8
ammirazione
2
. La vita e la personalità di Dietrich
Bonhoeffer, a prescindere dai punti di vista espressi, non
possono non suscitare nell’animo del lettore sentimenti di
stupore, ammirazione e stima.
La biografia introduttiva vuole essere un sunto di
indicazione, senz’altro non esaustivo, ma sufficientemente
dettagliato, per collocare e comprendere la vicenda storica e
personale di Dietrich Bonhoeffer. Il testo di riferimento, in
questo caso, è stata la biografia redatta da Eberhard Betghe,
discepolo, amico e familiare dell’illustre teologo .
Anch’egli teologo luterano, come il maestro, è stato il
divulgatore privilegiato del pensiero bonhoefferiano dal
secondo dopoguerra ai nostri giorni. Questa opera corposa
(1076 pagine), pubblicata nell'edizione originale tedesca nel
1967 e giunta alla terza edizione in lingua italiana, è senza
dubbio il saggio più completo ed esaustivo per la
ricostruzione della vita di Bonhoeffer. Ripercorre le tappe di
un periodo intenso della chiesa tedesca e del movimento
ecumenico, e assume un elevato contenuto storico e un
notevole valore teologico.
Di tutti gli autori in questione solo Eberhard Betghe
(1909) ha conosciuto personalmente Bonhoeffer,
2
Scrive CORTI: “L’incontro con Bonhoeffer è di quelli che possono
lasciare il segno: la nostra mentalità ne potrebbe, per alcuni aspetti, venire
sconvolta”. RENATO CORTI, letture spirituali (Dietrich Bonhoeffer),
appunti di lezione, p. 1,2.
9
contribuendo notevolmente alla fama postuma del suo
maestro. Al termine della guerra, infatti, su iniziativa dello
stesso Betghe, tutte le lettere e gli scritti di Bonhoeffer
recuperati e relativi al suo periodo di detenzione presso il
carcere berlinese di Tegel (1943-1945) sono andati a
costituire il celebre “Resistenza e resa”, divenuto quindi uno
scritto postumo di Dietrich Bonhoeffer.
Per ciò che concerne il contributo di carattere
biografico di Eberhard Betghe, bisogna sottolinearne il punto
di vista confessionale (protestante luterano) e umano (amico,
discepolo, familiare) che influenzano lo scritto. Per quanto
riguarda il primo punto mi riferisco, in particolar modo, alle
dispute in campo ecclesiale, sia evangelico che ecumenico,
in cui la corrente propria dell’autore (pur sempre molto
aperto al dialogo interconfessionale)
3
è espressa con vigore e
dovizia di particolari. Nondimeno, a causa dei suoi legami
con Bonhoeffer, l’autore (non biasimabile tuttavia per
questo) non riesce a non circondare di un’aura mitica le
imprese di Bonhoeffer, tanto che, essendo stato interessato e
quindi assorbito nella vicenda personale del protagonista per
più di dieci anni, si può parlare di coinvolgimento, quanto
3
Un notevole passo verso la conciliazione tra le Chiese è stato compiuto
il 31 ottobre 1999 in occasione della firma della “Comune dichiarazione
sulla dottrina della giustificazione” da parte dell’Unione mondiale
luterana e del Consiglio papale per l’unità delle Chiese.
10
meno emotivo, nonostante la sua biografia segua di parecchi
decenni la datazione degli eventi narrati.
In particolare modo, le riflessioni postume dell’autore
conferiscono una fluidità a tratti artificiale alla vicenda
personale del protagonista, inserita all’interno di un teatro di
eventi di per sé molto complesso; scaturisce da ciò una
immagine di Bonhoeffer stoicamente e risolutamente sempre
all’altezza della situazione.
Non credo, tuttavia, che si possa tacciare l’opera in
questione di contenuto apologetico
4
o “devozionistico”: la
documentazione a disposizione dell’autore rimane senza
uguali nel suo genere ed è, in questo caso, primariamente
indirizzata alla divulgazione storica e non dottrinale della
vicenda unica di un uomo di per sé straordinario.
Il secondo testo analizzato è di Eraldo Affinati “Un
teologo contro Hitler -sulle tracce di Dietrich Bonhoeffer-“.
