irgun costituiva il braccio militare della New
Zionist Organization
56
, istituita nel 1935 dallo stesso Jabotinsky, dopo
aver rassegnato le sue dimissioni dall’Organizzazione Sionista
57
. L’Etzel,
condannato anche dall’ala democratica sionista a causa del suo
radicalismo
58
, iniziò le sue azioni nel 1937 senza il suo fondatore
59
, a cui
gli inglesi avevano proibito il rientro in Palestina già dal 1930.
Nel settembre del 1937 Lewis A. Andrews, commissario
52
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, pp.104-105.
53
Organismo creato per la difesa degli insediamenti ebraici e dei convogli di rifornimenti, che svolse
saltuariamente anche azioni di sabotaggio contro insediamenti militari britannici.
54
In Biography, all’indirizzo http://www.jabotinsky.org/jabl_e.htm, al sito del: Jabotinsky Institute in
Israel, all’indirizzo http://www.jabotinsky.org/jabhom_e.htm, ancora attivo 30 dicembre 1999.
55
Jabotinski era un ebreo russo, giornalista ed ex ufficiale facente parte del gruppo dei revisionisti.
Tratto dal sito dell’ambasciata israeliana a Washington all’indirizzo http://www.
israelemb.org/zionism/noframes/between.html attivo al 2 agosto 1999
56
In questa nuova organizzazione, formata da una sezione pubblica la cui funzione era mantenere i
rapporti con le autorità e le altre fazioni politiche, erano inclusi anche il Betar, sezione addetta
all’educazione della gioventù e l’Irgun, appunto.
57
Egli rassegnò le sue dimissioni poiché, durante il 17° Congresso Sionista del 1931, la sua proposta
di esporre chiaramente lo scopo primario del movimento sionista, cioè la creazione di uno stato
ebraico in Palestina, fu rifiutata. L. Bonanate, Op. cit., 1994, pp.54-55, tratto dal sito dell’ambasciata
israeliana a Washington all’indirizzo http://www. israelemb.org/zionism/noframes/road.html attivo al
2 agosto 1999, Biography, all’indirizzo http://www.jabotinsky.org/jabl_e.htm, al sito del: Jabotinsky
Institute in Israel, all’indirizzo http://www.jabotinsky.org/jabhom_e.htm, ancora attivo 30 dicembre
1999.
58
L. Bonanate, Op. cit., 1994, pp.54-55, tratto dal sito dell’ambasciata israeliana a Washington
all’indirizzo http://www. israelemb.org/zionism/noframes/road.html attivo al 2 agosto 1999.
59
Nel 1942 Menachim Begin divenne il capo di questo gruppo. T. Kjeilen, Menachim Begin, in
“Encyclopaedia of the Orient” al sito http://i-cias.com/e.o/begin_m.htm, ancora attivo al 30 dicembre
1999.
18
britannico reggente, venne assassinato a Nazareth da arabi palestinesi.
L’assassinio determinò una svolta nella politica britannica: il governo
mandatario proclamò la legge marziale, sciolse il Comitato Arabo e altre
organizzazioni arabe e arrestò 200 componenti della dirigenza politica
palestinese. Alcuni leaders scampati all’arresto riuscirono a fuggire
all’estero, ma venne proibito loro di ritornare in Palestina.
Per la leadership palestinese, decimata dagli arresti e dalle fughe,
fu impossibile continuare ad esercitare un controllo efficace sulla rivolta,
il cui centro attivo a poco a poco si spostò dalle città alle campagne da
dove, attorno alla fine del 1938, i contadini partirono per conquistare i
centri urbani della Palestina. Le autorità britanniche, incapaci di far
fronte a questo nuovo sviluppo, persero il controllo su gran parte della
popolazione araba
60
.
La conquista delle città da parte dei contadini rivoltosi ebbe come
effetto immediato un contro esodo, che riportò gran parte dei fall0h7n,
che in precedenza si erano spostati verso le città alla ricerca di
un’occupazione, ai villaggi d’origine alla ricerca di maggiore sicurezza.
I contadini, ora a capo della rivolta, identificarono anche un terzo
nemico, oltre al governo mandatario e ai sionisti, nella classe dirigente
degli A>y0n; ciò testimoniava la distanza sempre maggiore creatasi tra la
classe dirigente palestinese e le classi sociali inferiori
61
. Per tale ragione
la Rivolta del 1936 si trasformò in guerra civile tra arabi palestinesi. Gli
Inglesi allora per sedarla formarono i “Gruppi della Pace”, i cui
componenti, arabi palestinesi anch’essi, avevano il compito di arrestare o
uccidere i ribelli
62
. L’impiego di queste forze pose termine
all’insurrezione nel 1939, ma la rivolta del 1936-1939 lasciò gli arabi
60
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, pp. 112-113, 117.
61
Ivi., pp.119-120.
19
palestinesi privi di una leadership in patria, divisi da lotte intestine ed
esausti per i combattimenti protrattisi per tre anni
63
.
