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Alla luce di quanto detto finora ho ritenuto opportuno presentare una
tesi che metta in evidenza l’importanza della Customer Satisfaction,
obiettivo fondamentale di qualunque organizzazione moderna.
Il primo capitolo di questo lavoro mette in evidenza la natura
importante della Customer Satisfaction nonché una breve introduzione e
definizione.
Nel secondo capitolo si mette in evidenza la relazione tra la Customer
Satisfaction, Loyalty e Retention. La Customer Loyalty è, infatti, definibile
come l'intenzione o la predisposizione del cliente ad acquistare un
prodotto/servizio, provocata dall'impressione positiva che l'azienda ha
suscitato nelle relazioni precedenti. È una scelta consapevole, una
preferenza che il cliente fa nei confronti di un determinato fornitore. Per
ottenere la fedeltà del cliente, o Customer Loyalty, bisogna innanzi tutto
soddisfarlo. Un cliente soddisfatto diviene fedele perché desidera tornare a
fornirsi dalla stessa azienda; inoltre, arricchisce l'azienda fornitrice
facendone pubblicità positiva ed innescando un circolo virtuoso di rapporti
positivi con chi è in prima linea (front line), rendendo piacevole ed
appagante la reciproca relazione. Diverso è, invece, il caso della Customer
Retention, ossia dei clienti trattenuti, mantenuti. Costoro sono fedeli in
quanto ripetono l'acquisto, ma non sono soddisfatti, del tutto o in parte, del
servizio/prodotto ricevuto; non cambiano fornitore a causa degli alti costi di
cambiamento, oppure per mancanza di alternative, come nei casi di
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Monopolio. Nel caso di clienti trattenuti a causa di barriere alla mobilità, la
condizione di fedeltà può essere forzata fino ad un certo livello, equivalente
al limite dopo il quale i costi di cambiamento da sopportare per sostituire il
fornitore sono maggiori del valore della permanenza come cliente presso lo
stesso. Il valore della permanenza è composto da due elementi: il valore
della soddisfazione (VS) che il cliente percepisce fruendo dei
servizi/prodotti del fornitore attuale, e dai costi di cambiamento strutturali
(CCk) da sopportare per mutare fornitore.
Il terzo capitolo tratta la Pianificazione e lo sviluppo della Customer
Satisfaction. Un processo che, nei suoi vari stadi, è costituito dalla
individuazione degli obiettivi dell’impresa, dalla definizione delle strategie
e delle politiche e dalla messa a punto dei piani per realizzarle.
Di notevole importanza risulta il valore della soddisfazione, mettendo in
evidenza gli aspetti positivi che questo arreca all’azienda. Però si verifica
più frequentemente di quanto si possa pensare il caso di un cliente
insoddisfatto e, pertanto, infedele. Oltre a tutti gli effetti positivi, occorre
menzionare gli aspetti negativi, che l'insoddisfazione del cliente può invece
provocare. Se è insoddisfatto del servizio ricevuto, può decidere in ogni
momento di cambiare fornitore, determinando per l'azienda fornitrice in
primo luogo perdita di ricavi, ma non solo. Il passaparola negativo del
cliente insoddisfatto la impoverisce, ma in maniera più potente.
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Nel quarto capitolo, ultimo, sono presentati diversi indicatori per misurare la
Customer Satisfaction. Questi si differenziano tra loro per complessità
concettuale e facilità di attuazione. La scelta di ciascun indicatore è
effettuata in base ai settori economici sotto posti ad analisi e le variabili da
considerare negli stessi. In chiusura la proposta di un nuovo modello di
indice Nazionale Norvegese NCSB conseguente all’osservazione di
debolezze presenti negli altri indici Nazionali.
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CAPITOLO I
LA NATURA DELLA CUSTOMER
SATISFACTION
Il filone di studi sulla soddisfazione dei clienti s’interessa a ciò che
accade a valle dell’atto d’acquisto, cioè il giudizio che il consumatore
esprime sul prodotto o servizio dopo averlo utilizzato o fruito. Le origini
dell’interesse per questo tema sono da ricercarsi verso la fine degli anni ’60
negli Stati Uniti. Gli studi vennero intrapresi con lo scopo di analizzare la
performance dei mercati nel soddisfare bisogni e desideri dei consumatori in
vista di un aiuto alle decisioni del governo federale in materia di
regolamentazioni nel settore del consumo; essi rispondevano soprattutto alla
spinta esercitata dalle associazioni dei consumatori per il miglioramento
della qualità della vita. Secondo Levitt, nel 1960, l’intera impresa doveva
essere vista come un organismo customer-creating e customer-satisfying.