Pubblicato nel 2002, il libro (un vero e proprio diario
di bordo) racconta “un’avventura dello spirito del
4
Scrive EBERHARD BETGHE nella premessa all’edizione italiana della
sua opera: “Così la forza e la concentrazione del pensiero teologico di
Bonhoeffer sulla presenza di Cristo…hanno abbattuto le barriere di ogni
sorta, sia confessionali, nazionali che storiche o linguistiche. E l’apparire
di questo libro (Dietrich Bonhoeffer, una biografia) fa fare un passo
avanti all’incipiente dialogo”. EBERHARD BETGHE, Dietrich
Bonhoeffer- teologo cristiano contemporaneo- una biografia, Queriniana
(2004), 3° edizione.
11
cristianesimo”
5
attraverso il viaggio dello scrittore sui luoghi
della vicenda terrena di Bonhoeffer, quasi a volerne
rievocare le sensazioni, gli stati d’animo, le aspirazioni,
l’humus dove fiorì quest’uomo innamorato del Vangelo.
L’autore di questo scritto, Eraldo Affinati, scrittore e
insegnante di scuola media superiore (di area laico cristiana,
ma sostanzialmente super partes), intende mettersi in
cammino sulle tracce lasciate da Dietrich Bonhoeffer nei
luoghi che ne hanno testimoniato passaggio.
Il taglio biografico dell’opera è, a tratti, volutamente
romanzato (altri autori infatti hanno dedicato studi più
approfonditi alla vita e l’opera di Bonhoeffer) ma l’autore,
nella rivisitazione dei luoghi bonhoefferiani, a 50 anni di
distanza dalle vicende storiche narrate, attraverso il filtro
delle sue sensazioni, riesce a trasmettere al lettore il pathos
che lo muove in questa ricerca.
Il leit motiv della narrazione, infatti, è dato dalla
rivisitazione dei luoghi storici in cui Bonhoeffer ha vissuto,
attraverso il desiderio dell’autore di immedesimarsi negli
ambienti, negli stati d’animo, nei personaggi che hanno
animato la vita del grande teologo tedesco.
Si ha l’impressione che non sia tanto lo scrittore a
stabilire i modi della sua ricerca, quanto lo spirito stesso che
5
ERALDO AFFINATI, Dietrich Bonhoeffer un teologo contro Hitler,
Mondadori (2002).
12
animò Bonhoeffer a rivelarsi, poco alla volta, in ogni tappa
del percorso.
Ogni luogo, ogni incontro forniscono nuove risposte e
fanno nascere nuovi interrogativi.
Lo schema narrativo, come detto, ripercorre le grandi
tappe dell’esistenza del teologo tedesco, figura immensa nel
panorama politico, sociale culturale e teologico del secolo
scorso.
Nella scansione cronologica degli avvenimenti,
particolare attenzione è rivolta alla coerenza evangelica,
portata fino alla resistenza politica (di cui Bonhoeffer fu
accusato anche dagli stessi confratelli della Chiesa
Confessante) di fronte alla inevitabile catastrofe che la
politica di Hitler avrebbe prodotto di lì a poco.
L’autore rimane stupito di fronte alla lucidità di
pensiero di Bonhoeffer contrapposta alla indecisione di molti
altri oppositori formali al regime, che non sembravano
avvertire il pericolo costituito dal nazionalsocialismo nella
sua interezza.
Soprattutto, è ben presente agli occhi di Eraldo Affinati
il grande dramma vissuto da questa terra e da questa gente
(in particolar modo lungo i luoghi del tragitto che dopo la
dittatura nazista conobbero quella comunista)
6
, da troppa
6
A proposito del ruolo del cristianesimo nelle area sotto influenza
comunista, scrive MANFRED HEIM, sacerdote cattolico e storico: “Il
comune passato cristiano dell’Europa centrale e orientale è stato un
13
storiografia ancora considerate più complici che vittime della
dittatura nazionalsocialista
Ciò che emerge chiaramente, è la profonda
consapevolezza dell’autore di trovarsi di fronte ad una
vicenda straordinaria “Chiedo a me stesso come sia
cominciato tutto questo”
7
e ad un uomo “mitico”,
“universale”, nel senso più letterale dei termini “Dietrich è
diverso dagli altri adolescenti, maschi e femmine, che lo
circondano. Cos’ha di particolare rispetto a loro? Il carisma
dei veri consapevoli, la ricchezza spirituale di un sentiero
pronto a essere percorso, un compito da eseguire, una
vocazione sicura”
8
.