La fine della guerra civile segnò l’iniziò allora un nuovo periodo
in cui il vuoto di potere verificatosi all’interno della dirigenza palestinese
spinse le autorità britanniche a trattare della “Questione Palestinese” con
i capi dei nuovi Stati Arabi
64
, piuttosto che con una leadership ormai
divisa e impotente
65
.
Un nuovo “Libro Bianco” fu redatto dalla Gran Bretagna nel 1939.
Nel documento la Gran Bretagna accettava le richieste che gli arabi
palestinesi avevano avanzato in precedenza
66
: un limite di 75.000
persone all’immigrazione ebraica dal 1939 al 1941; la cessazione
definitiva dell’immigrazione ebraica nel 1941; la proibizione per gli
ebrei di acquistare terre; la proposta di un periodo di dieci anni di
transizione verso uno stato indipendente a maggioranza araba
67
.
Il nuovo “Libro Bianco” per gli ebrei fu rilevante poiché poneva
un freno alle loro aspirazioni (anche se non modificava il loro progetto
per la creazione di uno stato ebraico in Palestina). Pur continuando,
all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, a favorire l’immigrazione
clandestina
68
, le posizioni all’interno del movimento sionista diventarono
sempre più radicali di fronte alla prospettiva di una futura cessazione
62
Y0s7 n
> Abd al-Q0dir, Art. cit, in: “An-Nah0r” (Il Giorno), n°18430, 14 gennaio 1993, p.11.
63
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, p. 129.
64
L’Iraq divenne indipendente nel 1932, il Regno di Transgiordania fu proclamato nel 1921, e nel
1946 fu proclamata l’indipendenza del Regno Hashemita di Giordania, la proclamazione del regno
dell’Arabia Saudita avvenne nel 1932, nel 1936 fu firmato un trattato anglo-egiziano che riconobbe
l’indipendenza dell’Egitto, mentre la Siria e il Libano saranno dichiarati indipendenti rispettivamente
nel 1941 e nel 1943. B. Lewis, Il Medio Oriente. Duemila anni di storia, Mondadori Editore, Milano,
1° ed. it. 1996, p. 382, An ABC of the Arab World, Institute du Monde Arabe.
65
B. Kimmerling, J. S. Migdal , Op. cit., 1994, pp. 125, 128.
66
Temendo un’eventuale allineamento filonazista degli arabi, se fossero stati nuovamente delusi.
F. Massoulié, Op. cit., 1993, 1994, p.65.
67
Tratto dal sito dell’ambasciata israeliana a Washington all’indirizzo:
http://www. israelemb.org/zionism/noframes/between.html attivo al 2 agosto 1999.
68
F. Massoulié, Op. cit., 1993, 1994, p.65.
20
definitiva dell’immigrazione legale. Ne uscì rafforzata la posizione
estremista dell’Irgun Etzel
69
.
Le azioni dell’Irgun Etzel perseguivano due scopi: l’opposizione
armata alla violenza araba e la rinascita dello spirito di combattività e di
ribellione del popolo ebraico, per rinsaldare la consapevolezza nazionale,
base del futuro Stato ebraico
70
.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) in
Palestina erano in atto due guerre parallele: la Guerra Mondiale e la
guerra dei sionisti contro arabi e inglesi; quest’ultima non impediva
comunque agli ebrei di combattere a fianco degli alleati nel conflitto
mondiale. A questo scopo l’Agenzia Ebraica attraverso il suo organo
militare, l’Haganah, costituì la Jewish Brigade (formata da circa 30.000
ebrei) che partecipò ai combattimenti in Italia, in Iraq, in Siria e nel resto
d’Europa
71
.
A testimonianza di questo duplice atteggiamento degli ebrei
sionisti, nel 1942 Ben Gurion affermò: “ Noi combatteremo al fianco
della Gran Bretagna come se il Libro Bianco non esistesse e
combatteremo il Libro Bianco come se la guerra non esistesse.”
72
.
In questo periodo fu fondato un altro gruppo ebreo lo Lohamei
Herut Israel (Lehi) conosciuto anche come Banda Stern
73
dal nome del
suo fondatore Abraham Stern
74
, l’ala più estremista del movimento
69
In apparenza maggiormente deciso a difendere le conquiste che i sionisti avevano ottenuto fino ad
allora.
70
L. Bonanate, Op. cit., 1994, p.55.
71
Tra i componenti della Jewish Brigade erano compresi anche terroristi ebrei scarcerati dagli inglesi
per permettergli di partecipare ai combattimenti della Seconda Guerra Mondiale. Tratto dal sito
dell’ambasciata israeliana a Washington all’indirizzo: http://www.
israelemb.org/zionism/noframes/ww2.html attivo al 2 agosto 1999. L. Bonanate, Op. cit.,. 1994,
p.56.
72
F. Massoulié, Op. cit., 1993, 1994, p. 66.
73
Tratto dal sito dell’ambasciata israeliana a Washington all’indirizzo:
http://www. israelemb.org/zionism/noframes/road.html attivo al 2 agosto 1999.
74
Abraham Stern nacque in Polonia nel 1907 e immigrato in Palestina all’età di 18 anni, entrò a far
parte dell’Haganah, contribuendo alla difesa degli ebrei residenti a Gerusalemme durante le rivolte