Anderson affermava che l’obiettivo del marketing era la creazione di un
cliente di lungo termine, attraverso la customer satisfaction.
In questi ultimi anni la soddisfazione del cliente sta assurgendo come un
fattore critico, divenendo un’area di attenzione prioritaria per il management
di un numero crescente di aziende.
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Il contesto in cui le imprese si trovano ad operare presenta continui e
sostanziali segnali di cambiamento. Da un punto di vista meramente
economico è possibile individuare alcuni fattori particolarmente rilevanti,
quali: la crescente complessità e turbolenza ambientale, le maggiori
opportunità di scelta consentite dall’ampliamento delle gamme di prodotto
offerte, la più semplice accessibilità a merci e servizi dovuta alla diffusione
di nuove tipologie distributive, l’aumento del numero di concorrenti
operanti in ciascun segmento di mercato e la disponibilità di maggiori
informazioni su prodotti concorrenti e sostitutivi.
Da un punto di vista psicologico la dimensione dell’acquisto oggigiorno
riguarda tutte le sfere di esperienza individuale e sociale e non solo più la
sussistenza o la facilitazione del lavoro. Nella società odierna la produzione
si estende progressivamente dai basic needs ai servizi, dalla sfera della
necessità alla sfera dell’apparenza, dall’esterno all’interno della personalità.
La postmodernità sarebbe caratterizzata dalla perdita del suo baricentro
ideologico ed istituzionale che organizzavano il “senso della vita”: non
esistono più valori universali da interiorizzare, ed anzi viene esaltata la
flessibilità, la molteplicità, la polidimensionalità . Viene esaltato il principio
del piacere contro quello del dovere. Oggi un individuo-consumatore
sempre più protagonista delle proprie scelte e consapevole dei propri
bisogni, in grado di modificare di conseguenza modelli di consumo e
abitudini d’acquisto. Il cliente è divenuto molto attento alle diverse
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alternative d’offerta, optando solo per quelle che ottimizzano il rapporto tra
prezzo e qualità e sono più in sintonia con il suo universo di valori, in grado
di deliziarlo totalmente. In sintesi si tratta di un consumatore più attento e
sensibile verso problematiche sociali e culturali, più disponibile a sacrificare
una parte della risorsa tempo, sempre più scarsa, nella ricerca dell’optimum,
che sia chiara espressione della sua identità individuale e sociale (M T
Cuomo, 2000).
Questo nuovo scenario di riferimento, che non trova ancora una
configurazione precisa a causa di tale mutabilità, impone alle imprese di
cambiare approccio nel confronto con i mercati di sbocco, sviluppando,
quindi, una maggiore attenzione verso il cliente; le organizzazioni diventano
sempre più customer centered, vale a dire che necessitano di dover collocare
il cliente e la sua soddisfazione al centro di tutte le decisioni e scelte
aziendali, in quanto importante leva strategica nell’accrescimento e/o
mantenimento di vantaggi competitivi difendibili.
A partire dagli anni Ottanta la letteratura in materia di Customer
satisfaction si è notevolmente sviluppata. In effetti, nei primi anni Ottanta il
concetto di qualità era riferito prevalentemente agli aspetti oggettivi del
prodotto/servizio, cioè alle dimensioni tecniche che interessavano
prevalentemente l’area produttiva della struttura organizzativa d’impresa.
Non dovrebbe, quindi, sorprendere che anche le principali definizioni di
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Customer Satisfaction fossero riferite quasi esclusivamente alle dimensioni
dell’idoneità all’uso e della conformità alle specifiche.
L’enfasi posta sulle dimensioni dell’idoneità all’uso e della conformità
alle specifiche ha comportato una scarsa visibilità degli aspetti soggettivi del
prodotto/servizio. Tuttavia alcuni studi sul comportamento del consumatore
hanno evidenziato che questi aspetti svolgono un ruolo essenziale nel
giudizio che il cliente esprime sulla qualità di un prodotto/servizio: è per
questo motivo che il concetto di qualità del prodotto/servizio è stato
arricchito di nuove dimensioni quali la performance funzionale, la durata
media, l’affidabilità, l’assistenza post-vendita, l’estetica e la qualità
percepita ovvero dimensioni della qualità che interessano anche altre aree
funzionali della struttura organizzativa d’impresa quali l’area commerciale.
E’ chiaro che, nel momento in cui si introducono nella definizione della
qualità di un prodotto/servizio dimensioni non strettamente oggettive, la
soddisfazione del cliente è il risultato del confronto tra:
• le aspettative a priori, ovvero prima che si verifichi l’acquisto;
• la percezione delle performance, ovvero dopo che è avvenuto
l’acquisto.