Anche in questo caso quindi, il fascino esercitato dalla
personalità del protagonista e il coinvolgimento emotivo
dell’autore nella vicenda sono esplicitati dall’inizio.
L’autore del terzo saggio, Renato Corti, è Vescovo
della diocesi di Novara. Il materiale analizzato è stato
estrapolato da una serie di “letture spirituali”, svolte da Corti
durante gli anni ottanta, all’epoca del in cui insegnava
Teologia Spirituale all’Istituto Paolo VI di Milano.
fattore di raccordo nel momento delle lacerazioni prodotte dai
regionalismi e dai nazionalismi nell’era postcomunista”. MANFRED
HEIM, introduzione alla storia della chiesa, Einaudi (2002), p. 165.
7
ERALDO AFFINATI, ibidem, p. 10.
8
ERALDO AFFINATI, ibidem, p. 21.
14
Monsignor Corti, attraverso questo scritto, delinea la
vita e il pensiero di una serie di testimoni cristiani della
Chiesa contemporanea. Secondo le sue stesse parole:
“L’intenzione è quella di stabilire un rapporto vero con
alcuni cristiani significativi, cercando di coltivare - nello
stesso tempo - un atteggiamento di intenso ascolto nei loro
confronti e di costante attenzione alla realtà e alle persone
che ci stanno intorno”
9
.
Nel caso specifico, si tratta di una panoramica
sull’opera letteraria di Dietrich Bonhoeffer, con particolare
attenzione rivolta agli scritti di carattere spirituale (non in
senso intimistico ma normativo-pedagogico) , ossia “La vita
comune” e “Sequela”.
L’autore intende portare all’attenzione del lettore la
schiettezza evangelica (a prescindere dalle differenze di tipo
confessionale)
10
e la fedeltà alla Parola di Dio in Dietrich
Bonhoeffer, senza sconfinamenti in campo teologico.
Il punto di vista dell’autore (vescovo cattolico) non
intende coinvolgere in nessun modo lo scritto in dispute di
carattere apologetico, ma, anzi, indirizza volutamente le
9
RENATO CORTI, ibidem, nota preliminare.
10
Scrive CORTI in merito: “Dietrich Bonhoeffer è sempre vigoroso, sia
quando agisce, sia quando scrive. E’ ben raro che si riscontrino in lui dei
luoghi comuni; è più facile trovare parole di fuoco. Fra tanto
appiattimento e noia, presenti nell’atmosfera del nostro tempo, l’incontro
con Dietrich Bonhoeffer può assumere il valore di una cura energica ed
efficace”. RENATO CORTI, ibidem, p. 2.
15
riflessioni sul terreno del dialogo interconfessionale e del
rispetto reciproco
11
.
Il quarto autore di riferimento è l’olandese Jan Sperna
Weiland, docente di teologia presso l’Università di
Amsterdam.
Il saggio in questione vuole introdurre il lettore a
familiarizzare con le categorie del linguaggio bonhoefferiano
- con particolare riferimento al tema della fine della religione
e del senso della fede cristiana nel mondo attuale -
sviluppatesi durante la detenzione del teologo presso il
carcere di Tegel, dalla primavera del 1943 all’estate del
1944. La base viene fornita dall’epistolario (“Resistenza e
resa”), spesso clandestino, che Bonhoeffer intratteneva con i
suoi familiari e in particolare con l’amico Eberhard Betghe,
suo “discepolo” nel 1935 nel seminario confessante di
Finkenwalde. Questa antologia epistolare verte, in
particolare, sul tema del cristianesimo “non religioso” nel
confronto con un mondo “diventato adulto” emancipatosi da
Dio e sulla tematica dell’ascesi mondana del cristiano, fedele
a Cristo in terra e nella vita (e non solo nell’al di là).
11
Scrive ancora CORTI, a scanso di equivoci: “Accostare Dietrich
Bonhoeffer non è cosa facile. Non lo è per il sospetto che egli può far
nascere tra i cattolici, e soprattutto tra i cattolici premurosi della
ortodossia, di essere un maestro che porta a perdizione…Da parte nostra,
lo svolgimento dello studio eviterà di “accaparrare” Bonhoeffer a una
visione che noi possiamo ritenere giusta ma non, per ciò stesso, presente
in questo autore”. RENATO CORTI, ibidem, p. 1.
16
Per maggior chiarezza, tali temi saranno affrontati
singolarmente per cercare di fornirne una analisi precisa e,
per quanto possibile, dettagliata.
Pubblicato nel 1974, si tratta di uno studio condotto
sulla base, non solo di tutte le opere di Bonhoeffer, ma anche
di tutti gli appunti sparsi e degli studi critici, contribuendo in
particolar modo alla chiarificazione di un discorso, quello
della cosiddetta “fine della religione”, enigmatico e irto di
difficoltà.
Weiland, scrittore di area protestante, oltre all’analisi
rigorosa dei concetti dell’ultimo Bonhoeffer, cerca, a sua
volta, di delineare alcune possibili direttrici lungo le quali il
pensiero del grande teologo tedesco avrebbe potuto
svilupparsi. In particolare, viene evidenziata la congruenza
del pensiero espresso da Bonhoeffer riguardo al ruolo
marginale della religione tradizionale nelle società laiche-
secolarizzate odierne, in via di totale emancipazione da ogni
tipo di tutela paternalistica (ecclesiastica o meno).
L’interpretazione di Weiland è portata, a volte, fino ad
un radicalismo che, per ammissione dello stesso autore,
Bonhoeffer non si è mai spinto ad esplicitare o
sottoscrivere
12
. In particolar modo, l’autore si riferisce allo
12
In particolare WEILAND afferma: “L’avvenire sul quale Bonhoeffer
rifletteva in carcere era quello immediato: la ricostruzione della Germania
e dell’Europa dopo la sconfitta di Hitler che nel 1943 era già certa,
benché la rovina definitiva dovesse ancora farsi attendere per altri due
17
sviluppo di una società civile matura e autonoma,
autenticamente democratica, in cui il processo di decision
making dei grandi temi istituzionali, etici e civili, veda
coinvolti tutti i cittadini. Delinea inoltre il ruolo della Chiesa
che” è chiesa solo se e in quanto esiste per gli altri”
13
(dietro
all’esempio di Cristo “uomo per gli altri”), lontano dalla
visione di una istituzione gerarchica e infallibile nei dogmi.
L’analisi di Weiland, pertanto, è fortemente viziata dal
retroterra teologico e culturale marcatamente evangelico-
luterano dell’autore, in aperta polemica con la Chiesa
Cattolica romana e la società tradizionale da essa
rappresentata.
Il quinto ed ultimo testo è di Gian Enrico Rusconi
“Come se Dio non ci fosse - i laici, i cattolici e la
democrazia-“.
Pubblicato nel 2000, il testo offre una analisi del
dibattito sulla laicità dello stato alla luce delle questioni
etiche che stanno attraversando il nostro Paese. L’apporto di
Bonhoeffer è già enunciato nel titolo (formula usata proprio
anni. Passando in rassegna il materiale di cui disponiamo, dobbiamo
costatare che le sue idee riguardo all’avvenire erano decisamente
conservatrici e non si discostavano da quelle di molti altri esponenti della
resistenza tedesca provenienti da ambienti cristiani”. JAN SPERNA
WEILAND, La fine della religione-studio su Bonhoeffer, Queriniana
(1974), p. 175-176.
13
JAN SPERNA WEILAND, ibidem, p. 171.
18
dal teologo tedesco) e serve all’autore per esprimere il suo
concetto di laicità, ossia “non un assunto ateistico ma il
postulato dell’autonomia razionale dell’uomo e della
donna”
14
in una società “in cui Dio vuole che sappiamo che
dobbiamo vivere come uomini che organizzano la loro vita
senza di Lui…il Dio che ci lascia vivere nel mondo senza
l’ipotesi operante di Dio…(il) Dio (che) si lascia spingere
fuori dal mondo verso la croce ”
15
.
Rusconi rivolge la sua analisi da “un’ottica politica in
senso proprio, che riprende il tema classico delle ragioni per
le quali i cittadini stanno insieme, riconoscendosi come
membri della stessa comunità politica grazie e/o nonostante
la diversità delle loro opinioni e motivazioni d’agire”
16
.
“In questa ottica la laicità della democrazia coincide
con lo spazio pubblico moderato entro cui i cittadini,
credenti e non, si scambiano i loro argomenti e attivano
procedure consensuali di decisione, senza chiedersi conto
autoritativamente delle ragioni delle proprie verità di fede o
dei propri convincimenti in generale. Ciò che conta è la
14
GIAN ENRICO RUSCONI, Come se Dio non ci fosse, Il Mulino
(2000).
15
GIAN ENRICO RUSCONI, ibidem.
16
GIAN ENRICO RUSCONI, ibidem, p. 7.
19
capacità di reciproca persuasione e leale osservanza delle
procedure”
17
.
E’ possibile estendere la definizione, sopra riportata, di
“laicità della democrazia” alla situazione italiana?
Esiste una religione civile e laica in Italia?
Soprattutto, può coesistere una cultura laica (e non
laicista) compatibile con la fede, anche nel panorama socio-
culturale italiano?
La critica dell’autore è altresì indirizzata sia alla
società civile italiana (in particolar modo cattolica),
drammaticamente autoisolatasi in una condizione di passiva
dipendenza “dalla dottrina e dal magistero della Chiesa-
istituzione”
18
su larga parte delle questioni di più rilevante
attualità, sia alla società laica italiana, fondamentalmente
impreparata a controbattere, sulle materie bioetiche per
esempio, all’impianto “metafisico-teologico”
19
della Chiesa.
In questo contesto, l’etsi deus non dareter
bonhoefferiano “non è una finzione morale a fini d’intesa, è
un atto d’intelligenza che pone laico e religioso sullo stesso
piano pur partendo da motivazioni divergenti. Su questo
piano né il primo né il secondo possono pretendere di avere
17
GIAN ENRICO RUSCONI, ibidem, p. 7.
18
GIAN ENRICO RUSCONI, ibidem, p. 4.
19
GIAN ENRICO RUSCONI, ibidem, p. 4.
20
qualcosa di più o di meno rispetto all’altro: entrambi sono
soli o, se si vuole, autonomi nell’argomentare il senso
morale del loro mondo personale e collettivo. Quello che per
il religioso è la gratuità di un rapporto con Dio in un
orizzonte di fede che non dà soluzioni bell’e pronte per il
mondo, per il laico è la costruzione di una corresponsabilità
etica nella contingenza dl mondo”
20
.
Per concludere, sulla scia dell’esposizione del pensiero
bonhoefferiano riguardo al tema della “theologia crucis”,
della presenza del cristiano nel mondo in cui Gesù,
l’Emmanuele, il “Dio con noi”, è il Dio che si manifesta
nascondendosi
21
, in appendice, sarà dedicato uno spazio di
riflessioni e considerazioni attraverso l’analisi del prologo di
“Resistenza e resa”, lo scritto postumo del teologo luterano.
20
GIAN ENRICO RUSCONI, ibidem, p. 21.
21
Vangelo di San MARCO 15,34
21
2. TAVOLA 1: LA FAMIGLIA BONHOEFFER
↑
Karl Bonhoeffer (1868-1948) + Paula Von Hase (1876-1951)
↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓
Karl-
Friedrich
(1899-
1957) +
Grete Von
Dohnanyi
(sorella di
Hans Von
Dohnanyi)
Walter
(1899-
1918)
Klaus (1901-
giustiziato il
23.4.45) +
Emmi
Delbruck
(sorella di
Justus
Delbruck
1902-1945)
Ursula (1902)
+
Rudiger
Schleicher
(1895-
giustiziato il
23.4.45)
Christine
(1903-
1965) +
Hans Von
Dohnanyi
(1902-
giustiziato
il 9.4.45)
DIETRICH
(1906-
giustiziato il
9.4.45)
fidanzato
con Maria
Von
Wedemeyer
Sabine
(gemella di
Dietrich) +
Gerhard
Leibholz
Susanne
(1909) +
Walter
Dress
↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓
Karl,
Friedrich,
Martin,
Kathrina
Thomas,
Cornelie,
Walter
Hans-Walter,
Renate (sposa
di Eberhard
Betghe),
Dorothee,
Christine
Barbara,
Klaus,
Chrstoph
Marianne,
Christiane
Michael,
Andreas
↓
Generale Paul Von
Hase, giustiziato il
8.8.44, cugino di
Paula
Justus Delbruck
(1902-1945, cognato di
Klaus Bonhoeffer) +
Ellen Von Wahl
Klaus, Felicitas, Hans, Gabriele